Debiti: Bonifico Su Conto Corrente Pignorato: Cosa Succede?

Il pignoramento del conto corrente è una procedura legale attraverso la quale i creditori possono espropriare somme di denaro presenti sui conti bancari del debitore per soddisfare i loro crediti non pagati. Questa misura esecutiva può avere un impatto significativo sulla gestione delle finanze personali e aziendali del debitore, creando incertezze e difficoltà nel condurre operazioni bancarie quotidiane. Nel contesto delle normative aggiornate al 2024, questo articolo di Studio Monardo, gli avvocati specializzati in sblocco di conti correnti pignorati, esplora in dettaglio cosa accade quando un bonifico viene effettuato su un conto corrente pignorato, rispondendo a domande comuni, analizzando dati e cifre, e illustrando le leggi specifiche.

Ma andiamo nei dettagli con domande e risposte.

Cosa Succede Quando un Bonifico Arriva su un Conto Corrente Pignorato?

Il Blocco dei Fondi

Quando un bonifico arriva su un conto corrente pignorato, la procedura di blocco dei fondi entra immediatamente in azione. Una volta che la banca riceve la notifica del pignoramento, è obbligata a congelare tutte le somme presenti sul conto fino a coprire l’importo del debito specificato nell’atto di pignoramento. Questo include anche qualsiasi bonifico che arrivi dopo la notifica del pignoramento. In pratica, i fondi del bonifico vengono trattenuti dalla banca e resi indisponibili per il debitore.

Per esempio, se un debitore ha un debito di 10.000 euro e riceve un bonifico di 2.000 euro sul suo conto corrente già pignorato, la banca tratterrà questi 2.000 euro e li bloccherà insieme ad altri fondi già presenti fino a raggiungere l’importo totale del debito. Questo significa che il debitore non avrà accesso ai fondi del bonifico, che resteranno congelati fino a ulteriori istruzioni dal tribunale o fino a quando il debito non sarà stato saldato.

La notifica dell’atto di pignoramento è un passaggio cruciale in questa procedura. Essa informa ufficialmente sia il debitore sia la banca dell’intenzione del creditore di recuperare il debito attraverso il pignoramento. Senza questa notifica, il pignoramento non può essere considerato valido. Una volta ricevuta la notifica, la banca è legalmente obbligata a rispettare il pignoramento e congelare i fondi presenti sul conto.

Un esempio pratico può chiarire meglio questo processo. Supponiamo che Mario, un debitore, abbia un conto corrente pignorato con un saldo di 1.500 euro e riceva un bonifico di 1.000 euro. La banca, avendo ricevuto la notifica del pignoramento per un debito di 5.000 euro, congelerà i 1.500 euro presenti e tratterrà anche i 1.000 euro del bonifico, rendendo così un totale di 2.500 euro indisponibili per Mario. Se Mario dovesse ricevere ulteriori bonifici, questi verranno anch’essi bloccati fino a raggiungere l’importo totale del debito pignorato.

Le leggi italiane stabiliscono limiti specifici per il pignoramento dei conti correnti, assicurando che una parte delle somme presenti rimanga disponibile per le necessità vitali del debitore. Nel 2024, la normativa prevede che per il denaro già depositato su conti correnti, può essere pignorato solo l’importo eccedente il triplo dell’assegno sociale, che è di 534,41 euro. Pertanto, una somma pari a 1.603,23 euro deve rimanere intatta e disponibile al debitore. Questo significa che se un bonifico supera questa soglia, solo l’eccedenza può essere pignorata.

In conclusione, il pignoramento di un conto corrente implica che qualsiasi bonifico in arrivo venga bloccato dalla banca fino a coprire l’importo del debito. Questo processo assicura che i creditori possano recuperare i fondi a loro dovuti, ma anche che i debitori mantengano una parte del loro reddito per le necessità fondamentali. La consulenza legale è essenziale per navigare attraverso queste situazioni e garantire che i diritti del debitore siano protetti.

