Come Fare Per Non Farsi Togliere Nulla In Caso Di Pignoramento?

Affrontare un pignoramento può essere un’esperienza estremamente stressante e complessa. Il pignoramento è una procedura esecutiva che consente al creditore di recuperare i propri crediti attraverso l’espropriazione forzata dei beni del debitore. Questo processo è regolato dal Codice di Procedura Civile italiano, che stabilisce le modalità e i limiti di questa azione. Tuttavia, esistono diverse strategie legali e pratiche che un debitore può adottare per proteggere i propri beni e ridurre al minimo l’impatto del pignoramento.

La prima linea di difesa contro il pignoramento è comprendere quali beni sono impignorabili secondo la legge italiana. L’articolo 514 del Codice di Procedura Civile elenca dettagliatamente i beni che non possono essere pignorati. Tra questi rientrano gli indumenti, i letti, la biancheria, gli utensili necessari per il lavoro del debitore, purché non abbiano valore eccedente i limiti dell’essenziale. Anche i beni alimentari necessari per il sostentamento del debitore e della sua famiglia per un mese, gli animali domestici e i medicinali sono impignorabili. Inoltre, le pensioni di invalidità e altri sussidi di natura assistenziale non possono essere pignorati. Comprendere questi limiti è fondamentale per sapere quali beni sono protetti dalla legge e non possono essere espropriati.


Una delle strategie più comuni per proteggere i beni immobili è trasferirne la proprietà a un familiare di fiducia tramite una donazione o una vendita prima dell’avvio della procedura esecutiva. Tuttavia, questa operazione deve essere effettuata con grande cautela. Secondo l’articolo 2901 del Codice Civile, il creditore può impugnare tali atti se vengono considerati come atti in frode ai creditori. La legge permette al creditore di chiedere l’annullamento degli atti di disposizione del patrimonio del debitore effettuati con lo scopo di pregiudicare i diritti dei creditori. Pertanto, è essenziale che tali trasferimenti siano motivati da ragioni reali e non solo dalla volontà di sottrarre i beni ai creditori.

In caso di pignoramento del conto corrente, il debitore deve agire rapidamente. È cruciale verificare se sul conto vi siano somme impignorabili, come stipendi, pensioni o altri sussidi. L’articolo 545 del Codice di Procedura Civile stabilisce che una parte dello stipendio o della pensione può essere pignorata, ma non può superare una certa percentuale, generalmente un quinto del netto mensile. Inoltre, i depositi di importo inferiore a tre volte l’assegno sociale sono impignorabili. Per esempio, se il debitore può dimostrare che le somme presenti sul conto rientrano nelle categorie di somme impignorabili, può ottenere lo sblocco parziale o totale del conto corrente.

Un’altra strategia per proteggere i beni è la costituzione di un fondo patrimoniale, come previsto dagli articoli 167 e seguenti del Codice Civile. Questo strumento consente di destinare determinati beni immobili, mobili registrati o titoli di credito al soddisfacimento dei bisogni della famiglia. I beni inclusi nel fondo patrimoniale non possono essere pignorati per debiti che non riguardano i bisogni della famiglia. Tuttavia, il fondo patrimoniale deve essere costituito in tempi non sospetti, poiché la sua costituzione in prossimità dell’insorgenza di debiti potrebbe essere considerata un atto in frode ai creditori.

È anche possibile proteggere i beni attraverso la donazione a terzi, che deve essere fatta con attenzione per evitare che il creditore possa impugnare l’atto come atto in frode ai creditori. La donazione deve essere motivata da ragioni reali e non dalla semplice volontà di sottrarre i beni ai creditori. Ad esempio, donare un immobile a un familiare stretto, come un figlio, può essere una strategia efficace, purché sia giustificata da motivazioni legittime e avvenga in un contesto che non lasci spazio a interpretazioni di frode.

Quando si riceve un atto di pignoramento, è possibile opporsi presentando un’opposizione formale al giudice. Le opposizioni possono essere di due tipi: opposizione all’esecuzione e opposizione agli atti esecutivi. L’opposizione all’esecuzione, regolata dagli articoli 615 e 616 del Codice di Procedura Civile, è possibile quando si contesta il diritto del creditore di procedere all’esecuzione forzata. Questo può avvenire, ad esempio, se il debito è già stato saldato o se è prescritto. L’opposizione agli atti esecutivi, disciplinata dall’articolo 617 del Codice di Procedura Civile, riguarda invece i vizi formali degli atti del processo esecutivo, come errori nella notifica dell’atto di pignoramento. Entrambe le opposizioni devono essere presentate entro termini specifici e richiedono la consulenza di un avvocato esperto per essere efficaci.

