Come Non Farsi Pignorare Niente?

Il pignoramento è una delle procedure più invasive per il recupero dei crediti, che consente ai creditori di aggredire i beni del debitore per soddisfare un debito insoluto. Tuttavia, esistono diverse strategie legali per evitare che i propri beni vengano pignorati, sfruttando le leggi italiane che offrono protezioni e limiti specifici per determinate categorie di beni e redditi.

In questo articolo di Studio Monardo, gli avvocati specializzati in opposizione a pignoramenti, vedremo come funziona il pignoramento, quali sono le protezioni previste dalla legge e quali misure è possibile adottare per evitare di subire questa procedura.

Cos’è il pignoramento e perché devi stare attento

Il pignoramento è una procedura esecutiva attraverso la quale un creditore, con il supporto della legge, può aggredire i beni di un debitore per soddisfare un debito insoluto. Si tratta di una delle fasi finali del processo di recupero crediti, che può coinvolgere beni mobili, immobili, conti correnti e altri asset patrimoniali del debitore.

La procedura di pignoramento inizia quando il creditore ottiene un titolo esecutivo, come una sentenza o un decreto ingiuntivo, che attesta l’esistenza del debito. Una volta ottenuto questo titolo, il creditore può avviare un atto di precetto, che è una formale richiesta di pagamento al debitore. Se il pagamento non avviene entro i termini stabiliti (solitamente 10 giorni), il creditore può procedere al pignoramento dei beni.

Perché dovresti stare attento al pignoramento?

Il pignoramento può avere gravi conseguenze sulla vita finanziaria e patrimoniale del debitore. I beni coinvolti possono includere:

  • Conti correnti: Il creditore può pignorare i soldi presenti sul conto corrente del debitore, rendendo difficile accedere a fondi necessari per la vita quotidiana. Tuttavia, esistono limiti, soprattutto per gli stipendi e le pensioni, che possono essere pignorati solo in parte.
  • Beni mobili: Oggetti personali, veicoli e altri beni mobili possono essere soggetti a pignoramento, a meno che non rientrino tra quelli dichiarati impignorabili dalla legge (ad esempio, beni di uso quotidiano, strumenti di lavoro, ecc.).
  • Immobili: Se il debito è rilevante, anche la casa del debitore può essere pignorata e successivamente venduta all’asta per soddisfare il credito. La prima casa è protetta in determinate circostanze, ma solo se il debito non è contratto con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione e se non si tratta di un immobile di lusso.

Limiti e protezioni del debitore

Fortunatamente, la legge italiana prevede diverse tutele per il debitore, specialmente per quanto riguarda beni fondamentali per la vita quotidiana. Lo stipendio e la pensione, per esempio, possono essere pignorati solo entro certi limiti (un quinto dello stipendio e la parte eccedente 1,5 volte l’assegno sociale per le pensioni). Inoltre, alcuni beni indispensabili per la vita e il lavoro del debitore non possono essere pignorati.

Inoltre, il debitore ha sempre la possibilità di presentare opposizione al pignoramento, soprattutto se ci sono irregolarità procedurali o se ritiene che i beni pignorati siano stati inclusi illegalmente.

L’importanza di agire tempestivamente

Uno dei principali rischi del pignoramento è la mancanza di consapevolezza o reazione tempestiva da parte del debitore. Ignorare le notifiche o le richieste del creditore può peggiorare notevolmente la situazione, portando alla perdita di beni preziosi e a conseguenze finanziarie gravi.

Avere il supporto di un avvocato esperto in pignoramenti e cancellazione debiti è fondamentale per valutare tutte le opzioni a disposizione e difendere i propri diritti. Un legale competente può aiutare a esaminare la validità del pignoramento, verificare se ci sono vizi di forma o sostanza, e proporre soluzioni alternative, come il saldo e stralcio o la rateizzazione del debito, per evitare l’esecuzione forzata.

