Opposizione a Decreto Ingiuntivo: Tutti i Motivi Vincenti

L’opposizione al decreto ingiuntivo è uno strumento legale cruciale nel sistema giuridico italiano, che permette al debitore di contestare una richiesta di pagamento avanzata tramite decreto ingiuntivo. Questo provvedimento, regolato dagli articoli 633 e seguenti del Codice di Procedura Civile, consente al creditore di ottenere rapidamente un titolo esecutivo per il recupero di crediti documentati. Tuttavia, il debitore ha il diritto di opporsi al decreto ingiuntivo entro un termine di 40 giorni dalla sua notifica, come stabilito dall’articolo 641 del Codice di Procedura Civile. In alcuni casi specifici, come quando il debitore risiede all’estero, questo termine può essere esteso fino a 60 giorni. L’opposizione sospende l’efficacia esecutiva del decreto, impedendo al creditore di procedere all’esecuzione forzata fino alla decisione del giudice.

I motivi per opporsi a un decreto ingiuntivo sono molteplici e possono essere suddivisi in due categorie principali: motivi di merito e motivi procedurali. I motivi di merito riguardano l’esistenza o l’ammontare del credito. Ad esempio, il debitore può contestare il decreto ingiuntivo dimostrando che il credito non esiste, perché il contratto che lo ha generato è nullo o annullabile, oppure perché il debito è già stato pagato, presentando a tal fine le relative ricevute di pagamento. Un altro motivo di merito può essere l’errore nell’ammontare del credito richiesto, dove il debitore può presentare documentazione che evidenzia un calcolo errato da parte del creditore.

Un esempio pratico può aiutare a chiarire meglio il processo. Supponiamo che un creditore presenti una richiesta di decreto ingiuntivo per il pagamento di una fattura non saldata. Il giudice emette il decreto il 1° marzo 2024 e l’ufficiale giudiziario lo notifica al debitore il 5 marzo 2024. Il debitore ha quindi tempo fino al 14 aprile 2024 per presentare opposizione. Il debitore, ritenendo che la fattura sia già stata pagata, presenta un atto di citazione con le ricevute di pagamento come prove. L’atto viene notificato al creditore il 20 marzo 2024 e depositato presso il Tribunale di Milano. Il giudice fissa un’udienza per il 30 aprile 2024. Durante l’udienza, il debitore presenta le prove del pagamento e il creditore replica. Il giudice, dopo aver valutato le prove, decide di annullare il decreto ingiuntivo.

I motivi procedurali, invece, riguardano la validità del procedimento di emissione del decreto ingiuntivo. Il debitore può contestare il decreto ingiuntivo se il giudice che lo ha emesso non era competente, se il ricorso era carente di elementi essenziali o se il decreto è stato emesso in violazione delle norme processuali, come una notifica errata. Ad esempio, se il decreto ingiuntivo non è stato notificato correttamente al debitore, ciò può costituire un valido motivo per contestarne la validità.

La procedura di opposizione inizia con la redazione di un atto di citazione da parte del debitore, che deve essere notificato al creditore e depositato presso il tribunale competente. Dopo la presentazione dell’atto di citazione, il giudice fissa un’udienza per ascoltare le argomentazioni di entrambe le parti. Durante l’udienza, il debitore ha l’opportunità di presentare le proprie prove e argomentazioni per contestare il credito. Il giudice valuta le prove e decide se confermare, modificare o annullare il decreto ingiuntivo. Se il giudice accoglie l’opposizione, il decreto viene annullato o modificato. Se l’opposizione viene rigettata, il decreto ingiuntivo diventa definitivo e il creditore può procedere con l’esecuzione forzata.

La Riforma Cartabia, entrata in vigore nel 2023, ha introdotto significative modifiche procedurali che influenzano la gestione delle opposizioni ai decreti ingiuntivi. Una delle principali novità è l’obbligo del deposito telematico dei ricorsi per decreto ingiuntivo e degli atti di citazione. Questo requisito mira a semplificare e velocizzare il processo di emissione e gestione dei decreti ingiuntivi, riducendo i tempi di attesa e migliorando la trasparenza delle operazioni. Inoltre, la riforma ha chiarito alcuni aspetti relativi alla litispendenza, stabilendo che gli effetti della pendenza della controversia introdotta con la domanda di ingiunzione decorrono dal momento del deposito del ricorso monitorio, e non dalla data della notifica del decreto.

