Come Si Attiva La Procedura Di Sovraindebitamento?

La procedura di sovraindebitamento è una soluzione prevista dalla legge italiana per aiutare individui, famiglie e piccole imprese a superare gravi difficoltà economiche che rendono impossibile il pagamento dei propri debiti. Introdotta inizialmente dalla Legge 3 del 2012 e poi integrata nel Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, questa procedura offre un’opportunità legale per ridurre o cancellare i debiti, attraverso piani di rientro o la liquidazione controllata dei beni. Tuttavia, attivare la procedura richiede di seguire una serie di passaggi legali ben precisi.

In questo articolo di Studio Monardo, gli avvocati specializzati in procedure di sovraindebitamento, analizzeremo nel dettaglio come si attiva la procedura di sovraindebitamento, rispondendo a numerose domande pratiche e fornendo esempi concreti e riferimenti normativi.

Chi può accedere alla procedura di sovraindebitamento?

La procedura di sovraindebitamento, prevista dalla normativa italiana, è accessibile a diverse categorie di soggetti che si trovano in una condizione di grave crisi economica e che non possono più adempiere ai propri debiti in modo continuativo. Questi soggetti devono soddisfare specifici requisiti per poter accedere a una delle soluzioni offerte dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza.

Il primo gruppo di persone che può accedere a questa procedura è rappresentato dai consumatori privati. Si tratta di persone fisiche che hanno contratto debiti legati alla sfera personale e familiare, come mutui, finanziamenti, spese mediche o debiti al consumo. I consumatori privati sono ammessi alla procedura di sovraindebitamento se non svolgono attività imprenditoriali o professionali, poiché tali attività li escluderebbero da questa categoria. È importante che il consumatore possa dimostrare la propria meritevolezza, ossia di non aver contratto i debiti con dolo o colpa grave. Il giudice esamina questa meritevolezza prima di approvare la domanda, basandosi su elementi concreti come la gestione delle finanze, eventuali comportamenti fraudolenti, e le cause che hanno portato alla crisi finanziaria.

Un’altra categoria ammessa alla procedura di sovraindebitamento è quella dei piccoli imprenditori, i quali, secondo la legge, sono imprenditori individuali o aziende che non raggiungono i criteri dimensionali per essere soggetti alla legge fallimentare. Rientrano in questa categoria gli artigiani, i commercianti con poche risorse e i piccoli imprenditori agricoli. Questi soggetti possono accedere alla procedura di sovraindebitamento per ottenere una ristrutturazione dei debiti o, nei casi più gravi, una liquidazione controllata dei beni. Anche per loro, è necessario dimostrare che il sovraindebitamento non è stato causato da dolo o cattiva gestione finanziaria.

I professionisti e i lavoratori autonomi sono anch’essi inclusi tra i soggetti che possono avvalersi di questa procedura. Questa categoria comprende individui come avvocati, medici, architetti, e altre figure professionali che, pur non essendo piccoli imprenditori, possono aver accumulato debiti rilevanti a causa della loro attività professionale. La possibilità di accedere alla procedura offre loro un’opportunità di riorganizzare i debiti o, in alcuni casi, di ottenere una cancellazione parziale o totale degli stessi, in funzione della loro capacità economica e patrimoniale.

Le imprese agricole sono un altro gruppo specifico che può beneficiare della normativa sul sovraindebitamento. Queste imprese, anche se formalmente esercitano attività imprenditoriale, non sono soggette alle norme fallimentari per la loro natura peculiare e per il tipo di attività che svolgono, spesso condizionate da fattori esterni come il clima o i mercati agricoli. Le imprese agricole che non riescono a far fronte ai loro debiti possono quindi richiedere l’accesso alla procedura di sovraindebitamento per ristrutturare i propri debiti o liquidare parte dei beni agricoli.

Inoltre, gli enti non commerciali, come le associazioni no profit e le cooperative sociali, possono accedere alla procedura di sovraindebitamento se accumulano debiti durante lo svolgimento della loro attività. Pur non essendo soggetti fallibili, questi enti possono trovarsi in difficoltà economica e la procedura di sovraindebitamento offre loro una via d’uscita.

Un aspetto centrale dell’accesso alla procedura di sovraindebitamento è la valutazione della meritevolezza. Indipendentemente dalla categoria di appartenenza, il debitore deve dimostrare di aver contratto i debiti senza dolo, frode o colpa grave. Il giudice verifica se la situazione di crisi è causata da eventi al di fuori del controllo del debitore, come una crisi economica generale, una malattia o la perdita improvvisa di reddito. Se, invece, il sovraindebitamento è causato da una gestione irresponsabile delle proprie risorse o da comportamenti fraudolenti, il giudice può rigettare la domanda, escludendo così il debitore dalla procedura.

Infine, per poter accedere alla procedura, i debiti contratti devono superare il patrimonio liquidabile del debitore, o il debitore deve trovarsi in una situazione in cui le sue entrate non sono sufficienti per adempiere ai propri obblighi finanziari in modo continuativo. Questo requisito è fondamentale, poiché dimostra che il debitore è realmente incapace di risolvere la propria situazione senza l’intervento delle procedure di sovraindebitamento.

