Pignoramento del Conto Corrente Professionista: Come Difendersi con l’Avvocato

Il pignoramento del conto corrente rappresenta una delle misure esecutive più incisive che un creditore può adottare per recuperare un credito non soddisfatto. Per i professionisti, tale procedura può avere conseguenze particolarmente gravose, compromettendo la liquidità necessaria per l’esercizio della propria attività. Comprendere le dinamiche del pignoramento e le possibili strategie di difesa, con l’ausilio di un avvocato specializzato, è fondamentale per tutelare i propri interessi e garantire la continuità professionale.

Ma andiamo nei dettagli con Studio Monardo, gli avvocati specializzati in cancellazione debiti di professionisti.

Cos’è il pignoramento del conto corrente di un professionista?

Il pignoramento del conto corrente di un professionista è una procedura esecutiva attraverso la quale un creditore, munito di un titolo esecutivo, interviene presso l’istituto bancario dove il debitore detiene il proprio conto, al fine di soddisfare un credito non adempiuto. Questa misura consente al creditore di ottenere il pagamento delle somme dovute prelevandole direttamente dal conto corrente del professionista.

La procedura inizia con la notifica dell’atto di pignoramento sia al debitore sia alla banca, che assume il ruolo di terzo pignorato. La banca è tenuta a bloccare le somme presenti sul conto fino a concorrenza del credito vantato, impedendo al professionista di disporne. Successivamente, il giudice dell’esecuzione, valutate le dichiarazioni delle parti, può disporre l’assegnazione delle somme pignorate al creditore.

A differenza dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, per i quali esistono specifici limiti alla pignorabilità delle somme accreditate a titolo di stipendio o pensione, i professionisti non godono di tutele analoghe. Pertanto, le somme presenti sul conto corrente di un professionista possono essere pignorate integralmente, salvo il rispetto del minimo vitale previsto per legge.

È fondamentale che i professionisti adottino misure preventive per proteggere le proprie finanze, come la separazione tra conto personale e professionale e una gestione oculata delle risorse. In caso di pignoramento, è consigliabile rivolgersi a un avvocato specializzato in diritto esecutivo per valutare le possibili strategie di difesa e tutelare i propri interessi.

Riepilogo dei punti chiave:

  • Definizione: Il pignoramento del conto corrente di un professionista è una procedura esecutiva che consente al creditore di soddisfare un credito non adempiuto prelevando le somme dal conto del debitore.
  • Procedura: Inizia con la notifica dell’atto di pignoramento al debitore e alla banca, che blocca le somme presenti sul conto fino a concorrenza del credito vantato. Il giudice può poi disporre l’assegnazione delle somme al creditore.
  • Limiti: A differenza dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, i professionisti non godono di specifici limiti alla pignorabilità delle somme presenti sul conto corrente, che possono essere pignorate integralmente, salvo il rispetto del minimo vitale previsto per legge.
  • Misure preventive: È consigliabile separare il conto personale da quello professionale e gestire oculatamente le risorse per proteggere le proprie finanze.
  • Assistenza legale: In caso di pignoramento, rivolgersi a un avvocato specializzato in diritto esecutivo è fondamentale per valutare le possibili strategie di difesa e tutelare i propri interessi.

Quali sono le fasi del pignoramento del conto corrente di un professionista?

Il pignoramento del conto corrente di un professionista è una procedura esecutiva che consente al creditore di soddisfare un credito non adempiuto prelevando le somme dal conto del debitore. Le fasi principali di questa procedura sono:

  1. Notifica dell’atto di pignoramento: Il creditore, munito di un titolo esecutivo (come una sentenza o un decreto ingiuntivo), notifica al debitore e alla banca l’atto di pignoramento. La banca, in qualità di terzo pignorato, è tenuta a bloccare le somme presenti sul conto fino a concorrenza del credito vantato.
  2. Dichiarazione del terzo pignorato: La banca deve rendere una dichiarazione in cui attesta l’esistenza e l’ammontare delle somme presenti sul conto del debitore. Questa dichiarazione è fondamentale per determinare l’entità delle somme pignorabili.
  3. Udienza di assegnazione: Il giudice dell’esecuzione, valutate le dichiarazioni delle parti, può disporre l’assegnazione delle somme pignorate al creditore, fino a soddisfazione del credito.

È importante notare che, a differenza dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, i professionisti non godono di specifici limiti alla pignorabilità delle somme presenti sul conto corrente, che possono essere pignorate integralmente, salvo il rispetto del minimo vitale previsto per legge. Pertanto, è consigliabile adottare misure preventive, come la separazione tra conto personale e professionale, e rivolgersi a un avvocato specializzato in diritto esecutivo per tutelare i propri interessi.

