Cosa Fare Dopo La Notifica Del Pignoramento Presso Terzi?

Dopo aver ricevuto la notifica di un pignoramento presso terzi, è fondamentale comprendere i passi successivi per gestire al meglio la situazione e difendere i propri diritti. Il pignoramento presso terzi è una procedura esecutiva attraverso la quale un creditore può rivalersi su somme o beni che il debitore possiede presso un soggetto terzo, come una banca o un datore di lavoro.

Ne parliamo con gli esperti di Studio Monardo, gli avvocati specializzazioni in cancellazione debiti e pignoramenti presso terzi.

Che cosa succede immediatamente dopo la notifica di un pignoramento presso terzi?

Dopo la notifica di un pignoramento presso terzi, si avvia una fase delicata che coinvolge tre parti: il debitore, il creditore e il terzo pignorato (spesso una banca o un datore di lavoro). La notifica segna l’inizio della procedura esecutiva, e da quel momento si sviluppano una serie di obblighi e azioni che devono essere rispettati da ciascuna delle parti coinvolte.

La prima conseguenza immediata è che il terzo pignorato diventa custode dei beni o delle somme oggetto di pignoramento. Questo significa che non può più disporre di quei beni in favore del debitore, ma deve congelarli e tenerli a disposizione fino a nuove istruzioni del giudice. Ad esempio, se il pignoramento riguarda un conto corrente, la banca bloccherà la somma indicata nell’atto e non consentirà al debitore di utilizzarla.

Il terzo ha anche l’obbligo di dichiarare al giudice, entro la data dell’udienza stabilita nell’atto, se effettivamente detiene beni o somme appartenenti al debitore. Questa dichiarazione è fondamentale per la procedura, poiché conferma se le somme pignorate sono disponibili e se possono essere assegnate al creditore. Se il terzo non fornisce la dichiarazione richiesta, rischia sanzioni legali e potrebbe essere considerato responsabile per l’importo pignorato anche se non ne è in possesso.

Dal punto di vista del debitore, la notifica implica che i beni o le somme pignorate non sono più nella sua disponibilità. In questa fase, il debitore deve considerare attentamente le sue opzioni. Può decidere di contestare il pignoramento se ritiene che sia stato eseguito in modo errato o se i beni pignorati sono impignorabili per legge (ad esempio, parti di stipendi o pensioni sono protette). In alternativa, il debitore può cercare di risolvere la situazione negoziando direttamente con il creditore o proponendo il pagamento del debito in forme diverse.

La notifica dà inoltre il via ai termini per l’iscrizione a ruolo della procedura da parte del creditore. Quest’ultimo ha 30 giorni per iscrivere il pignoramento presso il tribunale competente. Se il creditore non rispetta questo termine, il pignoramento diventa inefficace, e l’intera procedura esecutiva potrebbe essere annullata.

Infine, l’udienza è un passaggio chiave: è in quel momento che il giudice valuta le dichiarazioni delle parti e decide come proseguire. Il giudice può ordinare che le somme pignorate vengano assegnate al creditore, oppure può sospendere o annullare il pignoramento se emergono irregolarità o se il debitore presenta un’opposizione valida.

Riassunto per punti:

  • Il terzo pignorato diventa custode delle somme o beni del debitore e deve dichiarare al giudice cosa detiene.
  • Il debitore perde la disponibilità dei beni pignorati e può presentare opposizione o negoziare con il creditore.
  • Il creditore deve iscrivere il pignoramento a ruolo entro 30 giorni, pena l’inefficacia del pignoramento.
  • L’udienza è il momento in cui il giudice decide se assegnare le somme al creditore o sospendere il pignoramento in base alle dichiarazioni e alle eventuali opposizioni.

Quali sono i diritti del debitore riguardo l’opposizione al pignoramento?

Quando un debitore riceve la notifica di un pignoramento, ha il diritto di opporsi alla procedura esecutiva, utilizzando strumenti previsti dalla legge per tutelarsi da eventuali errori o abusi. L’opposizione al pignoramento è una delle principali armi di difesa del debitore e può essere presentata in diverse situazioni. Il debitore può contestare sia la legittimità del pignoramento sia l’esecuzione in sé, soprattutto quando ritiene che siano state violate norme procedurali o che siano stati pignorati beni che per legge non possono essere soggetti a esecuzione forzata.

