Come Non Farsi Pignorare I Soldi Dal Conto Corrente?

Il pignoramento del conto corrente è una delle misure esecutive che un creditore può attivare per recuperare somme dovute da un debitore. Tuttavia, ci sono diversi strumenti e strategie legali che è possibile adottare per evitare questa azione. In questo articolo approfondiremo cosa fare per non farsi pignorare i soldi dal conto corrente, analizzando le norme vigenti, le possibili difese e le opzioni legali a disposizione del debitore.

Ma andiamo nei dettagli con Studio Monardo, gli avvocati specializzati in cancellazione debiti e pignoramenti dal conto corrente.

È possibile evitare il pignoramento del conto corrente?

Evitare il pignoramento del conto corrente è possibile, ma dipende dalle circostanze specifiche del debitore, dal tipo di debito e dalle azioni intraprese prima e durante la procedura esecutiva. La legge italiana prevede una serie di misure di tutela per proteggere il debitore, ma anche strumenti che consentono di negoziare soluzioni alternative al pignoramento. Esistono diverse strategie che possono essere utilizzate, a seconda della situazione personale o finanziaria del debitore.

Una delle prime strategie è quella di negoziare un accordo con il creditore prima che venga avviata l’azione di pignoramento. È possibile proporre un piano di rientro o un saldo e stralcio, in cui si paga una parte del debito per chiudere il contenzioso. In molti casi, i creditori preferiscono un accordo di questo tipo piuttosto che procedere con un pignoramento, che potrebbe essere costoso e lungo. In questa fase, l’intervento di un avvocato esperto può facilitare la negoziazione e assicurarsi che l’accordo sia equo.

Un’altra possibilità è quella di invocare le norme sulla impignorabilità parziale di alcune somme, come gli stipendi o le pensioni. La legge stabilisce che, se già accreditati sul conto corrente, questi redditi sono pignorabili solo in parte. Ad esempio, per le pensioni, solo l’importo eccedente il triplo dell’assegno sociale (circa 1.500 euro nel 2024) può essere pignorato, e di questa somma può essere trattenuto al massimo il 20%. In questo caso, un avvocato può aiutare a garantire che venga rispettata questa limitazione, proteggendo il resto delle somme accreditate.

Se il debitore riceve un atto di precetto, deve agire rapidamente. Esiste la possibilità di presentare un’opposizione all’atto di precetto o al decreto ingiuntivo, basata su motivi giuridici, come la prescrizione del debito o vizi procedurali. Questa opposizione può bloccare il pignoramento o, almeno, sospendere l’azione esecutiva, dando al debitore più tempo per risolvere la questione.

Nel caso di sovraindebitamento, il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza offre strumenti specifici per evitare il pignoramento, come la composizione della crisi da sovraindebitamento o l’esdebitazione del debitore incapiente. Questi strumenti permettono al debitore di negoziare un piano di pagamento con i creditori o, in casi estremi, di ottenere la cancellazione dei debiti residui. Durante queste procedure, le azioni esecutive vengono sospese, inclusi i pignoramenti. Tuttavia, queste procedure richiedono una preparazione legale accurata e il rispetto di requisiti complessi, motivo per cui è indispensabile avere il supporto di un avvocato.

È importante sottolineare che trasferire denaro su un conto intestato a un familiare o a una terza persona per evitare il pignoramento è una mossa rischiosa e può essere considerata fraudolenta. Se il creditore dimostra che il debitore ha tentato di nascondere i propri beni, potrebbe comunque procedere con il pignoramento. In alcuni casi, potrebbe anche essere possibile avviare azioni legali contro chi ha ricevuto i fondi.

Un altro strumento utile è la rateizzazione dei debiti fiscali. Ad esempio, se il debito deriva da tasse non pagate, è possibile richiedere un piano di rateizzazione all’Agenzia delle Entrate. In questo modo, si può evitare il pignoramento, poiché il pagamento dilazionato blocca le azioni esecutive.

Un ultimo aspetto da considerare è l’eventuale presenza di conti cointestati. In tali casi, solo la quota di denaro attribuibile al debitore può essere pignorata, il che significa che l’altro cointestatario può opporsi se le somme sul conto sono prevalentemente sue. Questo è un altro punto che richiede l’intervento di un legale per garantire che i diritti di tutte le parti coinvolte siano rispettati.

Riassunto per punti:

  1. Negoziazione con il creditore: Cercare di raggiungere un accordo per evitare l’avvio della procedura di pignoramento.
  2. Impignorabilità parziale: Gli stipendi e le pensioni sono pignorabili solo parzialmente, con limiti ben definiti.
  3. Opposizione al precetto o al decreto ingiuntivo: Presentare opposizione basata su motivi giuridici per bloccare o sospendere il pignoramento.
  4. Sovraindebitamento: Ricorrere alle procedure previste dal Codice della Crisi d’Impresa, come l’esdebitazione, per bloccare le azioni esecutive.
  5. Rateizzazione del debito: Per i debiti fiscali, la rateizzazione può bloccare il pignoramento.
  6. Conti cointestati: Solo la quota del debitore può essere pignorata; il cointestatario non debitore può opporsi.

Affidarsi a un avvocato esperto è fondamentale per difendersi dal pignoramento del conto corrente, garantendo che i diritti del debitore siano rispettati e che vengano adottate le migliori strategie legali per evitare o limitare i danni.

Quali somme non possono essere pignorate?

