Se Ho Debiti E Vado All’Estero, Cosa Succede

Quando ci si trasferisce all’estero lasciando debiti in Italia, si entra in un terreno complesso fatto di regolamenti nazionali e internazionali, meccanismi legali e fiscali, e possibili conseguenze sia nel paese d’origine che in quello di destinazione. È importante comprendere che i debiti contratti in Italia non vengono cancellati semplicemente cambiando residenza. Anzi, i creditori italiani hanno diversi strumenti legali per perseguire il recupero dei crediti, anche quando il debitore risiede all’estero.

In base al Codice Civile italiano, i debiti rimangono validi e esigibili indipendentemente dalla residenza del debitore. Il Regolamento (UE) n. 1215/2012 del Parlamento Europeo e del Consiglio facilita il riconoscimento e l’esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale tra gli Stati membri dell’Unione Europea, permettendo così ai creditori di far valere le sentenze italiane in altri paesi dell’UE. Anche la Svizzera, pur non essendo membro dell’UE, ha accordi bilaterali con l’Italia che consentono la cooperazione per il recupero crediti transfrontaliero.

Il numero di debitori italiani che risiedono all’estero è significativo. Secondo un rapporto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, nel 2021 circa 4,2 milioni di italiani vivevano fuori dal paese, e una parte consistente di questi potrebbe avere debiti pendenti in Italia. Il mancato pagamento di tali debiti può portare a conseguenze legali severe. Ad esempio, i creditori possono avviare azioni esecutive sui beni lasciati in Italia, come il pignoramento di immobili, auto o conti correnti. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione può emettere cartelle esattoriali che accumulano sanzioni e interessi di mora se non pagate entro i termini stabiliti.

Dal punto di vista fiscale, le cartelle esattoriali rappresentano una delle principali modalità attraverso le quali l’Agenzia delle Entrate-Riscossione comunica ai contribuenti l’importo dei debiti dovuti. Queste cartelle possono essere contestate, ma è necessario seguire una procedura rigorosa. La contestazione di una cartella esattoriale richiede la presentazione di un ricorso amministrativo entro 60 giorni dalla notifica, seguito, se necessario, da un ricorso giudiziale presso la Commissione Tributaria Provinciale. Queste procedure devono essere eseguite correttamente e nei tempi stabiliti per evitare ulteriori complicazioni legali.

Nel caso in cui un debitore si trasferisca in un paese come la Svizzera, non membro dell’UE ma con accordi bilaterali con l’Italia, le autorità italiane possono ancora collaborare con quelle svizzere per il recupero dei crediti. Questo include il riconoscimento e l’esecuzione delle decisioni italiane in Svizzera, il pignoramento dei beni e il blocco dei conti correnti. Il sistema giuridico svizzero permette tale cooperazione basandosi su trattati internazionali e leggi specifiche che regolano l’assistenza giudiziaria in materia civile.

Oltre alle azioni esecutive, il mancato pagamento dei debiti fiscali può portare a conseguenze penali. In Italia, l’evasione fiscale è punibile con severe sanzioni, e le autorità possono avviare procedimenti penali contro i debitori che tentano di eludere le loro responsabilità fiscali trasferendosi all’estero. Gli articoli 1 e 2 del Decreto Legislativo 74/2000 disciplinano le sanzioni penali per i reati tributari, che possono includere la reclusione per chi viene riconosciuto colpevole di frode fiscale.

Per chi si trova in difficoltà economiche, esistono comunque delle opzioni. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione offre diverse modalità di rateizzazione del debito, permettendo ai debitori di pagare in rate mensili. Per debiti fino a 60.000 euro, è possibile richiedere una rateizzazione ordinaria fino a 72 rate mensili. In caso di difficoltà economica comprovata, si può richiedere una rateizzazione straordinaria fino a 120 rate mensili. La presentazione di tali richieste può essere fatta attraverso il portale web dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, tramite PEC, o direttamente presso gli sportelli fisici.

È inoltre possibile presentare istanze di sospensione delle azioni esecutive. Questa procedura richiede la dimostrazione di gravi motivi, come errori nella determinazione del debito o situazioni di particolare difficoltà economica. L’assistenza di un avvocato specializzato in diritto tributario può essere cruciale in queste circostanze per garantire che tutte le procedure vengano seguite correttamente e per aumentare le probabilità di successo dell’istanza.

Un esempio pratico può illustrare meglio la situazione. Supponiamo che Luca, un imprenditore italiano, si trasferisca in Germania lasciando debiti fiscali in Italia per un totale di 80.000 euro. Dopo aver ricevuto una cartella esattoriale, Luca accede al portale dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione e verifica i dettagli del debito. Contatta un avvocato specializzato che lo assiste nella presentazione di un’istanza di sospensione, allegando documentazione che dimostra errori nel calcolo del debito. L’istanza viene accolta, il debito viene ridotto e Luca riesce a negoziare un piano di rateizzazione in 120 rate mensili.

Secondo i dati ISTAT, circa il 12% delle famiglie italiane ha problemi di indebitamento e questa percentuale è aumentata durante la pandemia di COVID-19. La crisi economica ha spinto molte persone a cercare nuove opportunità all’estero, ma i debiti contratti in Italia continuano a rappresentare un problema significativo.

In conclusione, trasferirsi all’estero non elimina i debiti contratti in Italia. Le conseguenze legali e finanziarie possono essere severe, e i creditori italiani hanno vari strumenti per perseguire il recupero dei crediti anche oltre i confini nazionali. La collaborazione con un avvocato esperto in diritto tributario internazionale è essenziale per navigare attraverso le complessità legali e per trovare soluzioni sostenibili e conformi alle normative vigenti. Un approccio proattivo nella gestione dei debiti, inclusa la negoziazione di piani di pagamento e la presentazione di istanze di sospensione, può prevenire gravi conseguenze legali e finanziarie, garantendo una gestione efficace delle proprie obbligazioni.

Ma andiamo nei dettagli con domande e risposte.