Quali sono i limiti al pignoramento del conto corrente per i professionisti?

Il pignoramento del conto corrente di un professionista è una procedura esecutiva che consente al creditore di soddisfare un credito non adempiuto prelevando le somme dal conto del debitore. A differenza dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, per i quali esistono specifici limiti alla pignorabilità delle somme accreditate a titolo di stipendio o pensione, i professionisti non godono di tutele analoghe. Pertanto, le somme presenti sul conto corrente di un professionista possono essere pignorate integralmente, salvo il rispetto del minimo vitale previsto per legge.

È importante notare che, sebbene non esistano limiti specifici per i professionisti, il pignoramento non può riguardare somme destinate a soddisfare esigenze alimentari o comunque necessarie al sostentamento del debitore e della sua famiglia. Tuttavia, la determinazione di tali somme è lasciata alla discrezionalità del giudice, che valuterà caso per caso.

Per tutelarsi da un pignoramento integrale del conto corrente, i professionisti possono adottare alcune misure preventive, come la separazione tra conto personale e professionale e una gestione oculata delle risorse. In caso di pignoramento, è consigliabile rivolgersi a un avvocato specializzato in diritto esecutivo per valutare le possibili strategie di difesa e tutelare i propri interessi.

Quali strategie preventive possono adottare i professionisti per evitare il pignoramento del conto corrente?

Per i professionisti, il pignoramento del conto corrente rappresenta una minaccia significativa alla stabilità finanziaria e operativa. Adottare strategie preventive è fondamentale per mitigare il rischio di tale procedura esecutiva. Una delle prime misure consiste nella separazione tra conto personale e professionale. Mantenere distinti i flussi finanziari consente una gestione più trasparente e facilita il monitoraggio delle entrate e delle uscite legate all’attività professionale. Inoltre, l’apertura di un conto dedicato all’attività professionale può offrire una maggiore protezione in caso di azioni esecutive, poiché le somme destinate all’attività potrebbero essere considerate essenziali per la continuità operativa.

Un’altra strategia efficace è la costituzione di fondi patrimoniali o trust. Questi strumenti giuridici permettono di destinare determinati beni o somme di denaro a specifici scopi, rendendoli inalienabili e non aggredibili dai creditori per debiti non correlati agli scopi stessi. Ad esempio, un professionista potrebbe costituire un fondo patrimoniale destinato a garantire le esigenze familiari, proteggendo così tali beni da eventuali azioni esecutive legate all’attività professionale. È fondamentale, tuttavia, che tali strumenti siano costituiti in tempi non sospetti e non in prossimità di situazioni debitorie, per evitare contestazioni di frode ai creditori.

La stipula di polizze assicurative professionali rappresenta un ulteriore mezzo di tutela. Queste polizze coprono i rischi legati all’esercizio della professione, come errori o omissioni, riducendo la probabilità di incorrere in debiti significativi derivanti da responsabilità professionale. Inoltre, alcune polizze offrono coperture per spese legali o per danni a terzi, fornendo una rete di sicurezza finanziaria in caso di controversie.

Una gestione finanziaria prudente è essenziale. Evitare l’assunzione di debiti personali non necessari e garantire una riserva di liquidità adeguata può prevenire situazioni di insolvenza. Mantenere una contabilità accurata e aggiornata consente di monitorare costantemente la situazione finanziaria e di intervenire tempestivamente in caso di difficoltà. Inoltre, negoziare con i creditori per ottenere piani di rientro o dilazioni di pagamento può evitare l’avvio di procedure esecutive.

Infine, è consigliabile consultare periodicamente un avvocato specializzato in diritto esecutivo e gestione del debito. Un professionista legale può fornire consulenza personalizzata, valutare la situazione specifica e suggerire le strategie più appropriate per proteggere il patrimonio e l’attività professionale. Inoltre, in caso di minaccia di pignoramento, un avvocato può assistere nelle negoziazioni con i creditori o nelle eventuali opposizioni alle procedure esecutive.

Riepilogo dei punti chiave:

  • Separazione dei conti: Mantenere distinti il conto personale da quello professionale per una gestione finanziaria più trasparente e protetta.
  • Costituzione di fondi patrimoniali o trust: Destinare beni o somme a specifici scopi, rendendoli inalienabili e non aggredibili dai creditori.
  • Polizze assicurative professionali: Stipulare assicurazioni che coprano i rischi legati all’esercizio della professione, riducendo la probabilità di debiti significativi.
  • Gestione finanziaria prudente: Evitare debiti personali non necessari, mantenere una riserva di liquidità adeguata e negoziare con i creditori per evitare procedure esecutive.
  • Consulenza legale specializzata: Consultare periodicamente un avvocato esperto in diritto esecutivo per ottenere consulenza personalizzata e assistenza nelle negoziazioni o nelle opposizioni alle procedure esecutive.

