Quanto Può Pignorare Una Finanziaria?

Il pignoramento è una procedura legale che consente ai creditori di recuperare i debiti non pagati tramite l’esecuzione forzata su beni del debitore. Le finanziarie, così come altri tipi di creditori, possono utilizzare il pignoramento per soddisfare i crediti non riscossi. Tuttavia, esistono limiti legali precisi su quanto può essere pignorato da una finanziaria, soprattutto quando si tratta di redditi come stipendi o pensioni.

Vediamo tutto nel dettaglio con Studio Monardo, gli avvocati specializzati in cancellazione debiti e opposizioni a pignoramenti.

Quanto può pignorare una finanziaria sullo stipendio?

Una finanziaria, in qualità di creditore, può avvalersi del pignoramento per recuperare somme non pagate da un debitore inadempiente. Tuttavia, ci sono limiti legali precisi che regolano quanto può essere pignorato dai beni o dalle fonti di reddito del debitore, come lo stipendio, la pensione, o il conto corrente. Questi limiti esistono per garantire una certa protezione al debitore, lasciandogli una somma sufficiente per il sostentamento. Analizziamo i principali scenari e le relative percentuali di pignoramento.

Quando una finanziaria vuole pignorare lo stipendio di un debitore, può farlo solo entro certi limiti. La legge italiana stabilisce che per debiti ordinari, inclusi quelli contratti con una finanziaria, può essere pignorato al massimo un quinto dello stipendio netto. Questo significa che una finanziaria può ottenere dal datore di lavoro del debitore una trattenuta pari al 20% del suo stipendio mensile fino alla completa estinzione del debito. È importante notare che se ci sono altri pignoramenti in corso, la somma complessiva trattenuta non può mai superare la metà dello stipendio netto del debitore.

Per quanto riguarda le pensioni, le regole sono simili ma con alcune specifiche aggiuntive. Anche qui, una finanziaria può pignorare al massimo un quinto della pensione, ma con un’importante tutela per il debitore: non può essere pignorata una parte della pensione che risulti inferiore all’assegno sociale aumentato della metà. Questo meccanismo di protezione serve a garantire che il debitore mantenga una somma minima sufficiente per vivere. Solo la parte eccedente questa soglia può essere pignorata.

Nel caso in cui il debitore abbia più creditori, il limite massimo di pignoramento cumulato su stipendio o pensione è del 50% del reddito netto. Ogni creditore può pignorare un quinto dello stipendio o della pensione, ma il totale non può mai superare la metà del reddito mensile del debitore.

Le finanziarie possono anche pignorare conti correnti o beni immobili. Se il conto corrente del debitore contiene stipendi o pensioni, si applicano le stesse regole di pignoramento già menzionate. Per quanto riguarda i conti cointestati, la legge presume che il saldo del conto sia diviso equamente tra i titolari, quindi solo la quota appartenente al debitore può essere pignorata. Quanto ai beni immobili, una finanziaria può pignorare case o terreni, a meno che si tratti della prima casa del debitore, che è protetta dal pignoramento per debiti ordinari.

Riassunto per punti:

  1. Stipendio: Una finanziaria può pignorare al massimo un quinto (20%) dello stipendio netto del debitore.
  2. Pensione: Può essere pignorato al massimo un quinto della pensione, ma deve essere garantito un minimo vitale corrispondente all’assegno sociale aumentato della metà.
  3. Massimo cumulato: In caso di più creditori, la somma massima pignorabile non può superare il 50% dello stipendio o della pensione.
  4. Conto corrente: Una finanziaria può pignorare i fondi sul conto corrente del debitore, rispettando le stesse regole per stipendi e pensioni.
  5. Beni immobili: La finanziaria può pignorare immobili, ma la prima casa del debitore è protetta, salvo per debiti fiscali.

Affrontare un pignoramento senza comprendere i propri diritti può peggiorare la situazione, ecco perché è cruciale rivolgersi a un avvocato esperto in cancellazione debiti per garantire che i limiti di legge siano rispettati e che il debitore sia tutelato.

Quanto può pignorare una finanziaria sulla pensione?

Quando una finanziaria intende pignorare una pensione, deve rispettare dei limiti imposti dalla legge per garantire al debitore una somma minima di sussistenza. Il pignoramento sulla pensione può essere effettuato solo su una parte del reddito del debitore, ma ci sono tutele specifiche che regolano la procedura.

