Come Bloccare Un Pignoramento In Corso

Bloccare un pignoramento in corso rappresenta una sfida complessa, soprattutto considerando che questa procedura implica l’esecuzione forzata di un debito non saldato. Tuttavia, esistono diverse strategie legali che possono aiutare il debitore a sospendere o fermare l’azione esecutiva. Tra queste soluzioni ci sono l’opposizione al pignoramento, la rateizzazione del debito, e il ricorso alle recenti disposizioni della Legge del Sovraindebitamento, ora riformata e inclusa nel Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019).

Vediamo come queste opzioni possono offrire strumenti per evitare il pignoramento e proteggere la propria situazione economica, il tutto con l’aiuto di Studio Monardo, gli avvocati specializzati in cancellazione debiti e pignoramenti.

Cos’è il Pignoramento e Quando Può Essere Bloccato?

Il pignoramento è una procedura esecutiva che consente a un creditore di recuperare un credito non pagato attraverso la sottrazione di beni o somme di denaro appartenenti al debitore. Questa misura può riguardare beni mobili, immobili, somme presenti sul conto corrente o trattenute in busta paga, e rappresenta un’espropriazione forzata che interviene solo dopo che il debitore ha ricevuto uno o più solleciti di pagamento senza rispondere adeguatamente. Per procedere con un pignoramento, il creditore deve possedere un titolo esecutivo (come una sentenza o un decreto ingiuntivo), notificare un atto di precetto al debitore e, in caso di mancato pagamento, proseguire con l’azione esecutiva.

Il pignoramento può essere bloccato o sospeso in determinate circostanze, a seconda della situazione economica del debitore e del tipo di credito in questione. Tra le principali opzioni a disposizione vi sono l’opposizione al pignoramento, la rateizzazione del debito e l’accesso alle procedure di sovraindebitamento introdotte dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019). Ogni soluzione ha criteri specifici e richiede azioni mirate per poter essere effettivamente applicata.

L’opposizione al pignoramento rappresenta una possibilità importante per bloccare l’azione esecutiva, qualora il debitore riscontri errori nella procedura, nei conteggi del debito o nella notifica dell’atto. In tal caso, il debitore ha 40 giorni di tempo per presentare opposizione presso il giudice dell’esecuzione, che può sospendere il pignoramento in presenza di irregolarità. Ad esempio, un’opposizione è ammissibile se il debitore non ha ricevuto l’atto di precetto o se vi sono stati errori nelle somme calcolate per il saldo del debito.

Un’altra soluzione particolarmente rilevante è la rateizzazione del debito, utile soprattutto per i debiti fiscali come quelli derivanti da cartelle esattoriali. La rateizzazione permette di pagare il debito in più tranche, spesso evitando il pignoramento in corso o sospendendolo una volta che il debitore abbia effettuato il primo versamento. Questa modalità offre un supporto significativo a chi si trova in difficoltà economiche temporanee, poiché consente di distribuire l’impatto del debito su più mesi, preservando una parte del reddito disponibile per le spese essenziali.

Il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, inoltre, introduce le procedure di sovraindebitamento, che rappresentano una risorsa fondamentale per i debitori incapienti, cioè coloro che si trovano in una condizione di grave difficoltà economica e non sono in grado di saldare i propri debiti neanche in forma rateizzata. Le soluzioni offerte dal sovraindebitamento comprendono il piano del consumatore, l’accordo di ristrutturazione e la liquidazione controllata dei beni, tutte con lo scopo di trovare una formula sostenibile per il pagamento parziale o totale del debito e bloccare l’azione esecutiva. In alcuni casi, il debitore può richiedere anche l’esdebitazione, che consente di ottenere una liberazione totale dai debiti non saldati.

La possibilità di bloccare il pignoramento dipende quindi dalla prontezza con cui il debitore agisce e dalla scelta della soluzione più adeguata alla propria condizione economica. Ogni strumento giuridico richiede una corretta applicazione delle normative e una conoscenza approfondita delle procedure, per cui è consigliabile avvalersi dell’assistenza di un avvocato esperto. Il supporto legale consente infatti di gestire correttamente le pratiche, di negoziare con i creditori quando possibile e di presentare le richieste di sospensione o di rateizzazione in modo adeguato e tempestivo.

