Proteggere i propri immobili dai creditori è una preoccupazione importante per coloro che si trovano ad affrontare situazioni di debito o che temono azioni legali per il recupero dei crediti. Esistono diverse strategie legali per mettere al sicuro la proprietà immobiliare, che vanno dalle protezioni offerte dalle leggi sul sovraindebitamento fino a soluzioni preventive come il fondo patrimoniale o l’usufrutto.
In questo articolo di Studio Monardo, gli avvocati che ti difendono dai pignoramenti immobiliari, esploreremo le opzioni disponibili e come possono essere utilizzate per difendere gli immobili dai creditori.
Ma andiamo nei dettagli con domande e risposte.
Quali sono i principali rischi per gli immobili in caso di debiti?
In Italia, i creditori possono richiedere il pignoramento degli immobili per recuperare somme dovute se il debitore non riesce a far fronte ai propri obblighi finanziari. I casi più comuni in cui gli immobili sono a rischio includono:
- Mancato pagamento delle rate di un mutuo ipotecario: in questo caso la banca può procedere al pignoramento dell’immobile ipotecato.
- Debiti fiscali: l’Agenzia delle Entrate può agire sugli immobili del debitore, in particolare se il debito fiscale supera determinate soglie.
- Debiti commerciali o personali: fornitori, creditori privati o finanziarie possono ottenere un titolo esecutivo e avviare una procedura di pignoramento.
In questi casi, la legge italiana offre una serie di strumenti legali per proteggere gli immobili, ma è necessario agire con anticipo e strategia.
Come funziona il fondo patrimoniale per proteggere gli immobili?
Il fondo patrimoniale è uno strumento giuridico che permette di proteggere determinati beni, inclusi gli immobili, vincolandoli ai bisogni della famiglia e separandoli dal patrimonio personale del debitore. Funziona creando un vincolo legale sugli immobili, che non possono essere aggrediti dai creditori per debiti che non riguardano le necessità familiari. Questo istituto, regolato dagli articoli 167 e seguenti del Codice Civile, è un’opzione valida per chi desidera proteggere la propria abitazione o altri beni immobili da azioni esecutive legate a debiti personali o imprenditoriali.
Per costituire un fondo patrimoniale, è necessario stipulare un atto pubblico presso un notaio. Questo atto deve essere sottoscritto dai coniugi e trascritto nei registri immobiliari, in modo da renderlo opponibile a terzi, inclusi i creditori. Possono essere inclusi nel fondo sia beni immobili, come case e terreni, sia beni mobili registrati, come veicoli, ma tutti devono essere destinati esclusivamente a soddisfare i bisogni della famiglia.
Tuttavia, la protezione offerta dal fondo patrimoniale ha dei limiti. I beni inclusi nel fondo possono essere aggrediti dai creditori solo se i debiti contratti dal debitore non sono legati alle esigenze familiari. Se il debito è stato contratto, ad esempio, per motivi imprenditoriali, i creditori non possono pignorare i beni del fondo. Tuttavia, se i debiti derivano da spese sostenute per il mantenimento della famiglia o da obblighi legati alla vita familiare, i beni inclusi nel fondo possono essere aggrediti.
Esistono, inoltre, condizioni di validità per il fondo patrimoniale. Il fondo deve essere costituito prima che i debiti vengano contratti, altrimenti i creditori potrebbero contestare l’atto, sostenendo che è stato creato con l’intento di sottrarre i beni alle azioni esecutive. In tal caso, i creditori potrebbero richiedere l’annullamento del fondo, specialmente se è dimostrabile che il debitore fosse già in difficoltà economica al momento della sua costituzione.
Il fondo patrimoniale può essere sciolto solo in determinati casi, come il consenso di entrambi i coniugi (se non ci sono figli minori) o la morte di uno dei coniugi. In caso di scioglimento, i beni rientrano nel patrimonio personale dei coniugi, e quindi tornano ad essere aggredibili dai creditori.
Riassunto per punti:
- Il fondo patrimoniale vincola beni immobili ai bisogni della famiglia, proteggendoli dai creditori per debiti non familiari.
- Deve essere costituito mediante atto pubblico e trascritto nei registri immobiliari.
