Non Pago Un Finanziamento e Vado All’Estero: Cosa Succede?

Il mancato pagamento di un finanziamento può avere conseguenze significative e durature, non solo a livello nazionale, ma anche in un contesto internazionale. Quando un debitore decide di trasferirsi all’estero senza aver saldato i propri debiti, le implicazioni legali e finanziarie diventano complesse e richiedono una comprensione approfondita delle normative vigenti, sia nel paese di origine che in quello di destinazione. Questo fenomeno è regolato da un insieme di leggi e trattati internazionali che permettono ai creditori di perseguire i debitori oltre i confini nazionali, garantendo che le obbligazioni contrattuali vengano rispettate indipendentemente dalla residenza del debitore.

Innanzitutto, è importante capire che il trasferimento all’estero non comporta la cancellazione automatica dei debiti contratti in Italia. Secondo il Codice Civile italiano, i debiti devono essere saldati a prescindere dalla residenza del debitore. Questo principio è ulteriormente supportato da una serie di regolamenti e direttive dell’Unione Europea, che facilitano il riconoscimento e l’esecuzione delle decisioni giudiziarie tra gli stati membri. Il Regolamento (UE) n. 1215/2012, noto come Bruxelles I bis, è particolarmente rilevante in questo contesto, in quanto stabilisce le norme per il riconoscimento e l’esecuzione delle sentenze civili e commerciali tra gli stati membri dell’UE. Questo significa che un creditore italiano può ottenere una sentenza in Italia e farla eseguire in un altro stato membro dell’UE, come la Spagna o la Germania, senza dover avviare un nuovo procedimento giudiziario.

Le implicazioni finanziarie del mancato pagamento di un finanziamento possono essere significative. Le finanziarie e le banche segnalano i ritardi e i mancati pagamenti alle centrali rischi, come CRIF in Italia. Queste segnalazioni influiscono negativamente sul punteggio di credito del debitore, rendendo più difficile ottenere nuovi prestiti o finanziamenti in futuro. Secondo i dati di CRIF, circa il 10% dei consumatori italiani presenta ritardi nei pagamenti di oltre 90 giorni, una situazione che può peggiorare ulteriormente in caso di mancato pagamento prolungato. Il trasferimento all’estero non cancella queste segnalazioni, che rimangono registrate e possono influenzare la capacità del debitore di accedere al credito anche nel nuovo paese di residenza, specialmente se esistono accordi di condivisione delle informazioni creditizie tra i paesi.

I creditori italiani dispongono di vari strumenti legali per perseguire i debitori all’estero. Oltre al Regolamento (UE) n. 1215/2012, un altro strumento utile è il Regolamento (UE) n. 655/2014, che istituisce una procedura europea per il sequestro conservativo sui conti bancari. Questo regolamento consente ai creditori di ottenere un’ordinanza che blocca i fondi presenti nei conti bancari del debitore in un altro stato membro, prevenendo il trasferimento dei beni e garantendo che il credito possa essere recuperato. Inoltre, la Convenzione dell’Aia del 1971 sul riconoscimento e l’esecuzione delle sentenze straniere in materia civile e commerciale facilita ulteriormente il processo di esecuzione delle sentenze al di fuori dell’Unione Europea.

Il mancato pagamento dei debiti può anche portare a conseguenze pratiche significative per i beni che il debitore possiede in Italia. Secondo l’articolo 2740 del Codice Civile, il debitore risponde delle obbligazioni con tutti i suoi beni presenti e futuri. Questo significa che i creditori possono richiedere il pignoramento dei beni del debitore in Italia, come immobili, conti bancari e beni mobili. I dati del Ministero della Giustizia indicano che ogni anno vengono emessi migliaia di decreti ingiuntivi per il recupero dei debiti, e molti di questi portano al pignoramento dei beni dei debitori.

Per i debitori che si trasferiscono all’estero, ricevere una cartella esattoriale in Italia rappresenta una sfida significativa. È fondamentale agire prontamente per evitare ulteriori conseguenze legali. I debitori possono presentare un’istanza di autotutela all’ente creditore o un ricorso presso la Commissione Tributaria competente, contestando la validità della cartella o l’importo richiesto. Questo deve essere fatto entro termini specifici per evitare che la cartella diventi definitiva e non più contestabile. La consulenza di un avvocato specializzato in diritto tributario può essere essenziale per gestire correttamente queste situazioni e proteggere i diritti del debitore.

