Decadenza Pignoramento Immobiliare: Come Funziona

Il pignoramento immobiliare è una procedura complessa, ma ci sono casi in cui può decadere o essere interrotto, offrendo al debitore un’opportunità di evitare la vendita forzata della propria casa.

In questo articolo di Studio Monardo, gli avvocati specializzati in cancellazione pignoramenti immobiliari, analizziamo cosa significa la decadenza del pignoramento immobiliare, come funziona, quali sono i termini legali, e quali strategie possono essere adottate per far valere i propri diritti.

Cosa si intende per decadenza del pignoramento immobiliare

La decadenza del pignoramento immobiliare si riferisce alla perdita di efficacia di una procedura esecutiva che riguarda un immobile, solitamente a causa del mancato rispetto dei termini previsti dalla legge o di errori procedurali commessi durante il processo di esecuzione. Quando si parla di decadenza, si intende che il pignoramento non può più proseguire, e l’immobile torna nella piena disponibilità del debitore. In altre parole, il vincolo che blocca il bene viene meno, e il creditore non può più far valere i propri diritti tramite quel pignoramento.

La decadenza può verificarsi per diversi motivi:

  1. Inattività del creditore: Se il creditore non compie atti esecutivi entro il termine stabilito dalla legge, che solitamente è di 90 giorni dalla notifica del precetto o dell’atto di pignoramento, il pignoramento decade. Il creditore è tenuto a dimostrare di avere compiuto atti per dare seguito alla procedura, come l’avvio della vendita all’asta. L’inattività del creditore è una delle cause più comuni di decadenza.
  2. Mancato rispetto dei termini per la vendita all’asta: Dopo la notifica dell’atto di pignoramento, la legge prevede che la vendita dell’immobile debba essere disposta entro 45 giorni. Se questo termine non viene rispettato, il debitore può chiedere l’estinzione del pignoramento, ottenendo così la decadenza della procedura.
  3. Errori procedurali: Gli errori commessi durante il processo esecutivo possono portare alla decadenza del pignoramento. Ad esempio, se l’atto di pignoramento non viene notificato correttamente o se vi sono irregolarità nella trascrizione del pignoramento nei registri immobiliari, il debitore può contestare la validità della procedura e richiedere che il pignoramento venga annullato.
  4. Accordo tra debitore e creditore: Se il debitore riesce a raggiungere un accordo con il creditore, come un saldo e stralcio o un piano di rientro, il pignoramento viene estinto. Il pagamento del debito o la negoziazione di un accordo elimina la ragione stessa del pignoramento, portando alla decadenza della procedura.
  5. Intervento di terzi: In alcuni casi, un terzo potrebbe intervenire per saldare il debito del debitore. Anche in questo caso, la causa del pignoramento viene meno, e l’immobile torna nella disponibilità del debitore.

Riassunto per punti:

  • La decadenza del pignoramento immobiliare si verifica quando il creditore non compie atti esecutivi entro i termini stabiliti dalla legge.
  • Il pignoramento decade se la vendita all’asta non viene disposta entro i termini previsti (45 giorni).
  • Errori procedurali nella notifica o nella trascrizione del pignoramento possono portare alla sua decadenza.
  • Un accordo tra debitore e creditore (saldo e stralcio, piano di rientro) può estinguere il pignoramento.
  • Il pignoramento decade quando il debito viene saldato, anche tramite intervento di terzi.

La decadenza del pignoramento è uno strumento di difesa importante per il debitore, ma richiede un’accurata gestione legale per essere efficace.

Quali sono i principali motivi di decadenza del pignoramento immobiliare?

Ci sono diverse ragioni per cui un pignoramento immobiliare può decadere:

  1. Inattività del creditore: Se il creditore non compie atti esecutivi per un periodo prolungato, la procedura può decadere. In genere, la legge stabilisce un termine massimo di 90 giorni entro il quale il creditore deve attivarsi per notificare il pignoramento o procedere con la vendita all’asta.
  2. Errori procedurali: Se ci sono vizi formali o errori procedurali durante il pignoramento, il debitore può richiedere la decadenza della procedura. Ad esempio, un errore nella notifica dell’atto di pignoramento o un’irregolarità nella valutazione dell’immobile possono comportare l’annullamento del processo.
  3. Mancato rispetto dei termini per la vendita: La legge prevede che, una volta notificato l’atto di pignoramento, l’immobile deve essere messo in vendita entro 45 giorni. Se questo termine non viene rispettato, il debitore può fare ricorso per chiedere la decadenza del pignoramento.
  4. Pagamento del debito: Se il debitore riesce a saldare il debito o a trovare un accordo con il creditore, il pignoramento decade automaticamente. In questo caso, il creditore non ha più motivo di procedere con la vendita forzata dell’immobile.

