Parcella Avvocato Per Decreto Ingiuntivo: Quanto Costa

Il decreto ingiuntivo è uno strumento giuridico che consente al creditore di ottenere rapidamente un ordine di pagamento nei confronti del debitore, senza la necessità di un processo ordinario. Tuttavia, questa procedura comporta costi legali che il creditore deve sostenere, tra cui la parcella dell’avvocato. Comprendere le spese associate è fondamentale per valutare la convenienza di intraprendere tale azione legale.

Un decreto ingiuntivo è un provvedimento emesso dal giudice su richiesta del creditore, che ordina al debitore di pagare una somma di denaro entro un determinato termine. Questo strumento è disciplinato dagli articoli 633 e seguenti del Codice di Procedura Civile.

Sebbene la legge consenta al creditore di presentare personalmente il ricorso per decreto ingiuntivo per crediti inferiori a 1.100 euro, è altamente consigliabile avvalersi di un avvocato. La competenza legale garantisce una corretta redazione del ricorso e una gestione efficace della procedura.

Ma andiamo nei dettagli con Studio Monardo gli avvocati specializzati in cancellazione debiti e opposizioni a decreti ingiuntivi.

I costi legali per un decreto ingiuntivo comprendono:

  • Contributo unificato: È una tassa giudiziaria il cui importo varia in base al valore del credito. Ad esempio, per crediti fino a 1.100 euro, il contributo è di 43 euro; per crediti da 1.100,01 a 5.200 euro, è di 98 euro; per crediti da 5.200,01 a 26.000 euro, è di 237 euro.
  • Marca da bollo: Per importi superiori a 5.200 euro, è richiesta una marca da bollo da 27 euro.
  • Spese di notifica: Le spese per la notifica del decreto ingiuntivo al debitore variano in base alla modalità scelta (ufficiale giudiziario o posta) e alla distanza. Generalmente, si aggirano intorno ai 15-30 euro.
  • Parcella dell’avvocato: La parcella varia in base al valore del credito e alla complessità del caso. Secondo i parametri forensi stabiliti dal D.M. 55/2014, aggiornato dal D.M. 147/2022, per un credito fino a 5.200 euro, il compenso medio è di circa 450 euro; per crediti da 5.200,01 a 26.000 euro, è di circa 540 euro; per crediti da 26.000,01 a 52.000 euro, è di circa 1.305 euro.


La parcella può essere concordata tra avvocato e cliente, tenendo conto dei parametri forensi e della complessità del caso. È consigliabile richiedere un preventivo scritto prima di conferire l’incarico.

Se il debitore presenta opposizione entro 40 giorni dalla notifica, si instaura un giudizio ordinario. In questo caso, i costi legali aumentano, poiché sarà necessario affrontare un processo con udienze e possibili prove.

Se il giudice accoglie il ricorso per decreto ingiuntivo e il debitore non si oppone o perde l’opposizione, le spese legali sostenute dal creditore possono essere poste a carico del debitore. Tuttavia, il recupero effettivo dipende dalla solvibilità del debitore.

In alcuni casi, è possibile accedere al patrocinio a spese dello Stato, che copre le spese legali per chi ha un reddito inferiore a determinati limiti. È necessario presentare apposita domanda e rispettare i requisiti previsti dalla legge.

I tempi variano in base al carico di lavoro del tribunale competente. Generalmente, si ottiene entro 30-60 giorni dalla presentazione del ricorso. Se il debitore non si oppone, il decreto diventa esecutivo dopo 40 giorni dalla notifica.

Per crediti inferiori a 1.100 euro, la legge consente al creditore di presentare personalmente il ricorso. Tuttavia, la consulenza legale è consigliata per evitare errori procedurali.

È necessario fornire all’avvocato:

  • Prova scritta del credito: Contratti, fatture, cambiali o altri documenti che attestino l’esistenza del credito.
  • Dati del debitore: Nome, cognome, indirizzo e codice fiscale.
  • Eventuali comunicazioni: Corrispondenza intercorsa con il debitore relativa al credito.

Se il debitore non paga entro il termine stabilito e non si oppone, il creditore può procedere con l’esecuzione forzata, ad esempio tramite pignoramento dei beni o del conto corrente del debitore.