In sintesi, il pignoramento è una procedura estremamente invasiva e può avere conseguenze devastanti se non gestita in modo corretto. Rimanere informati, reagire tempestivamente e farsi affiancare da un professionista legale sono i passi più importanti per proteggere il proprio patrimonio e trovare soluzioni pratiche per risolvere le proprie difficoltà economiche.

È Possibile Non Farsi Pignorare Niente?

Evitare completamente il pignoramento non è semplice, ma ci sono alcune situazioni in cui la legge offre protezioni, limitando o impedendo che i beni vengano aggrediti dai creditori. Alcune categorie di beni sono protette per legge, mentre in altri casi è possibile adottare strategie preventive che riducono il rischio di pignoramento. Tuttavia, è importante agire tempestivamente e con il supporto di un avvocato per massimizzare le proprie possibilità di difesa. Vediamo in modo approfondito cosa si può fare per ridurre al minimo o evitare il pignoramento.

I beni essenziali per la vita quotidiana non possono essere pignorati. La legge italiana protegge beni come mobili di modesto valore, abbigliamento, utensili da cucina e altri oggetti di uso quotidiano, in quanto considerati indispensabili per la sopravvivenza del debitore e della sua famiglia. Anche gli strumenti di lavoro, essenziali per lo svolgimento dell’attività professionale del debitore, godono di una protezione parziale: è possibile pignorare solo una parte di questi beni, e solo se non compromette la capacità del debitore di svolgere la propria professione.

Anche lo stipendio e la pensione sono soggetti a limiti di pignorabilità. Per lo stipendio, solo un quinto del reddito netto può essere pignorato, mentre per le pensioni è pignorabile solo la parte che eccede 1,5 volte l’assegno sociale. Questi limiti garantiscono che il debitore conservi un reddito minimo per il proprio sostentamento.

In alcuni casi, i conti correnti possono essere pignorati, ma esistono protezioni anche in questo ambito. Se sul conto corrente sono accreditati lo stipendio o la pensione, valgono i limiti già menzionati. Questo significa che non è possibile pignorare tutto il saldo del conto, ma solo la parte eccedente la quota protetta dalla legge.

È possibile difendere la prima casa dal pignoramento in alcune circostanze. Se il debitore non possiede altri immobili e la casa non è classificata come abitazione di lusso, la prima casa non può essere pignorata dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Tuttavia, per altri creditori (come banche o privati), il pignoramento della casa è possibile, a meno che non si adottino strumenti preventivi come il fondo patrimoniale, che vincola l’immobile ai bisogni della famiglia, rendendolo in parte impignorabile.

Un’altra strategia è quella di ricorrere alla nuda proprietà. Cedendo la nuda proprietà della casa a un familiare, il debitore mantiene l’usufrutto, ovvero il diritto di abitazione, ma evita che il creditore possa pignorare la casa, poiché non è più di sua proprietà.

Se il pignoramento è già imminente, è possibile cercare di bloccarlo presentando opposizione in caso di irregolarità nella procedura o negoziando con il creditore per ottenere un saldo e stralcio o una rateizzazione del debito. Queste soluzioni possono evitare l’esecuzione forzata, ma richiedono l’assistenza di un avvocato esperto per essere gestite con successo.

Infine, se la situazione debitoria è grave, si può ricorrere alla procedura di sovraindebitamento, che consente di ristrutturare i debiti in base alla reale capacità economica e di ottenere la sospensione delle azioni esecutive, compreso il pignoramento.

Riassunto per punti:

  • Beni essenziali (mobili di uso quotidiano, strumenti di lavoro) sono impignorabili.
  • Stipendi: solo un quinto è pignorabile.
  • Pensioni: pignorabile solo la parte eccedente 1,5 volte l’assegno sociale.
  • Prima casa impignorabile dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione, ma non per altri creditori (salvo protezione tramite fondo patrimoniale).
  • Conti correnti con stipendio o pensione accreditati godono di limiti di pignorabilità.
  • Strumenti come la nuda proprietà e il fondo patrimoniale possono proteggere gli immobili.
  • Negoziare un saldo e stralcio o una rateizzazione può bloccare il pignoramento.
  • La procedura di sovraindebitamento permette di ristrutturare i debiti e sospendere le esecuzioni forzate.