Le tempistiche per l’opposizione al pignoramento variano a seconda del tipo di opposizione. L’opposizione all’esecuzione deve essere presentata prima che il giudice dell’esecuzione disponga la vendita o l’assegnazione dei beni pignorati. L’opposizione agli atti esecutivi deve essere presentata entro venti giorni dalla notifica dell’atto che si intende contestare. Questi termini sono perentori, il che significa che se non vengono rispettati, l’opposizione non può essere accolta. Pertanto, è essenziale consultare un avvocato esperto immediatamente dopo aver ricevuto l’atto di pignoramento per valutare la situazione e preparare l’opposizione nei tempi previsti.

Negoziare con il creditore è spesso un’opzione valida per evitare il pignoramento. Molti creditori preferiscono trovare un accordo piuttosto che procedere con il pignoramento, che può essere lungo e costoso. La negoziazione può portare a un piano di rientro del debito con pagamenti rateali o una riduzione dell’importo totale dovuto, conosciuta come saldo e stralcio. La negoziazione può avvenire direttamente tra debitore e creditore, ma è spesso più efficace se gestita da un avvocato o un mediatore esperto, che può presentare proposte realistiche e accettabili per entrambe le parti.

Ignorare un pignoramento può avere conseguenze gravi. Se il debitore non prende provvedimenti per opporsi o negoziare con il creditore, il processo esecutivo procede, portando alla vendita dei beni pignorati. Questo può comportare la perdita di beni di valore e ulteriori costi legali. Inoltre, il mancato pagamento del debito può portare a segnalazioni negative nelle banche dati dei cattivi pagatori, influenzando negativamente la capacità del debitore di ottenere credito in futuro. È quindi fondamentale affrontare il pignoramento con serietà e tempestività, cercando l’assistenza di un avvocato esperto per valutare le opzioni disponibili e agire di conseguenza.

Per esempio, un debitore con un pignoramento sul proprio conto corrente potrebbe scoprire che parte delle somme sul conto sono relative a sussidi di disoccupazione, che sono impignorabili. L’avvocato del debitore può presentare al giudice la prova che le somme sono impignorabili, ottenendo così lo sblocco del conto. In un altro caso, un debitore potrebbe ricevere un atto di pignoramento su un immobile e, prima della vendita all’asta, negoziare con il creditore un accordo di saldo e stralcio, riuscendo a ridurre il debito e mantenere il proprio immobile.

In sintesi, affrontare un pignoramento richiede una strategia ben pianificata e la conoscenza delle leggi pertinenti. Comprendere quali beni sono impignorabili, adottare misure preventive come la costituzione di un fondo patrimoniale o la donazione dei beni, e essere pronti a negoziare o presentare opposizioni formali sono tutti passi essenziali per proteggere i propri beni. L’assistenza di un avvocato esperto è fondamentale per navigare le complessità del processo e garantire che i diritti del debitore siano protetti in ogni fase.

Ma andiamo nei dettagli con domande e risposte.

Cos’è un pignoramento e come funziona?

Il pignoramento è una procedura esecutiva che consente al creditore di soddisfare il proprio credito attraverso l’espropriazione forzata dei beni del debitore. Questa procedura è regolata dal Codice di Procedura Civile italiano e viene avviata solo dopo che il creditore ha ottenuto un titolo esecutivo, come una sentenza o un decreto ingiuntivo. Il pignoramento può riguardare beni mobili, immobili o crediti del debitore detenuti da terzi. Una volta notificato l’atto di pignoramento, il debitore ha un termine per adempiere al pagamento del debito. Se non adempie, i beni pignorati possono essere venduti all’asta per soddisfare il credito.

Quali beni sono impignorabili?

In Italia, la legge stabilisce specifiche categorie di beni che sono considerati impignorabili, cioè che non possono essere espropriati durante una procedura di pignoramento. Queste disposizioni sono cruciali per garantire che i debitori mantengano il minimo indispensabile per condurre una vita dignitosa e per continuare a svolgere la propria attività lavorativa. L’articolo 514 del Codice di Procedura Civile elenca dettagliatamente quali beni sono impignorabili.