Riassunto per punti:

  1. Consumatori privati: Persone fisiche con debiti personali, che non svolgono attività imprenditoriale o professionale.
  2. Piccoli imprenditori: Imprenditori e aziende di piccole dimensioni che non rientrano nella normativa fallimentare.
  3. Professionisti e lavoratori autonomi: Figure come medici, avvocati e altri professionisti che hanno contratto debiti legati alla loro attività.
  4. Imprese agricole: Aziende del settore agricolo, che non sono soggette alle regole fallimentari ordinarie.
  5. Enti non commerciali: Associazioni no profit e cooperative che hanno accumulato debiti durante lo svolgimento delle loro attività.
  6. Requisito della meritevolezza: Il debitore deve dimostrare di non aver contratto i debiti con dolo o colpa grave.
  7. Debiti superiori al patrimonio liquidabile: I debiti devono essere superiori al patrimonio liquidabile o al reddito disponibile del debitore.

Quali sono i requisiti per attivare la procedura?

Per attivare la procedura di sovraindebitamento in Italia, è necessario rispettare una serie di requisiti specifici previsti dalla legge. Questi requisiti sono stati delineati nel Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, che ha aggiornato la Legge 3/2012, fornendo un quadro normativo più ampio per aiutare i debitori in difficoltà. I principali requisiti per accedere a questa procedura includono la condizione di sovraindebitamento, la meritevolezza del debitore e la dimostrazione di incapacità economica a soddisfare i debiti.

Il primo requisito fondamentale è lo stato di sovraindebitamento. Il debitore deve trovarsi in una condizione di perdurante squilibrio tra le obbligazioni assunte e il patrimonio disponibile per farvi fronte. In altre parole, deve essere impossibile per il debitore pagare i propri debiti in modo regolare e continuativo. Non basta avere semplicemente difficoltà temporanee, ma il sovraindebitamento deve essere persistente e non facilmente risolvibile senza l’intervento delle procedure previste dalla legge.

Un altro requisito essenziale è la meritevolezza del debitore. Questo aspetto è centrale in tutte le procedure di sovraindebitamento. Il debitore deve dimostrare di non aver contratto i propri debiti con dolo o colpa grave. In altre parole, deve essere una persona che si trova in difficoltà finanziarie a causa di eventi esterni imprevedibili e non per una gestione irresponsabile delle proprie risorse economiche. Il giudice è tenuto a valutare con attenzione questo elemento, e se emerge che il debitore ha agito in malafede, può rigettare la richiesta di accesso alla procedura. Ad esempio, un debitore che ha accumulato debiti a causa di spese sconsiderate o comportamenti fraudolenti difficilmente sarà considerato meritevole.

Un ulteriore requisito riguarda la documentazione completa e dettagliata della situazione economica e patrimoniale del debitore. Prima di presentare la domanda, il debitore deve raccogliere tutta la documentazione relativa ai suoi debiti, alle sue fonti di reddito, e ai suoi beni. Questo include dichiarazioni dei redditi, estratti conto bancari, contratti di mutuo o prestito, eventuali visure catastali e altri documenti che dimostrano la sua situazione finanziaria. La raccolta accurata di questi documenti è essenziale per permettere all’Organismo di Composizione della Crisi (OCC) di predisporre un piano dettagliato da presentare al tribunale.

Per accedere alla procedura, è anche necessario che i debiti del soggetto superino il patrimonio liquidabile. Questo significa che il debitore deve dimostrare che, anche mettendo a disposizione i propri beni, non sarebbe comunque in grado di saldare i debiti. In alcune procedure, come la liquidazione controllata del patrimonio, i beni del debitore vengono utilizzati per soddisfare i creditori, ma se il valore dei beni non è sufficiente a coprire l’ammontare totale del debito, il debito residuo può essere cancellato.

Un altro requisito riguarda la competenza territoriale del tribunale. Il debitore deve presentare la domanda presso il tribunale del luogo in cui risiede o ha sede legale, nel caso di una piccola impresa o di un professionista. Questo aspetto è importante perché ogni tribunale ha una sezione dedicata alle procedure concorsuali, incaricata di esaminare le domande di sovraindebitamento.

Infine, il debitore deve dimostrare che ha tentato di negoziare con i creditori prima di ricorrere alla procedura giudiziale. Sebbene non sia obbligatorio che l’accordo con i creditori sia stato raggiunto, è importante che il debitore possa provare di aver cercato di trovare una soluzione extragiudiziale per ristrutturare il debito. Questo aspetto può influenzare positivamente la valutazione del giudice, in quanto dimostra la volontà del debitore di risolvere la propria crisi senza passare direttamente alla fase giudiziale.

Riassunto per punti:

  1. Il debitore deve trovarsi in uno stato di sovraindebitamento persistente, con l’incapacità di pagare i debiti in modo regolare.
  2. Il debitore deve essere meritevole, ossia non aver contratto i debiti con dolo o colpa grave.
  3. È necessaria la raccolta di una documentazione dettagliata che descriva la situazione finanziaria e patrimoniale del debitore.
  4. I debiti devono superare il patrimonio liquidabile del debitore, dimostrando che non può saldare le obbligazioni con i propri beni.
  5. La domanda deve essere presentata presso il tribunale competente in base al luogo di residenza o sede legale.
  6. Il debitore deve dimostrare di aver tentato di negoziare con i creditori prima di avviare la procedura di sovraindebitamento.

Quali sono le procedure disponibili?

Il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza prevede diverse procedure per la gestione del sovraindebitamento, ognuna pensata per rispondere a specifiche esigenze dei debitori. Le principali procedure disponibili sono quattro: il Piano del Consumatore, l’Accordo di Composizione della Crisi, la Liquidazione Controllata del Patrimonio e l’Esdebitazione dell’Incapiente. Queste soluzioni offrono ai debitori in difficoltà strumenti per risolvere situazioni di crisi finanziaria in modo legale e sostenibile.

