Il pignoramento della pensione accreditata su conto corrente è una procedura legale attraverso la quale un creditore può soddisfare un credito insoluto aggredendo le somme depositate dal debitore. In Italia, questa pratica è regolamentata da specifiche disposizioni legislative che stabiliscono limiti e modalità per garantire un equilibrio tra il diritto del creditore a recuperare il proprio credito e la tutela del debitore, in particolare quando si tratta di pensionati.
Ma andiamo nei dettagli con Studio Monardo, gli avvocati specializzati in cancellazione di pignoramenti della pensione.
Cos’è il pignoramento della pensione e perché avviene?
Il pignoramento della pensione è una procedura legale attraverso la quale un creditore, munito di un titolo esecutivo, può soddisfare un credito insoluto prelevando una parte della pensione del debitore. Questa misura rientra nell’ambito del pignoramento presso terzi, dove il terzo è l’ente previdenziale che eroga la pensione, come l’INPS.
Il pignoramento della pensione avviene quando il debitore non adempie ai propri obblighi di pagamento nei confronti del creditore. In tali casi, il creditore può rivolgersi al tribunale per ottenere l’autorizzazione a prelevare una quota della pensione del debitore, al fine di recuperare le somme dovute. Questa procedura è disciplinata dall’articolo 545 del Codice di Procedura Civile, che stabilisce i limiti e le modalità del pignoramento.
È importante sottolineare che la legge prevede specifici limiti al pignoramento della pensione per garantire al debitore un minimo vitale necessario al proprio sostentamento. In particolare, la parte impignorabile della pensione è pari al doppio dell’importo dell’assegno sociale, con un minimo di 1.000 euro. Pertanto, solo la parte eccedente tale importo può essere pignorata, e comunque nei limiti di un quinto dell’eccedenza.
Riepilogo delle informazioni principali:
- Definizione: Il pignoramento della pensione è una procedura legale che consente al creditore di recuperare un credito insoluto prelevando una parte della pensione del debitore.
- Motivazione: Avviene quando il debitore non adempie ai propri obblighi di pagamento nei confronti del creditore.
- Base legale: È disciplinato dall’articolo 545 del Codice di Procedura Civile.
- Limiti: La parte impignorabile della pensione è pari al doppio dell’importo dell’assegno sociale, con un minimo di 1.000 euro. Solo la parte eccedente tale importo può essere pignorata, e comunque nei limiti di un quinto dell’eccedenza.

Quali sono i limiti al pignoramento della pensione con esempi
Il pignoramento della pensione è una procedura legale che consente ai creditori di recuperare somme dovute prelevando una parte della pensione del debitore. Tuttavia, la legge italiana stabilisce specifici limiti per garantire al pensionato un minimo vitale necessario al proprio sostentamento.
Limiti al pignoramento della pensione:
- Minimo vitale impignorabile: La parte della pensione non soggetta a pignoramento è pari al doppio dell’importo dell’assegno sociale. Per il 2024, l’assegno sociale è fissato a 534,41 euro mensili; quindi, il minimo vitale impignorabile è 1.068,82 euro. Pertanto, solo la parte eccedente tale importo può essere pignorata.
- Quota pignorabile: La parte eccedente il minimo vitale può essere pignorata nella misura massima di un quinto (20%).
Esempi pratici:
- Esempio 1: Un pensionato percepisce una pensione mensile di 1.500 euro. La parte eccedente il minimo vitale è 431,18 euro (1.500 – 1.068,82). Il pignoramento potrà riguardare al massimo un quinto di questa eccedenza, ovvero 86,24 euro al mese.
- Esempio 2: Se la pensione è di 1.000 euro mensili, non è possibile effettuare alcun pignoramento, poiché l’importo è inferiore al minimo vitale di 1.068,82 euro.
- Esempio 3: Per una pensione di 2.000 euro mensili, l’eccedenza rispetto al minimo vitale è 931,18 euro (2.000 – 1.068,82). Il pignoramento massimo sarà un quinto di questa somma, cioè 186,24 euro al mese.
Considerazioni aggiuntive:
- Pignoramento su conto corrente: Se la pensione è accreditata su un conto corrente, le somme già presenti sul conto possono essere pignorate solo per la parte eccedente il triplo dell’assegno sociale, ovvero 1.603,23 euro per il 2024. Le somme accreditate successivamente sono pignorabili nei limiti sopra indicati.
- Debiti fiscali: In caso di debiti verso l’Agenzia delle Entrate, i limiti di pignoramento possono variare:
- Pensione fino a 2.500 euro: pignorabile fino a un decimo.