Gli indumenti e la biancheria necessari al debitore e ai membri della sua famiglia non possono essere pignorati. Questo include vestiti, scarpe e altri articoli personali di uso quotidiano. Anche i letti e gli altri mobili indispensabili per il riposo della famiglia, come materassi e cuscini, sono protetti dalla legge. Gli utensili necessari per il lavoro del debitore, come strumenti di lavoro e attrezzature professionali, sono considerati impignorabili, purché non abbiano un valore eccedente i limiti dell’essenziale. Ad esempio, un artigiano può conservare i suoi attrezzi di lavoro fondamentali per continuare a svolgere la propria professione.

I beni alimentari necessari per il sostentamento del debitore e della sua famiglia per un mese sono impignorabili. Questo garantisce che, anche in caso di pignoramento, il debitore non sia privato del cibo necessario per vivere. Allo stesso modo, i medicinali necessari per le cure mediche del debitore e della sua famiglia sono protetti dalla legge. Gli animali domestici, che non sono detenuti per fini produttivi ma per compagnia, non possono essere pignorati.

Le somme ricevute a titolo di sussidi di natura assistenziale, come le pensioni di invalidità, non possono essere oggetto di pignoramento. L’articolo 545 del Codice di Procedura Civile specifica che le pensioni, gli stipendi e le altre retribuzioni possono essere pignorate solo entro certi limiti. In particolare, è possibile pignorare solo una parte dello stipendio o della pensione, solitamente un quinto del netto mensile. Inoltre, le somme depositate su un conto corrente che non superano tre volte l’assegno sociale sono impignorabili.

Riassunto per punti:

  • Indumenti e biancheria necessari al debitore e alla sua famiglia.
  • Letti e mobili indispensabili per il riposo della famiglia.
  • Utensili necessari per il lavoro del debitore, purché non eccedano il valore dell’essenziale.
  • Beni alimentari necessari per il sostentamento del debitore e della sua famiglia per un mese.
  • Medicinali necessari per le cure mediche del debitore e della sua famiglia.
  • Animali domestici tenuti per compagnia e non per fini produttivi.
  • Sussidi di natura assistenziale, come pensioni di invalidità.
  • Stipendi e pensioni pignorabili solo entro certi limiti (generalmente un quinto del netto mensile).
  • Somme depositate su un conto corrente inferiori a tre volte l’assegno sociale.

Queste disposizioni sono fondamentali per proteggere i diritti dei debitori, garantendo che, nonostante le difficoltà finanziarie e le azioni esecutive, possano mantenere i beni essenziali per una vita dignitosa e continuare a svolgere la propria attività lavorativa. L’assistenza di un avvocato esperto è essenziale per navigare le complessità delle leggi sul pignoramento e per assicurarsi che i diritti del debitore siano rispettati.

Strategie Per Non Farsi Pignorare Nulla

Affrontare un pignoramento richiede una pianificazione strategica e una comprensione approfondita delle leggi e delle opzioni disponibili per proteggere i propri beni. Esistono diverse strategie che possono essere adottate per minimizzare il rischio di pignoramento o per evitare che i beni vengano espropriati. Tra queste strategie ci sono la costituzione di un fondo patrimoniale, l’intestazione della casa a un familiare, la vendita dell’immobile a terze persone, la creazione di un trust, l’imposizione di un vincolo di destinazione e la separazione consensuale.

Una delle strategie più utilizzate è la costituzione di un fondo patrimoniale. Previsto dagli articoli 167 e seguenti del Codice Civile, il fondo patrimoniale consente di destinare determinati beni immobili, mobili registrati o titoli di credito al soddisfacimento dei bisogni della famiglia. I beni inclusi nel fondo non possono essere pignorati per debiti che non riguardano i bisogni della famiglia. Tuttavia, il fondo patrimoniale deve essere costituito in tempi non sospetti, poiché la sua costituzione in prossimità dell’insorgenza di debiti potrebbe essere considerata un atto in frode ai creditori.

Un’altra strategia è intestare la casa a un familiare. Questa operazione, che può essere realizzata tramite donazione o vendita, deve essere effettuata con molta cautela. Secondo l’articolo 2901 del Codice Civile, il creditore può impugnare tali atti se vengono considerati come atti in frode ai creditori. Pertanto, la donazione o la vendita devono essere motivate da ragioni reali e non solo dalla volontà di sottrarre i beni ai creditori.