Le implicazioni sui diritti pensionistici sono un altro aspetto cruciale. In Italia, il sistema pensionistico è basato sui contributi versati durante la vita lavorativa. Se un debitore non paga i contributi previdenziali e si trasferisce all’estero, il suo diritto alla pensione può essere compromesso. Tuttavia, è possibile regolarizzare la posizione contributiva anche dall’estero, pagando i contributi arretrati. Inoltre, l’Italia ha stipulato accordi bilaterali con molti paesi, tra cui Stati Uniti, Canada e Australia, per il riconoscimento reciproco dei periodi contributivi. Questo consente ai lavoratori che hanno versato contributi in diversi paesi di cumulare i periodi contributivi per raggiungere i requisiti pensionistici.

In situazioni di grave difficoltà economica, i debitori possono avvalersi della Legge n. 3/2012, nota come “Legge Salva Suicidi”, che offre strumenti per la composizione della crisi da sovraindebitamento. Questa legge consente ai debitori di rinegoziare i debiti e, in alcuni casi, ottenere una parziale o totale esdebitazione. Le procedure previste includono il piano del consumatore, l’accordo di ristrutturazione dei debiti e la liquidazione del patrimonio. Questi strumenti richiedono la presentazione di un’istanza al tribunale e l’approvazione di un piano di rientro, ma possono offrire una via d’uscita per i debitori in difficoltà.

In conclusione, il mancato pagamento di un finanziamento e il trasferimento all’estero non risolvono i problemi di debito, ma li complicano ulteriormente. I debiti rimangono validi e i creditori hanno vari strumenti legali per perseguire il recupero del credito a livello internazionale. Le conseguenze possono includere il peggioramento del merito creditizio, il pignoramento dei beni in Italia e l’influenza negativa sui diritti pensionistici. Tuttavia, esistono strategie legali e negoziali che i debitori possono adottare per gestire queste situazioni, e la consulenza di un avvocato esperto è fondamentale per navigare attraverso le complesse normative internazionali e trovare soluzioni sostenibili.

Ma andiamo nei dettagli con domande e risposte.

Domande e Risposte

Se mi trasferisco all’estero, i miei debiti da finanziamento in Italia vengono cancellati?

Domanda: Se mi trasferisco all’estero, i miei debiti in Italia da finanziamento vengono cancellati?

Risposta: Se un debitore si trasferisce all’estero, i debiti da finanziamento contratti in Italia non vengono automaticamente cancellati. I debiti rimangono validi e i creditori possono continuare a perseguire il recupero del credito utilizzando vari strumenti legali internazionali. In primo luogo, il trasferimento all’estero non estingue gli obblighi contrattuali che il debitore ha nei confronti dei creditori italiani. Secondo il Codice Civile italiano, le obbligazioni devono essere adempiute indipendentemente dalla residenza del debitore. Questo principio è supportato da numerosi regolamenti e trattati internazionali che facilitano il recupero dei crediti oltre i confini nazionali.

Il Regolamento (UE) n. 1215/2012, noto come Bruxelles I bis, permette ai creditori di ottenere una sentenza in Italia e farla eseguire in un altro stato membro dell’Unione Europea senza dover avviare un nuovo procedimento giudiziario. Questo significa che una finanziaria italiana può far riconoscere una sentenza italiana in un altro paese dell’UE e procedere con le misure esecutive per recuperare il debito. Allo stesso modo, il Regolamento (UE) n. 655/2014 istituisce una procedura europea per il sequestro conservativo sui conti bancari, permettendo ai creditori di bloccare i fondi del debitore in un altro stato membro.

Anche al di fuori dell’Unione Europea, esistono accordi internazionali come la Convenzione dell’Aia del 1971 sul riconoscimento e l’esecuzione delle sentenze straniere in materia civile e commerciale, che facilitano il riconoscimento e l’esecuzione delle sentenze tra i paesi firmatari. Questi strumenti legali consentono ai creditori di perseguire i debitori internazionali e recuperare i crediti, indipendentemente dal trasferimento del debitore all’estero.

