Il sovraindebitamento è una condizione sempre più frequente, soprattutto in periodi di instabilità economica. In Italia, la normativa sul sovraindebitamento offre una via di uscita per i consumatori e le piccole imprese non fallibili che non riescono più a far fronte ai propri debiti. Ma quanto si può risparmiare realmente con il sovraindebitamento?
In questo articolo di Studio Monardo, gli avvocati specializzati in pratiche di sovraindebitamento, risponderemo a questa e molte altre domande, fornendo dettagli su normative, procedure e casi pratici che aiutano a comprendere meglio i benefici di questa soluzione.
Cosa si intende per sovraindebitamento?
Il concetto di sovraindebitamento si riferisce a una situazione di crisi finanziaria in cui una persona, una famiglia o una piccola impresa non riesce più a far fronte ai propri debiti. Questa condizione di squilibrio economico è definita dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, che ha integrato e sostituito la Legge 3/2012. Il sovraindebitamento si distingue dall’insolvenza fallimentare, in quanto riguarda soggetti che non possono essere dichiarati falliti secondo la normativa italiana.
Il sovraindebitamento si manifesta quando il debitore non è in grado di pagare regolarmente le proprie obbligazioni a causa di un deficit tra il proprio reddito e le uscite necessarie per coprire i debiti contratti. Questo stato di insolvenza personale o aziendale può essere provocato da molteplici fattori, tra cui una cattiva gestione finanziaria, eventi imprevisti come la perdita del lavoro, spese mediche elevate o, in alcuni casi, dipendenze come la ludopatia.
La normativa offre soluzioni specifiche per il sovraindebitamento, permettendo ai debitori di accedere a procedure legali che possono portare alla riduzione o alla cancellazione parziale dei debiti. Il principio chiave alla base di queste procedure è quello di dare una seconda possibilità a chi, pur essendo in buona fede, si trova in una situazione di incapacità economica che rischia di peggiorare ulteriormente nel tempo.
Le procedure di sovraindebitamento, come il “Piano del Consumatore” o l’”Accordo di Composizione della Crisi”, consentono al debitore di proporre ai creditori un piano di rientro sostenibile in base alle proprie risorse economiche. Se approvato dal giudice, il piano permette al debitore di liberarsi dal peso dei debiti con un pagamento parziale o, in alcuni casi, con l’estinzione completa degli stessi.
Un altro aspetto rilevante del sovraindebitamento è l’”Esdebitazione dell’incapiente”, una novità introdotta con il Codice della Crisi. Questa procedura consente la cancellazione totale dei debiti di un soggetto che non ha beni sufficienti per coprire nemmeno una parte delle somme dovute. Tuttavia, il debitore ha l’obbligo di comunicare eventuali miglioramenti economici entro i quattro anni successivi alla procedura.
In sintesi, il sovraindebitamento si riferisce a:
- Una condizione di incapacità finanziaria prolungata.
- Un deficit tra obbligazioni contratte e risorse liquidabili.
- Possibilità di accedere a soluzioni legali per ridurre o cancellare i debiti.
- Coinvolgimento di soggetti non fallibili, come consumatori e piccole imprese.
- La necessità di dimostrare la meritevolezza per accedere alle procedure di sovraindebitamento.
Riassunto per punti:
- Il sovraindebitamento è una condizione di crisi finanziaria che colpisce soggetti non fallibili.
- È causato da un deficit tra i debiti contratti e le risorse disponibili per farvi fronte.
- Le procedure legali permettono di ridurre o cancellare i debiti in modo sostenibile.
- Esistono diverse procedure, tra cui il Piano del Consumatore e l’Accordo di Composizione della Crisi.
- L’Esdebitazione dell’incapiente consente la cancellazione totale dei debiti per chi non ha risorse sufficienti.
- La legge protegge il debitore dalle azioni esecutive durante l’esecuzione delle procedure.
Quali sono le principali procedure per uscire dal sovraindebitamento?
Il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza prevede diverse procedure per affrontare e uscire dal sovraindebitamento. Queste procedure sono state pensate per offrire una via legale e sostenibile ai debitori, consentendo loro di risolvere una situazione finanziaria altrimenti insostenibile. Le quattro principali opzioni offerte dalla legge sono l’Accordo di Composizione della Crisi, il Piano del Consumatore, la Liquidazione Controllata del Patrimonio e l’Esdebitazione dell’Incapiente.