Riassunto per punti:

  • Il pignoramento è una procedura esecutiva per il recupero di crediti non saldati, applicabile a beni mobili, immobili o somme di denaro.
  • Il creditore deve possedere un titolo esecutivo e notificare l’atto di precetto al debitore.
  • Il pignoramento può essere bloccato con un’opposizione se vi sono errori procedurali, notifiche mancanti o conteggi errati, da presentare entro 40 giorni.
  • La rateizzazione del debito è una soluzione applicabile soprattutto ai debiti fiscali, che può bloccare o sospendere l’azione esecutiva una volta attivata.
  • Il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza offre opzioni di sovraindebitamento per i debitori incapienti, inclusa l’esdebitazione per la cancellazione del debito.
  • L’assistenza legale è fondamentale per garantire una gestione corretta e tempestiva delle richieste di sospensione o rateizzazione.

Quali Soluzioni Permettono di Bloccare un Pignoramento in Corso?

Per bloccare un pignoramento in corso, la legge italiana offre diverse soluzioni che possono interrompere temporaneamente o definitivamente l’azione esecutiva. Queste soluzioni variano in base alla natura del debito e alla situazione economica del debitore, ma richiedono sempre un intervento rapido e una valutazione accurata dei requisiti. Tra le principali opzioni vi sono l’opposizione al pignoramento, la rateizzazione del debito, e l’accesso alle procedure di sovraindebitamento previste dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019). Ogni soluzione si adatta a particolari condizioni economiche e legali, permettendo al debitore di evitare o posticipare il pignoramento in determinate circostanze.

Una delle soluzioni più immediate è l’opposizione al pignoramento, che il debitore può presentare presso il giudice dell’esecuzione entro 40 giorni dalla notifica dell’atto esecutivo. L’opposizione è ammissibile solo se vi sono irregolarità o errori nella procedura. Ad esempio, può risultare valida se il debitore non ha ricevuto l’atto di precetto o se il calcolo del debito è incorretto. Quando il giudice riscontra una violazione dei requisiti procedurali o una mancanza di notifica, può decidere di sospendere temporaneamente il pignoramento, consentendo al debitore di correggere la situazione o di rinegoziare il debito. Questo tipo di opposizione richiede il supporto di un avvocato, poiché la procedura giudiziaria richiede una conoscenza dettagliata delle norme.

Un’altra possibilità, valida soprattutto per i debiti fiscali, è la rateizzazione del debito. Questa opzione è disponibile per i debitori che devono saldare importi elevati all’Agenzia delle Entrate. La rateizzazione prevede la dilazione del debito su più mesi o anni, consentendo al debitore di evitare o sospendere il pignoramento in corso non appena viene effettuato il primo pagamento. Il piano di rateizzazione si adatta alle condizioni finanziarie del debitore e, se rispettato, protegge dal rischio di ulteriori azioni esecutive. È una soluzione accessibile previa richiesta e spesso approvata per i debitori in difficoltà temporanea.

Inoltre, il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza introduce le procedure di sovraindebitamento, specificamente pensate per i debitori incapienti che non possono sostenere l’intero ammontare del debito. La procedura prevede vari strumenti: il piano del consumatore, l’accordo di ristrutturazione e la liquidazione del patrimonio controllata. Questi strumenti permettono di rimodulare il debito o, in alcuni casi, di bloccare totalmente l’azione esecutiva, garantendo al debitore la possibilità di rimborsare solo una parte del debito o di ottenere l’esdebitazione, ovvero la cancellazione totale del debito in caso di grave insolvenza. L’accesso a queste procedure richiede la valutazione di un giudice, che stabilisce se il debitore rientra nei criteri di sovraindebitamento e approva un piano di rimborso sostenibile.