Se il debitore è insolvente o privo di beni aggredibili, il creditore potrebbe non recuperare le somme dovute, nonostante il decreto ingiuntivo. È importante valutare la solvibilità del debitore prima di intraprendere azioni legali.

In conclusione, il decreto ingiuntivo rappresenta uno strumento efficace per il recupero dei crediti, ma comporta costi legali che devono essere attentamente valutati. Affidarsi a un avvocato esperto è fondamentale per garantire una gestione corretta della procedura e aumentare le possibilità di successo.

Ma andiamo ora ad approfondire.

Cos’è un decreto ingiuntivo?

Un decreto ingiuntivo è un provvedimento emesso dal giudice su richiesta del creditore, che ordina al debitore di pagare una somma di denaro entro un determinato termine. Questo strumento è disciplinato dagli articoli 633 e seguenti del Codice di Procedura Civile.

Quando è necessario rivolgersi a un avvocato per un decreto ingiuntivo?

Il decreto ingiuntivo è uno strumento legale che consente a un creditore di ottenere rapidamente un ordine di pagamento contro un debitore senza dover affrontare un lungo processo. Sebbene la legge italiana permetta di presentare il ricorso per decreto ingiuntivo anche senza avvocato per crediti di piccola entità (inferiori a 1.100 euro), l’assistenza di un avvocato specializzato è altamente consigliata in molte circostanze per evitare errori procedurali e assicurare che ogni dettaglio sia conforme alla normativa vigente.

Affidarsi a un avvocato è essenziale perché la redazione del ricorso richiede un’elevata precisione. Un legale può analizzare attentamente tutta la documentazione necessaria per garantire la completezza e la legittimità del credito. Errori o mancanze, come la non corretta identificazione del debitore o l’omissione di elementi chiave nel contratto, possono compromettere l’esito della richiesta. L’avvocato garantisce anche che vengano rispettati i requisiti specifici richiesti dagli articoli 633 e seguenti del Codice di Procedura Civile, che regolano il decreto ingiuntivo. Inoltre, l’avvocato gestisce anche la notifica del decreto al debitore, una fase critica, poiché errori in questo passaggio potrebbero rendere nullo l’intero processo.

La procedura include anche dei costi, e l’avvocato è in grado di fornire una stima accurata delle spese che il creditore dovrà sostenere, come il contributo unificato e le eventuali marche da bollo. Questi costi variano in base all’importo del credito e devono essere calcolati correttamente per evitare ritardi. Ad esempio, il contributo unificato è di circa 43 euro per crediti fino a 1.100 euro, 98 euro per crediti fino a 5.200 euro, e cresce proporzionalmente per importi superiori. L’avvocato aiuta anche a valutare la convenienza economica del decreto ingiuntivo rispetto all’entità del credito, soprattutto quando le probabilità di recupero dal debitore possono essere incerte.

Inoltre, un aspetto cruciale è che l’avvocato può occuparsi dell’opposizione. Se il debitore presenta opposizione al decreto entro 40 giorni dalla notifica, il decreto ingiuntivo si trasforma in un giudizio ordinario, con ulteriori udienze e possibilità di difesa per entrambe le parti. L’avvocato del creditore, in tal caso, rappresenta un supporto essenziale per rafforzare la posizione del cliente e fornire tutte le prove richieste in tribunale. La competenza legale in questo caso diventa determinante, perché la fase di opposizione può prolungare i tempi e aumentare i costi legali, con la possibilità di raggiungere accordi stragiudiziali che evitino ulteriori spese.

La necessità di un avvocato si fa particolarmente rilevante anche in caso di crediti più consistenti o di situazioni in cui il debitore è noto per non essere collaborativo o per trovarsi in difficoltà finanziarie. L’assistenza di un legale permette al creditore di esplorare eventuali altre vie di recupero del credito, come il pignoramento dei beni o del conto corrente del debitore in caso di mancato pagamento. In molte situazioni, l’avvocato può anche suggerire accordi transattivi che, sebbene possano portare a un recupero parziale del credito, evitano il rischio di insolvenza e riducono i tempi e i costi complessivi.