Cosa succede se il creditore rimane inattivo?

Se il creditore rimane inattivo durante il pignoramento immobiliare, ossia non compie gli atti necessari entro i termini previsti dalla legge, la procedura può decadere. Questo significa che il pignoramento immobiliare viene annullato e l’immobile torna completamente nella disponibilità del debitore, senza più essere soggetto all’esecuzione forzata.

Secondo quanto stabilito dal Codice di Procedura Civile, se dopo la notifica dell’atto di precetto o dell’atto di pignoramento, il creditore non procede con ulteriori atti esecutivi entro un determinato termine (solitamente 90 giorni), il pignoramento può decadere. La legge impone che il creditore sia attivo nell’avanzare la procedura, come richiedere la vendita dell’immobile all’asta o chiedere una perizia per la valutazione del bene.

Se il creditore non si attiva entro questi termini, il debitore, con l’assistenza di un avvocato, può presentare istanza al giudice chiedendo che la procedura venga dichiarata estinta per inattività. Una volta che il pignoramento decade, il bene torna a essere libero da vincoli e il debitore riacquista la piena disponibilità dell’immobile. Questo significa che l’immobile non sarà più soggetto a pignoramento o vendita all’asta, a meno che il creditore non avvii una nuova procedura esecutiva.

Questa possibilità rappresenta una forma di tutela per il debitore contro eventuali ritardi o negligenze da parte del creditore. Il creditore, infatti, non può mantenere un vincolo sull’immobile in modo indefinito senza compiere gli atti necessari per proseguire l’esecuzione.

Esempi pratici di inattività del creditore

Esempio 1: Creditore inattivo dopo la notifica del pignoramento
Un creditore notifica un atto di pignoramento al debitore, ma non richiede la vendita all’asta entro i 90 giorni successivi. Il debitore, assistito da un avvocato, presenta istanza al tribunale per far dichiarare la decadenza della procedura. Il giudice accoglie la richiesta, e il pignoramento viene annullato.

Esempio 2: Mancata richiesta di vendita all’asta
Dopo la notifica del pignoramento, il creditore non richiede al tribunale di fissare la vendita all’asta entro il termine di 45 giorni. Il debitore può chiedere l’estinzione del pignoramento per inattività, e il tribunale può annullare l’intera procedura.

Riassunto per punti:

  • Se il creditore non compie atti esecutivi entro i 90 giorni dalla notifica, il pignoramento può decadere.
  • La decadenza libera l’immobile da vincoli e lo restituisce al debitore.
  • Il debitore, con l’assistenza di un avvocato, può presentare istanza al giudice per chiedere l’annullamento della procedura.
  • La mancata richiesta di vendita all’asta o altri atti esecutivi da parte del creditore può comportare l’estinzione del pignoramento.

In conclusione, l’inattività del creditore è una delle cause principali di decadenza del pignoramento e può offrire al debitore un’importante opportunità per liberare l’immobile dalla procedura esecutiva.

Quali sono i tempi per la decadenza del pignoramento?

I tempi per la decadenza del pignoramento immobiliare dipendono principalmente dal rispetto di precise scadenze stabilite dalla legge e dalla tempistica con cui il creditore deve portare avanti gli atti esecutivi. Se questi termini non vengono rispettati, il pignoramento può decadere, e il debitore può chiedere l’annullamento della procedura esecutiva.

  1. 90 giorni dalla notifica del precetto o dell’atto di pignoramento: Una volta notificato l’atto di pignoramento al debitore, il creditore ha 90 giorni per attivarsi e compiere ulteriori atti esecutivi, come richiedere la vendita all’asta dell’immobile. Se il creditore rimane inattivo oltre questo termine, il pignoramento perde efficacia, e il debitore può richiedere la decadenza della procedura.
  2. 45 giorni per la vendita all’asta: Dopo la trascrizione dell’atto di pignoramento nei registri immobiliari, il creditore deve procedere alla vendita dell’immobile entro 45 giorni. Se questo termine non viene rispettato, il debitore ha il diritto di chiedere l’annullamento del pignoramento.
  3. Tempistica per la contestazione del debitore: Il debitore, una volta accertata l’inattività del creditore, può rivolgersi al tribunale per presentare un’istanza di estinzione del pignoramento. Il tribunale valuterà la richiesta e, se accertata l’inattività del creditore o il mancato rispetto dei termini, dichiarerà la decadenza del pignoramento.