Infine, vi è l’opzione della negoziazione diretta con il creditore, nota come saldo e stralcio, che consiste nell’accordo per un pagamento parziale del debito in cambio dell’annullamento del pignoramento. Questa strategia è vantaggiosa sia per il debitore, che evita ulteriori trattenute, sia per il creditore, che riceve una somma immediata. Il saldo e stralcio richiede una proposta concreta da parte del debitore e, in alcuni casi, l’intervento di un avvocato per garantire la correttezza dell’accordo e ottenere una liberatoria formale.

Bloccare un pignoramento in corso è possibile grazie a queste soluzioni, ma ogni opzione richiede un’azione tempestiva e un’analisi attenta delle condizioni specifiche del debitore. Rivolgersi a un professionista legale è fondamentale per scegliere l’approccio più adatto e assicurarsi che le pratiche siano correttamente gestite.

Riassunto per punti:

  • Il pignoramento può essere bloccato presentando opposizione al giudice per errori nella procedura o nei conteggi, entro 40 giorni.
  • La rateizzazione del debito fiscale permette di sospendere il pignoramento una volta effettuato il primo pagamento.
  • Le procedure di sovraindebitamento, offerte dal Codice della Crisi, consentono una ristrutturazione del debito o la cancellazione per i debitori incapienti.
  • La negoziazione con il creditore tramite saldo e stralcio permette un pagamento ridotto in cambio della cessazione del pignoramento.
  • Ogni soluzione richiede l’assistenza di un avvocato per garantire l’applicazione corretta e la tutela dei diritti del debitore.

In Cosa Consiste l’Esdebitazione per i Debitori Incapienti?

L’esdebitazione è una misura legale che consente ai debitori incapienti, cioè coloro che si trovano in una situazione economica particolarmente grave e non sono in grado di saldare i propri debiti, di ottenere una liberazione dai debiti residui non ancora pagati. Introdotta nel Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019), questa misura permette al debitore di uscire da una situazione insostenibile, cancellando i debiti non saldati e offrendo una possibilità di ripartenza finanziaria. L’esdebitazione è considerata un’opzione di “ultima istanza” e può essere richiesta solo una volta nella vita del debitore, sottolineando il carattere eccezionale e irrevocabile di questa procedura.

L’esdebitazione può essere concessa solo ai debitori che dimostrano di essere incapienti, ossia senza risorse economiche sufficienti per coprire i propri debiti e che non possiedono beni liquidabili o che, in caso di patrimonio ridotto, hanno già destinato tutte le risorse disponibili al pagamento parziale dei debiti. La procedura si basa sulla buona fede del debitore: per ottenere l’esdebitazione, il debitore deve provare di aver agito correttamente nei confronti dei creditori e di aver messo a disposizione tutte le risorse disponibili per il pagamento, senza tentare di nascondere beni o fonti di reddito.

Una volta approvata, l’esdebitazione comporta l’annullamento del debito residuo e la cessazione di qualsiasi azione esecutiva in corso, inclusi i pignoramenti, dando al debitore la possibilità di liberarsi da pesanti vincoli economici. Tuttavia, l’esdebitazione non è applicabile a tutti i tipi di debito: sono escluse le somme dovute per obblighi di mantenimento familiare, multe e sanzioni pecuniarie derivanti da condanne penali, e, in alcuni casi, i debiti fiscali che rientrano in specifiche categorie.

Per avviare la procedura, il debitore deve rivolgersi a un giudice, che esamina la documentazione e valuta la situazione economica del richiedente. L’intervento di un professionista legale, come un avvocato o un consulente del debito, è essenziale per preparare la richiesta di esdebitazione, poiché le normative richiedono che ogni dettaglio sia documentato accuratamente. L’intero processo mira a garantire che il debitore abbia realmente esaurito ogni possibilità di saldare i propri debiti prima di accedere a questa misura.

In sintesi, l’esdebitazione offre una soluzione definitiva per i debitori in condizioni di grave difficoltà economica, permettendo di ricominciare senza i vincoli dei debiti precedenti, ma richiede un rigoroso rispetto dei criteri di accesso e un’analisi approfondita della situazione patrimoniale e comportamentale del debitore.

