La Legge Salva Suicidi Aggiornata

La Legge 3 del 2012, nota anche come “Legge Salva Suicidi” o legge sul sovraindebitamento, rappresenta una svolta significativa per coloro che si trovano in gravi difficoltà finanziarie in Italia. Approvata dal Parlamento italiano il 27 gennaio 2012, questa normativa è stata concepita per offrire una via d’uscita ai soggetti non fallibili, come privati cittadini e piccole imprese, che prima di allora non avevano strumenti legali per gestire il proprio sovraindebitamento. La legge è stata integrata nel Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza con il Decreto Legislativo del 12 gennaio 2019, n. 14, e ulteriormente aggiornata con il Decreto Legislativo del 17 giugno 2022, n. 83.

Il sovraindebitamento si riferisce a una situazione economica in cui un individuo o una piccola impresa non è in grado di far fronte ai propri debiti a causa di un perdurante squilibrio tra entrate e uscite. Questa condizione può derivare da molteplici cause, tra cui perdita del lavoro, malattia, crisi economica o cattiva gestione finanziaria. Prima dell’introduzione della Legge 3/2012, non esisteva una procedura specifica che permettesse a questi soggetti di ristrutturare i propri debiti e ottenere una cancellazione parziale o totale degli stessi.

La Legge 3/2012 introduce il concetto di esdebitazione, ovvero la cancellazione dei debiti non pagati, permettendo ai debitori di proporre un piano di rientro che preveda il pagamento anche parziale delle somme dovute. Questo piano deve essere omologato da un giudice e supervisionato da un Organismo di Composizione della Crisi (OCC), che ha il compito di verificare la fattibilità del piano e monitorarne l’esecuzione.

Secondo i dati riportati dal Ministero della Giustizia, l’applicazione della Legge 3/2012 ha permesso a migliaia di cittadini italiani di uscire dalla spirale del sovraindebitamento. Dal 2012 al 2020, sono state presentate oltre 10.000 domande di accesso alle procedure previste dalla legge, con un tasso di approvazione di circa il 70%. Questo ha comportato una significativa riduzione del carico finanziario per molte famiglie e piccole imprese, contribuendo al miglioramento del loro benessere economico e sociale.

Il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, entrato in vigore il 15 luglio 2022, ha apportato importanti modifiche alla Legge 3/2012. Una delle principali novità riguarda la responsabilità del creditore nello stabilire il merito creditizio. Il nuovo Codice prevede sanzioni processuali per i creditori che abbiano contribuito a generare o aggravare la situazione di indebitamento del debitore senza effettuare una adeguata verifica del merito creditizio. Questo implica che i creditori devono agire con maggiore diligenza e responsabilità nella concessione del credito, evitando di concedere prestiti a soggetti che non hanno la capacità di rimborsarli.

Inoltre, il Codice della Crisi ha introdotto la possibilità per i creditori di richiedere l’apertura di una procedura di liquidazione controllata contro la volontà del debitore. Questa disposizione mira a tutelare gli interessi dei creditori, garantendo che le procedure di sovraindebitamento siano avviate anche in assenza di una richiesta da parte del debitore, qualora vi siano evidenti situazioni di insolvenza.

Un’altra innovazione significativa è rappresentata dalla nuova procedura di esdebitazione per il debitore incapiente, ossia colui che non dispone di alcun patrimonio liquidabile né di un reddito sufficiente per proporre un piano di rientro. Questa procedura consente al debitore di ottenere la cancellazione dei debiti residui, a condizione che dimostri di aver agito in buona fede e che la situazione di sovraindebitamento non sia stata causata da comportamenti fraudolenti o dolosi.

Per accedere alle procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento, il debitore deve presentare una serie di documenti che attestino la propria situazione economica e patrimoniale. Tra questi documenti vi sono il certificato di residenza storico, i documenti di riconoscimento in corso di validità, il certificato di stato di famiglia, gli estratti conto bancari, le visure catastali e PRA, i contratti di prestito e mutuo, la documentazione reddituale degli ultimi cinque anni, e l’elenco delle spese mensili ricorrenti. Questi documenti vengono esaminati dall’OCC, che valuta la possibilità di ammettere il debitore alla procedura di sovraindebitamento.

