Quando Un Decreto Ingiuntivo Non È Valido?

Il decreto ingiuntivo è uno strumento legale fondamentale nel sistema giudiziario italiano, regolato dagli articoli 633 e seguenti del Codice di Procedura Civile, che consente ai creditori di ottenere rapidamente un ordine di pagamento nei confronti dei debitori. Tuttavia, non tutti i decreti ingiuntivi emessi dai tribunali sono necessariamente validi. Ci sono diverse circostanze in cui un decreto ingiuntivo può essere invalidato, e comprenderle è essenziale sia per i creditori che per i debitori.

La validità di un decreto ingiuntivo dipende dalla correttezza delle procedure seguite e dalla completezza delle prove presentate dal creditore. Ad esempio, il decreto deve essere basato su prove documentali sufficienti e inoppugnabili che dimostrino chiaramente l’esistenza del credito. Queste prove possono includere fatture non pagate, contratti sottoscritti, riconoscimenti di debito e altre documentazioni rilevanti. Se il creditore non riesce a fornire prove adeguate, il giudice può rifiutarsi di emettere il decreto ingiuntivo, o, se già emesso, questo può essere successivamente annullato su opposizione del debitore.

Un altro elemento cruciale per la validità di un decreto ingiuntivo è la correttezza procedurale. Il processo di emissione di un decreto ingiuntivo richiede che il creditore segua rigorosamente le procedure stabilite dalla legge. Questo include la corretta compilazione della domanda, la presentazione delle prove necessarie e la notifica del decreto al debitore entro i termini stabiliti. La mancata osservanza di qualsiasi passaggio procedurale può portare all’invalidazione del decreto. Ad esempio, se il decreto non viene notificato al debitore entro 60 giorni dall’emissione, come previsto dall’articolo 644 del Codice di Procedura Civile, esso perde automaticamente efficacia.

I diritti del debitore giocano un ruolo significativo nella valutazione della validità di un decreto ingiuntivo. Un decreto emesso in violazione dei diritti del debitore, come la mancata possibilità di presentare le proprie difese, può essere considerato non valido. Inoltre, se il debitore può dimostrare che il credito è contestato o inesistente, può presentare opposizione al decreto ingiuntivo. Questo può includere situazioni in cui il debito è stato già pagato, o dove esistono errori nei calcoli dell’importo dovuto.

Un caso tipico di invalidazione di un decreto ingiuntivo riguarda la prescrizione del credito. Secondo l’articolo 2946 del Codice Civile, il termine di prescrizione ordinaria per i diritti di credito è di dieci anni, ma ci sono casi in cui termini più brevi si applicano. Se il credito vantato dal creditore è prescritto, il debitore può opporsi al decreto ingiuntivo e chiederne l’annullamento. La prescrizione del credito significa che il diritto del creditore di esigere il pagamento è decaduto a causa del trascorrere del tempo, e pertanto, il decreto ingiuntivo basato su tale credito non è valido.

Gli errori materiali e formali nei documenti presentati possono anche invalidare un decreto ingiuntivo. Ad esempio, errori nei calcoli dell’importo del debito, omissioni di dettagli cruciali nelle fatture o nei contratti, o discrepanze tra le somme richieste e quelle effettivamente dovute, possono portare il giudice a rivedere o annullare il decreto ingiuntivo. Inoltre, la presentazione di prove falsificate o alterate può non solo invalidare il decreto, ma anche portare a conseguenze legali gravi per il creditore, inclusi procedimenti penali per frode.

Un’altra circostanza che può rendere non valido un decreto ingiuntivo è la violazione delle norme sull’usura. Secondo l’articolo 644 del Codice Penale e la legge 108/1996, se gli interessi richiesti superano i limiti legali, il credito può essere considerato usurario e quindi nullo. In tali casi, il debitore può sollevare l’eccezione di usura e chiedere l’annullamento del decreto ingiuntivo.

La validità di un decreto ingiuntivo può essere influenzata anche dalla natura del credito. Esistono tipologie di crediti che, per legge, non possono essere soggetti a decreto ingiuntivo. Ad esempio, i crediti che derivano da obbligazioni naturali o quelli che non sono liquidi ed esigibili al momento della richiesta non possono essere validamente perseguiti tramite un decreto ingiuntivo.