Riassunto per punti:

  • L’esdebitazione permette la cancellazione dei debiti residui per i debitori incapienti.
  • Applicabile solo in casi di grave difficoltà economica, senza risorse disponibili per il pagamento.
  • Richiede la buona fede del debitore e la dimostrazione di aver messo a disposizione tutti i beni per il pagamento.
  • Non si applica a debiti di mantenimento, multe, sanzioni penali, e alcuni debiti fiscali.
  • Richiede l’approvazione di un giudice e il supporto di un professionista legale per documentare correttamente la richiesta.

Quali Altre Strategie Possono Aiutare a Evitare il Pignoramento?

Oltre alle procedure formali, esistono strategie che il debitore può adottare per evitare un pignoramento, alcune delle quali prevedono la negoziazione diretta con il creditore e altre un’attenta gestione delle proprie finanze per prevenire l’azione esecutiva. Tra le principali strategie vi sono il saldo e stralcio, la protezione del proprio patrimonio, e l’assistenza preventiva di un professionista legale.

Una strategia molto diffusa è il saldo e stralcio, che consente al debitore di proporre al creditore un pagamento parziale in cambio dell’estinzione del debito. In pratica, il debitore offre di versare una somma ridotta, che il creditore può accettare per evitare i tempi e i costi di una procedura di pignoramento. Questo tipo di accordo è vantaggioso per entrambe le parti: il creditore riceve una somma immediata, mentre il debitore evita ulteriori trattenute o la vendita forzata di beni. Per avviare un saldo e stralcio, è preferibile il supporto di un avvocato, che può mediare nella trattativa e garantire che il debitore ottenga una liberatoria formale, che certifica l’estinzione del debito e impedisce ulteriori azioni del creditore.

Un’altra strategia preventiva è proteggere i beni essenziali da possibili pignoramenti. Alcuni beni e somme sono infatti impignorabili per legge, come assegni familiari, pensioni di invalidità e determinate somme minime sul conto corrente. Assicurarsi che questi fondi siano depositati in conti separati e che eventuali pagamenti siano registrati correttamente può ridurre il rischio che somme destinate al sostentamento quotidiano vengano pignorate per errore. È utile, inoltre, essere a conoscenza dei limiti legali di pignorabilità su stipendi e pensioni (ad esempio, il massimo pignorabile su un reddito netto mensile è di un quinto per i debiti ordinari e di un terzo per debiti alimentari). Questi limiti possono aiutare il debitore a contestare trattenute che superino la soglia consentita.

L’assistenza di un professionista legale può anche fare la differenza, soprattutto nel caso in cui il debitore debba affrontare debiti di varia natura. Un avvocato specializzato in diritto civile e cancellazione debiti può consigliare le migliori strategie per rinegoziare il debito o per opporsi a eventuali errori nella procedura di pignoramento. Inoltre, un legale esperto può aiutare il debitore a rivedere le proprie finanze e individuare le aree in cui è possibile ridurre il rischio di incorrere in azioni esecutive.

Infine, è utile considerare la rateizzazione delle cartelle esattoriali per debiti con l’Agenzia delle Entrate. Quando un debitore richiede e ottiene una rateizzazione, può evitare il pignoramento purché rispetti il piano di pagamento stabilito. Questo strumento è accessibile a chi si trova in temporanea difficoltà economica e consente di ripartire il debito su un periodo di tempo prolungato, alleggerendo l’impatto finanziario e mantenendo il controllo delle proprie risorse.

Riassunto per punti:

  • Il saldo e stralcio consente di negoziare un pagamento parziale per estinguere il debito e fermare il pignoramento.
  • Proteggere i beni essenziali (come somme minime e assegni familiari) e rispettare i limiti di pignorabilità aiuta a prevenire trattenute indebite.
  • Assistenza legale preventiva può migliorare la gestione del debito e permettere di contestare irregolarità nelle trattenute.
  • La rateizzazione delle cartelle esattoriali evita il pignoramento per i debiti fiscali, a condizione di rispettare il piano di pagamento.

