Pignoramento: Come Si Calcola (Con Esempi)

Il pignoramento dello stipendio è una procedura legale attraverso la quale un creditore può richiedere che una parte del reddito del debitore venga trattenuta e utilizzata per saldare un debito. Questa procedura segue regole specifiche e limiti imposti dalla legge italiana per proteggere il debitore e garantire un equilibrio tra i diritti del creditore e le esigenze vitali del debitore. Vediamo nel dettaglio con Studio Monardo, gli avvocati specializzati in opposizioni a pignoramenti, come si calcola il pignoramento, i limiti applicabili e degli esempi pratici per comprendere meglio questa complessa procedura.

I Limiti del Pignoramento

Qual è la quota teorica massima pignorabile?

In caso di pignoramento in busta paga per debiti ordinari, la quota teorica massima pignorabile è pari a un quinto del reddito percepito mensilmente. Questo limite è stabilito per garantire che il debitore mantenga una parte significativa del proprio stipendio per le necessità quotidiane.

Come cambia il limite per i tributi dovuti a Stato, province e comuni?

Per i tributi dovuti a Stato, province e comuni, il limite pignorabile rimane lo stesso, ossia un quinto della retribuzione. Tuttavia, per i pignoramenti effettuati dall’agente della riscossione, la soglia varia in base all’importo del debito:

  • 1/10 per importi fino a 2.500 euro;
  • 1/7 per importi da 2.500 a 5.000 euro;
  • 1/5 per importi superiori a 5.000 euro.

Esistono eccezioni a questi limiti?

Sì, esistono delle eccezioni, come nel caso degli alimenti dovuti per legge. In questa situazione, le somme pignorate non possono eccedere un terzo dello stipendio. Questa disposizione mira a garantire che le esigenze alimentari del beneficiario siano soddisfatte senza compromettere eccessivamente le finanze del debitore.

Su Quali Somme si Applica il Pignoramento?

A quale parte dello stipendio si applica il pignoramento?

Le soglie descritte si applicano sulla retribuzione netta spettante al dipendente, una volta sottratte le ritenute di legge, in particolare:

  • contributi previdenziali e assistenziali a carico del lavoratore;
  • trattenute fiscali a carico del lavoratore, a titolo di Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF), addizionali regionali e comunali.

Quali componenti dello stipendio sono escluse dal pignoramento?

Sono escluse dal pignoramento le somme presenti in busta paga a titolo di:

  • rimborso spese;
  • trasferta;
  • assegni familiari;
  • buoni pasto;
  • indennità di maternità;
  • indennità di malattia.

Il trattamento integrativo (ex Bonus Renzi) non è pignorabile poiché ha natura fiscale, non di retribuzione.

Esempi di Calcolo del Pignoramento in Busta Paga

Esempio 1: Stipendio Netto di 1.500 Euro

Ipotizziamo che il dipendente Tizio sia interessato da un pignoramento dello stipendio per tributi dovuti allo Stato per un importo complessivo di 3.000 euro. Lo stipendio netto spettante a Tizio è di 1.500 euro. Essendo il debito superiore a 2.500 euro ma inferiore a 5.000 euro, la trattenuta è calcolata in misura pari a 1/7 del netto da liquidare. Un settimo di 1.500 euro è 214,29 euro. Il netto effettivo che rimane a Tizio è quindi 1.285,71 euro.

Esempio 2: Stipendio Netto di 2.800 Euro

Supponiamo che la dipendente Sempronia abbia un debito di 5.500 euro dovuto per rette dell’asilo nido e TARI (tassa sui rifiuti). Il suo stipendio netto è di 2.800 euro. Per importi superiori a 5.000 euro, la trattenuta è calcolata in misura pari a 1/5 del netto da liquidare. Un quinto di 2.800 euro è 560 euro. Il netto effettivo che rimane a Sempronia è quindi 2.240 euro.

