Come Non Farsi Pignorare L’Affitto

Il pignoramento dell’affitto è una procedura legale che consente ai creditori di aggredire i canoni di locazione che un debitore percepisce da eventuali inquilini. Tuttavia, ci sono diversi modi per evitare che questo accada, e la legge italiana offre diverse tutele sia per i locatori che per gli affittuari.

In questo articolo di Studio Monardo, gli avvocati esperti in cancellazione di pignoramenti, esploreremo tutte le misure che possono essere prese per evitare il pignoramento dell’affitto, fornendo informazioni dettagliate su cifre, dati, leggi specifiche ed esempi pratici.

Come Funziona il pignoramento dell’affitto e quando si applica?

Il pignoramento dell’affitto è una procedura esecutiva con cui un creditore può recuperare il proprio credito attraverso i canoni di locazione che il debitore percepisce dai suoi inquilini. In altre parole, il creditore può chiedere al tribunale di bloccare il flusso di denaro che il debitore riceve dagli affitti, facendo in modo che i pagamenti vengano invece versati direttamente al creditore fino all’estinzione del debito.

Questa procedura si applica principalmente quando il debitore è proprietario di un immobile affittato, ma non è riuscito a saldare un debito verso il creditore. Il creditore, per poter procedere al pignoramento, deve ottenere un titolo esecutivo, come una sentenza o un decreto ingiuntivo, che certifica il diritto di recuperare il debito. Una volta ottenuto il titolo, il creditore può chiedere al giudice di emettere un’ordinanza di pignoramento che obblighi l’inquilino a versare l’affitto direttamente al creditore.

Il pignoramento può riguardare non solo gli affitti futuri, ma anche quelli non ancora incassati. Tuttavia, non si applica automaticamente a tutti gli affitti: ci sono limitazioni basate sull’importanza del canone per la vita del debitore. Se l’affitto rappresenta l’unica fonte di reddito o una parte importante per il suo sostentamento, il giudice potrebbe limitare la quota pignorata per garantire che il debitore possa far fronte alle spese essenziali, come il mantenimento della famiglia o le spese mediche.

In questo contesto, il debitore può cercare di difendersi presentando un’opposizione al pignoramento entro 40 giorni dalla notifica. Se vi sono errori procedurali o vizi di forma, un’opposizione ben presentata può portare all’annullamento del pignoramento. In alternativa, il debitore può anche tentare di negoziare con il creditore un accordo di saldo e stralcio o una rateizzazione del debito, cercando così di evitare l’azione legale.

Riassunto per punti:

  • Il pignoramento dell’affitto permette al creditore di ricevere i canoni di locazione direttamente dal debitore.
  • Il creditore deve ottenere un titolo esecutivo (sentenza o decreto ingiuntivo) prima di richiedere il pignoramento.
  • Si applica agli affitti futuri e a quelli non ancora incassati.
  • Il giudice può limitare il pignoramento se l’affitto è essenziale per il sostentamento del debitore.
  • Il debitore può opporsi al pignoramento entro 40 giorni o negoziare un accordo con il creditore per evitare la procedura.

Il pignoramento degli affitti è una misura severa, ma può essere contrastata con strategie legali efficaci e ben documentate.

Quali sono i limiti del pignoramento dell’affitto?

Il pignoramento dell’affitto, pur essendo un mezzo legale per recuperare i crediti, ha dei limiti precisi stabiliti dalla legge italiana. Questi limiti hanno lo scopo di bilanciare i diritti del creditore con la necessità del debitore di mantenere una certa disponibilità economica per il proprio sostentamento. Di seguito, esploriamo quali sono i principali limiti che regolano il pignoramento degli affitti.

In primo luogo, il pignoramento degli affitti non può riguardare l’intero importo percepito dal debitore. La parte pignorabile dipende da vari fattori, tra cui l’importanza che l’affitto ha per il mantenimento del debitore. Se gli affitti rappresentano l’unica o principale fonte di reddito del debitore, il giudice può stabilire che solo una quota limitata del canone d’affitto possa essere pignorata, lasciando al debitore il resto per coprire spese essenziali come affitto della propria abitazione, bollette e alimenti.

Il Codice di Procedura Civile (art. 545 c.p.c.) prevede inoltre che, come per altri tipi di reddito, ci siano dei limiti relativi alla parte pignorabile di somme destinate a bisogni essenziali. In generale, se gli affitti rappresentano una fonte di reddito cruciale per la sussistenza del debitore e della sua famiglia, il giudice potrebbe decidere di ridurre la quota pignorabile.