Secondo i dati del Ministero della Giustizia, ogni anno vengono emessi migliaia di decreti ingiuntivi in Italia, con una percentuale significativa di questi che viene contestata dai debitori. Ad esempio, nel 2022, il numero di decreti ingiuntivi emessi è stato di circa 300.000, con un tasso di opposizione del 15%, il che significa che circa 45.000 decreti sono stati contestati. Questo dimostra l’importanza pratica della procedura di opposizione e la necessità di comprendere a fondo le normative e le procedure associate.

L’opposizione al decreto ingiuntivo non solo sospende l’efficacia esecutiva del decreto, ma offre anche al debitore una protezione temporanea significativa. Durante il periodo di sospensione, il debitore non rischia l’esecuzione forzata dei suoi beni. Questo significa che il creditore non può attivare procedimenti di pignoramento dei beni mobili e immobili del debitore, né sequestrare conti bancari o altri asset finanziari. Questa protezione consente al debitore di continuare a disporre dei propri beni e risorse senza l’immediato timore di azioni esecutive che potrebbero compromettere la sua situazione finanziaria.

Un esempio concreto può illustrare questa dinamica. Immaginiamo che un debitore riceva un decreto ingiuntivo che gli impone di pagare 20.000 euro entro 40 giorni. Il debitore, ritenendo che il debito sia stato già saldato, presenta opposizione e chiede la sospensione dell’esecutività del decreto. Il giudice, valutando le prove preliminari, decide di concedere la sospensione. Durante questo periodo, il debitore non rischia il pignoramento dei suoi beni e può preparare con calma la sua difesa per l’udienza di merito.

È importante notare che la sospensione dell’esecuzione del decreto ingiuntivo non significa che il debito è annullato o che il debitore è esonerato dal pagamento. Significa semplicemente che l’esecuzione è temporaneamente bloccata in attesa della decisione finale del giudice. Se l’opposizione viene rigettata, il decreto ingiuntivo riprende la sua efficacia esecutiva e il creditore può procedere con le azioni esecutive.

Affrontare un decreto ingiuntivo senza l’assistenza di un avvocato esperto può comportare gravi conseguenze finanziarie. Oltre all’importo del credito originario, il debitore potrebbe essere tenuto a pagare interessi e spese legali aggiuntive se l’opposizione fallisce. Questi costi possono aumentare significativamente l’importo totale dovuto, mettendo ulteriormente in difficoltà finanziarie il debitore. L’avvocato, grazie alla sua esperienza, è in grado di minimizzare questi rischi, negoziando eventualmente condizioni più favorevoli o cercando soluzioni alternative che evitino un contenzioso lungo e costoso.

In conclusione, l’opposizione al decreto ingiuntivo è una procedura legale fondamentale per garantire che i diritti del debitore siano protetti. La legge offre al debitore la possibilità di contestare il decreto entro un periodo definito, ma richiede una risposta tempestiva e ben documentata. Ignorare o trascurare i termini per l’opposizione può portare a conseguenze definitive e spesso irreversibili, sottolineando l’importanza di agire prontamente e con competenza. La complessità delle normative e delle procedure introdotte dalla Riforma Cartabia rende ancora più evidente l’importanza di avere al proprio fianco un avvocato esperto in opposizione a decreti ingiuntivi, che possa guidare il debitore attraverso ogni fase del processo legale, fornendo consulenza e rappresentanza di alta qualità.

Ma andiamo nei dettagli con domande e risposte.

Cos’è l’opposizione a decreto ingiuntivo

L’opposizione a decreto ingiuntivo è un’azione legale che può essere proposta dal debitore nei confronti del creditore per contestare la validità del decreto ingiuntivo, ovvero il provvedimento del giudice che ordina al debitore di pagare al creditore una somma di denaro. Secondo l’articolo 641 del Codice di Procedura Civile, il debitore ha 40 giorni dalla notifica del decreto per presentare opposizione. In alcuni casi specifici, questo termine può essere ridotto a 10 giorni o esteso fino a 60 giorni.