La prima procedura è il Piano del Consumatore, che si rivolge esclusivamente ai consumatori privati, cioè a persone fisiche che hanno contratto debiti non legati ad attività imprenditoriali o professionali. Questa procedura consente al debitore di ristrutturare i propri debiti in base alla sua reale capacità economica, senza dover ottenere il consenso dei creditori. Il debitore deve dimostrare la propria meritevolezza, ossia che non ha contratto i debiti con dolo o colpa grave. Il giudice valuta il piano proposto, che può includere una riduzione significativa del debito, e decide se approvarlo. Una volta omologato, il piano diventa vincolante per tutti i creditori, i quali non possono avviare azioni esecutive durante l’esecuzione del piano.

La seconda procedura è l’Accordo di Composizione della Crisi, che si rivolge a piccoli imprenditori, professionisti e altri soggetti non fallibili. In questo caso, il debitore propone un accordo ai suoi creditori, che deve essere accettato da almeno il 60% di essi. Questo accordo prevede una ristrutturazione del debito, che può includere sia riduzioni che piani di pagamento più sostenibili. Anche in questa procedura, il giudice svolge un ruolo chiave nel valutare la meritevolezza del debitore e omologare l’accordo, che diventa vincolante per tutti i creditori una volta approvato. L’Accordo di Composizione della Crisi è particolarmente utile per imprenditori che vogliono evitare la liquidazione dei propri beni e continuare l’attività, preservando l’azienda.

La terza procedura è la Liquidazione Controllata del Patrimonio, che può essere richiesta da qualsiasi debitore, inclusi i consumatori e i piccoli imprenditori. In questo caso, il debitore mette a disposizione i suoi beni per soddisfare i creditori. I beni del debitore vengono liquidati (venduti) per coprire il debito, ma il debitore ha il diritto di mantenere i beni essenziali per una vita dignitosa, come l’abitazione principale o i mezzi necessari per il proprio lavoro. Se il valore dei beni non copre l’intero debito, il residuo può essere cancellato alla fine della procedura. Questa soluzione è adatta per chi non ha possibilità di rientrare dai debiti con il proprio reddito, ma possiede beni liquidabili.

L’ultima procedura disponibile è l’Esdebitazione dell’Incapiente, una soluzione estrema che permette la cancellazione totale dei debiti per i soggetti che non possiedono né beni né risorse sufficienti per pagare i creditori. Questa procedura è riservata a debitori che, pur essendo meritevoli, non hanno alcun modo di soddisfare i creditori. Tuttavia, se entro quattro anni dall’esdebitazione il debitore migliora la propria situazione economica (ad esempio attraverso un’eredità o un aumento di reddito), è obbligato a risarcire almeno il 10% del debito originario. Questa procedura offre una vera e propria “seconda possibilità” ai debitori in estrema difficoltà, che possono ripartire senza il peso dei debiti pregressi.

Riassunto per punti:

  1. Piano del Consumatore: Rivolto ai consumatori privati, consente di ristrutturare il debito in base alla capacità economica senza il consenso dei creditori.
  2. Accordo di Composizione della Crisi: Rivolto a piccoli imprenditori e professionisti, prevede la negoziazione con i creditori per una riduzione del debito.
  3. Liquidazione Controllata del Patrimonio: Il debitore mette a disposizione i suoi beni per soddisfare i creditori; il debito residuo può essere cancellato.
  4. Esdebitazione dell’Incapiente: Permette la cancellazione totale dei debiti per chi non ha beni o risorse sufficienti, con obbligo di risarcimento parziale se le condizioni economiche migliorano entro 4 anni.

Come si attiva la procedura?

Per attivare la procedura di sovraindebitamento, il debitore deve seguire una serie di passaggi chiave che vanno dalla raccolta della documentazione alla presentazione della domanda in tribunale. Questa procedura è volta a risolvere situazioni di crisi economica, ma per essere attivata correttamente, è necessario rispettare i requisiti stabiliti dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza. Ogni passo deve essere eseguito con cura, soprattutto per quanto riguarda la raccolta delle informazioni e la gestione dei contatti con gli organismi coinvolti.

Il primo passaggio per attivare la procedura di sovraindebitamento è la raccolta della documentazione che dimostri la situazione economica e finanziaria del debitore. Questa documentazione include:

  • Estratti conto bancari e patrimoniali.
  • Dichiarazioni dei redditi.
  • Contratti di mutuo, finanziamenti o prestiti.
  • Debiti verso fornitori, istituti finanziari o amministrazioni pubbliche.
  • Informazioni relative a immobili o beni posseduti.
    Tutti questi documenti sono fondamentali per delineare in modo completo la situazione del debitore, e senza di essi non è possibile procedere.

Dopo aver raccolto la documentazione, il debitore deve rivolgersi a un Organismo di Composizione della Crisi (OCC), il quale svolge un ruolo essenziale nella procedura. L’OCC è incaricato di verificare la veridicità dei dati forniti e assistere il debitore nella predisposizione di un piano di ristrutturazione dei debiti o di liquidazione del patrimonio. Questo organismo opera come intermediario tra il debitore e i creditori, e la sua approvazione è necessaria per avviare la procedura in tribunale.