L’Accordo di Composizione della Crisi è una delle procedure principali e si rivolge soprattutto a piccoli imprenditori o professionisti. Questo accordo permette al debitore di proporre ai creditori un piano di rientro basato sulle sue reali capacità economiche. I creditori che rappresentano almeno il 50% del debito devono accettare la proposta affinché essa possa essere omologata dal giudice. Anche se una parte dei creditori non è d’accordo, la decisione del giudice li vincolerà comunque. Questa procedura consente una significativa riduzione del debito, anche fino al 70%, a seconda delle risorse disponibili del debitore.
Il Piano del Consumatore è una soluzione dedicata esclusivamente ai consumatori, ovvero privati cittadini che non sono imprenditori o titolari di partita IVA. Questa procedura permette di ristrutturare i debiti in base alla capacità di pagamento del debitore, senza che sia necessario il consenso dei creditori. L’aspetto cruciale di questa procedura è la meritevolezza: il debitore deve dimostrare di aver contratto i debiti senza dolo o colpa grave. Una volta accertata questa condizione, il giudice approva il piano, che può prevedere un pagamento parziale dei debiti in base alle risorse disponibili.
La Liquidazione Controllata del Patrimonio è una procedura più drastica, in cui il debitore mette a disposizione tutti i suoi beni per soddisfare i creditori. È una soluzione particolarmente indicata per chi ha beni da liquidare ma non riesce a coprire interamente i propri debiti. Il giudice valuta la liquidazione dei beni, ma garantisce sempre che al debitore rimangano i mezzi necessari per condurre una vita dignitosa. Una volta completata la liquidazione, i debiti residui possono essere cancellati.
L’Esdebitazione dell’Incapiente è una delle novità più importanti introdotte dal Codice della Crisi. Questa procedura consente ai debitori che non hanno risorse sufficienti di ottenere la cancellazione totale dei debiti senza soddisfare i creditori. Tuttavia, se entro quattro anni dalla procedura il debitore dovesse acquisire risorse economiche significative, sarà tenuto a risarcire almeno il 10% del debito. Questa opzione è pensata per chi non ha alcuna possibilità di pagare i debiti e offre una sorta di reset finanziario.
Queste procedure hanno in comune il fatto di offrire una via d’uscita legalmente tutelata, che permette ai debitori di evitare pignoramenti, aste o altre azioni esecutive durante l’esecuzione dei piani di rientro. Inoltre, tutte le procedure vengono avviate sotto il controllo dell’Organismo di Composizione della Crisi (OCC), che verifica la fattibilità della proposta del debitore e assiste nelle comunicazioni con il tribunale e i creditori.
Riassunto per punti:
- L’Accordo di Composizione della Crisi permette al debitore di negoziare un piano di rientro con i creditori, con l’approvazione di almeno il 50% di essi.
- Il Piano del Consumatore è rivolto ai privati cittadini e consente di ristrutturare i debiti senza il consenso dei creditori, previa approvazione del giudice.
- La Liquidazione Controllata del Patrimonio prevede la liquidazione dei beni del debitore per pagare i creditori, mantenendo però un livello di vita dignitoso.
- L’Esdebitazione dell’Incapiente consente la cancellazione totale dei debiti per chi non ha risorse sufficienti, con l’obbligo di risarcire parte dei creditori in caso di miglioramento economico entro quattro anni.
- Tutte le procedure bloccano le azioni esecutive e sono supervisionate dall’Organismo di Composizione della Crisi.
Quanto si può risparmiare con il sovraindebitamento?
Il risparmio che si può ottenere con il sovraindebitamento dipende da diversi fattori, tra cui la quantità totale del debito, le risorse economiche del debitore, e la procedura specifica scelta per la risoluzione del problema. Ogni procedura ha le proprie dinamiche e può portare a risparmi significativi o alla cancellazione totale del debito in alcuni casi.