Le somme che non possono essere pignorate sono stabilite dalla legge italiana per tutelare il debitore da un pignoramento completo delle sue risorse economiche, garantendo che possa comunque disporre di mezzi sufficienti per il proprio sostentamento e per quello della sua famiglia. Ecco quali somme non possono essere pignorate o lo sono solo in parte:

  1. Stipendi e pensioni:
  • Lo stipendio e la pensione già accreditati sul conto corrente non possono essere pignorati integralmente. La parte eccedente il triplo dell’assegno sociale (circa 1.500 euro nel 2024) è pignorabile, ma solo nella misura del 20% del netto mensile accreditato. Questo significa che una parte consistente dello stipendio o della pensione rimane a disposizione del debitore per le spese di base.
  • Se lo stipendio o la pensione non sono ancora stati accreditati sul conto corrente, la regola generale è che può essere pignorato fino a un quinto (20%) dello stipendio o pensione.
  1. Somme necessarie al sostentamento:
  • La legge protegge le somme che sono necessarie al sostentamento del debitore e della sua famiglia. In particolare, sono impignorabili le somme indispensabili per vivere dignitosamente, come quelle destinate a coprire le spese per alimentazione, alloggio, cure mediche e altre esigenze essenziali.
  1. Indennità e sussidi:
  • Alcuni tipi di indennità e sussidi sono totalmente impignorabili. Tra questi si trovano:
    • Indennità di accompagnamento per invalidi civili.
    • Sussidi di disoccupazione (come la NASPI).
    • Indennità di maternità e altre forme di assistenza sociale.
    • Indennità di invalidità.
  • Questi importi sono tutelati dalla legge in quanto necessari per la sopravvivenza e la tutela dei soggetti in condizioni di fragilità o vulnerabilità.
  1. Assegni di mantenimento:
  • Le somme destinate al mantenimento del coniuge o dei figli non possono essere pignorate. Questo include anche gli assegni stabiliti dal tribunale per il mantenimento familiare. Questi fondi sono destinati a garantire il sostentamento dei familiari e non possono essere sottratti dal creditore.
  1. Fondi pensionistici e polizze assicurative:
  • Anche alcune tipologie di fondi pensionistici privati e polizze assicurative possono essere impignorabili. In genere, questi fondi sono destinati a garantire un reddito futuro per il debitore e, a meno che non siano già stati liquidati, non possono essere oggetto di pignoramento.
  1. Sussidi destinati a specifiche necessità:
  • Qualsiasi sussidio o indennità fornita dallo Stato o da enti pubblici per specifiche esigenze di assistenza (es. aiuti alle persone con disabilità, aiuti per il sostentamento in caso di calamità) è generalmente impignorabile.

Riassunto per punti:

  1. Stipendi e pensioni: Parzialmente pignorabili, fino al 20% della parte eccedente il triplo dell’assegno sociale.
  2. Somme necessarie al sostentamento: Impignorabili per garantire i bisogni primari.
  3. Indennità e sussidi: Indennità di accompagnamento, NASPI, maternità e altri sussidi sociali sono impignorabili.
  4. Assegni di mantenimento: Assegni familiari non pignorabili.
  5. Fondi pensionistici e polizze: Alcuni fondi e polizze sono impignorabili.
  6. Sussidi specifici: Aiuti statali e sussidi per necessità specifiche sono impignorabili.

La corretta applicazione di queste norme può risultare complessa e varia in base alle circostanze. Per difendersi adeguatamente, è essenziale rivolgersi a un avvocato esperto, che possa garantire che vengano rispettati i diritti del debitore e che le somme protette non vengano ingiustamente pignorate.

Come funziona il pignoramento del conto corrente?

Il pignoramento del conto corrente è una misura esecutiva attuata dai creditori per recuperare somme di denaro non pagate da un debitore. Si tratta di una procedura legale regolata dal Codice di Procedura Civile italiano e coinvolge il blocco delle somme depositate su un conto corrente intestato al debitore presso una banca o un altro istituto finanziario. Di seguito, ti spiego come funziona questo processo, i passaggi principali e cosa può fare il debitore.

Fasi del Pignoramento del Conto Corrente

  1. Ottenimento del titolo esecutivo: Il creditore, per avviare un pignoramento, deve prima ottenere un titolo esecutivo. Questo può essere un decreto ingiuntivo, una sentenza o un altro provvedimento che attesti l’esistenza di un debito esigibile. Solo con questo documento il creditore può procedere legalmente.
  2. Notifica dell’atto di precetto: Una volta ottenuto il titolo esecutivo, il creditore notifica al debitore un atto di precetto, che è una sorta di ultimatum che intima il pagamento del debito entro un termine prestabilito (di solito 10 giorni). Se il debitore non paga entro questo periodo, il creditore può avviare il pignoramento del conto corrente.
  3. Pignoramento presso terzi: Dopo la notifica dell’atto di precetto e trascorso il termine senza che il debitore abbia pagato, il creditore procede con un pignoramento presso terzi. In questo caso, la banca del debitore è considerata un “terzo” che detiene le somme di denaro che spettano al debitore. Il creditore notifica l’atto di pignoramento alla banca, che ha l’obbligo di bloccare le somme presenti sul conto corrente fino all’ammontare del debito, comprensivo di interessi e spese legali.
  4. Blocco delle somme e intervento dell’ufficiale giudiziario: Una volta ricevuto l’ordine di pignoramento, la banca blocca le somme presenti sul conto fino al raggiungimento dell’importo dovuto. Il denaro non può essere più utilizzato dal debitore, e la banca è obbligata a congelare i fondi fino a quando non ci sarà l’udienza di assegnazione, presieduta dal giudice, in cui si decide la distribuzione delle somme al creditore.
  5. Assegnazione delle somme al creditore: Dopo il blocco delle somme, il giudice presiede un’udienza in cui ordina l’assegnazione del denaro al creditore per soddisfare il debito. In questa fase, è possibile che il debitore presenti opposizione, ma in mancanza di motivi validi, il denaro verrà trasferito al creditore.