Riassunto per punti:

  • 90 giorni: Termine entro il quale il creditore deve attivarsi dopo la notifica dell’atto di pignoramento.
  • 45 giorni: Termine per procedere alla vendita all’asta dell’immobile.
  • In caso di inattività del creditore, il debitore può presentare istanza al tribunale per ottenere la decadenza del pignoramento.

I tempi sono definiti per garantire che il processo esecutivo non rimanga sospeso indefinitamente e che il debitore possa difendere i propri diritti, evitando che l’immobile resti vincolato senza una concreta prospettiva di risoluzione.

Quali sono le conseguenze della decadenza del pignoramento?

Le conseguenze della decadenza del pignoramento immobiliare sono rilevanti sia per il debitore che per il creditore. Quando un pignoramento decade, si tratta di un evento che comporta l’annullamento della procedura esecutiva e la liberazione dell’immobile dal vincolo del pignoramento. Di seguito le principali conseguenze:

  1. Rimozione del vincolo sull’immobile: La prima e più importante conseguenza è che l’immobile torna nella piena disponibilità del debitore. Questo significa che il bene non è più soggetto a esecuzione forzata e può essere liberamente venduto, affittato, o utilizzato come garanzia per un altro prestito. Il debitore riacquista tutti i diritti di proprietà senza alcun limite.
  2. Impossibilità di continuare la procedura esecutiva: Una volta che il pignoramento è dichiarato decaduto, il creditore non può proseguire con la vendita all’asta o con altre azioni esecutive legate a quel pignoramento specifico. Se il creditore vuole nuovamente agire contro il debitore, deve avviare una nuova procedura esecutiva, con i relativi costi e tempi.
  3. Possibile estinzione del debito: Se il debitore è riuscito a trovare un accordo con il creditore o ha estinto il debito durante il periodo di inattività del pignoramento, la decadenza del pignoramento può significare anche la fine dell’obbligazione nei confronti del creditore. In questo caso, il debitore non sarà più soggetto a ulteriori richieste di pagamento.
  4. Protezione del patrimonio del debitore: In molti casi, la decadenza del pignoramento offre al debitore un’importante opportunità per proteggere il proprio patrimonio. Può significare una temporanea protezione dall’esecuzione forzata, dandogli più tempo per riorganizzare le proprie finanze o per trovare un accordo con il creditore. Tuttavia, il debitore deve essere consapevole che il creditore potrebbe ancora agire in futuro.
  5. Costi aggiuntivi per il creditore: La decadenza del pignoramento implica che il creditore dovrà sostenere nuovamente i costi per avviare una nuova procedura esecutiva, qualora decida di farlo. Questi costi includono le spese legali, i costi per le perizie e i costi di notifica degli atti. Inoltre, il creditore perde tempo prezioso, soprattutto se l’immobile è l’unico bene di valore per il recupero del credito.
  6. Eventuale prescrizione del diritto di esecuzione: Se il creditore non agisce tempestivamente, il suo diritto di eseguire la sentenza o il decreto ingiuntivo potrebbe anche prescriversi. Questo avviene quando trascorre un determinato periodo di tempo (solitamente 10 anni per le sentenze) senza che il creditore compia atti esecutivi. Una volta prescritto, il diritto non può più essere fatto valere.

Riassunto per punti:

  • Rimozione del vincolo sull’immobile: Il bene torna nella piena disponibilità del debitore.
  • Impossibilità di continuare la procedura: Il creditore non può proseguire con la vendita all’asta senza avviare una nuova procedura.
  • Estinzione del debito: Se il debito è stato saldato, la decadenza può coincidere con la fine delle obbligazioni del debitore.
  • Protezione del patrimonio: Il debitore ottiene più tempo per gestire la propria situazione finanziaria o trovare un accordo.
  • Costi aggiuntivi per il creditore: Il creditore deve sostenere nuovi costi se vuole avviare una nuova procedura.
  • Possibile prescrizione: Se il creditore non agisce per troppo tempo, il diritto di eseguire la sentenza potrebbe prescriversi.

In conclusione, la decadenza del pignoramento offre al debitore un’importante opportunità per proteggere il proprio patrimonio, ma allo stesso tempo rappresenta un rischio significativo per il creditore, che potrebbe perdere tempo e denaro senza riuscire a recuperare il credito dovuto.