- La protezione non si applica se i debiti sono stati contratti per esigenze familiari (ad es., mutuo per la casa o spese per il mantenimento dei figli).
- Il fondo deve essere costituito prima che i debiti vengano contratti per evitare contestazioni da parte dei creditori.
- Lo scioglimento del fondo può avvenire con il consenso dei coniugi o la morte di uno di essi, e i beni tornano nel patrimonio personale.
Cos’è l’usufrutto e come può proteggere gli immobili dal pignoramento immobiliare?
L’usufrutto è un diritto reale che consente a una persona (l’usufruttuario) di utilizzare e godere di un bene di proprietà di un’altra persona (il nudo proprietario), percependone i frutti e benefici, senza esserne proprietario. In termini semplici, l’usufruttuario ha il diritto di abitare, affittare o sfruttare un immobile, mentre il nudo proprietario detiene la proprietà, ma non può godere del bene fino alla cessazione dell’usufrutto.
L’usufrutto può essere utilizzato come strumento per proteggere gli immobili dai creditori, separando il diritto di utilizzo dell’immobile dalla proprietà vera e propria. Ecco come funziona nel dettaglio:
Se un debitore si trova in difficoltà economica e teme che i creditori possano aggredire il suo patrimonio immobiliare, può cedere la nuda proprietà dell’immobile a un altro soggetto, riservando a sé stesso l’usufrutto. In questo modo, l’immobile non è più tecnicamente di sua proprietà, ma può comunque continuare a viverci o affittarlo, beneficiando dei frutti economici derivanti dall’uso del bene. Nel frattempo, il nudo proprietario diventa il titolare del bene, ma senza poterlo utilizzare fino alla cessazione dell’usufrutto (che può essere temporaneo o vitalizio).
La protezione che l’usufrutto offre dagli attacchi dei creditori si basa sul fatto che, una volta ceduta la nuda proprietà, i creditori del debitore non possono più aggredire l’immobile, poiché esso non appartiene più giuridicamente al debitore, ma al nudo proprietario. Tuttavia, è importante che il trasferimento della nuda proprietà avvenga prima che il debitore contragga i debiti o che vengano avviate procedure esecutive. Altrimenti, i creditori potrebbero impugnare l’atto di cessione e dimostrare che è stato fatto con l’intento di sottrarre beni alla garanzia del credito, richiedendone l’annullamento.
L’usufrutto termina al momento stabilito nell’atto o con la morte dell’usufruttuario (se è vitalizio). Alla cessazione dell’usufrutto, il nudo proprietario acquisisce automaticamente la piena proprietà dell’immobile.
Riassunto per punti:
- L’usufrutto consente all’usufruttuario di utilizzare un immobile, mentre la proprietà resta al nudo proprietario.
- Separando l’usufrutto dalla proprietà, l’immobile può essere protetto dai creditori se la nuda proprietà viene trasferita a un terzo.
- I creditori non possono aggredire l’immobile se non appartiene più al debitore.
- L’atto di trasferimento deve avvenire prima della contrazione dei debiti, altrimenti potrebbe essere impugnato dai creditori.
- Alla scadenza dell’usufrutto, il nudo proprietario ottiene la piena proprietà dell’immobile.
In che modo la legge sul sovraindebitamento può aiutare a proteggere gli immobili dal pignoramento immobiliare?
La legge sul sovraindebitamento rappresenta una delle principali tutele per i debitori non fallibili (come i consumatori, i piccoli imprenditori e i professionisti), offrendo la possibilità di ristrutturare i debiti e di evitare l’esecuzione forzata, inclusi i pignoramenti sugli immobili. Il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019) ha introdotto nuove possibilità per i debitori in difficoltà economica, dando loro la possibilità di proporre un piano di rientro dei debiti.
Le procedure previste dal Codice includono:
- Il piano del consumatore: uno strumento che permette ai debitori-consumatori di proporre un piano di rientro dei debiti basato sulle proprie capacità economiche reali. Se approvato dal giudice, il piano consente di evitare il pignoramento degli immobili e di ristrutturare il debito in modo sostenibile.