Un altro importante limite è legato alla destinazione dell’immobile affittato. Se l’immobile pignorato è inserito in un fondo patrimoniale (un istituto giuridico creato per destinare determinati beni a soddisfare i bisogni della famiglia), e il debito non riguarda le necessità familiari, il pignoramento potrebbe essere limitato o escluso. Questo perché i beni inseriti nel fondo patrimoniale sono protetti contro azioni esecutive per debiti non legati a esigenze familiari.

Anche il tipo di creditore e il tipo di debito influiscono sui limiti di pignorabilità. Ad esempio, per i debiti alimentari (come il mantenimento per i figli), la legge permette una quota maggiore di pignoramento rispetto ai debiti ordinari. Se il creditore ha un diritto alimentare, il pignoramento dell’affitto potrebbe essere più consistente.

Un’ulteriore limitazione riguarda i beni essenziali del debitore. Se l’immobile locato serve come garanzia di un mutuo o è strettamente necessario per il mantenimento del debitore e della sua famiglia, il pignoramento degli affitti potrebbe essere ulteriormente limitato o, in alcuni casi, del tutto escluso, a discrezione del giudice.

Infine, è importante ricordare che l’affitto pignorato non può essere utilizzato per soddisfare crediti futuri non ancora maturati. Il pignoramento si applica solo ai canoni già maturati o a quelli futuri che matureranno a breve, ma non può coprire affitti che non sono ancora divenuti esigibili.

Riassunto per punti:

  • La quota pignorabile dell’affitto dipende dall’importanza del canone per il mantenimento del debitore.
  • Gli affitti inseriti in un fondo patrimoniale possono essere parzialmente o totalmente protetti.
  • In caso di debiti alimentari, il pignoramento può essere più alto rispetto ai debiti ordinari.
  • Se l’immobile è essenziale per il mantenimento del debitore, il giudice può limitare il pignoramento.
  • L’affitto futuro non ancora maturato non può essere pignorato.

Questi limiti sono stati introdotti per garantire che il pignoramento non comprometta completamente la capacità del debitore di far fronte alle proprie esigenze quotidiane, mantenendo comunque il diritto del creditore a recuperare il suo credito.

Come ci si difende dal pignoramento dell’affitto?

Difendersi dal pignoramento dell’affitto richiede una strategia ben pianificata che include sia la valutazione della legittimità del pignoramento che l’esplorazione delle possibilità di opposizione e negoziazione. Di seguito, spieghiamo i metodi principali che un debitore può utilizzare per proteggere i propri diritti e limitare l’impatto del pignoramento.

Uno dei primi passi per difendersi dal pignoramento è verificare la legittimità della procedura. Il creditore deve ottenere un titolo esecutivo, come una sentenza o un decreto ingiuntivo, che gli consente di agire legalmente contro il debitore. Se questo titolo non è stato ottenuto correttamente o se ci sono irregolarità nella notifica del pignoramento, il debitore può presentare opposizione al pignoramento. L’opposizione deve essere presentata entro 40 giorni dalla notifica e deve essere ben motivata, magari mettendo in luce errori procedurali o aspetti formali non rispettati. Un avvocato esperto in diritto esecutivo può essere di grande aiuto in questa fase, garantendo che ogni aspetto legale venga considerato.

Un’altra strategia di difesa è dimostrare l’essenzialità dell’affitto per il sostentamento del debitore. Se il canone d’affitto rappresenta una parte significativa del reddito del debitore o è l’unica fonte di reddito, il giudice potrebbe decidere di limitare la quota pignorabile, consentendo al debitore di mantenere una parte dell’affitto per far fronte alle spese essenziali, come il pagamento di altre obbligazioni, l’affitto della propria abitazione o il mantenimento della famiglia. È fondamentale, in questi casi, fornire una chiara documentazione finanziaria che dimostri la necessità del reddito per la vita quotidiana del debitore.

La negoziazione con il creditore è un’altra opzione praticabile. In alcuni casi, il creditore potrebbe essere disposto a negoziare un accordo di saldo e stralcio, accettando una somma ridotta rispetto al debito totale in cambio del pagamento immediato. In alternativa, si può negoziare una rateizzazione del debito, che consente di dilazionare i pagamenti su un periodo di tempo più lungo, evitando così l’azione di pignoramento sugli affitti. La negoziazione è spesso una strada preferibile rispetto all’azione legale, poiché evita i costi e le complessità delle procedure giudiziarie.