La legge italiana stabilisce che una finanziaria può pignorare al massimo un quinto (20%) della pensione netta. Questo significa che, per debiti contratti con una finanziaria, solo il 20% della somma eccedente una certa soglia può essere pignorato, garantendo così al pensionato una protezione economica.

La protezione principale riguarda il minimo vitale che deve essere garantito al debitore. In pratica, non è possibile pignorare la parte di pensione che è inferiore all’assegno sociale aumentato della metà. Nel 2024, l’assegno sociale è fissato a circa 502 euro, quindi il minimo impignorabile per la pensione sarà circa 754,90 euro (502 + metà). Solo la parte eccedente questa soglia può essere pignorata.

Ad esempio, se un pensionato riceve una pensione mensile di 1.200 euro, solo la parte che eccede i 754,90 euro può essere considerata per il pignoramento, quindi circa 445,10 euro. Di questi, solo un quinto può essere pignorato, il che equivale a circa 89 euro al mese.

Inoltre, in presenza di più pignoramenti contemporanei, la somma totale pignorata non può mai superare la metà della pensione netta. Anche in questi casi, ogni creditore può pignorare solo un quinto dell’importo eccedente il minimo vitale.

Queste protezioni sono state introdotte per evitare che il pignoramento renda insostenibile la vita del pensionato, lasciandogli comunque una somma sufficiente per le esigenze di base.

Riassunto per punti:

  1. Massimo pignorabile: Una finanziaria può pignorare fino al 20% della pensione netta.
  2. Minimo vitale impignorabile: La parte della pensione inferiore all’assegno sociale aumentato della metà (circa 754,90 euro nel 2024) non può essere pignorata.
  3. Limite cumulativo: Se ci sono più pignoramenti, la somma pignorata non può superare il 50% della pensione netta.
  4. Protezione del debitore: Queste norme garantiscono che il pensionato mantenga una somma sufficiente per il sostentamento.

Questi limiti di pignoramento sono fondamentali per proteggere il pensionato da un eccessivo prelievo della sua pensione, e un avvocato esperto può aiutare a garantire che vengano rispettati.

Cosa succede in caso di più pignoramenti?

Quando un debitore ha più pignoramenti contemporanei, la legge italiana impone delle restrizioni per proteggere una parte del suo reddito o patrimonio, garantendo che il debitore mantenga comunque una somma sufficiente per vivere.

Nel caso di pignoramenti multipli sullo stipendio o sulla pensione, la somma totale pignorata non può mai superare il 50% del reddito netto del debitore. Questo significa che anche se ci sono più creditori che richiedono il pignoramento, non possono sottrarre più della metà del reddito complessivo del debitore. Ogni creditore può pignorare al massimo un quinto (20%) dello stipendio o della pensione, e solo la somma eccedente l’importo impignorabile può essere soggetta a pignoramento.

Ad esempio, se un debitore ha un reddito netto mensile di 2.000 euro e ha due creditori che richiedono il pignoramento, il primo creditore può pignorare un quinto dello stipendio (400 euro) e il secondo può pignorare un ulteriore quinto (altri 400 euro), per un totale di 800 euro. Tuttavia, se si aggiungono altri creditori, non possono prelevare altre somme perché il limite massimo del 50% è stato raggiunto.

Nel caso di pignoramenti su beni mobili o immobili, non ci sono limiti proporzionali come avviene per il reddito. I beni possono essere pignorati fino alla soddisfazione completa del debito. Tuttavia, se più creditori richiedono il pignoramento dello stesso bene, i creditori dovranno concorrere tra di loro per ottenere una parte del ricavato della vendita del bene. I creditori vengono soddisfatti in base all’ordine delle loro richieste o in base alla priorità del loro credito (ad esempio, debiti fiscali potrebbero avere priorità su altri debiti).

Per quanto riguarda i conti correnti, se il debitore ha più pignoramenti attivi, la somma totale che può essere prelevata dipenderà dai fondi disponibili sul conto e dalle stesse regole applicate al pignoramento di stipendi e pensioni accreditati sul conto.

In sintesi, quando ci sono più pignoramenti:

  1. Pignoramento su stipendi e pensioni: Non può superare il 50% del reddito netto, con ogni creditore che può pignorare al massimo un quinto (20%) dello stipendio o pensione.
  2. Beni mobili e immobili: Non ci sono limiti sulla quantità pignorabile; i creditori concorrono tra loro per ottenere una parte del ricavato.
  3. Conti correnti: Le somme pignorabili dipendono dai fondi disponibili e dalle stesse regole applicate agli stipendi e pensioni.

