Avvocato Crisi D’Impresa: Come Funziona La Composizione Negoziata

Nel contesto attuale, caratterizzato da incertezze economiche e sfide finanziarie, molte imprese si trovano a dover affrontare periodi di difficoltà che mettono a rischio la loro sopravvivenza. Per rispondere a questa esigenza, l’Italia ha introdotto una novità significativa nel campo del diritto fallimentare e delle procedure di risanamento aziendale: la composizione negoziata delle crisi d’impresa. Questa procedura, inserita all’interno del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, è stata attivata a partire da novembre 2021 e rappresenta un’innovazione cruciale per il tessuto economico nazionale.

La composizione negoziata si presenta come un meccanismo agile e flessibile, progettato per supportare le aziende che, nonostante si trovino in una situazione di difficoltà temporanea, mostrano ancora valide prospettive di recupero e rilancio. La procedura è strutturata per avere una durata base di sei mesi, con la possibilità di estensione per altri sei mesi, qualora le circostanze lo richiedano. Questo lasso di tempo è pensato per permettere alle imprese di lavorare intensamente sulla ristrutturazione dei propri debiti, con l’obiettivo di ritrovare un equilibrio finanziario e operativo che garantisca la continuità aziendale.

Uno degli aspetti più innovativi della composizione negoziata è il ruolo del consulente esperto. Questa figura professionale, nominata dalla competente Camera di Commercio su istanza dell’imprenditore, gioca un ruolo fondamentale nel processo. Il consulente non solo assiste l’azienda nella diagnosi della situazione economica e finanziaria, ma funge anche da mediatore nelle trattative con i creditori. La sua presenza assicura che le discussioni siano costruttive e che si indirizzino verso una soluzione consensuale che beneficia sia il debitore sia i creditori.

Durante il periodo di composizione, l’azienda in crisi ha l’opportunità di elaborare e proporre un piano di ristrutturazione debitoria che sia sostenibile nel medio e lungo termine. Questo piano può includere vari aspetti, come la rinegoziazione delle condizioni di debito, la vendita di asset non strategici, la ricerca di nuovi investitori, o anche la revisione del modello di business. L’obiettivo è quello di trovare un equilibrio che permetta all’impresa di riprendere la propria attività su fondamenta più solide.

L’accordo che si raggiunge al termine della composizione negoziata ha lo stesso valore legale di un piano attestato di risanamento, con la differenza che non è necessaria un’attestazione da parte di un revisore indipendente. Questo aspetto contribuisce a ridurre i costi del processo per l’impresa in difficoltà, rendendo la composizione negoziata un’opzione ancor più accessibile e attrattiva.

In sintesi, la composizione negoziata introduce un approccio più collaborativo e meno punitivo nella gestione delle crisi d’impresa. Attraverso questa procedura, l’ordinamento giuridico italiano non solo offre alle imprese uno strumento efficace per superare i momenti di crisi, ma promuove anche una cultura aziendale più resiliente e adattiva. Le imprese possono così beneficiare di una seconda chance, evitando l’insolvenza e lavorando attivamente per il proprio rilancio, con evidenti benefici non solo per i diretti interessati ma per l’intero sistema economico nazionale.

Ma andiamo ora nei dettagli.

Qual è Il Ruolo del Consulente nella Composizione Negoziata

Nel processo di composizione negoziata delle crisi d’impresa, il ruolo del consulente emerge come centrale e decisivo. Questa figura professionale, tipicamente un esperto in gestione aziendale, finanza o diritto fallimentare, è incaricata di assistere l’impresa durante tutto il percorso di negoziazione con i creditori. La sua nomina avviene per istanza dell’imprenditore e viene effettuata dalla competente Camera di Commercio, che sceglie un professionista idoneo dal proprio elenco di esperti.

Il primo passo del consulente, una volta assunto il mandato, consiste nella valutazione approfondita della situazione finanziaria e operativa dell’impresa. Questa analisi preliminare è fondamentale per comprendere le cause della crisi e per individuare le possibili vie di uscita. Attraverso l’esame dei bilanci, delle proiezioni di flusso di cassa e delle strutture di debito, il consulente determina il livello di solvibilità dell’azienda e valuta quali debiti sono sostenibili e quali necessitano di ristrutturazione.

Con questi dati alla mano, il consulente si fa promotore delle trattative con i creditori. La sua competenza e autorità professionale gli permettono di negoziare condizioni di pagamento più favorevoli, cercando di allineare gli interessi dell’impresa con quelli dei suoi creditori. È compito del consulente assicurare che tutte le parti coinvolte abbiano una comprensione chiara degli accordi proposti e lavorare per raggiungere un consenso che eviti l’aggravamento della crisi aziendale.