Un’altra modalità di difesa consiste nell’utilizzare strumenti giuridici come il fondo patrimoniale o il trust. Il fondo patrimoniale permette di destinare determinati beni, tra cui immobili, esclusivamente al soddisfacimento dei bisogni della famiglia, proteggendoli da eventuali pignoramenti legati a debiti personali. Tuttavia, il fondo deve essere costituito prima dell’insorgere del debito per essere efficace. Un trust può svolgere una funzione simile, separando la proprietà dell’immobile dalla sua gestione e rendendo i canoni di affitto meno accessibili ai creditori.

Un’ulteriore possibilità è verificare se il pignoramento rispetta i limiti legali previsti dalla legge. Alcune somme, come gli assegni familiari o i rimborsi spese, non possono essere pignorate, e la legge limita la parte pignorabile del reddito. Se il pignoramento riguarda somme che non dovrebbero essere aggredite, è possibile presentare un ricorso al giudice per ridurre o annullare la parte eccedente.

Riassunto per punti:

  • Verifica della legittimità del pignoramento: controllare la validità del titolo esecutivo e la regolarità della notifica.
  • Opposizione: presentare opposizione entro 40 giorni dalla notifica in caso di errori procedurali.
  • Dimostrare la necessità dell’affitto: se il canone è essenziale per il sostentamento, è possibile chiedere una limitazione della quota pignorabile.
  • Negoziazione con il creditore: accordi di saldo e stralcio o rateizzazione per evitare il pignoramento.
  • Utilizzo di strumenti giuridici: fondo patrimoniale o trust per proteggere i beni.
  • Ricorso per pignoramento eccessivo: se il pignoramento coinvolge somme non pignorabili, si può richiedere un’azione correttiva al giudice.

Un supporto legale adeguato e una strategia ben strutturata possono fare la differenza nel difendersi dal pignoramento degli affitti, garantendo che il debitore mantenga una parte del reddito per far fronte alle spese quotidiane e proteggendo i propri diritti.

Quali sono i beni non pignorabili legati agli affitti?

I beni non pignorabili legati agli affitti includono una serie di risorse e redditi protetti dalla legge, che non possono essere aggrediti dai creditori nemmeno in presenza di debiti. La normativa italiana, nello specifico l’articolo 545 del Codice di Procedura Civile, stabilisce quali beni e voci di reddito sono totalmente o parzialmente esclusi dalla possibilità di essere pignorati, allo scopo di garantire al debitore un minimo di reddito necessario per il suo sostentamento e quello della sua famiglia.

Tra i beni non pignorabili legati agli affitti troviamo, in particolare:

  1. Assegni familiari: Gli assegni percepiti per il mantenimento dei familiari a carico, come i figli, non possono essere pignorati in nessun caso. Questo tipo di reddito è escluso dal pignoramento poiché è finalizzato al sostegno della famiglia e non rappresenta una componente disponibile del reddito del debitore.
  2. Beni inseriti in un fondo patrimoniale: Se l’immobile oggetto di locazione è stato inserito in un fondo patrimoniale, i canoni di affitto derivanti da questo bene potrebbero essere non pignorabili, a condizione che il debito non riguardi bisogni familiari. Il fondo patrimoniale è uno strumento giuridico che protegge i beni destinati al soddisfacimento delle esigenze della famiglia. Tuttavia, è importante che il fondo sia stato costituito prima dell’insorgere del debito per essere efficace contro il pignoramento.
  3. Indennità di trasferta o rimborsi spese: Se il debitore utilizza i canoni di affitto per coprire spese di trasferimento o rimborsi per attività lavorative, queste somme sono considerate rimborsi e non reddito, e dunque non sono pignorabili. Il pignoramento non può aggredire somme che servono per coprire costi già sostenuti dal debitore in virtù di obbligazioni lavorative o contrattuali.
  4. Redditi minimi vitali: Sebbene non esista una soglia precisa di affitti non pignorabili, se il debitore dimostra che i canoni di locazione rappresentano l’unica o principale fonte di reddito per il suo mantenimento, il giudice può limitare o escludere del tutto il pignoramento. In tal caso, l’affitto viene considerato come parte di un reddito vitale per il sostentamento del debitore e della sua famiglia, e quindi non aggredibile dai creditori.
  5. Beni essenziali: Gli immobili che sono direttamente legati a esigenze essenziali per la vita del debitore, come una casa affittata che è parte di un mutuo per la propria abitazione, possono essere parzialmente protetti dal pignoramento. Questo si applica se il giudice ritiene che il pignoramento comprometta la capacità del debitore di vivere in condizioni dignitose.
  6. Indennità per malattia e infortunio: Se l’affitto percepito serve a coprire le spese per malattia o infortunio, come una risorsa vitale per il debitore, anche queste somme possono essere escluse dal pignoramento. La legge prevede che i redditi destinati a coprire tali situazioni non siano pignorabili, in quanto essenziali per la sopravvivenza e la cura della persona.