Somme Impignorabili

Non tutte le somme presenti sul conto corrente possono essere pignorate. Alcuni fondi sono impignorabili o pignorabili solo parzialmente, secondo le normative italiane. Ad esempio:

  • Stipendi e pensioni: Se uno stipendio o una pensione sono già accreditati sul conto corrente, la parte che eccede il triplo dell’assegno sociale (circa 1.500 euro nel 2024) può essere pignorata, ma solo fino al 20% del totale netto accreditato.
  • Indennità: Alcune indennità, come quelle di accompagnamento per invalidi, maternità o sussidi di disoccupazione, sono completamente impignorabili.
  • Assegni di mantenimento: Somme destinate al mantenimento di figli o coniugi sono impignorabili.

Opposizione al Pignoramento

Il debitore ha diritto di presentare opposizione al pignoramento in alcuni casi, ad esempio se ci sono irregolarità nella procedura, errori formali o se il debito è già prescritto. L’opposizione può sospendere o bloccare temporaneamente l’esecuzione fino alla decisione del giudice. È fondamentale rivolgersi a un avvocato specializzato in esecuzioni per valutare le opzioni a disposizione e preparare una difesa efficace.

Misure Preventive

Per evitare di trovarsi nella situazione di dover subire un pignoramento del conto corrente, il debitore può cercare di negoziare con il creditore prima che la situazione degeneri. Ad esempio, proponendo un piano di pagamento rateale o un accordo di saldo e stralcio (pagamento di una parte del debito per chiudere l’intera posizione). Anche chiedere una rateizzazione del debito fiscale presso l’Agenzia delle Entrate può sospendere temporaneamente l’esecuzione.

Esempi di Pignoramento del Conto Corrente

  1. Caso di debiti con una finanziaria: Un debitore che non paga le rate di un prestito personale vede il suo conto corrente pignorato dopo che la finanziaria ha ottenuto un decreto ingiuntivo. Le somme pignorate riguardano il saldo presente sul conto corrente e una parte dello stipendio accreditato.
  2. Debiti fiscali: Un imprenditore non ha pagato le imposte dovute all’Agenzia delle Entrate. Dopo diversi avvisi e solleciti, l’Agenzia procede con il pignoramento del conto corrente dell’imprenditore, bloccando le somme disponibili fino al saldo dell’intero debito.

Riassunto per punti:

  1. Il creditore deve ottenere un titolo esecutivo (decreto ingiuntivo o sentenza) per procedere.
  2. L’atto di precetto viene notificato al debitore, che ha 10 giorni per pagare.
  3. Se il pagamento non avviene, il creditore avvia il pignoramento presso terzi, coinvolgendo la banca.
  4. La banca blocca le somme presenti sul conto fino all’importo dovuto.
  5. Somme impignorabili includono stipendi, pensioni, indennità e assegni di mantenimento, in base a specifici limiti.
  6. È possibile presentare opposizione al pignoramento se ci sono motivi validi.

In conclusione, il pignoramento del conto corrente è un processo legale complesso che può causare gravi difficoltà finanziarie al debitore. È fondamentale agire in modo tempestivo, magari cercando una soluzione negoziale con il creditore, o, in alternativa, valutare con l’aiuto di un avvocato specializzato le possibilità di difesa per proteggere i propri beni e diritti.

Cosa fare se si riceve un atto di precetto?

Ricevere un atto di precetto è un momento delicato e può segnare l’inizio di una procedura esecutiva che, se non gestita correttamente, può portare al pignoramento dei beni, inclusi conti correnti, stipendi o proprietà immobiliari. Di seguito, ti spiego cosa fare quando ricevi un atto di precetto, le tempistiche da rispettare e le possibili azioni da intraprendere per evitare conseguenze negative.

Cos’è un atto di precetto?

Un atto di precetto è un’intimazione legale a pagare un debito entro un determinato periodo (solitamente 10 giorni), emanato a seguito di un titolo esecutivo, come una sentenza o un decreto ingiuntivo, ottenuto dal creditore. Il precetto rappresenta l’ultimo avviso prima che il creditore possa avviare una procedura esecutiva forzata, come il pignoramento di beni.

Cosa fare dopo aver ricevuto un atto di precetto?