Notifica del Pignoramento

Il processo di pignoramento inizia con la notifica dell’atto di pignoramento al debitore e alla banca. La banca, una volta ricevuta la notifica, è obbligata a congelare i fondi presenti sul conto fino a concorrenza del debito. La notifica dell’atto di pignoramento è un passaggio cruciale che informa ufficialmente il debitore dell’intenzione del creditore di eseguire il pignoramento. Senza questa notifica, il pignoramento non può essere considerato valido.

Esempio Pratico

Consideriamo un esempio pratico per illustrare cosa accade in caso di pignoramento di un conto corrente. Supponiamo che Mario abbia un debito di 10.000 euro con un creditore, che ottiene un titolo esecutivo e notifica un atto di pignoramento alla banca di Mario. Mario ha 2.000 euro sul suo conto corrente e riceve un bonifico di 1.000 euro. La banca congelerà i 2.000 euro già presenti sul conto e tratterrà anche i 1.000 euro del bonifico in arrivo, fino a un totale di 3.000 euro, che saranno indisponibili per Mario. Se Mario riceve ulteriori bonifici, questi saranno anch’essi bloccati fino a raggiungere l’intero importo del debito di 10.000 euro.

Quali Sono I Limiti di Pignorabilità

Le normative italiane stabiliscono limiti specifici per il pignoramento dei conti correnti, per garantire che una parte delle somme presenti rimanga disponibile al debitore per le necessità vitali. Secondo le leggi aggiornate al 2024, per il denaro già depositato su conti correnti, può essere pignorato solo l’importo eccedente il triplo dell’assegno sociale, che nel 2024 è di 534,41 euro. Questo significa che una somma pari a 1.603,23 euro deve rimanere intatta e disponibile al debitore. Per i bonifici successivi alla notifica del pignoramento, la banca trattiene direttamente le somme fino a concorrenza del debito.

Come Difendersi dal Pignoramento del Conto Corrente

Opposizione al Pignoramento

Difendersi dal pignoramento del conto corrente è un processo che richiede una strategia ben strutturata e una buona conoscenza delle normative vigenti. Una delle principali difese disponibili per il debitore è l’opposizione al pignoramento. Questa procedura legale permette al debitore di contestare il pignoramento presentando delle motivazioni valide davanti a un tribunale. L’opposizione può essere basata su vari motivi, tra cui errori procedurali, irregolarità nell’atto di precetto, violazioni dei limiti di pignorabilità, o il mancato rispetto delle normative che tutelano i debitori.

Innanzitutto, il debitore deve identificare eventuali irregolarità nel processo di pignoramento. Questo può includere errori nella notifica dell’atto di precetto, il calcolo errato delle somme dovute, o la mancata considerazione dei limiti di pignorabilità stabiliti dalla legge. Ad esempio, se la banca non rispetta il limite dell’importo impignorabile pari al triplo dell’assegno sociale, che nel 2024 è di 1.603,23 euro, il debitore può presentare un’opposizione basata su questa violazione.

Per avviare l’opposizione, il debitore deve presentare un ricorso al tribunale competente, allegando tutte le prove necessarie per supportare le sue affermazioni. È fondamentale che il ricorso sia presentato entro i termini previsti dalla legge, che solitamente è di 20 giorni dalla notifica dell’atto di pignoramento. Il ricorso deve essere dettagliato e includere tutte le argomentazioni legali pertinenti. In questa fase, l’assistenza di un avvocato specializzato è cruciale, poiché può aiutare a redigere il ricorso in modo appropriato e a presentarlo tempestivamente.

Una volta presentato il ricorso, il tribunale esaminerà le motivazioni del debitore e le prove fornite. Se il tribunale ritiene che vi siano state irregolarità o violazioni delle normative, può decidere di sospendere il pignoramento. La sospensione del pignoramento è una misura temporanea che impedisce ai creditori di eseguire il pignoramento fino a quando il tribunale non avrà preso una decisione definitiva. Durante questo periodo, il debitore può continuare a utilizzare i fondi presenti sul conto corrente, il che può essere essenziale per la gestione delle spese quotidiane e per evitare ulteriori difficoltà finanziarie.

