Socio Accomandatario e Debiti Pregressi: Cosa Sapere e a Chi Rivolgersi

Il socio accomandatario in una Società in Accomandita Semplice (SAS) riveste un ruolo fondamentale, poiché è colui che gestisce la società e ne è responsabile dal punto di vista legale e finanziario. Tuttavia, ciò che rende particolarmente delicata la posizione del socio accomandatario è la sua responsabilità illimitata per i debiti societari, il che significa che risponde non solo con il capitale conferito nella società, ma anche con il suo patrimonio personale per eventuali obbligazioni non soddisfatte. Questo è particolarmente vero per i debiti pregressi, contratti prima del suo ingresso in società, di cui può essere chiamato a rispondere.

Gestire i debiti pregressi è quindi una sfida cruciale per chi assume il ruolo di socio accomandatario, e richiede un’attenta pianificazione e la consulenza di esperti legali per prevenire che tali obbligazioni incidano gravemente sul patrimonio personale.

Ma andiamo nei dettagli con Studio Monardo, gli avvocati specializzati in cancellazione debiti di soci di SAS.

Chi è il socio accomandatario e quale responsabilità ha?

Il socio accomandatario è una figura centrale nella Società in Accomandita Semplice (SAS), una delle forme societarie previste dal diritto italiano. La particolarità del socio accomandatario è che, a differenza del socio accomandante, ha una responsabilità illimitata per le obbligazioni sociali e si occupa della gestione attiva della società. Questo significa che, se la società contrae debiti che non è in grado di pagare, i creditori possono rivalersi direttamente sul patrimonio personale del socio accomandatario, non limitandosi al capitale conferito nella società.

Il Codice Civile italiano disciplina chiaramente i diritti e i doveri dei soci nelle diverse forme societarie. Nel caso della SAS, i soci accomandatari non solo gestiscono la società, ma rispondono anche personalmente per le obbligazioni della stessa. Questa responsabilità è illimitata, il che implica che, in caso di fallimento o insolvenza della società, il socio accomandatario potrebbe vedere aggrediti i suoi beni personali, come immobili, conti correnti o altri beni di valore.

La responsabilità del socio accomandatario non si limita solo ai debiti contratti mentre è in carica, ma include anche i debiti pregressi. Questo aspetto è cruciale: se un socio accomandatario entra in una società che ha già debiti, potrebbe comunque essere chiamato a risponderne, a meno che non abbia negoziato clausole di esonero con gli altri soci o non ci siano accordi specifici che limitino la sua responsabilità per tali debiti.

La gestione societaria è un altro aspetto fondamentale del ruolo del socio accomandatario. Poiché è lui ad avere il potere di amministrare la società, le sue decisioni possono avere un impatto diretto sul futuro economico della SAS. Tuttavia, il rischio maggiore deriva dal fatto che, in quanto amministratore, è il primo responsabile in caso di gestione negligente o cattiva amministrazione. Le decisioni che portano a debiti insoluti o a una cattiva gestione della liquidità possono mettere il patrimonio personale del socio in pericolo, soprattutto se la società finisce in una situazione di insolvenza.

In caso di fallimento della SAS, il socio accomandatario può essere dichiarato fallito insieme alla società. Questo perché, secondo la normativa italiana, la responsabilità illimitata lo equipara a un imprenditore individuale, e la sua situazione patrimoniale diventa oggetto di indagine durante la procedura fallimentare. Il fallimento personale del socio accomandatario ha conseguenze gravi, come l’impossibilità di avviare nuove attività imprenditoriali e l’iscrizione al registro dei falliti.

Per proteggersi dai rischi associati al ruolo di socio accomandatario, è possibile adottare alcune strategie preventive. Una delle più utilizzate è la costituzione di un fondo patrimoniale, che consente di separare parte del patrimonio personale dal resto e proteggerlo dalle azioni esecutive dei creditori. Tuttavia, il fondo patrimoniale deve essere costituito prima dell’insorgere dei debiti, altrimenti potrebbe essere considerato un tentativo di sottrarre i beni al recupero creditorio e, quindi, dichiarato inefficace.

Un’altra opzione per ridurre il rischio è negoziare con i creditori. Spesso, se la situazione finanziaria della società non è troppo compromessa, è possibile trovare un accordo con i creditori per dilazionare i pagamenti o ridurre l’importo del debito tramite un piano di rientro o un saldo e stralcio. In alcuni casi, questa soluzione può evitare il pignoramento dei beni personali del socio accomandatario e permettergli di continuare la sua attività senza conseguenze eccessivamente gravi.

Infine, se il socio accomandatario si trova in difficoltà con i debiti personali o societari, può ricorrere alle procedure di sovraindebitamento previste dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019). Queste procedure permettono ai debitori non fallibili, come i soci di una SAS, di ristrutturare il proprio debito o, in casi estremi, di accedere all’esdebitazione, ovvero alla cancellazione dei debiti residui dopo la liquidazione del patrimonio.

Riassunto per punti:

  • Responsabilità illimitata: Il socio accomandatario risponde con tutto il suo patrimonio personale per i debiti della società.
  • Debiti pregressi: Anche i debiti contratti prima dell’entrata in società possono essere a carico del socio, salvo accordi specifici.
  • Fallimento: Il socio accomandatario può essere dichiarato fallito in caso di fallimento della società, con gravi conseguenze personali.
  • Gestione societaria: Le sue decisioni amministrative possono influenzare il destino finanziario della società.
  • Protezione del patrimonio: Strumenti come il fondo patrimoniale o la ristrutturazione del debito possono aiutare a mitigare i rischi.
  • Sovraindebitamento: Se le difficoltà finanziarie diventano insostenibili, il socio può accedere a procedure di ristrutturazione del debito o esdebitazione.

In conclusione, il socio accomandatario ha un ruolo cruciale e rischioso all’interno di una SAS. La sua responsabilità illimitata lo espone a rischi significativi, ma con una gestione attenta e il supporto di un avvocato esperto in diritto societario, è possibile gestire questi rischi e proteggere il proprio patrimonio.

