Pignoramento Della Pensione Di Reversibilità: Come Funziona Nel 2024

Il pignoramento della pensione di reversibilità rappresenta una misura esecutiva che può essere adottata dai creditori per recuperare somme dovute da debitori inadempienti. Nel 2024, le normative che regolano questa procedura sono state aggiornate per garantire un equilibrio tra il diritto dei creditori a recuperare i propri crediti e la necessità di proteggere il debitore, in particolare quando si tratta di pensioni che rappresentano spesso l’unica fonte di reddito per i beneficiari. Questo articolo di Studio Monardo, gli avvocati specializzati in opposizione al pignoramento della pensione di reversibilità, esplorerà in dettaglio come funziona il pignoramento della pensione di reversibilità, rispondendo a domande comuni, analizzando dati e cifre, e illustrando le leggi specifiche aggiornate al 2024.

Ma andiamo nei dettagli con domande e risposte.

Cos’è la Pensione di Reversibilità?

Cos’è la Pensione di Reversibilità?

La pensione di reversibilità è una prestazione erogata dall’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) ai superstiti di un lavoratore o di un pensionato deceduto. Questa pensione ha lo scopo di fornire un supporto economico ai familiari del defunto, come il coniuge, i figli minori, o altri parenti a carico, che erano sostenuti finanziariamente dal defunto. La pensione di reversibilità è calcolata come una percentuale della pensione che il defunto percepiva o avrebbe percepito al momento del decesso.

Perché la Pensione di Reversibilità Può Essere Pignorata?

La pensione di reversibilità può essere pignorata per diverse ragioni legate alla necessità di soddisfare i crediti vantati dai creditori nei confronti del debitore. Come qualsiasi altra fonte di reddito del debitore, la pensione di reversibilità rappresenta una risorsa finanziaria che i creditori possono utilizzare per recuperare le somme dovute. Tuttavia, il pignoramento di questa pensione è soggetto a specifici limiti e condizioni stabiliti dalla legge italiana per garantire che i beneficiari mantengano un livello minimo di reddito necessario per le loro necessità vitali.

Il motivo principale per cui la pensione di reversibilità può essere pignorata è legato alla sua natura giuridica di reddito percepito dal beneficiario. Questo reddito può essere oggetto di esecuzione forzata per soddisfare i crediti vantati dai creditori. I creditori possono ricorrere al pignoramento della pensione di reversibilità per recuperare debiti di varia natura, inclusi debiti ordinari, debiti alimentari e debiti fiscali. Tuttavia, la legge italiana impone dei limiti per proteggere il debitore da un pignoramento eccessivo.

Per i debiti ordinari, come prestiti bancari, mutui o debiti commerciali, la legge prevede che la pensione di reversibilità possa essere pignorata fino a un quinto dell’ammontare netto. Questo limite è stabilito per garantire che il debitore mantenga una parte significativa del proprio reddito, necessaria per le proprie esigenze vitali. Ad esempio, se un beneficiario percepisce una pensione di reversibilità di 1.000 euro al mese, il massimo che può essere pignorato per un debito ordinario è 200 euro al mese.

Nel caso dei debiti alimentari, che includono gli obblighi di mantenimento verso coniugi o figli, la legge prevede la possibilità di pignorare fino alla metà dell’ammontare netto della pensione di reversibilità. Questo riflette l’importanza di garantire il mantenimento delle persone a carico e la priorità data a questi tipi di obblighi. Ad esempio, se un beneficiario percepisce una pensione di reversibilità di 1.200 euro al mese, il tribunale può disporre il pignoramento fino a 600 euro al mese per soddisfare gli obblighi alimentari.

Per i debiti fiscali, come quelli verso l’Agenzia delle Entrate per imposte non pagate, la pensione di reversibilità può essere pignorata nei limiti di un quinto dell’ammontare netto. Questo garantisce che una parte significativa del reddito del debitore rimanga intatta per coprire le necessità vitali. Ad esempio, se un beneficiario percepisce una pensione di reversibilità di 900 euro al mese, l’Agenzia delle Entrate può pignorare fino a 180 euro al mese.

