Come posso difendermi da un avviso di accertamento?
Cosa fa scattare un accertamento fiscale?
Posso difendermi dal fisco anche da solo o ho bisogno dell’aiuto di uno studio di avvocati tributaristi?
Queste sono tutte domande fondamentali per chi ha subito o sta per subire un avviso di accertamento dell’Agenzia delle Entrate.
Questi avvisi purtroppo saranno ancora più comuni, dal momento che è stato attivato il software antievasori (presunti) Vera, l’ultimo algoritmo antievasione del Fisco lanciato nel 2022.
Vera è l’acronimo di “verifica dei rapporti finanziari” e rappresenta una vera e propria intelligenza artificiale che agisce per ottenere liste selettive che l’Agenzia delle Entrate utilizzerà per la sua attività di controllo
Vera compone un vero e proprio identikit del contribuente a rischio lavorando sui dati presenti sulle banche dati digitali e sul Web come dichiarazione dei redditi, conti correnti, accessi alle cassette di sicurezza, registri immobiliari, pagamenti online, app per l’acquisto e molto altro ancora cercando di scovare sulla base di paradigmi preventivi eventuali comportamenti di tipo fraudolento.
Vera monitora poi abusi del diritto, frodi, fruizione indebita dei sostegni erogati durante la pandemia di Covid-19, false compensazioni, il tutto trattando nella prima fase, i dati con l’anonimato per poi, individuati presunti elementi discostanti, segnala tutto all’Agenzia delle Entrate e alla Guardia di Finanza creando una vera e propria lista nomi di contribuenti a rischio di evasione o elusione.
Per questo gli accertamenti fiscali saranno potenzialmente di più e molto più precisi.
Ma che cosa sono questi avvisi e come difendersi con uno studio di avvocati tributaristi oppure senza?
Da questo punto di vista, l’avviso di accertamento è un atto emesso nei confronti del contribuente da parte dell’Agenzia delle Entrate o da parte di un altro ente pubblico a seguito di una verifica fiscale.
L’avviso di accertamento, da questo punto di vista, è una sorta di ultimatum in cui si intima al contribuente di pagare un ammontare dovuto e non versato, oppure versato in maniera minore (comprese sanzioni ed interessi) entro 60 giorni dalla notifica.
L’avviso di accertamento può concernere sia le imposte dirette che indirette ovvero irap, ires, irpef, imposte sostitutive su riserve o fondi in sospensione, imposte sostitutive sulla rivalutazione dei beni delle imprese, iva, imposta di registro, invim ordinarie e decennali, imposte sulle successioni e sulle donazioni, imposte ipotecarie e catastali, imposte provinciali sull’immatricolazione di nuovi veicoli, imposte sostitutive sulle operazioni di credito e imposte erariali di trascrizione e addizionale regionale all’imposta erariale di trascrizione.
I termini entro cui il Fisco ha bisogno di emettere e notificare al contribuente il singolo provvedimento impositivo varia a seconda delle circostanze.
Per esempio l’avviso di accertamento relativo alla imposta sui redditi o quello dell’accertamento IVA deve essere emesso e notificato entro il quinto anno successivo alla dichiarazione.
Nel caso invece di omessa dichiarazione, in entrambi i casi il termine per la notifica dell’avviso di accertamento è il 31 dicembre del 7° anno successivo a quello il cui doveva essere presentata la dichiarazione.
Inoltre tutti i singoli termini addirittura raddoppiano in caso di reato tributario oppure attività svolta in un Paradiso Fiscale.
Ma cosa fare e come difendersi da un avviso di accertamento?
Prima di tutto dobbiamo sapere che la difesa contro tale atto tramite ricorso deve avvenire entro 60 giorni dalla notifica e passati i 60 giorni il provvedimento s’intende definitivo così come le somme dovute e i termini indicati.
Per questo è pericoloso non agire nei termini perché, passati i 60 giorni, l’Amministrazione Finanziaria può agire contro di te ed arrivare fino al pignoramento dei tuoi beni.
Detto questo, ci sono varie strategie difensive e da questo punto di vista, è sempre preferibile avere al tuo fianco degli avvocati tributaristi come Studio Monardo.
