Cosa Succede Se Una Partita IVA Dichiara “Fallimento”? Risponde L’Avvocato

Il fallimento di una Partita IVA è un evento che può avere conseguenze significative sia per l’imprenditore individuale che per eventuali creditori. Cosa accade quando un libero professionista o un lavoratore autonomo non riesce più a sostenere le proprie obbligazioni finanziarie? Quali strumenti legali esistono per gestire questa crisi? Quali debiti restano e quali possono essere cancellati?

In Italia, il concetto di “fallimento” non si applica alle Partite IVA come per le società di capitali. Tuttavia, un imprenditore individuale o un lavoratore autonomo che si trovi in grave difficoltà finanziaria può accedere ad altre procedure di gestione della crisi previste dalla legge, tra cui la liquidazione controllata del patrimonio, l’accordo di composizione della crisi e il piano del consumatore.

Negli ultimi anni, con l’entrata in vigore del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019), le regole per la gestione del sovraindebitamento sono state aggiornate per offrire soluzioni concrete a chi non riesce più a far fronte ai propri debiti.

Se una Partita IVA non riesce più a pagare fornitori, tasse e contributi previdenziali, il titolare potrebbe rischiare il pignoramento dei propri beni personali, il blocco dei conti bancari e persino il fermo amministrativo dei veicoli. Tuttavia, esistono strumenti legali per gestire la situazione e ripartire, evitando le conseguenze più gravi.

Vediamo nel dettaglio cosa succede quando una Partita IVA entra in crisi, quali sono le procedure previste dalla legge e quali soluzioni possono essere adottate per salvaguardare il proprio patrimonio e trovare un nuovo equilibrio finanziario.

Ma andiamo ora ad approfondire con Studio Monardo, gli avvocati esperti in cancellazione debiti di partite IVA.

Una Partita IVA Può Dichiarare Fallimento?

Una Partita IVA può dichiarare fallimento? Questa è una domanda fondamentale per i lavoratori autonomi e i piccoli imprenditori che si trovano in difficoltà economica e vogliono capire quali strumenti di tutela esistono.

In Italia, una Partita IVA non può dichiarare fallimento secondo le regole tradizionali del diritto fallimentare, a meno che non rientri nei requisiti previsti per le imprese soggette alla liquidazione giudiziale. Il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019) ha ridefinito le condizioni per l’accesso alle procedure concorsuali, stabilendo criteri specifici per la dichiarazione di insolvenza.

Le Partite IVA individuali, come liberi professionisti e piccoli imprenditori, non sono soggette alla liquidazione giudiziale (ex fallimento), ma possono accedere alla procedura di sovraindebitamento. Questo strumento consente ai debitori non fallibili di ristrutturare i debiti attraverso un piano del consumatore o un accordo con i creditori.

Per essere soggetti alla liquidazione giudiziale, un imprenditore con Partita IVA deve soddisfare determinati requisiti, tra cui il superamento di specifici limiti patrimoniali e finanziari. In particolare, la procedura si applica se l’impresa ha superato almeno uno dei seguenti parametri nei tre esercizi precedenti:

  • Un attivo patrimoniale superiore a 300.000 euro;
  • Ricavi annui superiori a 200.000 euro;
  • Debiti per almeno 500.000 euro.

Se un lavoratore autonomo con Partita IVA non rientra in questi parametri, può accedere alle procedure di sovraindebitamento previste dalla legge per ridurre o ristrutturare il proprio debito. In questi casi, il giudice può approvare un piano di rientro sostenibile o, in alcuni casi, concedere l’esdebitazione, cancellando il debito residuo.

In conclusione, una Partita IVA non può dichiarare fallimento se non supera i limiti stabiliti dalla legge per la liquidazione giudiziale. Tuttavia, i professionisti e i piccoli imprenditori in difficoltà possono accedere alla procedura di sovraindebitamento per trovare una soluzione legale alla propria crisi economica. È sempre consigliabile rivolgersi a un professionista esperto per individuare la migliore strategia di gestione del debito.