Esempio 3: Stipendio Netto di 3.200 Euro

Consideriamo il dipendente Mevio, che ha un debito di 1.800 euro dovuto per la mensa scolastica del figlio. Il suo stipendio netto è di 3.200 euro. Essendo il debito inferiore a 2.500 euro, la trattenuta è calcolata in misura pari a 1/10 del netto da liquidare. Un decimo di 3.200 euro è 320 euro. Il netto effettivo che rimane a Mevio è quindi 2.880 euro.

Esempio 4: Stipendio Netto di 2.400 Euro

Immaginiamo il dipendente Giovanni, che ha un debito di 3.800 euro dovuto per il pagamento della TARI (tassa sui rifiuti) e delle rette dell’asilo nido. Il suo stipendio netto è di 2.400 euro. Essendo il debito compreso tra 2.500 e 5.000 euro, la trattenuta è calcolata in misura pari a 1/7 del netto da liquidare. Un settimo di 2.400 euro è circa 342,86 euro. Il netto effettivo che rimane a Giovanni è quindi 2.057,14 euro.

Esempio 5: Stipendio Netto di 4.000 Euro

Supponiamo che la dipendente Laura abbia un debito di 6.500 euro dovuto a tributi non pagati allo Stato. Il suo stipendio netto è di 4.000 euro. Per importi superiori a 5.000 euro, la trattenuta è calcolata in misura pari a 1/5 del netto da liquidare. Un quinto di 4.000 euro è 800 euro. Il netto effettivo che rimane a Laura è quindi 3.200 euro.

Esempio 6: Stipendio Netto di 1.800 Euro

Consideriamo il dipendente Marco, che ha un debito di 2.200 euro dovuto per il pagamento della mensa scolastica dei figli. Il suo stipendio netto è di 1.800 euro. Essendo il debito inferiore a 2.500 euro, la trattenuta è calcolata in misura pari a 1/10 del netto da liquidare. Un decimo di 1.800 euro è 180 euro. Il netto effettivo che rimane a Marco è quindi 1.620 euro.

In tutti questi esempi, la metodologia di calcolo del pignoramento segue le regole stabilite dalla legge italiana, garantendo che i debitori conservino una parte significativa del loro reddito per le necessità quotidiane, mentre i creditori riescono a recuperare una parte dei loro crediti.

Concorso di Più Pignoramenti

Cosa succede se ci sono più pignoramenti?

In caso di concorso di più pignoramenti per cause diverse, la trattenuta complessiva non può oltrepassare la metà del netto. In caso contrario (pignoramenti per le medesime cause), opera il limite del quinto dello stipendio.

Esempio pratico di concorso di pignoramenti

Supponiamo che il dipendente Caio abbia due pignoramenti in corso: uno per debiti ordinari e uno per tributi dovuti allo Stato. Il suo stipendio netto è di 2.000 euro. La trattenuta per debiti ordinari è di un quinto dello stipendio netto, cioè 400 euro. La trattenuta per tributi dovuti allo Stato, essendo il debito di 4.000 euro, è calcolata in misura pari a 1/7 del netto da liquidare, cioè 285,71 euro. La somma delle trattenute non può superare la metà del netto, quindi la trattenuta complessiva sarà ridotta a 1.000 euro.

Mensilità Normali e Aggiuntive

Su quali somme si applica il pignoramento?

Il pignoramento interessa tutte le somme spettanti a titolo di stipendio, di salario o altre indennità relative al rapporto di lavoro, comprese quelle dovute a causa della cessazione del rapporto stesso. La trattenuta, secondo i limiti descritti, deve avvenire tanto sulle dodici mensilità normali, quanto sulle buste paga che riportano le mensilità aggiuntive, quali tredicesima ed eventuale quattordicesima.

Esempio pratico di pignoramento su mensilità aggiuntive

Supponiamo che il dipendente Tizio riceva una tredicesima mensilità di 1.500 euro e abbia un pignoramento in corso per un debito ordinario. La trattenuta sarà di un quinto di 1.500 euro, cioè 300 euro. Quindi, il netto della tredicesima dopo il pignoramento sarà di 1.200 euro.