Come funziona l’opposizione a decreto ingiuntivo

Il procedimento di opposizione a decreto ingiuntivo si svolge davanti al tribunale competente. Il tribunale, dopo aver ricevuto l’atto di citazione, fissa una data per l’udienza di comparizione delle parti. All’udienza, le parti si confrontano davanti al giudice. Il debitore deve dimostrare i motivi per cui contesta il decreto ingiuntivo. Il creditore, invece, deve dimostrare la validità del decreto ingiuntivo. Il giudice, dopo aver valutato le prove presentate dalle parti, decide se accogliere o rigettare l’opposizione.

Un esempio pratico può aiutare a chiarire meglio il processo. Supponiamo che un creditore presenti una richiesta di decreto ingiuntivo per il pagamento di una fattura non saldata. Il giudice emette il decreto il 1° marzo 2024 e l’ufficiale giudiziario lo notifica al debitore il 5 marzo 2024. Il debitore ha quindi tempo fino al 14 aprile 2024 per presentare opposizione. Il debitore, ritenendo che la fattura sia già stata pagata, presenta un atto di citazione con le ricevute di pagamento come prove. L’atto viene notificato al creditore il 20 marzo 2024 e depositato presso il Tribunale di Milano. Il giudice fissa un’udienza per il 30 aprile 2024. Durante l’udienza, il debitore presenta le prove del pagamento e il creditore replica. Il giudice, dopo aver valutato le prove, decide di annullare il decreto ingiuntivo.

Come fare opposizione a decreto ingiuntivo

Il debitore può proporre opposizione al decreto ingiuntivo entro 40 giorni dalla notifica del decreto. L’opposizione deve essere presentata al tribunale competente, che è il tribunale del luogo in cui il creditore ha la residenza o il domicilio, con atto di citazione, che è un atto formale redatto da un avvocato. Dopo aver presentato l’atto di citazione per opposizione al decreto ingiuntivo, il creditore ha 20 giorni per costituirsi in giudizio. La costituzione in giudizio del creditore può essere effettuata tramite deposito di un atto di costituzione o tramite comparizione personale all’udienza.

Motivi di opposizione a decreto ingiuntivo

L’opposizione a un decreto ingiuntivo è una procedura legale complessa che consente al debitore di contestare un decreto ingiuntivo emesso dal giudice su richiesta del creditore. I motivi di opposizione possono essere vari e si dividono principalmente in due categorie: motivi di merito e motivi procedurali. Comprendere questi motivi è essenziale per costruire una difesa efficace contro un decreto ingiuntivo.

Motivi di Merito

I motivi di merito riguardano l’esistenza o l’ammontare del credito. Questi motivi si concentrano sulla sostanza della richiesta del creditore e sulla validità del credito stesso.

  1. Inesistenza del Credito: Il debitore può contestare il decreto ingiuntivo sostenendo che il credito non esiste. Ad esempio, potrebbe dimostrare che il contratto su cui si basa il credito è nullo o annullabile. La nullità del contratto può derivare da vari fattori, come l’illegalità dell’oggetto o la mancanza di capacità delle parti di contrarre. Un contratto annullabile può essere stato stipulato sotto coercizione o per errore.
  2. Estinzione del Credito: Un altro motivo di merito può essere l’estinzione del credito. Il debitore può presentare prove che dimostrano che il debito è stato già pagato. Questo può includere ricevute di pagamento, estratti conto bancari o qualsiasi altro documento che attesti l’avvenuto pagamento. Ad esempio, se un debitore ha pagato tramite bonifico bancario, può esibire l’estratto conto che mostra il pagamento.
  3. Errore nell’Ammontare del Credito: Il debitore può contestare l’importo del credito indicato nel decreto ingiuntivo, sostenendo che il calcolo è errato. Questo può includere errori aritmetici, l’inclusione di interessi non dovuti o la richiesta di somme non previste dal contratto originario. Ad esempio, se un creditore ha incluso interessi di mora che non erano pattuiti, il debitore può contestare questa inclusione.
  4. Compensazione: Il debitore può anche sostenere che esiste un credito nei confronti del creditore che compensa il debito. La compensazione è una situazione in cui due soggetti sono contemporaneamente creditori e debitori l’uno dell’altro, e i debiti si estinguono reciprocamente fino alla concorrenza del loro ammontare. Ad esempio, se il debitore ha fornito beni o servizi al creditore per un valore equivalente o superiore al debito contestato, può chiedere la compensazione.