Una volta che l’OCC ha verificato la situazione e predisposto il piano, si passa alla presentazione della domanda presso il tribunale competente. Il tribunale da cui dipende la procedura è quello del luogo di residenza del debitore, o, nel caso di una piccola impresa, della sede legale. La domanda deve includere il piano di rientro o di liquidazione, nonché tutti i documenti raccolti e verificati dall’OCC. In questa fase, è fondamentale che la domanda sia completa e correttamente formulata, poiché qualsiasi errore formale può rallentare il processo o comportare il rigetto della domanda.

Il giudice, una volta ricevuta la domanda, valuta la meritevolezza del debitore, ovvero se quest’ultimo abbia contratto i debiti senza dolo o colpa grave. Se il giudice ritiene che il debitore sia meritevole e che il piano proposto sia sostenibile, omologa la procedura e la approva. A questo punto, inizia l’esecuzione del piano, che può prevedere la ristrutturazione del debito con pagamenti ridotti o la liquidazione dei beni del debitore.

Durante l’esecuzione del piano, il debitore è protetto da eventuali azioni esecutive da parte dei creditori. Questo significa che non possono essere avviate procedure di pignoramento o di vendita forzata dei beni fino a quando il piano non è concluso, e il debitore ha la possibilità di recuperare una stabilità economica seguendo le condizioni stabilite dal giudice.

La procedura termina con la cancellazione dei debiti residui non coperti dal piano, o con la conclusione della liquidazione controllata del patrimonio. A questo punto, se il debitore ha rispettato tutte le condizioni, può essere dichiarato esdebitato, ovvero libero dai debiti rimasti.

Riassunto per punti:

  1. Raccolta della documentazione finanziaria (estratti conto, dichiarazioni dei redditi, contratti di mutuo).
  2. Contatto con l’Organismo di Composizione della Crisi (OCC) per la verifica dei dati e la predisposizione del piano.
  3. Presentazione della domanda al tribunale competente con tutta la documentazione raccolta.
  4. Valutazione della meritevolezza del debitore da parte del giudice.
  5. Omologazione del piano da parte del tribunale e protezione dalle azioni esecutive.
  6. Esecuzione del piano con ristrutturazione dei debiti o liquidazione dei beni.
  7. Cancellazione dei debiti residui o dichiarazione di esdebitazione al termine della procedura.

Quanto dura una procedura di sovraindebitamento?

La durata di una procedura di sovraindebitamento può variare significativamente in base a diversi fattori, tra cui la complessità del caso, il tipo di procedura scelta e la collaborazione del debitore e dei creditori. Non esiste una durata fissa per tutte le procedure, ma è possibile delineare delle tempistiche generali per ciascuna delle quattro procedure principali: il Piano del Consumatore, l’Accordo di Composizione della Crisi, la Liquidazione Controllata del Patrimonio e l’Esdebitazione dell’Incapiente.

La fase iniziale di raccolta della documentazione e verifica da parte dell’Organismo di Composizione della Crisi (OCC) può richiedere diversi mesi. Durante questa fase, il debitore deve raccogliere tutti i documenti necessari per dimostrare la propria situazione economica e patrimoniale. La durata di questa fase dipende dall’organizzazione del debitore e dalla complessità della sua situazione finanziaria. Una volta che l’OCC ha verificato la documentazione e predisposto il piano di rientro o di liquidazione, si può procedere con la presentazione della domanda in tribunale.

Una volta presentata la domanda, il tempo necessario affinché il tribunale approvi il piano varia. In genere, la fase giudiziale può richiedere da alcuni mesi a un anno. Durante questo periodo, il giudice esamina la situazione del debitore, valuta la sua meritevolezza e decide se omologare il piano. Se i creditori si oppongono alla proposta, il processo può allungarsi, poiché è necessario risolvere le controversie prima di procedere.

Nel Piano del Consumatore, una volta che il piano è omologato, la durata dell’esecuzione può variare dai 3 ai 5 anni, a seconda del piano di pagamento stabilito. Il debitore deve seguire le condizioni stabilite dal giudice per rientrare dal debito, solitamente con pagamenti rateali che vengono distribuiti su più anni. Durante questo periodo, il debitore è protetto dalle azioni esecutive dei creditori.

Per l’Accordo di Composizione della Crisi, la durata dell’intero processo è simile a quella del Piano del Consumatore, ma dipende in parte dalle negoziazioni con i creditori. Una volta raggiunto l’accordo con almeno il 60% dei creditori e omologato dal giudice, il piano può essere eseguito in un periodo che varia dai 2 ai 5 anni, in base alle condizioni stabilite per il rimborso del debito.

La Liquidazione Controllata del Patrimonio tende a essere una procedura più lunga, poiché richiede il tempo necessario per la vendita dei beni del debitore. In questo caso, la durata può oscillare tra i 3 e i 5 anni, ma in alcuni casi può essere estesa se la vendita dei beni richiede più tempo del previsto o se i beni non trovano facilmente acquirenti. Alla fine del processo, eventuali debiti residui che non sono stati soddisfatti dalla liquidazione dei beni possono essere cancellati.

L’Esdebitazione dell’Incapiente può concludersi relativamente più velocemente nella sua fase iniziale, poiché non implica il pagamento dei debiti o la liquidazione dei beni. Una volta che il giudice ha verificato l’incapienza del debitore e omologato la procedura, il debito può essere cancellato immediatamente. Tuttavia, esiste un periodo di 4 anni durante il quale il debitore è obbligato a comunicare eventuali miglioramenti della propria situazione economica. Se in questo arco di tempo il debitore acquisisce risorse economiche (ad esempio, tramite eredità o un miglioramento del reddito), è tenuto a risarcire i creditori per almeno il 10% del debito originario.