  1. Verificare la validità dell’atto:
    La prima cosa da fare è verificare che l’atto di precetto sia valido e che il creditore abbia effettivamente diritto a procedere. L’atto deve contenere informazioni specifiche come:
  • I dati del creditore e del debitore.
  • Il riferimento al titolo esecutivo (es. decreto ingiuntivo o sentenza).
  • L’importo esatto del debito e le modalità di pagamento.
  • L’intimazione a pagare entro 10 giorni. Se mancano informazioni essenziali o ci sono errori procedurali, l’atto potrebbe essere impugnabile.
  1. Valutare la possibilità di opposizione:
    Se ritieni che il debito sia inesistente, già prescritto o che ci siano errori nell’atto di precetto, hai la possibilità di presentare opposizione. In questo caso, è fondamentale agire tempestivamente e rivolgersi a un avvocato, poiché l’opposizione va presentata entro 40 giorni dalla notifica dell’atto di precetto. L’opposizione può essere basata su:
  • Errori procedurali (ad esempio, il mancato rispetto dei termini legali).
  • Prescrizione del debito (se il debito risulta troppo vecchio).
  • Mancanza di un titolo esecutivo valido.
  • Errori nell’importo richiesto. Presentare opposizione può sospendere temporaneamente l’esecuzione del precetto, evitando pignoramenti fino alla decisione del giudice.
  1. Tentare di negoziare con il creditore:
    Se il debito è legittimo ma il debitore non è in grado di pagarlo tutto in una volta, è consigliabile cercare un accordo con il creditore. Si può proporre una soluzione, come:
  • Un piano di pagamento rateale: Consente di dilazionare il debito in rate mensili, il che può convincere il creditore a rinunciare alla procedura esecutiva.
  • Un accordo di saldo e stralcio: Il debitore può offrire di pagare una parte del debito, solitamente una somma ridotta, in cambio della chiusura totale del debito. Questa soluzione può essere vantaggiosa per entrambe le parti, poiché il creditore ottiene una parte dei soldi senza dover affrontare i costi della procedura esecutiva. In molti casi, il creditore preferisce un accordo piuttosto che avviare il pignoramento, poiché quest’ultimo può essere costoso e richiedere tempo.
  1. Verificare i termini di prescrizione:
    In Italia, i debiti si prescrivono dopo un certo periodo di tempo, a seconda della loro natura. Ad esempio, i debiti derivanti da contratti commerciali si prescrivono generalmente in 10 anni, mentre quelli relativi a compensi professionali in 5 anni. Se ritieni che il debito sia già prescritto, puoi presentare un’opposizione all’atto di precetto per invalidarlo.
  2. Valutare le somme impignorabili:
    Anche se non è possibile evitare il pagamento del debito, ci sono alcune somme che, per legge, non possono essere pignorate o che sono pignorabili solo parzialmente. Ad esempio:
  • Stipendi e pensioni: Possono essere pignorati solo entro certi limiti.
  • Sussidi sociali e indennità: Alcune indennità, come quelle per disoccupazione o invalidità, non possono essere pignorate. In caso di pignoramento, è importante far valere il proprio diritto a mantenere le somme impignorabili.
  1. Consultare un avvocato:
    Quando si riceve un atto di precetto, è sempre consigliabile consultare un avvocato esperto in diritto esecutivo e recupero crediti. L’avvocato può:
  • Verificare la validità del precetto.
  • Consigliarti se presentare un’opposizione.
  • Aiutarti a negoziare con il creditore.
  • Assisterti nella difesa dei tuoi diritti in caso di procedura esecutiva. Un avvocato esperto può fare una differenza significativa nella gestione del debito e nelle possibilità di evitare conseguenze gravi come il pignoramento di beni personali.

Cosa succede se non si fa nulla dopo aver ricevuto un atto di precetto?

Se il debitore non agisce entro i termini stabiliti, il creditore può procedere con la procedura esecutiva, che include il pignoramento dei beni, il pignoramento del conto corrente o anche il pignoramento dello stipendio o della pensione. Il creditore può rivolgersi al giudice per ottenere l’autorizzazione a bloccare le somme presenti sul conto corrente o a prelevare una parte dello stipendio mensile. Ignorare un atto di precetto è quindi estremamente rischioso.

Riassunto per punti:

  1. Verifica la validità dell’atto di precetto: Controlla che sia stato notificato correttamente e che contenga tutti i dettagli necessari.
  2. Presenta opposizione: Se ci sono vizi procedurali, il debito è prescritto o ci sono errori, puoi presentare un’opposizione entro 40 giorni.
  3. Negozia con il creditore: Prova a trovare un accordo, come un piano di rientro o un saldo e stralcio, per evitare la procedura esecutiva.
  4. Verifica i termini di prescrizione: Controlla se il debito è già prescritto per evitare il pagamento.
  5. Riconosci le somme impignorabili: Stipendi, pensioni e sussidi hanno limiti e protezioni legali contro il pignoramento.
  6. Consulta un avvocato: Per valutare tutte le opzioni e proteggere al meglio i tuoi interessi.

Affrontare un atto di precetto senza agire tempestivamente può avere conseguenze pesanti. Un avvocato esperto può fare la differenza nel tutelare i tuoi diritti e evitare il pignoramento dei tuoi beni.

Posso spostare i soldi su un conto di un familiare per evitare il pignoramento?

Spostare i soldi su un conto intestato a un familiare per evitare il pignoramento non è una soluzione consigliabile e può comportare gravi conseguenze legali. Questa pratica potrebbe essere interpretata come un tentativo di frode ai creditori, che è un reato secondo il Codice Civile e il Codice Penale italiano. Vediamo nel dettaglio perché questa strategia è rischiosa e quali possono essere le alternative legali per proteggere i propri beni.

Perché spostare i soldi su un conto di un familiare è rischioso?

  1. Frode ai creditori: Quando un debitore, sapendo di essere soggetto a un pignoramento imminente, sposta denaro o beni per evitare che vengano sequestrati, ciò può essere considerato un tentativo di frode ai creditori. Questo comportamento, se dimostrato in tribunale, può portare a gravi conseguenze, inclusa l’annullabilità del trasferimento del denaro e possibili sanzioni civili o penali.Il Codice Civile italiano, all’art. 2901, disciplina l’azione revocatoria, che consente al creditore di impugnare atti compiuti dal debitore per sottrarre beni al soddisfacimento del credito. Se il creditore riesce a dimostrare che lo spostamento dei fondi su un conto di un familiare è avvenuto per evitare il pignoramento, l’atto può essere annullato e il denaro potrebbe comunque essere recuperato.
  2. Pignoramento presso terzi: Anche se i soldi vengono trasferiti su un conto intestato a un familiare, il creditore può avvalersi della procedura di pignoramento presso terzi, che consente di pignorare i fondi presenti su conti intestati a terzi se viene dimostrato che questi fondi appartengono in realtà al debitore. Questo potrebbe complicare ulteriormente la situazione legale del debitore, esponendo anche il familiare coinvolto a problemi legali.
  3. Responsabilità dei familiari: Il familiare che riceve i fondi potrebbe essere accusato di complicità nel tentativo di sottrarre il denaro ai creditori. Questo potrebbe comportare l’apertura di un’indagine per accertare eventuali responsabilità e aggravare la situazione legale di entrambe le parti.