Durante le negoziazioni, il consulente ha anche il compito di mantenere un clima costruttivo e di fiducia tra le parti. Questo aspetto è cruciale perché una negoziazione riuscita dipende molto dalla volontà dei creditori di collaborare e dalla loro percezione della buona fede dell’impresa debitrice. Per facilitare questo processo, il consulente può proporre soluzioni innovative che vadano oltre la semplice rinegoziazione del debito, come ad esempio la conversione del debito in capitale, l’ingresso di nuovi investitori, o la ristrutturazione operativa dell’azienda.

Un altro aspetto importante del ruolo del consulente è quello di monitorare l’attuazione dell’accordo una volta che questo è stato raggiunto. In questa fase, il consulente verifica che tutte le parti rispettino gli impegni presi e interviene in caso di difficoltà, assicurando che l’accordo di ristrutturazione produca gli effetti desiderati e che l’azienda possa tornare a operare su basi solide.

Infine, il consulente ha anche un ruolo importante nella comunicazione con il mercato e con gli stakeholder dell’impresa. Deve assicurare che l’accordo di ristrutturazione sia percepito positivamente, come un segnale di impegno dell’azienda a superare la crisi e non come un’ammissione di fallimento. Questo contribuisce a mantenere la fiducia dei fornitori, dei clienti e degli investitori, elementi tutti essenziali per la ripresa dell’attività imprenditoriale.

In conclusione, il consulente nella composizione negoziata agisce come un pilastro centrale nel tentativo di salvare l’azienda dalla crisi. Attraverso la sua esperienza e professionalità, è in grado di guidare l’impresa attraverso il difficile percorso di risanamento, cercando di trovare il miglior equilibrio possibile tra le necessità dell’impresa e le richieste dei suoi creditori, con l’obiettivo ultimo di preservare il valore aziendale e di supportare il rilancio dell’attività.

Concentriamoci ora sul processo di negoziazione e l’accordo di ristrutturazione.

Il Processo di Negoziazione e l’Accordo di Ristrutturazione

Il processo di negoziazione che conduce all’accordo di ristrutturazione è una fase critica nella composizione negoziata per la risoluzione delle crisi d’impresa. Questo processo si configura come un delicato equilibrio tra le necessità dell’azienda in difficoltà e le richieste dei suoi creditori, spesso con esigenze divergenti.

Durante la negoziazione, l’obiettivo principale è quello di raggiungere un accordo che permetta all’impresa di proseguire la propria attività riducendo il peso del debito in modo sostenibile. Gli accordi di ristrutturazione possono variare notevolmente a seconda della specificità dei casi, ma tipicamente includono elementi come la dilazione dei termini di pagamento, la riduzione dell’importo dei debiti, e talvolta la conversione di debiti in equity.

Per esempio, è possibile che un’azienda con un debito complessivo di 500.000 euro, di cui una parte significativa rappresentata da debiti bancari, proponga di estinguere il 60% del debito totale attraverso un pagamento immediato di 300.000 euro, con il restante 40% dilazionato nei successivi cinque anni con un tasso di interesse ridotto. Questa offerta può essere particolarmente attrattiva per i creditori se l’alternativa è una lunga procedura legale con esito incerto, durante la quale il valore dell’azienda potrebbe deprezzarsi ulteriormente.

I consulenti svolgono un ruolo cruciale in questa fase, valutando la capacità di pagamento dell’azienda e la sostenibilità a lungo termine dell’accordo proposto. Utilizzano dati finanziari dettagliati per simulare diversi scenari e determinare quale offerta potrebbe essere accettabile per i creditori, garantendo al contempo la continuità operativa dell’impresa.

Una volta raggiunto un accordo preliminare, i dettagli vengono formalizzati in un documento che specifica le condizioni esatte della ristrutturazione. Questo documento, per avere validità legale, deve essere accettato dalla maggioranza dei creditori coinvolti, spesso richiedendo il consenso di coloro che rappresentano almeno il 75% del valore del debito totale.

L’efficacia dell’accordo di ristrutturazione non si limita alla risoluzione immediata del debito, ma estende la sua influenza sulla gestione futura dell’azienda. Spesso prevede clausole che impongono all’impresa di rispettare determinati parametri finanziari e di sottoporsi a controlli periodici sull’avanzamento della gestione post-accordo. Inoltre, l’accordo può includere misure di supporto alla gestione aziendale, come la consulenza per l’ottimizzazione delle operazioni o per l’introduzione di nuove strategie di mercato.

Questa fase è quindi decisiva non solo per definire i termini di un accordo soddisfacente per tutte le parti coinvolte ma anche per stabilire le basi per un rinnovato percorso di crescita e stabilità per l’azienda, che mira a riconquistare la fiducia del mercato e a rafforzare la propria posizione competitiva.