La legge italiana prevede anche una soglia di impignorabilità per garantire che una parte del reddito del debitore rimanga intatta per le necessità vitali. Questa soglia è generalmente pari all’assegno sociale aumentato della metà, come stabilito dalla normativa vigente. Ad esempio, se l’assegno sociale è di 500 euro, la soglia di impignorabilità sarà di 750 euro, garantendo che almeno questa somma rimanga a disposizione del beneficiario.

In conclusione, la pensione di reversibilità può essere pignorata perché rappresenta un reddito del debitore che i creditori possono utilizzare per soddisfare i crediti vantati. Tuttavia, la legge italiana stabilisce dei limiti chiari per proteggere i beneficiari, garantendo che una parte del reddito rimanga intatta per coprire le necessità vitali. Questi limiti variano a seconda del tipo di debito e delle circostanze individuali del debitore, riflettendo l’importanza di bilanciare i diritti dei creditori con la protezione dei diritti del debitore.

Normative e Limiti di Pignorabilità della Pensione di Reversibilità

Quali Sono le Normative Vigenti sul Pignoramento della Pensione di Reversibilità?

Le normative vigenti sul pignoramento della pensione di reversibilità in Italia sono progettate per bilanciare il diritto dei creditori a recuperare i propri crediti con la necessità di proteggere i beneficiari di queste pensioni, che spesso dipendono da esse come unica fonte di reddito. Ecco una panoramica delle principali leggi e regolamenti che disciplinano il pignoramento della pensione di reversibilità, aggiornate fino al 2024.

Codice di Procedura Civile

L’articolo 545 del Codice di Procedura Civile italiano è il punto di riferimento principale per quanto riguarda la pignorabilità delle pensioni, inclusa la pensione di reversibilità. Questo articolo stabilisce i limiti di pignorabilità dei crediti da lavoro e da pensione, garantendo che una parte significativa del reddito del debitore rimanga intatta per soddisfare le necessità vitali. Secondo l’articolo 545:

  • La pensione di reversibilità può essere pignorata nei limiti di un quinto dell’ammontare netto per i debiti ordinari e fiscali.
  • Per i debiti alimentari, la pensione di reversibilità può essere pignorata fino alla metà dell’ammontare netto.

Legge n. 228/2012

La Legge n. 228/2012 introduce modifiche significative alla disciplina del pignoramento presso terzi, estendendo alcune tutele ai crediti da lavoro e da pensione. Questa legge prevede:

  • La protezione di una quota minima del reddito del debitore, che non può essere pignorata per garantire le necessità vitali del beneficiario.
  • Disposizioni specifiche per la notifica e l’esecuzione dei pignoramenti, migliorando la trasparenza e l’efficienza delle procedure.

Decreto Legge 19/2024

Il Decreto Legge 19/2024 aggiorna ulteriormente le disposizioni relative alla pignorabilità delle pensioni, introducendo nuove misure di protezione per i beneficiari delle pensioni di reversibilità. Le principali novità introdotte dal decreto includono:

  • La conferma dei limiti di pignorabilità stabiliti dal Codice di Procedura Civile.
  • L’introduzione di nuove soglie di impignorabilità che garantiscono che una parte della pensione rimanga intatta per coprire le spese essenziali del beneficiario. La soglia di impignorabilità è generalmente pari all’assegno sociale aumentato della metà.

D.lgs. 252/2005

Il Decreto Legislativo 252/2005 riguarda le forme pensionistiche complementari e offre una protezione aggiuntiva per le somme accantonate nei fondi pensione. Sebbene questa normativa sia principalmente rivolta alle pensioni complementari, le sue disposizioni possono influire indirettamente sulla protezione dei redditi pensionistici. In particolare:

  • Le somme accantonate in un fondo pensione non possono essere pignorate fino al momento del riscatto, offrendo una significativa protezione contro i creditori.