Se il debitore si trova a fronteggiare più pignoramenti, è consigliabile consultare un avvocato specializzato, che può aiutare a gestire i debiti in modo più efficace, proponendo soluzioni come la rateizzazione o negoziando con i creditori per ridurre il carico del pignoramento.

Cosa può pignorare una finanziaria oltre allo stipendio o alla pensione?

Oltre allo stipendio o alla pensione, una finanziaria può pignorare altri beni del debitore per soddisfare il proprio credito. Ecco cosa può pignorare una finanziaria oltre alle fonti di reddito:

  1. Conti correnti: Una delle principali risorse che una finanziaria può pignorare è il conto corrente del debitore. In questo caso, la finanziaria può ottenere un’ordinanza di pignoramento e chiedere alla banca di bloccare i fondi presenti sul conto corrente. Tuttavia, ci sono delle tutele per somme derivanti da stipendi o pensioni. Se il conto corrente contiene somme accreditate come stipendio o pensione, valgono le stesse regole di impignorabilità applicate direttamente agli stipendi o pensioni: solo una parte eccedente il triplo dell’assegno sociale può essere pignorata per accrediti precedenti il pignoramento, e non più di un quinto per accrediti successivi.
  2. Beni mobili: La finanziaria può pignorare anche i beni mobili di proprietà del debitore, come mobili di valore, gioielli, elettrodomestici e veicoli. Tuttavia, alcuni beni mobili sono considerati impignorabili per legge, come gli oggetti di uso quotidiano essenziali (letto, tavolo, sedie, utensili da cucina, vestiti) e gli strumenti di lavoro necessari al debitore per svolgere la propria attività professionale. Ad esempio, un artigiano non può vedersi pignorare gli strumenti necessari per il proprio lavoro, a meno che non vi siano alternative per soddisfare il credito.
  3. Beni immobili: Se il debitore possiede case o terreni, la finanziaria può procedere con il pignoramento immobiliare. In questo caso, il tribunale può autorizzare la vendita dell’immobile per soddisfare il debito. Tuttavia, se si tratta della prima casa del debitore, questa non può essere pignorata per debiti ordinari, come quelli contratti con una finanziaria, a meno che il debito non sia di natura fiscale (es. debiti con l’Agenzia delle Entrate). Il pignoramento immobiliare è una procedura complessa e spesso utilizzata solo per debiti di importo significativo.
  4. Beni presso terzi: La finanziaria può anche procedere con il pignoramento presso terzi, che consiste nel pignorare crediti o somme dovute al debitore da parte di altre persone o enti. Ad esempio, se il debitore ha un credito nei confronti di un cliente o un fornitore, la finanziaria può chiedere di pignorare tali crediti, costringendo il terzo a pagare direttamente la finanziaria anziché il debitore. Questo tipo di pignoramento è comunemente utilizzato quando il debitore è un imprenditore o un libero professionista.
  5. Veicoli: Le automobili, moto e altri veicoli di proprietà del debitore possono essere pignorati da una finanziaria. Il tribunale può autorizzare la vendita del veicolo all’asta per soddisfare il debito. Tuttavia, se il veicolo è essenziale per l’attività lavorativa del debitore (ad esempio, un autotrasportatore), potrebbe essere considerato impignorabile.

Riassunto per punti:

  1. Conto corrente: La finanziaria può pignorare i fondi presenti sul conto corrente, rispettando le regole di impignorabilità su stipendi e pensioni.
  2. Beni mobili: La finanziaria può pignorare beni mobili di valore, con eccezioni per beni essenziali e strumenti di lavoro.
  3. Beni immobili: Può pignorare immobili, ma non la prima casa se il debito è di natura ordinaria.
  4. Crediti presso terzi: La finanziaria può pignorare i crediti che il debitore vanta nei confronti di terzi.
  5. Veicoli: Le auto e altri veicoli del debitore possono essere pignorati, salvo che siano necessari per il lavoro del debitore.

Rivolgersi a un avvocato esperto è essenziale per proteggere i propri beni e verificare che la procedura di pignoramento rispetti le norme previste dalla legge.