Secondo le stime dell’ISTAT, il tasso di sovraindebitamento delle famiglie italiane è aumentato significativamente negli ultimi anni, a causa della crisi economica e della pandemia di COVID-19. Nel 2021, circa il 12% delle famiglie italiane risultava in una condizione di sovraindebitamento, con una media di debiti non pagati pari a 25.000 euro per nucleo familiare. La Legge 3/2012 e il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza rappresentano strumenti cruciali per affrontare questo problema, offrendo soluzioni concrete e sostenibili per il recupero della stabilità finanziaria.

In conclusione, la Legge 3/2012, conosciuta come “legge salva-suicidi”, ha rappresentato una svolta fondamentale per la gestione del sovraindebitamento in Italia. L’integrazione di questa legge nel Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza ha introdotto ulteriori miglioramenti e nuove procedure per affrontare il sovraindebitamento in modo più efficace. Grazie a queste normative, migliaia di cittadini italiani hanno potuto risolvere le proprie difficoltà finanziarie e ricominciare a vivere con maggiore serenità. Tuttavia, la complessità delle leggi e delle procedure richiede una conoscenza approfondita e, spesso, l’assistenza di consulenti del debito specializzati per poter sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla legge.

Ma andiamo nei dettagli con domande e risposte.

Che cos’è la Legge 3 del 2012 Salva Suicidi?

Domanda: Che cos’è la Legge 3/2012 Salva Suicidi?

Risposta: La Legge 3/2012, nota anche come legge sul sovraindebitamento o “legge salva-suicidi”, è stata approvata il 27 gennaio 2012 dal Parlamento italiano per offrire una via d’uscita ai soggetti non fallibili che si trovano in una condizione di sovraindebitamento. Questa legge permette a individui e piccole imprese che non possono accedere alla liquidazione giudiziale di ristrutturare i loro debiti attraverso una procedura giudiziaria ben definita. La legge è stata integrata nel Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza con il Decreto Legislativo del 12 gennaio 2019 n.14.

Domanda: Chi sono i soggetti non fallibili?

Risposta: I soggetti non fallibili, secondo la vecchia definizione della legge, includono dipendenti, pensionati, imprenditori agricoli, liberi professionisti, start-up, enti non commerciali, piccoli imprenditori e artigiani. Questi soggetti non possono essere dichiarati falliti ma possono accedere alle procedure di composizione delle crisi da sovraindebitamento.

Sovraindebitamento ed Esdebitazione

Domanda: Che cosa significa sovraindebitamento?

Risposta: Il sovraindebitamento è una situazione di squilibrio economico perdurante in cui una persona non è in grado di pagare i propri debiti perché le sue entrate non sono sufficienti a coprire le obbligazioni e a garantire la sopravvivenza propria e della sua famiglia. Il debitore non paga non per malafede, ma per impossibilità economica.

Domanda: Cos’è l’esdebitazione?

Risposta: L’esdebitazione è la cancellazione dei debiti non pagati. La Legge 3/2012 e il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza prevedono diverse procedure per ottenere l’esdebitazione, come la predisposizione di un piano che consente di pagare anche solo in parte la somma dovuta, liberandosi dal debito.

Requisiti per Accedere alla Procedura

Domanda: Quali sono i requisiti per accedere alle procedure della Legge 3/2012?

Risposta: Per richiedere le procedure di composizione delle crisi da sovraindebitamento, è necessario trovarsi in una situazione di sovraindebitamento e essere un soggetto non fallibile. Non può presentare istanza chi ha già utilizzato una procedura per il sovraindebitamento nei 5 anni precedenti, chi ne ha usufruito altre due volte nella vita e chi non presenta adeguata documentazione economica. Inoltre, non è possibile accedere alla procedura se il debitore non ha ottemperato agli impegni presi in precedenti esdebitazioni.

Domanda: Quali debiti si possono cancellare con la Legge 3/2012?