La vendita dell’immobile a terze persone è un’altra opzione. Questa operazione trasferisce la proprietà dell’immobile a una terza parte, rendendo il bene non più disponibile per il pignoramento. Tuttavia, come per l’intestazione a un familiare, è necessario che la vendita avvenga in buona fede e non per frodare i creditori. Se la vendita viene contestata e dimostrata come fraudolenta, può essere annullata dal giudice.

La creazione di un trust è un’altra strategia per proteggere i beni. Un trust è un accordo legale in cui una persona (il disponente) trasferisce la proprietà di beni a un trustee, che li gestisce a favore di un beneficiario. I beni conferiti nel trust sono protetti dal pignoramento, poiché non sono più di proprietà del disponente. La legge che regola i trust in Italia è stata introdotta dalla Convenzione dell’Aja del 1985, ratificata con la legge n. 364 del 1989. È fondamentale che il trust sia istituito con finalità lecite e non per eludere i creditori.

Il vincolo di destinazione, previsto dall’articolo 2645-ter del Codice Civile, è un altro strumento utile. Consente di destinare beni immobili o mobili registrati a uno specifico scopo per un periodo determinato, proteggendoli da azioni esecutive che non siano correlate a quello scopo. Anche in questo caso, il vincolo deve essere costituito in buona fede e non con l’intenzione di frodare i creditori.

Infine, la separazione consensuale può essere una strategia per proteggere i beni. Durante la separazione, i coniugi possono concordare la divisione dei beni, trasferendo proprietà a uno dei due coniugi. Questo trasferimento può rendere più difficile per i creditori pignorare tali beni. Tuttavia, come per le altre strategie, è essenziale che la separazione sia genuina e non un mezzo per eludere i creditori. Se viene dimostrato che la separazione è stata attuata per frodare i creditori, i trasferimenti di proprietà possono essere annullati.

Riassunto per punti:

  • Fondo patrimoniale: Protegge beni destinati ai bisogni della famiglia, non pignorabili per debiti estranei a tali bisogni. Deve essere costituito in tempi non sospetti.
  • Intestare la casa a un familiare: Trasferisce la proprietà a un familiare tramite donazione o vendita. Deve essere motivato da ragioni reali e non fraudolente.
  • Vendere l’immobile a terze persone: Trasferisce la proprietà a terzi, proteggendo i beni dal pignoramento. Deve essere fatto in buona fede.
  • Trust: Istituisce un trustee per gestire i beni a favore di un beneficiario. I beni nel trust sono protetti dal pignoramento.
  • Vincolo di destinazione: Destina beni a uno specifico scopo per un periodo determinato, proteggendoli da azioni esecutive non correlate a quello scopo.
  • Separazione consensuale: Durante la separazione, i coniugi possono trasferire proprietà, rendendo più difficile per i creditori pignorare tali beni. Deve essere genuina e non fraudolenta.

Adottare queste strategie richiede una pianificazione attenta e una comprensione delle leggi applicabili. L’assistenza di un avvocato esperto è fondamentale per garantire che tutte le azioni siano eseguite correttamente e in conformità con la legge, proteggendo efficacemente i beni del debitore.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Opposizione a Pignoramenti

Affrontare un pignoramento è un’esperienza complessa e spesso emotivamente logorante che può avere conseguenze significative sulla vita personale e finanziaria del debitore. Il pignoramento rappresenta una misura esecutiva che permette al creditore di recuperare i propri crediti mediante l’espropriazione forzata dei beni del debitore, come stabilito dal Codice di Procedura Civile italiano. La procedura coinvolge una serie di passaggi legali e amministrativi che richiedono una conoscenza approfondita delle leggi e delle normative applicabili. In questo contesto, l’assistenza di un avvocato esperto in opposizione ai pignoramenti diventa essenziale.

Un avvocato esperto è in grado di offrire una guida dettagliata e competente attraverso ogni fase del processo di pignoramento. Dall’analisi iniziale della situazione del debitore alla presentazione delle necessarie richieste di opposizione al giudice, l’avvocato fornisce supporto in tutte le fasi critiche. Ad esempio, quando il debitore riceve un atto di pignoramento, l’avvocato può immediatamente valutare se ci sono basi per un’opposizione, che può riguardare sia la legittimità del credito sia eventuali vizi procedurali nell’atto di pignoramento stesso.