Inoltre, il mancato pagamento dei debiti da finanziamento in Italia ha conseguenze sul merito creditizio del debitore. Le finanziarie e le banche segnalano i ritardi e i mancati pagamenti alle centrali rischi, come CRIF. Queste segnalazioni influiscono negativamente sul punteggio di credito del debitore, rendendo difficile l’accesso a nuovi prestiti o finanziamenti. Le informazioni negative possono essere condivise tra le centrali rischi internazionali, influenzando il punteggio di credito del debitore anche nel nuovo paese di residenza.

Se il debitore possiede beni in Italia, i creditori possono richiedere il pignoramento di questi beni per recuperare il debito. Secondo l’articolo 2740 del Codice Civile, il debitore risponde delle obbligazioni con tutti i suoi beni presenti e futuri. Questo significa che i creditori possono pignorare immobili, conti bancari e beni mobili del debitore in Italia. Il pignoramento dei beni è una misura esecutiva che consente ai creditori di soddisfare i loro crediti attraverso la vendita all’asta dei beni del debitore.

Riassunto per punti:

  1. Validità dei debiti: I debiti contratti in Italia, inclusi quelli da finanziamento, non vengono cancellati con il trasferimento all’estero.
  2. Strumenti legali internazionali: I creditori possono avvalersi di regolamenti UE e convenzioni internazionali per perseguire i debitori all’estero.
  3. Regolamento Bruxelles I bis (UE n. 1215/2012): Facilita il riconoscimento e l’esecuzione delle sentenze tra stati membri dell’UE.
  4. Regolamento UE n. 655/2014: Permette il sequestro conservativo dei conti bancari in altri stati membri.
  5. Convenzione dell’Aia del 1971: Facilita il riconoscimento delle sentenze tra paesi firmatari al di fuori dell’UE.
  6. Impatto sul merito creditizio: Il mancato pagamento dei debiti influisce negativamente sul punteggio di credito del debitore.
  7. Pignoramento dei beni: I creditori possono pignorare i beni del debitore in Italia per recuperare il debito.

Questi punti evidenziano l’importanza di affrontare i debiti da finanziamento in modo proattivo, anche quando si decide di trasferirsi all’estero, e di utilizzare strumenti legali adeguati per proteggere i propri diritti e trovare soluzioni sostenibili.

La finanziaria può recuperare i debiti se mi trasferisco all’estero?

Domanda: La finanziaria può recuperare i debiti se mi trasferisco all’estero?

Risposta: Quando un debitore si trasferisce all’estero senza aver saldato un debito contratto con una finanziaria italiana, la finanziaria ha diversi strumenti legali a disposizione per recuperare il credito. Il trasferimento all’estero non elimina i debiti preesistenti, e le obbligazioni contrattuali rimangono valide. I creditori possono utilizzare varie normative e trattati internazionali per perseguire il recupero del credito oltre i confini nazionali.

Il Regolamento (UE) n. 1215/2012, noto come Bruxelles I bis, è uno strumento chiave in questo contesto. Questo regolamento facilita il riconoscimento e l’esecuzione delle sentenze giudiziarie tra gli Stati membri dell’Unione Europea. Pertanto, se una finanziaria ottiene una sentenza in Italia, può farla eseguire in un altro paese dell’UE senza dover avviare un nuovo procedimento legale. Ciò consente di procedere con il pignoramento dei beni o dei conti bancari del debitore nel paese di destinazione.

Un altro strumento utile è il Regolamento (UE) n. 655/2014, che istituisce una procedura europea per il sequestro conservativo sui conti bancari. Questo regolamento permette ai creditori di ottenere un’ordinanza per bloccare i fondi presenti nei conti bancari del debitore in qualsiasi stato membro dell’UE, prevenendo il trasferimento di tali fondi e garantendo che il credito possa essere recuperato.

Anche al di fuori dell’Unione Europea, esistono accordi internazionali come la Convenzione dell’Aia del 1971 sul riconoscimento e l’esecuzione delle sentenze straniere in materia civile e commerciale. Questa convenzione facilita il riconoscimento e l’esecuzione delle sentenze tra i paesi firmatari, consentendo ai creditori di perseguire i debitori internazionali e recuperare i crediti.