Cosa prevede la Legge sul Sovraindebitamento per i professionisti?

La Legge sul Sovraindebitamento, introdotta con la Legge n. 3 del 27 gennaio 2012 e successivamente integrata dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019), offre ai professionisti strumenti per affrontare situazioni di grave difficoltà economica. Questa normativa è rivolta a soggetti non fallibili, tra cui i professionisti, consentendo loro di accedere a procedure specifiche per la gestione del sovraindebitamento.

Per i professionisti, le principali procedure previste sono:

  • Concordato Minore: Questa procedura permette al debitore di proporre un piano di ristrutturazione dei debiti, che può prevedere la dilazione o la riduzione degli stessi. Il piano deve essere approvato dai creditori che rappresentano almeno il 60% dei crediti e successivamente omologato dal tribunale.
  • Liquidazione Controllata del Sovraindebitato: In questa procedura, il debitore mette a disposizione il proprio patrimonio per soddisfare i creditori. Al termine della liquidazione, se il debitore ha collaborato lealmente e non ha commesso atti in frode ai creditori, può ottenere l’esdebitazione, ovvero la liberazione dai debiti residui.

È importante sottolineare che, per accedere a queste procedure, il professionista deve trovarsi in una situazione di sovraindebitamento, definita come l’incapacità di adempiere regolarmente alle proprie obbligazioni. Inoltre, è richiesta la buona fede del debitore, che non deve aver causato la situazione di insolvenza con dolo o colpa grave.

L’obiettivo della Legge sul Sovraindebitamento è offrire una seconda opportunità ai professionisti in difficoltà, permettendo loro di ristrutturare o liquidare i debiti e riprendere l’attività professionale senza l’oppressione delle passività pregresse. Tuttavia, l’accesso a queste procedure richiede una valutazione attenta e una gestione accurata, spesso con l’assistenza di professionisti esperti in materia.

Cos’è l’esdebitazione del debitore incapiente?

L’esdebitazione del debitore incapiente è una procedura introdotta nel sistema giuridico italiano per offrire una soluzione ai debitori persone fisiche che, trovandosi in una situazione di sovraindebitamento, non dispongono di alcun patrimonio liquidabile né di redditi sufficienti per soddisfare, anche parzialmente, i propri creditori. Questa misura consente al debitore di ottenere la liberazione dai debiti residui, offrendo una possibilità di ripartenza economica e sociale.

La disciplina dell’esdebitazione del debitore incapiente è stata inizialmente prevista dall’articolo 14-quaterdecies della Legge 3/2012, introdotto con il Decreto Legge 137/2020, noto come “Decreto Ristori”. Successivamente, tale istituto è stato integrato nel Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019), all’articolo 283.

Per accedere a questa procedura, il debitore deve soddisfare specifici requisiti:

  • Persona fisica: L’esdebitazione è riservata esclusivamente alle persone fisiche, escludendo quindi le società e gli enti collettivi.
  • Incapienza: Il debitore non deve essere in grado di offrire ai creditori alcuna utilità, né presente né futura, ovvero non deve possedere beni o redditi pignorabili.
  • Meritevolezza: Il debitore deve aver agito in buona fede, senza aver causato il proprio sovraindebitamento con dolo o colpa grave, e non deve aver compiuto atti in frode ai creditori.

La procedura prevede la presentazione di una domanda al tribunale competente, corredata da una relazione particolareggiata redatta da un Organismo di Composizione della Crisi (OCC). Tale relazione deve indicare le cause dell’indebitamento, la diligenza impiegata dal debitore nell’assumere le obbligazioni e l’assenza di atti in frode ai creditori.

Una volta accolta la domanda, il tribunale emette un decreto di esdebitazione, liberando il debitore dai debiti pregressi. Tuttavia, se entro quattro anni dal decreto il debitore dovesse acquisire nuove utilità rilevanti, tali da consentire il soddisfacimento dei creditori in misura non inferiore al 10%, sorge l’obbligo di pagamento del debito residuo. Non sono considerate utilità, ai fini di tale obbligo, i finanziamenti in qualsiasi forma erogati.

L’esdebitazione del debitore incapiente rappresenta un’importante innovazione nel panorama giuridico italiano, offrendo una via d’uscita a coloro che, pur trovandosi in una situazione di grave difficoltà economica, hanno agito con correttezza e buona fede. Tale istituto mira a favorire il reinserimento sociale ed economico del debitore, promuovendo il principio del “fresh start” e contribuendo alla riduzione del fenomeno dell’esclusione finanziaria.