In generale, l’intera procedura, dall’inizio alla conclusione, può richiedere un periodo che varia dai 2 ai 5 anni, a seconda del tipo di procedura, della complessità del caso e del numero di creditori coinvolti. È importante sottolineare che la procedura non si conclude immediatamente con l’omologazione del piano, ma richiede un periodo di esecuzione durante il quale il debitore deve rispettare le condizioni stabilite dal tribunale.

Riassunto per punti:

  1. Fase preliminare di raccolta documenti: può durare diversi mesi, in base alla complessità del caso.
  2. Fase giudiziale: dai mesi a un anno, a seconda della complessità e delle opposizioni dei creditori.
  3. Piano del Consumatore: dai 3 ai 5 anni, per eseguire il piano di pagamento stabilito dal tribunale.
  4. Accordo di Composizione della Crisi: dai 2 ai 5 anni, a seconda dell’accordo con i creditori.
  5. Liquidazione Controllata del Patrimonio: dai 3 ai 5 anni, con possibilità di estensione in caso di difficoltà nella vendita dei beni.
  6. Esdebitazione dell’Incapiente: la fase iniziale è rapida, ma il debitore ha l’obbligo di dichiarare miglioramenti economici per 4 anni.

Cosa succede dopo l’approvazione del piano?

Dopo l’approvazione del piano di sovraindebitamento da parte del giudice, inizia la fase di esecuzione del piano stesso, durante la quale il debitore deve seguire rigorosamente le disposizioni stabilite. A seconda del tipo di procedura approvata (Piano del Consumatore, Accordo di Composizione della Crisi o Liquidazione Controllata del Patrimonio), i dettagli della fase esecutiva variano, ma ci sono alcuni aspetti comuni che caratterizzano questa fase post-approvazione.

Il primo effetto immediato dell’approvazione del piano è la protezione del debitore dalle azioni esecutive. Una volta che il giudice omologa il piano, i creditori non possono più avviare o proseguire azioni come pignoramenti, sequestri o aste dei beni del debitore. Questa protezione permette al debitore di eseguire il piano con una maggiore serenità e senza il rischio di perdere ulteriori beni durante il periodo di esecuzione.

Nel caso del Piano del Consumatore, il debitore deve rispettare il piano di pagamento stabilito dal tribunale. Questo piano prevede generalmente il pagamento di rate mensili in base alla capacità economica del debitore, e può avere una durata che varia dai 3 ai 5 anni. Durante questo periodo, il debitore è obbligato a versare le somme stabilite puntualmente, senza ritardi. Se il debitore rispetta tutte le condizioni del piano, alla fine del periodo, i debiti non pagati vengono cancellati. Se invece il debitore non riesce a rispettare le scadenze o le condizioni stabilite, il giudice potrebbe revocare la procedura e ripristinare le azioni esecutive da parte dei creditori.

Nell’Accordo di Composizione della Crisi, il debitore deve seguire il piano di rientro negoziato con i creditori e approvato dal giudice. Anche qui, è fondamentale che il debitore rispetti i termini concordati, sia in termini di importi che di tempistiche. L’accordo può prevedere riduzioni significative del debito, ma la condizione chiave è che il debitore soddisfi regolarmente le obbligazioni rimanenti. Alla fine del periodo previsto dall’accordo, se il debitore ha rispettato tutte le condizioni, i creditori non potranno più avanzare ulteriori richieste per la parte di debito rimanente.

Nella Liquidazione Controllata del Patrimonio, la fase successiva all’approvazione del piano prevede la vendita dei beni del debitore. Il giudice nomina un liquidatore, che si occupa di gestire la vendita dei beni secondo le modalità stabilite dal tribunale. I creditori vengono soddisfatti con il ricavato della vendita, e, una volta conclusa la liquidazione, eventuali debiti residui che non sono stati coperti dai proventi possono essere cancellati. Anche in questo caso, il debitore deve collaborare con il liquidatore e seguire tutte le indicazioni fornite dal tribunale per evitare problemi o rallentamenti nella procedura.

Nel caso dell’Esdebitazione dell’Incapiente, una volta approvata dal giudice, i debiti del debitore vengono cancellati immediatamente, senza la necessità di liquidare beni o pagare una parte dei debiti. Tuttavia, esiste un periodo di quattro anni durante il quale il debitore deve informare il tribunale di eventuali miglioramenti economici. Se, entro questo periodo, il debitore acquisisce nuove risorse economiche o patrimoniali, è tenuto a risarcire i creditori per una parte del debito, solitamente almeno il 10% del debito originario.

Durante tutto il periodo di esecuzione del piano, il debitore deve mantenere uno stretto controllo delle proprie finanze e rispettare le condizioni stabilite dal giudice. È possibile che il giudice o l’Organismo di Composizione della Crisi (OCC) richiedano aggiornamenti periodici sulla situazione economica del debitore per verificare che le condizioni iniziali siano ancora valide e che il piano venga eseguito correttamente.