Quanto può pignorare una finanziaria su conti cointestati?

Quando una finanziaria richiede il pignoramento di un conto corrente cointestato, la procedura segue alcune regole specifiche per garantire che vengano rispettati i diritti di tutti i cointestatari. La legge italiana presuppone che il saldo del conto cointestato sia diviso in parti uguali tra tutti i titolari, a meno che non venga dimostrato che una parte specifica dei fondi appartiene a uno solo dei cointestatari.

Se il debitore è uno dei cointestatari del conto, la finanziaria può pignorare solo la quota di saldo che appartiene a quest’ultimo. Ad esempio, se un conto corrente è cointestato tra due persone e il saldo complessivo è di 10.000 euro, la finanziaria potrà pignorare solo la metà, cioè 5.000 euro, presupponendo che ciascun cointestatario detenga il 50% del saldo, salvo prova contraria.

Tuttavia, se il creditore o la finanziaria riescono a dimostrare che l’intero saldo del conto è in realtà di esclusiva proprietà del debitore, allora potrebbe essere pignorata l’intera somma. Per esempio, se si dimostra che tutto il denaro depositato sul conto proviene da redditi o risorse del debitore, il pignoramento potrebbe riguardare il totale dei fondi.

Un altro aspetto importante riguarda la possibilità per il cointestatario non debitore di opporsi al pignoramento, dimostrando che una parte o l’intero saldo del conto gli appartiene. In tal caso, il giudice può decidere di ridurre o annullare il pignoramento per tutelare il diritto del cointestatario non debitore sui suoi fondi.

Riassunto per punti:

  1. Divisione del saldo: In un conto cointestato, il saldo è presunto diviso equamente tra i cointestatari, a meno che non venga dimostrato diversamente.
  2. Pignoramento limitato: La finanziaria può pignorare solo la quota del saldo appartenente al debitore (di solito il 50%, se ci sono due cointestatari).
  3. Dimostrazione di proprietà: Se la finanziaria dimostra che l’intero saldo appartiene al debitore, può pignorare l’intera somma.
  4. Opposizione del cointestatario: Il cointestatario non debitore può opporsi al pignoramento e dimostrare che i fondi sono di sua esclusiva proprietà.

In situazioni complesse come queste, è sempre utile consultare un avvocato esperto per comprendere appieno i diritti di tutti i cointestatari e agire tempestivamente per proteggere i propri fondi.

Quali beni non può pignorare una finanziaria?

Una finanziaria, pur avendo il diritto di recuperare il proprio credito tramite il pignoramento, è soggetta a una serie di limiti su determinati beni impignorabili previsti dalla legge italiana. Questi beni non possono essere aggrediti per garantire che il debitore mantenga un minimo livello di sussistenza e dignità. Ecco i principali beni che una finanziaria non può pignorare.

  1. Beni essenziali per la vita quotidiana:
  • Mobili e oggetti di uso comune che sono indispensabili per la vita domestica, come letti, tavoli, sedie, armadi, utensili da cucina e abiti, non possono essere pignorati. Questi beni sono considerati essenziali per la sopravvivenza e il decoro del debitore e della sua famiglia, pertanto la legge ne vieta il pignoramento.
  1. Strumenti di lavoro:
  • Gli strumenti, attrezzature e beni indispensabili per l’attività lavorativa del debitore sono impignorabili. Questo è particolarmente rilevante per i lavoratori autonomi o i piccoli imprenditori, poiché perdere gli strumenti necessari per lavorare significherebbe impedire loro di guadagnare e di pagare i propri debiti. Tuttavia, esiste un limite: se il valore di questi beni è particolarmente elevato e ci sono alternative disponibili, parte di essi può essere pignorata.
  1. Beni religiosi e culturali:
  • Gli oggetti di culto e religiosi utilizzati dal debitore, come crocifissi, rosari o altri simboli religiosi, non possono essere pignorati. Questi beni rientrano nella categoria dei beni impignorabili poiché legati alla sfera personale e spirituale dell’individuo.
  1. Animali domestici:
  • Gli animali di compagnia non possono essere pignorati. Questa norma riflette l’importanza affettiva e il legame che i proprietari hanno con i loro animali domestici. Tuttavia, questa protezione riguarda solo gli animali da compagnia e non si applica agli animali utilizzati per fini produttivi o commerciali, come il bestiame.
  1. Stipendi e pensioni (parzialmente):
  • Sebbene una finanziaria possa pignorare una parte dello stipendio o della pensione, ci sono delle soglie di impignorabilità. Lo stipendio può essere pignorato solo fino a un quinto dell’importo netto, mentre per le pensioni esiste una protezione minima, pari all’assegno sociale aumentato della metà (nel 2024 circa 754,90 euro). Queste tutele sono previste per garantire che il debitore abbia comunque accesso a una somma sufficiente per la propria sussistenza.
  1. Beni destinati a sussidi statali:
  • Le somme destinate a sussidi statali, come il reddito di cittadinanza, gli assegni familiari e altri aiuti sociali destinati al mantenimento del debitore e della sua famiglia, non possono essere pignorati. Questi fondi sono destinati a garantire un minimo sostentamento e sono quindi protetti dalla legge.

