Quanti Soldi Può Pignorare L’Agenzia Delle Entrate e Come Difendersi

Il pignoramento è una delle misure coercitive più severe che l’Agenzia delle Entrate-Riscossione può attuare per recuperare i crediti non pagati. Questa procedura esecutiva può riguardare somme di denaro, beni mobili e immobili del debitore. La normativa italiana prevede una serie di regole precise su come e quando il pignoramento può essere effettuato, nonché sui limiti delle somme pignorabili. È fondamentale comprendere queste regole per poter difendersi adeguatamente e adottare le misure necessarie per proteggere i propri beni.

Il pignoramento di somme di denaro può avvenire tramite il cosiddetto “pignoramento presso terzi”. Questa procedura permette all’Agenzia delle Entrate-Riscossione di ottenere direttamente da terzi le somme dovute al debitore. Ad esempio, se il debitore ha un conto corrente, l’agenzia può pignorare le somme presenti su quel conto, con alcune eccezioni importanti. Secondo l’articolo 72-ter del DPR n. 602/1973, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione non può pignorare l’ultimo stipendio accreditato sul conto corrente del debitore, che rimane sempre disponibile per necessità essenziali. Per gli stipendi, salari e altre indennità derivanti da rapporti di lavoro, esistono limiti precisi sulle somme pignorabili: fino a 2.500 euro, la quota pignorabile è un decimo; tra 2.500 e 5.000 euro, la quota pignorabile è un settimo; sopra i 5.000 euro, la quota pignorabile è un quinto.

Le procedure esecutive per il pignoramento di beni mobili e immobili sono altrettanto rigorose. Il pignoramento immobiliare, ad esempio, non può essere effettuato se l’immobile è l’unico di proprietà del debitore, è adibito a uso abitativo, e il debitore vi risiede anagraficamente. Inoltre, l’immobile non deve essere di lusso, cioè non deve avere le caratteristiche previste dal decreto del Ministro per i lavori pubblici del 2 agosto 1969. Negli altri casi, il pignoramento e la vendita all’asta dell’immobile possono avvenire solo se l’importo complessivo del debito è superiore a 120 mila euro, se il valore degli immobili del debitore è superiore a 120 mila euro, e se sono passati almeno sei mesi dall’iscrizione di ipoteca senza che il debitore abbia pagato o rateizzato il debito.

Prima di procedere con l’espropriazione forzata, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione deve notificare un avviso di intimazione al debitore, qualora la notifica della cartella di pagamento sia avvenuta da più di un anno. Dalla data di notifica dell’avviso di intimazione, il debitore ha 5 giorni di tempo per effettuare il versamento di quanto dovuto. È importante notare che il debitore ha la possibilità di chiedere la rateizzazione delle somme a debito o la sospensione legale della riscossione nei casi e nei termini previsti dalla legge. Per i debiti fino a mille euro, non si procede alle azioni esecutive prima di 120 giorni dall’invio di una comunicazione contenente il dettaglio del debito.

La normativa italiana prevede anche alcune misure agevolative per i debitori in difficoltà. Ad esempio, la Legge di conversione del “Decreto Sostegni-ter” (Legge n. 25/2022) ha stabilito l’estinzione delle procedure esecutive eventualmente già avviate per mancato o parziale pagamento delle rate scadute della “Rottamazione-ter” e del “Saldo e stralcio” entro le scadenze previste prima dell’entrata in vigore del decreto. Inoltre, il Decreto Legge n. 137/2020 (“Decreto Ristori”) ha razionalizzato l’istituto della rateizzazione, stabilendo che dalla presentazione della richiesta e finché si è in regola con i pagamenti delle rate, il debitore non è considerato inadempiente verso gli enti creditori e l’Agenzia delle Entrate-Riscossione non può avviare nuove procedure esecutive. Il pagamento della prima rata del piano di rateizzazione determina l’estinzione delle procedure esecutive precedentemente avviate, a condizione che non si sia ancora tenuto l’incanto con esito positivo o non sia stata presentata istanza di assegnazione.

Il pignoramento immobiliare è una procedura più complessa e invasiva. L’espropriazione forzata di beni immobili prevede che l’Agenzia delle Entrate-Riscossione notifichi un avviso di pignoramento al debitore e lo trascriva nei registri immobiliari. L’avviso deve contenere tutte le informazioni rilevanti sull’immobile, le condizioni della vendita all’asta, e il dettaglio del debito. Se il debitore non riesce a saldare il debito o a rateizzarlo, l’immobile viene messo all’asta. La legge prevede che il contribuente possa vendere personalmente l’immobile pignorato o ipotecato entro i 5 giorni che precedono il primo incanto oppure, nel caso in cui questo non vada a buon fine, entro il giorno precedente al secondo incanto. Il ricavato della vendita viene utilizzato per saldare il debito e l’eventuale somma eccedente viene restituita al debitore entro 10 giorni lavorativi.