Riassunto per punti:

  • Assegni familiari: non pignorabili in nessun caso.
  • Beni inseriti in fondo patrimoniale: non pignorabili se il debito non riguarda bisogni familiari.
  • Rimborsi spese e indennità di trasferta: non pignorabili in quanto non reddito netto.
  • Redditi minimi vitali: se l’affitto è essenziale per il mantenimento, può essere escluso dal pignoramento.
  • Beni essenziali: immobili destinati a bisogni primari del debitore possono essere protetti.
  • Indennità per malattia e infortunio: non pignorabili se destinate a coprire situazioni di emergenza sanitaria.

Queste protezioni legali permettono di preservare un reddito minimo vitale per il debitore, assicurando che le azioni esecutive non compromettano la sua capacità di mantenere una vita dignitosa.

Cosa succede se il creditore pignora più di quanto consentito?

Nel caso in cui il creditore tenti di pignorare una quota di affitto superiore a quanto stabilito dalla legge, il debitore ha il diritto di presentare ricorso al giudice. La legge impone dei limiti ben precisi alle somme pignorabili, e qualunque pignoramento che superi tali limiti può essere contestato. Il debitore può richiedere che la quota pignorata venga ridotta e che il giudice valuti la sua reale situazione economica, tenendo conto delle sue necessità quotidiane.

Un avvocato specializzato in diritto esecutivo può aiutare il debitore a presentare ricorso in modo efficace, individuando le possibili irregolarità nella procedura di pignoramento e garantendo che vengano rispettati i limiti previsti dalla legge.

È possibile evitare il pignoramento con il fondo patrimoniale?

Uno strumento giuridico che può essere utilizzato per proteggere i beni da un eventuale pignoramento è la costituzione di un fondo patrimoniale. Il fondo patrimoniale è un istituto del diritto civile italiano che consente di destinare determinati beni, come gli immobili, alla soddisfazione dei bisogni familiari. Una volta inserito nel fondo, l’immobile e gli affitti da esso percepiti possono essere sottratti al pignoramento, purché il debito non riguardi bisogni essenziali della famiglia.

Per evitare il pignoramento dell’affitto attraverso il fondo patrimoniale, è necessario che il fondo venga costituito prima dell’insorgere del debito. Se il fondo è costituito dopo che il debito è stato contratto, il creditore potrebbe chiedere la revoca della protezione offerta dal fondo.

Come funziona la protezione offerta dal trust?

Un’altra soluzione per evitare il pignoramento dell’affitto è la creazione di un trust. Il trust è un istituto giuridico che permette di separare la proprietà di un bene dalla sua gestione. Inserendo un immobile locato in un trust, è possibile far sì che gli affitti non siano più direttamente disponibili per il debitore, evitando così che possano essere pignorati dai creditori.

Come nel caso del fondo patrimoniale, anche il trust deve essere costituito prima che il debito venga contratto per poter proteggere efficacemente gli affitti. Inoltre, è fondamentale che il trust sia redatto in modo corretto, rispettando tutte le normative italiane, per evitare che venga annullato dal tribunale.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Cancellazione Debiti e Pignoramenti Dell’Affitto

Affrontare un pignoramento legato agli affitti può essere un momento complesso e stressante per chi possiede immobili e si trova in difficoltà finanziarie. Le implicazioni legali di un pignoramento possono essere profonde, incidendo non solo sul reddito corrente, ma anche sulla stabilità economica del debitore e, in alcuni casi, del nucleo familiare. È in queste circostanze che diventa evidente l’importanza di avere al proprio fianco un avvocato esperto in cancellazione debiti e pignoramenti degli affitti.

Quando un creditore avvia una procedura di pignoramento sugli affitti, ciò avviene con l’intento di recuperare il proprio credito attraverso i canoni di locazione percepiti dal debitore, bypassando il proprietario e dirigendo direttamente questi introiti al creditore. Tuttavia, la legge prevede una serie di tutele che garantiscono che il debitore non venga privato ingiustamente o in modo eccessivo delle proprie risorse. Un avvocato specializzato è in grado di valutare con precisione se il procedimento è stato avviato correttamente e, se necessario, può intervenire presentando opposizioni, negoziando soluzioni più sostenibili, o proteggendo beni specifici attraverso strumenti legali adeguati.