Domande e Risposte

I miei debiti in Italia vengono cancellati se mi trasferisco all’estero?

Domanda: Se mi trasferisco all’estero, i miei debiti in Italia vengono cancellati?

Risposta: Se ti trasferisci all’estero, i debiti contratti in Italia non vengono automaticamente cancellati. I debiti rimangono validi e i creditori italiani possono continuare a perseguire il recupero dei crediti. Questo significa che anche se risiedi in un altro paese, sei comunque responsabile per il pagamento dei debiti contratti in Italia.

Il Codice Civile italiano e le normative fiscali continuano ad essere applicabili ai debiti contratti in Italia, indipendentemente dal luogo di residenza del debitore. I creditori possono avviare azioni legali per recuperare i crediti, inclusi il pignoramento di beni mobili e immobili presenti in Italia, il blocco dei conti correnti e il pignoramento dei crediti presso terzi.

Esistono anche accordi internazionali e normative europee che facilitano la cooperazione tra le autorità dei diversi paesi per il recupero dei crediti. Ad esempio, il Regolamento (UE) n. 1215/2012 del Parlamento Europeo e del Consiglio facilita il riconoscimento e l’esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale tra gli Stati membri dell’UE. La Svizzera, pur non essendo membro dell’UE, ha accordi bilaterali con l’Italia che consentono la cooperazione per il recupero crediti transfrontaliero.

Il mancato pagamento dei debiti fiscali in Italia può portare a gravi conseguenze legali e finanziarie, come l’accumulo di sanzioni e interessi di mora, l’avvio di procedimenti penali per evasione fiscale e la compromissione della reputazione creditizia. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione può emettere cartelle esattoriali che notificano l’importo del debito dovuto e, se non pagate entro i termini stabiliti, possono portare all’avvio di azioni esecutive.

È possibile negoziare un piano di pagamento dei debiti anche dall’estero, contattando i creditori italiani o l’Agenzia delle Entrate-Riscossione per richiedere una rateizzazione del debito. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione offre diverse opzioni di rateizzazione a seconda dell’importo del debito e della situazione economica del debitore. Puoi richiedere una rateizzazione ordinaria fino a 72 rate mensili per debiti fino a 60.000 euro, oppure una rateizzazione straordinaria fino a 120 rate mensili in caso di comprovata difficoltà economica.

Per contestare un debito, è necessario seguire le procedure legali italiane. Puoi presentare un ricorso amministrativo all’ente che ha emesso il debito entro 60 giorni dalla notifica e, se il ricorso non viene accolto, puoi presentare un ricorso giudiziale presso la Commissione Tributaria Provinciale entro altri 60 giorni. È consigliabile farsi assistere da un avvocato specializzato in diritto tributario per garantire che tutte le procedure siano seguite correttamente e per aumentare le probabilità di successo del ricorso.

Riassunto per punti:

  1. I debiti contratti in Italia non vengono cancellati se ti trasferisci all’estero.
  2. I creditori italiani possono avviare azioni legali per recuperare i crediti, anche se risiedi all’estero.
  3. Le normative italiane, come il Codice Civile e le normative fiscali, continuano a essere applicabili ai debiti contratti in Italia.
  4. Esistono accordi internazionali e normative europee che facilitano il recupero crediti transfrontaliero.
  5. Il mancato pagamento dei debiti fiscali può portare a gravi conseguenze legali e finanziarie.
  6. È possibile negoziare un piano di pagamento dei debiti dall’estero tramite rateizzazione.
  7. Per contestare un debito, è necessario seguire le procedure legali italiane e presentare ricorsi amministrativi e giudiziali.
  8. La collaborazione con un avvocato specializzato in diritto tributario è essenziale per gestire efficacemente i debiti e seguire le procedure corrette.

I creditori italiani possono recuperare i debiti se mi trasferisco all’estero?

Domanda: I creditori italiani possono recuperare i debiti se mi trasferisco all’estero?

Risposta: Quando ci si trasferisce all’estero lasciando debiti in Italia, i creditori italiani mantengono il diritto di recuperare i crediti. Questo è possibile grazie a vari strumenti legali e accordi internazionali che facilitano la cooperazione tra i paesi per il recupero dei debiti. La migrazione non elimina automaticamente le obbligazioni finanziarie contratte in Italia e le conseguenze legali e finanziarie possono seguire il debitore anche oltre i confini nazionali.

Secondo il Codice Civile italiano, i debiti rimangono validi e esigibili indipendentemente dal luogo di residenza del debitore. I creditori italiani hanno il diritto di perseguire il recupero dei crediti attraverso diverse azioni legali, inclusi il pignoramento di beni mobili e immobili presenti in Italia, il blocco dei conti correnti e il pignoramento dei crediti presso terzi. Queste azioni possono essere intraprese anche se il debitore risiede all’estero.

Il Regolamento (UE) n. 1215/2012 del Parlamento Europeo e del Consiglio facilita il riconoscimento e l’esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale tra gli Stati membri dell’Unione Europea. Questo regolamento consente ai creditori di far valere le sentenze italiane in altri paesi dell’UE, rendendo possibile il recupero dei debiti transfrontalieri. Anche la Svizzera, pur non essendo membro dell’UE, ha accordi bilaterali con l’Italia che consentono la cooperazione per il recupero crediti. Questi accordi permettono alle autorità italiane di collaborare con quelle svizzere per riconoscere ed eseguire le sentenze italiane in Svizzera, il che può includere il pignoramento di beni e il blocco dei conti correnti svizzeri.

In pratica, questo significa che se un debitore italiano si trasferisce in un altro paese, i creditori possono comunque richiedere l’assistenza delle autorità locali per recuperare i debiti. Ad esempio, se un debitore si trasferisce in Francia, i creditori italiani possono richiedere alle autorità francesi di eseguire una sentenza italiana, che può portare al pignoramento dei beni del debitore in Francia. Lo stesso vale per altri paesi con cui l’Italia ha accordi di cooperazione giudiziaria.