Codice Civile Italiano

Il Codice Civile Italiano, attraverso diverse disposizioni, regola la pignorabilità dei beni e dei crediti del debitore. Sebbene l’articolo 1923 del Codice Civile, che riguarda il divieto di pignoramento per le somme accantonate in polizze vita, non si applichi direttamente alla pensione di reversibilità, i principi di protezione del reddito del debitore sono estesi anche alle pensioni attraverso le normative specifiche del Codice di Procedura Civile.

Le normative vigenti sul pignoramento della pensione di reversibilità sono state progettate per proteggere i diritti dei beneficiari, garantendo che una parte significativa del loro reddito rimanga intatta per soddisfare le necessità vitali. Il Codice di Procedura Civile, la Legge n. 228/2012, il Decreto Legge 19/2024 e il D.lgs. 252/2005 costituiscono i principali riferimenti normativi che disciplinano questa materia. Queste leggi stabiliscono limiti chiari alla pignorabilità delle pensioni, assicurando che i debitori mantengano un livello minimo di reddito necessario per le loro esigenze quotidiane. Conoscere queste normative è fondamentale per proteggere i propri diritti e per gestire efficacemente i debiti, e l’assistenza di un avvocato specializzato può aiutare a navigare attraverso queste complessità legali e trovare le soluzioni più adatte per proteggere il proprio reddito.

Quali Sono i Limiti di Pignorabilità della Pensione di Reversibilità?

I limiti di pignorabilità della pensione di reversibilità in Italia sono stabiliti dalla legge per garantire un equilibrio tra il diritto dei creditori a recuperare i propri crediti e la necessità di proteggere il beneficiario della pensione, che spesso dipende da essa come unica fonte di reddito. Ecco i principali limiti di pignorabilità della pensione di reversibilità, con esempi pratici per chiarire come funzionano questi limiti:

Limiti di Pignorabilità

Debiti Ordinari: Per i debiti ordinari, come prestiti bancari, mutui o debiti commerciali, la pensione di reversibilità può essere pignorata fino a un quinto (20%) dell’ammontare netto. Questo limite è stabilito per assicurare che il debitore mantenga una parte significativa del proprio reddito necessario per le necessità vitali.

Debiti Alimentari: Per i debiti alimentari, che includono gli obblighi di mantenimento verso coniugi o figli, la pensione di reversibilità può essere pignorata fino alla metà (50%) dell’ammontare netto. Questo riflette l’importanza di garantire il mantenimento delle persone a carico e la priorità data a questi obblighi.

Debiti Fiscali: Per i debiti fiscali, come quelli verso l’Agenzia delle Entrate per imposte non pagate, la pensione di reversibilità può essere pignorata nei limiti di un quinto (20%) dell’ammontare netto. Questo garantisce che una parte significativa del reddito del debitore rimanga intatta per coprire le necessità vitali.

Soglia di Impignorabilità: Esiste una soglia di impignorabilità che assicura che una parte della pensione rimanga intatta per le necessità vitali del beneficiario. Questa soglia è generalmente pari all’assegno sociale aumentato della metà. Ad esempio, se l’assegno sociale è di 500 euro, la soglia di impignorabilità sarà di 750 euro, garantendo che almeno questa somma rimanga a disposizione del beneficiario.

Esempi Pratici

Esempio 1: Debito Ordinario: Un beneficiario di una pensione di reversibilità di 1.200 euro al mese ha un debito ordinario di 10.000 euro. Il creditore ottiene un titolo esecutivo e notifica l’atto di precetto. Il beneficiario non paga entro il termine stabilito e il creditore richiede il pignoramento della pensione di reversibilità. Secondo la normativa vigente, il massimo che può essere pignorato è un quinto dell’ammontare netto della pensione, ossia 240 euro al mese.

Esempio 2: Debito Alimentare: Un beneficiario di una pensione di reversibilità di 1.500 euro al mese deve pagare alimenti per un totale di 600 euro al mese. Il tribunale dispone il pignoramento della pensione per soddisfare gli obblighi alimentari. In questo caso, il tribunale può disporre il pignoramento fino alla metà dell’ammontare netto della pensione, ossia 750 euro al mese.