- Pensione tra 2.501 e 5.000 euro: pignorabile fino a un settimo.
- Pensione oltre 5.000 euro: pignorabile fino a un quinto.
È fondamentale che i pensionati siano consapevoli di questi limiti per tutelare i propri diritti e garantire un adeguato sostentamento.
Come avviene il pignoramento della pensione sul conto corrente?
Il pignoramento della pensione accreditata su conto corrente è una procedura legale che consente ai creditori di recuperare somme dovute prelevando una parte della pensione del debitore direttamente dal suo conto bancario o postale. Questa misura è regolamentata dalla legge italiana, che stabilisce specifici limiti e modalità per garantire un equilibrio tra il diritto del creditore e la tutela del debitore.
Procedura di pignoramento della pensione sul conto corrente:
- Notifica dell’atto di pignoramento: Il creditore, munito di un titolo esecutivo (come una sentenza di condanna o un decreto ingiuntivo), notifica l’atto di pignoramento sia al debitore sia all’istituto bancario o postale presso cui è acceso il conto corrente.
- Blocco delle somme: A seguito della notifica, la banca o l’ufficio postale è tenuto a bloccare le somme presenti sul conto corrente del debitore, nei limiti previsti dalla legge.
- Dichiarazione del terzo pignorato: L’istituto bancario o postale, in qualità di terzo pignorato, deve rendere una dichiarazione al creditore e al giudice dell’esecuzione, indicando l’ammontare delle somme disponibili sul conto del debitore al momento del pignoramento.
- Udienza di assegnazione: Il giudice dell’esecuzione fissa un’udienza in cui, valutate le dichiarazioni e le eventuali opposizioni, dispone l’assegnazione delle somme pignorate al creditore, nei limiti consentiti dalla legge.
Limiti al pignoramento della pensione su conto corrente:
- Somme accreditate prima del pignoramento: Le somme già presenti sul conto corrente al momento del pignoramento possono essere pignorate solo per la parte eccedente il triplo dell’assegno sociale. Per il 2024, l’assegno sociale è pari a 534,41 euro mensili; quindi, il triplo è 1.603,23 euro. Pertanto, se sul conto sono presenti 2.000 euro, la parte pignorabile sarà 396,77 euro (2.000 – 1.603,23).
- Somme accreditate dopo il pignoramento: Le somme accreditate successivamente, come le future mensilità della pensione, possono essere pignorate nei limiti di un quinto della parte eccedente il doppio dell’assegno sociale, ovvero 1.068,82 euro per il 2024. Ad esempio, se la pensione mensile è di 1.500 euro, l’eccedenza rispetto al minimo vitale è 431,18 euro (1.500 – 1.068,82), e il pignoramento potrà riguardare al massimo un quinto di questa eccedenza, cioè 86,24 euro.
Considerazioni aggiuntive:
- Conti cointestati: Se il conto corrente è cointestato, il pignoramento può riguardare solo la quota di spettanza del debitore. In assenza di prova contraria, si presume che le somme sul conto siano di proprietà comune in parti uguali tra i cointestatari. Pertanto, il creditore potrà pignorare fino al 50% del saldo del conto.
- Debiti fiscali: In caso di debiti verso l’Agenzia delle Entrate, i limiti di pignoramento possono variare:
- Pensione fino a 2.500 euro: pignorabile fino a un decimo.
- Pensione tra 2.501 e 5.000 euro: pignorabile fino a un settimo.
- Pensione oltre 5.000 euro: pignorabile fino a un quinto.
È fondamentale che i pensionati siano consapevoli di questi limiti e delle procedure per tutelare i propri diritti e garantire un adeguato sostentamento.
Chi Può Pignorare La Pensione Sul Conto Corrente?
Il pignoramento della pensione accreditata su conto corrente può essere richiesto da diversi soggetti creditori, sia pubblici che privati, che vantano un credito nei confronti del pensionato. Tra i principali creditori autorizzati a procedere con il pignoramento della pensione si annoverano:
- Agenzia delle Entrate-Riscossione: L’ente preposto alla riscossione dei tributi e delle imposte non versate può avviare il pignoramento della pensione per recuperare somme dovute a titolo di tasse, contributi o altre obbligazioni fiscali non adempiute.
- Istituti bancari e finanziari: In caso di mancato pagamento di rate relative a mutui, prestiti o finanziamenti, le banche o le società finanziarie possono intraprendere azioni legali per il pignoramento della pensione del debitore.