Un primo diritto del debitore è quello di contestare la legittimità del titolo esecutivo su cui si basa il pignoramento. Questo può avvenire, ad esempio, quando il debito è già stato estinto o quando vi è stato un errore nel calcolo delle somme dovute. In questi casi, il debitore può fare opposizione per dimostrare che il pignoramento è infondato.

Un’altra possibilità per il debitore è fare opposizione sulla base della impignorabilità di alcuni beni. La legge italiana tutela determinate risorse, come una parte dello stipendio o della pensione, e il debitore può opporsi se il pignoramento coinvolge somme che rientrano in queste categorie. Anche i beni strumentali al lavoro del debitore possono essere protetti, e in questo caso l’opposizione mira a preservare la continuità dell’attività lavorativa del debitore.

Dal punto di vista procedurale, il debitore ha il diritto di contestare eventuali vizi formali nella procedura esecutiva. Ad esempio, un errore nella notifica dell’atto di pignoramento o un mancato rispetto dei termini legali può invalidare il pignoramento. L’opposizione per vizi formali richiede una conoscenza approfondita delle norme di procedura civile, ed è quindi consigliabile agire con l’assistenza di un avvocato esperto.

Il debitore ha inoltre la possibilità di chiedere una sospensione della procedura esecutiva. Questa richiesta viene presentata al giudice e può essere accolta quando il debitore dimostra che l’esecuzione del pignoramento sta causando un danno eccessivo o ingiustificato. La sospensione può essere concessa, ad esempio, quando il debitore dimostra che il pagamento è già avvenuto o che ci sono gravi irregolarità nella procedura.

Infine, il debitore ha il diritto di negoziare con il creditore, proponendo soluzioni alternative al pignoramento, come la rateizzazione del debito o un accordo di saldo e stralcio. Anche se non è una forma diretta di opposizione, la negoziazione può essere uno strumento efficace per evitare il pignoramento e risolvere la questione senza passare per il tribunale.

Riassunto per punti:

  • Il debitore può fare opposizione se il titolo esecutivo su cui si basa il pignoramento è illegittimo.
  • Può contestare il pignoramento per la impignorabilità di alcuni beni, come una parte dello stipendio o della pensione.
  • È possibile fare opposizione per vizi formali nella procedura esecutiva, come errori nella notifica.
  • Il debitore può chiedere al giudice la sospensione del pignoramento in presenza di danni eccessivi o irregolarità.
  • Il debitore può negoziare direttamente con il creditore per trovare soluzioni alternative, come una rateizzazione del debito o un accordo di saldo e stralcio.

Cosa succede durante l’udienza per pignoramento?

Durante l’udienza per pignoramento presso terzi, il giudice esamina le dichiarazioni presentate dalle parti coinvolte: il creditore, il debitore e il terzo pignorato (come una banca o un datore di lavoro). Questa udienza è cruciale perché è il momento in cui viene stabilito se i beni o le somme pignorate saranno assegnate al creditore per soddisfare il debito, oppure se vi sono elementi che giustificano la sospensione o l’annullamento del pignoramento.

Innanzitutto, il terzo pignorato deve presentare una dichiarazione al giudice, indicando se e quali beni o somme possiede per conto del debitore. Se il terzo non presenta la dichiarazione o se omette informazioni importanti, può essere ritenuto responsabile per l’importo pignorato, anche se non è realmente in possesso di quei beni. È quindi essenziale che il terzo rispetti questo obbligo e presenti tutte le informazioni richieste in modo accurato e tempestivo.

Il debitore, durante l’udienza, ha la possibilità di presentare opposizioni se ritiene che vi siano errori nella procedura o che siano stati pignorati beni impignorabili (come alcune parti dello stipendio o della pensione). L’opposizione può essere presentata anche per contestare la legittimità del pignoramento stesso, ad esempio se il debito è già stato saldato o se vi sono irregolarità nel titolo esecutivo.

Se durante l’udienza non emergono contestazioni rilevanti e il terzo conferma di detenere somme o beni del debitore, il giudice può procedere con l’assegnazione delle somme al creditore. In pratica, il giudice emette un’ordinanza che ordina al terzo di trasferire le somme pignorate al creditore fino a soddisfare il debito. Se invece vi sono contestazioni o se il terzo non collabora, il giudice può decidere di rinviare l’udienza per ulteriori approfondimenti o, in alcuni casi, può sospendere temporaneamente il pignoramento.