Cosa succede in caso di debiti pregressi?

In caso di debiti pregressi, il socio accomandatario di una Società in Accomandita Semplice (SAS) si trova in una posizione particolarmente delicata a causa della sua responsabilità illimitata. Quando si parla di debiti pregressi, si fa riferimento a quelle obbligazioni che la società ha contratto prima dell’entrata in carica del socio accomandatario o prima che questi assumesse la gestione della società.

Nel sistema giuridico italiano, il principio di responsabilità illimitata comporta che il socio accomandatario risponda personalmente per i debiti della società con tutto il suo patrimonio. Questo vale anche per i debiti pregressi, salvo che non sia stato stipulato un accordo esplicito al momento della nomina o dell’acquisizione della carica, o che vi siano clausole specifiche nel contratto sociale che limitino la responsabilità del socio in relazione a tali debiti. Tuttavia, in molti casi, l’accomandatario può comunque essere chiamato a rispondere per questi debiti se i creditori non sono stati soddisfatti.

Un esempio pratico potrebbe essere quello di una SAS che ha contratto debiti con fornitori o l’Agenzia delle Entrate per imposte non pagate prima dell’ingresso di un nuovo socio accomandatario. Anche se tali debiti non sono stati contratti sotto la sua gestione, il nuovo socio accomandatario può essere costretto a risponderne con il proprio patrimonio personale. È per questo motivo che, prima di assumere il ruolo di socio accomandatario, è fondamentale effettuare una due diligence approfondita per comprendere l’effettiva situazione finanziaria della società, individuando i debiti esistenti e valutando i rischi associati.

Un altro punto importante è la possibilità di adottare clausole di esonero o accordi di indennizzo tra i soci, che possono prevedere un risarcimento da parte della società o degli altri soci in caso di debiti pregressi non comunicati o non rilevati al momento dell’ingresso del nuovo socio. Queste clausole, tuttavia, proteggono il socio solo all’interno del rapporto tra soci, mentre i creditori della società possono comunque far valere i loro diritti nei confronti del socio accomandatario.

In molti casi, se i debiti sono ingenti e la società si trova in stato di insolvenza, il socio accomandatario può essere coinvolto in una procedura di fallimento, che porterà alla liquidazione del suo patrimonio per soddisfare i creditori. È possibile che, per evitare il coinvolgimento del proprio patrimonio personale, il socio accomandatario tenti di negoziare un accordo di ristrutturazione del debito con i creditori o ricorra alle procedure di sovraindebitamento previste dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019).

In definitiva, quando si parla di debiti pregressi, il socio accomandatario deve agire con estrema cautela, verificando la situazione economica della società prima di assumere il ruolo e cercando di tutelarsi attraverso accordi interni e, se necessario, strumenti legali per ridurre i rischi derivanti dalla sua responsabilità illimitata.

Riassunto per punti:

  • Il socio accomandatario risponde con il suo patrimonio personale anche per i debiti pregressi della società.
  • Due diligence e valutazione dei debiti sono essenziali prima di accettare la carica.
  • È possibile adottare clausole di esonero o accordi di indennizzo tra i soci per proteggersi da debiti pregressi non noti.
  • In caso di insolvenza, il socio accomandatario può essere coinvolto in procedure fallimentari.
  • Strumenti come la ristrutturazione del debito o le procedure di sovraindebitamento possono aiutare a mitigare i rischi.

Esistono strumenti per proteggersi dai debiti pregressi?

Esistono diversi strumenti legali e tecnici che un socio accomandatario può adottare per proteggersi dai debiti pregressi della Società in Accomandita Semplice (SAS), soprattutto quando tali debiti emergono prima della sua nomina o acquisizione della carica. Questi strumenti, se usati correttamente, possono ridurre l’esposizione al rischio personale e tutelare il patrimonio del socio, nonostante la responsabilità illimitata che contraddistingue la sua posizione.

Uno dei principali strumenti è la clausola di esonero o indennizzo. Questa clausola, che può essere inserita nel contratto sociale al momento dell’ingresso del nuovo socio accomandatario, può prevedere un risarcimento da parte della società o degli altri soci qualora il socio sia chiamato a rispondere per debiti pregressi non noti al momento dell’accettazione della carica. Sebbene tale accordo non vincoli i creditori, può proteggere il socio all’interno dei rapporti tra i membri della società, riducendo il rischio di dover pagare personalmente per debiti che non ha contribuito a generare.

Un altro strumento efficace è il fondo patrimoniale. Costituire un fondo patrimoniale consente di separare determinati beni personali (spesso immobili) da quelli che possono essere aggrediti dai creditori. Il fondo viene utilizzato per destinare beni a specifici bisogni familiari, rendendoli non pignorabili per i debiti che non riguardano la famiglia. Tuttavia, questo strumento deve essere costituito prima che i debiti vengano contratti, poiché se il fondo è creato quando il debito è già sorto, potrebbe essere dichiarato inefficace o annullato dai creditori per frode.

Per i soci che entrano in una SAS con debiti pregressi, è possibile adottare un’altra strategia, ovvero la due diligence approfondita. Questa pratica consiste nell’analisi dettagliata della situazione finanziaria e legale della società prima dell’accettazione della carica. Durante questo processo, il potenziale socio può esaminare i bilanci, verificare i debiti esistenti e valutare la stabilità economica della società. In base ai risultati, il socio può negoziare condizioni specifiche con gli altri soci o decidere di non entrare nella società se i rischi sono troppo elevati.

In caso di debiti già accertati, una delle opzioni più comuni è la ristrutturazione del debito. Questo strumento può essere usato per ridurre l’esposizione personale del socio accomandatario, permettendo alla società di negoziare con i creditori un piano di rientro rateizzato o una riduzione del debito totale. I creditori, infatti, potrebbero preferire un pagamento dilazionato piuttosto che affrontare una lunga e complessa procedura esecutiva o fallimentare. Questo strumento consente di evitare il pignoramento del patrimonio personale e di mantenere la stabilità della società.