Vantaggi della Composizione Negoziazia per le Imprese

I benefici della composizione negoziata sono numerosi e significativi per le imprese in difficoltà. Tra questi, spiccano:

  1. Protezione da azioni esecutive: Durante la procedura, l’impresa può richiedere misure protettive che la tutelino da eventuali azioni esecutive da parte dei creditori, consentendo di operare senza la pressione di pignoramenti o altre azioni legali.
  2. Mantenimento dei fidi bancari: La procedura impedisce alle banche di revocare i fidi concessi, garantendo così una certa continuità nelle operazioni aziendali.
  3. Scudo legale: L’impresa e i suoi amministratori godono di una protezione civile e penale contro le accuse di reati legati alla gestione aziendale durante il periodo di crisi.
  4. Esenzione dagli obblighi di ricapitalizzazione: L’accordo di ristrutturazione esenta l’impresa dagli obblighi di ricapitalizzazione previsti dal Codice Civile, facilitando così il processo di risanamento senza oneri aggiuntivi.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Esperti In Crisi D’Impresa

In un contesto economico che si fa sempre più complesso e incerto, le imprese possono trovarsi ad affrontare periodi di difficoltà finanziaria che minacciano la loro stessa sopravvivenza. In questi momenti critici, la figura dell’avvocato specializzato in crisi d’impresa diventa fondamentale, non solo per navigare le acque turbolente della ristrutturazione del debito, ma anche per salvaguardare il futuro dell’azienda.

La crisi d’impresa non è solo un problema finanziario; è anche una questione legale intricata che richiede una comprensione approfondita del diritto fallimentare e delle procedure di insolvenza. Un avvocato con specializzazione in questo settore non solo offre consulenza legale, ma agisce anche come un consigliere strategico per l’impresa. La sua competenza e esperienza sono vitali per interpretare correttamente le normative in continua evoluzione e per applicarle in modo efficace alla situazione specifica dell’impresa.

Uno degli aspetti più critici in cui l’avvocato specializzato si rende indispensabile è la negoziazione degli accordi di ristrutturazione dei debiti. Questi accordi sono complessi e richiedono una trattativa abile per bilanciare gli interessi dell’impresa con quelli dei suoi creditori. L’avvocato non solo deve assicurare che l’accordo sia equo e sostenibile per l’impresa, ma deve anche garantire che sia legalmente vincolante e rispettoso delle normative vigenti. Questo processo può essere decisivo per evitare future contestazioni legali o complicazioni che potrebbero riportare l’azienda in uno stato di incertezza finanziaria.

Inoltre, durante il processo di composizione negoziata, l’avvocato svolge un ruolo cruciale nell’assicurare che tutte le misure protettive, come il divieto di revoca dei fidi o la protezione da azioni esecutive, siano implementate correttamente. Queste misure sono vitali per mantenere la stabilità operativa dell’impresa mentre si cerca di risolvere la crisi.

L’avvocato specializzato in crisi d’impresa aiuta anche a navigare le complesse procedure legali che possono accompagnare i tentativi di risanamento, come la presentazione di piani di risanamento attestati o la gestione di eventuali controversie legali con creditori o altre parti interessate. Senza la guida competente di un avvocato, un’impresa potrebbe trovarsi a commettere errori che comprometterebbero la sua capacità di recuperare dalla crisi.

Un altro aspetto fondamentale del lavoro dell’avvocato è la sua capacità di offrire consulenza preventiva. Questo include la revisione delle pratiche commerciali e finanziarie dell’impresa per identificare potenziali rischi di crisi e suggerire modifiche o strategie per mitigarli prima che diventino problematiche. Questo approccio proattivo non solo può salvare l’impresa da future crisi, ma può anche contribuire a costruire una struttura aziendale più solida e resiliente.

In ultima analisi, l’avvocato specializzato in crisi d’impresa non è solo un difensore legale, ma un partner strategico essenziale nel processo di decisione aziendale. Il suo supporto e guida sono indispensabili per le imprese che devono affrontare o prevenire crisi finanziarie. La loro expertise assicura che tutte le azioni intraprese siano non solo vantaggiose dal punto di vista finanziario, ma anche solidamente ancorate in una comprensione profonda del contesto legale.

Dato il ruolo cruciale che un avvocato specializzato può giocare nel navigare e risolvere le crisi d’impresa, è evidente che le aziende in difficoltà o quelle che desiderano prevenire potenziali crisi non possono permettersi di prescindere dalla loro consulenza. Avere al proprio fianco un avvocato esperto in questa materia può fare la differenza tra il successo e il fallimento nel percorso di risanamento e crescita futura dell’impresa.

In tal senso, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

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Giuseppe Monardo

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