- L’accordo di composizione della crisi: uno strumento simile, che però si applica anche ai piccoli imprenditori e ai professionisti. In questo caso, il piano deve essere approvato anche dai creditori, oltre che dal giudice.
- L’esdebitazione del debitore incapiente: questa procedura, introdotta dal Codice della Crisi, consente al debitore che non ha mezzi per far fronte ai propri debiti di essere liberato dagli stessi, evitando così l’esecuzione forzata. Questo strumento è riservato a coloro che dimostrano di essere incapienti e di non avere beni sufficienti per soddisfare i creditori. L’esdebitazione è una misura estrema, ma può evitare il pignoramento degli immobili quando non esistono altre soluzioni.
Quali sono le alternative alla vendita forzata?
Oltre agli strumenti legali già menzionati, esistono altre opzioni che possono essere utilizzate per evitare la vendita forzata degli immobili. Ad esempio, il debitore può cercare di negoziare con i creditori un accordo di saldo e stralcio, ovvero un pagamento parziale del debito in cambio della chiusura della procedura esecutiva. Questa soluzione è spesso preferibile per entrambe le parti: il debitore evita la vendita della casa, e il creditore recupera una parte del credito senza affrontare lunghi procedimenti legali.
In alternativa, è possibile chiedere la conversione del pignoramento in denaro, versando una somma che copra l’importo del debito. Se il giudice accetta questa proposta, la procedura di vendita viene sospesa.
Come difendersi se il pignoramento immobiliare è già avviato?
Quando un pignoramento immobiliare è già stato avviato, ci sono ancora diverse opzioni per difendersi e cercare di fermare la procedura, ma è necessario agire tempestivamente e con una strategia precisa. Ecco come un debitore può difendersi anche in fase avanzata di pignoramento:
- Verificare la legittimità della procedura: La prima azione da intraprendere è quella di verificare la correttezza e la legittimità della procedura di pignoramento. Ciò significa controllare se la notifica dell’atto di pignoramento è stata eseguita correttamente e se tutti i documenti sono in regola. Se ci sono errori procedurali, come vizi di forma nella notifica o irregolarità nel titolo esecutivo, l’atto può essere impugnato. Un avvocato esperto può identificare questi vizi e presentare un’opposizione al pignoramento, chiedendo al giudice la sospensione della procedura.
- Presentare un’opposizione al pignoramento: Il debitore ha il diritto di presentare un’opposizione contro il pignoramento, soprattutto se ci sono errori formali, irregolarità nei documenti, o se il debito stesso è contestabile. Ad esempio, se il debito è già stato estinto o se la cifra indicata nel titolo esecutivo non è corretta, l’opposizione può portare alla sospensione della procedura fino a quando il giudice non si esprime. L’opposizione deve essere presentata entro 20 giorni dalla notifica dell’atto di pignoramento, e richiede la consulenza di un legale per essere redatta e presentata correttamente.
- Accordo di saldo e stralcio: Anche in fase avanzata, è possibile negoziare con il creditore un accordo di saldo e stralcio, ovvero un pagamento parziale del debito per chiudere la procedura esecutiva. In cambio del pagamento di una somma inferiore, il creditore può accettare di rinunciare al pignoramento. Questa soluzione è vantaggiosa per entrambe le parti: il debitore evita la vendita dell’immobile, mentre il creditore ottiene comunque una parte del credito senza dover affrontare una lunga e costosa procedura di vendita all’asta.
- Rateizzazione del debito: Un’altra possibilità è cercare di rateizzare il debito, chiedendo al creditore di accettare un piano di pagamento in rate mensili. In alcuni casi, il creditore può preferire questa soluzione piuttosto che attendere i tempi della vendita all’asta, che potrebbe risultare poco conveniente. La rateizzazione del debito deve essere negoziata in modo professionale e ben documentata per essere accettata dal creditore.
- Accesso alle procedure di sovraindebitamento: Se il debitore si trova in grave difficoltà economica e non riesce a far fronte ai suoi debiti, può ricorrere alle procedure di sovraindebitamento previste dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019). Queste procedure consentono di ristrutturare i debiti in base alle proprie capacità economiche, presentando un piano di rientro che può essere approvato dal giudice. Durante questo processo, le azioni esecutive, incluso il pignoramento immobiliare, possono essere sospese. Uno strumento utile è il piano del consumatore, che consente al debitore di proporre un piano di pagamento sostenibile senza l’accordo preventivo dei creditori.