Infine, se la situazione economica è particolarmente critica, il socio accomandatario può ricorrere alle procedure di sovraindebitamento previste dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019). Queste procedure, pensate per debitori non fallibili come i soci di una SAS, permettono di ristrutturare il debito o, in casi estremi, ottenere l’esdebitazione, cioè la cancellazione dei debiti residui dopo la liquidazione del patrimonio. Questo strumento consente al socio di evitare il fallimento e di ripartire senza l’oppressione dei debiti accumulati.

Riassunto per punti:

  • Clausole di esonero o indennizzo: Accordi che proteggono il socio accomandatario da debiti pregressi non noti, garantendo un risarcimento da parte degli altri soci o della società.
  • Fondo patrimoniale: Strumento per proteggere i beni personali, rendendoli non aggredibili dai creditori per debiti societari, a condizione che il fondo sia costituito prima dell’insorgere dei debiti.
  • Due diligence: Analisi approfondita della situazione finanziaria e debitoria della società prima di entrare come socio accomandatario, per valutare i rischi.
  • Ristrutturazione del debito: Negoziato con i creditori per ridurre il debito o dilazionare i pagamenti, evitando il pignoramento del patrimonio personale.
  • Procedure di sovraindebitamento: Permettono di ristrutturare i debiti o ottenere l’esdebitazione in casi di crisi finanziaria grave, proteggendo il socio dal fallimento.

In conclusione, esistono vari strumenti legali e pratici che possono aiutare il socio accomandatario a ridurre i rischi legati ai debiti pregressi della società. Una gestione attenta e una consulenza legale qualificata sono fondamentali per proteggere il patrimonio personale e garantire una partecipazione sicura nella SAS.

Quali sono le conseguenze di un’insolvenza della società?

Quando una Società in Accomandita Semplice (SAS) si trova in uno stato di insolvenza, le conseguenze possono essere gravi, soprattutto per i soci accomandatari, che sono esposti direttamente con il loro patrimonio personale a causa della loro responsabilità illimitata. L’insolvenza si verifica quando la società non è in grado di far fronte ai propri debiti e agli impegni finanziari, e i creditori non vengono pagati.

La prima conseguenza immediata è che i creditori della società possono iniziare a prendere misure legali per recuperare i loro crediti. Nel caso di una SAS, i creditori possono rivalersi non solo sul patrimonio della società, ma anche sui beni personali dei soci accomandatari, come immobili, conti correnti e beni mobili. Questo è dovuto al fatto che i soci accomandatari rispondono illimitatamente e in solido per i debiti della società.

Se l’insolvenza è particolarmente grave, i creditori possono chiedere che la società sia dichiarata fallita. In Italia, il fallimento della società comporta anche il fallimento personale dei soci accomandatari, poiché la legge considera questi ultimi degli imprenditori a tutti gli effetti. Ciò significa che non solo il patrimonio della società viene liquidato per soddisfare i debiti, ma anche quello personale dei soci accomandatari. Il fallimento personale ha conseguenze molto pesanti, tra cui l’impossibilità di avviare nuove attività imprenditoriali, l’iscrizione nel registro dei falliti e una significativa limitazione nell’accesso al credito.

Durante la procedura fallimentare, verranno nominati uno o più curatori fallimentari, i quali avranno il compito di gestire la liquidazione del patrimonio della società e dei soci accomandatari. Tutti i beni personali del socio fallito saranno venduti per soddisfare i creditori in base alla priorità stabilita dalla legge, con le banche e l’Agenzia delle Entrate generalmente tra i primi a essere soddisfatti.

Un’altra possibile conseguenza dell’insolvenza della società è l’avvio di trattative per la ristrutturazione del debito. Prima di arrivare al fallimento, può essere possibile negoziare con i creditori un piano di rientro per dilazionare il pagamento dei debiti o ridurre l’importo complessivo dovuto. In questo modo, si può evitare il fallimento e il pignoramento del patrimonio personale del socio accomandatario. Tuttavia, affinché questo sia possibile, è necessario che la società non si trovi in una situazione di insolvenza grave e che i creditori siano disposti ad accettare un accordo.

Inoltre, il socio accomandatario potrebbe decidere di fare ricorso alle procedure di sovraindebitamento previste dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019). Queste procedure sono pensate per i soggetti non fallibili, come i soci di una SAS, e consentono di ristrutturare i debiti personali o societari in modo da evitare il fallimento o, nei casi più estremi, ottenere l’esdebitazione, cioè la cancellazione dei debiti residui dopo la liquidazione del patrimonio. Questa soluzione può essere utile per i soci accomandatari che si trovano a dover fronteggiare una situazione di crisi finanziaria particolarmente grave.

Infine, l’insolvenza della società può avere conseguenze negative anche sulla reputazione del socio accomandatario. La sua capacità di accedere a crediti futuri, di avviare nuove attività imprenditoriali o di continuare a operare nel mercato può essere compromessa dal fallimento o dall’insolvenza della SAS.

Riassunto per punti:

  • Responsabilità personale: Il socio accomandatario risponde con il suo patrimonio personale per i debiti della società.
  • Fallimento: Se la società viene dichiarata fallita, anche il socio accomandatario può essere dichiarato fallito personalmente, con gravi conseguenze legali e finanziarie.
  • Pignoramento: I creditori possono aggredire i beni personali del socio accomandatario, tra cui immobili, conti correnti e altri beni.
  • Curatori fallimentari: In caso di fallimento, i curatori si occupano della liquidazione del patrimonio per soddisfare i creditori.
  • Ristrutturazione del debito: È possibile negoziare con i creditori un piano di rientro per evitare il fallimento e il pignoramento.
  • Procedure di sovraindebitamento: Offrono soluzioni per ristrutturare o cancellare i debiti, evitando il fallimento personale.
  • Danni alla reputazione: Il fallimento o l’insolvenza possono compromettere la capacità del socio accomandatario di continuare a fare affari o ottenere credito in futuro.

In conclusione, l’insolvenza di una società in accomandita semplice comporta gravi conseguenze per il socio accomandatario, soprattutto a causa della sua responsabilità illimitata. Tuttavia, con una corretta gestione della crisi e il supporto di un avvocato esperto, è possibile esplorare soluzioni per limitare i danni e proteggere, per quanto possibile, il patrimonio personale del socio.