Esempio 3: Debito Fiscale: Un beneficiario di una pensione di reversibilità di 1.000 euro al mese ha un debito fiscale di 5.000 euro. L’Agenzia delle Entrate notifica gli avvisi di accertamento e l’intimazione di pagamento. Il beneficiario non riesce a pagare entro il termine stabilito e l’Agenzia richiede il pignoramento della pensione. In questo caso, l’Agenzia delle Entrate può pignorare fino a un quinto dell’ammontare netto della pensione, ossia 200 euro al mese.

Esempio 4: Soglia di Impignorabilità: Un beneficiario di una pensione di reversibilità di 900 euro al mese ha vari debiti per un totale di 4.000 euro. La legge stabilisce una soglia di impignorabilità che assicura che una parte della pensione rimanga intatta per le necessità vitali del beneficiario. In questo caso, anche se i debiti superano il quinto della pensione, il pignoramento sarà limitato per garantire che il beneficiario mantenga una somma sufficiente per vivere.

Esempio 5: Pignoramento Sospeso: Un beneficiario di una pensione di reversibilità di 1.300 euro al mese ha un debito di 8.000 euro. Il beneficiario presenta un’opposizione al pignoramento, sostenendo che ci sono state irregolarità nella procedura. Il tribunale sospende temporaneamente il pignoramento fino a quando non si risolve la questione, permettendo al beneficiario di mantenere l’intero importo della pensione fino alla decisione finale.

Questi esempi pratici illustrano come i limiti di pignorabilità siano applicati in diverse situazioni, riflettendo l’importanza di conoscere e comprendere le normative vigenti per proteggere i propri diritti. Conoscere questi limiti è fondamentale per proteggere i propri diritti e per gestire in modo efficace i propri debiti. In caso di difficoltà finanziarie, consultare un avvocato specializzato può aiutare a navigare attraverso le complessità legali e a trovare soluzioni adeguate per proteggere il proprio reddito.

Come Funziona il Pignoramento della Pensione di Reversibilità?

Quali Sono i Presupposti per Avviare il Pignoramento della Pensione di Reversibilità?

Per avviare il pignoramento della pensione di reversibilità, devono essere soddisfatti diversi presupposti legali. Questi presupposti sono necessari per garantire che la procedura sia condotta in modo giusto e legittimo, bilanciando i diritti dei creditori con la protezione dei beneficiari della pensione. Ecco una panoramica dei principali presupposti per avviare il pignoramento della pensione di reversibilità:

1. Esistenza di un Titolo Esecutivo

Il primo e fondamentale presupposto è che il creditore deve possedere un titolo esecutivo. Un titolo esecutivo è un documento legale che attesta l’esistenza del debito e conferisce al creditore il diritto di avviare l’esecuzione forzata per il recupero delle somme dovute. I titoli esecutivi comuni includono sentenze giudiziarie, decreti ingiuntivi, atti notarili e altri atti riconosciuti dalla legge come titoli esecutivi. Senza un titolo esecutivo, il creditore non può procedere con il pignoramento.

2. Notifica dell’Atto di Precetto

Una volta ottenuto il titolo esecutivo, il creditore deve notificare al debitore un atto di precetto. L’atto di precetto è un’intimazione formale al debitore di pagare il debito entro un termine specifico, solitamente dieci giorni. Questo documento deve contenere tutte le informazioni rilevanti, inclusi i dettagli del debito, il riferimento al titolo esecutivo e l’importo dovuto. La notifica dell’atto di precetto è un passaggio cruciale, poiché informa ufficialmente il debitore dell’intenzione del creditore di procedere con l’esecuzione forzata se il debito non viene saldato entro il termine indicato.

3. Inadempimento del Debitore

Il terzo presupposto è l’inadempimento del debitore. Se il debitore non paga l’importo dovuto entro il termine stabilito nell’atto di precetto, il creditore può procedere con l’esecuzione forzata. L’inadempimento del debitore è una condizione necessaria per avviare il pignoramento, poiché dimostra che il debitore non ha rispettato l’intimazione di pagamento.