Il mancato pagamento dei debiti in Italia può avere gravi conseguenze legali e finanziarie, anche se il debitore risiede all’estero. Le cartelle esattoriali emesse dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione possono accumulare sanzioni e interessi di mora se non vengono pagate entro i termini stabiliti. Inoltre, il mancato pagamento dei debiti fiscali può portare all’avvio di procedimenti penali per evasione fiscale o frode. Le autorità fiscali italiane possono collaborare con le controparti estere per indagare e perseguire i reati fiscali, che possono comportare sanzioni penali oltre a quelle finanziarie.

Per chi si trova in difficoltà economiche, esistono delle opzioni per gestire i debiti. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione offre diverse modalità di rateizzazione del debito, permettendo ai debitori di pagare in rate mensili. Per debiti fino a 60.000 euro, è possibile richiedere una rateizzazione ordinaria fino a 72 rate mensili. In caso di difficoltà economica comprovata, si può richiedere una rateizzazione straordinaria fino a 120 rate mensili. La presentazione di tali richieste può essere fatta attraverso il portale web dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, tramite PEC, o direttamente presso gli sportelli fisici.

È inoltre possibile presentare istanze di sospensione delle azioni esecutive. Questa procedura richiede la dimostrazione di gravi motivi, come errori nella determinazione del debito o situazioni di particolare difficoltà economica. L’assistenza di un avvocato specializzato in diritto tributario può essere cruciale in queste circostanze per garantire che tutte le procedure vengano seguite correttamente e per aumentare le probabilità di successo dell’istanza.

Un esempio pratico può illustrare meglio la situazione. Supponiamo che Anna, un’imprenditrice italiana, si trasferisca in Spagna lasciando debiti fiscali in Italia per un totale di 50.000 euro. Dopo aver ricevuto una cartella esattoriale, Anna accede al portale dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione e verifica i dettagli del debito. Contatta un avvocato specializzato che la assiste nella presentazione di un’istanza di sospensione, allegando documentazione che dimostra errori nel calcolo del debito. L’istanza viene accolta, il debito viene ridotto e Anna riesce a negoziare un piano di rateizzazione in 120 rate mensili.

In conclusione, trasferirsi all’estero non elimina i debiti contratti in Italia. I creditori italiani hanno vari strumenti per perseguire il recupero dei crediti anche oltre i confini nazionali, grazie agli accordi internazionali e alle normative europee. La collaborazione con un avvocato esperto in diritto tributario internazionale è essenziale per navigare attraverso le complessità legali e per trovare soluzioni sostenibili e conformi alle normative vigenti. Un approccio proattivo nella gestione dei debiti, inclusa la negoziazione di piani di pagamento e la presentazione di istanze di sospensione, può prevenire gravi conseguenze legali e finanziarie, garantendo una gestione efficace delle proprie obbligazioni.

Riassunto per punti:

  1. I debiti contratti in Italia non vengono cancellati se ti trasferisci all’estero.
  2. I creditori italiani possono avviare azioni legali per recuperare i crediti, anche se risiedi all’estero.
  3. Le normative italiane, come il Codice Civile e le normative fiscali, continuano a essere applicabili ai debiti contratti in Italia.
  4. Esistono accordi internazionali e normative europee che facilitano il recupero crediti transfrontaliero.
  5. Il mancato pagamento dei debiti fiscali può portare a gravi conseguenze legali e finanziarie.
  6. È possibile negoziare un piano di pagamento dei debiti dall’estero tramite rateizzazione.
  7. Per contestare un debito, è necessario seguire le procedure legali italiane e presentare ricorsi amministrativi e giudiziali.
  8. La collaborazione con un avvocato specializzato in diritto tributario è essenziale per gestire efficacemente i debiti e seguire le procedure corrette.

Cosa succede ai miei beni in Italia se non pago i debiti e mi trasferisco all’estero?

Domanda: Cosa succede ai miei beni in Italia se non pago i debiti e mi trasferisco all’estero?

Risposta:

Se non paghi i debiti in Italia e ti trasferisci all’estero, i creditori italiani possono intraprendere diverse azioni legali per recuperare il denaro dovuto, prendendo di mira i tuoi beni presenti in Italia. Ecco cosa potrebbe succedere ai tuoi beni:

I creditori possono avviare procedure di pignoramento sui beni mobili e immobili che possiedi in Italia. Questo significa che la tua casa, la tua auto o altri beni di valore possono essere sequestrati e venduti all’asta per soddisfare il debito. Il pignoramento è una procedura legale che permette ai creditori di ottenere un titolo esecutivo per recuperare i crediti attraverso la vendita forzata dei beni del debitore.

Un altro strumento a disposizione dei creditori è il blocco dei conti correnti italiani. Se possiedi conti bancari in Italia, i creditori possono ottenere un’ordinanza del tribunale per congelare tali conti e prelevare i fondi necessari per saldare il debito. Questa misura può essere particolarmente impattante poiché può limitare l’accesso ai tuoi fondi e alle tue risorse finanziarie in Italia.

I creditori possono anche richiedere il pignoramento dei crediti presso terzi. Ad esempio, se hai crediti verso clienti o altre persone in Italia, i creditori possono chiedere al tribunale di pignorare tali crediti e utilizzare il denaro recuperato per saldare il debito. Questo tipo di pignoramento è comune nei casi in cui il debitore ha entrate regolari o crediti verso altre aziende o individui.

Le cartelle esattoriali emesse dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione possono continuare ad accumulare sanzioni e interessi di mora se non vengono pagate entro i termini stabiliti. Questo può far aumentare significativamente l’importo totale dovuto, rendendo ancora più difficile saldare il debito in futuro. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha l’autorità di avviare azioni esecutive per recuperare i debiti fiscali, inclusi il pignoramento dei beni e il blocco dei conti correnti.