Se il tribunale accoglie il ricorso del debitore, può annullare il pignoramento e ordinare il rilascio dei fondi bloccati. Questo significa che il debitore riacquisterà l’accesso completo ai suoi fondi e non sarà più soggetto al pignoramento per quel particolare debito. Tuttavia, è importante notare che l’annullamento del pignoramento non elimina il debito sottostante; il debitore deve comunque trovare un modo per saldare il debito o negoziare un accordo con il creditore.

In alternativa, il debitore può cercare di negoziare direttamente con il creditore per trovare una soluzione al di fuori delle aule di tribunale. Questa soluzione può includere la dilazione dei pagamenti, una riduzione degli interessi o un pagamento parziale del debito. Spesso, i creditori sono disposti a negoziare, poiché preferiscono evitare le lunghe e costose procedure legali. Un avvocato può facilitare queste negoziazioni, aiutando il debitore a raggiungere un accordo che sia accettabile per entrambe le parti.

Un altro strumento di difesa contro il pignoramento è l’utilizzo delle misure protettive offerte dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza. Queste misure possono essere richieste dal debitore quando presenta una domanda di apertura della procedura di crisi. Una volta che la domanda è stata pubblicata nel registro delle imprese, i creditori non possono iniziare o proseguire azioni esecutive, inclusi i pignoramenti, fino a quando il tribunale non avrà valutato la situazione. Questo offre al debitore un periodo di tregua durante il quale può negoziare con i creditori e sviluppare un piano di ristrutturazione del debito.

Infine, la conoscenza dei propri diritti e delle normative vigenti è essenziale per difendersi efficacemente dal pignoramento. Le leggi italiane offrono diverse tutele per i debitori, come la protezione delle somme accantonate in fondi pensione e i limiti di pignorabilità per i conti correnti. Un avvocato specializzato può fornire la consulenza necessaria per comprendere queste tutele e utilizzarle a proprio vantaggio.

In conclusione, difendersi dal pignoramento del conto corrente richiede una combinazione di conoscenza legale, strategia e competenze negoziali. L’opposizione al pignoramento, la negoziazione diretta con i creditori e l’utilizzo delle misure protettive offerte dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza sono strumenti fondamentali per proteggere i propri diritti e il proprio patrimonio. La consulenza di un avvocato esperto è indispensabile per navigare attraverso queste procedure complesse e garantire che i diritti del debitore siano sempre tutelati.

Rinegoziazione del Debito

Un’altra opzione per difendersi dal pignoramento è cercare di rinegoziare i termini del debito con il creditore. Spesso, i creditori preferiscono trovare un accordo piuttosto che impegnarsi in lunghe e costose procedure legali. Rinegoziare può significare richiedere una dilazione dei pagamenti, una riduzione degli interessi o un saldo parziale del debito. Questo approccio può alleviare la pressione finanziaria e prevenire il pignoramento.

Misure Protettive del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza

Le misure protettive del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, introdotte con il Decreto Legislativo n. 14 del 12 gennaio 2019, rappresentano uno strumento fondamentale per la gestione delle crisi aziendali in Italia. Queste misure sono progettate per offrire una tregua temporanea ai debitori, consentendo loro di negoziare con i creditori e di sviluppare un piano di risanamento senza la pressione immediata delle azioni esecutive come il pignoramento.

Una delle principali novità introdotte dal Codice riguarda l’articolo 54, che disciplina le misure protettive. Quando un debitore presenta una domanda di apertura della procedura di crisi, può richiedere misure protettive che sospendono le azioni esecutive e cautelari. Dalla data di pubblicazione della domanda nel registro delle imprese, i creditori non possono iniziare o proseguire azioni esecutive o cautelari sul patrimonio del debitore per un periodo iniziale di trenta giorni. Questo periodo può essere prorogato dal tribunale, che deve valutare e confermare l’efficacia delle misure protettive.