4. Presentazione dell’Istanze di Pignoramento

Il creditore deve quindi presentare un’istanza di pignoramento al tribunale competente. L’istanza di pignoramento è una richiesta formale al tribunale di emettere un’ordinanza di pignoramento sulla pensione di reversibilità del debitore. L’istanza deve contenere il riferimento al titolo esecutivo, l’atto di precetto notificato e la richiesta specifica di pignoramento della pensione. Il tribunale esamina l’istanza per verificare che tutti i requisiti legali siano stati soddisfatti.

5. Emissione dell’Ordinanza di Pignoramento

Se il tribunale ritiene che sussistano tutti i presupposti legali, emette un’ordinanza di pignoramento. Questa ordinanza è un documento legale che ordina all’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) di trattenere una parte della pensione di reversibilità del debitore e di versarla al creditore nei limiti stabiliti dalla legge. L’ordinanza di pignoramento deve essere notificata all’INPS, che è responsabile di eseguire il pignoramento.

6. Notifica all’INPS

Infine, l’ordinanza di pignoramento viene notificata all’INPS, che esegue il pignoramento trattenendo la parte pignorabile della pensione di reversibilità e versando le somme trattenute al creditore. L’INPS deve rispettare i limiti di pignorabilità stabiliti dalla legge, che garantiscono che una parte della pensione rimanga intatta per le necessità vitali del beneficiario.

Esempi Pratici

Esempio 1: Debito Ordinario: Un beneficiario di una pensione di reversibilità di 1.200 euro al mese ha un debito ordinario di 5.000 euro. Il creditore ottiene un titolo esecutivo e notifica l’atto di precetto. Il beneficiario non paga entro il termine stabilito, e il creditore richiede il pignoramento della pensione di reversibilità. Secondo la normativa vigente, il massimo che può essere pignorato è un quinto dell’ammontare netto della pensione, ossia 240 euro al mese.

Esempio 2: Debito Alimentare: Un beneficiario di una pensione di reversibilità di 1.500 euro al mese deve pagare alimenti per un totale di 500 euro al mese. Il tribunale dispone il pignoramento della pensione per soddisfare gli obblighi alimentari. In questo caso, il tribunale può disporre il pignoramento fino alla metà dell’ammontare netto della pensione, ossia 750 euro al mese.

Esempio 3: Debito Fiscale: Un beneficiario di una pensione di reversibilità di 1.000 euro al mese ha un debito fiscale di 3.000 euro. L’Agenzia delle Entrate notifica gli avvisi di accertamento e l’intimazione di pagamento. Il beneficiario non riesce a pagare entro il termine stabilito, e l’Agenzia richiede il pignoramento della pensione. In questo caso, l’Agenzia delle Entrate può pignorare fino a un quinto dell’ammontare netto della pensione, ossia 200 euro al mese.

Esempio 4: Soglia di Impignorabilità: Un beneficiario di una pensione di reversibilità di 800 euro al mese ha vari debiti per un totale di 6.000 euro. La legge stabilisce una soglia di impignorabilità che assicura che una parte della pensione rimanga intatta per le necessità vitali del beneficiario. In questo caso, anche se i debiti superano il quinto della pensione, il pignoramento sarà limitato per garantire che il beneficiario mantenga una somma sufficiente per vivere.

Esempio 5: Pignoramento Sospeso: Un beneficiario di una pensione di reversibilità di 1.300 euro al mese ha un debito di 7.000 euro. Il beneficiario presenta un’opposizione al pignoramento, sostenendo che ci sono state irregolarità nella procedura. Il tribunAffrontare il pignoramento della pensione di reversibilità può essere un compito complesso e stressante per chiunque dipenda da questa fonte di reddito per la propria sopravvivenza quotidiana. La pensione di reversibilità rappresenta spesso l’unica risorsa economica per i familiari di un pensionato deceduto, motivo per cui il pignoramento di tale pensione è regolato da normative stringenti che cercano di bilanciare i diritti dei creditori con la protezione del beneficiario. Nel 2024, le normative che disciplinano il pignoramento della pensione di reversibilità sono state aggiornate per garantire una maggiore tutela ai debitori, rendendo cruciale l’assistenza di un avvocato specializzato per navigare attraverso questo processo complesso.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Opposizione a Pignoramenti Della Pensione