Riassunto per punti:

  1. Beni essenziali: Mobili di base, abiti, utensili da cucina, ecc.
  2. Strumenti di lavoro: Attrezzi e beni necessari per svolgere l’attività professionale.
  3. Beni religiosi: Oggetti di culto e simboli religiosi.
  4. Animali domestici: Animali di compagnia, come cani e gatti.
  5. Stipendi e pensioni: Protezione parziale con limiti di impignorabilità.
  6. Sussidi statali: Fondi destinati a scopi sociali e di sostentamento.

Questi limiti sono essenziali per garantire che, anche in caso di debiti e difficoltà economiche, al debitore restino i mezzi minimi per vivere dignitosamente. Rivolgersi a un avvocato esperto è fondamentale per difendere i propri diritti e assicurarsi che la procedura di pignoramento rispetti le leggi in vigore.

Cosa fare se si subisce un pignoramento da parte di una finanziaria?

Se stai subendo un pignoramento da parte di una finanziaria, è importante agire tempestivamente per limitare i danni e difendere i tuoi diritti. Ecco i principali passi da seguire:

  1. Verifica la legittimità del pignoramento: Il primo passo è assicurarti che il pignoramento sia stato eseguito correttamente e che la finanziaria abbia ottenuto un titolo esecutivo valido (come una sentenza del tribunale o un decreto ingiuntivo). Se ci sono irregolarità procedurali, come un mancato preavviso o errori nell’atto di precetto, puoi presentare un’opposizione agli atti esecutivi. Un avvocato esperto può aiutarti a verificare la legittimità del pignoramento.
  2. Verifica le somme impignorabili: Se il pignoramento riguarda lo stipendio o la pensione, ricorda che solo una parte di queste somme può essere legalmente pignorata. Per gli stipendi, il massimo pignorabile è un quinto (20%) del reddito netto, mentre per le pensioni esiste una soglia minima impignorabile pari all’assegno sociale aumentato della metà (circa 754,90 euro nel 2024). Se il pignoramento non rispetta questi limiti, puoi contestarlo in tribunale.
  3. Presentare opposizione: Se ritieni che il pignoramento sia stato eseguito in modo scorretto o se il debito è prescritto o estinto, puoi fare opposizione al pignoramento. Puoi anche presentare opposizione agli atti esecutivi se ci sono errori formali nella procedura. L’opposizione va presentata al tribunale competente e può portare alla sospensione del pignoramento fino a una decisione del giudice.
  4. Negoziare con la finanziaria: Se il pignoramento è legittimo, una strada percorribile è negoziare con la finanziaria per trovare un accordo. Puoi proporre un piano di rateizzazione del debito, che ti consente di pagare a rate e di evitare ulteriori pignoramenti. In alcuni casi, puoi negoziare un accordo di saldo e stralcio, ovvero pagare una somma ridotta rispetto al debito totale per chiudere definitivamente la posizione debitoria.
  5. Richiedere la rateizzazione del debito: Se hai difficoltà a pagare il debito tutto in una volta, puoi chiedere alla finanziaria di accettare un piano di rateizzazione. Questa soluzione ti permette di gestire il debito in modo più sostenibile e, in alcuni casi, può evitare l’esecuzione forzata sui tuoi beni.
  6. Assistenza legale: In ogni caso, è fondamentale consultare un avvocato esperto in diritto esecutivo o in cancellazione debiti. Un avvocato può analizzare la tua situazione, proporti le migliori strategie per difenderti e rappresentarti legalmente in caso di controversia. Un professionista saprà consigliarti anche su eventuali procedure alternative come l’esdebitazione o la composizione della crisi da sovraindebitamento, nel caso in cui i tuoi debiti siano insostenibili.
  7. Salvaguardare i beni impignorabili: Alcuni beni non possono essere pignorati, come quelli necessari per la vita quotidiana (mobili di base, strumenti di lavoro, ecc.) o somme destinate al mantenimento familiare (assegni familiari, sussidi statali). Se questi beni sono stati erroneamente inclusi nel pignoramento, puoi contestare l’azione e richiedere che vengano esclusi.