Per difendersi efficacemente dal pignoramento, è essenziale conoscere i propri diritti e le opzioni legali disponibili. La rateizzazione del debito è una delle soluzioni più comuni e può essere richiesta in vari casi di difficoltà economica. La sospensione legale della riscossione è un’altra misura che può essere utilizzata per evitare azioni esecutive immediate. Inoltre, è possibile presentare ricorso contro l’Agenzia delle Entrate-Riscossione se si ritiene che il pignoramento sia stato effettuato in modo irregolare o ingiustificato.

Le misure agevolative introdotte dal DL n. 137/2020, come la sospensione delle procedure esecutive per i territori colpiti dal sisma del Centro Italia fino al 31 marzo 2021, dimostrano l’impegno del legislatore a supportare i debitori in situazioni di particolare difficoltà. Tuttavia, è importante agire tempestivamente e con l’assistenza di un avvocato specializzato per sfruttare al meglio queste opportunità e proteggere i propri beni.

In sintesi, il pignoramento da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione è una procedura rigorosamente regolata che può avere gravi conseguenze per i debitori. Conoscere i limiti di pignoramento, le procedure esecutive e le misure di difesa disponibili è fondamentale per affrontare efficacemente queste situazioni. La rateizzazione del debito, la sospensione legale della riscossione e il ricorso alle misure agevolative sono strategie che possono aiutare a gestire il debito in modo più sostenibile e a evitare la perdita dei propri beni.

Ma andiamo nei dettagli con domande e risposte.

Pignoramento di somme di denaro

Domanda: Quali sono i limiti di pignoramento delle somme di denaro da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione?

Risposta: La normativa italiana stabilisce limiti specifici per il pignoramento delle somme di denaro. In particolare, il pignoramento presso terzi riguarda i crediti che il debitore ha verso terzi, come il conto corrente o lo stipendio, oppure beni del debitore che sono in possesso di terzi. Secondo l’articolo 72-ter del DPR n. 602/1973, se il pignoramento riguarda stipendi, salari, o altre indennità derivanti da rapporto di lavoro o impiego, esistono i seguenti limiti:

  • Fino a 2.500 euro, la quota pignorabile è un decimo.
  • Tra 2.500 e 5.000 euro, la quota pignorabile è un settimo.
  • Sopra i 5.000 euro, la quota pignorabile è un quinto.

Per quanto riguarda i conti correnti, il pignoramento può essere effettuato anche sulle somme depositate, ma l’ultimo stipendio o salario resta sempre disponibile per qualsiasi necessità del debitore.

Domanda: Cosa succede se il debitore ha un debito inferiore a mille euro?

Risposta: Per i debiti fino a mille euro, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione non può procedere alle azioni esecutive prima di 120 giorni dall’invio, mediante posta ordinaria, di una comunicazione contenente il dettaglio del debito. Questo dà al debitore un periodo di tempo per saldare il debito o richiedere una rateizzazione.

Pignoramento di beni mobili e immobili

Domanda: Come avviene il pignoramento di beni mobili e immobili?

Risposta: Il pignoramento dei beni mobili e immobili segue una procedura ben definita. Per quanto riguarda i beni immobili, il pignoramento immobiliare non può essere effettuato se l’immobile ha tutte le seguenti caratteristiche:

  • È l’unico immobile di proprietà del debitore.
  • È adibito a uso abitativo e il debitore vi risiede anagraficamente.
  • Non è di lusso, ovvero non ha le caratteristiche previste dal decreto del Ministro per i lavori pubblici del 2 agosto 1969.

Negli altri casi, si può procedere al pignoramento e alla vendita all’asta dell’immobile solo se:

  • L’importo complessivo del debito è superiore a 120 mila euro.
  • Il valore degli immobili del debitore è superiore a 120 mila euro.
  • Sono passati almeno sei mesi dall’iscrizione di ipoteca e il debitore non ha pagato o rateizzato il debito.

Il pignoramento immobiliare è effettuato mediante la trascrizione nei registri immobiliari di un avviso che viene notificato al debitore entro cinque giorni.

Domanda: Quali informazioni sono contenute nell’avviso di pignoramento immobiliare?