Quali beni non possono essere pignorati?

La legge italiana prevede che alcuni beni siano impignorabili o soggetti a forti limitazioni. Tra questi:

  • Beni di uso quotidiano: Secondo l’articolo 514 del Codice di Procedura Civile, alcuni beni indispensabili alla vita quotidiana, come mobili di modesto valore, vestiti, utensili da cucina, e oggetti destinati all’uso personale o familiare, sono impignorabili.
  • Strumenti di lavoro: Gli strumenti necessari per l’attività professionale del debitore (come computer, attrezzature e altri strumenti di lavoro) sono parzialmente impignorabili. La legge consente di pignorare solo una parte di questi beni, in modo da non compromettere l’attività lavorativa del debitore.
  • Beni necessari per la famiglia: Alcuni beni destinati al sostentamento della famiglia, come una parte delle entrate da lavoro o beni inseriti in un fondo patrimoniale, sono anch’essi protetti da pignoramento.
  • Veicoli per disabili: Le auto e gli altri mezzi di trasporto utilizzati da persone con disabilità sono impignorabili se indispensabili per la mobilità.

Come proteggere lo stipendio dal pignoramento?

Il pignoramento dello stipendio è una delle misure esecutive più comuni, ma la legge prevede limiti precisi alla quota di stipendio che può essere pignorata. In particolare, può essere pignorato solo il quinto dello stipendio netto, quindi il 20% del reddito mensile del debitore. Inoltre, lo stipendio pignorato deve lasciare al debitore una somma sufficiente a garantire il minimo vitale.

Queste protezioni si applicano sia per il pignoramento dello stipendio direttamente dal datore di lavoro, sia per il pignoramento sul conto corrente dove viene accreditato lo stipendio. In quest’ultimo caso, però, se lo stipendio è già stato accreditato, il pignoramento può riguardare solo la parte che eccede il quinto.

Esempio: Se un debitore riceve uno stipendio mensile netto di 1.500 euro, il creditore potrà pignorare solo 300 euro al mese, lasciando 1.200 euro a disposizione del debitore.

Come evitare il pignoramento della pensione?

Anche le pensioni sono soggette a limiti di pignorabilità. La legge italiana stabilisce che può essere pignorata solo la parte della pensione che eccede 1,5 volte l’assegno sociale, che per il 2024 è pari a circa 690 euro. Questo significa che, se la pensione del debitore è di 1.000 euro, solo la parte eccedente i 690 euro può essere pignorata (ovvero circa 310 euro).

Esempio: Se una persona percepisce una pensione di 1.200 euro, il creditore potrà pignorare una somma di circa 510 euro al mese.

Come proteggere la casa dal pignoramento?

Il pignoramento immobiliare è una delle forme più gravi di esecuzione, ma anche in questo caso esistono alcune tutele. La legge prevede che la prima casa non possa essere pignorata da parte di Equitalia (ora Agenzia delle Entrate-Riscossione), a patto che il debitore non sia proprietario di altri immobili e che l’abitazione non sia di lusso.

Per proteggere la casa dal pignoramento da parte di altri creditori, è possibile ricorrere a strumenti come il fondo patrimoniale. Il fondo patrimoniale vincola i beni immobili ai bisogni della famiglia, rendendoli in parte impignorabili. Tuttavia, se i debiti sono stati contratti per esigenze legate alla famiglia, il creditore potrebbe comunque aggredire i beni inseriti nel fondo.

Un’altra soluzione è quella di separare la nuda proprietà dall’usufrutto. Con questa operazione, il debitore cede la nuda proprietà dell’immobile, mantenendo l’usufrutto, cioè il diritto di abitazione. Poiché il creditore può aggredire solo i beni del debitore, la nuda proprietà ceduta a un familiare diventa impignorabile.

Come evitare il pignoramento del conto corrente?