Questa protezione non è automatica, ma richiede una richiesta esplicita da parte del debitore nella domanda di apertura della procedura di crisi, come specificato nell’articolo 40 del Codice. Se la richiesta è accolta, le misure protettive entrano in vigore immediatamente alla pubblicazione della domanda. La sospensione delle azioni esecutive consente al debitore di avere il tempo necessario per negoziare con i creditori e sviluppare un piano di ristrutturazione del debito, senza la minaccia di ulteriori esecuzioni forzate.

Le misure protettive sono applicabili a diverse procedure di regolazione della crisi, inclusi il concordato preventivo e gli accordi di ristrutturazione dei debiti. Il concordato preventivo, regolato dagli articoli 84 e seguenti del Codice, permette al debitore di proporre ai creditori un piano per la ristrutturazione dei debiti che deve essere approvato dal tribunale. Durante il periodo in cui le misure protettive sono in vigore, i creditori non possono eseguire azioni di pignoramento, consentendo al debitore di negoziare un piano di rientro senza la pressione immediata delle azioni esecutive.

Gli accordi di ristrutturazione dei debiti, regolati dagli articoli 57 e seguenti del Codice, offrono un ulteriore strumento di difesa per i debitori. Questi accordi permettono al debitore di negoziare direttamente con i creditori per la ristrutturazione del debito. Una volta che l’accordo è stato approvato dal tribunale e le misure protettive sono state concesse, i creditori non possono procedere con il pignoramento o altre azioni esecutive.

Un aspetto significativo delle misure protettive è che esse sospendono non solo le azioni esecutive, ma anche i termini di prescrizione e decadenza per la durata della protezione. Questo significa che il debitore non deve preoccuparsi della scadenza di termini legali durante il periodo di negoziazione e sviluppo del piano di risanamento. Inoltre, se il tribunale conferma l’efficacia delle misure protettive, queste possono essere prorogate per un periodo più lungo, offrendo al debitore ulteriore tempo per risolvere la crisi.

Un esempio pratico dell’applicazione delle misure protettive può essere illustrato nel caso di un’azienda che si trova in difficoltà finanziarie e ha ricevuto numerose notifiche di pignoramento dai creditori. Presentando una domanda di apertura della procedura di crisi e richiedendo misure protettive, l’azienda può ottenere una sospensione immediata di tutte le azioni esecutive. Durante questo periodo, l’azienda può negoziare con i creditori e sviluppare un piano di ristrutturazione che potrebbe includere la dilazione dei pagamenti, la riduzione degli interessi o altre forme di risanamento finanziario. Questo processo permette all’azienda di continuare le operazioni senza l’interruzione causata dalle esecuzioni forzate, migliorando le sue possibilità di recupero.

Infine, le misure protettive previste dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza sottolineano l’importanza di una gestione tempestiva e proattiva delle crisi aziendali. Gli imprenditori devono essere in grado di rilevare tempestivamente i segnali di crisi e di attivare le procedure appropriate per proteggere il loro patrimonio e garantire la continuità aziendale. La consulenza di un avvocato specializzato è cruciale in questo contesto, poiché offre la guida necessaria per navigare attraverso le complesse normative e procedure, assicurando che tutte le richieste siano presentate correttamente e tempestivamente.

In sintesi, le misure protettive del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza offrono una protezione significativa ai debitori, consentendo loro di sospendere le azioni esecutive e di negoziare con i creditori. Queste misure rappresentano uno strumento fondamentale per la gestione delle crisi aziendali, offrendo al debitore il tempo necessario per sviluppare e implementare un piano di risanamento efficace.

Quali Sono le Normative Specifiche sul Pignoramento del Conto Corrente?

Codice di Procedura Civile

L’articolo 545 del Codice di Procedura Civile stabilisce i limiti di pignorabilità dei conti correnti. Secondo questo articolo, può essere pignorato solo l’importo eccedente il triplo dell’assegno sociale, che nel 2024 è di 534,41 euro. Questo significa che una somma pari a 1.603,23 euro deve rimanere intatta e disponibile al debitore.