Risposta: L’avviso di pignoramento immobiliare contiene diverse informazioni cruciali:

  • Le generalità del soggetto nei confronti del quale si procede.
  • La descrizione degli immobili con le indicazioni catastali e la precisazione dei confini.
  • L’indicazione della destinazione urbanistica del terreno.
  • Il giorno, l’ora e il luogo del primo, del secondo e del terzo incanto, con intervallo minimo di venti giorni.
  • L’importo complessivo del credito per cui si procede, con il dettaglio dell’imposta, l’indicazione degli interessi di mora e delle spese di esecuzione già maturate.
  • Il prezzo base dell’incanto.
  • La misura minima dell’aumento da apportare alle offerte.
  • L’avvertenza che le spese di vendita e gli oneri tributari concernenti il trasferimento sono a carico dell’aggiudicatario.
  • L’ammontare della cauzione e il termine entro il quale deve essere prestata dagli offerenti.
  • Il termine di versamento del prezzo.
  • L’ingiunzione ad astenersi da qualunque atto diretto a sottrarre alla garanzia del credito i beni assoggettati all’espropriazione e i frutti di essi.

Difendersi dal pignoramento

Domanda: Come ci si può difendere dal pignoramento dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione?

Risposta: Esistono diverse strategie e strumenti legali per difendersi dal pignoramento. Una delle prime opzioni è la rateizzazione del debito. La Legge n. 176/2020, derivante dal Decreto Legge n. 137/2020 (“Decreto Ristori”), ha razionalizzato l’istituto della rateizzazione. Questa legge stabilisce che dalla presentazione della richiesta di rateizzazione, e finché si è in regola con i pagamenti delle rate, non si è considerati inadempienti e l’Agenzia delle Entrate-Riscossione non può avviare nuove procedure esecutive. Il pagamento della prima rata del piano di rateizzazione determina l’estinzione delle procedure esecutive precedentemente avviate, a condizione che non si sia ancora tenuto l’incanto con esito positivo o non sia stata presentata istanza di assegnazione.

Domanda: È possibile sospendere la riscossione?

Risposta: Sì, è possibile richiedere la sospensione legale della riscossione nei casi e nei termini previsti dalla legge. La Legge di conversione del “Decreto Sostegni-ter” (Legge n. 25/2022) ha stabilito l’estinzione delle procedure esecutive eventualmente già avviate per mancato o parziale pagamento delle rate scadute della “Rottamazione-ter” e del “Saldo e stralcio” entro le scadenze previste prima dell’entrata in vigore del decreto.

Domanda: Come funziona la rateizzazione del debito?

Risposta: La rateizzazione del debito è un accordo tra il debitore e l’Agenzia delle Entrate-Riscossione che consente di dilazionare il pagamento del debito in più rate. Secondo il DL n. 137/2020, la richiesta di rateizzazione può essere presentata e, se accolta, permette al debitore di non essere considerato inadempiente, a condizione che rispetti il piano di pagamento concordato. Il pagamento della prima rata del piano di rateizzazione comporta l’estinzione delle procedure esecutive avviate, salvo alcune eccezioni specifiche.

Pignoramento presso terzi

Domanda: Cosa comporta il pignoramento presso terzi?

Risposta: Il pignoramento presso terzi è una procedura che riguarda i crediti che il debitore ha verso terzi, come il conto corrente o lo stipendio, oppure beni del debitore che sono in possesso di terzi. Con questa procedura, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione richiede al terzo di versare direttamente quanto dovuto al debitore. Ad esempio, nel caso del pignoramento dello stipendio, il datore di lavoro del debitore è tenuto a trattenere una parte dello stipendio e a versarla all’Agenzia delle Entrate-Riscossione. I limiti pignorabili sono specificati dalla legge e variano a seconda dell’importo dello stipendio.

Domanda: Quali sono i limiti di pignoramento per gli stipendi?

Risposta: La legge stabilisce i seguenti limiti di pignoramento per gli stipendi:

  • Fino a 2.500 euro, la quota pignorabile è un decimo.
  • Tra 2.500 e 5.000 euro, la quota pignorabile è un settimo.
  • Sopra i 5.000 euro, la quota pignorabile è un quinto.

Questi limiti sono progettati per garantire che il debitore mantenga una parte del proprio stipendio per far fronte alle necessità di vita quotidiana.

Domanda: Cosa succede se il pignoramento riguarda il conto corrente?