Cosa fare se il socio accomandatario ha debiti personali?

Quando un socio accomandatario ha debiti personali, la situazione può diventare complessa e delicata, soprattutto a causa della sua responsabilità illimitata per i debiti della società in accomandita semplice (SAS). Tuttavia, anche se i debiti personali non sono direttamente collegati a quelli della società, i creditori personali del socio possono comunque rivalersi sul suo patrimonio personale, inclusa la sua partecipazione nella società. Ecco come gestire la situazione e quali strategie adottare.

Prima di tutto, è importante comprendere che, anche se i debiti personali del socio non riguardano direttamente la SAS, i creditori possono avviare procedure di esecuzione forzata per il recupero dei crediti. In tal caso, possono pignorare i beni personali del socio, come conti correnti, proprietà immobiliari e veicoli, nonché la sua quota di partecipazione nella società. Il rischio maggiore è che, se non vengono trovate soluzioni, i creditori possano forzare la vendita della quota del socio per soddisfare il debito.

Un primo passo per evitare il peggioramento della situazione è tentare di negoziare un accordo con i creditori. Questo può essere fatto tramite una rinegoziazione del debito, che preveda una dilazione dei pagamenti o un accordo di saldo e stralcio, ovvero un pagamento parziale del debito in cambio della cancellazione del residuo. Un avvocato esperto in diritto commerciale e crisi d’impresa può aiutare a condurre queste trattative in modo professionale, riducendo il rischio di ulteriori azioni esecutive.

Un’altra opzione per il socio accomandatario è quella di ricorrere alle procedure di sovraindebitamento previste dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019). Queste procedure, pensate per i soggetti non fallibili come i soci di una SAS, permettono di ristrutturare i debiti personali in modo da evitare il pignoramento dei beni. Le procedure principali sono:

  • Accordo di ristrutturazione dei debiti: permette al debitore di negoziare un piano di pagamento con i creditori, che deve essere approvato da almeno il 60% di essi.
  • Piano del consumatore: è riservato ai debiti personali non legati all’attività imprenditoriale e non richiede l’approvazione dei creditori, ma solo del giudice.
  • Liquidazione controllata del patrimonio: se il socio non riesce a soddisfare i creditori nemmeno con un piano di rientro, può avviare la liquidazione dei suoi beni per soddisfare il debito. Dopo la liquidazione, può richiedere l’esdebitazione, cioè la cancellazione dei debiti residui.

Se il patrimonio personale del socio è in pericolo, una soluzione preventiva potrebbe essere la costituzione di un fondo patrimoniale. Questo strumento permette di destinare determinati beni, solitamente immobili, ai bisogni della famiglia e di renderli non aggredibili dai creditori, a meno che i debiti non siano stati contratti per necessità familiari. Tuttavia, è fondamentale che il fondo patrimoniale venga costituito prima che il debito insorga, altrimenti potrebbe essere dichiarato inefficace da parte del tribunale in caso di contenzioso.

Infine, se il socio accomandatario si trova in una situazione di estrema difficoltà, potrebbe considerare la cessione della propria quota nella SAS. Se i debiti personali sono troppo onerosi e non vi sono altre vie d’uscita, la vendita della quota societaria può permettere di saldare almeno parte dei debiti e prevenire il pignoramento forzato da parte dei creditori. Tuttavia, questa decisione va ponderata attentamente, poiché comporta la perdita della partecipazione nella società e del controllo su di essa.

Riassunto per punti:

  • Negoziare con i creditori: Rinegoziazione dei debiti o saldo e stralcio possono evitare il pignoramento.
  • Procedure di sovraindebitamento: Permettono di ristrutturare i debiti o ottenere l’esdebitazione per cancellare i debiti residui dopo la liquidazione del patrimonio.
  • Fondo patrimoniale: Strumento per proteggere i beni personali rendendoli non aggredibili dai creditori, se costituito prima dell’insorgere dei debiti.
  • Cessione della quota: Ultima risorsa per evitare il pignoramento, vendendo la propria partecipazione nella società per pagare i debiti.

In ogni caso, è essenziale rivolgersi a un avvocato esperto in diritto societario e crisi d’impresa per valutare la migliore strategia legale e proteggere il patrimonio del socio accomandatario.

Cosa fare se ci sono pignoramenti in corso?

Quando un socio accomandatario si trova ad affrontare pignoramenti in corso sul proprio patrimonio personale, la situazione diventa estremamente critica. A causa della sua responsabilità illimitata, i creditori possono rivalersi non solo sui beni della società, ma anche direttamente sui beni personali del socio. Tuttavia, ci sono diversi approcci che possono essere adottati per cercare di gestire e, in alcuni casi, sospendere o evitare il pignoramento.

Una delle prime azioni da intraprendere è tentare di negoziare con i creditori. Anche se la procedura di pignoramento è già stata avviata, è spesso possibile trovare un accordo che consenta di evitare l’esecuzione forzata. La negoziazione può portare a un saldo e stralcio, in cui il debitore offre il pagamento di una parte del debito in cambio della rinuncia da parte del creditore alla restante somma. In alternativa, si può optare per un piano di rientro rateizzato, che dilaziona i pagamenti in un periodo di tempo concordato con i creditori.

Un altro strumento utile può essere la richiesta di sospensione del pignoramento al giudice. La sospensione è possibile in situazioni particolari, ad esempio quando si riesce a dimostrare che il pignoramento comporterebbe un danno irreparabile al debitore o alla sua famiglia, o che esistono irregolarità procedurali che giustifichino l’interruzione temporanea dell’azione esecutiva. In questo caso, è fondamentale che l’assistenza legale sia tempestiva ed efficace, poiché le tempistiche e le procedure per ottenere la sospensione del pignoramento sono rigorose.