Pignoramento dello Stipendio Accreditato su Conto Corrente

Cambiano i limiti se lo stipendio è accreditato su conto corrente?

Sì, le somme pignorate sugli stipendi (o parte di essi) accreditati in data anteriore al pignoramento stesso possono riguardare soltanto la somma eccedente il triplo dell’assegno sociale. Per il 2024, l’assegno sociale è pari a 534,41 euro, quindi il triplo è 1.603,23 euro. Pertanto, solo le somme eccedenti questa cifra possono essere pignorate.

Esempio pratico di pignoramento su conto corrente

Se il dipendente Caio ha un conto corrente con 4.000 euro e il suo stipendio è stato accreditato prima del pignoramento, solo la somma eccedente 1.603,23 euro può essere pignorata. Quindi, si possono pignorare 4.000 euro – 1.603,23 euro = 2.396,77 euro.

Pignoramento Verso Terzi: Le Novità 2024

Quali sono le novità introdotte dalla riforma del 2024?

La Gazzetta Ufficiale del 2 marzo 2023 ha pubblicato il decreto legge n. 19 del 2 marzo 2024, che modifica il codice di procedura civile sul pignoramento di crediti verso terzi. Le modifiche includono limiti precisi sugli importi dei crediti pignorabili. Inoltre, è stato introdotto un nuovo articolo 551-bis c.p.c., in base al quale il pignoramento di crediti del debitore verso terzi perde efficacia dopo 10 anni dalla notifica al terzo, a meno che non sia stata pronunciata l’ordinanza di assegnazione delle somme o siano intervenute specifiche circostanze di estinzione o chiusura anticipata del processo esecutivo. Tuttavia, per mantenere l’efficacia del pignoramento, il creditore può notificare una dichiarazione di interesse al mantenimento del vincolo pignoratizio nei due anni antecedenti alla scadenza del termine decennale.

In sintesi, il calcolo del pignoramento dello stipendio segue regole precise che variano a seconda del tipo di debito e dell’importo dovuto. È fondamentale comprendere queste regole e i limiti per proteggere i propri diritti e sapere cosa aspettarsi in caso di pignoramento.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Opposizioni a Pignoramenti

Affrontare il pignoramento dello stipendio può essere un’esperienza estremamente stressante e complessa, che richiede una comprensione approfondita delle leggi e delle procedure legali. Per chi si trova in questa difficile situazione, la presenza di un avvocato esperto in opposizioni a pignoramenti non è solo utile, ma essenziale. La complessità della normativa, unita alle specifiche condizioni personali e finanziarie di ciascun debitore, rende la consulenza legale altamente necessaria per garantire una difesa efficace.

Il pignoramento dello stipendio è una misura legale che può avere un impatto devastante sulla vita quotidiana di una persona. Ridurre drasticamente il reddito disponibile significa mettere a rischio la capacità di affrontare le spese quotidiane, come l’affitto, le bollette e i beni di prima necessità. Questo può causare un ciclo di stress e ansia che influisce negativamente su tutti gli aspetti della vita, inclusi la salute mentale e i rapporti personali. In tali circostanze, avere un avvocato esperto al proprio fianco può fare una differenza significativa. Un avvocato specializzato non solo fornisce una guida legale, ma offre anche un supporto morale e una strategia strutturata per affrontare la crisi finanziaria.

Un avvocato esperto in opposizioni a pignoramenti ha una conoscenza approfondita delle leggi e delle procedure che regolano questa materia. Questo significa che è in grado di identificare eventuali irregolarità o errori procedurali che potrebbero invalidare il pignoramento. Ad esempio, se il creditore non ha seguito correttamente la procedura legale prevista per notificare l’atto di precetto o il titolo esecutivo, l’avvocato può contestare la legittimità del pignoramento, ottenendo così una sospensione o una riduzione delle somme trattenute. La competenza legale dell’avvocato permette di esplorare tutte le vie legali disponibili per proteggere il reddito del debitore.