Risposta: Se il pignoramento riguarda il conto corrente, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione può bloccare le somme depositate, ma l’ultimo stipendio o salario accreditato sul conto resta sempre disponibile per qualsiasi necessità del debitore. Questo permette al debitore di avere accesso a una fonte minima di liquidità per le spese quotidiane.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Cancellazione Debiti Con L’Agenzia Delle Entrate-Riscossione

Affrontare il rischio di pignoramento da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione è una situazione complessa e stressante che richiede una comprensione approfondita delle leggi e delle procedure coinvolte. La gestione di un debito arretrato non è solo una questione di pagamento, ma implica anche la conoscenza di tutte le possibili difese legali che possono essere utilizzate per proteggere i propri beni. In questo contesto, avere al proprio fianco un avvocato esperto in cancellazione debiti con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione diventa essenziale per navigare attraverso le intricate normative e trovare soluzioni efficaci.

La normativa italiana offre una serie di strumenti che possono essere utilizzati dai debitori per evitare il pignoramento o per mitigarne gli effetti. Ad esempio, la rateizzazione del debito è una delle opzioni più comuni e accessibili. La Legge n. 176/2020, derivante dal Decreto Legge n. 137/2020 (“Decreto Ristori”), ha reso più flessibile l’istituto della rateizzazione, permettendo ai debitori di dilazionare il pagamento del debito in più rate. Durante il periodo di rateizzazione, e finché si è in regola con i pagamenti, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione non può avviare nuove procedure esecutive. Il pagamento della prima rata comporta l’estinzione delle procedure esecutive avviate, salvo alcune eccezioni specifiche.

Un avvocato esperto in cancellazione debiti può assistere il debitore in tutte le fasi di questo processo. Dalla valutazione iniziale della situazione debitoria, alla negoziazione delle condizioni di rateizzazione con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, fino alla gestione di eventuali contestazioni legali. L’avvocato può inoltre aiutare a raccogliere e presentare tutta la documentazione necessaria per richiedere la rateizzazione, assicurandosi che il debitore adempia a tutte le condizioni richieste per beneficiare di questa misura.

Un’altra importante difesa legale è la sospensione della riscossione. La normativa prevede che in certi casi e termini specifici, il debitore possa richiedere la sospensione legale della riscossione. La Legge di conversione del “Decreto Sostegni-ter” (Legge n. 25/2022) ha stabilito l’estinzione delle procedure esecutive per mancato o parziale pagamento delle rate scadute della “Rottamazione-ter” e del “Saldo e stralcio”. Un avvocato può fornire consulenza su come richiedere la sospensione e può rappresentare il debitore in caso di controversie con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione.

Inoltre, l’avvocato può aiutare a esplorare altre opzioni legali per difendersi dal pignoramento. Ad esempio, può verificare la legittimità delle azioni esecutive intraprese dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione. In alcuni casi, le procedure esecutive possono essere contestate se non sono state rispettate le normative vigenti o se ci sono stati errori procedurali. L’avvocato può presentare ricorsi e opposizioni, difendendo i diritti del debitore e cercando di bloccare o annullare il pignoramento.

Un’altra area in cui l’assistenza legale è cruciale riguarda la gestione dei beni pignorati. Nel caso di pignoramento immobiliare, il debitore ha la possibilità di vendere personalmente l’immobile pignorato entro i 5 giorni che precedono il primo incanto o entro il giorno precedente al secondo incanto. Questa opzione permette al debitore di ottenere un prezzo di vendita potenzialmente più alto rispetto a quello dell’asta, utilizzando il ricavato per saldare il debito. L’avvocato può assistere in tutte le fasi di questa vendita, garantendo che tutte le procedure siano seguite correttamente e che i diritti del debitore siano protetti.

L’importanza di avere un avvocato esperto al proprio fianco è ulteriormente evidenziata dalle misure agevolative introdotte per i debitori in difficoltà. Ad esempio, il DL n. 137/2020 ha stabilito che, per i territori colpiti dal sisma del Centro Italia, le risorse destinate alla ricostruzione non sono soggette a sequestro o pignoramento fino al 31 marzo 2021. Un avvocato esperto può aiutare a navigare attraverso queste misure, assicurando che il debitore possa beneficiare delle agevolazioni disponibili e che qualsiasi azione esecutiva in corso venga sospesa o annullata.

In conclusione, il pignoramento da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione è una procedura rigorosamente regolata che può avere gravi conseguenze per i debitori. La comprensione delle leggi, la gestione del debito e il ricorso a professionisti esperti possono fare la differenza nel proteggere i propri beni e mantenere la stabilità finanziaria. Avere al proprio fianco un avvocato esperto in cancellazione debiti con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione è essenziale per navigare attraverso le complessità legali e trovare soluzioni adeguate per evitare il pignoramento e proteggere i propri beni. La consulenza legale professionale non solo offre soluzioni pratiche ma anche tranquillità, permettendo al debitore di affrontare la situazione con sicurezza e determinazione.

A tal riguardo, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

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Giuseppe Monardo

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