In parallelo, può essere utile esaminare le irregolarità procedurali che potrebbero rendere il pignoramento nullo o inefficace. Se ci sono errori formali nell’avviso di pignoramento, nelle tempistiche di notifica, o nella corretta identificazione dei beni da pignorare, è possibile che l’intera procedura possa essere contestata. Un avvocato esperto in esecuzioni forzate e diritto societario può verificare la legittimità della procedura e sollevare eventuali eccezioni legali, bloccando così il pignoramento.

Se il pignoramento riguarda beni essenziali per la vita quotidiana del socio o della sua famiglia, come la prima casa, in Italia esistono delle tutele legali. Ad esempio, il Codice Civile prevede che alcuni beni non siano pignorabili, come i beni strettamente necessari per il sostentamento della famiglia. Se il pignoramento viola queste disposizioni, il socio accomandatario può opporsi alla procedura.

Un’altra possibile soluzione, nel caso in cui i pignoramenti derivino da una situazione di crisi economica grave, è ricorrere alle procedure di sovraindebitamento previste dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza. Queste procedure permettono al socio accomandatario di presentare un piano del consumatore o un accordo di ristrutturazione del debito, che possono bloccare i pignoramenti in corso mentre il debito viene rinegoziato o ristrutturato. In casi estremi, è possibile richiedere la liquidazione controllata del patrimonio e, successivamente, ottenere l’esdebitazione, cioè la cancellazione dei debiti residui.

Infine, se il pignoramento riguarda la quota del socio nella SAS, esiste la possibilità per gli altri soci di esercitare il diritto di prelazione e acquistare la quota prima che venga venduta all’asta. In questo modo, si evita che terzi estranei alla società possano entrare in possesso della quota e influire sulla gestione societaria.

Riassunto per punti:

  • Negoziazione con i creditori: Tentare di raggiungere un accordo di saldo e stralcio o un piano di rientro per fermare il pignoramento.
  • Richiesta di sospensione: Può essere fatta al giudice in caso di danni irreparabili o irregolarità procedurali.
  • Controllo delle irregolarità: Verificare se esistono errori formali nella procedura di pignoramento che possano renderlo nullo.
  • Tutela dei beni essenziali: Alcuni beni non possono essere pignorati, come la prima casa o i beni necessari per il sostentamento familiare.
  • Procedure di sovraindebitamento: Consentono di bloccare i pignoramenti in corso mentre si negozia o ristruttura il debito.
  • Diritto di prelazione: Gli altri soci possono esercitare il diritto di acquistare la quota del socio pignorato prima che venga venduta a terzi.

In conclusione, affrontare un pignoramento richiede una gestione tempestiva e professionale della situazione. L’assistenza di un avvocato esperto è fondamentale per esplorare tutte le opzioni legali disponibili, proteggere il patrimonio del socio accomandatario e, se possibile, trovare soluzioni alternative per evitare il pignoramento.

Quali sono gli obblighi legali del socio accomandatario per i debiti societari?

Il socio accomandatario in una Società in Accomandita Semplice (SAS) ha una serie di obblighi legali particolarmente gravosi per quanto riguarda i debiti societari, soprattutto a causa della sua responsabilità illimitata. A differenza del socio accomandante, che risponde soltanto nei limiti del capitale conferito, il socio accomandatario risponde personalmente e senza limiti per le obbligazioni contratte dalla società, con tutto il proprio patrimonio.

In termini pratici, gli obblighi legali del socio accomandatario si articolano in diversi aspetti:

  1. Responsabilità illimitata: Il socio accomandatario risponde con il proprio patrimonio personale per tutti i debiti contratti dalla società, sia durante la sua partecipazione, sia, in alcuni casi, anche per debiti pregressi se non sono stati fatti accordi specifici. Questo significa che, in caso di insolvenza della società, i creditori possono aggredire i beni personali del socio per soddisfare i loro crediti, inclusi conti correnti, immobili e beni mobili registrati.
  2. Obbligo di gestione: In quanto amministratore della SAS, il socio accomandatario ha l’obbligo di gestire la società in modo diligente e conforme alla legge, rispettando le regole di correttezza e buona fede. Se la gestione risulta negligente o contraria alla legge, il socio può essere ritenuto responsabile non solo verso la società, ma anche verso terzi, come i creditori.
  3. Obblighi fiscali e contributivi: Il socio accomandatario è tenuto a garantire che la società adempia a tutti gli obblighi fiscali e contributivi. Ciò include il pagamento di imposte, tasse e contributi previdenziali. In caso di mancato adempimento, sia la società sia il socio accomandatario possono essere chiamati a rispondere per i debiti fiscali. Se l’Agenzia delle Entrate avvia una procedura di esecuzione forzata, questa può colpire anche il patrimonio personale del socio.
  4. Responsabilità solidale con gli altri soci accomandatari: Se ci sono più soci accomandatari, questi rispondono in modo solidale per i debiti della società. Ciò significa che i creditori possono rivalersi su uno qualsiasi dei soci per l’intero ammontare del debito. Il socio che paga può poi esercitare il diritto di regresso sugli altri soci accomandatari per recuperare la quota di debito che gli spetta.
  5. Fallimento personale: In caso di fallimento della società, i soci accomandatari sono esposti al rischio di fallimento personale. Poiché sono considerati imprenditori a tutti gli effetti, il fallimento della SAS comporta anche il fallimento personale dei soci accomandatari, che vedranno liquidato il loro patrimonio per soddisfare i creditori. Questo implica una serie di conseguenze negative, tra cui l’impossibilità di avviare nuove attività imprenditoriali e la difficoltà ad accedere al credito in futuro.
  6. Tutela degli interessi dei creditori: Il socio accomandatario ha l’obbligo di operare in modo tale da non pregiudicare gli interessi dei creditori. Azioni come la sottrazione fraudolenta di beni dal patrimonio sociale, la cessione di beni a prezzo inferiore al loro valore di mercato o altre operazioni che riducono la garanzia patrimoniale dei creditori possono esporre il socio a responsabilità civili e penali.
  7. Obbligo di far fronte ai debiti sociali anche in caso di scioglimento: Anche dopo lo scioglimento della SAS, il socio accomandatario rimane responsabile per i debiti contratti dalla società fino al completo soddisfacimento dei creditori. La responsabilità non viene meno con la cessazione dell’attività della società.