Quali Conseguenze Rischia Chi Non Riesce A Pagare I Debiti Con La Partita IVA?

Quali conseguenze rischia chi non riesce a pagare i debiti con la Partita IVA? Questa è una questione cruciale per i lavoratori autonomi e i piccoli imprenditori che si trovano in difficoltà finanziaria e temono le ripercussioni legali ed economiche.

Quando una Partita IVA accumula debiti e non è in grado di farvi fronte, le conseguenze possono variare a seconda della tipologia del debito (fiscale, contributivo, bancario o commerciale) e delle azioni intraprese dai creditori per il recupero delle somme dovute. In alcuni casi, il debitore può subire sanzioni amministrative, azioni esecutive e persino il blocco della propria attività economica.

Debiti Fiscali e Contributivi

Uno dei principali problemi per le Partite IVA è il mancato pagamento delle imposte e dei contributi previdenziali. Se un lavoratore autonomo o un imprenditore non versa regolarmente IVA, IRPEF, IRES, INPS o INAIL, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione può avviare azioni di recupero, tra cui pignoramenti e fermi amministrativi.

  • Cartelle esattoriali: Il mancato pagamento delle tasse porta all’emissione di cartelle esattoriali da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Se il debito non viene saldato nei termini previsti, si procede con azioni esecutive.
  • Fermi amministrativi: Se il contribuente possiede un veicolo intestato, l’Agenzia delle Entrate può disporne il fermo amministrativo, impedendone l’utilizzo fino al saldo del debito.
  • Pignoramenti: Il debitore può subire il pignoramento dello stipendio (se svolge anche un’attività subordinata), del conto corrente e persino dei beni mobili e immobili intestati.
  • Ipoteche sugli immobili: Se il debito supera i 20.000 euro, l’Agenzia delle Entrate può iscrivere un’ipoteca sugli immobili del contribuente, limitandone la disponibilità fino all’estinzione del debito.

Se il debito fiscale non viene pagato per lungo tempo, il contribuente rischia denunce penali in caso di omesso versamento di IVA superiore a 250.000 euro o di ritenute previdenziali oltre una soglia di 150.000 euro.

Debiti Bancari e Commerciali

Se il titolare di Partita IVA ha contratto finanziamenti bancari o debiti verso fornitori e non riesce a onorarli, le conseguenze possono essere altrettanto gravi.

  • Segnalazione in Centrale Rischi: Se il debitore non paga un prestito o una linea di credito, la banca segnala il nominativo alla Centrale Rischi della Banca d’Italia, compromettendo la possibilità di ottenere ulteriori finanziamenti.
  • Pignoramento dei beni aziendali e personali: I creditori possono agire con il pignoramento dei beni aziendali (macchinari, strumenti di lavoro, scorte) e, se la responsabilità è personale, anche dei beni personali (auto, immobili, conti correnti).
  • Risarcimento danni da inadempimento contrattuale: Se un professionista non riesce a saldare fatture a fornitori o collaboratori, può subire richieste di risarcimento danni per inadempienza contrattuale.

Chiusura della Partita IVA e Conseguenze sulla Vita Personale

La chiusura della Partita IVA non estingue automaticamente i debiti pregressi e, per chi ha accumulato debiti fiscali, bancari o commerciali, le conseguenze possono proseguire anche dopo l’interruzione dell’attività.

Se la Partita IVA è individuale, il titolare risponde con il proprio patrimonio personale per i debiti contratti durante l’esercizio dell’attività. Questo significa che, anche dopo la cessazione dell’attività, i creditori possono continuare a richiedere il pagamento e avviare azioni esecutive sui beni personali del debitore.

La chiusura della Partita IVA può anche comportare difficoltà nell’apertura di una nuova attività. Se il debitore è segnalato come cattivo pagatore presso la Centrale Rischi della Banca d’Italia o altre banche dati, potrebbe avere problemi nell’ottenere finanziamenti per avviare un nuovo business. Inoltre, eventuali fermi amministrativi o ipoteche iscritte a seguito di debiti fiscali e contributivi possono limitare ulteriormente la possibilità di riprendere un’attività imprenditoriale.