Risposta: Possono essere cancellati debiti verso istituti di credito, società finanziarie, fornitori, privati e enti pubblici. Non possono essere cancellati debiti come l’assegno per gli alimenti a un ex coniuge o un risarcimento extracontrattuale.

Aggiornamenti e Modifiche: Il Codice della Crisi

Domanda: Quali sono le principali modifiche apportate dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza?

Risposta: Le principali modifiche apportate dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, entrato in vigore il 15 luglio 2022 e aggiornato con il Decreto Legislativo del 17 giugno 2022 n. 83, hanno significativamente ridefinito la gestione del sovraindebitamento e la risoluzione delle crisi d’impresa in Italia. Questo nuovo codice ha integrato e in alcuni casi sostituito le normative precedenti, inclusa la Legge 3/2012, conosciuta come “legge salva-suicidi”. Vediamo nel dettaglio le principali modifiche introdotte dal nuovo Codice.

Una delle modifiche più rilevanti riguarda la responsabilità del creditore nel verificare il merito creditizio del debitore. Il nuovo Codice introduce sanzioni processuali per i creditori che abbiano contribuito a generare o aggravare la situazione di indebitamento del debitore senza effettuare un’adeguata verifica del merito creditizio. Questo significa che i creditori devono agire con maggiore diligenza e responsabilità quando concedono credito, evitando di concedere prestiti a soggetti che non hanno la capacità di rimborsarli. Questa disposizione mira a prevenire il sovraindebitamento causato da pratiche di concessione del credito irresponsabili.

Un’altra importante novità è la possibilità per i creditori di richiedere l’apertura di una procedura di liquidazione controllata contro la volontà del debitore. In precedenza, solo il debitore sovraindebitato poteva chiedere l’accesso a una delle procedure previste per il sovraindebitamento. Con il nuovo Codice, anche i creditori possono domandare l’apertura della procedura di liquidazione controllata, garantendo così una tutela maggiore ai loro interessi e assicurando che le procedure di sovraindebitamento siano avviate anche in assenza di una richiesta da parte del debitore.

Il nuovo Codice ha inoltre introdotto una nuova procedura di esdebitazione per il debitore incapiente, ossia per coloro che non dispongono di alcun patrimonio liquidabile né di un reddito sufficiente per proporre un piano di rientro. Questa procedura consente al debitore di ottenere la cancellazione dei debiti residui, a condizione che dimostri di aver agito in buona fede e che la situazione di sovraindebitamento non sia stata causata da comportamenti fraudolenti o dolosi. Questa misura rappresenta una tutela significativa per i debitori più vulnerabili, offrendo loro una possibilità concreta di ricominciare senza il peso dei debiti.

Il Codice della Crisi ha anche rivisto le procedure di composizione delle crisi da sovraindebitamento già previste dalla Legge 3/2012, come la liquidazione del patrimonio, il piano del consumatore e l’accordo con i creditori. Queste procedure sono state mantenute ma con alcune modifiche che le rendono più efficaci e flessibili. Ad esempio, la nomina di un Gestore della Crisi da parte dell’Organismo di Composizione della Crisi (OCC) è stata rafforzata, con il compito di verificare la buona fede del debitore e di accertare le cause dell’indebitamento. Questo controllo aggiuntivo mira a garantire che le procedure siano utilizzate correttamente e che i debitori meritevoli possano beneficiare delle soluzioni previste.

Inoltre, il Codice della Crisi ha introdotto il concetto di allerta e prevenzione delle crisi d’impresa, con l’obiettivo di intervenire tempestivamente per evitare che una situazione di difficoltà finanziaria evolva in una crisi irreversibile. Questa sezione del Codice prevede la creazione di un sistema di allerta precoce che coinvolge vari attori, tra cui il debitore stesso, i creditori, e gli organismi di vigilanza. L’obiettivo è identificare i segnali di difficoltà finanziaria e attuare misure correttive prima che la situazione diventi insostenibile.

Il Codice della Crisi ha anche previsto l’integrazione digitale delle procedure, rendendo obbligatorio l’uso di strumenti digitali per la gestione e la comunicazione delle procedure di insolvenza. Questo passaggio alla digitalizzazione mira a migliorare l’efficienza e la trasparenza delle procedure, riducendo i tempi e i costi associati.