Riassunto per punti:

  1. Verifica la legittimità del pignoramento: Assicurati che il pignoramento sia stato eseguito correttamente e con un titolo esecutivo valido.
  2. Verifica le somme impignorabili: Stipendi e pensioni possono essere pignorati solo entro certi limiti.
  3. Opposizione: Se ci sono irregolarità, puoi presentare opposizione al pignoramento.
  4. Negoziazione: Cerca di negoziare un piano di rateizzazione o un accordo di saldo e stralcio.
  5. Assistenza legale: Consulta un avvocato esperto per ricevere supporto nella difesa dei tuoi diritti.
  6. Tutela dei beni impignorabili: Alcuni beni e somme sono protetti per legge, e devi assicurarti che siano rispettate le tutele.

Affrontare un pignoramento può essere complesso e stressante, ma con il supporto di un professionista legale esperto puoi difendere al meglio i tuoi diritti e trovare soluzioni per gestire il debito.

Esempi pratici di pignoramento da parte di una finanziaria

Ecco alcuni esempi pratici di pignoramento da parte di una finanziaria, che illustrano come può avvenire la procedura in base al tipo di bene o reddito coinvolto:

Esempio 1: Pignoramento dello stipendio

Un impiegato ha contratto un prestito personale con una finanziaria per l’acquisto di una macchina. A causa di difficoltà economiche, non riesce più a pagare le rate del prestito. Dopo una serie di avvisi non pagati, la finanziaria ottiene un decreto ingiuntivo e avvia il pignoramento dello stipendio del debitore. In base alla legge italiana, la finanziaria può pignorare fino a un quinto (20%) del suo stipendio netto mensile. Se l’impiegato guadagna 1.500 euro al mese, la finanziaria può trattenere fino a 300 euro ogni mese fino a quando il debito non sarà estinto. Se il debitore ha anche altri pignoramenti in corso, la somma totale pignorata non può superare il 50% dello stipendio.

Esempio 2: Pignoramento del conto corrente

Un libero professionista non è riuscito a pagare un prestito di consolidamento del debito ottenuto tramite una finanziaria. Dopo aver ignorato numerose sollecitazioni di pagamento, la finanziaria procede con il pignoramento del conto corrente del debitore. In questo caso, la finanziaria ottiene un’ordinanza dal tribunale e notifica l’ordine alla banca del debitore, che blocca i fondi presenti sul conto. Se sul conto sono accreditati stipendi o pensioni, solo una parte di queste somme può essere pignorata. Per le somme già accreditate sul conto, solo la parte che eccede il triplo dell’assegno sociale (circa 1.509,81 euro nel 2024) può essere pignorata. Gli accrediti successivi sono soggetti al limite del 20% (un quinto) del loro importo.

Esempio 3: Pignoramento di un veicolo

Un piccolo imprenditore ha preso un prestito con una finanziaria per acquistare un veicolo commerciale, ma non riesce a rispettare i pagamenti. La finanziaria ottiene l’autorizzazione del tribunale per procedere con il pignoramento del veicolo. In questo caso, l’automobile viene pignorata e messa all’asta per recuperare il debito. Tuttavia, se il veicolo è considerato essenziale per l’attività lavorativa del debitore, ad esempio un camion per un autotrasportatore, potrebbe essere impignorabile, a meno che non esistano alternative di valore per saldare il debito.

Esempio 4: Pignoramento immobiliare

Un ingegnere civile ha contratto un mutuo con una finanziaria per acquistare una seconda casa. A causa di difficoltà finanziarie, smette di pagare il mutuo. La finanziaria procede con il pignoramento dell’immobile, che viene messo all’asta per soddisfare il debito. Se l’ingegnere fosse proprietario di una sola abitazione (prima casa) e il debito fosse di natura ordinaria, la finanziaria non potrebbe pignorare la casa. Tuttavia, poiché si tratta di una seconda casa, il bene è soggetto a pignoramento. Il ricavato della vendita viene utilizzato per estinguere il debito.