Quali sono i requisiti per accedere all’esdebitazione del debitore incapiente?

L’esdebitazione del debitore incapiente è una procedura prevista dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019) che consente al debitore persona fisica, privo di patrimonio liquidabile e incapace di soddisfare i creditori, di ottenere la liberazione dai debiti residui. Per accedere a questa procedura, il debitore deve soddisfare specifici requisiti:

  • Persona fisica: L’esdebitazione è riservata esclusivamente alle persone fisiche, escludendo quindi le società e gli enti collettivi.
  • Incapienza: Il debitore non deve essere in grado di offrire ai creditori alcuna utilità, né presente né futura, ovvero non deve possedere beni o redditi pignorabili.
  • Meritevolezza: Il debitore deve aver agito in buona fede, senza aver causato il proprio sovraindebitamento con dolo o colpa grave, e non deve aver compiuto atti in frode ai creditori.
  • Unicità del beneficio: L’esdebitazione può essere concessa una sola volta nella vita del debitore.

La procedura prevede la presentazione di una domanda al tribunale competente, corredata da una relazione particolareggiata redatta da un Organismo di Composizione della Crisi (OCC). Tale relazione deve indicare le cause dell’indebitamento, la diligenza impiegata dal debitore nell’assumere le obbligazioni e l’assenza di atti in frode ai creditori.

Una volta accolta la domanda, il tribunale emette un decreto di esdebitazione, liberando il debitore dai debiti pregressi. Tuttavia, se entro quattro anni dal decreto il debitore dovesse acquisire nuove utilità rilevanti, tali da consentire il soddisfacimento dei creditori in misura non inferiore al 10%, sorge l’obbligo di pagamento del debito residuo. Non sono considerate utilità, ai fini di tale obbligo, i finanziamenti in qualsiasi forma erogati.

L’esdebitazione del debitore incapiente rappresenta un’importante innovazione nel panorama giuridico italiano, offrendo una via d’uscita a coloro che, pur trovandosi in una situazione di grave difficoltà economica, hanno agito con correttezza e buona fede. Tale istituto mira a favorire il reinserimento sociale ed economico del debitore, promuovendo il principio del “fresh start” e contribuendo alla riduzione del fenomeno dell’esclusione finanziaria.

Quali sono le conseguenze dell’esdebitazione per il professionista?

L’esdebitazione rappresenta per il professionista una significativa opportunità di liberazione dai debiti residui, consentendogli di ripristinare la propria stabilità finanziaria e proseguire l’attività professionale senza l’oppressione delle passività pregresse. Tuttavia, è fondamentale comprendere le implicazioni che tale procedura comporta.

Ripercussioni sulla reputazione professionale: L’accesso all’esdebitazione, sebbene legittimo, può influenzare la percezione che clienti, fornitori e colleghi hanno del professionista. La notizia di una procedura di esdebitazione potrebbe sollevare dubbi sulla capacità gestionale e sull’affidabilità del professionista, richiedendo un impegno maggiore nel ricostruire la propria credibilità nel mercato.

Accesso al credito futuro: Dopo l’esdebitazione, le istituzioni finanziarie potrebbero adottare un approccio più cauto nell’erogare credito al professionista. La presenza di una precedente procedura di esdebitazione nei registri creditizi può comportare condizioni più restrittive o tassi d’interesse più elevati per eventuali finanziamenti futuri.

Obblighi post-esdebitazione: È importante sottolineare che, se entro quattro anni dal decreto di esdebitazione il professionista dovesse acquisire nuove utilità rilevanti, tali da consentire il soddisfacimento dei creditori in misura non inferiore al 10%, sorge l’obbligo di pagamento del debito residuo. Non sono considerate utilità, ai fini di tale obbligo, i finanziamenti in qualsiasi forma erogati.

Opportunità di ripartenza: Nonostante le possibili difficoltà, l’esdebitazione offre al professionista la possibilità di un “fresh start”, permettendogli di riorganizzare la propria attività senza l’onere dei debiti pregressi. Questo può tradursi in una maggiore serenità nella gestione professionale e nella possibilità di intraprendere nuovi progetti con una base finanziaria più solida.