Riassunto per punti:

  1. Protezione dalle azioni esecutive: Dopo l’omologazione, i creditori non possono avviare pignoramenti o sequestri.
  2. Piano del Consumatore: Il debitore deve rispettare le rate e le scadenze stabilite per un periodo che può durare dai 3 ai 5 anni.
  3. Accordo di Composizione della Crisi: Il debitore deve seguire il piano negoziato con i creditori, rispettando le condizioni concordate.
  4. Liquidazione Controllata del Patrimonio: I beni del debitore vengono venduti per soddisfare i creditori, e i debiti residui vengono cancellati una volta conclusa la liquidazione.
  5. Esdebitazione dell’Incapiente: I debiti vengono cancellati subito, ma il debitore deve segnalare eventuali miglioramenti economici entro 4 anni.
  6. Monitoraggio e aggiornamenti: Il debitore deve rispettare tutte le condizioni stabilite e potrebbe essere richiesto di fornire aggiornamenti periodici sul proprio stato economico.

Quali debiti possono essere inclusi nella procedura?

Nella procedura di sovraindebitamento, è possibile includere una vasta gamma di debiti, ma non tutti i tipi di debiti possono essere gestiti attraverso questa procedura. La legge italiana stabilisce che i debiti ammissibili devono essere di natura civile, commerciale o derivanti da obblighi finanziari privati. È fondamentale comprendere quali debiti possono essere inclusi per beneficiare della ristrutturazione o della cancellazione dei debiti offerta dalle varie procedure previste dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza.

Tra i principali debiti che possono essere inclusi troviamo:

  • Mutui e prestiti bancari: I debiti contratti con istituti di credito, come i mutui per l’acquisto della casa o i prestiti personali, possono essere inclusi nella procedura. Se il debitore non è in grado di continuare a pagare le rate del mutuo, il piano di rientro può prevedere una ristrutturazione del debito o, in alcuni casi, una cancellazione parziale.
  • Debiti con finanziarie o società di credito al consumo: Anche i prestiti ottenuti da finanziarie per l’acquisto di beni di consumo, come automobili o elettrodomestici, possono essere inclusi. Questi debiti possono essere rinegoziati attraverso le procedure di sovraindebitamento, con possibilità di ridurre l’importo da rimborsare.
  • Debiti verso fornitori: Per piccoli imprenditori e professionisti, i debiti verso fornitori di beni e servizi possono essere inclusi nella procedura. Questo permette di ristrutturare le esposizioni finanziarie derivanti dall’attività professionale o imprenditoriale, garantendo una maggiore sostenibilità nel tempo.
  • Spese di condominio: I debiti accumulati per il mancato pagamento delle spese condominiali possono essere inclusi. Questo è particolarmente importante per i proprietari di immobili che hanno difficoltà a far fronte ai costi condominiali e rischiano azioni legali da parte dell’amministratore di condominio.
  • Multe e tasse arretrate: Anche le multe amministrative e le tasse non pagate, come quelle comunali o provinciali, possono essere incluse nella procedura di sovraindebitamento. Tuttavia, non tutte le imposte possono essere gestite attraverso queste procedure: è possibile includere le imposte locali o le multe stradali, ma sono escluse le imposte derivanti da reati penali.
  • Cessione del quinto dello stipendio o della pensione: I debiti contratti attraverso la cessione del quinto, ovvero prestiti in cui una parte dello stipendio o della pensione viene trattenuta automaticamente per ripagare il debito, possono essere inclusi. Questa tipologia di debito è particolarmente diffusa tra i dipendenti pubblici e i pensionati, e può essere ristrutturata o ridotta.

Non tutti i debiti, però, possono essere inclusi nella procedura di sovraindebitamento. Tra quelli non ammissibili, ci sono:

  • Debiti alimentari: Gli obblighi derivanti da sentenze di mantenimento per figli o ex coniugi non possono essere inclusi nella procedura. Questi debiti, considerati prioritari dalla legge, devono essere onorati e non possono essere ristrutturati o cancellati.
  • Debiti derivanti da responsabilità penale: Le somme dovute in seguito a condanne penali o multe imposte a seguito di reati non possono essere incluse nella procedura. La legge esclude esplicitamente queste tipologie di debiti, considerandole obblighi che il debitore deve assolvere indipendentemente dalla propria situazione finanziaria.
  • Debiti fiscali di natura penale: Le imposte derivanti da frodi fiscali o altre irregolarità di natura penale non possono essere incluse nelle procedure di sovraindebitamento. Anche in questo caso, la legge stabilisce che queste obbligazioni non possono essere estinte o ridotte.

Riassunto per punti:

  1. Mutui e prestiti bancari: inclusi nella procedura per la ristrutturazione o cancellazione parziale.
  2. Prestiti al consumo e debiti con finanziarie: ammissibili e rinegoziabili.
  3. Debiti verso fornitori: inclusi per piccoli imprenditori e professionisti.
  4. Spese di condominio: possono essere gestite attraverso la procedura.
  5. Multe e tasse locali arretrate: ammissibili, ma escluse quelle di natura penale.
  6. Cessione del quinto: i debiti contratti con la cessione del quinto possono essere inclusi.
  7. Debiti alimentari: non inclusi, devono essere onorati in ogni caso.
  8. Debiti penali: derivanti da condanne penali o reati, non possono essere inclusi.

Quali sono i costi per una procedura di sovraindebitamento?

I costi per attivare e completare una procedura di sovraindebitamento possono variare in base alla complessità del caso, al tipo di procedura scelta e agli onorari richiesti dai professionisti coinvolti, come gli avvocati e l’Organismo di Composizione della Crisi (OCC). Di seguito esaminiamo i principali costi associati a questa procedura.