- Privati cittadini o aziende: Creditori privati, come fornitori, locatori o altri soggetti che vantano crediti derivanti da rapporti contrattuali o obbligazioni civili, possono richiedere il pignoramento della pensione per soddisfare i propri crediti.
È importante sottolineare che, indipendentemente dalla natura del creditore, la legge italiana prevede specifici limiti al pignoramento della pensione per garantire al debitore un minimo vitale necessario al proprio sostentamento. In particolare, la parte impignorabile della pensione è pari al doppio dell’importo dell’assegno sociale, con un minimo di 1.000 euro. Pertanto, solo la parte eccedente tale importo può essere pignorata, e comunque nei limiti di un quinto dell’eccedenza.
Come Ci Si Difende Dal Pignoramento Della Pensione Sul Conto Corrente?
Per difendersi efficacemente dal pignoramento della pensione accreditata sul conto corrente, è fondamentale adottare una serie di misure preventive e reattive, nel rispetto delle normative vigenti. Ecco alcuni passaggi chiave:
- Monitorare le proprie obbligazioni finanziarie:
- Mantenere una gestione attenta dei debiti e delle scadenze di pagamento.
- Evitare l’accumulo di arretrati che potrebbero innescare azioni legali da parte dei creditori.
- Comunicare con i creditori:
- In caso di difficoltà economiche, contattare tempestivamente i creditori per negoziare piani di rientro o rateizzazioni.
- Dimostrare buona fede può prevenire l’avvio di procedure esecutive.
- Verificare la legittimità del pignoramento:
- Assicurarsi che il creditore disponga di un titolo esecutivo valido, come una sentenza o un decreto ingiuntivo non opposto.
- Controllare che siano stati rispettati i termini di notifica e le procedure previste dalla legge.
- Presentare opposizione al pignoramento:
- Se si ritiene che il pignoramento sia illegittimo o che siano stati violati i limiti di legge, è possibile presentare opposizione presso il tribunale competente entro i termini stabiliti.
- È consigliabile avvalersi dell’assistenza di un avvocato specializzato in diritto civile.
- Conoscere i limiti legali del pignoramento:
- La legge italiana prevede che la parte impignorabile della pensione sia pari al doppio dell’assegno sociale, con un minimo di 1.000 euro.
- Solo la parte eccedente tale importo può essere pignorata, e comunque nei limiti di un quinto dell’eccedenza.
- Gestire il conto corrente in modo strategico:
- Considerare l’apertura di un conto dedicato esclusivamente all’accredito della pensione, evitando la commistione con altre entrate o risparmi.
- Prelevare tempestivamente le somme necessarie al sostentamento, lasciando sul conto solo l’importo strettamente necessario.
- Richiedere l’intervento del giudice dell’esecuzione:
- Se il pignoramento compromette gravemente il proprio sostentamento, è possibile chiedere al giudice una riduzione della quota pignorata o la sospensione dell’esecuzione.
Adottando queste misure, è possibile tutelarsi efficacemente dal pignoramento della pensione sul conto corrente, garantendo il rispetto dei propri diritti e la salvaguardia del proprio sostentamento.
Cosa succede in caso di pignoramento di un conto corrente cointestato?
Il pignoramento di un conto corrente cointestato si verifica quando un creditore, per soddisfare un credito insoluto, agisce su un conto bancario intestato a più persone, di cui almeno una è debitrice. Questa situazione solleva questioni riguardanti la quota pignorabile e i diritti dei cointestatari non debitori.
Procedura di pignoramento:
- Notifica dell’atto di pignoramento: Il creditore notifica l’atto di pignoramento sia al debitore sia all’istituto bancario presso cui è acceso il conto cointestato.
- Blocco del conto: A seguito della notifica, la banca è tenuta a bloccare l’intero saldo del conto cointestato, poiché non può determinare autonomamente le quote di spettanza di ciascun cointestatario. Questo blocco totale è una misura cautelativa per tutelare le ragioni del creditore.
- Dichiarazione del terzo pignorato: La banca, in qualità di terzo pignorato, deve comunicare al creditore e al giudice dell’esecuzione l’ammontare delle somme presenti sul conto al momento del pignoramento.
- Udienza di assegnazione: Il giudice dell’esecuzione fissa un’udienza in cui, valutate le dichiarazioni e le eventuali opposizioni, dispone l’assegnazione delle somme pignorate al creditore, nei limiti consentiti dalla legge.