Il pignoramento del conto corrente è un’altra forma di esecuzione molto temuta, ma anche qui esistono soluzioni per proteggere le somme depositate.

  • Separare i conti: È consigliabile avere un conto corrente separato per le entrate derivanti da stipendio o pensione. Questo rende più facile applicare i limiti di pignorabilità previsti per tali redditi. Se lo stipendio o la pensione sono accreditati su un conto separato, sarà più difficile per il creditore aggredire l’intero saldo.
  • Limiti per stipendi e pensioni accreditati: Se il pignoramento riguarda un conto corrente su cui vengono accreditati lo stipendio o la pensione, valgono i limiti già visti: solo un quinto dello stipendio e la parte eccedente 1,5 volte l’assegno sociale per le pensioni.
  • Mantenere un saldo basso: Un’altra strategia è quella di mantenere il conto con un saldo basso, in modo che, al momento del pignoramento, non ci siano somme ingenti da sequestrare. Questa tattica può essere utile per dissuadere il creditore dall’agire se il recupero delle somme è irrisorio.

Cosa fare per non farsi pignorare nulla in caso di pignoramento imminente?

Se ci si trova di fronte a un pignoramento imminente, esistono diversi modi per cercare di proteggere il proprio patrimonio e limitare i danni. Anche se è difficile evitare completamente un pignoramento una volta che il creditore ha avviato la procedura, ci sono azioni preventive e difensive che si possono intraprendere per ridurre al minimo l’impatto del pignoramento sui propri beni.

La prima cosa da fare è verificare la correttezza dell’atto di precetto e dell’intera procedura esecutiva. L’atto di precetto è il documento che avvisa il debitore del fatto che, entro un certo termine (solitamente 10 giorni), dovrà pagare il debito, pena l’esecuzione forzata. Se ci sono errori o irregolarità nella notifica, nella procedura o nell’importo del debito, è possibile presentare opposizione al pignoramento. L’opposizione blocca temporaneamente la procedura esecutiva e, se accolta, può annullare il pignoramento.

Se l’opposizione non è possibile o non è sufficiente, si possono negoziare delle soluzioni alternative con il creditore. Il saldo e stralcio è una delle opzioni più efficaci: consiste nel pagare una parte del debito in cambio della cancellazione del resto. Questo accordo evita il pignoramento, ma richiede una trattativa diretta con il creditore e, spesso, l’intervento di un avvocato specializzato.

Un’altra opzione è la rateizzazione del debito, che consente al debitore di pagare l’importo dovuto in più tranche, riducendo l’impatto finanziario immediato e sospendendo il pignoramento.

Nel caso in cui il debitore abbia un lavoro o percepisca una pensione, la legge italiana prevede limiti di pignorabilità. Solo un quinto dello stipendio netto può essere pignorato, mentre per le pensioni può essere pignorata solo la parte che eccede 1,5 volte l’assegno sociale. Questo significa che lo stipendio o la pensione non possono essere interamente sequestrati dal creditore, e rimane sempre una parte di reddito disponibile per il debitore.

Per quanto riguarda la casa, se è la prima abitazione e non si tratta di un immobile di lusso, la legge protegge la prima casa dal pignoramento da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Per altri creditori, tuttavia, è possibile pignorare anche la prima casa, a meno che non sia stata inserita in un fondo patrimoniale. Questo strumento vincola i beni immobili ai bisogni familiari, rendendoli impignorabili per debiti non legati a esigenze familiari.

Un’altra strategia può essere quella di cedere la nuda proprietà dell’immobile a un familiare, mantenendo solo l’usufrutto. In questo modo, il debitore può continuare a vivere nella casa, ma il creditore non potrà pignorarla, poiché non è più di proprietà del debitore.

Nel caso di pignoramento del conto corrente, è consigliabile mantenere un saldo basso sul conto, soprattutto se si prevede che il pignoramento possa avvenire. Se il conto corrente riceve accrediti di stipendio o pensione, questi fondi sono protetti dai limiti di pignorabilità già menzionati, ma se il conto riceve altre entrate non protette, potrebbero essere interamente pignorate. Separare il conto destinato a stipendio o pensione da altri conti può essere utile per limitare i danni.