Il ruolo dell’avvocato è cruciale in tutto questo processo. Un avvocato esperto in opposizione a decreti ingiuntivi può identificare tempestivamente eventuali irregolarità o vizi che rendono il decreto ingiuntivo non valido. L’avvocato può inoltre guidare il debitore nella raccolta delle prove necessarie per supportare l’opposizione, redigere l’atto di citazione e rappresentare il debitore in tutte le udienze in tribunale. L’esperienza e la competenza legale dell’avvocato possono fare una differenza significativa nell’esito del caso, garantendo che i diritti del debitore siano adeguatamente protetti.

In conclusione, un decreto ingiuntivo può essere considerato non valido in diverse circostanze, tra cui documentazione insufficiente, errori procedurali, crediti contestati o inesistenti, violazione dei diritti del debitore, prescrizione del credito, errori materiali e formali nei documenti, violazione delle norme sull’usura e natura del credito non idonea. È essenziale per i debitori comprendere i loro diritti e le possibili vie di opposizione per evitare le gravi conseguenze legali di un decreto ingiuntivo esecutivo. L’assistenza di un avvocato esperto è fondamentale per navigare nel complesso sistema giudiziario, presentare un’opposizione efficace e proteggere i propri diritti.

Ma andiamo nei dettagli con domande e risposte.

Cos’è un decreto ingiuntivo?

Un decreto ingiuntivo è un provvedimento emesso da un giudice su richiesta di un creditore che impone al debitore di pagare una somma di denaro, consegnare beni specifici o soddisfare altre obbligazioni entro un termine stabilito. Questo strumento legale è disciplinato dagli articoli 633 e seguenti del Codice di Procedura Civile italiano e viene utilizzato per accelerare il recupero dei crediti quando il creditore ha prove documentali sufficienti, come fatture non pagate, contratti o riconoscimenti di debito.

Quali sono i requisiti per l’emissione di un decreto ingiuntivo?

Per ottenere un decreto ingiuntivo, il creditore deve presentare una richiesta al tribunale competente, fornendo prove documentali che dimostrino l’esistenza del credito. Queste prove possono includere fatture non pagate, contratti sottoscritti, riconoscimenti di debito e altre documentazioni rilevanti. Il giudice esamina la documentazione presentata e, se la ritiene sufficiente, emette il decreto ingiuntivo. La domanda deve contenere tutti gli elementi necessari a provare il credito, inclusi dettagli come l’importo del debito, la data di scadenza e le condizioni del pagamento.

Quando un decreto ingiuntivo non è valido?

Un decreto ingiuntivo può essere considerato non valido per vari motivi, e riconoscerli è fondamentale per proteggere i diritti del debitore. La validità di un decreto ingiuntivo dipende dalla corretta applicazione delle procedure legali e dalla sufficienza delle prove presentate dal creditore.

Un decreto ingiuntivo è un ordine emesso da un giudice su richiesta di un creditore, che impone al debitore di pagare una somma di denaro, consegnare beni specifici o soddisfare altre obbligazioni entro un termine stabilito. Questo strumento legale, regolato dagli articoli 633 e seguenti del Codice di Procedura Civile italiano, consente ai creditori di ottenere rapidamente un titolo esecutivo senza dover affrontare un lungo processo giudiziario. Tuttavia, per ottenere un decreto ingiuntivo, il creditore deve presentare una domanda al tribunale competente, fornendo prove documentali sufficienti del credito vantato. Queste prove possono includere fatture non pagate, contratti sottoscritti, riconoscimenti di debito e altre documentazioni rilevanti.

La validità di un decreto ingiuntivo può essere compromessa se le prove presentate dal creditore non sono sufficienti o se ci sono errori procedurali. Ad esempio, se le fatture non sono adeguatamente dettagliate o se mancano contratti firmati che confermino il debito, il decreto ingiuntivo può essere annullato. Inoltre, errori nella procedura di richiesta o notifica del decreto ingiuntivo possono invalidarlo. Questo include errori nella compilazione della domanda, nella presentazione delle prove o nella notifica al debitore. La mancata notifica entro i termini stabiliti può rendere il decreto inefficace.