Quote pignorabili:
In assenza di specifiche indicazioni contrarie, la legge presume che le somme presenti su un conto cointestato siano di proprietà comune in parti uguali tra i cointestatari. Pertanto, se il conto è intestato a due persone, si presume che ciascuno detenga il 50% del saldo. Il creditore può quindi pignorare solo la quota di spettanza del debitore, ovvero il 50% del saldo, salvo prova contraria che dimostri una diversa ripartizione delle somme.
Diritti del cointestatario non debitore:
Il cointestatario non debitore ha il diritto di opporsi al pignoramento per la parte di sua spettanza. Per farlo, può presentare un’opposizione al giudice dell’esecuzione, dimostrando che le somme presenti sul conto sono di sua esclusiva proprietà o che la sua quota è superiore a quella presunta. In tal caso, il giudice può disporre lo sblocco totale o parziale delle somme spettanti al cointestatario non debitore.
Considerazioni aggiuntive:
- Conti con firme disgiunte: Anche se il conto cointestato prevede la possibilità per ciascun cointestatario di operare autonomamente (firme disgiunte), ciò non influisce sulla presunzione legale di ripartizione delle quote.
- Prova contraria: Per superare la presunzione di ripartizione paritaria, è necessario fornire prove documentali che attestino una diversa titolarità delle somme, come ad esempio l’origine dei versamenti effettuati sul conto.
In sintesi, il pignoramento di un conto corrente cointestato comporta il blocco totale delle somme presenti, con possibilità per il creditore di agire solo sulla quota di spettanza del debitore. Il cointestatario non debitore ha il diritto di opporsi e di dimostrare la propria titolarità sulle somme, al fine di ottenere lo sblocco delle stesse.
Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Cancellazione Pignoramenti Sulla Pensione
Il pignoramento della pensione rappresenta una procedura legale complessa e delicata, che può incidere profondamente sulla stabilità economica e sul benessere di un pensionato. Comprendere le dinamiche di tale processo è fondamentale per tutelare i propri diritti e garantire un adeguato sostentamento.
In Italia, la legge prevede specifici limiti al pignoramento della pensione, con l’obiettivo di salvaguardare il minimo vitale necessario al sostentamento del debitore. Secondo l’articolo 545 del Codice di Procedura Civile, la parte impignorabile della pensione è pari al doppio dell’importo dell’assegno sociale, con un minimo di 1.000 euro. Solo la parte eccedente tale importo può essere pignorata, e comunque nei limiti di un quinto dell’eccedenza.
Tuttavia, la complessità delle normative e le variabili legate a ciascun caso rendono difficile per un individuo affrontare autonomamente una situazione di pignoramento. In questo contesto, avvalersi di un avvocato esperto in cancellazione di pignoramenti sulla pensione diventa cruciale.
Un professionista specializzato possiede le competenze necessarie per analizzare la specifica situazione del debitore, valutare la legittimità del pignoramento e individuare eventuali irregolarità procedurali. Inoltre, è in grado di fornire consulenza su possibili strategie difensive, come l’opposizione al pignoramento o la richiesta di riduzione della quota pignorata, qualora questa comprometta gravemente il sostentamento del pensionato.
La presenza di un avvocato esperto offre anche un supporto psicologico significativo, aiutando il debitore a navigare attraverso le complesse procedure legali e a comprendere i propri diritti e doveri. Questo supporto è essenziale per affrontare con serenità una situazione che può generare ansia e stress.
Inoltre, un avvocato specializzato può assistere nella negoziazione con i creditori, cercando soluzioni alternative al pignoramento, come piani di rientro del debito o accordi transattivi. Queste soluzioni possono risultare meno gravose per il debitore e più vantaggiose per entrambe le parti coinvolte.
È importante sottolineare che, in assenza di una adeguata difesa legale, il debitore rischia di subire pignoramenti superiori ai limiti previsti dalla legge o di non vedere riconosciuti i propri diritti. Pertanto, affidarsi a un avvocato esperto in cancellazione di pignoramenti sulla pensione non è solo consigliabile, ma spesso indispensabile per garantire una tutela efficace e completa.
In conclusione, il pignoramento della pensione è una procedura che richiede una profonda conoscenza delle normative vigenti e delle procedure legali. Affrontare tale situazione senza il supporto di un professionista qualificato può esporre il debitore a rischi significativi. Per questo motivo, avere al proprio fianco un avvocato esperto in cancellazione di pignoramenti sulla pensione rappresenta la scelta più sicura e responsabile per tutelare i propri diritti e il proprio benessere economico.
In tal senso, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).
Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).
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