Per il creditore, l’udienza rappresenta il momento in cui può chiedere al giudice di confermare il pignoramento e di procedere all’assegnazione delle somme. È fondamentale che il creditore abbia presentato la documentazione necessaria in tempo, tra cui la nota di iscrizione a ruolo entro i 30 giorni dalla notifica del pignoramento. Se il creditore non rispetta questi termini, il pignoramento potrebbe essere dichiarato inefficace, con la conseguenza che l’intera procedura esecutiva dovrà essere ripetuta.

In conclusione, l’udienza per pignoramento è un momento cruciale in cui si decidono le sorti della procedura esecutiva. Le parti devono essere ben preparate e consapevoli delle proprie responsabilità e diritti.

Riassunto per punti:

  • Il terzo pignorato deve dichiarare al giudice se detiene beni o somme del debitore; se non lo fa, può essere ritenuto responsabile.
  • Il debitore può presentare opposizioni, contestando la legittimità del pignoramento o la pignorabilità dei beni.
  • Se non ci sono contestazioni, il giudice può procedere con l’assegnazione delle somme al creditore.
  • Il creditore deve rispettare i termini per l’iscrizione a ruolo della procedura; in caso contrario, il pignoramento può essere inefficace.
  • Il giudice può decidere di rinviare l’udienza se ci sono contestazioni o mancate dichiarazioni del terzo.

Quali sono le conseguenze per il terzo?

Il terzo pignorato ha obblighi importanti nella procedura. Se non rispetta l’obbligo di dichiarare le somme o i beni detenuti per conto del debitore, o se viola le disposizioni legali, può essere ritenuto responsabile verso il creditore e potrebbe essere costretto a risarcire i danni. Questo sottolinea l’importanza di una corretta gestione della notifica e della comunicazione tra il terzo, il debitore e il giudice.

Come difendersi efficacemente dopo la notifica di un pignoramento presso terzi?

Difendersi efficacemente dopo la notifica di un pignoramento presso terzi richiede un’azione rapida e strategica. Il debitore ha diversi strumenti legali a disposizione per proteggere i propri beni e contestare la procedura esecutiva, ma è fondamentale agire tempestivamente per evitare che il pignoramento si traduca nella perdita definitiva di somme o beni. Ecco i passi principali che possono essere seguiti per difendersi efficacemente:

Una delle prime azioni che il debitore può intraprendere è verificare la legittimità della procedura. È essenziale controllare che l’atto di pignoramento sia stato notificato correttamente e che i documenti richiesti (come il titolo esecutivo e l’atto di precetto) siano in regola. Se ci sono errori formali nella notifica, come la mancata consegna dell’atto al debitore o al terzo, il pignoramento potrebbe essere contestabile. In questi casi, il debitore può presentare un’opposizione agli atti esecutivi, che può portare all’annullamento o alla sospensione della procedura.

Un altro elemento da considerare riguarda la pignorabilità dei beni. La legge italiana protegge alcune categorie di beni, rendendoli impignorabili, o limitando la quota pignorabile. Ad esempio, lo stipendio o la pensione possono essere pignorati solo entro certi limiti, lasciando al debitore una somma minima per il suo sostentamento. Se il pignoramento ha colpito somme che rientrano nei limiti di impignorabilità, il debitore ha il diritto di opporsi. È possibile presentare una dichiarazione al giudice, dimostrando che le somme pignorate sono protette dalla legge e chiedendo la loro restituzione.

Un altro strumento efficace è la sospensione della procedura esecutiva. Il debitore può richiedere al giudice una sospensione temporanea del pignoramento, in presenza di circostanze particolari. Questa richiesta è particolarmente utile quando il debitore sta subendo un danno eccessivo a causa del pignoramento o quando vi sono vizi formali o sostanziali nella procedura. La sospensione offre un respiro temporaneo e consente al debitore di organizzare una strategia difensiva più ampia, magari cercando un accordo con il creditore.

Il debitore ha anche la possibilità di negoziare direttamente con il creditore. Un’opzione è quella di proporre un accordo di saldo e stralcio, in cui il debitore si impegna a pagare una parte del debito, in cambio della cancellazione del resto. Questa soluzione è particolarmente utile se il creditore è disposto a rinunciare a parte del credito per evitare lunghi processi esecutivi. La negoziazione può portare a una riduzione significativa dell’importo dovuto e, soprattutto, permette di evitare l’assegnazione forzata delle somme pignorate.