Infine, il Codice ha introdotto misure specifiche per la protezione delle PMI e delle imprese familiari, riconoscendo la loro importanza nel tessuto economico italiano. Le procedure di ristrutturazione e di composizione delle crisi sono state semplificate per queste categorie di imprese, con l’obiettivo di facilitarne l’accesso e di renderle più sostenibili nel lungo periodo.

In conclusione, le modifiche apportate dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza rappresentano un passo avanti significativo nella gestione del sovraindebitamento e delle crisi d’impresa in Italia. Queste modifiche introducono maggiore responsabilità per i creditori, nuove possibilità di esdebitazione per i debitori incapienti, e rafforzano le procedure di composizione delle crisi. Inoltre, l’attenzione all’allerta precoce e alla digitalizzazione delle procedure contribuisce a rendere il sistema più efficiente e trasparente, offrendo una maggiore tutela sia ai debitori che ai creditori.

Domanda: Quali sono le nuove procedure introdotte dal Codice della Crisi?

Risposta: Il nuovo Codice include le procedure della ex Legge 3/2012, come la liquidazione del patrimonio, il piano del consumatore e l’accordo con i creditori, oltre a una nuova procedura di esdebitazione in favore del debitore incapiente. Queste procedure sono state pensate per offrire soluzioni più efficaci e flessibili ai debitori in difficoltà.

Procedura di Accesso

Domanda: Quali sono i passaggi necessari per accedere alla legge sul sovraindebitamento?

Risposta: Accedere alla legge sul sovraindebitamento richiede una serie di passaggi ben definiti e documentati. La Legge 3 del 2012, integrata e modificata dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, offre diverse procedure per aiutare i debitori non fallibili a risolvere le loro situazioni di difficoltà economica. Ecco una guida dettagliata sui passaggi necessari per accedere a queste procedure.

1. Raccolta della Documentazione Necessaria

Il primo passo per accedere alle procedure di sovraindebitamento è raccogliere tutti i documenti che attestano la situazione economica e patrimoniale del debitore. Tra i documenti richiesti ci sono:

  • Certificato di residenza storico
  • Documenti di riconoscimento in corso di validità
  • Certificato di stato di famiglia
  • Estratti conto bancari relativi all’ultimo anno
  • Visura nominativa al PRA (Pubblico Registro Automobilistico)
  • Visura nominativa al Catasto
  • Contratti di prestiti personali in corso
  • Contratto del mutuo ipotecario
  • Documentazione reddituale degli ultimi 5 anni, compresi CUD, UNICO, ultime tre buste paga
  • Eventuale attestato di disoccupazione
  • Estratti contributivi
  • Elenco e importi delle spese mensili ricorrenti

2. Valutazione della Situazione di Sovraindebitamento

Dopo aver raccolto tutta la documentazione necessaria, è essenziale valutare se il debitore si trova effettivamente in una situazione di sovraindebitamento. Questa situazione si verifica quando il debitore non è in grado di far fronte ai propri debiti a causa di un perdurante squilibrio tra entrate e uscite, compromettendo la propria capacità di garantire la sopravvivenza propria e della famiglia. Il debitore non deve essere in malafede ma deve trovarsi in condizioni economiche oggettive che rendono impossibile il pagamento dei debiti.

3. Scelta della Procedura di Composizione della Crisi

Esistono diverse procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento, ciascuna con caratteristiche specifiche. Le principali procedure previste dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza sono:

  • Piano del Consumatore: Rivolto ai debitori che hanno contratto debiti principalmente per scopi estranei alla loro attività professionale o imprenditoriale. Questo piano deve essere omologato dal giudice e prevede la ristrutturazione dei debiti in base alle reali capacità economiche del debitore.
  • Accordo con i Creditori: Adatto a debitori che esercitano attività imprenditoriale, professionale, artigianale o agricola. L’accordo deve essere approvato dai creditori che rappresentano almeno il 60% dei crediti.
  • Liquidazione del Patrimonio: Prevede la liquidazione dei beni del debitore per soddisfare i creditori. È una soluzione drastica ma permette la cancellazione totale dei debiti residui.