Cosa fare per evitare il pignoramento legalmente?

Esistono modi legali e meno rischiosi per gestire una situazione di pignoramento, che è sempre consigliabile affrontare con il supporto di un avvocato specializzato:

  1. Accordo con il creditore: Una delle prime soluzioni è cercare di raggiungere un accordo con il creditore prima che venga avviata la procedura di pignoramento. Questo può includere un piano di pagamento rateale o un saldo e stralcio, in cui si negozia il pagamento di una parte del debito in cambio della chiusura della posizione debitoria.
  2. Richiesta di rateizzazione del debito: Se il debito è di natura fiscale, come nel caso di imposte o tasse non pagate, è possibile richiedere una rateizzazione all’Agenzia delle Entrate o ad altri enti pubblici. Questo blocca temporaneamente le azioni esecutive, compreso il pignoramento.
  3. Esdebitazione del debitore incapiente: Il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019) offre strumenti per la gestione dei debiti, come l’esdebitazione, che permette al debitore di ottenere la cancellazione dei debiti residui in caso di insolvenza irreversibile. Questa procedura blocca le azioni esecutive, inclusi i pignoramenti in corso.
  4. Protezione delle somme impignorabili: Alcune somme, come stipendi e pensioni, sono impignorabili o pignorabili solo parzialmente, come previsto dalla legge italiana.

Cosa succede se il conto corrente è cointestato?

Se un conto corrente è cointestato, il pignoramento può avere conseguenze diverse rispetto a un conto intestato solo al debitore. Il principio fondamentale è che, in assenza di altre prove, si presume che il saldo del conto sia diviso in parti uguali tra i cointestatari, anche se solo uno di essi è debitore. Vediamo cosa succede nel dettaglio:

  1. Pignoramento parziale:
    Quando il creditore richiede il pignoramento di un conto cointestato, la legge italiana presume che ogni cointestatario possieda una quota uguale del denaro presente sul conto. Per esempio, se il conto è intestato a due persone, la metà delle somme sarà considerata appartenente al debitore, e solo quella metà potrà essere pignorata. Se il conto è cointestato a tre persone, solo un terzo delle somme sarà soggetto al pignoramento, salvo che non vi sia la prova che il denaro appartenga integralmente al debitore.
  2. Conto in comunione di beni:
    Se i cointestatari sono coniuge e il conto corrente rientra nella comunione legale dei beni, il discorso può essere più complesso. In questi casi, tutto il saldo del conto potrebbe essere considerato pignorabile se viene dimostrato che i beni in comune appartengono anche al debitore.
  3. Dimostrazione di appartenenza delle somme:
    La presunzione di ripartizione equa delle somme può essere superata se uno dei cointestatari dimostra che il denaro presente sul conto appartiene in realtà solo a lui e non al debitore. Ad esempio, un cointestatario può fornire prove (come buste paga, documenti bancari o altra documentazione) che mostrino che i fondi presenti nel conto derivano esclusivamente dalle sue attività o risorse personali.
  4. Pignoramento del conto cointestato presso terzi:
    La procedura per il pignoramento di un conto corrente cointestato avviene tramite la notifica di un pignoramento presso terzi. In questo caso, la banca agisce come “terzo”, e una volta ricevuto l’atto di pignoramento, è tenuta a bloccare la parte del saldo corrispondente alla quota del debitore. Le somme vengono successivamente trasferite al creditore, una volta completata la procedura giudiziaria.
  5. Difficoltà per il cointestatario non debitore:
    Se il conto è cointestato, anche il cointestatario non debitore può subire temporaneamente il blocco del conto o di parte delle somme. Questo significa che, durante la fase del pignoramento, anche il cointestatario non debitore potrebbe avere difficoltà ad accedere al denaro sul conto, finché la situazione non viene risolta. In questo caso, il cointestatario non debitore può agire legalmente per dimostrare che la sua quota del denaro non deve essere coinvolta nel pignoramento.

Soluzioni per i cointestatari non debitori

  • Opposizione al pignoramento: Il cointestatario non debitore può presentare un’opposizione al pignoramento, chiedendo al giudice di escludere le somme che appartengono a lui e non al debitore.
  • Dimostrazione della proprietà esclusiva delle somme: Fornire prove che le somme presenti sul conto derivano da attività proprie e non dal debitore può escludere la quota dal pignoramento.

Riassunto:

  • Se il conto è cointestato, la legge presume una ripartizione equa del saldo tra i cointestatari.
  • Solo la quota appartenente al debitore può essere pignorata, salvo che non venga dimostrato che il denaro appartiene interamente al cointestatario non debitore.
  • I cointestatari non debitori possono opporsi al pignoramento e fornire prove della proprietà esclusiva delle somme.

In conclusione, il pignoramento di un conto cointestato può essere un processo complesso, in cui è essenziale che i cointestatari non debitori difendano attivamente i propri diritti. Un avvocato esperto può aiutare a proteggere le somme non pignorabili e a garantire che vengano applicate le giuste tutele legali.

Come posso evitare il pignoramento se non posso pagare i debiti?

Se non sei in grado di pagare i debiti e vuoi evitare il pignoramento, ci sono diverse strategie e strumenti legali che puoi adottare per proteggere i tuoi beni. Di seguito, ti illustro alcune delle principali soluzioni che puoi considerare.