Nel Piano del Consumatore, ad esempio, il debitore può ottenere una riduzione significativa del debito. Il piano è basato sulla capacità economica del debitore e non richiede il consenso dei creditori. Un consumatore che ha contratto debiti per 100.000 euro, ad esempio, potrebbe riuscire a ridurre la cifra fino a 20.000 euro, pagando solo ciò che è ragionevolmente possibile in base al suo reddito. Questo tipo di risparmio è particolarmente vantaggioso per chi ha redditi stabili ma insufficienti a coprire l’intero ammontare dei debiti.
Nel caso dell’Accordo di Composizione della Crisi, il risparmio è ottenuto attraverso una negoziazione con i creditori, che possono accettare una riduzione del debito per evitare di perdere tutto. In media, i creditori possono accettare riduzioni tra il 50% e il 70% del debito totale, a condizione che il debitore dimostri la propria incapacità di pagare l’intero importo. Se i creditori che detengono almeno il 50% dei debiti accettano il piano, questo viene approvato dal giudice e tutti i creditori, anche quelli non d’accordo, devono rispettarlo. Il risparmio per il debitore può quindi essere notevole, soprattutto se il piano viene esteso su un periodo di pagamento più lungo.
La Liquidazione Controllata del Patrimonio permette di liquidare i beni del debitore per pagare i creditori. Il risparmio in questo caso dipende dal valore dei beni del debitore. Se i beni non sono sufficienti a coprire l’intero ammontare del debito, la parte rimanente del debito può essere cancellata. In questo modo, un debitore che possiede un immobile dal valore inferiore al debito potrebbe vedere il resto delle sue obbligazioni finanziarie estinte dopo la liquidazione dei beni, ottenendo così un risparmio sostanziale.
L’Esdebitazione dell’Incapiente è forse la procedura che porta al risparmio più drastico, in quanto prevede la cancellazione totale dei debiti per chi non ha alcuna risorsa da liquidare. In questo caso, il debitore non è tenuto a pagare nulla ai creditori, a meno che non migliori la propria situazione economica nei quattro anni successivi. In tal caso, sarà tenuto a pagare solo una parte del debito, solitamente almeno il 10% del totale. Questo tipo di risparmio è pensato per chi si trova in condizioni di assoluta difficoltà economica e non ha alcun modo di rimborsare i creditori.
Riassunto per punti:
- Nel Piano del Consumatore, il risparmio può arrivare fino all’80%, in base alla capacità di pagamento del debitore.
- Con l’Accordo di Composizione della Crisi, il risparmio può variare dal 50% al 70%, in base all’accordo raggiunto con i creditori.
- Nella Liquidazione Controllata del Patrimonio, il risparmio dipende dal valore dei beni; i debiti residui non coperti dalla liquidazione possono essere cancellati.
- L’Esdebitazione dell’Incapiente consente la cancellazione totale del debito per chi non ha risorse, con l’obbligo di risarcire parzialmente i creditori in caso di miglioramento economico.
Quali sono i costi del sovraindebitamento?
I costi per accedere alle procedure di sovraindebitamento variano in base alla complessità del caso e alla procedura scelta. Tali costi includono principalmente il compenso dell’Organismo di Composizione della Crisi (OCC), le spese legali, e altre eventuali spese legate alla gestione del caso. Questi costi sono necessari per avviare la procedura e per garantire il supporto tecnico e legale richiesto lungo tutto il processo.
Per l’Esdebitazione dell’incapiente, il costo minimo è di circa 1.000 euro, una cifra che copre i servizi dell’OCC, l’organismo che ha il compito di assistere il debitore nella presentazione della domanda e nella gestione del piano di risoluzione del debito. In aggiunta ai 1.000 euro, il debitore potrebbe dover coprire oneri di legge e altre spese amministrative.
Per tutte le altre procedure di sovraindebitamento, il costo totale aumenta leggermente. In genere, il compenso complessivo per l’OCC può aggirarsi intorno ai 2.000 euro. Al momento della presentazione della domanda, il debitore è tenuto a pagare:
- 244,00 euro (IVA inclusa) se si tratta di un consumatore.
- 366,00 euro (IVA inclusa) se non si tratta di un consumatore.
Questi costi coprono solo il servizio base dell’OCC. A seconda della complessità del caso, potrebbero essere richiesti ulteriori costi, come quelli per la nomina di consulenti o ausiliari tecnici. Inoltre, è possibile che l’OCC applichi agevolazioni, come il 40% di sconto sui compensi per i casi più complessi o per chi dimostra difficoltà economiche.