Il mancato pagamento dei debiti fiscali può anche portare a conseguenze penali in caso di evasione fiscale o frode. Le autorità fiscali italiane possono avviare procedimenti penali contro i debitori che tentano di eludere le loro responsabilità fiscali trasferendosi all’estero. Gli articoli 1 e 2 del Decreto Legislativo 74/2000 disciplinano le sanzioni penali per i reati tributari, che possono includere la reclusione per chi viene riconosciuto colpevole di frode fiscale.

Un esempio pratico può illustrare meglio la situazione. Supponiamo che Marco, un imprenditore italiano, si trasferisca in Spagna lasciando debiti fiscali in Italia per un totale di 80.000 euro. Dopo aver ricevuto una cartella esattoriale, Marco accede al portale dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione e verifica i dettagli del debito. I creditori italiani possono avviare azioni esecutive sui beni di Marco in Italia, come il pignoramento della sua casa e il blocco dei suoi conti bancari. Se Marco possiede crediti verso clienti italiani, questi crediti possono essere pignorati per soddisfare il debito. Le autorità italiane possono anche collaborare con le autorità spagnole per eseguire le sentenze italiane in Spagna, il che può includere il pignoramento dei beni e il blocco dei conti correnti spagnoli di Marco.

Riassunto per punti:

  1. I creditori possono avviare il pignoramento dei beni mobili e immobili presenti in Italia.
  2. Possono ottenere un’ordinanza del tribunale per bloccare i conti correnti italiani.
  3. Possono richiedere il pignoramento dei crediti presso terzi, come clienti o altre persone a cui devi denaro in Italia.
  4. Le cartelle esattoriali possono accumulare sanzioni e interessi di mora, aumentando l’importo totale dovuto.
  5. Il mancato pagamento dei debiti fiscali può portare a conseguenze penali in caso di evasione fiscale o frode.
  6. Le autorità italiane possono collaborare con le controparti estere per il recupero dei crediti, eseguendo sentenze italiane all’estero.

In conclusione, trasferirsi all’estero non protegge i tuoi beni in Italia dai creditori. È essenziale affrontare i debiti in modo proattivo, negoziando piani di pagamento o cercando soluzioni legali per evitare gravi conseguenze finanziarie e legali. La consulenza di un avvocato esperto in diritto tributario internazionale può aiutarti a navigare queste complessità e a proteggere i tuoi interessi.

Quali sono le conseguenze se non pago i miei debiti fiscali in Italia e mi trasferisco all’estero?

Domanda: Quali sono le conseguenze se non pago i miei debiti fiscali in Italia e mi trasferisco all’estero?

Risposta: Il mancato pagamento dei debiti fiscali in Italia può comportare gravi conseguenze legali e finanziarie, anche se ti trasferisci all’estero. Le autorità fiscali italiane possono collaborare con le controparti estere per il recupero dei debiti, e le cartelle esattoriali possono accumulare sanzioni e interessi di mora se non vengono pagate entro i termini stabiliti. Inoltre, il mancato pagamento dei debiti fiscali può portare all’avvio di procedimenti penali in caso di evasione fiscale o frode.

Posso negoziare un piano di pagamento dei debiti dall’estero?

Domanda: Posso negoziare un piano di pagamento dei debiti dall’estero?

Risposta: Sì, è possibile negoziare un piano di pagamento dei debiti anche se ti trovi all’estero. Puoi contattare i creditori italiani o l’Agenzia delle Entrate-Riscossione per richiedere una rateizzazione del debito. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione offre diverse opzioni di rateizzazione a seconda dell’importo del debito e della tua situazione economica. Puoi richiedere una rateizzazione ordinaria fino a 72 rate mensili per debiti fino a 60.000 euro, oppure una rateizzazione straordinaria fino a 120 rate mensili in caso di comprovata difficoltà economica.

Quali sono le procedure legali per contestare un debito in Italia mentre vivo all’estero?

Domanda: Quali sono le procedure legali per contestare un debito in Italia mentre vivo all’estero?

Risposta: Per contestare un debito in Italia, devi seguire le procedure legali italiane, anche se risiedi all’estero. Puoi presentare un ricorso amministrativo all’ente che ha emesso il debito entro 60 giorni dalla notifica. Se il ricorso amministrativo non viene accolto, puoi presentare un ricorso giudiziale presso la Commissione Tributaria Provinciale entro altri 60 giorni. È consigliabile farsi assistere da un avvocato specializzato in diritto tributario per garantire che tutte le procedure siano seguite correttamente e per aumentare le probabilità di successo del ricorso.

Che cosa succede se ricevo una cartella esattoriale in Italia mentre vivo all’estero?

Domanda: Cosa devo fare se ricevo una cartella esattoriale in Italia mentre vivo all’estero?

Risposta: Se ricevi una cartella esattoriale in Italia mentre vivi all’estero, è fondamentale affrontare la situazione tempestivamente e con attenzione per evitare conseguenze legali e finanziarie più gravi. Ecco i passaggi da seguire:

La prima cosa da fare è verificare la correttezza dell’importo richiesto e la validità del debito. Puoi accedere al portale dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione utilizzando le credenziali SPID, CIE o CNS per visualizzare i dettagli della cartella esattoriale, gli importi dovuti, le scadenze e le eventuali sanzioni applicate. Se non hai accesso a queste credenziali, puoi contattare direttamente l’Agenzia delle Entrate-Riscossione tramite il loro contact center o recarti presso uno degli sportelli fisici quando ti trovi in Italia.

Una volta verificato il debito, raccogli tutta la documentazione necessaria che dimostri eventuali errori o pagamenti già effettuati. Questo può includere ricevute di pagamento, estratti conto bancari o altre prove che attestino il pagamento del debito o eventuali accordi precedenti con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione.

Se ritieni che la cartella esattoriale contenga errori o che il debito sia già stato saldato, puoi presentare un’istanza di sospensione. L’istanza deve essere motivata e accompagnata da tutta la documentazione di supporto. Puoi presentare l’istanza tramite PEC (Posta Elettronica Certificata) all’indirizzo dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, oppure tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o consegnandola personalmente presso uno degli sportelli dell’ente. La sospensione può essere richiesta per motivi come la prescrizione del debito, errori materiali nella cartella o situazioni di grave difficoltà economica.