- Conversione del pignoramento in denaro: Un’altra soluzione possibile è la conversione del pignoramento in una somma di denaro equivalente al debito. Il debitore può proporre al tribunale di convertire il pignoramento in un pagamento, bloccando così la procedura esecutiva e mantenendo la proprietà dell’immobile. Questa opzione richiede che il debitore disponga di una somma sufficiente o che riesca a trovare un finanziamento.
- Bloccare la vendita all’asta: Anche se la data dell’asta è già stata fissata, ci sono ancora possibilità per fermare la procedura. Fino a quando l’immobile non viene effettivamente venduto, il debitore può saldare il debito o raggiungere un accordo con il creditore. L’avvocato del debitore può presentare istanze per ottenere la sospensione della vendita se ci sono motivi legali validi o se il debitore sta cercando di risolvere il debito attraverso altre strade.
- Ricorso all’esdebitazione del debitore incapiente: Se il debitore dimostra di essere incapiente (cioè di non avere alcuna possibilità di far fronte ai debiti a causa di una grave situazione economica), può accedere alla procedura di esdebitazione, che consente di cancellare i debiti non pagati e di fermare le azioni esecutive, incluso il pignoramento. Questa misura è estrema e viene concessa solo quando il debitore dimostra di non avere beni sufficienti per soddisfare i creditori.
Riassunto per punti:
- Verifica della procedura: Controllare la legittimità del pignoramento e impugnare eventuali errori.
- Opposizione al pignoramento: Presentare un’opposizione entro 20 giorni dalla notifica, in caso di vizi formali o errori.
- Accordo di saldo e stralcio: Negoziando con il creditore, si può pagare una parte del debito per chiudere la procedura.
- Rateizzazione del debito: Proporre un piano di pagamento rateale al creditore per evitare la vendita forzata.
- Procedure di sovraindebitamento: Accedere alle procedure previste dal Codice della Crisi per ristrutturare il debito e sospendere il pignoramento.
- Conversione del pignoramento in denaro: Proporre il pagamento del debito in denaro per mantenere la proprietà dell’immobile.
- Bloccare la vendita all’asta: Tentare di fermare la vendita anche in fase avanzata, saldando il debito o raggiungendo un accordo.
- Esdebitazione del debitore incapiente: Richiedere l’esdebitazione per cancellare i debiti se il debitore è in condizioni di grave difficoltà economica.
Esempi di protezione degli immobili dal pignoramento immobiliare
Ecco alcuni esempi concreti di come proteggere gli immobili dai creditori utilizzando strumenti legali come il fondo patrimoniale, l’usufrutto e le procedure di sovraindebitamento:
1. Fondo patrimoniale per proteggere la casa di famiglia
Un imprenditore con una famiglia costituisce un fondo patrimoniale per proteggere la sua casa di famiglia. Questo strumento legale consente di separare la casa dal resto del patrimonio, vincolandola ai bisogni della famiglia. Successivamente, l’imprenditore affronta una crisi finanziaria legata alla sua attività, e i creditori cercano di aggredire i suoi beni per il recupero dei crediti commerciali. Tuttavia, poiché la casa è stata inclusa nel fondo patrimoniale prima che venissero contratti i debiti, i creditori non possono pignorare l’immobile, poiché il debito è di natura commerciale e non familiare. In questo caso, il fondo patrimoniale ha protetto efficacemente l’immobile.
2. Usufrutto per evitare il pignoramento
Un uomo in difficoltà economica trasferisce la nuda proprietà del suo appartamento ai figli, mantenendo per sé l’usufrutto vitalizio. In questo modo, egli continua a vivere nella casa e a percepire eventuali affitti derivanti dall’immobile, ma la proprietà non può essere aggredita dai creditori poiché appartiene legalmente ai figli. I creditori possono eventualmente aggredire solo il diritto di usufrutto, ma non la piena proprietà dell’immobile, che rimane protetta fino alla morte dell’usufruttuario.