Gli onorari degli avvocati rappresentano un ulteriore costo. La parcella di un avvocato per la gestione di una procedura di sovraindebitamento può variare tra i 2.000 e i 12.000 euro, a seconda dell’entità del lavoro richiesto e della durata della procedura.
Alcuni OCC offrono modalità di pagamento rateizzate, suddividendo il compenso in più tranches:
- Un acconto del 30% al momento dell’accettazione del preventivo.
- Un secondo acconto del 20% prima del deposito del piano presso il tribunale.
- Il restante 50% sarà versato alla conclusione della procedura.
Riassunto per punti:
- L’Esdebitazione dell’incapiente ha un costo minimo di circa 1.000 euro per l’OCC.
- Le altre procedure richiedono un compenso complessivo di circa 2.000 euro per l’OCC, più le spese amministrative (244,00 o 366,00 euro a seconda del caso).
- Gli onorari degli avvocati variano tra 2.000 e 12.000 euro, a seconda della complessità della procedura.
- L’OCC può applicare agevolazioni economiche, come sconti del 40%, e offrire piani di pagamento rateizzati.
Quali debiti rientrano nel sovraindebitamento?
I debiti che rientrano nelle procedure di sovraindebitamento coprono una vasta gamma di obbligazioni finanziarie, con l’obiettivo di aiutare i soggetti non fallibili a ristrutturare o estinguere i propri debiti in modo sostenibile. La normativa sul sovraindebitamento consente di includere i seguenti tipi di debiti:
- Mutui e finanziamenti bancari: I debiti derivanti da mutui immobiliari o prestiti personali concessi da banche possono essere inclusi nelle procedure. Questo è uno degli strumenti principali per i debitori che non riescono più a sostenere il pagamento delle rate del mutuo.
- Prestiti con finanziarie o al consumo: Oltre ai mutui, anche i debiti contratti con finanziarie per l’acquisto di beni o servizi di consumo, come elettrodomestici o automobili, possono essere inclusi. Anche i debiti derivanti da carte di credito o linee di credito rientrano tra quelli ammessi.
- Debiti verso fornitori: Per piccoli imprenditori e professionisti, è possibile includere i debiti accumulati nei confronti dei fornitori di beni o servizi. Questa opzione è spesso utilizzata da chi gestisce attività commerciali o professionali in difficoltà finanziaria.
- Spese di condominio: I debiti legati alle spese condominiali, come i contributi per la manutenzione ordinaria o straordinaria degli immobili, possono essere inclusi nella procedura. Questo tipo di debito è comune tra i proprietari di immobili residenziali che vivono in condominio.
- Multe e tasse: Le multe amministrative, come quelle per violazioni del codice della strada, o le tasse non pagate, come le imposte locali, possono essere inserite nelle procedure di sovraindebitamento. Tuttavia, debiti derivanti da violazioni penali non possono essere inclusi.
- Cessione del quinto dello stipendio o della pensione: Se il debitore ha contratto un prestito tramite cessione del quinto dello stipendio o della pensione e non è più in grado di sostenere le rate, anche questi debiti possono essere inclusi.
Tuttavia, ci sono alcune tipologie di debiti che non possono essere estinti o ridotti tramite le procedure di sovraindebitamento. Tra questi, i debiti alimentari, come quelli dovuti per il mantenimento di figli o ex-coniugi, e i debiti penali, cioè quelli derivanti da reati o sentenze penali, non possono essere cancellati o ristrutturati.
Riassunto per punti:
- Mutui e finanziamenti bancari possono essere inclusi nelle procedure.
- I prestiti al consumo e con finanziarie sono ammissibili.
- I debiti verso fornitori, comuni per imprenditori e professionisti, rientrano nelle procedure.
- Le spese condominiali arretrate possono essere incluse.
- Multe e tasse amministrative, ma non penali, sono ammissibili.
- I debiti derivanti dalla cessione del quinto dello stipendio o pensione sono inclusi.
- Debiti alimentari e debiti penali non possono essere inclusi.
Chi può accedere alle procedure di sovraindebitamento?