Se l’istanza di sospensione viene respinta o se desideri contestare formalmente il debito, puoi presentare un ricorso amministrativo. Il ricorso deve essere presentato entro 60 giorni dalla notifica della cartella esattoriale. Il ricorso amministrativo deve contenere una descrizione dettagliata delle motivazioni della contestazione, accompagnata da tutte le prove documentali. Puoi presentare il ricorso tramite PEC, raccomandata con ricevuta di ritorno o consegnandolo presso gli uffici competenti.

Se il ricorso amministrativo non viene accolto, hai la possibilità di presentare un ricorso giudiziale presso la Commissione Tributaria Provinciale competente. Questo deve essere fatto entro 60 giorni dalla ricezione della risposta negativa dell’ente creditore o dalla scadenza del termine per la risposta. È altamente consigliabile farsi assistere da un avvocato specializzato in diritto tributario per garantire che tutte le procedure siano seguite correttamente e per aumentare le probabilità di successo del ricorso.

Durante il procedimento giudiziale, puoi richiedere la sospensione dell’esecuzione della cartella esattoriale se dimostri che l’esecuzione del debito causerebbe un danno grave e irreparabile. La Commissione Tributaria può decidere di sospendere l’esecuzione fino alla conclusione del processo.

Se non hai le risorse finanziarie per saldare il debito in un’unica soluzione, puoi richiedere la rateizzazione del debito. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione offre diverse opzioni di rateizzazione a seconda dell’importo del debito e della tua situazione economica. Puoi richiedere una rateizzazione ordinaria fino a 72 rate mensili per debiti fino a 60.000 euro, oppure una rateizzazione straordinaria fino a 120 rate mensili in caso di comprovata difficoltà economica.

Un esempio pratico può aiutare a chiarire il processo. Supponiamo che Maria, residente in Germania, riceva una cartella esattoriale per un debito fiscale in Italia. Maria accede al portale dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione e verifica che il debito risale a un errore di calcolo delle imposte. Raccoglie tutta la documentazione necessaria e presenta un’istanza di sospensione tramite PEC, allegando le prove del pagamento effettuato. L’istanza viene respinta, quindi Maria decide di presentare un ricorso amministrativo entro i 60 giorni dalla notifica della cartella. Quando anche il ricorso amministrativo viene respinto, Maria presenta un ricorso giudiziale presso la Commissione Tributaria Provinciale e richiede la sospensione dell’esecuzione del debito. Nel frattempo, avvia la richiesta di rateizzazione del debito residuo per gestire le sue finanze in modo sostenibile.

Riassunto per punti:

  1. Verifica della correttezza e validità della cartella esattoriale sul portale dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
  2. Raccogli documentazione che dimostri eventuali errori o pagamenti già effettuati.
  3. Presenta un’istanza di sospensione della cartella esattoriale tramite PEC, raccomandata con ricevuta di ritorno o presso uno sportello dell’ente.
  4. Se l’istanza di sospensione viene respinta, presenta un ricorso amministrativo entro 60 giorni dalla notifica della cartella.
  5. Se il ricorso amministrativo viene respinto, presenta un ricorso giudiziale presso la Commissione Tributaria Provinciale entro 60 giorni.
  6. Richiedi la sospensione dell’esecuzione della cartella esattoriale durante il procedimento giudiziale.
  7. Se necessario, richiedi la rateizzazione del debito tramite il portale dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione.

Seguire attentamente queste procedure è essenziale per gestire efficacemente una cartella esattoriale ricevuta in Italia mentre si vive all’estero, proteggendo i propri diritti e minimizzando le conseguenze legali e finanziarie.

Posso evitare le azioni esecutive sui miei beni in Italia?

Domanda: Posso evitare le azioni esecutive sui miei beni in Italia?

Risposta: Evitare le azioni esecutive sui tuoi beni in Italia richiede un approccio proattivo e ben informato. Esistono diverse strategie che possono aiutarti a proteggere i tuoi beni e gestire i debiti in modo efficace. Ecco alcune delle principali azioni che puoi intraprendere:

Innanzitutto, è importante affrontare il problema immediatamente. Non ignorare le comunicazioni dei creditori o dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Ignorare i debiti non farà altro che peggiorare la situazione, portando inevitabilmente ad azioni esecutive come il pignoramento dei beni.

Una delle prime misure che puoi adottare è richiedere la rateizzazione del debito. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione offre la possibilità di pagare i debiti in rate mensili, a seconda dell’importo del debito e della tua situazione economica. Per debiti fino a 60.000 euro, è possibile richiedere una rateizzazione ordinaria fino a 72 rate mensili. Per debiti superiori o in caso di difficoltà economica, è possibile richiedere una rateizzazione straordinaria fino a 120 rate mensili. Presentare una richiesta di rateizzazione può prevenire l’avvio di azioni esecutive da parte dei creditori, poiché dimostra la tua volontà di saldare il debito in modo sostenibile.

Se ritieni che il debito sia ingiusto o che ci siano errori nella cartella esattoriale, puoi presentare un ricorso amministrativo. Il ricorso deve essere presentato entro 60 giorni dalla notifica della cartella esattoriale. Nel ricorso, dovrai fornire una descrizione dettagliata delle motivazioni della contestazione, accompagnata da tutte le prove documentali. Se il ricorso amministrativo non viene accolto, puoi presentare un ricorso giudiziale presso la Commissione Tributaria Provinciale entro altri 60 giorni. La presentazione di un ricorso può sospendere temporaneamente le azioni esecutive fino alla risoluzione del caso.

Inoltre, puoi presentare un’istanza di sospensione delle azioni esecutive se puoi dimostrare che ci sono motivi validi per farlo. L’istanza deve essere motivata e accompagnata da documentazione di supporto, come la prova di gravi difficoltà economiche o errori nella determinazione del debito. Puoi presentare l’istanza tramite PEC (Posta Elettronica Certificata) all’indirizzo dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, oppure tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o consegnandola personalmente presso uno degli sportelli dell’ente.