In sintesi, rivolgersi a un avvocato per un decreto ingiuntivo non è solo utile, ma in molti casi fondamentale, poiché la procedura richiede una conoscenza approfondita della normativa e delle pratiche legali. Sebbene i costi legali possano rappresentare un onere iniziale per il creditore, questi sono compensati dall’efficienza, dalla precisione e dall’aumento delle probabilità di successo. La competenza di un avvocato è, dunque, una risorsa che non solo ottimizza la gestione del processo, ma tutela anche i diritti del creditore in modo completo.

Quali sono i costi legali associati a un decreto ingiuntivo?

I costi legali per un decreto ingiuntivo comprendono:

  • Contributo unificato: È una tassa giudiziaria il cui importo varia in base al valore del credito. Ad esempio, per crediti fino a 1.100 euro, il contributo è di 43 euro; per crediti da 1.100,01 a 5.200 euro, è di 98 euro; per crediti da 5.200,01 a 26.000 euro, è di 237 euro.
  • Marca da bollo: Per importi superiori a 5.200 euro, è richiesta una marca da bollo da 27 euro.
  • Spese di notifica: Le spese per la notifica del decreto ingiuntivo al debitore variano in base alla modalità scelta (ufficiale giudiziario o posta) e alla distanza. Generalmente, si aggirano intorno ai 15-30 euro.
  • Parcella dell’avvocato: La parcella varia in base al valore del credito e alla complessità del caso. Secondo i parametri forensi stabiliti dal D.M. 55/2014, aggiornato dal D.M. 147/2022, per un credito fino a 5.200 euro, il compenso medio è di circa 450 euro; per crediti da 5.200,01 a 26.000 euro, è di circa 540 euro; per crediti da 26.000,01 a 52.000 euro, è di circa 1.305 euro.

È possibile concordare la parcella con l’avvocato?

In molti casi, è possibile concordare la parcella con l’avvocato, un’opzione che può rivelarsi vantaggiosa sia per il professionista sia per il cliente, poiché permette di stabilire un compenso che tenga conto della complessità del caso e delle specifiche esigenze economiche del cliente. Gli accordi sull’onorario devono rispettare i parametri forensi stabiliti dal Ministero della Giustizia, che forniscono linee guida orientative sui compensi, ma è consentita una certa flessibilità per consentire intese personalizzate.

Gli avvocati possono offrire diverse modalità di compenso, come un pagamento a forfait per l’intero servizio, una tariffa oraria per il tempo effettivamente dedicato, o una percentuale legata al successo della causa (nel limite consentito dalla legge). In questo modo, il cliente ha l’opportunità di valutare l’opzione più adatta al proprio budget e alla natura del procedimento, concordando preventivamente le modalità e le tempistiche di pagamento. In particolare, nei procedimenti di tipo esecutivo come il decreto ingiuntivo, stabilire un compenso forfettario o con pagamento rateale può agevolare il cliente e facilitare una collaborazione trasparente.

Richiedere un preventivo scritto è una buona pratica per avere chiarezza su tutte le voci di costo, inclusi i contributi unificati e le spese vive per marche da bollo e notifiche. Tale documento permette di evitare incomprensioni e stabilisce un accordo chiaro e trasparente tra le parti, tutelando sia il cliente sia il legale. Sebbene la normativa sui parametri forensi stabilisca dei compensi di riferimento, il cliente e l’avvocato hanno margine per negoziare importi che si adattino alla specifica situazione, sempre nel rispetto della dignità professionale e delle esigenze del cliente.

In sintesi, concordare la parcella con l’avvocato non solo è possibile, ma rappresenta una scelta spesso vantaggiosa, che può adattarsi a necessità economiche diverse e garantire la massima trasparenza nel rapporto tra cliente e legale.

Cosa succede se il debitore si oppone al decreto ingiuntivo?

Se il debitore presenta opposizione entro 40 giorni dalla notifica, si instaura un giudizio ordinario. In questo caso, i costi legali aumentano, poiché sarà necessario affrontare un processo con udienze e possibili prove.

Le spese legali possono essere recuperate dal debitore?

Le spese legali sostenute per ottenere un decreto ingiuntivo possono essere recuperate dal debitore, ma solo se il giudice accoglie il ricorso e riconosce il credito come esigibile. In questo caso, oltre all’importo del credito, il giudice può porre a carico del debitore anche le spese legali sostenute dal creditore, comprese le parcelle dell’avvocato e i costi di procedimento, come il contributo unificato e le spese di notifica. Questo meccanismo di recupero delle spese è previsto dal Codice di Procedura Civile, che stabilisce che la parte soccombente sia generalmente tenuta a rimborsare le spese processuali della controparte.