Esempi di Applicazione del Codice della Crisi d’Impresa Per Bloccare I Pignoramenti In Corso

Il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza offre diverse soluzioni concrete che i debitori possono utilizzare per bloccare i pignoramenti in corso, adattandosi alla loro situazione economica e al tipo di debito da gestire. Le principali procedure includono il piano del consumatore, l’accordo di ristrutturazione e la liquidazione controllata dei beni. Ciascuna di queste alternative consente di interrompere temporaneamente o definitivamente l’azione esecutiva, fornendo al debitore una struttura giuridica per gestire i debiti in modo sostenibile.

Un primo esempio è il piano del consumatore, progettato per le persone fisiche non imprenditrici, come dipendenti e pensionati. Immaginiamo il caso di un dipendente che subisce un pignoramento in busta paga e non riesce a coprire le spese quotidiane. Grazie al piano del consumatore, può proporre una ristrutturazione del debito, che viene valutata e approvata dal giudice. Se il giudice ritiene che il piano sia sostenibile e il debitore si trova in uno stato di sovraindebitamento senza colpe specifiche, può disporre la sospensione del pignoramento e approvare un piano di rientro che preveda rate sostenibili e congruenti con le possibilità economiche del debitore.

Un secondo esempio pratico riguarda l’accordo di ristrutturazione dei debiti, che si applica sia a persone fisiche sia a piccole imprese. Supponiamo che un piccolo imprenditore sia oggetto di un pignoramento su conti aziendali essenziali per il proseguimento dell’attività. Attraverso l’accordo di ristrutturazione, il debitore può negoziare un piano di rimborso con i creditori, che deve essere approvato dal 60% dei creditori coinvolti. Una volta raggiunta questa soglia e con l’approvazione del giudice, l’accordo diventa vincolante anche per i creditori dissenzienti, fermando così i pignoramenti in corso e consentendo al debitore di continuare la propria attività senza ulteriori perdite operative.

Infine, vi è la liquidazione controllata dei beni, destinata a situazioni di grave sovraindebitamento in cui il debitore non è in grado di sostenere un piano di ristrutturazione o di raggiungere un accordo con i creditori. Consideriamo un caso in cui un individuo abbia subito pignoramenti su diversi beni, inclusa la casa. Attraverso la liquidazione controllata, il debitore mette a disposizione il proprio patrimonio residuo per soddisfare i creditori, richiedendo al contempo la sospensione delle esecuzioni in corso. Questo processo viene supervisionato dal giudice, che assicura una distribuzione equa del patrimonio tra i creditori, permettendo al debitore di evitare ulteriori azioni esecutive. A conclusione della liquidazione, il debitore può anche richiedere l’esdebitazione, cioè la cancellazione dei debiti non soddisfatti, avendo così una nuova possibilità di ripresa economica.

Questi strumenti previsti dal Codice della Crisi rappresentano alternative concrete per bloccare i pignoramenti, offrendo al debitore una soluzione strutturata per risolvere la situazione debitoria con il supporto del sistema giudiziario.

Riassunto per punti:

  • Piano del consumatore: consente a persone fisiche di sospendere il pignoramento proponendo un piano sostenibile di rientro approvato dal giudice.
  • Accordo di ristrutturazione: permette a debitori, inclusi piccoli imprenditori, di negoziare con i creditori per bloccare il pignoramento e continuare l’attività.
  • Liquidazione controllata dei beni: soluzione per situazioni gravi in cui il debitore mette a disposizione i beni per il pagamento, ottenendo la sospensione del pignoramento e, eventualmente, l’esdebitazione finale.

Quali Sono i Limiti di Pignorabilità e Come Possono Aiutare?

I limiti di pignorabilità stabiliti dalla legge italiana sono misure fondamentali per garantire che, anche in presenza di un pignoramento, il debitore mantenga una parte del proprio reddito sufficiente per le esigenze essenziali. Questi limiti variano in base alla natura del debito e al tipo di reddito soggetto a pignoramento, e offrono al debitore una forma di tutela, permettendo anche di contestare eventuali trattenute eccedenti.