La collaborazione con un avvocato specializzato in diritto tributario è fondamentale per navigare queste procedure complesse. Un avvocato può aiutarti a preparare e presentare la documentazione necessaria, rappresentarti nei procedimenti legali e negoziare con i creditori. L’assistenza legale può aumentare significativamente le tue probabilità di successo nel prevenire le azioni esecutive e proteggere i tuoi beni.

Un esempio pratico può illustrare meglio la situazione. Supponiamo che Luca, residente all’estero, abbia debiti fiscali in Italia per un totale di 70.000 euro. Dopo aver ricevuto una cartella esattoriale, Luca verifica i dettagli del debito e si rende conto che ci sono errori nel calcolo dell’importo dovuto. Contatta un avvocato specializzato che lo assiste nella presentazione di un’istanza di sospensione, allegando documentazione che dimostra gli errori. L’istanza viene accolta, il debito viene ridotto e Luca riesce a negoziare un piano di rateizzazione in 120 rate mensili, evitando così il pignoramento dei suoi beni in Italia.

Riassunto per punti:

  1. Affronta immediatamente il problema, non ignorare le comunicazioni dei creditori o dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
  2. Richiedi la rateizzazione del debito per dimostrare la tua volontà di pagare in modo sostenibile.
  3. Presenta un ricorso amministrativo se ritieni che il debito sia ingiusto o ci siano errori nella cartella esattoriale.
  4. Se necessario, presenta un ricorso giudiziale presso la Commissione Tributaria Provinciale.
  5. Presenta un’istanza di sospensione delle azioni esecutive dimostrando gravi difficoltà economiche o errori nella determinazione del debito.
  6. Collabora con un avvocato specializzato in diritto tributario per navigare le procedure legali e negoziare con i creditori.

Seguire attentamente queste azioni può aiutarti a evitare le azioni esecutive sui tuoi beni in Italia e gestire efficacemente i tuoi debiti, proteggendo i tuoi interessi finanziari e legali.

Esempi pratici di gestione dei debiti dall’estero

Esempio 1: Giulia, che si è trasferita in Francia, ha accumulato debiti fiscali in Italia per un totale di 30.000 euro. Dopo aver ricevuto una cartella esattoriale, Giulia accede al portale dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione per verificare i dettagli del debito. Decide di contattare l’ente emittente e negozia una rateizzazione straordinaria in 120 rate mensili, che le permette di gestire il debito in modo sostenibile.

Esempio 2: Paolo, residente in Svizzera, riceve una cartella esattoriale per un debito fiscale di 50.000 euro in Italia. Paolo decide di contattare un avvocato specializzato che lo assiste nella presentazione di un’istanza di sospensione, dimostrando che parte dell’importo è stata erroneamente calcolata. L’istanza viene accolta e il debito ridotto, permettendo a Paolo di negoziare un piano di pagamento sostenibile per l’importo residuo.

Che cosa succede ai miei diritti pensionistici se non pago i contributi in Italia e mi trasferisco all’estero?

Domanda: Cosa succede ai miei diritti pensionistici se non pago i contributi in Italia e mi trasferisco all’estero?

Risposta: Se non paghi i contributi previdenziali in Italia e ti trasferisci all’estero, potresti compromettere seriamente i tuoi diritti pensionistici. I contributi previdenziali sono fondamentali per accumulare i requisiti necessari per ottenere una pensione in Italia. Ecco cosa potrebbe succedere ai tuoi diritti pensionistici:

Quando non paghi i contributi previdenziali, i periodi di lavoro non coperti dai contributi non vengono conteggiati ai fini del calcolo della pensione. Questo può ridurre il numero di anni di contribuzione, influenzando direttamente l’importo della pensione che riceverai. In Italia, il sistema pensionistico è contributivo, il che significa che l’importo della pensione dipende dai contributi versati durante la tua vita lavorativa. Secondo l’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale), è necessario avere almeno 20 anni di contributi per avere diritto alla pensione di vecchiaia, e il mancato pagamento può rendere difficile raggiungere questo requisito.

Il mancato pagamento dei contributi previdenziali può anche portare a sanzioni e interessi di mora. L’INPS ha il diritto di recuperare i contributi non pagati, e può emettere avvisi di pagamento che includono sanzioni per il ritardo e interessi sul debito accumulato. Queste somme possono aumentare notevolmente l’importo dovuto, rendendo ancora più difficile regolarizzare la tua posizione contributiva.

Se hai lavorato in più paesi, inclusa l’Italia, potresti beneficiare degli accordi internazionali sulla sicurezza sociale che permettono di totalizzare i periodi di contribuzione in diversi paesi per ottenere una pensione. L’Italia ha stipulato accordi bilaterali con numerosi paesi, inclusi quelli dell’Unione Europea e alcuni paesi extraeuropei, come la Svizzera. Tuttavia, anche con questi accordi, è necessario che i contributi siano stati effettivamente versati nei periodi di lavoro in Italia per poter essere conteggiati.

Ad esempio, se ti trasferisci in un paese dell’UE o in Svizzera, gli accordi di sicurezza sociale ti permetteranno di sommare i periodi di lavoro in Italia e nel paese di residenza per determinare il diritto alla pensione. Tuttavia, i contributi devono essere stati versati correttamente in ciascun paese. In mancanza di contributi versati, questi periodi non potranno essere conteggiati, e ciò potrebbe influire negativamente sull’importo della pensione.

Un altro aspetto da considerare è la possibilità di riscatto dei contributi non versati. L’INPS offre la possibilità di riscattare i periodi contributivi non coperti, come ad esempio i periodi di studio universitario o i periodi di lavoro non retribuito. Questa opzione può essere utile per incrementare il numero di anni di contribuzione e migliorare l’importo della pensione, ma comporta il pagamento di una somma per coprire i contributi non versati.