Inoltre, un avvocato esperto può aiutare a negoziare con i creditori per trovare soluzioni alternative al pignoramento. Questo può includere la rinegoziazione del debito, l’elaborazione di piani di pagamento sostenibili o il raggiungimento di accordi transattivi che soddisfino entrambe le parti. La negoziazione richiede una profonda comprensione delle leggi e delle tecniche di mediazione, competenze che un avvocato specializzato possiede. Un accordo negoziato può spesso risultare più vantaggioso per il debitore, evitando le conseguenze drastiche del pignoramento e permettendo una gestione più controllata del debito.

L’assistenza di un avvocato è fondamentale anche per comprendere le specifiche del proprio caso e le opzioni disponibili. Ogni situazione di pignoramento è unica e le strategie di difesa devono essere personalizzate in base alle circostanze individuali. Ad esempio, i limiti di pignoramento variano a seconda del tipo di debito e dell’importo dovuto. Un avvocato può spiegare chiaramente questi limiti e aiutare il debitore a capire quale parte del suo stipendio è effettivamente pignorabile. Inoltre, può consigliare su come gestire al meglio le proprie finanze durante il periodo di pignoramento, per minimizzare l’impatto economico e mantenere una certa stabilità finanziaria.

Un altro aspetto cruciale è la protezione dei diritti del debitore. Un avvocato esperto in opposizioni a pignoramenti conosce bene i diritti legali del debitore e può assicurarsi che non vengano violati durante il processo. Questo include la protezione del minimo vitale, che garantisce al debitore una somma di denaro sufficiente per le spese essenziali, e la verifica che il pignoramento non ecceda i limiti legali stabiliti. L’avvocato può presentare ricorsi e opposizioni per far valere questi diritti e impedire abusi da parte dei creditori.

Inoltre, un avvocato può rappresentare il debitore in tribunale, se necessario. Se il caso di pignoramento richiede un’udienza giudiziaria, avere un rappresentante legale preparato e competente può fare una differenza significativa nell’esito del processo. L’avvocato può presentare argomentazioni legali solide, citare precedenti rilevanti e utilizzare tutte le risorse legali a disposizione per difendere efficacemente il debitore. Questo tipo di rappresentanza è fondamentale per garantire che il debitore abbia la migliore opportunità di ottenere una sentenza favorevole.

La consulenza legale non si limita alla difesa immediata contro il pignoramento. Un avvocato esperto può anche offrire consulenze preventive, aiutando i debitori a prendere misure proattive per evitare situazioni di pignoramento in futuro. Questo può includere la pianificazione finanziaria, la gestione del debito e la consulenza su come evitare errori che potrebbero portare a problemi legali. L’obiettivo è fornire al debitore gli strumenti necessari per gestire efficacemente le proprie finanze e ridurre il rischio di ulteriori pignoramenti.

Infine, è importante considerare l’aspetto emotivo e psicologico. Affrontare un pignoramento può essere estremamente stressante e avere un impatto significativo sulla salute mentale del debitore. Sapere di avere un avvocato esperto al proprio fianco può alleviare parte di questo stress, fornendo un senso di sicurezza e fiducia. L’avvocato non è solo un consulente legale, ma anche un alleato che lavora per proteggere gli interessi del debitore e aiutarlo a superare una delle situazioni finanziarie più difficili che possa affrontare.

In conclusione, il pignoramento dello stipendio è una procedura complessa che richiede una difesa ben strutturata e competente. La presenza di un avvocato esperto in opposizioni a pignoramenti è fondamentale per garantire che i diritti del debitore siano protetti e che le migliori strategie legali siano adottate per minimizzare l’impatto finanziario. Un avvocato offre non solo competenza legale, ma anche supporto morale e strategico, aiutando il debitore a navigare attraverso una situazione difficile con maggiore sicurezza e tranquillità. Affidarsi a un esperto è una scelta essenziale per proteggere il proprio reddito e mantenere una stabilità finanziaria in un momento di crisi.

Da questo punto di vista, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

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Giuseppe Monardo

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