Il mancato pagamento di un finanziamento in Italia ha anche conseguenze sul merito creditizio del debitore. Le finanziarie segnalano i ritardi e i mancati pagamenti alle centrali rischi, come CRIF. Queste segnalazioni influiscono negativamente sul punteggio di credito del debitore, rendendo difficile l’accesso a nuovi prestiti o finanziamenti. Le informazioni negative possono essere condivise tra le centrali rischi internazionali, influenzando il punteggio di credito del debitore anche nel nuovo paese di residenza.

Se il debitore possiede beni in Italia, i creditori possono richiedere il pignoramento di questi beni per recuperare il debito. Secondo l’articolo 2740 del Codice Civile, il debitore risponde delle obbligazioni con tutti i suoi beni presenti e futuri. Questo significa che i creditori possono pignorare immobili, conti bancari e beni mobili del debitore in Italia. Il pignoramento dei beni è una misura esecutiva che consente ai creditori di soddisfare i loro crediti attraverso la vendita all’asta dei beni del debitore.

Cosa succede ai miei beni in Italia se non pago i debiti e mi trasferisco all’estero?

Domanda: Cosa succede ai miei beni in Italia se non pago i debiti e mi trasferisco all’estero?

Risposta: Se un debitore si trasferisce all’estero senza pagare i propri debiti, i creditori possono ancora agire sui beni presenti in Italia. I creditori possono ottenere decreti ingiuntivi e avviare procedure esecutive come il pignoramento di immobili, conti bancari e altri beni mobili del debitore in Italia. Ad esempio, un creditore può pignorare una proprietà immobiliare del debitore e metterla all’asta per recuperare l’importo dovuto. Inoltre, i conti correnti italiani possono essere bloccati e le somme disponibili utilizzate per soddisfare il credito.

Posso evitare le azioni esecutive di una finanziaria sui miei beni in Italia?

Domanda: Posso evitare le azioni esecutive di una finanziaria sui miei beni in Italia?

Risposta: Quando un debitore si trova in difficoltà finanziarie e teme che una finanziaria possa avviare azioni esecutive sui propri beni in Italia, ci sono diverse strategie legali che può adottare per evitare o limitare tali azioni. È fondamentale agire tempestivamente e con la consulenza di un avvocato esperto in diritto del debito. Ecco alcune opzioni disponibili per il debitore:

La negoziazione diretta con la finanziaria è una delle prime strategie da considerare. Spesso, le finanziarie preferiscono trovare un accordo piuttosto che avviare lunghe e costose procedure legali. Il debitore può spiegare la propria situazione finanziaria e proporre un piano di pagamento rateizzato o una riduzione dell’importo totale dovuto. La negoziazione può includere anche l’estensione del termine di pagamento o la sospensione temporanea dei pagamenti.

Un’altra opzione è la richiesta di rateizzazione del debito. Questa soluzione permette al debitore di pagare l’importo dovuto in rate mensili più piccole e gestibili, evitando così l’immediata esigenza di pagare l’intero importo in un’unica soluzione. La rateizzazione deve essere concordata con la finanziaria, che può approvare un piano di pagamento personalizzato.

Il debitore può anche proporre un accordo stragiudiziale di ristrutturazione del debito, spesso mediato da un avvocato o un consulente finanziario. Questo accordo può prevedere la riduzione del debito, la sospensione temporanea dei pagamenti o altre condizioni favorevoli. Tale soluzione richiede il consenso della finanziaria, che potrebbe preferirla rispetto alle lunghe e costose procedure legali.

La cessione del quinto dello stipendio o della pensione è un’altra strategia utilizzabile. Questa prevede una trattenuta diretta sul reddito mensile del debitore fino a un massimo del 20% del netto. Questa soluzione è vantaggiosa perché garantisce alla finanziaria un pagamento regolare e sicuro, riducendo il rischio di ulteriori inadempienze.

Se il decreto ingiuntivo è già stato emesso e il pignoramento è imminente, il debitore può presentare un’opposizione agli atti esecutivi ai sensi degli articoli 615 e 617 del Codice di Procedura Civile. Questa opposizione può contestare la regolarità formale o sostanziale degli atti esecutivi, ritardando o impedendo il pignoramento. Il debitore deve dimostrare che ci sono validi motivi per cui l’esecuzione non deve procedere, come errori procedurali o la prescrizione del debito.