I debiti che rientrano nelle procedure di sovraindebitamento coprono una vasta gamma di obbligazioni finanziarie, con l’obiettivo di aiutare i soggetti non fallibili a ristrutturare o estinguere i propri debiti in modo sostenibile. La normativa sul sovraindebitamento consente di includere i seguenti tipi di debiti:
- Mutui e finanziamenti bancari: I debiti derivanti da mutui immobiliari o prestiti personali concessi da banche possono essere inclusi nelle procedure. Questo è uno degli strumenti principali per i debitori che non riescono più a sostenere il pagamento delle rate del mutuo.
- Prestiti con finanziarie o al consumo: Oltre ai mutui, anche i debiti contratti con finanziarie per l’acquisto di beni o servizi di consumo, come elettrodomestici o automobili, possono essere inclusi. Anche i debiti derivanti da carte di credito o linee di credito rientrano tra quelli ammessi.
- Debiti verso fornitori: Per piccoli imprenditori e professionisti, è possibile includere i debiti accumulati nei confronti dei fornitori di beni o servizi. Questa opzione è spesso utilizzata da chi gestisce attività commerciali o professionali in difficoltà finanziaria.
- Spese di condominio: I debiti legati alle spese condominiali, come i contributi per la manutenzione ordinaria o straordinaria degli immobili, possono essere inclusi nella procedura. Questo tipo di debito è comune tra i proprietari di immobili residenziali che vivono in condominio.
- Multe e tasse: Le multe amministrative, come quelle per violazioni del codice della strada, o le tasse non pagate, come le imposte locali, possono essere inserite nelle procedure di sovraindebitamento. Tuttavia, debiti derivanti da violazioni penali non possono essere inclusi.
- Cessione del quinto dello stipendio o della pensione: Se il debitore ha contratto un prestito tramite cessione del quinto dello stipendio o della pensione e non è più in grado di sostenere le rate, anche questi debiti possono essere inclusi.
Tuttavia, ci sono alcune tipologie di debiti che non possono essere estinti o ridotti tramite le procedure di sovraindebitamento. Tra questi, i debiti alimentari, come quelli dovuti per il mantenimento di figli o ex-coniugi, e i debiti penali, cioè quelli derivanti da reati o sentenze penali, non possono essere cancellati o ristrutturati.
Riassunto per punti:
- Mutui e finanziamenti bancari possono essere inclusi nelle procedure.
- I prestiti al consumo e con finanziarie sono ammissibili.
- I debiti verso fornitori, comuni per imprenditori e professionisti, rientrano nelle procedure.
- Le spese condominiali arretrate possono essere incluse.
- Multe e tasse amministrative, ma non penali, sono ammissibili.
- I debiti derivanti dalla cessione del quinto dello stipendio o pensione sono inclusi.
- Debiti alimentari e debiti penali non possono essere inclusi.
Come funziona il piano del consumatore?
Il piano del consumatore è una delle procedure previste dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza per gestire il sovraindebitamento, rivolto esclusivamente ai consumatori, cioè a persone fisiche che non esercitano attività imprenditoriali o professionali. Questo strumento consente di ristrutturare i debiti in modo sostenibile, basandosi sulla reale capacità economica del debitore. A differenza dell’Accordo di Composizione della Crisi, il piano del consumatore non richiede il consenso dei creditori: è sufficiente l’approvazione del giudice.
Il funzionamento del piano del consumatore inizia con la presentazione di una domanda al tribunale competente, assistiti dall’Organismo di Composizione della Crisi (OCC). Il debitore deve fornire una documentazione dettagliata della sua situazione economica, inclusi i debiti contratti, le risorse disponibili, e le spese necessarie per vivere dignitosamente. In questa fase, è fondamentale dimostrare la propria meritevolezza, ovvero che i debiti non sono stati contratti con dolo o colpa grave. Se il giudice ritiene che il debitore sia meritevole, può approvare il piano anche senza il consenso dei creditori.
Una volta approvato, il piano del consumatore prevede che il debitore paghi solo quanto è nelle sue reali possibilità economiche, per un periodo di tempo stabilito dal piano stesso. Il giudice può quindi ridurre o cancellare parte dei debiti, a seconda della situazione finanziaria del debitore. Ad esempio, un debito di 100.000 euro potrebbe essere ridotto a 20.000 euro, con un piano di pagamento basato sul reddito del debitore. Durante l’esecuzione del piano, i creditori non possono avviare azioni esecutive come pignoramenti o sequestri di beni, il che offre al debitore una certa protezione e serenità.