Come può il debitore difendersi dalla procedura di pignoramento?

Il debitore può difendersi dalla procedura di pignoramento utilizzando diverse strategie legali e strumenti giuridici, a seconda della situazione specifica e dello stadio in cui si trova la procedura. Difendersi in modo efficace richiede una profonda conoscenza delle norme che regolano il pignoramento e, spesso, l’assistenza di un avvocato esperto. Ecco i principali modi in cui un debitore può proteggersi:

  1. Opposizione al pignoramento: Una delle difese più efficaci che il debitore può utilizzare è l’opposizione al pignoramento. Se ritiene che ci siano stati errori procedurali, vizi di forma o addirittura che il debito non sia legittimo, può presentare ricorso al giudice per contestare la validità del pignoramento. Per esempio, se l’atto di pignoramento non è stato notificato correttamente, il debitore può chiedere l’annullamento dell’intera procedura. Questo tipo di opposizione, detta opposizione all’esecuzione (art. 615 del Codice di Procedura Civile), può fermare temporaneamente o definitivamente la procedura.
  2. Verifica degli atti procedurali: Il pignoramento segue una serie di fasi che devono rispettare scrupolosamente i tempi e le forme previste dalla legge. Un avvocato può verificare se ci sono stati errori nella notifica degli atti (precetto, pignoramento, avviso di vendita) o se ci sono stati ritardi ingiustificati nella trascrizione del pignoramento nei registri immobiliari. Questi vizi formali possono essere contestati per ottenere la sospensione della procedura.
  3. Saldo e stralcio: Un’altra soluzione è cercare di negoziare con il creditore un accordo di saldo e stralcio, in cui il debitore si impegna a pagare una parte del debito in cambio della rinuncia al pignoramento. Questa strategia è particolarmente utile quando il debitore dispone di una somma inferiore al debito totale ma sufficiente a chiudere il contenzioso. Il creditore può preferire un accordo rapido piuttosto che attendere i tempi lunghi di un’esecuzione forzata e la vendita all’asta, che comporta anche costi e incertezze.
  4. Piano di rientro: Il debitore può proporre al creditore un piano di rientro che preveda il pagamento dilazionato del debito in rate mensili. Questa soluzione può essere più vantaggiosa per entrambe le parti, evitando i costi della procedura esecutiva e consentendo al debitore di mantenere la proprietà del bene. Anche in questo caso, è fondamentale negoziare un accordo con il creditore, con l’assistenza di un legale esperto.
  5. Ricorso al sovraindebitamento: Se il debitore si trova in una situazione di sovraindebitamento, può ricorrere alle procedure previste dalla Legge n. 3/2012, nota come legge sul sovraindebitamento. Questa legge offre una via d’uscita per i debitori non fallibili (come privati e piccoli imprenditori)

Cosa fare in caso di errori procedurali?

Gli errori procedurali sono una delle principali cause di decadenza del pignoramento. Se il debitore o il suo avvocato riscontrano errori nella notifica dell’atto di pignoramento, nella valutazione dell’immobile o in altri passaggi procedurali, possono presentare un ricorso al giudice per chiedere l’annullamento del pignoramento.

Ad esempio, se l’atto di pignoramento non viene notificato correttamente al debitore, il tribunale potrebbe ritenere la procedura invalida e annullare il pignoramento. Allo stesso modo, se la valutazione dell’immobile è stata fatta in modo errato, il debitore può contestare il prezzo base d’asta e chiedere una nuova perizia.

Esempi pratici di decadenza del pignoramento immobiliare

Ecco alcuni esempi pratici di decadenza del pignoramento immobiliare, che illustrano come può verificarsi la caduta di una procedura esecutiva e le conseguenze per il debitore e il creditore.

Esempio 1: Inattività del creditore

Un creditore ottiene un decreto ingiuntivo per il recupero di un debito, notificando l’atto di precetto al debitore. Tuttavia, dopo aver notificato il pignoramento immobiliare, il creditore non compie altri atti esecutivi entro i 90 giorni previsti dalla legge. Il debitore, accorgendosi dell’inattività del creditore, presenta istanza al tribunale per far dichiarare la decadenza della procedura. Il giudice verifica che il creditore non ha attivato la vendita all’asta o altri passaggi, e dichiara il pignoramento decaduto. In questo caso, l’immobile viene liberato dai vincoli, e il debitore riacquista la piena disponibilità del bene.