1. Negoziare con il creditore

Una delle soluzioni più efficaci per evitare il pignoramento è tentare di negoziare direttamente con il creditore prima che si arrivi alla fase esecutiva. Puoi cercare di raggiungere un accordo di saldo e stralcio, cioè pagare una parte del debito in cambio della chiusura della posizione, o proporre un piano di rientro rateale. Questo potrebbe convincere il creditore a non procedere con il pignoramento, soprattutto se riesci a mostrare la tua intenzione di saldare il debito gradualmente.

2. Richiedere la rateizzazione del debito fiscale

Se il debito è di natura fiscale (ad esempio, tasse o imposte non pagate), è possibile richiedere una rateizzazione all’Agenzia delle Entrate o agli enti pubblici competenti. La rateizzazione permette di diluire il pagamento del debito nel tempo, evitando così il pignoramento immediato del conto corrente o di altri beni. La richiesta deve essere fatta tempestivamente, e nel frattempo le azioni esecutive, inclusi i pignoramenti, possono essere sospese.

3. Ricorrere alla composizione della crisi da sovraindebitamento

Il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019) prevede strumenti per i debitori che si trovano in una condizione di sovraindebitamento e non possono pagare i debiti. In particolare, puoi accedere alla composizione della crisi da sovraindebitamento, che consente di negoziare un piano di ristrutturazione del debito con i creditori, evitando il pignoramento.

Tra le opzioni previste dal Codice, vi è anche la possibilità di ottenere l’esdebitazione del debitore incapiente, che consente di cancellare i debiti residui una volta che il debitore ha messo a disposizione tutto il proprio patrimonio. Durante la fase di esdebitazione, tutte le azioni esecutive, compreso il pignoramento, vengono sospese.

4. Opporsi al pignoramento

Se hai ricevuto un atto di precetto o una notifica di pignoramento, puoi valutare la possibilità di presentare un’opposizione. L’opposizione può essere basata su diversi motivi, come:

  • Prescrizione del debito: Se il debito è prescritto, non può più essere richiesto.
  • Errori procedurali: Il pignoramento potrebbe essere nullo se non sono stati rispettati i requisiti di legge.
  • Somme impignorabili: Alcune somme, come stipendi e pensioni, possono essere pignorate solo in parte (ad esempio, solo il 20% della parte che eccede il triplo dell’assegno sociale per le pensioni), mentre altre somme sono completamente impignorabili (ad esempio, sussidi e indennità di invalidità).

L’opposizione può sospendere temporaneamente l’azione esecutiva fino alla decisione del giudice.

5. Protezione delle somme impignorabili

Un’altra strategia per evitare il pignoramento è quella di fare leva sulle somme impignorabili. La legge italiana prevede che alcune somme non possano essere pignorate, o lo siano solo in parte. Tra queste troviamo:

  • Stipendi e pensioni: Come detto, la parte di pensioni e stipendi accreditata sul conto corrente che eccede il triplo dell’assegno sociale può essere pignorata solo per il 20%.
  • Indennità e sussidi: Sussidi per disoccupazione (NASPI), indennità di accompagnamento per invalidi e altri aiuti sociali non possono essere pignorati.
  • Assegni di mantenimento: Le somme percepite come assegni di mantenimento per il coniuge o i figli sono anch’esse impignorabili.

6. Accedere alla procedura di esdebitazione

Per i debitori in situazioni di insolvenza irreversibile, il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza prevede la possibilità di chiedere l’esdebitazione. Questa procedura consente la cancellazione dei debiti residui una volta che il debitore ha messo a disposizione il proprio patrimonio, escludendo alcune somme impignorabili. L’esdebitazione è una soluzione estrema, ma efficace per i debitori che non hanno più alcuna possibilità di pagare i debiti.

7. Consultare un avvocato specializzato

Se sei in difficoltà economiche e temi il pignoramento, è fondamentale rivolgerti a un avvocato specializzato in cancellazione debiti e diritto esecutivo. Un professionista del settore può valutare la tua situazione specifica, suggerire la migliore strategia per proteggere i tuoi beni e difendere i tuoi diritti. Un avvocato può anche assisterti nella fase di negoziazione con il creditore o presentare eventuali opposizioni o richieste di esdebitazione.

Riassunto per punti:

  1. Negoziare con il creditore: Proporre un piano di pagamento rateale o un saldo e stralcio per evitare il pignoramento.
  2. Richiedere la rateizzazione del debito: Soprattutto per debiti fiscali, la rateizzazione può bloccare il pignoramento.
  3. Composizione della crisi da sovraindebitamento: Utilizzare le procedure previste dal Codice della Crisi d’Impresa per evitare il pignoramento.
  4. Opposizione al pignoramento: Se ci sono vizi procedurali, errori o il debito è prescritto, presentare opposizione.
  5. Protezione delle somme impignorabili: Stipendi, pensioni e sussidi sociali sono protetti dalla legge.
  6. Esdebitazione: In casi di insolvenza irreversibile, la procedura di esdebitazione consente di cancellare i debiti residui.
  7. Consultare un avvocato: Rivolgersi a un avvocato esperto per proteggere i propri beni e diritti.

In conclusione, anche se non puoi pagare i debiti, ci sono diversi strumenti legali a tua disposizione per evitare il pignoramento. Agire tempestivamente e con il supporto di un professionista può fare la differenza nel proteggere il tuo patrimonio e nel trovare una soluzione che ti permetta di affrontare la situazione in modo più gestibile.

Esempi pratici di come evitare il pignoramento del conto corrente

Evitare il pignoramento del conto corrente può essere complicato, ma in alcuni casi è possibile grazie all’utilizzo di strumenti legali e strategie preventive. Di seguito vengono illustrati alcuni esempi pratici di come si può evitare il pignoramento del conto corrente.