3. Sovraindebitamento e il piano del consumatore
Un professionista indipendente, con una serie di debiti accumulati, rischia il pignoramento della sua abitazione principale. Dopo aver valutato la sua situazione economica, decide di accedere alla procedura di sovraindebitamento prevista dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza. Propone un piano del consumatore che, una volta approvato dal tribunale, consente di ristrutturare i suoi debiti in base alle sue effettive capacità di pagamento. Durante l’applicazione del piano, tutte le azioni esecutive, compreso il pignoramento dell’immobile, vengono sospese. Grazie a questa procedura, il professionista riesce a mantenere la sua casa e a gestire il debito in modo più sostenibile.
4. Esdebitazione del debitore incapiente
Una donna in pensione accumula debiti derivanti da spese mediche e il suo appartamento rischia di essere pignorato. Non avendo beni sufficienti o un reddito adeguato per far fronte ai debiti, riesce a dimostrare la sua condizione di debitore incapiente. Attraverso la procedura di esdebitazione prevista dal Codice della Crisi, ottiene la cancellazione dei debiti rimanenti. Questa procedura evita che la sua casa venga pignorata, e le consente di vivere senza l’assillo delle azioni esecutive dei creditori.
Riassunto per punti:
- Fondo patrimoniale: protegge la casa da debiti non legati ai bisogni familiari, purché istituito prima della contrazione del debito.
- Usufrutto: trasferire la nuda proprietà a terzi protegge l’immobile, mentre si conserva il diritto di usarlo.
- Sovraindebitamento (piano del consumatore): permette di ristrutturare i debiti e sospendere il pignoramento immobiliare.
- Esdebitazione: elimina i debiti per i soggetti incapienti, bloccando le azioni esecutive, incluso il pignoramento.
Questi strumenti, se utilizzati correttamente, possono fornire una solida protezione contro i creditori, aiutando a salvaguardare i beni immobili.
Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Cancellazione Debiti e Pignoramenti Immobiliari
Affrontare un pignoramento immobiliare è una delle esperienze più difficili e complesse che un debitore possa vivere. La possibilità di perdere la propria casa, spesso l’unico bene di valore e il luogo in cui si vive con la famiglia, rappresenta un momento di grande stress sia emotivo che economico. Tuttavia, nonostante la gravità della situazione, è importante sapere che ci sono strumenti e soluzioni legali a disposizione per difendersi e che agire tempestivamente con il supporto di un avvocato specializzato in cancellazione debiti e pignoramenti immobiliari può fare la differenza tra la perdita dell’immobile e la conservazione dello stesso.
La complessità delle procedure esecutive legate ai pignoramenti immobiliari richiede una profonda conoscenza della legge e delle dinamiche che regolano i rapporti tra debitori e creditori. Un avvocato specializzato non solo è in grado di fornire una difesa tecnica e legale di alto livello, ma rappresenta anche una figura cruciale per comprendere appieno le opzioni a disposizione e guidare il debitore attraverso le numerose fasi della procedura esecutiva.
La prima azione fondamentale è quella di valutare la legittimità del pignoramento. Un avvocato esperto è in grado di analizzare in dettaglio tutti i documenti ricevuti, dalla notifica del titolo esecutivo all’atto di pignoramento, per verificare eventuali errori formali o procedurali che potrebbero invalidare l’azione del creditore. Ad esempio, un vizio nella notifica o un errore nell’importo indicato potrebbe rappresentare un’opportunità per contestare il pignoramento e guadagnare tempo prezioso per il debitore. Senza l’assistenza di un avvocato, il debitore potrebbe non essere in grado di individuare tali difetti, rischiando di perdere importanti opportunità di difesa.
Un altro aspetto fondamentale è la gestione delle trattative con i creditori. Molti debitori non sono consapevoli del fatto che, anche quando il pignoramento è già stato avviato, esistono margini per negoziare una soluzione alternativa. Un avvocato specializzato può proporre un accordo di saldo e stralcio, in cui il debitore paga una parte del debito in cambio della chiusura della procedura. Questa soluzione è spesso vantaggiosa per entrambe le parti: il debitore evita la perdita della casa e il creditore recupera parte del credito senza dover affrontare i costi e i tempi di una lunga procedura esecutiva.