Il primo costo rilevante è il compenso dell’OCC (Organismo di Composizione della Crisi), un ente che gestisce la procedura e supporta il debitore nella predisposizione e gestione del piano di rientro o liquidazione del patrimonio. Il compenso dell’OCC varia in base alla procedura e al carico di lavoro, ma di solito è compreso tra 1.000 e 2.000 euro. Questo compenso copre le attività di verifica della documentazione, l’assistenza nella preparazione del piano e la gestione delle comunicazioni tra il debitore, i creditori e il tribunale.

Al momento della presentazione della domanda in tribunale, devono essere versate delle spese amministrative che variano a seconda della situazione del debitore:

  • 244,00 euro (IVA inclusa) se il richiedente è un consumatore privato.
  • 366,00 euro (IVA inclusa) se il richiedente non è un consumatore.

In aggiunta, l’OCC può applicare sconti o agevolazioni in casi di particolare difficoltà economica del debitore. Ad esempio, alcuni OCC prevedono una riduzione del 40% del compenso per i casi più complessi o quando il debitore dimostra una situazione di indigenza.

Un altro costo significativo riguarda gli onorari degli avvocati. Sebbene non sia obbligatorio avere un avvocato per avviare la procedura di sovraindebitamento, è altamente consigliato rivolgersi a un legale specializzato per garantire che tutti i passaggi vengano eseguiti correttamente. Gli onorari di un avvocato possono variare, ma di norma oscillano tra 2.000 e 12.000 euro. La presenza di un avvocato esperto può essere determinante per evitare errori formali che potrebbero rallentare o compromettere l’intera procedura.

Infine, potrebbe essere necessario coprire altre spese aggiuntive, come i costi per la nomina di consulenti tecnici o perizie in caso di valutazione di beni immobili o altri asset. Questi costi possono variare a seconda della complessità della situazione economica del debitore.

Riassunto per punti:

  1. Compenso dell’OCC: varia tra 1.000 e 2.000 euro, con eventuali sconti o agevolazioni.
  2. Spese amministrative: 244,00 euro per consumatori e 366,00 euro per non consumatori.
  3. Onorari degli avvocati: mediamente tra 2.000 e 12.000 euro, a seconda del caso.
  4. Spese aggiuntive: possibili costi per consulenti tecnici o perizie.

I costi complessivi dipendono dalla complessità del caso e dalle risorse necessarie per gestire la procedura. Sebbene possano sembrare elevati, la procedura di sovraindebitamento spesso consente di ottenere una riduzione significativa o la cancellazione totale del debito, rappresentando quindi un’opportunità di risolvere una situazione di grave crisi finanziaria.

Esempi di casi reali

Ecco alcuni esempi concreti di come la procedura di sovraindebitamento possa aiutare a risolvere situazioni di grave difficoltà economica:

  1. Famiglia con debiti di mutuo: Una famiglia con un mutuo di 150.000 euro e un reddito mensile di 2.000 euro ha richiesto un piano del consumatore. Il giudice ha approvato una riduzione del debito a 50.000 euro, con rate mensili di 500 euro per 5 anni. Il risparmio ottenuto è stato di 100.000 euro.
  2. Piccolo imprenditore: Un imprenditore con debiti verso fornitori e banche per un totale di 300.000 euro ha scelto l’accordo di composizione della crisi. Dopo aver negoziato con i creditori, è riuscito a ottenere una riduzione del debito del 50%, pagando solo 150.000 euro in 10 anni.
  3. Debitore incapiente: Un individuo con debiti di 60.000 euro, ma senza beni da liquidare e con un reddito basso, ha ottenuto l’esdebitazione dell’incapiente. Il giudice ha cancellato tutti i debiti, permettendogli di ricominciare senza alcun obbligo finanziario residuo.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Pratiche Di Sovraindebitamento

La procedura di sovraindebitamento rappresenta uno strumento cruciale per i debitori in difficoltà che non riescono più a far fronte ai propri obblighi finanziari. In un contesto economico complesso, dove eventi imprevisti possono compromettere la stabilità finanziaria di individui e piccole imprese, questa procedura offre una via di uscita legale e sostenibile. Tuttavia, il suo corretto utilizzo richiede una conoscenza approfondita delle normative e delle fasi procedurali, oltre a una comprensione accurata delle dinamiche che regolano i rapporti tra debitori, creditori e tribunali.

L’attivazione e la gestione di una procedura di sovraindebitamento sono operazioni complesse che implicano una serie di passaggi tecnici e formali, ognuno dei quali deve essere eseguito con precisione. Dalla raccolta della documentazione alla presentazione della domanda al tribunale, passando per la negoziazione con i creditori e la stesura del piano di rientro o liquidazione, ogni fase della procedura richiede competenze specifiche. La presenza di un avvocato esperto in pratiche di sovraindebitamento diventa quindi fondamentale per garantire che tutto il processo si svolga senza intoppi e nel rispetto delle normative vigenti.

In primo luogo, un avvocato specializzato è in grado di assistere il debitore nella raccolta e predisposizione della documentazione necessaria. La mancanza di documenti, errori nella compilazione o inesattezze nelle informazioni presentate possono compromettere la riuscita della procedura o portare a ritardi significativi. Un legale con esperienza nel settore sa esattamente quali documenti sono necessari, come devono essere presentati e come gestire eventuali mancanze o discrepanze. Questa fase preliminare, che potrebbe sembrare banale, è in realtà cruciale per la buona riuscita della procedura e richiede grande attenzione ai dettagli.