Esempio 5: Pignoramento presso terzi

Un imprenditore ha un contratto di fornitura con una società per la vendita di materiali da costruzione, ma a causa di problemi finanziari non riesce a saldare un prestito con una finanziaria. La finanziaria scopre che l’imprenditore ha crediti verso la società per cui fornisce materiali e procede con un pignoramento presso terzi. Questo tipo di pignoramento permette alla finanziaria di ottenere direttamente dalla società i pagamenti che avrebbe dovuto fare all’imprenditore, fino a coprire l’importo del debito. In pratica, la società cliente del debitore diventa responsabile di pagare la finanziaria invece del debitore.

Esempio 6: Pignoramento di un conto cointestato

Un debitore ha un conto cointestato con il coniuge, ma ha contratto debiti con una finanziaria. La finanziaria ottiene l’ordine di pignoramento del conto cointestato. Tuttavia, la legge presuppone che il saldo del conto appartenga ai cointestatari in parti uguali, a meno che non venga dimostrato che i fondi appartengono esclusivamente al debitore. Pertanto, se il conto ha un saldo di 20.000 euro, la finanziaria potrà pignorare solo 10.000 euro, cioè la parte presunta appartenente al debitore. Il coniuge non debitore può anche opporsi, dimostrando che i fondi sul conto provengono esclusivamente dai suoi redditi e che quindi non dovrebbero essere pignorati.

Riassunto per punti:

  1. Pignoramento dello stipendio: Una finanziaria può trattenere fino a un quinto dello stipendio netto del debitore.
  2. Pignoramento del conto corrente: Le somme presenti sul conto corrente possono essere pignorate, con limiti specifici per stipendi e pensioni.
  3. Pignoramento del veicolo: I veicoli possono essere pignorati e venduti, salvo che siano essenziali per il lavoro del debitore.
  4. Pignoramento immobiliare: Le case secondarie possono essere pignorate e vendute all’asta.
  5. Pignoramento presso terzi: La finanziaria può pignorare i crediti del debitore verso terzi, come i clienti.
  6. Conti cointestati: Solo la quota appartenente al debitore può essere pignorata, salvo prova contraria.

In tutti questi casi, è fondamentale avere il supporto di un avvocato specializzato per proteggere i tuoi diritti e assicurarti che la procedura di pignoramento avvenga nel rispetto della legge.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Cancellazione Debiti Con Le Finanziarie

Affrontare un pignoramento da parte di una finanziaria è un processo stressante e complesso, che può incidere profondamente sulle finanze e sulla vita quotidiana di una persona. La mancanza di conoscenza delle leggi, delle procedure e dei propri diritti può portare a gravi conseguenze, come il blocco di fondi essenziali per il sostentamento o la perdita di beni di valore. In questi casi, è fondamentale essere supportati da un avvocato esperto in cancellazione debiti, specializzato nelle procedure esecutive e nei rapporti con le finanziarie. Un professionista in questo campo non solo aiuta a gestire l’emergenza, ma può anche offrire strategie legali che consentono di limitare i danni, proteggere i beni e, in alcuni casi, negoziare condizioni più favorevoli con i creditori.

Un avvocato specializzato ha una profonda conoscenza della normativa in materia di esecuzione forzata e delle tecniche di difesa contro il pignoramento. Prima di tutto, può verificare se il pignoramento è stato eseguito correttamente e se la finanziaria ha ottenuto un titolo esecutivo valido. Senza un titolo esecutivo (ad esempio, una sentenza o un decreto ingiuntivo), un pignoramento è illegittimo. Se l’atto di precetto o altre notifiche sono state effettuate in modo errato o non sono state rispettate le tempistiche previste dalla legge, un avvocato può presentare un’opposizione agli atti esecutivi per sospendere o annullare il pignoramento.

Un altro importante aspetto riguarda la protezione dei beni impignorabili. Molti debitori non sono consapevoli del fatto che alcuni beni e somme sono legalmente protetti dal pignoramento, come gli strumenti di lavoro o una parte degli stipendi e delle pensioni. Un avvocato può intervenire per garantire che questi beni non vengano toccati e che vengano rispettati i limiti di impignorabilità. Ad esempio, per quanto riguarda le pensioni, la legge italiana stabilisce che una parte della pensione, pari all’assegno sociale aumentato della metà (nel 2024 circa 754,90 euro), è impignorabile. Lo stesso vale per lo stipendio, di cui può essere pignorato solo un quinto del netto.