Tuttavia, recuperare effettivamente queste spese dipende dalla solvibilità del debitore. Se il debitore è insolvente o privo di beni aggredibili, il creditore potrebbe avere difficoltà a riscuotere non solo l’importo del credito ma anche le spese legali. In questi casi, l’avvocato del creditore può aiutare a valutare le opzioni per il recupero coattivo, come il pignoramento dei beni del debitore o del suo conto corrente, purché vi siano sufficienti risorse.

In alcune circostanze, inoltre, il giudice può ridurre parzialmente le spese a carico del debitore, tenendo conto della complessità del caso e dell’importo del credito. Per questa ragione, è importante che il creditore sia consapevole delle possibilità di recupero e delle eventuali limitazioni che potrebbero insorgere, valutando anche la solvibilità del debitore prima di avviare un’azione legale.

Esistono agevolazioni per le spese legali?

Sì, esistono agevolazioni per le spese legali destinate a persone che, trovandosi in condizioni economiche difficili, non possono permettersi di sostenere i costi di un procedimento legale. In Italia, il principale strumento di agevolazione è il patrocinio a spese dello Stato, previsto per chi ha un reddito annuo inferiore a una certa soglia stabilita dalla legge, aggiornata periodicamente. Attualmente, possono accedere a questa agevolazione i cittadini italiani, gli stranieri regolarmente residenti e, in alcuni casi, anche le persone giuridiche se rispettano i requisiti reddituali.

Per ottenere il patrocinio a spese dello Stato, è necessario presentare una domanda presso l’ordine degli avvocati, allegando documenti che attestino la situazione economica e reddituale del richiedente. Una volta concessa, questa agevolazione copre le spese legali, incluse le parcelle dell’avvocato, i contributi unificati, e i costi legati alle notifiche e agli atti giudiziari. È importante sottolineare che, se il beneficiario del patrocinio risulta vittorioso, le spese legali possono comunque essere recuperate dalla parte soccombente, ma il patrocinio garantisce comunque la copertura senza anticipi.

Inoltre, vi sono altre forme di agevolazioni occasionali, come quelle previste in alcuni contesti territoriali o da associazioni di categoria, che possono supportare il pagamento di spese legali in situazioni particolari, come nei casi di violenza domestica o discriminazioni sul lavoro. In generale, per accedere a tali agevolazioni, è utile consultarsi con un avvocato, il quale può fornire informazioni aggiornate sulle opportunità disponibili e verificare l’ammissibilità ai programmi di assistenza.

Quali sono i tempi per ottenere un decreto ingiuntivo?

I tempi variano in base al carico di lavoro del tribunale competente. Generalmente, si ottiene entro 30-60 giorni dalla presentazione del ricorso. Se il debitore non si oppone, il decreto diventa esecutivo dopo 40 giorni dalla notifica.

È possibile procedere senza avvocato per importi modesti?

Per importi modesti, è possibile procedere senza avvocato in alcune situazioni, anche se è generalmente consigliabile avvalersi di assistenza legale. La normativa italiana consente al creditore di presentare personalmente un ricorso per decreto ingiuntivo per crediti di valore inferiore a 1.100 euro. Questa possibilità rappresenta un’opzione utile per chi ha dimestichezza con le procedure legali o per crediti di modesta entità, in cui i costi di una parcella legale potrebbero superare o avvicinarsi all’importo che si intende recuperare.

Presentare un decreto ingiuntivo senza avvocato implica comunque la conoscenza di alcune norme e procedure, come la corretta compilazione del ricorso, l’allegazione delle prove del credito e la presentazione della domanda al giudice competente. Eventuali errori nella documentazione o nella notifica al debitore possono invalidare la richiesta e portare a ritardi o costi aggiuntivi. Inoltre, se il debitore dovesse opporsi al decreto ingiuntivo, si aprirebbe un procedimento ordinario in cui la presenza di un avvocato diventerebbe obbligatoria.

In sintesi, sebbene sia possibile procedere senza avvocato per importi modesti, l’assistenza legale può comunque essere di grande aiuto, riducendo i rischi di errore e aumentando le possibilità di successo nel recupero del credito.