I diritti del debitore giocano un ruolo significativo nella valutazione della validità di un decreto ingiuntivo. Un decreto emesso in violazione dei diritti del debitore, come la mancata possibilità di presentare le proprie difese, può essere considerato non valido. Se il debitore può dimostrare che il credito è contestato o inesistente, può presentare opposizione al decreto ingiuntivo. Questo può includere situazioni in cui il debito è stato già pagato, o dove esistono errori nei calcoli dell’importo dovuto.

La prescrizione del credito è un altro fattore che può invalidare un decreto ingiuntivo. Secondo l’articolo 2946 del Codice Civile, il termine di prescrizione ordinaria per i diritti di credito è di dieci anni, ma ci sono casi in cui termini più brevi si applicano. Se il credito vantato dal creditore è prescritto, il debitore può opporsi al decreto ingiuntivo e chiederne l’annullamento. La prescrizione del credito significa che il diritto del creditore di esigere il pagamento è decaduto a causa del trascorrere del tempo, e pertanto, il decreto ingiuntivo basato su tale credito non è valido.

Gli errori materiali e formali nei documenti presentati possono anche invalidare un decreto ingiuntivo. Ad esempio, errori nei calcoli dell’importo del debito, omissioni di dettagli cruciali nelle fatture o nei contratti, o discrepanze tra le somme richieste e quelle effettivamente dovute, possono portare il giudice a rivedere o annullare il decreto ingiuntivo. Inoltre, la presentazione di prove falsificate o alterate può non solo invalidare il decreto, ma anche portare a conseguenze legali gravi per il creditore, inclusi procedimenti penali per frode.

Un’altra circostanza che può rendere non valido un decreto ingiuntivo è la violazione delle norme sull’usura. Secondo l’articolo 644 del Codice Penale e la legge 108/1996, se gli interessi richiesti superano i limiti legali, il credito può essere considerato usurario e quindi nullo. In tali casi, il debitore può sollevare l’eccezione di usura e chiedere l’annullamento del decreto ingiuntivo.

La natura del credito è un altro aspetto cruciale. Esistono tipologie di crediti che, per legge, non possono essere soggetti a decreto ingiuntivo. Ad esempio, i crediti che derivano da obbligazioni naturali o quelli che non sono liquidi ed esigibili al momento della richiesta non possono essere validamente perseguiti tramite un decreto ingiuntivo.

Il ruolo dell’avvocato è cruciale in tutto questo processo. Un avvocato esperto in opposizione a decreti ingiuntivi può identificare tempestivamente eventuali irregolarità o vizi che rendono il decreto ingiuntivo non valido. L’avvocato può inoltre guidare il debitore nella raccolta delle prove necessarie per supportare l’opposizione, redigere l’atto di citazione e rappresentare il debitore in tutte le udienze in tribunale. L’esperienza e la competenza legale dell’avvocato possono fare una differenza significativa nell’esito del caso, garantendo che i diritti del debitore siano adeguatamente protetti.

Esempi pratici di decreti ingiuntivi invalidati includono:

  • Documentazione insufficiente: Un imprenditore richiede un decreto ingiuntivo per il pagamento di alcune fatture. Tuttavia, le fatture presentate non contenevano sufficienti dettagli e il debitore contestava alcuni importi. Il giudice ha invalidato il decreto ingiuntivo per mancanza di prove adeguate.
  • Errori procedurali: Un creditore presenta una domanda di decreto ingiuntivo, ma commette errori nella compilazione della documentazione e nella notifica al debitore. Il debitore presenta opposizione e il giudice annulla il decreto ingiuntivo per errori procedurali.
  • Crediti contestati: Un debitore riceve un decreto ingiuntivo per un debito che aveva già saldato. Presenta prove del pagamento al tribunale, che annulla il decreto ingiuntivo riconoscendo che il credito non esisteva più.
  • Violazione dei diritti del debitore: Un decreto ingiuntivo viene emesso senza che il debitore abbia avuto l’opportunità di presentare le proprie argomentazioni. Il debitore presenta opposizione sostenendo che i suoi diritti di difesa sono stati violati e il giudice annulla il decreto.