Esempio 2: Errori nella notifica del pignoramento

In un altro scenario, un creditore notifica al debitore l’atto di pignoramento, ma la notifica viene eseguita in modo scorretto, ad esempio, perché viene notificata a un indirizzo sbagliato o non viene consegnata nei tempi corretti. Il debitore, con l’assistenza di un avvocato, presenta ricorso al tribunale sostenendo che la procedura di pignoramento è viziata da un errore formale. Il giudice accoglie la contestazione e annulla il pignoramento per irregolarità procedurali. In questo caso, il debitore ottiene la decadenza del pignoramento a causa di un errore formale nella procedura.

Esempio 3: Mancato rispetto dei termini per la vendita

Un creditore avvia il pignoramento immobiliare e notifica correttamente l’atto al debitore. Tuttavia, il creditore non richiede la vendita all’asta entro i 45 giorni previsti per la trascrizione dell’atto nei registri immobiliari. In seguito a ciò, il debitore si avvale di un avvocato che presenta istanza al tribunale per dichiarare la decadenza del pignoramento, sostenendo il mancato rispetto dei termini legali. Il giudice conferma la decadenza del pignoramento, e l’immobile torna nella piena disponibilità del debitore.

Esempio 4: Pagamento del debito prima dell’asta

Un debitore riceve la notifica del pignoramento, ma riesce a saldare il debito prima che il tribunale proceda con la vendita all’asta. In questo caso, il debitore, attraverso il proprio avvocato, comunica il pagamento completo al giudice, che dichiara il pignoramento estinto. L’intervento tempestivo del debitore nel saldare il debito ha portato alla decadenza automatica della procedura, evitando la vendita forzata.

Esempio 5: Trattativa tra debitore e creditore

Un debitore rischia di subire il pignoramento della sua prima casa, ma riesce a negoziare un accordo con il creditore. Le parti trovano un’intesa per un saldo e stralcio, in cui il debitore paga una parte del debito e il creditore rinuncia alla vendita all’asta. Questo accordo porta alla chiusura del pignoramento, con conseguente decadenza della procedura.

Riassunto per punti:

  • Inattività del creditore: Se il creditore non compie atti esecutivi entro i 90 giorni previsti, il pignoramento può decadere.
  • Errori procedurali: Errori nella notifica o irregolarità possono far decadere la procedura.
  • Mancato rispetto dei termini per la vendita: Il mancato avvio della vendita entro 45 giorni può portare alla decadenza.
  • Pagamento del debito: Se il debitore salda il debito prima dell’asta, il pignoramento decade automaticamente.
  • Accordo saldo e stralcio: Una negoziazione tra debitore e creditore può far cessare il pignoramento.

In conclusione, la decadenza del pignoramento immobiliare può verificarsi in molte situazioni, e un’azione tempestiva da parte del debitore, con l’assistenza di un avvocato, può proteggere efficacemente l’immobile.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Cancellazione Debiti e Pignoramenti Immobiliari

Affrontare un pignoramento immobiliare è una delle sfide più difficili che una persona possa incontrare nella propria vita. Si tratta di una procedura che non solo mette a rischio il proprio patrimonio, ma minaccia anche la sicurezza emotiva e familiare, poiché spesso si parla della casa in cui si vive, un bene fondamentale per la stabilità. In queste circostanze, avere un avvocato esperto in cancellazione debiti e pignoramenti immobiliari al proprio fianco diventa non solo una necessità, ma un vero e proprio investimento per proteggere il futuro.

La legge prevede diverse possibilità per fermare, sospendere o evitare il pignoramento, ma la chiave per sfruttarle al meglio sta nella capacità di leggere e interpretare correttamente i tempi e i termini della procedura. Senza un’adeguata assistenza legale, il rischio è di perdere tempo prezioso o non cogliere le opportunità offerte dalla normativa. Un avvocato esperto conosce a fondo le dinamiche del diritto esecutivo, è in grado di individuare eventuali errori formali nel procedimento e sa come contestarli in modo efficace.

Uno degli aspetti più complessi del pignoramento immobiliare riguarda il rigoroso rispetto delle procedure. Ogni fase del pignoramento — dall’ottenimento del titolo esecutivo alla vendita all’asta — segue un iter ben definito che deve rispettare tempi e formalità precise. Un piccolo errore nella notifica dell’atto di pignoramento o nella trascrizione nei registri immobiliari può aprire la strada alla decadenza della procedura. Tuttavia, per identificare e contestare efficacemente questi errori, è necessario un occhio esperto, in grado di muoversi agilmente tra le pieghe della normativa.