Un aspetto fondamentale dell’assistenza legale riguarda la tempestività delle azioni. Le opposizioni al pignoramento devono essere presentate entro termini specifici: l’opposizione all’esecuzione deve essere presentata prima che il giudice dell’esecuzione disponga la vendita o l’assegnazione dei beni pignorati, mentre l’opposizione agli atti esecutivi deve essere presentata entro venti giorni dalla notifica dell’atto che si intende contestare. Questi termini sono perentori e non rispettarli significa perdere il diritto di opposizione. Un avvocato esperto garantisce che tutte le scadenze siano rispettate, presentando le opposizioni in modo tempestivo e accurato.

La competenza dell’avvocato è cruciale anche per identificare e documentare i vizi procedurali. Errori nella notifica degli atti, omissioni nel verbale di pignoramento e altre irregolarità possono invalidare l’intero processo esecutivo. Un avvocato esperto sa esattamente quali documenti raccogliere e come presentarli in tribunale per ottenere la cancellazione del pignoramento. Ad esempio, se la notifica dell’atto di pignoramento non è stata eseguita secondo le modalità previste dall’articolo 137 del Codice di Procedura Civile, l’avvocato può sollevare un’eccezione e richiedere l’annullamento del pignoramento.

Inoltre, un avvocato esperto in opposizione ai pignoramenti è in grado di negoziare efficacemente con il creditore. Spesso, i creditori sono disposti a trovare soluzioni alternative al pignoramento, come la ristrutturazione del debito, la dilazione dei pagamenti o un accordo di saldo e stralcio. L’avvocato può rappresentare il debitore nelle negoziazioni, garantendo che vengano raggiunti accordi equi e sostenibili. Questa capacità di negoziazione può spesso evitare il pignoramento e ridurre il debito complessivo del debitore.

L’assistenza legale è fondamentale anche per gestire le conseguenze fiscali e legali della cancellazione del pignoramento. La chiusura formale del procedimento esecutivo comporta la cessazione delle azioni esecutive e la restituzione dei beni pignorati al debitore, ma comporta anche la necessità di affrontare questioni legali e fiscali correlate. Ad esempio, le segnalazioni nelle banche dati dei cattivi pagatori possono continuare a influenzare la capacità del debitore di ottenere credito anche dopo la cancellazione del pignoramento. Un avvocato esperto può aiutare il debitore a gestire queste segnalazioni, presentando richieste di aggiornamento o rimozione delle informazioni negative.

L’aspetto psicologico di affrontare un pignoramento non deve essere sottovalutato. La presenza di un avvocato esperto offre un supporto emotivo e pratico, fornendo al debitore la sicurezza necessaria per affrontare la situazione con maggiore serenità. Sapere di avere al proprio fianco un professionista competente e dedicato può ridurre significativamente lo stress associato al pignoramento, permettendo al debitore di concentrarsi sulla ricerca di soluzioni pratiche e sostenibili.

Infine, l’importanza di avere un avvocato esperto in opposizione ai pignoramenti risiede nella capacità di garantire che i diritti del debitore siano sempre tutelati. Il sistema legale italiano offre diverse tutele per i debitori, ma è essenziale conoscere e sapere come far valere questi diritti. Un avvocato esperto ha la formazione e l’esperienza necessarie per navigare le complessità del sistema legale, assicurando che il debitore possa difendersi efficacemente contro azioni esecutive ingiuste o illegittime.

In conclusione, affrontare un pignoramento senza l’assistenza di un avvocato esperto può risultare estremamente difficile e rischioso. La complessità delle leggi, la necessità di agire tempestivamente e l’importanza di presentare una difesa ben documentata richiedono una competenza legale specifica che solo un avvocato specializzato può offrire. Un avvocato esperto in opposizione ai pignoramenti è in grado di fornire un supporto completo, dalla valutazione iniziale della situazione del debitore alla rappresentanza in tribunale, negoziando accordi e gestendo tutte le implicazioni legali e fiscali della procedura. Questo tipo di assistenza è fondamentale per proteggere i diritti del debitore, garantire la correttezza del processo esecutivo e cercare le soluzioni più favorevoli possibili. Avere un avvocato esperto al proprio fianco non solo aumenta le possibilità di successo nel contestare un pignoramento, ma offre anche la tranquillità necessaria per affrontare una situazione complessa e potenzialmente devastante con maggiore fiducia e sicurezza.

In tal senso, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

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Giuseppe Monardo

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