Per quanto riguarda il terzo pignorato, è fondamentale assicurarsi che rispetti i propri obblighi di custodia e dichiarazione. Se il terzo non collabora correttamente, il debitore può richiedere che il giudice intervenga per chiarire la situazione e, se necessario, per far valere i propri diritti. In alcuni casi, la responsabilità del terzo può essere decisiva, specialmente quando si tratta di somme di denaro o crediti in conto corrente.

Inoltre, la consulenza di un avvocato esperto in esecuzioni forzate è indispensabile per orientarsi tra le complesse norme che regolano i pignoramenti. Un legale specializzato può aiutare a individuare errori nella procedura, a presentare opposizioni tempestive e ben strutturate, e a negoziare accordi con i creditori. La legge offre numerose opportunità per tutelare i diritti del debitore, ma senza l’assistenza di un avvocato, il debitore potrebbe non essere in grado di sfruttarle appieno.

In sintesi, difendersi efficacemente dopo la notifica di un pignoramento presso terzi richiede un’azione rapida e ben pianificata. Verificare la legittimità del pignoramento, opporsi quando necessario, chiedere la sospensione della procedura e negoziare con il creditore sono tutte strategie che, se utilizzate correttamente, possono portare a risultati positivi per il debitore.

Riassunto per punti:

  • Verificare la legittimità della notifica e dei documenti (titolo esecutivo e precetto).
  • Contestare il pignoramento se ha colpito somme impignorabili (come parte dello stipendio o pensione).
  • Richiedere al giudice la sospensione temporanea della procedura in presenza di irregolarità o danni eccessivi.
  • Negoziare con il creditore un accordo di saldo e stralcio per evitare l’esecuzione forzata.
  • Monitorare che il terzo pignorato rispetti gli obblighi di custodia e dichiarazione.
  • Rivolgersi a un avvocato specializzato per presentare opposizioni e difendere i propri diritti in modo efficace.

Riassunto per punti:

  • Dopo la notifica del pignoramento, il terzo pignorato diventa custode delle somme o dei beni del debitore e deve dichiarare al giudice l’entità delle risorse detenute.
  • Il debitore può presentare opposizione al pignoramento, soprattutto se riguarda somme impignorabili o se ci sono vizi procedurali.
  • È possibile richiedere al giudice di sostituire i beni pignorati con una somma di denaro equivalente, con l’accordo del creditore.
  • L’udienza è il momento in cui il giudice esamina le dichiarazioni e decide come procedere con il pignoramento.
  • Il creditore deve iscrivere il pignoramento a ruolo entro 30 giorni dalla notifica, pena l’inefficacia del pignoramento.
  • Il terzo che non rispetta gli obblighi può essere ritenuto responsabile nei confronti del creditore.
  • Un avvocato esperto è essenziale per valutare la correttezza della procedura, presentare opposizioni e negoziare soluzioni alternative con il creditore.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Cancellazione Debiti e Pignoramenti Presso Terzi

Affrontare un pignoramento presso terzi è un momento di grande difficoltà per un debitore, non solo per le implicazioni finanziarie immediate, ma anche per il potenziale impatto a lungo termine sulla sua stabilità economica e personale. Il pignoramento presso terzi, infatti, consente al creditore di agire su beni o somme di denaro che il debitore possiede attraverso terzi (come conti correnti o crediti dovuti da altre persone o enti), bloccando tali risorse fino al soddisfacimento del debito. In una situazione così complessa, l’importanza di avere accanto un avvocato esperto in cancellazione di debiti e pignoramenti presso terzi non può essere sottovalutata.

Il pignoramento presso terzi si articola attraverso una serie di fasi che richiedono una conoscenza approfondita delle normative in vigore e una capacità di gestire i passaggi procedurali con precisione. Dal momento della notifica dell’atto di pignoramento, si innescano una serie di obblighi e scadenze che possono risultare difficili da gestire senza il supporto di un professionista. Un avvocato specializzato è in grado di assicurare che tutti i passaggi vengano rispettati, sia dal punto di vista formale che sostanziale, proteggendo così i diritti del debitore. In molti casi, errori procedurali commessi dai creditori o dal terzo pignorato possono costituire la base per fare opposizione al pignoramento, permettendo al debitore di ottenere una sospensione o addirittura l’annullamento della procedura.