Riassunto per punti:

  • Responsabilità illimitata: Il socio accomandatario risponde personalmente con tutto il suo patrimonio per i debiti della società.
  • Obbligo di gestione diligente: Deve gestire la società in conformità alla legge, evitando comportamenti negligenti che potrebbero portare a responsabilità personali.
  • Obblighi fiscali e contributivi: Il socio è tenuto a garantire che la società adempia ai propri doveri fiscali e previdenziali.
  • Responsabilità solidale con gli altri soci: Se ci sono più soci accomandatari, ciascuno è responsabile per l’intero ammontare del debito.
  • Fallimento personale: In caso di fallimento della società, il socio accomandatario può essere dichiarato fallito personalmente.
  • Tutela degli interessi dei creditori: Il socio deve evitare di pregiudicare i creditori, pena ulteriori responsabilità legali.
  • Obbligo anche dopo lo scioglimento della società: Il socio rimane responsabile per i debiti sociali anche dopo lo scioglimento della SAS.

In conclusione, il socio accomandatario ha una serie di obblighi legali stringenti che vanno oltre la semplice partecipazione alla società. La sua responsabilità illimitata e solidale rende necessaria una gestione prudente e oculata della SAS, nonché una stretta osservanza degli obblighi fiscali e contributivi per evitare conseguenze personali gravi.

Esempi pratici di gestione dei debiti pregressi in una SAS

La gestione dei debiti pregressi in una Società in Accomandita Semplice (SAS) può essere complessa e variare a seconda della situazione finanziaria della società e delle responsabilità personali dei soci accomandatari. Ecco alcuni esempi pratici di come i debiti pregressi possono essere affrontati e risolti in una SAS.

Esempio 1: Debiti Fiscali Pregressi

Una SAS operante nel settore della ristorazione scopre di avere debiti fiscali non pagati per un totale di 100.000 euro accumulati negli anni precedenti. Il nuovo socio accomandatario, entrato da poco in società, si trova di fronte a questa situazione, pur non essendo stato coinvolto nella gestione precedente.

Gestione:
Il socio accomandatario, consapevole della sua responsabilità illimitata, decide di affrontare la questione in modo preventivo, negoziando con l’Agenzia delle Entrate un piano di rientro rateizzato. Con il supporto di un avvocato, ottiene un piano di pagamento dilazionato su 5 anni, che consente alla società di evitare ulteriori azioni legali e al socio di proteggere il suo patrimonio personale. Inoltre, viene costituito un fondo patrimoniale per proteggere parte dei beni immobili del socio da eventuali azioni future.

Esempio 2: Debiti con Fornitori

Una SAS nel settore della moda accumula debiti con vari fornitori per circa 50.000 euro a causa di problemi di liquidità. Il socio accomandatario, essendo direttamente responsabile per i debiti, decide di agire rapidamente per evitare il pignoramento del suo patrimonio personale.

Gestione:
In questo caso, il socio organizza una serie di negoziazioni con i fornitori, proponendo un accordo di saldo e stralcio. L’accordo prevede il pagamento immediato di 30.000 euro per chiudere il debito, risparmiando 20.000 euro e evitando che i fornitori intraprendano azioni legali contro la società e contro il suo patrimonio personale.

Esempio 3: Responsabilità Pregresse e Indennizzo

Un imprenditore entra come socio accomandatario in una SAS che opera nel settore immobiliare. Prima di accettare il ruolo, scopre che la società ha debiti pregressi significativi verso una banca per un prestito non rimborsato. Non volendo rischiare il proprio patrimonio personale per debiti non contratti durante la sua gestione, negozia con gli altri soci un accordo di indennizzo.

Gestione:
L’accordo stipulato prevede che, in caso di azione legale per il recupero del debito da parte della banca, gli altri soci si impegnino a coprire la parte del debito pregresso con una clausola di esonero. Questo accordo permette al nuovo socio di entrare nella società con la certezza di essere tutelato rispetto ai debiti pregressi.

Esempio 4: Fallimento Evitato

Una SAS attiva nel settore delle costruzioni si trova a fronteggiare debiti bancari e fornitori insoluti per oltre 200.000 euro. Il socio accomandatario si rende conto che la società è a rischio di insolvenza e che potrebbe essere avviata una procedura di fallimento, che coinvolgerebbe anche il suo patrimonio personale.

Gestione:
Per evitare il fallimento, il socio accomandatario decide di ricorrere alla procedura di sovraindebitamento prevista dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza. Propone un accordo di ristrutturazione del debito con i creditori, offrendo un piano di pagamento dilazionato in cinque anni. La maggioranza dei creditori accetta l’accordo, consentendo alla società di continuare a operare e al socio di evitare il fallimento personale.

Esempio 5: Cessione della Quota per Evitare Pignoramenti

Un socio accomandatario di una SAS si trova ad affrontare debiti personali accumulati al di fuori dell’attività societaria. I creditori personali iniziano a intraprendere azioni legali per il recupero del debito e ottengono un pignoramento della sua quota nella società.

Gestione:
Per evitare che la quota venga venduta a terzi, compromettendo la gestione della società, il socio propone agli altri soci di acquistare la sua quota attraverso l’esercizio del diritto di prelazione. Gli altri soci accettano e acquistano la quota pignorata, salvaguardando la stabilità interna della società e permettendo al socio di estinguere i suoi debiti personali senza subire ulteriori conseguenze patrimoniali.

Riassunto per punti:

  • Piano di rientro rateizzato: Permette di dilazionare i debiti fiscali e proteggere il patrimonio personale.
  • Saldo e stralcio: Accordo con i fornitori per pagare una parte del debito ed evitare azioni legali.
  • Clausola di indennizzo: Protegge i nuovi soci da debiti pregressi non contratti sotto la loro gestione.
  • Ristrutturazione del debito: Evita il fallimento personale e consente alla società di continuare a operare.
  • Diritto di prelazione: Permette agli altri soci di acquistare la quota pignorata, evitando l’ingresso di terzi.