Il piano del consumatore è pensato per chi, a causa di eventi imprevisti come la perdita del lavoro o spese mediche elevate, non riesce più a far fronte ai propri debiti, ma vuole comunque tentare di risolvere la situazione senza perdere i beni fondamentali per il proprio sostentamento. La durata della procedura varia in base al piano approvato, ma generalmente non supera i 5 anni.
Riassunto per punti:
- Il piano del consumatore è rivolto ai privati cittadini non imprenditori.
- Non richiede il consenso dei creditori, ma solo l’approvazione del giudice.
- Il debitore deve dimostrare la meritevolezza (assenza di dolo o colpa grave).
- Il giudice approva un piano di pagamento basato sulle reali capacità economiche del debitore.
- Il piano può prevedere una riduzione o cancellazione del debito.
- Durante l’esecuzione del piano, i creditori non possono avviare azioni esecutive.
- La durata della procedura è generalmente fino a 5 anni.
Esempi di risparmio con il sovraindebitamento
Gli esempi di risparmio ottenuti attraverso le procedure di sovraindebitamento possono variare in base alla tipologia di debiti, alla situazione economica del debitore e alla procedura scelta. Di seguito vengono presentati alcuni esempi pratici per illustrare come il sovraindebitamento possa portare a significativi risparmi o a una completa estinzione del debito.
In un caso di Piano del Consumatore, un soggetto con un debito di 100.000 euro e un reddito mensile di 1.500 euro può proporre al giudice un piano di rientro che prevede il pagamento solo di quanto è nelle sue possibilità. Ad esempio, il giudice potrebbe approvare un piano di riduzione del debito fino a 30.000 euro, con rate mensili accessibili per il debitore. Questo significa che il debitore potrebbe risparmiare fino al 70% del debito originario, riducendo la sua esposizione da 100.000 euro a 30.000 euro e distribuendo il pagamento in un arco di tempo compatibile con il suo reddito.
Un altro esempio riguarda l’Accordo di Composizione della Crisi, utilizzato da piccoli imprenditori che hanno accumulato debiti verso fornitori e banche per un totale di 250.000 euro. In questo caso, l’imprenditore potrebbe negoziare un piano che preveda un pagamento del 50% del debito complessivo, ossia 125.000 euro, da restituire in più anni. Questo tipo di accordo offre ai creditori una soluzione più vantaggiosa rispetto alla possibilità di perdere tutto in caso di fallimento, mentre per il debitore si traduce in un risparmio del 50% del debito totale.
Nella procedura di Liquidazione Controllata del Patrimonio, un debitore che possiede beni immobili e altri asset può decidere di liquidare tali beni per coprire una parte del debito. Ad esempio, se il debito totale ammonta a 200.000 euro e il valore dei beni è di 120.000 euro, il debitore può ottenere la cancellazione del restante debito (80.000 euro) una volta liquidati i beni, risparmiando il 40% del debito complessivo.
Infine, nell’Esdebitazione dell’Incapiente, un debitore che non possiede alcun bene o risorse sufficienti per coprire i propri debiti potrebbe ottenere la cancellazione totale del debito. Un soggetto che ha accumulato 50.000 euro di debiti ma non ha né proprietà né redditi elevati potrebbe vedersi liberato completamente dalle sue obbligazioni, risparmiando il 100% del debito. Tuttavia, se nei quattro anni successivi l’esdebitazione la sua situazione economica migliora, il debitore sarà tenuto a pagare almeno il 10% dei debiti originali.
Riassunto per punti:
- Piano del Consumatore: Riduzione del debito fino al 70% con rate basate sul reddito.
- Accordo di Composizione della Crisi: Possibile riduzione del debito fino al 50% per piccoli imprenditori.
- Liquidazione Controllata del Patrimonio: Risparmio del debito residuo dopo la liquidazione dei beni (ad esempio, fino al 40%).