Affrontare il pignoramento della pensione di reversibilità è una questione di grande rilevanza e complessità per molti beneficiari, spesso anziani o persone economicamente vulnerabili. La pensione di reversibilità rappresenta, infatti, una risorsa essenziale per il sostentamento quotidiano e per mantenere un tenore di vita dignitoso dopo la perdita del coniuge o di un genitore. Tuttavia, in caso di debiti non saldati, questa fonte di reddito può diventare bersaglio di azioni legali da parte dei creditori, portando a una situazione di grave difficoltà economica. In tali circostanze, l’importanza di avere al proprio fianco un avvocato specializzato in opposizione a pignoramenti della pensione non può essere sottolineata abbastanza.

La conoscenza approfondita delle leggi che regolano il pignoramento della pensione di reversibilità è cruciale per la difesa dei diritti del debitore. La normativa italiana, attraverso il Codice di Procedura Civile e leggi specifiche come la Legge n. 228/2012 e il Decreto Legge 19/2024, stabilisce limiti precisi per il pignoramento delle pensioni, garantendo che una parte significativa del reddito del debitore rimanga intatta per soddisfare le necessità vitali. Un avvocato esperto conosce queste normative nei minimi dettagli e può utilizzarle efficacemente per proteggere i diritti del proprio assistito.

La procedura di pignoramento della pensione di reversibilità è complessa e articolata, richiedendo una serie di passaggi formali e legali che devono essere rispettati rigorosamente. Dalla notifica dell’atto di precetto alla presentazione dell’istanza di pignoramento, fino all’emissione e alla notifica dell’ordinanza di pignoramento all’INPS, ogni fase della procedura presenta potenziali punti di contestazione. Un avvocato specializzato può identificare eventuali irregolarità o errori procedurali, presentando opposizioni fondate che possono portare all’annullamento o alla sospensione del pignoramento.

Un altro aspetto fondamentale è la capacità di negoziare con i creditori. Molto spesso, i creditori preferiscono trovare un accordo piuttosto che impegnarsi in lunghe e costose procedure legali. Un avvocato può mediare tra il debitore e i creditori, proponendo soluzioni alternative come la dilazione dei pagamenti, la riduzione degli interessi o il pagamento parziale del debito. Queste soluzioni possono alleviare significativamente il carico finanziario sul debitore, evitando il pignoramento della pensione.

Le procedure di sovraindebitamento, previste dalla Legge n. 3/2012, offrono ulteriori strumenti di difesa per i debitori in gravi difficoltà economiche. Un avvocato specializzato può guidare il debitore attraverso queste procedure, che includono il piano del consumatore, l’accordo di ristrutturazione dei debiti e la liquidazione del patrimonio. Il piano del consumatore, ad esempio, consente di presentare un piano di rientro del debito basato sulle reali capacità finanziarie del debitore, evitando misure esecutive come il pignoramento della pensione di reversibilità.

La consulenza legale è indispensabile anche per garantire che il debitore sia pienamente consapevole dei propri diritti e delle proprie opzioni. Spesso, i debitori non conoscono a fondo le tutele legali di cui possono beneficiare e si trovano in una posizione di svantaggio rispetto ai creditori. Un avvocato può fornire informazioni chiare e precise, aiutando il debitore a comprendere le implicazioni legali delle diverse opzioni disponibili e a prendere decisioni informate.

L’assistenza legale è essenziale anche per preparare e presentare documenti legali in modo corretto e tempestivo. Dalla redazione dell’opposizione al pignoramento alla preparazione delle istanze di sovraindebitamento, ogni passaggio richiede competenze specifiche e una conoscenza approfondita delle procedure legali. Un errore nella documentazione o un ritardo nella presentazione può compromettere seriamente la difesa del debitore, rendendo ancora più difficile proteggere la pensione di reversibilità.