Un’altra opzione importante è la rinegoziazione del mutuo. Se il pignoramento è stato avviato a causa del mancato pagamento delle rate del mutuo, un avvocato può intervenire per negoziare con la banca una ristrutturazione del debito. Le banche, infatti, preferiscono spesso trovare un accordo con il debitore piuttosto che procedere con la vendita forzata all’asta, che può risultare economicamente svantaggiosa. Attraverso una rinegoziazione, è possibile allungare la durata del mutuo, ridurre l’importo delle rate o ottenere una sospensione temporanea dei pagamenti, offrendo al debitore il tempo necessario per rimettere in ordine le proprie finanze.
In casi di grave difficoltà economica, un avvocato esperto in pignoramenti immobiliari può anche guidare il debitore attraverso le procedure di sovraindebitamento, previste dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza. Queste procedure consentono di ristrutturare i debiti in base alle reali possibilità economiche del debitore, ottenendo la sospensione delle azioni esecutive, inclusi i pignoramenti. Il piano del consumatore o l’accordo di composizione della crisi sono strumenti potenti che, se approvati dal tribunale, permettono di salvare la casa e garantire un rientro graduale del debito.
L’importanza di avere al proprio fianco un avvocato esperto risiede anche nella capacità di monitorare attentamente ogni fase della procedura. La vendita all’asta non è sempre immediata, e in molti casi l’immobile viene messo in vendita più volte prima di trovare un acquirente. Durante questo periodo, il debitore ha ancora la possibilità di bloccare la vendita saldando il debito o raggiungendo un accordo con il creditore. Un avvocato può intervenire in ogni momento per presentare istanze di sospensione o cercare nuove soluzioni che evitino la perdita dell’immobile.
Un avvocato specializzato in cancellazione debiti è inoltre fondamentale per valutare l’opportunità di richiedere l’esdebitazione del debitore incapiente. Questa procedura, riservata ai soggetti che non hanno alcuna possibilità di far fronte ai propri debiti, consente di cancellare i debiti residui e fermare tutte le azioni esecutive, inclusi i pignoramenti. Anche se si tratta di una misura estrema, l’esdebitazione rappresenta una via d’uscita per quei debitori che non dispongono di beni sufficienti per soddisfare i creditori.
Oltre agli aspetti tecnici e legali, è importante sottolineare il supporto psicologico e la sicurezza che deriva dall’avere un avvocato specializzato al proprio fianco. Affrontare un pignoramento immobiliare è un’esperienza stressante e ansiogena, che può generare sentimenti di impotenza e disperazione. Un avvocato non solo fornisce una guida concreta per risolvere il problema, ma offre anche un senso di protezione, spiegando chiaramente ogni fase della procedura e offrendo soluzioni concrete. Sapere che qualcuno sta difendendo i propri diritti riduce l’ansia e permette di affrontare la situazione con maggiore lucidità.
Infine, l’importanza di un avvocato specializzato in cancellazione debiti e pignoramenti immobiliari risiede nella sua capacità di aggiornarsi costantemente sulle novità legislative. Le leggi che regolano le esecuzioni immobiliari sono in continua evoluzione, e solo un professionista aggiornato può sfruttare appieno le nuove normative a vantaggio del debitore. Ad esempio, il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza ha introdotto nuove tutele per i debitori in difficoltà, ampliando le possibilità di ristrutturazione del debito e di blocco delle azioni esecutive. Un avvocato competente e aggiornato può utilizzare queste novità normative per massimizzare le possibilità di successo e salvaguardare il bene più prezioso del debitore: la sua casa.
In conclusione, affrontare un pignoramento immobiliare senza l’assistenza di un avvocato esperto è estremamente rischioso. Le conseguenze economiche e patrimoniali possono essere devastanti, ma con il supporto di un legale specializzato è possibile difendersi efficacemente, esercitare i propri diritti e trovare soluzioni che permettano di evitare la vendita della casa. Un avvocato non solo offre una difesa legale solida, ma rappresenta anche un alleato prezioso in un momento di grande vulnerabilità, garantendo che il debitore affronti la situazione con serenità e consapevolezza, mantenendo la propria casa e riducendo il peso del debito.
In tal senso, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).
Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).
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