4. Presentazione dell’Istanza all’Organismo di Composizione della Crisi (OCC)

Una volta scelta la procedura più adatta, il debitore deve presentare un’istanza all’Organismo di Composizione della Crisi (OCC) competente per territorio, solitamente quello della provincia di residenza. L’OCC ha il compito di assistere il debitore nella redazione del piano di ristrutturazione e di svolgere un ruolo di mediazione con i creditori.

5. Nomina del Gestore della Crisi

L’OCC nomina un Gestore della Crisi, il cui compito è verificare la documentazione fornita, accertare le cause dell’indebitamento e monitorare l’attuazione del piano. Il Gestore della Crisi redige una relazione da presentare al giudice, evidenziando la buona fede del debitore e la sostenibilità del piano proposto.

6. Omologazione del Piano da Parte del Giudice

Il piano di ristrutturazione deve essere omologato dal giudice, che valuta la fattibilità del piano e la correttezza delle procedure seguite. In caso di omologazione, il piano diventa vincolante per tutti i creditori, che devono attenersi alle modalità e ai tempi di pagamento stabiliti.

7. Esecuzione del Piano

Una volta omologato, il piano deve essere eseguito secondo le modalità previste. Il Gestore della Crisi continua a monitorare l’esecuzione del piano, assicurandosi che il debitore rispetti gli impegni presi e che i pagamenti ai creditori avvengano regolarmente.

8. Esdebitazione

Al termine della procedura, se il debitore ha rispettato gli impegni previsti dal piano, può ottenere l’esdebitazione, ovvero la cancellazione dei debiti residui. Questa cancellazione permette al debitore di ricominciare senza il peso dei debiti pregressi, favorendo il recupero della stabilità economica e sociale.

L’accesso alle procedure di sovraindebitamento richiede una conoscenza approfondita delle normative e una gestione accurata della documentazione. Per questo motivo, è altamente consigliabile rivolgersi a consulenti del debito specializzati o avvocati esperti in materia di sovraindebitamento e crisi d’impresa. Questi professionisti possono offrire un supporto prezioso nella redazione del piano, nella mediazione con i creditori e nella gestione delle procedure giudiziarie, aumentando le possibilità di successo e di ottenimento dell’esdebitazione.

In conclusione, la Legge 3/2012 e il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza offrono strumenti importanti per affrontare il sovraindebitamento. Seguendo i passaggi necessari e avvalendosi dell’assistenza di esperti, i debitori possono risolvere le loro difficoltà economiche e avviare un percorso di recupero finanziario.

Domanda: Quali sono le soluzioni previste per i debitori?

Risposta: Le soluzioni previste per i debitori includono la liquidazione del patrimonio, il piano del consumatore e l’accordo con i creditori. Il debitore può scegliere la soluzione più adatta alla propria situazione economica e alle motivazioni che hanno generato l’indebitamento, con l’aiuto dell’ente competente.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Legge Salva Suicidi

Affrontare una situazione di sovraindebitamento può essere estremamente stressante e complesso. La Legge 3 del 2012, conosciuta come “Legge Salva Suicidi”, offre una speranza a coloro che si trovano in gravi difficoltà finanziarie. Tuttavia, navigare attraverso le procedure legali e burocratiche richieste per accedere a questa legge può essere un’impresa ardua senza l’aiuto di un professionista. Avere al proprio fianco un avvocato esperto in sovraindebitamento e nella Legge Salva Suicidi è cruciale per diverse ragioni.

Un avvocato specializzato in questa materia possiede una conoscenza approfondita delle normative e delle procedure necessarie per accedere ai benefici della legge. Questa competenza è fondamentale per evitare errori che potrebbero compromettere l’accesso alle soluzioni di composizione della crisi da sovraindebitamento. La raccolta e la presentazione corretta dei documenti richiesti sono passaggi delicati che richiedono precisione e attenzione ai dettagli. Un errore o una mancanza di documentazione possono ritardare o addirittura impedire l’accesso alla procedura di esdebitazione.