In conclusione, un decreto ingiuntivo può essere considerato non valido in diverse circostanze, tra cui documentazione insufficiente, errori procedurali, crediti contestati o inesistenti, violazione dei diritti del debitore, prescrizione del credito, errori materiali e formali nei documenti, violazione delle norme sull’usura e natura del credito non idonea. È essenziale per i debitori comprendere i loro diritti e le possibili vie di opposizione per evitare le gravi conseguenze legali di un decreto ingiuntivo esecutivo. L’assistenza di un avvocato esperto è fondamentale per navigare nel complesso sistema giudiziario, presentare un’opposizione efficace e proteggere i propri diritti.

Come si presenta opposizione a un decreto ingiuntivo non valido?

Presentare opposizione a un decreto ingiuntivo non valido richiede una serie di passaggi ben definiti e l’assistenza di un avvocato esperto. Ecco come procedere passo per passo:

Quando ricevi un decreto ingiuntivo che ritieni non valido, la prima cosa da fare è consultare immediatamente un avvocato esperto in opposizione a decreti ingiuntivi. L’avvocato valuterà la situazione per identificare eventuali errori procedurali, insufficienze documentali o altre irregolarità che possono invalidare il decreto.

Il prossimo passo è raccogliere tutta la documentazione necessaria per supportare l’opposizione. Questo può includere contratti, fatture, ricevute di pagamento, corrispondenza con il creditore e qualsiasi altra prova che dimostri l’infondatezza del credito vantato. La qualità e la completezza delle prove sono fondamentali per costruire una difesa solida.

L’avvocato redigerà quindi un atto di citazione, che è il documento formale con cui si contesta il decreto ingiuntivo. Questo atto deve essere presentato presso il tribunale competente entro 40 giorni dalla notifica del decreto. L’atto di citazione deve contenere una descrizione dettagliata dei motivi dell’opposizione, supportata dalle prove raccolte. Ad esempio, se il decreto è stato emesso sulla base di fatture non pagate ma il debitore può dimostrare che il pagamento è stato effettuato, queste prove devono essere incluse nell’atto di citazione.

Dopo aver redatto l’atto di citazione, questo deve essere notificato al creditore tramite un ufficiale giudiziario o un servizio di posta certificata. Questo passo è cruciale per informare formalmente il creditore dell’opposizione.

Il tribunale fisserà un’udienza durante la quale il debitore e il suo avvocato possono presentare le proprie argomentazioni e prove. Durante l’udienza, l’avvocato rappresenterà il debitore, esponendo le ragioni dell’opposizione e presentando le prove raccolte. L’obiettivo è convincere il giudice dell’infondatezza del credito vantato dal creditore.

Il giudice esaminerà le prove presentate e ascolterà le argomentazioni di entrambe le parti. Dopo l’udienza, il giudice prenderà una decisione sull’opposizione. Se l’opposizione viene accolta, il decreto ingiuntivo può essere annullato o modificato in base alle prove presentate. Questo può comportare la riduzione dell’importo dovuto o altre modifiche favorevoli al debitore. Se, invece, l’opposizione viene respinta, il decreto ingiuntivo diventa esecutivo e il creditore può avviare azioni esecutive per recuperare il credito.

In caso di mancato pagamento del debito, le informazioni relative ai procedimenti esecutivi possono essere registrate nelle banche dati dei cattivi pagatori, influenzando negativamente il profilo creditizio del debitore e rendendo difficile ottenere credito in futuro. Anche in questa fase, un avvocato esperto può essere di grande aiuto. L’avvocato può assistere nella gestione delle azioni esecutive, cercando di negoziare un accordo con il creditore per evitare la vendita forzata dei beni o il blocco dei conti bancari. Inoltre, può fornire consulenza su come proteggere i propri beni e gestire le proprie finanze per evitare ulteriori problemi in futuro.

Un avvocato esperto in opposizione a decreti ingiuntivi non solo difende il debitore nel singolo caso, ma può anche fornire consulenza su come evitare future problematiche simili. Questo può includere consigli su come gestire meglio le proprie finanze, mantenere una documentazione adeguata e rispondere efficacemente ai creditori. Tale consulenza preventiva può essere fondamentale per migliorare la stabilità finanziaria a lungo termine del debitore.