Supponiamo che Alessandra, che ha lavorato per diversi anni in Italia, si trasferisca in Francia senza aver completato il pagamento dei contributi previdenziali per alcuni periodi di lavoro in Italia. Alessandra decide di verificare la sua situazione contributiva e scopre che mancano cinque anni di contributi. Contatta l’INPS e scopre che può riscattare questi anni, pagando una somma per coprire i contributi non versati. Alessandra decide di riscattare i contributi mancanti, garantendo così che i suoi anni di lavoro in Italia vengano conteggiati per il calcolo della pensione.

Riassunto per punti:

  1. Il mancato pagamento dei contributi previdenziali in Italia riduce i periodi di lavoro conteggiati ai fini pensionistici.
  2. I periodi non coperti dai contributi non vengono conteggiati nel calcolo della pensione, riducendo l’importo della pensione futura.
  3. L’INPS può emettere avvisi di pagamento con sanzioni e interessi di mora per i contributi non pagati.
  4. Gli accordi internazionali sulla sicurezza sociale permettono di totalizzare i periodi di contribuzione in diversi paesi, ma i contributi devono essere versati correttamente.
  5. È possibile riscattare i periodi contributivi non coperti, pagando una somma per coprire i contributi non versati.

Affrontare tempestivamente la questione dei contributi non pagati è essenziale per garantire che i tuoi diritti pensionistici siano protetti. La consulenza di un esperto in diritto previdenziale può essere di grande aiuto per comprendere le opzioni disponibili e per navigare le complessità delle normative italiane e internazionali sulla sicurezza sociale.

Quali sono le opzioni legali disponibili se non posso pagare i debiti neanche in forma rateizzata?

Se non puoi pagare i tuoi debiti neanche in forma rateizzata, esistono diverse opzioni legali che puoi esplorare per cercare di risolvere la tua situazione finanziaria. Queste opzioni possono aiutarti a ridurre l’ammontare del debito, sospendere le azioni esecutive o addirittura ottenere una cancellazione parziale o totale del debito. Ecco le principali opzioni disponibili:

L’esdebitazione è una procedura prevista dalla Legge 3/2012, conosciuta anche come “legge sul sovraindebitamento”. Questa legge offre ai debitori non fallibili, come i privati e i piccoli imprenditori, la possibilità di ottenere la cancellazione dei debiti residui dopo aver liquidato il proprio patrimonio a favore dei creditori. L’esdebitazione può essere concessa se il debitore dimostra di aver agito con correttezza e buona fede durante la gestione del debito e di non aver potuto far fronte alle obbligazioni per cause a lui non imputabili.

Il piano del consumatore è un’altra opzione prevista dalla Legge 3/2012. Si tratta di un piano di ristrutturazione del debito che può essere proposto dal debitore e deve essere approvato dal giudice. Questo piano consente al debitore di ristrutturare i debiti in base alle sue reali capacità di pagamento, tenendo conto delle esigenze di vita quotidiana. Il piano del consumatore può prevedere la riduzione dell’ammontare del debito e la sospensione delle azioni esecutive.

Il concordato preventivo è una procedura prevista dalla legge fallimentare italiana (Regio Decreto 267/1942) e può essere utilizzata dalle imprese in difficoltà finanziaria. Consente all’imprenditore di proporre un accordo ai creditori per ristrutturare il debito e continuare l’attività aziendale. Il concordato preventivo deve essere approvato dal tribunale e dalla maggioranza dei creditori. Può prevedere la riduzione del debito, la conversione del debito in azioni o la cessione di beni per soddisfare i creditori.

La liquidazione del patrimonio è una procedura prevista dalla Legge 3/2012 e consiste nella vendita di tutti i beni del debitore per soddisfare i creditori. Una volta completata la liquidazione e distribuito il ricavato ai creditori, il debitore può ottenere l’esdebitazione, ovvero la cancellazione dei debiti residui. Questa procedura è simile al fallimento, ma è rivolta ai debitori non fallibili, come i privati e i piccoli imprenditori.

Se hai una casa di proprietà, potresti considerare l’ipotesi di un prestito con garanzia immobiliare. Questo tipo di prestito ti consente di utilizzare il valore della tua casa come garanzia per ottenere un finanziamento che può essere utilizzato per saldare i debiti. Tuttavia, è importante valutare attentamente questa opzione, poiché in caso di mancato pagamento del prestito, rischi di perdere la casa.

Un esempio pratico può aiutare a illustrare queste opzioni. Supponiamo che Marco, un piccolo imprenditore, abbia accumulato debiti per un totale di 100.000 euro e non sia in grado di pagarli neanche in forma rateizzata. Marco decide di rivolgersi a un avvocato specializzato che lo aiuta a valutare le opzioni disponibili. Dopo aver analizzato la situazione, Marco opta per la procedura di esdebitazione prevista dalla Legge 3/2012. Il suo avvocato presenta la domanda al tribunale, dimostrando che Marco ha agito in buona fede e non è in grado di far fronte ai debiti per cause non imputabili a lui. Il tribunale approva la domanda e, dopo la liquidazione del patrimonio di Marco, i debiti residui vengono cancellati.

Riassunto per punti:

  1. L’esdebitazione ai sensi della Legge 3/2012 permette la cancellazione dei debiti residui dopo la liquidazione del patrimonio.
  2. Il piano del consumatore consente di ristrutturare il debito in base alle capacità di pagamento del debitore, con approvazione del giudice.
  3. Il concordato preventivo permette alle imprese di proporre un accordo ai creditori per ristrutturare il debito e continuare l’attività.
  4. La liquidazione del patrimonio prevede la vendita di tutti i beni del debitore per soddisfare i creditori, con possibilità di ottenere l’esdebitazione.
  5. Il prestito con garanzia immobiliare utilizza il valore della casa come garanzia per ottenere un finanziamento per saldare i debiti.