Motivi Procedurali

I motivi procedurali riguardano la validità del procedimento di emissione del decreto ingiuntivo. Questi motivi si concentrano sugli aspetti formali e procedurali del decreto.

  1. Incompetenza del Giudice: Il debitore può contestare il decreto ingiuntivo sostenendo che il giudice che ha emesso il decreto non era competente per materia o per territorio. La competenza del giudice è determinata dalla legge, e un decreto emesso da un giudice incompetente è invalido. Ad esempio, se un decreto ingiuntivo viene emesso da un giudice di pace per una causa che supera la sua competenza per valore, il decreto può essere contestato.
  2. Difetti del Ricorso: Il debitore può sostenere che il ricorso per decreto ingiuntivo era carente di elementi essenziali. Il ricorso deve contenere tutte le informazioni necessarie, come l’indicazione chiara del credito e i documenti a supporto. Se questi elementi mancano, il decreto può essere contestato. Ad esempio, se il ricorso non specifica chiaramente la natura del credito o non allega i documenti comprovanti il credito, il decreto può essere impugnato.
  3. Violazione delle Norme Processuali: Il decreto ingiuntivo può essere contestato se è stato emesso in violazione delle norme processuali. Questo può includere la mancata notifica del decreto al debitore o la notifica effettuata in modo non corretto. La notifica del decreto è un passaggio fondamentale per garantire che il debitore abbia la possibilità di difendersi. Se il decreto non è stato notificato correttamente, il debitore può chiedere l’annullamento del decreto.
  4. Prescrizione del Credito: Un motivo procedurale può essere la prescrizione del credito. I crediti si prescrivono dopo un certo periodo di tempo, che varia a seconda della natura del credito. Se il credito è prescritto, il debitore può contestare il decreto ingiuntivo. Ad esempio, un credito derivante da una fattura commerciale si prescrive generalmente dopo cinque anni.

Importanza della Prova

Indipendentemente dai motivi di opposizione, è fondamentale che il debitore presenti prove adeguate a supporto delle sue argomentazioni. La presentazione di prove solide e ben documentate è essenziale per convincere il giudice della validità dell’opposizione. Questo può includere contratti, ricevute di pagamento, estratti conto bancari, testimonianze e qualsiasi altro documento pertinente.

Esempi Pratici

  1. Caso di Inesistenza del Credito: Un debitore riceve un decreto ingiuntivo per il pagamento di una somma di denaro basata su un contratto di fornitura di servizi. Il debitore dimostra che il contratto è nullo perché il fornitore non aveva la licenza necessaria per operare. Il giudice, valutando le prove, annulla il decreto ingiuntivo.
  2. Caso di Pagamento del Debito: Un debitore riceve un decreto ingiuntivo per una fattura non pagata. Il debitore presenta ricevute di pagamento che dimostrano che la fattura è stata saldata. Il giudice, dopo aver esaminato le prove, decide di annullare il decreto.
  3. Caso di Errore nell’Ammontare del Credito: Un creditore chiede un decreto ingiuntivo per un importo che include interessi di mora non previsti dal contratto. Il debitore contesta l’importo, presentando il contratto che non prevede tali interessi. Il giudice, riconoscendo l’errore, modifica l’importo del decreto ingiuntivo.
  4. Caso di Incompetenza del Giudice: Un debitore riceve un decreto ingiuntivo emesso da un giudice che non era competente per territorio. Il debitore contesta il decreto sulla base dell’incompetenza territoriale del giudice. Il giudice, riconoscendo l’errore, annulla il decreto.

In conclusione, i motivi di opposizione a un decreto ingiuntivo sono vari e possono riguardare sia la sostanza del credito sia la procedura seguita per l’emissione del decreto. È fondamentale che il debitore presenti una difesa ben documentata e supportata da prove adeguate per avere successo nell’opposizione. La consulenza di un avvocato esperto è essenziale per navigare le complessità del procedimento e garantire che i diritti del debitore siano protetti.

Quali sono i termini per presentare l’opposizione?

Il termine standard per presentare l’opposizione al decreto ingiuntivo è di 40 giorni dalla notifica del decreto, come previsto dall’articolo 641 del Codice di Procedura Civile. In alcuni casi specifici, il termine può essere ridotto a 10 giorni o esteso fino a 60 giorni se il debitore risiede all’estero.

Come si presenta l’opposizione?