Infine, in situazioni di sovraindebitamento, la legge offre una procedura speciale che consente di ristrutturare i propri debiti e ottenere la sospensione delle azioni esecutive, compreso il pignoramento. Questo strumento permette di presentare un piano del consumatore o un accordo con i creditori che riduca l’ammontare del debito in base alla reale capacità economica del debitore.

Riassunto per punti:

  • Verificare se l’atto di precetto e la procedura sono corretti: eventuali errori possono consentire di fare opposizione.
  • Negoziare un saldo e stralcio o una rateizzazione del debito per evitare il pignoramento.
  • Sfruttare i limiti di pignorabilità previsti per stipendi e pensioni (pignorabile solo il quinto dello stipendio e la parte eccedente 1,5 volte l’assegno sociale per le pensioni).
  • Proteggere la prima casa tramite il fondo patrimoniale o cedere la nuda proprietà mantenendo l’usufrutto.
  • Mantenere un saldo basso sul conto corrente per ridurre l’importo pignorabile.
  • Valutare la procedura di sovraindebitamento per ristrutturare il debito e ottenere la sospensione delle esecuzioni forzate.

In tutti i casi, è fondamentale rivolgersi a un avvocato specializzato che possa fornire il giusto supporto legale e negoziare con i creditori per trovare la soluzione migliore.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Cancellazione Debiti e Pignoramenti

Affrontare un pignoramento, o peggio ancora trovarsi in una situazione di debiti non gestiti, è uno degli scenari finanziari più complessi e difficili che una persona possa affrontare. Le implicazioni emotive, economiche e patrimoniali di una procedura esecutiva possono essere devastanti, e spesso portano le persone a una posizione di forte vulnerabilità. In questo contesto, la presenza di un avvocato specializzato in cancellazione debiti e pignoramenti diventa essenziale, non solo per difendersi dalle azioni esecutive, ma anche per gestire il debito in modo proattivo e cercare soluzioni efficaci.

Uno degli aspetti più importanti da comprendere è che le procedure di pignoramento non sono sempre ineluttabili. Spesso esistono margini di manovra, alternative negoziali e protezioni legali che permettono al debitore di ridurre l’impatto delle azioni esecutive. Tuttavia, la complessità del diritto esecutivo e la necessità di agire in tempi stretti rendono indispensabile l’intervento di un avvocato esperto in materia.

Un legale specializzato non solo ha la competenza per gestire la difesa contro il pignoramento, ma conosce tutte le strategie possibili per ridurre l’esposizione debitoria e trovare accordi con i creditori. Una delle prime azioni che un avvocato può intraprendere è verificare se vi siano vizi procedurali nel pignoramento. La legge italiana è molto rigida sui requisiti di forma e di notifica, e un errore nella procedura può portare all’annullamento dell’intero procedimento. Se l’atto di precetto o la notifica del pignoramento non sono conformi alla legge, l’avvocato può presentare opposizione, bloccando temporaneamente il processo e cercando di far valere le irregolarità.

Inoltre, la presenza di un avvocato specializzato consente al debitore di accedere a soluzioni negoziali che potrebbero non essere considerate autonomamente. Tra queste, il saldo e stralcio è una delle opzioni più efficaci per evitare il pignoramento. Si tratta di un accordo tra debitore e creditore in cui il primo si impegna a pagare una somma inferiore al debito totale in cambio della cancellazione del restante importo. Questa soluzione richiede una trattativa complessa, e solo un avvocato esperto può gestire in modo efficace le dinamiche legali e negoziali, ottenendo il massimo vantaggio possibile per il cliente.

In molti casi, inoltre, è possibile richiedere la rateizzazione del debito, evitando così il pignoramento e permettendo al debitore di dilazionare il pagamento in più tranche. Questo tipo di soluzione richiede una solida strategia legale e un’approfondita conoscenza delle norme vigenti per garantire che il piano di rientro sia sostenibile e accettabile per il creditore. Anche qui, l’avvocato gioca un ruolo cruciale nella negoziazione delle condizioni di rateizzazione e nella tutela del debitore.