- Esdebitazione dell’Incapiente: Cancellazione totale del debito, con obbligo di risarcire almeno il 10% se la situazione economica migliora entro 4 anni.
Quanto dura una nprocedura di sovraindebitamento?
La durata di una procedura di sovraindebitamento varia in base alla complessità del caso e al tipo di procedura attivata. Non esiste un tempo fisso per la conclusione della procedura, poiché ogni caso viene valutato singolarmente in base alla situazione finanziaria del debitore, alla tipologia di debito e alla collaborazione con i creditori.
Nel Piano del Consumatore, la durata della procedura dipende dall’approvazione del piano da parte del giudice e dal tempo necessario per il debitore a completare i pagamenti previsti dal piano stesso. Solitamente, il piano può durare dai 3 ai 5 anni, periodo in cui il debitore deve seguire le disposizioni del tribunale per estinguere il debito in base alle sue capacità economiche.
L’Accordo di Composizione della Crisi può richiedere tempi simili al Piano del Consumatore, con una durata che si estende per alcuni anni, generalmente tra 2 e 4 anni. Tuttavia, il tempo per arrivare all’accordo con i creditori può essere più lungo, poiché richiede negoziazioni preliminari per ottenere il consenso di almeno il 50% dei creditori coinvolti.
La Liquidazione Controllata del Patrimonio può avere una durata più lunga rispetto alle altre procedure, poiché il tempo necessario per liquidare i beni del debitore può variare notevolmente. La procedura di liquidazione può durare da 3 a 5 anni, ma in alcuni casi può prolungarsi ulteriormente se la liquidazione dei beni risulta complessa o se il mercato non permette di vendere i beni in tempi rapidi.
Infine, l’Esdebitazione dell’Incapiente può essere relativamente più breve per la fase iniziale, che termina con la cancellazione del debito, ma prevede un periodo di 4 anni in cui il debitore è tenuto a comunicare eventuali miglioramenti economici. Se entro questi 4 anni il debitore acquisisce nuove risorse, sarà tenuto a risarcire una parte dei debiti fino ad almeno il 10%.
In generale, la procedura potrebbe richiedere alcuni mesi solo per avviare la domanda e ottenere l’approvazione iniziale del giudice. Una volta avviata, la durata complessiva può variare da 2 a 5 anni a seconda della complessità del piano di rientro o della liquidazione dei beni.
Riassunto per punti:
- Piano del Consumatore: generalmente dai 3 ai 5 anni.
- Accordo di Composizione della Crisi: tra 2 e 4 anni, con possibili tempi più lunghi per negoziare con i creditori.
- Liquidazione Controllata del Patrimonio: dai 3 ai 5 anni, ma può variare a seconda del tempo necessario per vendere i beni.
- Esdebitazione dell’Incapiente: cancellazione immediata del debito, con un periodo di controllo di 4 anni per eventuali miglioramenti economici.
Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Procedure di Sovraindebitamento
Affrontare una procedura di sovraindebitamento rappresenta un passo cruciale per coloro che si trovano in una situazione di crisi finanziaria, in cui la sostenibilità economica è ormai compromessa. La normativa italiana, attraverso il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, offre soluzioni concrete e legalmente protette per aiutare individui, famiglie e piccole imprese a uscire da un circolo vizioso di debiti e recuperare una stabilità economica. Tuttavia, è importante sottolineare che queste procedure, per quanto accessibili, richiedono un livello elevato di precisione tecnica e una conoscenza approfondita della legge. Proprio per questo motivo, è fondamentale avere a fianco un avvocato esperto in procedure di sovraindebitamento, che possa guidare il debitore attraverso i passaggi complessi del processo.
Il ruolo di un avvocato specializzato non è semplicemente quello di assistere nella compilazione della documentazione necessaria per presentare la domanda al tribunale. Al contrario, l’avvocato è una figura chiave in ogni fase della procedura, dal momento in cui viene valutata la situazione economica del debitore fino alla negoziazione con i creditori e all’approvazione finale del piano. Senza un’adeguata assistenza legale, il rischio di commettere errori formali o di non rispettare i requisiti previsti dalla legge aumenta notevolmente. Un errore anche apparentemente banale può compromettere l’intera procedura, portando a una rigetto della domanda e all’impossibilità di accedere alle agevolazioni offerte dal Codice della Crisi.