In situazioni di grave difficoltà economica, il debitore può fare ricorso alla Legge n. 3/2012, nota come “Legge Salva Suicidi”, che prevede diverse procedure per la composizione della crisi da sovraindebitamento:

  • Piano del consumatore: Permette ai consumatori privati di proporre un piano di ristrutturazione del debito che deve essere approvato dal tribunale.
  • Accordo di ristrutturazione dei debiti: Richiede l’approvazione della maggioranza dei creditori e del tribunale, ed è adatto per piccole imprese e lavoratori autonomi.
  • Liquidazione del patrimonio: Consente di vendere i beni del debitore per soddisfare i creditori, con la possibilità di ottenere l’esdebitazione delle somme residue non coperte dalla liquidazione.

Per le imprese, il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019) offre strumenti specifici come il concordato preventivo, che permette all’impresa di continuare l’attività presentando un piano di ristrutturazione del debito ai creditori. Se il concordato preventivo non è praticabile, l’impresa può ricorrere alla liquidazione giudiziale, simile al fallimento, per vendere i beni e soddisfare i creditori.

Riassunto per punti:

  1. Negoziazione diretta con la finanziaria: Cercare un accordo amichevole per ridurre o rateizzare il debito.
  2. Richiesta di rateizzazione del debito: Pagare l’importo dovuto in rate mensili più piccole e gestibili.
  3. Accordo stragiudiziale di ristrutturazione del debito: Proporre un piano di ristrutturazione del debito mediato da un avvocato o un consulente finanziario.
  4. Cessione del quinto dello stipendio o della pensione: Trattenuta diretta sul reddito mensile fino a un massimo del 20% del netto.
  5. Opposizione agli atti esecutivi: Contestare la regolarità formale o sostanziale degli atti esecutivi per ritardare o impedire il pignoramento.
  6. Ricorso alla Legge n. 3/2012 (Legge Salva Suicidi): Accedere a procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento per rinegoziare i debiti o ottenere esdebitazione.
  7. Concordato preventivo e procedure fallimentari: Strumenti per le imprese per ristrutturare il debito o vendere i beni per soddisfare i creditori.

Queste opzioni legali offrono ai debitori diverse strade per gestire i propri debiti e evitare il pignoramento, proteggendo così il loro patrimonio e cercando soluzioni sostenibili per risolvere le difficoltà finanziarie. La consulenza legale è cruciale per scegliere la strategia più adatta e navigare attraverso le complesse normative vigenti.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Saldo e Stralcio Con Finanziarie

Affrontare le difficoltà finanziarie e gestire i debiti con le finanziarie può essere un compito complesso e stressante, soprattutto quando le somme in gioco sono elevate e le conseguenze del mancato pagamento possono essere gravi. In questi casi, avere a fianco un avvocato esperto in saldo e stralcio con le finanziarie diventa fondamentale per proteggere i propri diritti e trovare soluzioni sostenibili. Un avvocato specializzato può offrire una guida esperta e una rappresentanza legale efficace, aiutando i debitori a negoziare con le finanziarie e a gestire il debito in modo strategico e vantaggioso.

Il saldo e stralcio è una delle soluzioni più efficaci per risolvere situazioni di debito critiche. Questa procedura consiste in un accordo tra il debitore e il creditore, in cui il debitore paga una somma inferiore rispetto al totale del debito, ma sufficiente per soddisfare il creditore e chiudere definitivamente la posizione debitoria. Un avvocato esperto in saldo e stralcio conosce le dinamiche di queste negoziazioni e può guidare il debitore attraverso ogni fase del processo, garantendo che i termini dell’accordo siano equi e sostenibili.

La consulenza di un avvocato esperto in saldo e stralcio è essenziale per diverse ragioni. Innanzitutto, un professionista del settore ha una conoscenza approfondita delle normative vigenti e delle pratiche comuni delle finanziarie. Questo permette di identificare rapidamente le opzioni disponibili e di scegliere la strategia più appropriata. Ad esempio, un avvocato esperto saprà se è possibile ottenere una riduzione significativa del debito, basandosi su precedenti accordi e sulla situazione finanziaria del debitore.