Per chi si trova in una situazione di sovraindebitamento, la legge offre alcune possibilità di tutela. La procedura di sovraindebitamento prevista dalla Legge n. 3/2012 consente di riorganizzare il debito in base alla capacità di pagamento del debitore, evitando azioni esecutive immediate e permettendo, in alcuni casi, di ottenere l’esdebitazione, ovvero la cancellazione del debito residuo. Questo strumento è particolarmente utile per chi non ha più la possibilità di saldare i propri debiti e vuole ripartire senza l’onere delle obbligazioni pregresse.

Se la chiusura della Partita IVA diventa inevitabile, è consigliabile pianificare attentamente l’uscita dall’attività per limitare le ripercussioni economiche e legali. In alcuni casi, potrebbe essere utile cercare un accordo con i creditori per rateizzare il debito o valutare la possibilità di una liquidazione controllata del patrimonio per evitare pignoramenti.

Rivolgersi a un professionista esperto in diritto fallimentare e tributario può essere determinante per individuare la strategia più efficace e ridurre i rischi connessi alla chiusura dell’attività.

Come Difendersi dai Debiti con la Partita IVA

Affrontare i debiti con la Partita IVA è una sfida complessa che richiede una strategia ben strutturata per evitare ripercussioni gravi sia a livello personale che professionale. Il primo passo per difendersi dai debiti è prendere consapevolezza della propria situazione finanziaria e agire tempestivamente, senza attendere che i creditori avviino azioni esecutive. Una gestione attenta delle finanze e una conoscenza approfondita degli strumenti di tutela legale possono fare la differenza tra un recupero sostenibile e il rischio di trovarsi in una spirale di pignoramenti e segnalazioni nelle banche dati.

Uno degli strumenti più efficaci per gestire i debiti con la Partita IVA è la rateizzazione delle imposte e dei contributi previdenziali. L’Agenzia delle Entrate e l’INPS consentono ai contribuenti di rateizzare il pagamento dei tributi non versati, evitando così che il debito cresca ulteriormente con sanzioni e interessi. Questa soluzione permette di mantenere la continuità operativa dell’attività senza il rischio immediato di pignoramenti su conti correnti o beni aziendali. Tuttavia, per ottenere la rateizzazione è necessario rispettare determinati requisiti e dimostrare di essere in una situazione temporanea di difficoltà economica.

Un altro strumento utile è la negoziazione diretta con i creditori. Le banche e i fornitori sono spesso disposti ad accettare piani di rientro concordati piuttosto che avviare azioni legali che potrebbero prolungarsi per anni senza certezza di recupero del credito. Presentare una proposta chiara e realistica ai creditori, basata su un piano di pagamento sostenibile, può evitare conseguenze più gravi come il pignoramento dei beni o la chiusura forzata dell’attività. Inoltre, alcune banche offrono la possibilità di consolidare i debiti, unificando le esposizioni finanziarie in un’unica rata mensile con condizioni più favorevoli.

Se i debiti diventano insostenibili, una delle soluzioni più efficaci è l’accesso alla procedura di sovraindebitamento prevista dalla Legge n. 3/2012. Questa legge consente ai soggetti non fallibili, come i titolari di Partita IVA, di riorganizzare i propri debiti attraverso un piano del consumatore o un accordo con i creditori. Se il giudice approva il piano, il debitore può ottenere una riduzione dell’importo dovuto e una sospensione delle azioni esecutive, garantendosi un margine di respiro per riprendere il controllo della propria situazione finanziaria. Nei casi più gravi, la legge consente anche l’esdebitazione, ovvero la cancellazione totale dei debiti residui, offrendo la possibilità di un nuovo inizio senza il peso delle passività pregresse.