Riassunto per punti:

  • Consultare immediatamente un avvocato esperto.
  • Raccogliere tutta la documentazione pertinente per supportare l’opposizione.
  • Redigere e presentare l’atto di citazione al tribunale competente entro 40 giorni.
  • Notificare l’atto di citazione al creditore tramite un ufficiale giudiziario o un servizio di posta certificata.
  • Prepararsi per l’udienza raccogliendo ulteriori prove e preparando le argomentazioni.
  • Partecipare all’udienza con l’avvocato, presentando le prove e le argomentazioni.
  • Attendere la decisione del giudice.
  • Se l’opposizione viene accolta, il decreto può essere annullato o modificato. Se respinta, diventa esecutivo e possono essere avviate azioni esecutive.

Seguendo questi passaggi in modo tempestivo e accurato, il debitore può aumentare significativamente le possibilità di successo nell’opposizione a un decreto ingiuntivo, proteggendo i propri diritti e minimizzando le conseguenze legali e finanziarie.

Cosa succede se l’opposizione viene accolta?

Se l’opposizione viene accolta, il decreto ingiuntivo può essere annullato o modificato dal giudice. Questo può significare che il debitore non è più obbligato a pagare l’importo richiesto o che l’importo viene ridotto. Il giudice può anche decidere che il creditore deve fornire ulteriori prove o che il caso deve essere risolto tramite un processo ordinario.

Esempi di casi in cui un decreto ingiuntivo è stato invalidato

  • Documentazione insufficiente: Un imprenditore richiede un decreto ingiuntivo per il pagamento di alcune fatture. Tuttavia, le fatture presentate non contenevano sufficienti dettagli e il debitore contestava alcuni importi. Il giudice ha invalidato il decreto ingiuntivo per mancanza di prove adeguate.
  • Errori procedurali: Un creditore presenta una domanda di decreto ingiuntivo, ma commette errori nella compilazione della documentazione e nella notifica al debitore. Il debitore presenta opposizione e il giudice annulla il decreto ingiuntivo per errori procedurali.
  • Crediti contestati: Un debitore riceve un decreto ingiuntivo per un debito che aveva già saldato. Presenta prove del pagamento al tribunale, che annulla il decreto ingiuntivo riconoscendo che il credito non esisteva più.
  • Violazione dei diritti del debitore: Un decreto ingiuntivo viene emesso senza che il debitore abbia avuto l’opportunità di presentare le proprie argomentazioni. Il debitore presenta opposizione sostenendo che i suoi diritti di difesa sono stati violati e il giudice annulla il decreto.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Opposizione a Decreti Ingiuntivi

Affrontare un decreto ingiuntivo può essere una sfida complessa e stressante, con gravi conseguenze legali e finanziarie se non gestito correttamente. Un decreto ingiuntivo è un provvedimento giudiziario che impone al debitore di pagare una somma di denaro o di soddisfare altre obbligazioni entro un termine specifico. Quando ricevi un decreto ingiuntivo, è fondamentale agire rapidamente e con precisione per evitare che diventi esecutivo, con conseguente pignoramento di beni, blocco dei conti bancari e trattenute sullo stipendio o sulla pensione.

Avere al proprio fianco un avvocato esperto in opposizione a decreti ingiuntivi è cruciale per navigare nel complesso sistema giudiziario e proteggere i propri diritti. Un avvocato esperto può identificare tempestivamente eventuali errori procedurali o sostanziali nel decreto ingiuntivo che possono renderlo non valido. Questo include la valutazione delle prove presentate dal creditore, la verifica della corretta applicazione delle procedure legali e l’identificazione di eventuali violazioni dei diritti del debitore.

Una delle prime azioni che un avvocato intraprende è l’esame dettagliato della documentazione fornita dal creditore. Questa documentazione può includere contratti, fatture, ricevute di pagamento e corrispondenza. L’avvocato valuta se queste prove sono sufficienti e adeguate a supportare il credito vantato dal creditore. Se ci sono lacune nella documentazione o se le prove presentate sono insufficienti, l’avvocato può costruire una difesa solida basata su queste insufficienze.