In tal senso, la prima strategia difensiva, e quella in cui un avvocato esperto in diritto tributario è fondamentale, è il cosiddetto ricorso giudiziario alla Commissione Tributaria Provinciale che si effettua in caso di rinvenuto vizio di illegittimità
Ma quali sono i vizi tipici degli atti tributari?
Il più comune è la mancanza di una motivazione. Ogni atto impositivo ha sempre un obbligo di motivazione che deve essere chiara, precisa e comprensibile per permettere sia al privato che all’imprenditore di capire perché si è arrivati a chiedere quell’ammontare e in base a quali calcoli e ragionamenti.
Se l’atto tributario manca di una motivazione di questo tipo, l’atto può essere illegittimo e quindi nullo secondo la sentenza n° 21564 del 20/09/2013 della Cassazione Civile.
Per questo è possibile fare ricorso.
Un altro vizio è l’inesistenza dell’atto tributario ovvero la mancanza di legittimazione passiva o l’inesistenza della notifica.
Non puoi ad esempio inviare un atto ad una persona che è deceduta da oltre dodici mesi e quindi puoi fare ricorso perché l’atto non può avere effetti di tipo giuridico.
Altro vizio è la nullità su richiesta del ricorrente che ricorre al Giudice Tributario in virtù del principio del chiesto e del pronunciato.
Poi i sono i vizi relativi alla Legge febbraio 2005, n. 15 che al comma 1 prevede che sia “nullo il provvedimento amministrativo che manca degli elementi essenziali, che è viziato da difetto assoluto di attribuzione, che è stato adottato in violazione o elusione del giudicato, nonché negli altri casi espressamente previsti dalla legge” e all’art. 21-octies che sia “annullabile il provvedimento amministrativo adottato in violazione di legge o viziato da eccesso di potere o da incompetenza”.
Altro vizio riguarda l’annullabilità (l’articolo 21-octies della L. n. 241 del 1990) che dice espressamente che è annullabile il provvedimento impositivo “adottato in violazione di legge o viziato da eccesso di potere o da incompetenza”.
Questi sono i vizi principali per cui puoi ricorrere.
Al ricorso poi si aggiungono altre modalità.
C’è la cosiddetta istanza in autotutela all’Agenzia delle Entrate se il contribuente nota vizi evidenti.
Da questo punto di vista due cose importanti da sapere.
La prima è che l’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate non ha alcun obbligo di risposta.
Il secondo è che questo tipo di istanza, per fortuna, non sospende i termini per presentare un ricorso davanti alla Commissione Tributaria Provinciale.
Una seconda modalità è l’accertamento con adesione (qui ne parliamo in maniera approfondita) in cui avviene un vero e proprio contraddittorio con il Fisco con una eventuale riduzione delle imposte dovute da verifica, e la riduzione delle sanzioni fino ad un terzo di quelle minime applicabili.
Questo tipo di istanza ha come effetto la sospensione di 90 giorni del termine per la presentazione di un eventuale ricorso dinanzi alla Commissione Tributaria Provinciale.
Un’ulteriore modalità di difesa è la cosiddetta acquiescenza rispetto alle sanzioni in cui il contribuente può presentare un ricorso contro l’avviso di accertamento solo in relazione alle sanzioni, pagando le sanzioni nella misura di un terzo.
L’acquiescenza rispetto alle sanzioni è diversa dall’ultima modalità di difesa ovvere dalla semplice acquiescenza in cui si confermano le violazioni e si pagano sia le imposte che un terzo delle sanzioni.
Perché è diversa?
Perché così in caso di ricorso perso nei confronti della Commissione Tributaria Provinciale si pagheranno le imposte ma non le sanzioni che sono già state pagate in forma ridotta.
Se noti, difendersi da un avviso di accertamento non è una cosa semplice ed è sempre preferibile avere al tuo fianco uno studio specializzato in cartelle esattoriali e ricorsi come Studio Monardo.
Da questo punto di vista l’Avvocato Monardo coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).
Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).
L’Avvocato Giuseppe Monardo con il suo Studio, da oltre 16 anni svolge la professione di Avvocato nell’ambito dell’indebitamento bancario e tributario e ti aiuterà attraverso il Metodo “Fatti Rimborsare®”, il primo metodo di analisi di debiti e reati tributari ideato per misurare anticipatamente la situazione del provvedimento ed agire di conseguenza.
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