Uno dei principali vantaggi di essere affiancati da un avvocato esperto è la sua capacità di analizzare la legittimità del pignoramento. Il debitore potrebbe non avere tutte le competenze necessarie per valutare se il titolo esecutivo su cui si basa il pignoramento è valido o se ci sono errori formali che possono renderlo inefficace. Ad esempio, la notifica dell’atto di pignoramento deve essere eseguita rispettando precise regole di procedura. Se la notifica non viene effettuata correttamente o se i tempi previsti non sono rispettati, l’intera procedura potrebbe essere viziata. Un avvocato esperto saprà riconoscere questi errori e presentare tempestivamente le dovute opposizioni, bloccando o sospendendo l’esecuzione del pignoramento.

Un altro aspetto importante è la difesa dei beni impignorabili. La legge italiana prevede che alcune somme o beni siano esenti da pignoramento, come ad esempio una parte dello stipendio o della pensione, che devono essere garantiti per consentire al debitore di mantenere un livello di vita dignitoso. Tuttavia, spesso i debitori non sono consapevoli di questi diritti o non sanno come farli valere nel contesto di un pignoramento presso terzi. Un avvocato esperto conosce queste eccezioni e può difendere efficacemente il debitore, dimostrando al giudice che le somme pignorate rientrano tra quelle protette dalla legge. Questo può portare alla restituzione delle somme pignorate o, nel caso di beni indispensabili per la vita quotidiana o per l’attività lavorativa, alla loro esenzione dal pignoramento.

La negoziazione con il creditore è un altro strumento fondamentale che un avvocato specializzato può utilizzare per difendere il debitore. Spesso, il creditore può essere disposto a trovare un accordo alternativo al pignoramento, soprattutto quando si tratta di debiti significativi o difficili da recuperare integralmente. Un avvocato esperto è in grado di condurre trattative efficaci per conto del debitore, proponendo ad esempio un accordo di saldo e stralcio, in cui il debitore paga una parte del debito in cambio della cancellazione della restante parte. Questo tipo di accordo consente al debitore di chiudere la questione senza subire ulteriori danni economici e senza passare attraverso una lunga e costosa procedura esecutiva.

La gestione delle tempistiche legali è un altro aspetto critico in cui un avvocato può fare la differenza. Dal momento in cui viene notificato l’atto di pignoramento, il creditore ha 30 giorni di tempo per iscrivere la procedura a ruolo presso il tribunale. Se non rispetta questo termine, il pignoramento diventa inefficace. Un avvocato esperto è in grado di monitorare attentamente queste scadenze e di assicurarsi che eventuali violazioni dei termini legali siano sfruttate a vantaggio del debitore. Inoltre, può presentare richieste di sospensione della procedura al giudice, quando ci sono elementi che giustificano una pausa temporanea o definitiva dell’esecuzione, come nel caso di irregolarità procedurali o di danni eccessivi al debitore.

Un avvocato esperto è anche in grado di difendere il debitore in udienza. Durante l’udienza di pignoramento presso terzi, il giudice esamina le dichiarazioni del terzo e decide se le somme pignorate debbano essere assegnate al creditore. Il debitore può presentare opposizioni e richiedere al giudice di non procedere all’assegnazione, soprattutto se vi sono somme impignorabili o se emergono vizi di procedura. Un avvocato specializzato in esecuzioni forzate sa come gestire questa fase cruciale, preparando una difesa solida e ben strutturata che possa convincere il giudice a sospendere o annullare il pignoramento.

Infine, un altro beneficio dell’avere un avvocato esperto al proprio fianco è l’assistenza continua che può offrire durante tutta la durata della procedura. Le esecuzioni forzate possono essere lunghe e complesse, e un debitore che cerca di gestire la situazione da solo rischia di commettere errori o di perdere opportunità di difesa. Un avvocato esperto, invece, è in grado di seguire l’intero processo, fornendo aggiornamenti costanti e adattando la strategia difensiva in base agli sviluppi del caso.

In conclusione, il pignoramento presso terzi è una procedura complessa che può avere conseguenze pesanti per il debitore. Tuttavia, con l’assistenza di un avvocato specializzato in cancellazione debiti e pignoramenti, il debitore ha a disposizione una serie di strumenti legali per difendere i propri diritti, contestare eventuali irregolarità e negoziare soluzioni alternative. La presenza di un legale competente non solo migliora le possibilità di successo nella difesa, ma consente anche al debitore di affrontare il processo con maggiore serenità e fiducia, sapendo di avere al proprio fianco un professionista preparato e determinato a proteggere i suoi interessi.

A tal riguardo, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

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Giuseppe Monardo

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