Inoltre, un avvocato esperto in saldo e stralcio può gestire le comunicazioni con le finanziarie in modo professionale e strategico. Le finanziarie sono spesso più inclini a negoziare con un rappresentante legale piuttosto che direttamente con il debitore. Un avvocato può presentare il caso del debitore in modo convincente, evidenziando le difficoltà economiche e le ragioni per cui un accordo di saldo e stralcio sarebbe vantaggioso per entrambe le parti. Questa rappresentanza professionale può aumentare significativamente le possibilità di successo nella negoziazione.

Un altro vantaggio di avere un avvocato esperto in saldo e stralcio è la protezione legale che offre. Le procedure di recupero crediti possono essere aggressive e intimidatorie, e i debitori possono trovarsi di fronte a minacce di pignoramento dei beni, decreti ingiuntivi e altre azioni legali. Un avvocato può proteggere i diritti del debitore, contestare eventuali irregolarità nelle procedure e garantire che le azioni del creditore siano conformi alla legge. Questo è particolarmente importante quando si affrontano finanziarie che possono utilizzare pratiche di recupero crediti discutibili o non trasparenti.

La negoziazione di un accordo di saldo e stralcio richiede anche una preparazione meticolosa. Un avvocato esperto può aiutare il debitore a raccogliere e presentare tutta la documentazione necessaria, inclusi i dettagli finanziari, le prove delle difficoltà economiche e le proposte di pagamento. Questa preparazione accurata è essenziale per convincere la finanziaria ad accettare l’accordo e per evitare futuri contenziosi. Inoltre, un avvocato può consigliare il debitore su come strutturare i pagamenti in modo da non compromettere ulteriormente la situazione finanziaria.

Un aspetto cruciale del saldo e stralcio è che, una volta raggiunto un accordo, il debito viene considerato chiuso e il debitore non ha ulteriori obblighi nei confronti della finanziaria. Questo permette al debitore di ripartire da zero senza l’ombra di un debito pendente. Un avvocato esperto può assicurarsi che l’accordo sia redatto correttamente e che includa tutte le clausole necessarie per proteggere il debitore da future rivendicazioni. Questo include la cancellazione delle segnalazioni negative presso le centrali rischi, che possono migliorare il punteggio di credito del debitore e facilitare l’accesso a nuovi finanziamenti in futuro.

Inoltre, un avvocato esperto in saldo e stralcio può fornire consulenza su altre opzioni disponibili, come la rateizzazione del debito, l’accordo stragiudiziale di ristrutturazione del debito o l’accesso alle procedure di sovraindebitamento previste dalla Legge n. 3/2012, nota come “Legge Salva Suicidi”. Questi strumenti possono offrire alternative valide al saldo e stralcio e permettere al debitore di gestire il debito in modo più sostenibile e a lungo termine.

Un esempio pratico dell’importanza di avere un avvocato esperto in saldo e stralcio può essere illustrato con la storia di Marco, un imprenditore che si è trovato in difficoltà finanziarie dopo la chiusura della sua attività. Marco aveva accumulato debiti con diverse finanziarie e non riusciva a far fronte ai pagamenti. Con l’aiuto di un avvocato esperto in saldo e stralcio, Marco è riuscito a negoziare un accordo con le finanziarie, pagando una somma inferiore rispetto al totale del debito ma chiudendo definitivamente le sue posizioni debitorie. Questo gli ha permesso di evitare il pignoramento dei suoi beni e di ripartire da zero senza l’ombra di un debito pendente.

In conclusione, la gestione dei debiti con le finanziarie richiede competenze legali specifiche e una strategia ben pianificata. Un avvocato esperto in saldo e stralcio offre una guida preziosa, protezione legale e la possibilità di negoziare accordi vantaggiosi che possono risolvere situazioni di debito critiche. La consulenza legale è fondamentale per navigare attraverso le complessità delle normative finanziarie, proteggere i propri diritti e trovare soluzioni sostenibili per ripristinare la stabilità finanziaria e la serenità personale.

In tal senso, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

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Giuseppe Monardo

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