Seguire attentamente queste opzioni e consultare un avvocato specializzato in diritto fallimentare e sovraindebitamento può aiutarti a gestire i debiti in modo efficace, proteggendo i tuoi interessi finanziari e legali.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Cancellazione Debiti Per Chi Vive All’Estero

Affrontare i debiti contratti in Italia mentre si vive all’estero può rappresentare una sfida complessa che richiede un’approfondita conoscenza delle leggi italiane, delle convenzioni internazionali e delle procedure amministrative. La presenza di un avvocato esperto in cancellazione dei debiti diventa essenziale per garantire una gestione efficace e conforme alla legge delle proprie obbligazioni finanziarie. I debiti non scompaiono semplicemente trasferendosi all’estero; anzi, possono seguire il debitore oltre i confini nazionali, portando a conseguenze legali e finanziarie significative.

Un avvocato specializzato in diritto tributario internazionale possiede una conoscenza approfondita delle normative italiane e delle procedure legali necessarie per contestare i debiti o richiedere la loro rateizzazione. Questo è particolarmente importante in un sistema fiscale complesso come quello italiano, dove le regole possono variare notevolmente a seconda del tipo di debito e delle circostanze specifiche del caso. Un avvocato esperto è in grado di guidare il cliente attraverso il labirinto delle leggi fiscali, garantendo che tutte le procedure siano seguite correttamente e che i diritti del debitore siano protetti.

Inoltre, un avvocato esperto in debiti internazionali può fornire assistenza nella raccolta e presentazione delle prove necessarie per contestare un debito. Questo include la preparazione di ricorsi amministrativi e giudiziali, la presentazione di istanze di sospensione e la negoziazione con i creditori. Ad esempio, se ricevi una cartella esattoriale mentre vivi in Svizzera, l’avvocato può aiutarti a verificare la correttezza dell’importo richiesto, raccogliere le prove documentali necessarie e presentare un’istanza di sospensione all’Agenzia delle Entrate-Riscossione. In caso di rigetto dell’istanza, l’avvocato può rappresentarti nel presentare un ricorso giudiziale presso la Commissione Tributaria Provinciale.

L’importanza di avere un avvocato esperto al proprio fianco si estende anche alla gestione delle comunicazioni e delle negoziazioni con i creditori. La negoziazione di piani di pagamento o di rateizzazione del debito richiede competenze specifiche e una profonda comprensione delle dinamiche tra debitore e creditore. Un avvocato può negoziare condizioni più favorevoli, come una riduzione dell’importo del debito o un allungamento dei termini di pagamento, proteggendo al contempo i tuoi interessi e garantendo che le tue finanze non vengano ulteriormente compromesse.

Un altro aspetto cruciale della consulenza legale è la protezione contro le azioni esecutive. I creditori italiani hanno il diritto di avviare azioni esecutive per recuperare i crediti, che possono includere il pignoramento di beni in Italia, il blocco dei conti correnti italiani e il pignoramento dei crediti presso terzi. In alcuni casi, possono anche collaborare con le autorità svizzere per eseguire sentenze italiane in Svizzera. Un avvocato può assisterti nella presentazione di ricorsi per bloccare o sospendere queste azioni esecutive, offrendo una difesa legale robusta contro le misure coercitive dei creditori.

La consulenza di un avvocato esperto è particolarmente preziosa nei casi di grave difficoltà economica. Se non sei in grado di saldare i debiti in un’unica soluzione, l’avvocato può aiutarti a presentare una richiesta di rateizzazione straordinaria, dimostrando la tua situazione di difficoltà economica e negoziando un piano di pagamento sostenibile. Questo può includere la presentazione di documentazione dettagliata sulla tua situazione finanziaria, la preparazione di piani di risanamento e la rappresentanza nei negoziati con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione.

Un esempio pratico può illustrare l’importanza di avere un avvocato esperto al proprio fianco. Supponiamo che Marco, residente in Svizzera, riceva una cartella esattoriale per un debito fiscale di 70.000 euro in Italia. Marco decide di contattare un avvocato specializzato in diritto tributario internazionale. L’avvocato verifica la correttezza della cartella esattoriale, raccoglie le prove dei pagamenti già effettuati e presenta un’istanza di sospensione. Quando l’istanza viene respinta, l’avvocato aiuta Marco a presentare un ricorso giudiziale e a negoziare un piano di rateizzazione straordinaria. Grazie all’assistenza legale, Marco riesce a ottenere una sospensione temporanea dell’esecuzione del debito e un piano di pagamento in 120 rate mensili, evitando gravi conseguenze finanziarie.

Secondo i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze, il numero di ricorsi presentati presso le Commissioni Tributarie è in costante aumento, evidenziando la crescente necessità di una difesa legale efficace. La consulenza di un avvocato specializzato è essenziale per garantire che i ricorsi siano presentati correttamente e che le argomentazioni siano solide e ben documentate.

Investire nella consulenza legale qualificata non è solo una scelta strategica, ma una necessità per garantire la migliore difesa possibile e per trovare una soluzione sostenibile e conforme alle normative vigenti. Un avvocato esperto può offrire un supporto prezioso in ogni fase del processo, dalla verifica iniziale del debito alla presentazione dei ricorsi, dalla negoziazione con i creditori alla gestione delle azioni esecutive. La sua assistenza può fare la differenza tra una gestione efficace dei debiti e una situazione di crisi finanziaria.

In conclusione, avere al proprio fianco un avvocato esperto in cancellazione dei debiti per chi vive all’estero è cruciale per gestire efficacemente le difficoltà finanziarie e garantire una soluzione conforme alle normative vigenti. La consulenza legale qualificata offre un supporto prezioso per navigare nelle difficoltà legali, negoziare con i creditori, presentare opposizioni efficaci e gestire le procedure di ricorso. Investire nella consulenza legale di qualità non è solo una scelta strategica, ma una necessità per garantire la migliore difesa possibile e per trovare una soluzione sostenibile e conforme alle normative vigenti.

Da questo punto di vista, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

Perciò se hai bisogno di un avvocato esperto in cancellazione debiti per chi vive all’estero, qui di seguito trovi tutti i nostri contatti per un aiuto rapido e sicuro.

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Giuseppe Monardo

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