Evitare il pignoramento è una priorità per chi ha debiti con la Partita IVA. Se il debitore riceve un atto di pignoramento, può opporsi presentando un ricorso presso il giudice dell’esecuzione, contestando eventuali irregolarità nella procedura o dimostrando che il pignoramento compromette la propria sussistenza economica. La legge stabilisce che alcune somme, come il triplo dell’assegno sociale nel caso di conti correnti, non possono essere pignorate. Inoltre, se il debitore dimostra di avere già in corso una procedura di sovraindebitamento, può chiedere la sospensione dell’esecuzione forzata in attesa della definizione del piano di rientro.

La gestione preventiva del debito è altrettanto importante quanto la sua risoluzione. Per evitare di accumulare debiti eccessivi, i titolari di Partita IVA dovrebbero adottare una gestione finanziaria prudente, monitorando costantemente il flusso di cassa e mantenendo un fondo di emergenza per far fronte a eventuali imprevisti. Utilizzare strumenti di fatturazione e gestione contabile avanzati può aiutare a mantenere sotto controllo la situazione economica e prevedere in anticipo eventuali difficoltà. Inoltre, un’attenta pianificazione fiscale può ridurre il rischio di debiti tributari, evitando di incorrere in sanzioni e interessi per ritardi nei pagamenti.

Un altro aspetto cruciale per difendersi dai debiti con la Partita IVA è la valutazione della possibilità di chiudere l’attività in modo controllato. Se il business non è più sostenibile e i debiti continuano ad aumentare, potrebbe essere preferibile cessare l’attività prima che la situazione diventi irreversibile. In questi casi, è possibile valutare la liquidazione volontaria, che consente di chiudere la Partita IVA vendendo i beni aziendali per saldare parte del debito, evitando così il rischio di azioni esecutive più aggressive da parte dei creditori. Una chiusura ben pianificata permette di ridurre al minimo le conseguenze economiche e personali, evitando segnalazioni nelle banche dati e proteggendo il proprio patrimonio personale.

Per chi ha debiti con il fisco, la rottamazione delle cartelle esattoriali può rappresentare un’opportunità per ridurre il debito e ottenere una rateizzazione più vantaggiosa. Periodicamente, il governo introduce misure di definizione agevolata dei debiti fiscali, consentendo ai contribuenti di saldare le somme dovute senza sanzioni e interessi di mora. È importante monitorare le iniziative dell’Agenzia delle Entrate per cogliere queste opportunità e alleggerire il peso del debito fiscale in modo legale.

La difesa dai debiti con la Partita IVA passa anche attraverso il supporto di professionisti qualificati. Un commercialista esperto o un avvocato specializzato in diritto tributario e fallimentare può fornire consulenza sulle migliori strategie per affrontare la crisi finanziaria, suggerendo le soluzioni più adatte in base alla situazione specifica del debitore. Spesso, una consulenza preventiva può evitare di incorrere in errori che aggraverebbero ulteriormente la situazione, permettendo di gestire il debito in modo più efficace e consapevole.

In conclusione, difendersi dai debiti con la Partita IVA richiede un approccio proattivo e una conoscenza approfondita degli strumenti disponibili. La rateizzazione, la negoziazione con i creditori, l’accesso alla procedura di sovraindebitamento e la gestione oculata delle finanze sono strategie fondamentali per evitare il tracollo finanziario. Agire tempestivamente e affidarsi a esperti del settore può fare la differenza tra una soluzione sostenibile e il rischio di perdere il controllo della propria attività e del proprio patrimonio.

Chi non riesce a pagare i debiti con la Partita IVA rischia gravi conseguenze, tra cui pignoramenti, fermi amministrativi e segnalazioni nelle banche dati. Tuttavia, esistono soluzioni legali per gestire la situazione e ridurre il peso dei debiti. Affidarsi a un professionista esperto in diritto tributario e fallimentare può aiutare a trovare la strategia migliore per evitare il tracollo finanziario e ripartire con una nuova attività in modo sostenibile.

Come Può Difendersi Se Sei Un Lavoratore Autonomo Con Debiti?

