Quando è illegittima una segnalazione alla Centrale Rischi?
Cosa comporta la segnalazione alla Centrali Rischi come cattivo pagatore?
Centrale Rischi e Sic: come faccio a difendermi con l’avvocato da una segnalazione non corretta?
Queste sono tutte domande fondamentali per coloro che si trovano segnalati al CRIF e vogliono uscire da questa condizione il prima possibile.
Una segnalazione in Centrale Rischi come cattivo pagatore o peggio come debitore in sofferenza è difatti una mannaia diretta che agisce non solo sui tuoi soldi (nessuno ti farà più credito, non potrai usare carte e assegni o aprire un mutuo) ma soprattutto sulla tua reputazione con un cartello digitale che arriverà a tutti gli istituti di credito su cui è scritto “Non Fidatevi Di Lui” o peggio “Non Fidatevi Della Sua Impresa”.
Per questo motivo è sempre importante sapere se ci sono dei modi per difenderti, per cancellare in anticipo la segnalazione e richiedere addirittura dei danni a chi ti ha messo in questa condizione agendo in maniera errata o addirittura illegittima.
Ma andiamo direttamente a quelli che sono i principali profili di illegittimità delle segnalazioni ai SIC (i sistemi d’informazione creditizia) e sui quali lavoriamo in Studio Monardo in qualità di avvocati esperti in contenzioso bancario, anatocismo e pignoramenti.
Il primo profilo di illegittimità riguarda l’iscrizione nel registro informatico dei protesti.
La levata di protesto in questo caso, può risultare non legittima o addirittura errata a causa di vizi di forma o di merito.
Nel caso di vizi di forma, agiamo direttamente con la Camera di Commercio richiedendo la cancellazione del protesto.
Nel caso invece di vizi di merito agiamo per tuo conto chiedendo all’Autorità Giudiziaria di accertare nel merito la presenza concreta di ragioni che abbiamo determinato quella che è la levata di protesto oggetto della singola contestazione.
Un secondo profilo di illegittimità al quale lavoriamo in qualità di avvocati esperti in cancellazione sofferenze in Centrale dei Rischi è la segnalazione alla Centrale di Allarme Interbancaria (CAI) per mancata ricezione del preavviso previsto dall’articolo 9 bis della legge n. 386/1990.
Perché è importante questo aspetto?
Perché è sempre la CAI a disporre il divieto a banche e finanziarie di rilasciare libretti di assegno e carte di credito a chi è segnalato.
In tal senso il caso tipico di ricorso che facciamo una volta analizzata la tua pratica con il “Metodo Fatti Rimborsare” è quello per mancanza di una raccomandata A.R. inviata al cliente come preavviso della segnalazione.
Se non c’è (e non sono rari i casi), agiamo per te citando l’art. 9 bis ex legge n. 386/1990 che non solo prevede formalmente il preavviso ma che obbliga che passino almeno dieci giorni per la successiva segnalazione.
Il terzo profilo di illegittimità riguarda la segnalazione in Centrale Rischi o SIC e può concernere 1) la mancata ricezione del preavviso, previsto dall’art. 4, comma 7, del Codice di deontologia e dall’art. 125, comma 3°, del Testo Unico Bancario, 2) una valutazione completamente sbagliata dell’intermediario circa lo stato finanziario-patrimoniale del soggetto segnalato a sofferenza e infine 3) caso molto frequente, il mancato aggiornamento della segnalazione a seguito dell’accordo transattivo o della riduzione del credito accertata dal Giudice.
Fatto questo, ovvero rilevati i singoli profili di illegittimità e una volta accertata la responsabilità dell’errore da parte dell’istituto di credito, decidiamo assieme a te se ci sono le condizioni per il risarcimento del danno.
Ma quali sono questi danni e perché dobbiamo essere in grado di dimostrarli?
I casi più comuni sono la revoca del fido da parte della banca, l’impossibilità di aprire nuovi conti correnti e l’impossibilità di accedere ad un finanziamento.
In tal caso, l’onere della prova sta sempre a te ed è per questo che si tratta di un lavoro molto complesso e che necessita l’ausilio di avvocati professionisti in contenzioso bancario ed anatocismo come quelli di Studio Monardo.
Facciamo un esempio.
La banca ad esempio potrebbe averti negato il finanziamento ma senza dire il perché ed è per questo che è sempre fondamentale richiedere una motivazione (il tuo diritto è sancito dalla Comunicazione della Banca d’Italia del 22 ottobre 2007 e Collegio Coordinamento ABF n. 6182/2013; Cass. Civ. n. 349/2013) perché senza avere in mano le ragioni del diniego é praticamente impossibile agire in fase di risarcimento.
Da questo punto di vista, devi sapere che è tuo diritto avere una copia del dossier relativo alla tua posizione creditizia (art.7 del codice della privacy).
Insomma, non è una cosa alla portata di tutti e ci vogliono degli avvocati specialisti contro le banche per quantificare l’eventuale danno patrimoniale.
Ma quali i sono casi più comuni di danno patrimoniale?
Il più comune riguarda l’impresa e la sua incapacità effettiva di lavorare con conseguente perdita del volume di affari.
Se ti revocano il fido difatti, tutto questo si ripercuoterà sulla tua impossibilità concreta di lavorare con perdite di fatturato reali e dimostrabili mediante perizie tecniche specifiche da parte di esperti contabili.
Ma ci sono solo i danni patrimoniali?
No.
Ci sono anche i danni morali e soprattutto di quelli di reputazione a livello commerciale e personale ai sensi dell’articolo 2 della Costituzione.
In tal caso i danni possono riguardare sia la persona fisica che quella giuridica.
Ma a chi si richiede un eventuale danno?
Semplice: o all’Arbitro Bancario Finanziario o al Giudice Civile.
C’è qualche differenza?
Si, molte.
Nel primo caso, con l’Arbitro Bancario Finanziario i tempi sono più veloci così come i costi (ricordati che da questo punto di vista lo Studio Monardo lavora per etica sempre al minimo tariffario).
Tuttavia ci sono dei limiti: prima di tutto non puoi citare uno o più testimoni, non puoi chiedere consulenze tecniche contabili e soprattutto le decisioni di un Arbitro Bancario Finanziario non sono vincolanti.
Nel caso invece di Giudizio Civile tempi e costi possono lievitare e a differenza dell’Arbitro Bancario Finanziario ogni sua pronuncia è vincolante.
Non solo, ma il Giudizio Civile ti consente di avere tutti i vantaggi di un’istruttoria a regola d’arte e puoi addirittura richiedere un un procedimento d’urgenza ex art. 700 c.p.c..
Questo in sintesi è l’iter procedurale per difendersi da potenziali segnalazioni illegittime ai sistemi d’informazione creditizia e da questo punto di vista se stai cercando uno studio di avvocati per segnalazione illegittima al CRIF, noi di Studio Monardo ti possiamo aiutare.
L’Avvocato Giuseppe Monardo con il suo Studio, da oltre 16 anni svolge la professione di Avvocato nell’ambito dell’indebitamento bancario e tributario ed ha aiutato moltissime persone ad uscire dalle difficoltà per merito del Metodo “Fatti Rimborsare®”, il primo metodo di analisi di debiti e reati tributari ideato per misurare anticipatamente la situazione del provvedimento per poi scegliere, se la condizione lo consente, un programma di cancellazione o restrizione del debito.
Coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi)
Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021)
Per questo motivo se vuoi un aiuto professionale per cancellarti dal CRIF il prima possibile contattaci.
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