In ogni caso, è fondamentale l’assistenza di un avvocato esperto in diritto societario e crisi d’impresa per gestire i debiti pregressi in modo efficace e proteggere il patrimonio personale del socio accomandatario.

A chi rivolgersi per gestire i debiti pregressi di una SAS?

Per gestire efficacemente i debiti pregressi di una Società in Accomandita Semplice (SAS), è fondamentale rivolgersi a una serie di professionisti esperti in diritto societario e crisi d’impresa, poiché la gestione di queste situazioni richiede competenze specifiche legate alla responsabilità personale dei soci accomandatari e alla complessità delle normative italiane in materia di debiti, fallimento e sovraindebitamento. Vediamo quali figure professionali possono essere di supporto in queste situazioni.

1. Avvocato specializzato in diritto societario

L’avvocato è la prima figura chiave da contattare per gestire i debiti pregressi di una SAS. Un avvocato specializzato in diritto societario può analizzare la struttura legale della società e i contratti in essere, e verificare se esistono clausole di esonero o accordi tra i soci che possano limitare la responsabilità del socio accomandatario per i debiti pregressi. Inoltre, l’avvocato può fornire supporto nelle trattative con i creditori per evitare azioni legali, pignoramenti o fallimenti, e può aiutare a predisporre piani di ristrutturazione del debito.

Gli avvocati specializzati possono anche assistere nella redazione di accordi di ristrutturazione del debito con i creditori, negoziando condizioni favorevoli per il pagamento dei debiti o proponendo piani di rientro rateizzati. Se la situazione lo richiede, un avvocato può anche presentare la domanda di esdebitazione del socio accomandatario in difficoltà, una procedura che può cancellare i debiti residui dopo la liquidazione del patrimonio.

2. Consulente finanziario

Un consulente finanziario è essenziale per analizzare la situazione economica della SAS e del socio accomandatario, verificare l’ammontare effettivo dei debiti e individuare le risorse finanziarie che possono essere impiegate per soddisfare i creditori. Il consulente può inoltre offrire consigli su come migliorare la liquidità aziendale, individuando strategie di ottimizzazione fiscale o suggerendo soluzioni di finanziamento per coprire i debiti.

Nella fase di ristrutturazione del debito, il consulente finanziario può lavorare a stretto contatto con l’avvocato per preparare un piano finanziario sostenibile che possa convincere i creditori a rinunciare a parte del debito o accettare un pagamento dilazionato.

3. Commercialista

Il commercialista ha un ruolo importante nella gestione dei debiti pregressi di una SAS, specialmente quando si tratta di debiti fiscali o contributivi verso l’Agenzia delle Entrate o l’INPS. Un commercialista esperto può assistere il socio accomandatario nella verifica delle dichiarazioni fiscali passate, individuando eventuali errori che potrebbero aver contribuito all’accumulo dei debiti e proponendo soluzioni per correggere la situazione.

Inoltre, il commercialista può affiancare il socio e l’avvocato nella predisposizione delle pratiche necessarie per accedere alle procedure di sovraindebitamento, garantendo che tutti i documenti finanziari richiesti siano corretti e aggiornati. Questo può facilitare l’approvazione di un piano del consumatore o di un accordo di ristrutturazione dei debiti da parte del tribunale.

4. Esperto in crisi d’impresa

Se la situazione finanziaria della SAS è critica, rivolgersi a un esperto in crisi d’impresa può essere una scelta fondamentale. Questo professionista ha una competenza specifica nella gestione delle aziende che attraversano difficoltà finanziarie e può guidare il socio accomandatario attraverso le procedure di concordato preventivo, di liquidazione controllata o di sovraindebitamento.

L’esperto in crisi d’impresa può valutare la fattibilità di diverse soluzioni per evitare il fallimento della società, come il concordato preventivo, che permette alla società di continuare a operare mentre rinegozia i propri debiti, evitando così di coinvolgere il patrimonio personale del socio accomandatario.

5. Mediatore creditizio

Un mediatore creditizio può essere utile se il socio accomandatario desidera trovare un finanziamento esterno per coprire i debiti pregressi. Il mediatore creditizio può aiutare a ottenere prestiti o finanziamenti da istituti bancari o società di credito, negoziando tassi e condizioni favorevoli che consentano di risolvere la situazione debitoria senza aggravare ulteriormente la situazione finanziaria della società.

Riassunto per punti:

  • Avvocato specializzato in diritto societario: Fornisce supporto legale per trattative con i creditori, esoneri, piani di ristrutturazione del debito e esdebitazione.
  • Consulente finanziario: Analizza la situazione economica, suggerisce strategie di ottimizzazione e ristrutturazione del debito.
  • Commercialista: Aiuta nella gestione dei debiti fiscali e contributivi, prepara i documenti per le procedure di sovraindebitamento.
  • Esperto in crisi d’impresa: Guida nelle procedure di concordato preventivo, liquidazione controllata o sovraindebitamento per evitare il fallimento.
  • Mediatore creditizio: Aiuta a ottenere finanziamenti esterni per saldare i debiti pregressi.

In conclusione, la gestione dei debiti pregressi di una SAS richiede un approccio multidisciplinare, che coinvolga diverse figure professionali con competenze complementari. Solo attraverso un lavoro coordinato tra avvocato, commercialista, consulente finanziario e altri esperti, è possibile trovare soluzioni efficaci che proteggano il patrimonio del socio accomandatario e garantiscano la continuità della società.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Cancellazione Debiti SAS

Per gestire efficacemente i debiti pregressi di una Società in Accomandita Semplice (SAS), è fondamentale rivolgersi a una serie di professionisti esperti in diritto societario e crisi d’impresa, poiché la gestione di queste situazioni richiede competenze specifiche legate alla responsabilità personale dei soci accomandatari e alla complessità delle normative italiane in materia di debiti, fallimento e sovraindebitamento. Vediamo quali figure professionali possono essere di supporto in queste situazioni.