Un altro aspetto cruciale riguarda le protezioni legali che limitano la pignorabilità di determinati beni. Un avvocato esperto sa esattamente quali sono i beni che non possono essere pignorati o che sono soggetti a limiti di pignorabilità, come nel caso degli stipendi e delle pensioni. La legge prevede che solo una parte dello stipendio o della pensione possa essere pignorata (un quinto dello stipendio e la parte eccedente 1,5 volte l’assegno sociale per le pensioni), e un avvocato può far valere questi diritti in tribunale, proteggendo il debitore da un pignoramento eccessivo o scorretto.

Nel caso del pignoramento immobiliare, la situazione diventa ancora più complessa, poiché la casa può essere uno dei beni più preziosi del debitore. Tuttavia, esistono delle soluzioni preventive, come il fondo patrimoniale o la separazione della nuda proprietà dall’usufrutto, che permettono di proteggere l’immobile dal pignoramento. Il fondo patrimoniale, ad esempio, vincola l’immobile ai bisogni della famiglia, rendendolo impignorabile per debiti non legati alle esigenze familiari. Un avvocato esperto è in grado di consigliare il debitore su come strutturare questi strumenti in modo legale ed efficace.

Un altro importante vantaggio di avere al proprio fianco un avvocato specializzato riguarda la gestione del sovraindebitamento. Se il debito è insostenibile e non ci sono possibilità realistiche di pagarlo, la legge italiana offre la possibilità di accedere a una procedura di sovraindebitamento, che consente di ristrutturare il debito in base alla capacità economica reale del debitore. Anche in questo caso, un avvocato esperto può preparare e presentare il piano del consumatore o l’accordo con i creditori, garantendo che la procedura si svolga correttamente e che vengano tutelati al meglio gli interessi del debitore.

Un elemento chiave che non va sottovalutato è il fattore temporale. In materia di pignoramenti, il tempo è spesso un fattore determinante. Ogni ritardo nella reazione può ridurre drasticamente le possibilità di evitare l’esecuzione forzata. Un avvocato esperto è in grado di intervenire tempestivamente, analizzare la situazione e mettere in campo le azioni legali necessarie per bloccare o sospendere il pignoramento, quando possibile.

Un altro aspetto cruciale è la protezione emotiva e psicologica che un avvocato può fornire in questi momenti difficili. La pressione derivante da un pignoramento, l’ansia per la possibile perdita di beni e la paura di non riuscire a gestire il debito possono portare a scelte affrettate e poco razionali. L’avvocato non solo offre una soluzione concreta ai problemi legali, ma rappresenta anche una figura di supporto e fiducia, in grado di fornire al debitore una visione chiara della situazione e delle opzioni disponibili.

Infine, la prevenzione gioca un ruolo fondamentale nella gestione dei debiti. Avere un avvocato esperto al proprio fianco significa poter pianificare in anticipo strategie di protezione del patrimonio e gestire i debiti in modo proattivo, prima che sfocino in un pignoramento. Questo può includere la revisione e rinegoziazione dei contratti di debito, l’adozione di strumenti di protezione patrimoniale e la creazione di piani di gestione del debito che prevengano azioni esecutive future.

In conclusione, affrontare un pignoramento senza l’assistenza di un avvocato esperto può portare a gravi conseguenze economiche e patrimoniali, oltre che emotive. La complessità delle normative, le tempistiche stringenti e la necessità di soluzioni immediate rendono indispensabile il supporto di un professionista del diritto specializzato in cancellazione debiti e pignoramenti. Con l’aiuto di un avvocato competente, è possibile difendersi in modo efficace, proteggere i propri beni, e trovare soluzioni che riducano o cancellino il debito, garantendo al debitore un futuro finanziario più stabile e sereno.

Da questo punto di vista, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

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Giuseppe Monardo

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