Il ruolo dell’avvocato è essenziale anche nella raccolta e presentazione delle prove a sostegno dell’opposizione. Questo può includere la raccolta di documenti che dimostrano il pagamento del debito, errori nei calcoli dell’importo dovuto o altre discrepanze che possono invalidare il decreto ingiuntivo. L’avvocato prepara l’atto di citazione, che deve essere presentato al tribunale competente entro 40 giorni dalla notifica del decreto, e si assicura che tutte le procedure legali siano seguite correttamente per evitare ulteriori complicazioni.

Durante l’udienza in tribunale, l’avvocato rappresenta il debitore, presentando le prove e le argomentazioni legali in modo chiaro e convincente. L’obiettivo è dimostrare al giudice che il decreto ingiuntivo è stato emesso senza una base legale sufficiente, che ci sono stati errori procedurali o che il credito è inesistente o contestato. L’avvocato utilizza la sua esperienza e competenza legale per difendere i diritti del debitore e ottenere l’annullamento o la modifica del decreto ingiuntivo.

Oltre alla difesa legale, un avvocato esperto può negoziare con il creditore per cercare di raggiungere un accordo di pagamento favorevole. Spesso, i creditori sono disposti a negoziare per evitare ulteriori spese legali e tempi di attesa. Un avvocato può mediare per ottenere condizioni di pagamento più favorevoli, come la riduzione dell’importo dovuto o la dilazione dei pagamenti. Questo approccio può evitare le azioni esecutive e ridurre l’impatto finanziario sul debitore.

Un altro aspetto cruciale dell’assistenza legale è la consulenza preventiva. Un avvocato esperto in opposizione a decreti ingiuntivi non solo difende il debitore nel singolo caso, ma può anche fornire consulenza su come evitare future problematiche simili. Questo può includere consigli su come gestire meglio le proprie finanze, mantenere una documentazione adeguata e rispondere efficacemente ai creditori. Tale consulenza preventiva può essere fondamentale per migliorare la stabilità finanziaria a lungo termine del debitore.

Le conseguenze di un decreto ingiuntivo esecutivo possono essere devastanti. Oltre al pignoramento di beni mobili e immobili, il blocco dei conti bancari e la trattenuta dello stipendio o della pensione, il debitore può vedere compromessa la propria capacità di ottenere credito in futuro. Le informazioni relative ai procedimenti esecutivi possono essere registrate nelle banche dati dei cattivi pagatori, influenzando negativamente il profilo creditizio del debitore e rendendo difficile ottenere prestiti, mutui o altre forme di credito.

Affrontare queste situazioni senza il supporto di un avvocato esperto può essere estremamente difficile e stressante. La presenza di un avvocato offre non solo competenza legale, ma anche supporto emotivo. Avere un professionista al proprio fianco che conosce il sistema giudiziario e può offrire consigli pratici e rassicurazioni può alleviare parte della pressione e permettere al debitore di concentrarsi sulle strategie di difesa.

In conclusione, l’importanza di avere al proprio fianco un avvocato esperto in opposizione a decreti ingiuntivi non può essere sottovalutata. La competenza legale, la capacità di negoziazione, la gestione delle procedure e il supporto emotivo offerti da un avvocato qualificato sono indispensabili per affrontare con successo un decreto ingiuntivo. Investire in una difesa legale solida non solo aumenta le probabilità di un esito favorevole nel caso specifico, ma contribuisce anche a proteggere e migliorare la situazione finanziaria e legale del debitore nel lungo termine.

Affrontare un decreto ingiuntivo senza l’assistenza di un avvocato esperto può essere rischioso e controproducente. Gli avvocati specializzati in cancellazione debiti offrono competenze essenziali per valutare, negoziare e risolvere situazioni di indebitamento, garantendo che i diritti del debitore siano protetti e che le procedure siano gestite in modo efficace e conforme alla legge. La loro esperienza e competenza possono fare la differenza tra il recupero finanziario e il fallimento, rendendo il loro supporto indispensabile per chiunque si trovi in difficoltà finanziarie.

Da questo punto di vista, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

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Giuseppe Monardo

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