In generale, il massimo pignorabile su stipendi e pensioni per debiti ordinari è di un quinto (20%) del netto mensile. Questo significa che, se un debitore ha uno stipendio netto di 2.000 euro, la somma pignorabile non potrà superare i 400 euro al mese. Questo limite è stato introdotto per evitare che l’intero reddito del debitore venga compromesso, lasciandogli la capacità di coprire almeno le spese di base. In presenza di debiti alimentari (come gli obblighi di mantenimento verso coniugi o figli), la legge permette una pignorabilità maggiore, fino a un terzo (33%) del reddito netto. Questo limite riconosce la priorità degli obblighi di mantenimento familiare, che sono considerati essenziali.

Nel caso di debiti fiscali, come le cartelle esattoriali emesse dall’Agenzia delle Entrate, i limiti variano in base all’importo dello stipendio:

  • Per stipendi inferiori a 2.500 euro mensili, la quota pignorabile è di un decimo (10%).
  • Per stipendi tra 2.500 e 5.000 euro, il limite di pignorabilità è di un settimo (circa 14%).
  • Per stipendi superiori a 5.000 euro, è possibile pignorare fino a un quinto (20%) del netto mensile.

Questi limiti specifici per i debiti fiscali sono stati introdotti per garantire che il recupero del debito non comprometta in modo eccessivo la condizione finanziaria del debitore, bilanciando così il diritto dell’Agenzia delle Entrate al recupero con la tutela del minimo vitale.

La legge italiana stabilisce inoltre una soglia minima, il cosiddetto “minimo vitale,” sotto la quale il reddito del debitore non può essere ridotto. Questo minimo vitale è fissato al triplo dell’assegno sociale (circa 1.603,23 euro nel 2024), e rappresenta l’importo minimo che il debitore deve poter mantenere per garantire un’esistenza dignitosa.

Questi limiti di pignorabilità consentono al debitore di mantenere una parte del reddito, che può risultare cruciale per coprire le spese quotidiane. Inoltre, qualora le trattenute superino i limiti di legge, il debitore ha il diritto di presentare opposizione al giudice dell’esecuzione, chiedendo la restituzione delle somme indebitamente trattenute. Per i debitori, conoscere i propri diritti è essenziale per assicurarsi che la procedura di pignoramento rispetti i limiti stabiliti e per tutelare il reddito minimo garantito dalla legge.

Riassunto per punti:

  • Limite per debiti ordinari: massimo un quinto (20%) del netto mensile.
  • Limite per debiti alimentari: fino a un terzo (33%) del netto mensile.
  • Limite per debiti fiscali:
  • Fino a 2.500 euro: pignorabile il 10%.
  • Da 2.500 a 5.000 euro: pignorabile il 14%.
  • Oltre 5.000 euro: pignorabile il 20%.
  • Minimo vitale garantito: il reddito non può essere ridotto sotto tre volte l’assegno sociale (circa 1.603,23 euro nel 2024).
  • Possibilità di opposizione: il debitore può contestare trattenute superiori ai limiti presentando ricorso al giudice.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Cancellazione Debiti e Pignoramenti

Affrontare un pignoramento è un processo complesso e delicato che può influire profondamente sulla vita economica e personale di un debitore. Il pignoramento non solo limita il reddito disponibile, ma può anche incidere sulla stabilità emotiva e sociale, creando pressioni che rendono difficoltoso il mantenimento delle spese quotidiane. Dalla gestione delle procedure legali fino alla difesa dei diritti, ogni fase richiede conoscenze specifiche e strategie ben pianificate, motivo per cui la presenza di un avvocato esperto in cancellazione debiti e pignoramenti diventa un elemento essenziale.

Un avvocato specializzato conosce a fondo le normative e le soluzioni per proteggere il debitore dalle conseguenze più severe del pignoramento, a partire dai limiti di pignorabilità previsti per legge. La legge italiana prevede specifici vincoli sulle somme pignorabili, assicurando che il debitore mantenga un minimo vitale per le spese essenziali. Tuttavia, questi limiti sono articolati in base alla tipologia di debito, e conoscerli in dettaglio è fondamentale per evitare trattenute eccessive. L’avvocato rappresenta una guida indispensabile in questa fase, assicurando che il debitore ottenga tutte le informazioni necessarie e contestando eventuali irregolarità nelle trattenute. Un legale esperto sa come preparare e presentare un’opposizione al giudice dell’esecuzione in caso di somme trattenute oltre i limiti stabiliti, garantendo la difesa del reddito minimo indispensabile.