Per un debitore, la sensazione di urgenza e di impotenza che accompagna una procedura di pignoramento può essere schiacciante. Si ha spesso l’impressione che ogni giorno perso comporti un passo in più verso la perdita definitiva dell’immobile. Un avvocato esperto non solo offre un supporto legale, ma fornisce anche un importante sostegno psicologico, aiutando a dare un senso di controllo alla situazione e a pianificare i passi successivi in maniera razionale e strategica. Questo è cruciale, soprattutto quando si affrontano opposizioni al pignoramento, che richiedono una pianificazione e una strategia precisa.

Uno degli strumenti più potenti di cui un debitore può avvalersi, grazie all’assistenza di un avvocato, è la contestazione basata su errori procedurali. La normativa italiana è molto chiara: se non vengono rispettati i termini, il pignoramento può decadere. Ad esempio, se il creditore non compie atti esecutivi entro 90 giorni dalla notifica dell’atto di pignoramento, il debitore può richiedere l’annullamento della procedura. Tuttavia, senza un avvocato esperto che monitori costantemente lo stato del procedimento e sia pronto a intervenire, il debitore rischia di perdere queste occasioni.

Oltre agli errori procedurali, un avvocato specializzato sa come gestire le negoziazioni con i creditori. Spesso, prima di arrivare alla vendita all’asta, c’è spazio per negoziare soluzioni alternative, come il saldo e stralcio o un piano di rientro del debito. Queste soluzioni consentono di ridurre il debito o di dilazionarlo nel tempo, evitando la perdita dell’immobile. Tuttavia, per ottenere un accordo vantaggioso, è fondamentale che le trattative siano condotte da un professionista che conosce le dinamiche delle negoziazioni in ambito di recupero crediti. Un avvocato esperto in pignoramenti sa quali sono le leve da usare e come presentare una proposta di saldo e stralcio che sia accettabile per il creditore e vantaggiosa per il debitore.

Un altro strumento che un avvocato può proporre è la procedura di sovraindebitamento. La Legge n. 3/2012 consente a individui e piccole imprese non fallibili di ristrutturare il debito in modo sostenibile. Questa legge offre la possibilità di bloccare il pignoramento e presentare un piano di rientro che contempli pagamenti ridotti e dilazionati. La procedura di sovraindebitamento richiede una dettagliata pianificazione e la preparazione di documentazione complessa, e l’assistenza di un avvocato esperto in questa area è indispensabile per garantire che la proposta venga approvata dal tribunale.

Non va trascurato il ruolo che l’avvocato può svolgere anche nella gestione della fase della vendita all’asta. Se il pignoramento arriva alla fase finale, e l’immobile viene messo all’asta, è possibile che l’immobile non venga venduto subito. Un avvocato può monitorare il processo e intervenire per contestare valutazioni troppo basse o vendite che non rispettano i parametri fissati dalla legge. In alcuni casi, è possibile ottenere la sospensione dell’asta o richiedere una nuova perizia per aumentare il prezzo base.

Infine, un avvocato esperto in pignoramenti non si limita a difendere il cliente durante la fase esecutiva, ma può anche aiutare a prevenire il pignoramento stesso. Attraverso strumenti come il fondo patrimoniale o il trust, è possibile separare i beni destinati ai bisogni della famiglia dal patrimonio personale del debitore, rendendo questi beni non aggredibili dai creditori. Tuttavia, questi strumenti devono essere pianificati e costituiti con largo anticipo rispetto all’insorgenza dei debiti, e la loro corretta applicazione richiede una profonda conoscenza del diritto patrimoniale.

In conclusione, difendersi da un pignoramento immobiliare è un processo che richiede competenze giuridiche specifiche e un’attenta pianificazione strategica. Un avvocato specializzato in cancellazione debiti e pignoramenti immobiliari è la figura chiave per affrontare questo percorso con successo. Grazie alla sua esperienza, può individuare errori procedurali, gestire negoziazioni con i creditori e trovare soluzioni personalizzate per evitare la perdita dell’immobile. La presenza di un professionista competente permette al debitore di affrontare la situazione con maggiore serenità e di avere la certezza di sfruttare tutte le possibilità legali a disposizione.

Da questo punto di vista, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

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Giuseppe Monardo

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