1. Accordo di Saldo e Stralcio

Caso pratico: Un debitore ha accumulato un debito con una finanziaria e riceve un atto di precetto, con il rischio di pignoramento del conto corrente. In questo caso, il debitore decide di negoziare direttamente con la finanziaria proponendo un saldo e stralcio: si impegna a pagare una somma ridotta in un’unica soluzione in cambio della chiusura definitiva del debito. Grazie a questa trattativa, il creditore accetta l’accordo e la procedura esecutiva non viene avviata. Questo tipo di accordo è vantaggioso perché consente di evitare le costose procedure legali e permette di chiudere il debito con una cifra inferiore a quella originaria.

2. Richiesta di Rateizzazione

Caso pratico: Un imprenditore si trova a dover saldare una somma consistente per imposte arretrate e teme il pignoramento del proprio conto corrente. Prima che l’Agenzia delle Entrate proceda con il pignoramento, l’imprenditore richiede la rateizzazione del debito fiscale. L’Agenzia approva il piano di rateizzazione, e grazie a questa richiesta il pignoramento viene sospeso. Il debitore può così pagare l’importo dovuto in rate mensili più gestibili, evitando il blocco delle somme presenti sul conto corrente.

3. Esdebitazione del Debitore Incapiente

Caso pratico: Una persona in difficoltà economiche con numerosi debiti accumulati e senza risorse per far fronte alle obbligazioni decide di ricorrere alla procedura di esdebitazione del debitore incapiente, prevista dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019). Avviando questa procedura, il debitore dimostra la propria incapacità di pagare e ottiene la cancellazione del debito. Durante la fase della procedura, le azioni esecutive in corso, inclusi i pignoramenti del conto corrente, vengono sospese. Questo strumento offre una via d’uscita per chi non ha più alcuna possibilità di far fronte ai debiti.

4. Protezione di Stipendi e Pensioni

Caso pratico: Un pensionato con debiti vede il rischio di un pignoramento della propria pensione accreditata sul conto corrente. Grazie alla consulenza di un avvocato, il pensionato riesce a far valere il proprio diritto all’impignorabilità parziale della pensione. Infatti, solo la parte eccedente il triplo dell’assegno sociale può essere pignorata (circa 1.500 euro nel 2024). In questo modo, anche se il pignoramento viene avviato, una parte significativa della pensione rimane a disposizione del pensionato per le spese quotidiane.

5. Opposizione all’Atto di Precetto

Caso pratico: Un imprenditore riceve un atto di precetto per un debito risalente a più di dieci anni fa. Consultando un avvocato, scopre che il debito è ormai prescritto. Presenta quindi un’opposizione all’atto di precetto, contestando la validità della richiesta del creditore. Grazie a questa azione legale, il giudice sospende l’esecuzione e annulla il pignoramento. L’imprenditore riesce così a evitare il blocco del conto corrente, dimostrando che il debito non era più esigibile.

6. Separazione dei Fondi

Caso pratico: Una famiglia ha un conto corrente cointestato, ma uno dei cointestatari ha accumulato debiti e rischia il pignoramento. L’altro cointestatario, che non ha debiti, dimostra che la maggior parte del denaro presente sul conto è frutto dei propri risparmi e non del debitore. Grazie a una corretta documentazione, il giudice decide di non pignorare la quota spettante al cointestatario non debitore, riducendo così l’impatto del pignoramento sul saldo del conto.

Riassunto per punti:

  1. Saldo e Stralcio: Negoziare con il creditore per pagare una somma ridotta e chiudere il debito prima del pignoramento.
  2. Rateizzazione del Debito: Richiedere un piano di rateizzazione al creditore o all’Agenzia delle Entrate per evitare il pignoramento.
  3. Esdebitazione: Ricorrere alla procedura di esdebitazione per cancellare i debiti e sospendere le azioni esecutive.
  4. Impignorabilità di Stipendi e Pensioni: Far valere il diritto alla protezione delle somme impignorabili, come pensioni e stipendi.
  5. Opposizione al Precetto: Presentare un’opposizione in caso di vizi procedurali o prescrizione del debito per bloccare l’esecuzione.
  6. Protezione delle Quote Cointestate: Dimostrare che il denaro sul conto cointestato appartiene a un cointestatario non debitore per ridurre l’importo pignorabile.

Affrontare un pignoramento può essere complicato, ma esistono diverse vie legali per evitare o limitare i danni. Rivolgersi a un avvocato esperto è fondamentale per scegliere la strategia giusta e proteggere i propri diritti e beni.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Cancellazione Debiti e Pignoramenti Del Conto Corrente

Affrontare un pignoramento del conto corrente è un’esperienza complessa e delicata, che può avere conseguenze significative sulle tue finanze e sul tuo futuro economico. In situazioni di difficoltà, come l’accumulo di debiti che non si riesce a saldare, il rischio che un creditore possa attivare una procedura esecutiva per recuperare quanto gli è dovuto diventa concreto. La procedura di pignoramento, che coinvolge il blocco delle somme presenti sul conto corrente, può avere un impatto devastante sulla gestione quotidiana della vita del debitore, specialmente se tali somme sono destinate a coprire necessità vitali, come spese per l’alloggio, alimentazione, e cure mediche.

In questo contesto, la figura di un avvocato esperto in cancellazione debiti e pignoramenti del conto corrente diventa essenziale per garantire una difesa adeguata e trovare la soluzione migliore per proteggere il proprio patrimonio. È fondamentale comprendere che ogni situazione di pignoramento è diversa e che esistono varie opzioni legali e strategie difensive che possono essere adottate, a seconda delle circostanze specifiche del debitore e della natura del debito.