Affrontare i debiti come lavoratore autonomo richiede una strategia chiara e tempestiva per evitare conseguenze gravi sul piano finanziario e legale. La prima azione da compiere è analizzare la propria situazione debitoria, individuando le priorità e distinguendo tra debiti fiscali, contributivi, bancari e commerciali. Una gestione consapevole permette di stabilire un piano d’azione efficace per contenere i danni e trovare soluzioni sostenibili.

La rateizzazione dei debiti è uno degli strumenti principali per chi ha difficoltà a saldare le somme dovute. L’Agenzia delle Entrate e l’INPS consentono la rateizzazione dei tributi e dei contributi previdenziali, evitando l’accumulo di interessi e sanzioni che potrebbero aggravare ulteriormente la situazione economica. Questa soluzione permette di diluire il pagamento nel tempo e mantenere l’attività aperta senza rischi immediati di azioni esecutive.

Negoziare direttamente con i creditori può rappresentare un’ottima strategia per evitare il peggioramento della crisi finanziaria. Banche e fornitori sono spesso disposti ad accettare piani di rientro, piuttosto che avviare procedure legali lunghe e costose. Concordare nuove condizioni di pagamento, magari con tassi di interesse più favorevoli, consente di ridurre il peso del debito e garantire la continuità lavorativa.

Se la situazione diventa insostenibile, la procedura di sovraindebitamento prevista dalla Legge n. 3/2012 offre una via d’uscita per i lavoratori autonomi. Questa misura consente di riorganizzare i debiti attraverso un piano di rientro approvato dal giudice, sospendendo le azioni esecutive e permettendo di riprendere il controllo della propria economia. Nei casi più critici, si può richiedere l’esdebitazione, cioè la cancellazione del debito residuo, per ripartire senza il peso delle obbligazioni pregresse.

Evitare il pignoramento dei beni è essenziale per chi ha debiti elevati. Se si riceve un atto di pignoramento, è possibile opporsi legalmente dimostrando irregolarità nella procedura o provando che il pignoramento compromette la sussistenza del debitore. Il codice civile stabilisce che alcune somme, come il triplo dell’assegno sociale, non possono essere pignorate. Inoltre, se è in corso una procedura di sovraindebitamento, il debitore può chiedere la sospensione dell’esecuzione.

Una corretta gestione finanziaria può prevenire il rischio di indebitamento eccessivo. Monitorare i flussi di cassa, evitare spese superflue e creare un fondo di emergenza per fronteggiare periodi di difficoltà economica sono strategie fondamentali per garantire la sostenibilità dell’attività. Utilizzare software di contabilità per tenere sotto controllo le entrate e le uscite aiuta a evitare sorprese e a pianificare meglio i pagamenti.

In alcuni casi, chiudere l’attività può essere una scelta obbligata, ma è importante farlo in modo controllato per limitare le ripercussioni economiche e personali. Se i debiti continuano a crescere e l’attività non è più sostenibile, valutare la liquidazione volontaria può essere una soluzione per vendere i beni aziendali e saldare parte del debito, evitando azioni più aggressive da parte dei creditori.

Se il debito riguarda imposte arretrate, aderire alla rottamazione delle cartelle esattoriali può rappresentare un’opportunità per ridurre il debito e ottenere una rateizzazione agevolata. L’Agenzia delle Entrate offre periodicamente la possibilità di definizione agevolata dei debiti fiscali, consentendo ai contribuenti di saldare il dovuto senza sanzioni e interessi di mora.

Affidarsi a un professionista esperto è fondamentale per scegliere la strategia migliore e proteggere il proprio patrimonio. Un commercialista o un avvocato specializzato in diritto tributario e fallimentare può fornire una consulenza mirata, suggerendo le soluzioni più adatte in base alla situazione specifica del lavoratore autonomo. In molti casi, una consulenza tempestiva può evitare errori che potrebbero aggravare ulteriormente la situazione.