In conclusione, l’esdebitazione per il professionista comporta sia vantaggi significativi, come la liberazione dai debiti e la possibilità di ripartenza, sia sfide, quali la necessità di ricostruire la propria reputazione e le potenziali difficoltà nell’accesso al credito. Una valutazione attenta e una gestione oculata del post-esdebitazione sono essenziali per massimizzare i benefici e minimizzare le conseguenze negative.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Cancellazione Debiti Di Professionisti

Affrontare una situazione di sovraindebitamento rappresenta una sfida complessa per qualsiasi professionista. Le implicazioni finanziarie, legali e reputazionali possono compromettere non solo la stabilità economica, ma anche la continuità dell’attività professionale. In questo contesto, la presenza di un avvocato specializzato nella cancellazione dei debiti dei professionisti diventa fondamentale per navigare attraverso le intricate procedure legali e per individuare le soluzioni più adeguate al caso specifico.

La normativa italiana offre diversi strumenti per la gestione del sovraindebitamento, tra cui il concordato minore e la liquidazione controllata del sovraindebitato. Tuttavia, l’accesso a queste procedure richiede una conoscenza approfondita delle leggi vigenti e una valutazione accurata della situazione debitoria. Un avvocato esperto può fornire una consulenza mirata, analizzando le peculiarità del caso e suggerendo la strategia più efficace per ottenere l’esdebitazione.

La procedura di esdebitazione del debitore incapiente, ad esempio, prevede requisiti stringenti e una serie di passaggi formali che devono essere seguiti con precisione. Un professionista legale con esperienza in questo ambito può assistere nella preparazione della documentazione necessaria, nella presentazione della domanda al tribunale competente e nella gestione delle relazioni con l’Organismo di Composizione della Crisi. La sua competenza garantisce che ogni fase del processo sia condotta nel rispetto delle normative, aumentando le probabilità di successo.

Oltre alla gestione delle procedure legali, un avvocato specializzato può offrire supporto nella negoziazione con i creditori. Spesso, infatti, è possibile raggiungere accordi stragiudiziali che permettono di ristrutturare il debito in termini più favorevoli, evitando le lungaggini e i costi associati alle procedure giudiziarie. La capacità di mediazione e la conoscenza delle dinamiche negoziali sono competenze chiave che un avvocato esperto può mettere a disposizione del professionista indebitato.

Un altro aspetto cruciale riguarda la protezione del patrimonio personale e professionale. Un avvocato specializzato può suggerire misure preventive per salvaguardare i beni da eventuali azioni esecutive, come la costituzione di fondi patrimoniali o trust. Queste strategie, se implementate correttamente e in tempi non sospetti, possono offrire una barriera efficace contro le pretese dei creditori, garantendo al professionista la possibilità di continuare la propria attività senza ulteriori pressioni finanziarie.

La consulenza legale specializzata è altresì fondamentale per comprendere le implicazioni fiscali delle diverse soluzioni adottate. Ogni procedura di gestione del debito può avere conseguenze sul piano fiscale, e una pianificazione accurata è necessaria per evitare sorprese future. Un avvocato esperto può collaborare con consulenti fiscali per assicurare che le strategie adottate siano conformi alle normative tributarie e ottimizzino il carico fiscale del professionista.

Infine, l’aspetto psicologico non deve essere sottovalutato. Affrontare una situazione di sovraindebitamento può generare stress, ansia e senso di impotenza. Avere al proprio fianco un avvocato competente e comprensivo può offrire un sostegno morale significativo, oltre che professionale. La certezza di essere guidati da un esperto che comprende le difficoltà del momento e che lavora per trovare la soluzione migliore può alleviare il peso emotivo della situazione.

In conclusione, la gestione del sovraindebitamento per un professionista richiede un approccio multidisciplinare che integri competenze legali, finanziarie e psicologiche. Affidarsi a un avvocato specializzato nella cancellazione dei debiti dei professionisti non è solo una scelta prudente, ma rappresenta una strategia indispensabile per affrontare con successo le sfide poste dalla crisi debitoria. La sua esperienza e competenza possono fare la differenza tra una soluzione efficace e un aggravamento della situazione, offrendo al professionista la possibilità di ripartire su basi solide e sostenibili.

A tal riguardo, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

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Disclaimer: Le opinioni espresse in questo articolo riflettono il punto di vista personale degli Autori, maturato sulla base della loro esperienza professionale. Non devono essere considerate come consulenza tecnica o legale. Per chiarimenti specifici o ulteriori informazioni, si consiglia di contattare direttamente il nostro studio. Si invita a tenere presente che l’articolo fa riferimento al contesto normativo vigente alla data di redazione, poiché leggi e interpretazioni giuridiche possono cambiare nel tempo. Non ci assumiamo alcuna responsabilità per un utilizzo inappropriato delle informazioni contenute in queste pagine.
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Giuseppe Monardo

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