Quali documenti sono necessari per il ricorso?

Per presentare un ricorso per decreto ingiuntivo, è necessario fornire alcuni documenti chiave che dimostrino l’esistenza e la validità del credito vantato. Il documento principale è la prova scritta del credito, che può assumere diverse forme: contratti firmati dalle parti, fatture non saldate, cambiali o altre promesse di pagamento formalmente sottoscritte dal debitore. Questa documentazione deve essere chiara e in grado di attestare l’entità e la scadenza del credito in modo inequivocabile, poiché sarà la base su cui il giudice valuterà la richiesta.

Oltre alla prova del credito, è indispensabile includere i dati anagrafici completi del debitore, come nome, cognome, indirizzo e codice fiscale, per assicurare che la notifica del decreto avvenga correttamente e sia legalmente valida. La notifica errata o incompleta, infatti, può rendere inefficace il decreto e vanificare l’intero procedimento. È anche utile allegare qualsiasi comunicazione rilevante intercorsa con il debitore, come solleciti di pagamento o richieste di saldo, per dimostrare eventuali tentativi di risolvere la questione prima di ricorrere al giudice.

Infine, a seconda del valore del credito, occorre munirsi delle marche da bollo e pagare il contributo unificato previsto per il deposito del ricorso. Questo contributo varia in funzione dell’importo del credito richiesto e deve essere corrisposto al momento della presentazione del ricorso.

Per presentare un ricorso per decreto ingiuntivo, è necessario fornire alcuni documenti chiave che dimostrino l’esistenza e la validità del credito vantato. Il documento principale è la prova scritta del credito, che può assumere diverse forme: contratti firmati dalle parti, fatture non saldate, cambiali o altre promesse di pagamento formalmente sottoscritte dal debitore. Questa documentazione deve essere chiara e in grado di attestare l’entità e la scadenza del credito in modo inequivocabile, poiché sarà la base su cui il giudice valuterà la richiesta.

Oltre alla prova del credito, è indispensabile includere i dati anagrafici completi del debitore, come nome, cognome, indirizzo e codice fiscale, per assicurare che la notifica del decreto avvenga correttamente e sia legalmente valida. La notifica errata o incompleta, infatti, può rendere inefficace il decreto e vanificare l’intero procedimento. È anche utile allegare qualsiasi comunicazione rilevante intercorsa con il debitore, come solleciti di pagamento o richieste di saldo, per dimostrare eventuali tentativi di risolvere la questione prima di ricorrere al giudice.

Infine, a seconda del valore del credito, occorre munirsi delle marche da bollo e pagare il contributo unificato previsto per il deposito del ricorso. Questo contributo varia in funzione dell’importo del credito richiesto e deve essere corrisposto al momento della presentazione del ricorso.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Cancellazione Debiti e Opposizioni a Decreti Ingiuntivi

Nel campo del recupero crediti e delle procedure esecutive, avere accanto un avvocato esperto in cancellazione debiti e opposizioni a decreti ingiuntivi rappresenta una risorsa inestimabile per tutelare i propri diritti e affrontare le complessità del sistema giuridico con maggiore sicurezza e serenità. Un decreto ingiuntivo, se non contestato in modo adeguato, può trasformarsi rapidamente in una procedura esecutiva, con conseguenze dirette sul patrimonio del debitore. Per chi riceve un decreto ingiuntivo, l’elemento critico è spesso la rapidità con cui devono essere prese le decisioni, poiché i termini di opposizione sono brevi, generalmente 40 giorni dalla notifica. Essere assistiti da un avvocato esperto è fondamentale per agire tempestivamente e presentare una difesa efficace, evitando così azioni che potrebbero compromettere la propria stabilità economica.

Un avvocato esperto in cancellazione debiti è in grado di valutare in modo obiettivo la situazione finanziaria del cliente e di sviluppare una strategia su misura. Non tutte le posizioni debitorie, infatti, sono uguali, e ogni caso richiede un approccio specifico, soprattutto quando si tratta di debiti che riguardano istituti finanziari, fornitori o enti pubblici. La complessità delle leggi che regolano queste procedure rende difficile per un non addetto ai lavori comprendere appieno le implicazioni di un decreto ingiuntivo o sapere come presentare un’opposizione efficace. L’assistenza legale specializzata permette di identificare vizi procedurali o irregolarità nel titolo esecutivo che potrebbero risultare in una riduzione dell’importo dovuto o addirittura nell’annullamento del decreto stesso. Questo approccio strategico non solo permette di limitare i danni, ma anche di definire un piano d’azione realistico per uscire da situazioni debitorie difficili.