Per presentare l’opposizione, il debitore deve redigere un atto di citazione contenente le ragioni dell’opposizione e le prove a supporto. L’atto deve essere notificato al creditore e depositato presso il tribunale competente entro i termini stabiliti. L’opposizione avvia un procedimento ordinario in cui il giudice valuterà le argomentazioni di entrambe le parti.

Cosa accade durante il procedimento di opposizione?

Durante il procedimento di opposizione, il giudice fissa un’udienza per ascoltare le parti. Il debitore presenta le proprie prove e testimonianze per contestare il credito. Il creditore può presentare prove e contro-argomentazioni. Il giudice valuta le prove e decide se confermare, modificare o annullare il decreto ingiuntivo.

Quali sono le conseguenze della sospensione dell’efficacia esecutiva del decreto?

L’opposizione al decreto ingiuntivo sospende l’efficacia esecutiva del decreto, impedendo al creditore di procedere con l’esecuzione forzata fino alla decisione del giudice. Questa sospensione offre al debitore una protezione temporanea, consentendogli di preparare la difesa senza il timore di azioni esecutive immediate.

Quali sono i passaggi per presentare l’opposizione?

Il debitore deve presentare un atto di citazione entro 40 giorni dalla notifica del decreto. L’atto di citazione deve essere notificato al creditore e depositato presso il tribunale competente. Dopo la notifica, il creditore ha 20 giorni per costituirsi in giudizio.

Quali sono i requisiti dell’atto di citazione?

L’atto di citazione deve contenere tutte le informazioni necessarie per identificare le parti, il decreto ingiuntivo impugnato, le ragioni dell’opposizione e le prove a supporto. L’atto deve essere redatto da un avvocato e notificato al creditore.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Opposizione a Decreti Ingiuntivi

Affrontare un decreto ingiuntivo rappresenta una sfida legale significativa per qualsiasi debitore, indipendentemente dalla natura del debito o dalla situazione finanziaria personale. L’importanza di avere al proprio fianco un avvocato esperto in opposizione a decreti ingiuntivi non può essere sottovalutata. Un avvocato specializzato offre competenze legali approfondite, una comprensione dettagliata delle procedure giudiziarie e la capacità di sviluppare una strategia difensiva efficace, tutti elementi essenziali per proteggere i diritti del debitore.

In primo luogo, la complessità delle normative che regolano i decreti ingiuntivi e le relative opposizioni richiede una conoscenza specifica del diritto. Il Codice di Procedura Civile italiano, particolarmente negli articoli 633 e seguenti, definisce i requisiti per l’emissione di un decreto ingiuntivo e le modalità di opposizione. L’articolo 641, ad esempio, stabilisce che il debitore ha 40 giorni dalla notifica del decreto per presentare l’opposizione. Tuttavia, questo termine può essere ridotto a 10 giorni o esteso fino a 60 giorni in base a specifiche circostanze, come la residenza del debitore all’estero. Un avvocato esperto conosce queste normative e sa come applicarle in modo ottimale per il caso specifico del debitore.

La redazione dell’atto di citazione è un passaggio cruciale nel procedimento di opposizione. Questo documento deve contenere le ragioni dettagliate dell’opposizione, supportate da prove documentali solide. L’atto deve essere notificato al creditore e depositato presso il tribunale competente entro i termini stabiliti. La precisione e la completezza dell’atto di citazione sono fondamentali per il successo dell’opposizione. Un avvocato esperto è in grado di redigere questo documento in modo chiaro e convincente, presentando le prove necessarie per sostenere le argomentazioni del debitore.

Durante il procedimento di opposizione, l’avvocato rappresenta il debitore in tutte le fasi, dall’udienza preliminare fino alla decisione finale del giudice. Il giudice fissa un’udienza per ascoltare le argomentazioni di entrambe le parti. In questa fase, il ruolo dell’avvocato è cruciale. L’avvocato presenta le prove e le argomentazioni del debitore, controbatte le argomentazioni del creditore e cerca di dimostrare l’infondatezza del credito o la correttezza dei pagamenti già effettuati. La capacità di presentare una difesa efficace in tribunale richiede esperienza e competenza che solo un avvocato specializzato può offrire.