Una delle principali ragioni per cui è essenziale avere un avvocato esperto è la necessità di dimostrare la meritevolezza del debitore. In particolare, nel Piano del Consumatore, il giudice deve accertarsi che il debitore non abbia contratto i suoi debiti con dolo o colpa grave. Questa valutazione non è sempre semplice e può richiedere un’analisi accurata di tutte le circostanze che hanno portato alla situazione di sovraindebitamento. Un avvocato con esperienza in questo campo è in grado di presentare la documentazione in modo adeguato, fornendo al giudice tutte le informazioni necessarie per prendere una decisione favorevole.
Inoltre, nelle procedure di sovraindebitamento, soprattutto nell’Accordo di Composizione della Crisi, la negoziazione con i creditori è una fase delicata e complessa. Un avvocato specializzato può mediare tra le parti, cercando di ottenere il consenso dei creditori per un piano di rientro che sia sostenibile per il debitore, ma che allo stesso tempo soddisfi le esigenze di chi ha avanzato le pretese. Senza un avvocato che comprenda i dettagli legali e finanziari di tali trattative, il rischio è che il piano venga respinto o che i creditori presentino opposizioni che potrebbero allungare notevolmente i tempi della procedura.
Un altro aspetto fondamentale che richiede l’assistenza di un legale è la preparazione e la gestione della documentazione. Ogni procedura di sovraindebitamento prevede la raccolta e la presentazione di un’enorme mole di documenti che riguardano la situazione patrimoniale e finanziaria del debitore. Questo include dichiarazioni dei redditi, visure catastali, contratti di finanziamento, e così via. La corretta redazione di questo materiale è essenziale per garantire che la domanda venga accolta senza ritardi o problemi. Un avvocato con esperienza in sovraindebitamento sa quali documenti sono necessari e come presentarli al tribunale in modo tale da evitare eventuali problemi.
La complessità delle leggi sul sovraindebitamento rende inoltre indispensabile il supporto di un avvocato per interpretare correttamente le disposizioni del Codice della Crisi. Le normative sono in costante evoluzione e solo un professionista del settore è in grado di rimanere aggiornato sui cambiamenti legislativi che possono influenzare l’esito di una procedura. Ad esempio, le nuove disposizioni sull’esdebitazione dell’incapiente rappresentano una novità che richiede competenze specifiche per essere applicata correttamente. Un avvocato aggiornato può consigliare il debitore sulla procedura più adatta alla sua situazione e assicurarne la corretta esecuzione.
Un’altra area in cui un avvocato esperto può fare la differenza è la tutela contro le azioni esecutive. Durante la procedura di sovraindebitamento, i creditori non possono procedere con azioni di pignoramento o aste giudiziarie, ma per garantire che questo avvenga, è necessario che tutte le procedure siano avviate correttamente. Un avvocato può vigilare che i diritti del debitore siano rispettati, intervenendo prontamente in caso di azioni illegittime da parte dei creditori.
Non bisogna dimenticare, infine, che il costo iniziale di un avvocato specializzato viene spesso ammortizzato dai benefici che il debitore ottiene alla fine della procedura. Il risparmio ottenuto attraverso la riduzione del debito o la cancellazione delle obbligazioni può superare di gran lunga le spese legali sostenute per avviare la procedura. In molti casi, la presenza di un legale qualificato ha fatto la differenza tra il successo e il fallimento di un tentativo di sovraindebitamento.
Avere a fianco un avvocato esperto in sovraindebitamento non è solo una scelta consigliata, ma è spesso una necessità per chi desidera affrontare la procedura con la massima sicurezza e competenza. Oltre a garantire che tutti i passaggi vengano eseguiti correttamente, un avvocato offre una protezione indispensabile contro i rischi di errori formali, lungaggini procedurali, o opposizioni da parte dei creditori. L’obiettivo finale è quello di fornire al debitore una reale seconda possibilità, permettendogli di riprendere il controllo della propria situazione finanziaria e di costruire un futuro libero da debiti insostenibili.
In tal senso, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).
Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).
Perciò se hai bisogno di un avvocato esperto in pratiche di sovraindebitamento, qui di seguito trovi tutti i nostri contatti per un aiuto rapido e sicuro.