Un aspetto fondamentale del ruolo di un avvocato esperto riguarda la verifica della legittimità del pignoramento. Il creditore deve ottenere un titolo esecutivo valido, come una sentenza o un decreto ingiuntivo, e rispettare tutte le procedure previste per la notifica del pignoramento. In caso di irregolarità, il debitore può presentare opposizione, chiedendo al giudice di annullare o rivedere il provvedimento. Spesso, questi aspetti tecnici sfuggono a chi non ha una conoscenza approfondita del diritto esecutivo, ma per un avvocato specializzato si tratta di una delle prime verifiche da compiere.

Il limite di pignorabilità è un altro elemento chiave nella difesa contro il pignoramento degli affitti. La legge italiana, in particolare l’articolo 545 del Codice di Procedura Civile, stabilisce che solo una parte del reddito del debitore può essere aggredita. Se il canone di locazione rappresenta una fonte primaria di sostentamento per il debitore o la sua famiglia, il giudice può decidere di limitare la parte pignorata. Un avvocato esperto è in grado di documentare adeguatamente queste situazioni e presentarle in modo convincente al giudice, garantendo che la quota pignorata non comprometta la capacità del debitore di vivere dignitosamente.

Un avvocato esperto può anche aiutare nella negoziazione con il creditore, proponendo soluzioni alternative al pignoramento. In molti casi, è possibile raggiungere un accordo di saldo e stralcio, con cui il debitore si impegna a pagare una parte del debito in un’unica soluzione, ottenendo in cambio la cancellazione della somma restante. Questa opzione è spesso vantaggiosa sia per il debitore, che evita il pignoramento, sia per il creditore, che ottiene una parte significativa del debito senza dover ricorrere a lunghe e costose procedure esecutive. Un avvocato esperto sa come condurre queste negoziazioni, sapendo quando è il momento giusto per proporre un accordo e come garantire che i termini siano equi e sostenibili per il debitore.

Oltre alla negoziazione, un legale competente può anche aiutare il debitore a utilizzare strumenti giuridici come il fondo patrimoniale o il trust. Questi istituti giuridici consentono di proteggere determinati beni, come gli immobili, da azioni esecutive. Il fondo patrimoniale, ad esempio, permette di destinare un immobile esclusivamente ai bisogni della famiglia, rendendo i canoni di locazione non pignorabili se il debito non riguarda necessità familiari. Tuttavia, è importante che questi strumenti vengano attivati prima dell’insorgere del debito. Un avvocato esperto è in grado di consigliare il debitore su quale sia la migliore strategia di protezione dei beni in base alla situazione specifica.

Un altro vantaggio di avere al proprio fianco un avvocato specializzato è la possibilità di contestare pignoramenti eccessivi. In alcuni casi, i creditori possono cercare di pignorare somme che vanno oltre i limiti stabiliti dalla legge, come gli assegni familiari o i rimborsi spese, che sono non pignorabili. Se il pignoramento coinvolge somme che non dovrebbero essere aggredite, l’avvocato può presentare un ricorso al giudice per ridurre la parte pignorata e garantire che vengano rispettati i diritti del debitore.

Un altro scenario in cui l’avvocato diventa cruciale è quando il pignoramento riguarda più creditori. In questi casi, la legge stabilisce che la somma complessiva pignorata non possa superare il 50% del reddito del debitore. Un avvocato può aiutare il debitore a navigare in queste situazioni complesse, assicurandosi che i limiti vengano rispettati e che il debito venga gestito in modo sostenibile.

La consulenza legale non solo protegge il debitore dai rischi immediati di un pignoramento, ma può anche aiutare a pianificare una strategia a lungo termine per la gestione del debito. Un avvocato esperto in cancellazione debiti sa come strutturare una difesa che non solo affronta il pignoramento in corso, ma che aiuta il debitore a costruire una strada verso la stabilità finanziaria, valutando anche l’opportunità di procedere con procedure di esdebitazione o ristrutturazione del debito.

In sintesi, il pignoramento degli affitti rappresenta una minaccia seria per la stabilità economica del debitore, ma con il giusto supporto legale è possibile proteggere i propri diritti e ridurre l’impatto di questa misura. Un avvocato esperto in cancellazione debiti e pignoramenti non solo conosce le normative, ma sa come applicarle nel contesto concreto della vita del debitore, individuando le migliori soluzioni per difendersi e tutelare il reddito necessario al mantenimento proprio e della famiglia.

La capacità di navigare tra le leggi, le strategie legali e le opportunità di negoziazione offre al debitore non solo una difesa efficace, ma anche una visione chiara e realistica di come affrontare il problema del debito nel lungo termine.

In tal senso, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

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Giuseppe Monardo

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