Inoltre, l’avvocato può aiutare il cliente a valutare la possibilità di soluzioni alternative al pignoramento, come gli accordi di saldo e stralcio o la dilazione dei pagamenti, che consentono di mantenere il controllo sulle proprie finanze evitando che il debito cresca ulteriormente a causa degli interessi e delle spese accessorie. La capacità di negoziare con i creditori è un aspetto essenziale in queste situazioni, poiché un avvocato esperto può presentare al creditore proposte di pagamento che, pur soddisfacendo le aspettative economiche, siano sostenibili per il debitore. Questo approccio riduce l’impatto delle procedure esecutive e offre al cliente una via d’uscita che non comprometta irrimediabilmente la sua situazione finanziaria.

L’opposizione a un decreto ingiuntivo è una procedura che richiede competenze specifiche non solo in ambito processuale, ma anche nella comprensione delle norme relative alla prova del credito e alle clausole contrattuali. Un avvocato esperto in questa materia sa interpretare correttamente i termini del contratto di debito e può individuare condizioni vessatorie o clausole abusive che potrebbero invalidare il decreto ingiuntivo. Ad esempio, nei casi in cui il creditore non sia stato sufficientemente trasparente nella fase di concessione del credito, come spesso accade in ambito bancario o finanziario, è possibile contestare il credito sulla base di irregolarità contrattuali. Un legale con esperienza in opposizioni a decreti ingiuntivi può individuare queste problematiche e costruire una linea difensiva robusta, riducendo in modo significativo le somme dovute o ottenendo l’annullamento del provvedimento.

Affrontare una situazione debitoria senza un’adeguata assistenza legale espone il debitore a numerosi rischi. In particolare, le procedure esecutive possono avere effetti devastanti sul patrimonio personale, compromettendo beni essenziali come la casa o il conto corrente. Un avvocato specializzato è in grado di monitorare l’intero processo esecutivo, intervenendo prontamente per sospendere o ridurre le azioni di pignoramento in caso di vizi procedurali o altre irregolarità. Questa tutela è essenziale per evitare conseguenze irreparabili, soprattutto quando il debitore non dispone di mezzi economici sufficienti per affrontare le spese legali o per sostenere un prolungato contenzioso. Anche in presenza di debiti complessi, come quelli derivanti da fallimenti o da obbligazioni con garanzie ipotecarie, l’assistenza legale permette di gestire la situazione in modo ottimale, proteggendo i diritti del debitore e limitando al massimo le perdite.

Infine, va considerato che il sistema legale offre alcune possibilità di agevolazione per chi si trova in difficoltà economica, come il patrocinio a spese dello Stato, ma l’accesso a tali agevolazioni richiede competenze specifiche nella presentazione delle domande e nella gestione dei requisiti burocratici. Un avvocato esperto può guidare il cliente nell’ottenimento di queste agevolazioni, rendendo possibile una difesa legale anche a chi non dispone di risorse economiche adeguate. La presenza di un avvocato, quindi, non solo aumenta le probabilità di successo nell’opposizione a un decreto ingiuntivo, ma permette anche di ridurre i costi complessivi della procedura, facendo fronte alle esigenze del cliente in modo professionale e trasparente.

In conclusione, un avvocato esperto in cancellazione debiti e opposizioni a decreti ingiuntivi è una figura di riferimento insostituibile per chi si trova a fronteggiare situazioni debitorie complesse o difficili da gestire. La capacità di analizzare il caso in modo completo, di costruire una strategia difensiva adeguata e di agire prontamente per proteggere i beni del cliente costituiscono vantaggi significativi che solo una competenza specializzata può garantire. Rivolgersi a un professionista non è solo una scelta di buon senso, ma anche una misura di protezione essenziale per evitare di incorrere in errori che potrebbero compromettere ulteriormente la situazione economica del debitore.

In tal senso, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

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Giuseppe Monardo

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