Decreto Legge 19/2024

Il Decreto Legge 19/2024 ha introdotto ulteriori misure di protezione per i debitori, inclusa una soglia di impignorabilità aggiornata per garantire che una parte del reddito rimanga intatta per coprire le necessità vitali del debitore. Le somme accantonate in un fondo pensione, ad esempio, non sono soggette a pignoramento fino al momento del riscatto.

Legge n. 3/2012

La Legge n. 3/2012, conosciuta anche come “Legge sul sovraindebitamento”, offre soluzioni specifiche per i debitori in gravi difficoltà economiche. Queste procedure permettono ai debitori non fallibili, come i consumatori e i piccoli imprenditori, di accedere a soluzioni di ristrutturazione del debito simili a quelle previste per le imprese.

Esempi Pratici di Pignoramento del Conto Corrente

Caso di un Lavoratore Dipendente

Supponiamo che Anna, una lavoratrice dipendente, abbia un debito di 5.000 euro con un creditore, che ottiene un titolo esecutivo e notifica un atto di pignoramento alla banca di Anna. Anna ha 1.800 euro sul suo conto corrente e riceve un bonifico di 1.000 euro. La banca congelerà i 1.800 euro già presenti sul conto e tratterrà anche i 1.000 euro del bonifico in arrivo, fino a un totale di 2.800 euro. Anna avrà accesso solo alla somma eccedente il triplo dell’assegno sociale, cioè 1.603,23 euro, mentre il resto sarà trattenuto per soddisfare il debito.

Caso di un Pensionato

Consideriamo Giovanni, un pensionato che riceve una pensione mensile di 1.500 euro. Giovanni ha un debito fiscale di 8.000 euro con l’Agenzia delle Entrate. La notifica dell’atto di pignoramento avviene prima che la pensione mensile venga accreditata. In questo caso, la banca tratterrà fino a un quinto dell’importo della pensione, ossia 300 euro, per soddisfare il debito. Il resto della pensione sarà disponibile per Giovanni, ma solo la parte eccedente il triplo dell’assegno sociale potrà essere soggetta a ulteriori pignoramenti.

Caso di un Imprenditore

Marco, un piccolo imprenditore, ha un debito commerciale di 20.000 euro con un fornitore. La notifica dell’atto di pignoramento arriva mentre Marco ha 3.500 euro sul suo conto aziendale. La banca congelerà l’intero importo fino a concorrenza del debito, ma Marco potrà opporsi al pignoramento dimostrando che parte di quella somma è destinata a pagamenti essenziali per la continuità aziendale. Con l’assistenza di un avvocato, Marco può negoziare una soluzione che permetta di continuare l’attività senza compromettere la gestione dei debiti.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Sblocco di Conti Correnti Pignorati

Affrontare il pignoramento del conto corrente è un processo che richiede una conoscenza approfondita delle normative vigenti e una strategia ben pianificata per difendersi efficacemente. Il pignoramento, che consiste nel blocco delle somme presenti sul conto corrente del debitore per soddisfare un credito non pagato, può mettere a rischio la stabilità finanziaria del debitore e complicare notevolmente la gestione delle sue finanze quotidiane. In queste circostanze, la presenza di un avvocato specializzato in sblocco di conti correnti pignorati diventa essenziale.

Un avvocato esperto può offrire una serie di vantaggi significativi per il debitore. In primo luogo, può analizzare in dettaglio la procedura di pignoramento per identificare eventuali irregolarità o violazioni delle normative. Ad esempio, la legge italiana stabilisce limiti precisi alla pignorabilità dei conti correnti per garantire che una parte delle somme presenti rimanga disponibile per le necessità vitali del debitore. Nel 2024, l’importo impignorabile è pari al triplo dell’assegno sociale, cioè 1.603,23 euro. Se il pignoramento non rispetta questo limite, l’avvocato può contestarlo e presentare un’opposizione al tribunale per ottenere il rilascio delle somme bloccate.