La complessità delle procedure legali

Il pignoramento del conto corrente è una procedura regolamentata dal Codice di Procedura Civile, e non è sempre facile comprendere tutte le fasi e gli adempimenti necessari per difendersi efficacemente. Spesso, il debitore si trova disorientato, senza sapere cosa fare o come muoversi. Un avvocato specializzato conosce in dettaglio le norme che regolano la materia e può assisterti nel comprendere i tuoi diritti e doveri, evitando di commettere errori che potrebbero aggravare ulteriormente la tua situazione.

Uno degli aspetti più importanti che un avvocato esperto può aiutarti a gestire è la difesa delle somme impignorabili. Come previsto dalla legge italiana, non tutte le somme presenti sul conto corrente possono essere pignorate. Gli stipendi e le pensioni, per esempio, sono pignorabili solo entro certi limiti. Questo significa che il pignoramento può riguardare solo una parte di tali redditi, lasciando al debitore la possibilità di continuare a disporre di una somma necessaria per il suo sostentamento. Un avvocato sarà in grado di assicurarsi che queste norme vengano rispettate e che le somme impignorabili rimangano a disposizione del debitore.

Inoltre, ci sono casi in cui il debitore può opporsi al pignoramento, ad esempio se il debito è prescritto o se ci sono vizi procedurali nell’atto di precetto o nel pignoramento stesso. La legge offre diversi strumenti di difesa, ma solo un avvocato specializzato può valutare se ci sono effettivamente i presupposti per presentare un’opposizione al pignoramento e come procedere al meglio. Questa può essere una strategia vincente per bloccare temporaneamente l’azione esecutiva e guadagnare tempo per trovare una soluzione al debito.

La negoziazione con i creditori

Un avvocato esperto in cancellazione debiti può anche intervenire nella fase di negoziazione con i creditori, proponendo soluzioni alternative al pignoramento. Una delle opzioni più utilizzate è quella di proporre un accordo di saldo e stralcio, in cui il debitore si impegna a pagare una parte del debito in cambio della chiusura della posizione. Questa soluzione è spesso vantaggiosa sia per il debitore, che riesce a ridurre l’importo complessivo dovuto, sia per il creditore, che preferisce evitare i costi e i tempi di una procedura esecutiva.

Nel caso in cui il debito sia con l’Agenzia delle Entrate o altri enti pubblici, l’avvocato può aiutarti a richiedere la rateizzazione del debito. Questo strumento consente di dilazionare il pagamento delle somme dovute in rate mensili, bloccando temporaneamente il pignoramento e permettendoti di rientrare gradualmente dal debito senza subire l’impatto immediato di un pignoramento sul conto corrente.

Sovraindebitamento e esdebitazione

Quando ci si trova in una situazione di sovraindebitamento, in cui non si è più in grado di far fronte ai propri debiti, il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019) offre una serie di strumenti di protezione. Il debitore può, infatti, accedere a procedure come la composizione della crisi da sovraindebitamento o l’esdebitazione del debitore incapiente, che permettono di ristrutturare i debiti o, in casi estremi, di ottenere la cancellazione del debito residuo. Durante queste procedure, tutte le azioni esecutive, compreso il pignoramento del conto corrente, vengono sospese. Tuttavia, queste procedure sono complesse e richiedono l’assistenza di un avvocato qualificato per garantire che vengano rispettati tutti i requisiti legali e che il debitore possa beneficiare della protezione prevista dalla legge.

L’esdebitazione è una soluzione particolarmente utile per chi è ormai in una condizione di insolvenza irreversibile, poiché consente di liberarsi dai debiti e ripartire da zero. Tuttavia, l’accesso a questa procedura richiede la dimostrazione di determinate condizioni e la preparazione di documentazione accurata, che solo un avvocato esperto può gestire correttamente.

L’importanza della consulenza legale tempestiva

Molto spesso, i debitori sottovalutano l’importanza di agire tempestivamente. Ignorare un atto di precetto o un avviso di pignoramento può portare a conseguenze molto più gravi. Per esempio, un creditore potrebbe decidere di passare dal pignoramento del conto corrente al pignoramento dei beni immobili o di altre proprietà di valore. È fondamentale quindi agire immediatamente e rivolgersi a un professionista che possa assisterti nel risolvere la situazione prima che diventi insostenibile.

Inoltre, un avvocato può aiutarti a prevenire il pignoramento, consigliandoti sulle migliori strategie da adottare per evitare di arrivare alla fase esecutiva. Ad esempio, se prevedi di non essere in grado di pagare un debito, il tuo avvocato può consigliarti di contattare i creditori e avviare una negoziazione preventiva per evitare l’attivazione di azioni esecutive. In questo modo, è possibile trovare una soluzione che soddisfi entrambe le parti e che eviti il pignoramento del conto corrente.

Conclusione

In sintesi, il pignoramento del conto corrente è una procedura legale complessa che può causare gravi difficoltà al debitore, ma con l’assistenza di un avvocato specializzato in cancellazione debiti e pignoramenti del conto corrente, è possibile difendersi in modo efficace e proteggere il proprio patrimonio. Un avvocato esperto può valutare la tua situazione, identificare le opzioni legali disponibili e trovare la soluzione migliore per risolvere il debito senza subire le conseguenze devastanti di un pignoramento. Non è mai troppo tardi per cercare assistenza, e agire con rapidità e competenza può fare la differenza tra una soluzione gestibile e un problema finanziario che può diventare insostenibile.

In tal senso, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

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Giuseppe Monardo

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