1. Avvocato specializzato in diritto societario

L’avvocato è la prima figura chiave da contattare per gestire i debiti pregressi di una SAS. Un avvocato specializzato in diritto societario può analizzare la struttura legale della società e i contratti in essere, e verificare se esistono clausole di esonero o accordi tra i soci che possano limitare la responsabilità del socio accomandatario per i debiti pregressi. Inoltre, l’avvocato può fornire supporto nelle trattative con i creditori per evitare azioni legali, pignoramenti o fallimenti, e può aiutare a predisporre piani di ristrutturazione del debito.

Gli avvocati specializzati possono anche assistere nella redazione di accordi di ristrutturazione del debito con i creditori, negoziando condizioni favorevoli per il pagamento dei debiti o proponendo piani di rientro rateizzati. Se la situazione lo richiede, un avvocato può anche presentare la domanda di esdebitazione del socio accomandatario in difficoltà, una procedura che può cancellare i debiti residui dopo la liquidazione del patrimonio.

2. Consulente finanziario

Un consulente finanziario è essenziale per analizzare la situazione economica della SAS e del socio accomandatario, verificare l’ammontare effettivo dei debiti e individuare le risorse finanziarie che possono essere impiegate per soddisfare i creditori. Il consulente può inoltre offrire consigli su come migliorare la liquidità aziendale, individuando strategie di ottimizzazione fiscale o suggerendo soluzioni di finanziamento per coprire i debiti.

Nella fase di ristrutturazione del debito, il consulente finanziario può lavorare a stretto contatto con l’avvocato per preparare un piano finanziario sostenibile che possa convincere i creditori a rinunciare a parte del debito o accettare un pagamento dilazionato.

3. Commercialista

Il commercialista ha un ruolo importante nella gestione dei debiti pregressi di una SAS, specialmente quando si tratta di debiti fiscali o contributivi verso l’Agenzia delle Entrate o l’INPS. Un commercialista esperto può assistere il socio accomandatario nella verifica delle dichiarazioni fiscali passate, individuando eventuali errori che potrebbero aver contribuito all’accumulo dei debiti e proponendo soluzioni per correggere la situazione.

Inoltre, il commercialista può affiancare il socio e l’avvocato nella predisposizione delle pratiche necessarie per accedere alle procedure di sovraindebitamento, garantendo che tutti i documenti finanziari richiesti siano corretti e aggiornati. Questo può facilitare l’approvazione di un piano del consumatore o di un accordo di ristrutturazione dei debiti da parte del tribunale.

4. Esperto in crisi d’impresa

Se la situazione finanziaria della SAS è critica, rivolgersi a un esperto in crisi d’impresa può essere una scelta fondamentale. Questo professionista ha una competenza specifica nella gestione delle aziende che attraversano difficoltà finanziarie e può guidare il socio accomandatario attraverso le procedure di concordato preventivo, di liquidazione controllata o di sovraindebitamento.

L’esperto in crisi d’impresa può valutare la fattibilità di diverse soluzioni per evitare il fallimento della società, come il concordato preventivo, che permette alla società di continuare a operare mentre rinegozia i propri debiti, evitando così di coinvolgere il patrimonio personale del socio accomandatario.

5. Mediatore creditizio

Un mediatore creditizio può essere utile se il socio accomandatario desidera trovare un finanziamento esterno per coprire i debiti pregressi. Il mediatore creditizio può aiutare a ottenere prestiti o finanziamenti da istituti bancari o società di credito, negoziando tassi e condizioni favorevoli che consentano di risolvere la situazione debitoria senza aggravare ulteriormente la situazione finanziaria della società.

Riassunto per punti:

  • Avvocato specializzato in diritto societario: Fornisce supporto legale per trattative con i creditori, esoneri, piani di ristrutturazione del debito e esdebitazione.
  • Consulente finanziario: Analizza la situazione economica, suggerisce strategie di ottimizzazione e ristrutturazione del debito.
  • Commercialista: Aiuta nella gestione dei debiti fiscali e contributivi, prepara i documenti per le procedure di sovraindebitamento.
  • Esperto in crisi d’impresa: Guida nelle procedure di concordato preventivo, liquidazione controllata o sovraindebitamento per evitare il fallimento.
  • Mediatore creditizio: Aiuta a ottenere finanziamenti esterni per saldare i debiti pregressi.

In conclusione, la gestione dei debiti pregressi di una SAS richiede un approccio multidisciplinare, che coinvolga diverse figure professionali con competenze complementari. Solo attraverso un lavoro coordinato tra avvocato, commercialista, consulente finanziario e altri esperti, è possibile trovare soluzioni efficaci che proteggano il patrimonio del socio accomandatario e garantiscano la continuità della società.

In tal senso, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

Perciò se hai necessità di un avvocato esperto in cancellazione debiti SAS, qui di seguito trovi tutti i nostri contatti per un aiuto rapido e sicuro.

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La seconda modalità è la consulenza fisica che è sempre a pagamento, compreso il primo consulto il cui costo parte da 500€+iva da saldare in anticipo. Questo tipo di consulenza si svolge tramite appuntamenti nella sede fisica locale Italiana specifica deputata alla prima consulenza e successive (azienda del cliente, ufficio del cliente, domicilio del cliente, studi locali con cui collaboriamo in partnership, uffici e sedi temporanee) e successiva interlocuzione anche digitale tramite posta elettronica e posta elettronica certificata.
 

La consulenza fisica, a differenza da quella esclusivamente digitale, avviene sempre a partire da due settimane dal primo contatto.

Disclaimer: Le opinioni espresse in questo articolo riflettono il punto di vista personale degli Autori, maturato sulla base della loro esperienza professionale. Non devono essere considerate come consulenza tecnica o legale. Per chiarimenti specifici o ulteriori informazioni, si consiglia di contattare direttamente il nostro studio. Si invita a tenere presente che l’articolo fa riferimento al contesto normativo vigente alla data di redazione, poiché leggi e interpretazioni giuridiche possono cambiare nel tempo. Non ci assumiamo alcuna responsabilità per un utilizzo inappropriato delle informazioni contenute in queste pagine.
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Giuseppe Monardo

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