Inoltre, l’assistenza di un avvocato diventa indispensabile nella fase di presentazione della domanda al tribunale. La legge prevede che il debitore presenti una serie di documenti al giudice competente, compresi quelli elaborati dall’Organismo di Composizione della Crisi (OCC). La domanda deve essere formulata con precisione e deve includere un piano sostenibile che mostri al giudice la reale possibilità di recupero economico o la fattibilità della liquidazione del patrimonio. Un errore formale nella presentazione della domanda può rallentare o addirittura compromettere l’intera procedura, causando ulteriori problemi al debitore, già in una situazione di difficoltà. Un avvocato esperto è in grado di preparare la domanda in modo corretto, anticipando eventuali obiezioni e presentando un piano ben strutturato e fondato su basi solide.

Una delle fasi più delicate della procedura è la negoziazione con i creditori. Nei casi in cui la procedura prevede il coinvolgimento dei creditori, come nell’Accordo di Composizione della Crisi, è necessario ottenere il consenso di almeno il 60% dei creditori per procedere. Un avvocato con esperienza in sovraindebitamento può giocare un ruolo chiave nel mediare tra le parti, cercando un accordo che sia accettabile per entrambe le parti. La capacità di negoziare condizioni favorevoli, come una riduzione del debito o una ristrutturazione dei pagamenti più vantaggiosa, richiede competenze che solo un professionista del settore può offrire. Un debitore che tenta di affrontare da solo questa fase rischia di ottenere un accordo meno favorevole o di non riuscire a ottenere il consenso necessario.

Il supporto legale diventa ancora più rilevante nella fase di esecuzione del piano. Dopo l’approvazione del piano da parte del giudice, il debitore deve rispettare tutte le condizioni stabilite, che possono includere il pagamento di rate regolari, la vendita di beni o altre azioni specifiche. Qualsiasi violazione delle condizioni può comportare la revoca del piano e la riapertura delle azioni esecutive da parte dei creditori. Un avvocato può aiutare il debitore a monitorare la situazione, assicurandosi che tutte le scadenze e i requisiti vengano rispettati, evitando così problemi futuri. Inoltre, l’avvocato può intervenire prontamente in caso di difficoltà o imprevisti, come un cambiamento nella situazione economica del debitore, offrendo soluzioni legali adeguate per affrontare eventuali complicazioni.

Non bisogna sottovalutare nemmeno il ruolo dell’avvocato nell’interfacciarsi con il tribunale e l’OCC. Durante l’intera procedura, il debitore dovrà mantenere un costante dialogo con il tribunale e l’organismo di composizione della crisi, e la gestione di queste relazioni richiede competenze specifiche. Un avvocato esperto sa come comunicare efficacemente con entrambe le parti, facilitando lo scambio di informazioni e assicurando che la procedura proceda senza intoppi. In caso di richieste aggiuntive da parte del giudice o dell’OCC, un legale è in grado di gestire prontamente la situazione, evitando ritardi o complicazioni.

Un altro aspetto fondamentale che giustifica l’importanza di avere al proprio fianco un avvocato esperto è la complessità delle normative sul sovraindebitamento, che sono in continua evoluzione. Solo un professionista aggiornato è in grado di comprendere appieno le implicazioni delle leggi più recenti e di applicarle correttamente al caso del debitore. L’avvocato può individuare la procedura più adatta alla specifica situazione del cliente e garantire che tutte le fasi vengano eseguite nel rispetto delle nuove disposizioni normative. Senza un’assistenza legale qualificata, il debitore potrebbe scegliere una procedura non ottimale, o addirittura non idonea, compromettendo così la propria possibilità di successo.

Infine, il costo iniziale dell’assistenza legale viene spesso compensato dal beneficio economico che il debitore può ottenere al termine della procedura. Un avvocato esperto è in grado di negoziare condizioni più favorevoli con i creditori, di gestire in modo efficiente la liquidazione del patrimonio e di evitare costi aggiuntivi legati a errori procedurali. In molti casi, la presenza di un avvocato ha fatto la differenza tra una riduzione significativa del debito e il fallimento della procedura. L’investimento in un legale esperto si traduce in una maggiore sicurezza e in un percorso più agevole verso la risoluzione della crisi finanziaria.

Avere al proprio fianco un avvocato esperto in pratiche di sovraindebitamento è quindi fondamentale non solo per affrontare con successo la procedura, ma anche per proteggere i propri diritti e ridurre al minimo i rischi legati a errori o incomprensioni. La procedura di sovraindebitamento è uno strumento potente che può liberare il debitore da una situazione di crisi, ma solo se gestita correttamente. Con l’assistenza di un avvocato qualificato, il debitore può affrontare ogni fase della procedura con maggiore serenità, sapendo di essere guidato da un professionista che conosce a fondo la normativa e sa come navigare tra le complessità del sistema giuridico.

Per quanto riguarda, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

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Disclaimer: Le opinioni espresse in questo articolo riflettono il punto di vista personale degli Autori, maturato sulla base della loro esperienza professionale. Non devono essere considerate come consulenza tecnica o legale. Per chiarimenti specifici o ulteriori informazioni, si consiglia di contattare direttamente il nostro studio. Si invita a tenere presente che l’articolo fa riferimento al contesto normativo vigente alla data di redazione, poiché leggi e interpretazioni giuridiche possono cambiare nel tempo. Non ci assumiamo alcuna responsabilità per un utilizzo inappropriato delle informazioni contenute in queste pagine.
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Giuseppe Monardo

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