Difendersi dai debiti come lavoratore autonomo richiede un approccio proattivo e una conoscenza approfondita delle opzioni disponibili. La rateizzazione, la negoziazione con i creditori, la procedura di sovraindebitamento e la gestione prudente delle finanze sono strumenti fondamentali per evitare il tracollo finanziario. Agire con tempestività e affidarsi a professionisti qualificati può fare la differenza tra una soluzione sostenibile e il rischio di perdere il controllo della propria attività e del proprio patrimonio.

Quali Sono Le Procedure Di Sovraindebitamento Per Le Partite IVA?

Affrontare una situazione di sovraindebitamento per le Partite IVA può essere complesso, ma la legge offre strumenti specifici per riorganizzare i debiti e ripartire. Il principale riferimento normativo è la Legge n. 3/2012, modificata dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, che prevede diverse procedure per le Partite IVA in difficoltà economica.

Una delle opzioni più utilizzate è il piano del consumatore, disponibile per chi esercita l’attività professionale senza una struttura aziendale complessa. Questo strumento consente di proporre un piano di rientro ai creditori, basato sulle reali capacità di pagamento del debitore, senza necessità di ottenere il consenso della maggioranza dei creditori. Se il giudice omologa il piano, le azioni esecutive vengono sospese e il debitore può estinguere il debito con rate sostenibili.

Un’altra procedura è l’accordo di composizione della crisi, destinato alle Partite IVA che hanno debiti con più creditori. A differenza del piano del consumatore, questo accordo richiede l’approvazione di almeno il 60% dei creditori. Se omologato dal giudice, blocca le azioni esecutive e consente di ristrutturare il debito, evitando il rischio di pignoramenti e fallimento.

Per le situazioni di crisi più gravi, la liquidazione controllata è una soluzione estrema che permette di liquidare il patrimonio del debitore per soddisfare i creditori. Questa procedura, che ha sostituito il vecchio fallimento per le Partite IVA non fallibili, garantisce una gestione ordinata della crisi e può concludersi con l’esdebitazione, ovvero la cancellazione del debito residuo.

L’esdebitazione rappresenta un’opportunità per chi, una volta liquidato il proprio patrimonio, non ha più la possibilità di ripagare i creditori. Il giudice può concedere l’esdebitazione, liberando il debitore dalle obbligazioni residue e permettendogli di ripartire senza l’onere dei vecchi debiti. Questa misura è particolarmente utile per i piccoli imprenditori che vogliono ricostruire la propria attività senza essere oppressi dai debiti pregressi.

Per accedere alle procedure di sovraindebitamento, il debitore deve presentare la domanda al Tribunale competente, allegando la documentazione necessaria, tra cui l’elenco dei creditori, l’attestazione della situazione patrimoniale e un piano di rientro sostenibile. Il supporto di un organismo di composizione della crisi (OCC) è fondamentale per gestire la procedura e facilitare il dialogo con i creditori.

Scegliere la procedura più adatta dipende dalla specifica situazione del debitore. Se l’obiettivo è rinegoziare i debiti senza liquidare il patrimonio, il piano del consumatore o l’accordo di composizione della crisi sono le soluzioni più indicate. Se invece la crisi è irreversibile, la liquidazione controllata con possibile esdebitazione rappresenta l’unica via d’uscita.

In conclusione, le Partite IVA in difficoltà hanno a disposizione diverse procedure per superare il sovraindebitamento e riorganizzare i propri debiti in modo sostenibile. Affidarsi a un professionista esperto è fondamentale per individuare la strategia più efficace e avviare il percorso più adatto per la propria situazione economica.

Una Partita IVA Può Accedere All’Esdebitazione Del Debitore incapiente?

Affrontare una situazione di grave indebitamento è una realtà per molti titolari di Partita IVA, soprattutto quando i debiti accumulati superano la capacità di rimborso. Una delle soluzioni previste dalla legge per chi non è in grado di ripagare i propri debiti è l’esdebitazione del debitore incapiente, introdotta dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza. Questa misura consente a coloro che si trovano in una condizione di difficoltà economica irreversibile di ottenere la cancellazione dei debiti residui, permettendo loro di ripartire senza essere oppressi da obbligazioni finanziarie insostenibili.