Inoltre, la presenza di un avvocato offre un sostegno psicologico significativo al debitore. Sapere di avere un professionista esperto al proprio fianco può ridurre lo stress e l’ansia associati a una situazione di indebitamento, permettendo al debitore di affrontare la situazione con maggiore serenità e fiducia. La consulenza legale non solo offre una difesa tecnica, ma anche un supporto umano fondamentale in momenti di grande difficoltà.

La prevenzione è un altro aspetto cruciale che un avvocato può aiutare a gestire. Adottare pratiche di gestione finanziaria solide, monitorare costantemente la propria situazione economica e pianificare a lungo termine sono passi essenziali per evitare situazioni di sovraindebitamento. Un avvocato può aiutare a sviluppare un piano finanziario che tenga conto delle possibili difficoltà future e delle misure preventive per proteggere il patrimonio del beneficiario della pensione di reversibilità.

Infine, l’importanza della consulenza legale si estende anche alla fase di esecuzione delle sentenze. Anche dopo che il tribunale ha emesso un’ordinanza di pignoramento, un avvocato può continuare a monitorare la situazione, assicurandosi che l’INPS esegua il pignoramento nei limiti stabiliti dalla legge e che non vi siano abusi o errori nell’esecuzione.

In conclusione, il pignoramento della pensione di reversibilità rappresenta una minaccia significativa per i beneficiari che dipendono da questa fonte di reddito per il loro sostentamento quotidiano. Tuttavia, con l’assistenza di un avvocato specializzato in opposizione a pignoramenti, è possibile difendersi efficacemente, proteggere i propri diritti e trovare soluzioni che permettano di mantenere la stabilità finanziaria. Un avvocato esperto offre una protezione legale completa, rappresenta il debitore in tribunale, negozia con i creditori e utilizza tutte le procedure legali disponibili per garantire che i diritti del beneficiario siano sempre protetti. La consulenza di un avvocato non solo offre una difesa tecnica, ma fornisce anche la sicurezza e la tranquillità necessarie per affrontare una delle situazioni finanziarie più difficili che un beneficiario possa incontrare.

A tal riguardo, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

Perciò se hai bisogno di un avvocato esperto in opposizione a pignoramenti della pensione, qui di seguito trovi tutti i nostri contatti per un aiuto rapido e sicuro.

Leggi con attenzione: se in questo momento ti trovi in difficoltà con il Fisco ed hai la necessità di una veloce valutazione sulle tue cartelle esattoriali e sui debiti, non esitare a contattarci. Ti aiuteremo subito. Scrivici ora su whatsapp al numero 377.0256873 oppure invia una e-mail a info@fattirimborsare.com. Ti ricontattiamo entro massimo un’ora e ti aiutiamo subito.

Leggi qui perché è molto importante: Studio Monardo e Fattirimborsare.com®️ operano in tutta Italia e lo fanno attraverso due modalità. La prima modalità è la consulenza digitale che avviene esclusivamente a livello telefonico e successiva interlocuzione digitale tramite posta elettronica e posta elettronica certificata. In questo caso, la prima valutazione esclusivamente digitale (telefonica) è totalmente gratuita ed avviene nell’arco di massimo 72 ore, sarà della durata di circa 15 minuti. Consulenze di durata maggiore sono a pagamento secondo la tariffa oraria di categoria.
 
La seconda modalità è la consulenza fisica che è sempre a pagamento, compreso il primo consulto il cui costo parte da 500€+iva da saldare in anticipo. Questo tipo di consulenza si svolge tramite appuntamenti nella sede fisica locale Italiana specifica deputata alla prima consulenza e successive (azienda del cliente, ufficio del cliente, domicilio del cliente, studi locali con cui collaboriamo in partnership, uffici e sedi temporanee) e successiva interlocuzione anche digitale tramite posta elettronica e posta elettronica certificata.
 

La consulenza fisica, a differenza da quella esclusivamente digitale, avviene sempre a partire da due settimane dal primo contatto.

Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
Giuseppe Monardo

Giuseppe Monardo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy

Perché Oltre 1.500 Tra Persone Come Te o Imprese Come La Tua In Oltre 16 Anni Si Sono Fidate Di Studio Monardo e Perché Ti Puoi Fidare Graniticamente Anche Tu