Un altro aspetto cruciale della difesa contro il pignoramento è la tempestiva presentazione dell’opposizione. L’opposizione al pignoramento deve essere presentata entro termini specifici dalla notifica dell’atto di pignoramento, generalmente 20 giorni. La preparazione di un ricorso dettagliato e ben argomentato richiede competenze legali avanzate e una conoscenza approfondita delle procedure giuridiche. Un avvocato specializzato può garantire che il ricorso sia redatto correttamente, includendo tutte le prove necessarie per supportare le affermazioni del debitore. La presentazione tempestiva del ricorso è essenziale per sospendere il pignoramento e permettere al debitore di continuare a utilizzare i fondi presenti sul conto corrente fino alla decisione del tribunale.

La negoziazione diretta con i creditori è un’altra strategia efficace che un avvocato può facilitare. Spesso, i creditori preferiscono trovare un accordo piuttosto che impegnarsi in lunghe e costose procedure legali. Un avvocato esperto può mediare tra il debitore e i creditori per proporre soluzioni alternative come la dilazione dei pagamenti, la riduzione degli interessi o un pagamento parziale del debito. Queste soluzioni possono alleviare la pressione finanziaria sul debitore e prevenire ulteriori azioni esecutive, offrendo una via d’uscita sostenibile dalla situazione di debito.

Le misure protettive offerte dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza rappresentano un ulteriore strumento di difesa che un avvocato specializzato può utilizzare. Queste misure permettono di sospendere temporaneamente le azioni esecutive, inclusi i pignoramenti, quando il debitore presenta una domanda di apertura della procedura di crisi. Le misure protettive offrono al debitore un periodo di tregua durante il quale può negoziare con i creditori e sviluppare un piano di risanamento senza la pressione immediata delle azioni esecutive. Un avvocato esperto può guidare il debitore attraverso queste procedure, garantendo che tutte le richieste siano presentate correttamente e tempestivamente.

La conoscenza delle tutele legali disponibili è fondamentale per difendersi efficacemente dal pignoramento del conto corrente. Ad esempio, le somme accantonate in un fondo pensione non sono soggette a pignoramento fino al momento del riscatto, come previsto dall’articolo 11 del D.lgs. 252/2005. Un avvocato può consigliare il debitore su come proteggere i propri risparmi utilizzando queste e altre disposizioni legali. Inoltre, l’avvocato può assistere il debitore nella ristrutturazione del debito, presentando un piano del consumatore o un accordo di ristrutturazione dei debiti secondo la Legge n. 3/2012, che offre soluzioni specifiche per i debitori in gravi difficoltà economiche.

Un aspetto spesso sottovalutato ma estremamente importante è il supporto psicologico che un avvocato può offrire. Affrontare un pignoramento può essere un’esperienza estremamente stressante e angosciante. Sapere di avere un professionista esperto al proprio fianco può ridurre significativamente l’ansia e permettere al debitore di affrontare la situazione con maggiore serenità e fiducia. L’avvocato non solo offre una difesa tecnica, ma fornisce anche supporto umano, aiutando il debitore a navigare attraverso una delle situazioni finanziarie più difficili che possa incontrare.

In conclusione, la difesa contro il pignoramento del conto corrente richiede una combinazione di conoscenza legale, strategia e competenze negoziali, tutte qualità che un avvocato specializzato può offrire. La consulenza di un avvocato esperto è fondamentale per garantire che il debitore possa utilizzare tutti gli strumenti legali disponibili per proteggere i propri diritti e il proprio patrimonio. L’opposizione al pignoramento, la negoziazione con i creditori, l’utilizzo delle misure protettive offerte dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza e la conoscenza delle tutele legali sono strumenti essenziali per difendersi efficacemente dal pignoramento. In un contesto legale sempre più complesso e dinamico, avere un avvocato al proprio fianco è una risorsa indispensabile per affrontare e superare con successo le sfide del pignoramento.

In tal senso, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

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Giuseppe Monardo

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