L’esdebitazione del debitore incapiente è riservata a chi non ha alcun patrimonio liquidabile con cui soddisfare i creditori e non ha la possibilità di generare un reddito sufficiente a estinguere il proprio debito. Questa condizione deve essere dimostrata attraverso un’analisi della situazione economica del richiedente, evidenziando l’assenza di beni pignorabili e la mancanza di prospettive realistiche di miglioramento finanziario.

Per le Partite IVA, accedere a questa procedura è possibile, ma richiede alcuni passaggi fondamentali. Il primo passo è la presentazione di un’istanza presso il Tribunale competente, allegando tutta la documentazione necessaria per dimostrare lo stato di incapacità economica. Tra i documenti richiesti figurano l’elenco dettagliato dei debiti, la dichiarazione dei redditi degli ultimi anni e una relazione dettagliata sulla situazione patrimoniale. Un organismo di composizione della crisi (OCC) può supportare il debitore nella preparazione della richiesta e nell’interlocuzione con il Tribunale.

Se il giudice accoglie la domanda, viene disposta la cancellazione totale dei debiti residui, a condizione che il debitore abbia collaborato in buona fede e non abbia nascosto beni o risorse economiche per sottrarsi alle proprie obbligazioni. Questo significa che l’esdebitazione non può essere concessa a chi ha commesso atti di frode nei confronti dei creditori o ha occultato redditi e beni nella fase precedente alla richiesta.

Una volta ottenuta l’esdebitazione, il titolare di Partita IVA è libero di ripartire senza dover sostenere il peso dei debiti passati. Questo strumento offre una vera opportunità di riscatto per chi, a causa di difficoltà economiche, non è più in grado di proseguire la propria attività o di saldare i debiti accumulati.

In conclusione, l’esdebitazione del debitore incapiente rappresenta un’opportunità per le Partite IVA che si trovano in una condizione di insolvenza senza possibilità di ripresa economica. Tuttavia, per accedere a questa misura è necessario dimostrare l’assenza di patrimonio disponibile e la buona fede nella gestione delle proprie finanze. Affidarsi a un professionista esperto in diritto fallimentare e crisi d’impresa è essenziale per comprendere i requisiti e seguire correttamente la procedura di richiesta.

Come Ti Può Aiutare Studio Monardo Per Cancellare I Debiti Di Una Partita IVA

L’Avvocato Giuseppe Monardo è un esperto nella gestione dei debiti bancari e nella risoluzione di problematiche finanziarie complesse di partite iva. Coordina un team di avvocati e commercialisti altamente qualificati, specializzati in diritto bancario e tributario a livello nazionale. Questa rete di professionisti consente di offrire un supporto completo e personalizzato per ogni esigenza specifica del cliente.

È gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), figura di riferimento nel settore grazie alla sua esperienza consolidata nella gestione di situazioni di difficoltà economica. È iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e riveste il ruolo di fiduciario di un Organismo di Composizione della Crisi (OCC), garantendo così un approccio metodico e rigoroso nella risoluzione delle controversie legate ai debiti.

Grazie alla sua esperienza, offre supporto per:

  • Analizzare in modo approfondito la situazione debitoria, individuando i termini di prescrizione applicabili e le eventuali criticità
  • Assistere nelle procedure di esdebitazione, accompagnando il cliente in ogni fase del percorso per ottenere la cancellazione dei debiti residui
  • Difendere con efficacia i diritti dei debitori in sede legale, predisponendo strategie difensive su misura e gestendo con competenza ogni tipo di contenzioso bancario e tributario

La capacità di valutare ogni caso con attenzione e la profonda conoscenza della normativa vigente permettono all’Avvocato Monardo di fornire soluzioni rapide ed efficaci per la tutela dei debitori.

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