Uno degli effetti immediati dell’opposizione è la sospensione dell’efficacia esecutiva del decreto ingiuntivo. Questo significa che il creditore non può procedere con l’esecuzione forzata fino alla decisione del giudice. Tuttavia, la sospensione non è automatica e deve essere richiesta dal debitore. L’avvocato gioca un ruolo cruciale in questa fase, presentando al giudice una richiesta motivata per la sospensione dell’esecuzione, supportata da prove che dimostrino il potenziale danno che l’esecuzione potrebbe causare al debitore. La conoscenza delle leggi e delle normative, come l’articolo 649 del Codice di Procedura Civile, è essenziale per ottenere una sospensione efficace.

La Riforma Cartabia del 2023 ha introdotto ulteriori cambiamenti che influenzano la gestione delle opposizioni ai decreti ingiuntivi. Tra le novità più rilevanti vi è l’obbligo del deposito telematico dei ricorsi per decreto ingiuntivo e degli atti di citazione. Questa misura mira a semplificare e velocizzare il processo, migliorando la trasparenza e riducendo i tempi di attesa. Un avvocato esperto è in grado di navigare queste nuove procedure, assicurando che tutti gli atti siano depositati correttamente e tempestivamente. Inoltre, la riforma ha chiarito che gli effetti della pendenza della controversia decorrono dal momento del deposito del ricorso monitorio, anziché dalla data della notifica del decreto. Questa conoscenza è cruciale per evitare errori procedurali che potrebbero compromettere l’opposizione.

La gestione delle comunicazioni tra le parti e il tribunale è un altro aspetto critico in cui l’avvocato fornisce un supporto essenziale. La digitalizzazione delle procedure e l’obbligo di utilizzare la posta elettronica certificata (PEC) per le notifiche richiedono una conoscenza approfondita delle piattaforme online e delle nuove tecnologie. L’avvocato garantisce che tutte le comunicazioni siano gestite correttamente, evitando ritardi e garantendo la trasparenza delle operazioni.

Affrontare un decreto ingiuntivo senza l’assistenza di un avvocato esperto può comportare gravi conseguenze finanziarie. Oltre all’importo del credito originario, il debitore potrebbe essere tenuto a pagare interessi e spese legali aggiuntive se l’opposizione fallisce. Questi costi possono aumentare significativamente l’importo totale dovuto, mettendo ulteriormente in difficoltà finanziarie il debitore. L’avvocato, grazie alla sua esperienza, è in grado di minimizzare questi rischi, negoziando eventualmente condizioni più favorevoli o cercando soluzioni alternative che evitino un contenzioso lungo e costoso.

La presenza di un avvocato esperto non solo aumenta le possibilità di successo dell’opposizione, ma fornisce anche un sostegno emotivo e strategico al debitore. Sapere di avere al proprio fianco un professionista competente offre una maggiore tranquillità e consente al debitore di concentrarsi sulla preparazione della difesa senza la costante preoccupazione delle implicazioni legali e finanziarie.

Inoltre, un avvocato esperto può aiutare a identificare e sfruttare eventuali errori procedurali o sostanziali commessi dal creditore durante la fase di emissione del decreto ingiuntivo. Ad esempio, se il decreto ingiuntivo è stato emesso senza rispettare tutte le formalità legali necessarie, o se la notifica del decreto al debitore è stata effettuata in modo non corretto, queste possono costituire validi motivi per l’annullamento del decreto. Un avvocato esperto sa come individuare questi errori e come utilizzarli a vantaggio del debitore.

In conclusione, l’opposizione al decreto ingiuntivo è una procedura legale complessa che richiede competenze specifiche e una conoscenza approfondita delle normative vigenti. L’assistenza di un avvocato esperto è fondamentale per garantire che tutte le formalità siano rispettate, che le prove siano presentate in modo adeguato e che i diritti del debitore siano protetti. La Riforma Cartabia ha introdotto ulteriori complessità e opportunità che solo un professionista del diritto è in grado di gestire efficacemente. Affrontare un decreto ingiuntivo senza un supporto legale adeguato può portare a conseguenze gravi e spesso irreversibili, rendendo ancora più evidente l’importanza di avere al proprio fianco un avvocato specializzato in opposizione a decreti ingiuntivi. L’avvocato offre non solo una difesa legale solida ma anche la sicurezza di affrontare la procedura con competenza e serenità, garantendo che i diritti del debitore siano tutelati in ogni fase del processo.

Da questo punto di vista, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

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Giuseppe Monardo

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