Un ulteriore aspetto cruciale è la possibilità di bloccare o sospendere un pignoramento in corso. In Italia, esistono varie soluzioni per i debitori che si trovano in difficoltà economica, come la rateizzazione dei debiti fiscali e l’accesso alle procedure di sovraindebitamento del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza. Un avvocato specializzato è in grado di consigliare la soluzione più adatta in base alla situazione specifica del debitore. Per esempio, in caso di debiti con l’Agenzia delle Entrate, il legale può supportare il debitore nella richiesta di rateizzazione, che consente di evitare il pignoramento con un piano di pagamento mensile. La competenza del legale si rivela essenziale per gestire la trattativa con l’Agenzia, presentare la documentazione richiesta e assicurarsi che il debito venga ristrutturato in modo sostenibile.

Quando la situazione economica è particolarmente critica, il Codice della Crisi d’Impresa offre una via d’uscita attraverso la ristrutturazione dei debiti o la liquidazione controllata dei beni. Tuttavia, queste procedure richiedono una valutazione approfondita delle risorse e una proposta di rimborso che sia equa per i creditori e sostenibile per il debitore. Un avvocato esperto in diritto civile e cancellazione debiti è l’unico professionista in grado di strutturare correttamente queste procedure, preparare la documentazione necessaria e dialogare con il giudice e i creditori. Questo supporto legale non solo facilita l’accesso alle procedure di sovraindebitamento, ma protegge anche il debitore da eventuali difficoltà legali, garantendo una gestione professionale e tempestiva.

Un altro strumento importante per il debitore è l’accordo di saldo e stralcio, che permette di estinguere il debito con un pagamento parziale concordato con il creditore. Questa soluzione, se ben gestita, può bloccare un pignoramento e permettere al debitore di risolvere la situazione debitoria in tempi brevi. Tuttavia, la negoziazione del saldo e stralcio richiede un’esperienza significativa e competenze tecniche per convincere il creditore ad accettare una somma inferiore. L’avvocato, in questo caso, rappresenta il mediatore ideale tra il debitore e il creditore, assicurando che l’accordo sia formulato correttamente, che le condizioni di pagamento siano vantaggiose e che venga rilasciata una liberatoria formale che impedisca future azioni esecutive.

Avere un avvocato esperto accanto non solo protegge il debitore dalle insidie burocratiche, ma offre anche sicurezza e tranquillità. I processi legati al pignoramento, infatti, possono essere complessi e stressanti, e affrontarli senza la guida di un esperto aumenta il rischio di commettere errori e di subire prelievi maggiori del dovuto. Inoltre, un avvocato conosce le tempistiche e le modalità per presentare ricorsi, richieste di sospensione e ogni altra azione utile a difendere i diritti del debitore. Sapere di poter contare su un supporto legale qualificato permette al debitore di affrontare il pignoramento con maggiore serenità, consapevole di essere protetto da un professionista che conosce tutte le sfumature del diritto esecutivo.

La gestione del debito e il blocco del pignoramento sono temi delicati che richiedono un approccio professionale e strategico. Un avvocato esperto in cancellazione debiti e pignoramenti non solo aiuta il debitore a trovare la soluzione più adatta alla sua situazione economica, ma contribuisce anche a ristabilire una condizione di stabilità finanziaria, offrendo una via d’uscita sostenibile e legalmente corretta. In definitiva, affrontare un pignoramento senza il supporto di un legale è un rischio significativo, mentre avvalersi di un avvocato specializzato permette di difendere al meglio i propri diritti, di ridurre l’impatto economico della procedura e di recuperare il controllo sulle proprie finanze, potendo pianificare una ripartenza solida e sicura.

In tal senso, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

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Giuseppe Monardo

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