Cosa sono gli avvisi bonari?
Quando viene inviato un avviso bonario?
Cosa succede dopo l’avviso bonario?
Queste sono le tipiche domande che ci vengono poste in qualità di Avvocati esperti in debiti con l’Agenzia delle Entrate e in questo articolo andremo nel dettaglio.
Da questo punto di vista, l’avviso bonario non è altro che una comunicazione con cui l’Agenzia delle Entrate avverte il contribuente di aver effettuato un controllo sulla sua dichiarazione dei redditi ed allo stesso tempo evidenzia quelle che sono imposte e quelli che sono i contributi che al momento che dal controllo risultano non pagati.
In pratica dal controllo emergono anomalie ed incongruenze che sono poi presentate all’interno del prospetto allegato alla comunicazione.
Ma cosa fare quando si riceve un avviso bonario?
In caso di avviso bonario, il contribuente ha 30 giorni per correggere quegli che sono gli errori potenziali commessi all’interno della dichiarazione dei redditi e con esse non solo le maggiori imposte, ma anche gli interessi e le sanzioni, che però vengono ridotte del 30% rispetto alle sanzioni ordinarie.
Da questo punto di vista, qualora il pagamento del tutto e o della prima rata avvenga entro trenta giorni, le sanzioni del 30% verranno ridotte a 1/3 o a 2/3, a seconda che si tratti di liquidazione automatica oppure di controllo formale.
La prima rata tuttavia, dovrà essere versata entro trenta giorni dalla comunicazione dell’avviso bonario.
Per quanto concerne la differenza tra controllo automatico e quello formale, il controllo automatico viene effettuato attraverso procedure di tipo automatizzato alla ricerca di errori in fase di calcolo o di compilazione.
Per quanto concerne invece il contollo formale, si tratta di un check molto più approfondito che andrà a tracciare anche le certificazioni delle ritenute e tutti quanti gli oneri deducibili ovvero quelli che che vengono sottratti dal reddito complessivo, imponibile ai fini IRPEF, sostenuto dal contribuente nel corso del periodo di imposta.
Tra gli oneri deducibili ci sono i contributi previdenziali versati a casse professionali di appartenenza o all’INPS, gli assegni periodici per il mantenimento del coniuge separato, i contributi e premi per forme pensionistiche complementari e individuali, le erogazioni liberali a favore di istituzioni religiose, organizzazioni non governative, organizzazioni non lucrative di utilità sociale, università, enti di ricerca ed enti parco, gli oneri dei contributi previdenziali versati per gli addetti ai servizi domestici ed all’assistenza personale o familiare per un importo non superiore a 1.549,37 euro ed infine rendite, vitalizi e assegni alimentari.
E se non avessimo torto, se le anomalie ed incongruenze indicate dal Fisco fossero errate?
A quel punto il contribuente oppure l’intermediario avrebbe la facoltà di instaurare un contraddittorio con l’Agenzia delle Entrate per cancellare oppure diminuire la pretesa derivata dal controllo.
Da questo punto di vista, se hai la necessità di una consulenza legale di un avvocato esperto in avvisi bonari dell’Agenzia delle Entrate richiedi un consulto con Studio Monardo.
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