L’avvocato esperto è anche in grado di valutare accuratamente la situazione economica del debitore, identificando la soluzione più appropriata tra le opzioni disponibili. La Legge 3/2012 e il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza offrono diverse strade, come il piano del consumatore, l’accordo con i creditori e la liquidazione del patrimonio. Ogni situazione è unica, e scegliere la procedura sbagliata può avere conseguenze negative. L’avvocato può guidare il debitore nella scelta della soluzione che meglio si adatta alla sua condizione finanziaria e personale.

Una delle componenti essenziali della procedura di sovraindebitamento è la buona fede del debitore. Il debitore deve dimostrare di non essere in malafede e di non aver causato l’indebitamento con comportamenti dolosi o fraudolenti. L’avvocato ha il compito di assistere il debitore nella preparazione di una documentazione dettagliata e credibile che dimostri la buona fede e le circostanze che hanno portato alla situazione di crisi. Questo include la redazione di una relazione chiara e completa che sarà presentata al giudice durante il processo di omologazione del piano.

La fase di omologazione del piano da parte del giudice è un momento cruciale. Un avvocato esperto sa come presentare il caso in modo convincente, rispondendo a eventuali obiezioni dei creditori e dimostrando la fattibilità del piano proposto. La capacità di negoziare con i creditori e di ottenere il loro consenso, quando necessario, è un’abilità chiave che solo un professionista del settore possiede. Questo processo può essere particolarmente complesso e richiede una strategia ben pianificata per garantire che tutti i requisiti legali siano soddisfatti.

L’avvocato gioca anche un ruolo fondamentale nella fase di esecuzione del piano. Monitorare l’adempimento degli obblighi previsti e intervenire tempestivamente in caso di difficoltà è essenziale per il successo della procedura. L’avvocato può assistere il debitore nel mantenere la rotta, assicurandosi che i pagamenti siano effettuati nei tempi e nei modi stabiliti, e fornendo supporto in caso di imprevisti o cambiamenti nelle circostanze economiche del debitore.

Un altro aspetto critico è la protezione dei diritti del debitore durante l’intero processo. Un avvocato esperto è in grado di riconoscere e contrastare eventuali abusi o irregolarità commesse dai creditori. Ad esempio, se un creditore non rispetta i limiti imposti dalla legge per il pignoramento o se tenta di recuperare somme non dovute, l’avvocato può intervenire legalmente per tutelare il debitore. Questo include la presentazione di ricorsi e opposizioni presso il Tribunale in funzione di Giudice dell’Esecuzione.

L’assistenza legale è particolarmente importante anche per i debitori più vulnerabili, come i pensionati o coloro che hanno subito gravi perdite economiche a causa di eventi imprevisti come malattie o disoccupazione. La complessità delle leggi e delle procedure può essere schiacciante, e avere un professionista competente che possa spiegare chiaramente i passaggi necessari e le opzioni disponibili è essenziale per prendere decisioni informate.

Infine, il supporto di un avvocato esperto può fornire un importante sostegno morale e psicologico. Affrontare una crisi finanziaria è estremamente stressante e può avere un impatto significativo sulla salute mentale del debitore. Sapere di avere un professionista competente che si occupa del caso può alleviare parte di questo stress, permettendo al debitore di concentrarsi su altre aree della propria vita e di pianificare un futuro più stabile.

In conclusione, la Legge 3/2012, conosciuta come “Legge Salva Suicidi”, e le successive integrazioni apportate dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, offrono strumenti cruciali per affrontare il sovraindebitamento. Tuttavia, la complessità delle normative e delle procedure rende indispensabile l’assistenza di un avvocato esperto in questa materia. Un avvocato può fornire supporto in tutte le fasi del processo, dalla raccolta della documentazione alla presentazione del piano, dalla negoziazione con i creditori all’esecuzione del piano stesso, assicurando che i diritti del debitore siano protetti e che le soluzioni adottate siano sostenibili e efficaci. La consulenza legale professionale non solo aumenta le possibilità di successo della procedura, ma offre anche la tranquillità necessaria per affrontare una delle sfide più difficili della vita finanziaria.

Da questo punto di vista, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

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Giuseppe Monardo

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