Anche il pignoramento del conto corrente segue regole specifiche: se sul conto sono accreditati stipendi o pensioni, non tutto il saldo può essere pignorato. Un avvocato può assicurarsi che la banca rispetti questi limiti e, se necessario, agire per tutelare il debitore. Ad esempio, se un conto corrente viene pignorato e contiene somme derivanti da accrediti di stipendio, la parte eccedente il triplo dell’assegno sociale (circa 1.509,81 euro) può essere pignorata solo per accrediti già esistenti. Per quelli futuri, non può essere pignorato più di un quinto.

Un altro ruolo cruciale che un avvocato può svolgere è la negoziazione con la finanziaria. Spesso, un debitore non è in grado di pagare l’intero debito in una volta sola, e il pignoramento può portare a una situazione di ulteriore stress economico. Un avvocato esperto può negoziare un accordo di saldo e stralcio, in cui il debitore paga una somma inferiore rispetto all’importo totale del debito in cambio della chiusura definitiva della pratica. Questa opzione può essere molto vantaggiosa per entrambe le parti: il debitore risolve il debito con una somma ridotta, mentre la finanziaria evita ulteriori spese legali e recupera comunque parte del credito.

Un’altra soluzione che un avvocato può proporre è la rateizzazione del debito. Molte finanziarie sono disposte a rateizzare il debito, permettendo al debitore di pagare in maniera più sostenibile e di evitare ulteriori pignoramenti. Tuttavia, per negoziare un buon piano di rateizzazione è importante avere una strategia legale chiara e ben strutturata, che solo un professionista del settore può fornire.

In casi di sovraindebitamento grave, un avvocato può assistere il debitore nell’avvalersi delle procedure previste dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza. Una delle opzioni disponibili è la composizione della crisi da sovraindebitamento, una procedura che permette di ristrutturare il debito in modo da renderlo più gestibile per il debitore, evitando il pignoramento di beni essenziali e fornendo una via d’uscita da una situazione debitoria insostenibile.

Un altro elemento importante da considerare è il ruolo che un avvocato può svolgere nel caso di pignoramento immobiliare. Se il debitore è proprietario di una casa o di altri beni immobili, un avvocato può difendere la sua proprietà da pignoramenti indebiti o cercare di trovare soluzioni alternative, come la vendita consensuale dell’immobile per evitare l’asta giudiziaria. Questo può essere un passaggio cruciale per proteggere il patrimonio del debitore e garantirgli una maggiore flessibilità nella gestione del debito.

Inoltre, è importante ricordare che un avvocato non solo ti aiuta a gestire l’emergenza del pignoramento, ma può anche assisterti nella prevenzione di future situazioni di questo tipo. Un esperto in cancellazione debiti può fornire consigli su come gestire al meglio il proprio denaro, come negoziare condizioni di pagamento più favorevoli con le finanziarie e come evitare di incorrere nuovamente in situazioni di sovraindebitamento. Spesso, chi si trova in difficoltà finanziarie tende a ignorare i primi segnali di pericolo, aggravando ulteriormente la propria condizione. Un avvocato può aiutarti a riconoscere questi segnali e a intervenire tempestivamente per evitare che la situazione degeneri fino al pignoramento.

In conclusione, subire un pignoramento da parte di una finanziaria è una delle esperienze più difficili e stressanti che un debitore possa affrontare. Tuttavia, è importante ricordare che esistono soluzioni legali per gestire e mitigare gli effetti del pignoramento. Rivolgersi a un avvocato specializzato in cancellazione debiti può fare la differenza tra subire passivamente una procedura esecutiva e difendere efficacemente i propri diritti e il proprio patrimonio. Un avvocato esperto è in grado di analizzare la situazione debitoria, proporre le migliori strategie di difesa e, quando possibile, negoziare con la finanziaria per trovare soluzioni più sostenibili. Attraverso una difesa legale mirata e una buona gestione della situazione, è possibile evitare danni irreparabili e uscire da una crisi debitoria con maggiore serenità.

A tal riguardo, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

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Giuseppe Monardo

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