Estinzione Pignoramento Presso Terzi E Svincolo Somme: Come Funziona

Il blocco del conto corrente attraverso il pignoramento presso terzi rappresenta una delle forme di esecuzione più invasive e complesse per il recupero di crediti. Il pignoramento presso terzi si verifica quando il creditore ottiene un’ordinanza del giudice che consente di sequestrare somme di denaro del debitore presenti presso un terzo, come una banca o il datore di lavoro. Il meccanismo funziona così: una volta notificato il pignoramento, la banca è obbligata a congelare le somme presenti sul conto fino a quando il debito non sarà estinto o risolto attraverso un accordo con il creditore. Questo processo, disciplinato dagli articoli 543 e 545 del Codice di Procedura Civile, consente al creditore di recuperare il proprio credito direttamente dalle somme che il debitore detiene o deve ricevere da un terzo.

Nel caso in cui il pignoramento riguardi uno stipendio o una pensione, esistono delle tutele legali che impediscono che il debitore venga completamente privato delle proprie risorse. La legge italiana stabilisce che solo una parte dello stipendio o della pensione può essere pignorata, precisamente un quinto dell’importo netto, come previsto dall’articolo 545 del Codice di Procedura Civile. Tuttavia, le somme presenti sul conto corrente possono essere bloccate completamente, fino alla concorrenza dell’importo dovuto, anche se le somme accreditate successivamente devono rispettare i limiti imposti per il pignoramento di stipendi o pensioni.

Uno degli aspetti più delicati del pignoramento presso terzi è il processo di svincolo delle somme bloccate. Una volta che il debito è stato risolto, attraverso il pagamento totale o parziale, o attraverso una rateizzazione concordata, il creditore è obbligato a notificare al terzo, ad esempio la banca, che il pignoramento è estinto. Questo avviene solitamente tramite un’ordinanza del giudice che autorizza lo svincolo. I tempi per lo svincolo possono variare a seconda della situazione, ma di solito richiedono diverse settimane. In media, dalla risoluzione del debito alla liberazione delle somme possono trascorrere circa 30 giorni, ma se il debitore fornisce tempestivamente la prova del pagamento, questo processo può essere accelerato.

Il pignoramento presso terzi non riguarda solo i conti correnti, ma anche altre forme di reddito, come gli stipendi e le pensioni. In questi casi, il datore di lavoro o l’ente previdenziale è obbligato a trattenere una parte della retribuzione del debitore e a versarla al creditore fino a quando il debito non è estinto. Tuttavia, quando il debito è saldato, il datore di lavoro o l’ente pensionistico deve ripristinare il pagamento integrale al debitore. Anche in questo caso, il creditore è tenuto a comunicare tempestivamente la fine del pignoramento.

Nel 2024, il blocco dei conti correnti sta diventando sempre più frequente, soprattutto per i debiti fiscali. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha il potere di pignorare i conti correnti dei contribuenti in caso di mancato pagamento delle imposte. Con l’introduzione di nuove tecnologie e una maggiore integrazione tra il sistema bancario e le autorità fiscali, il processo di blocco e pignoramento è diventato più rapido ed efficiente. Secondo le stime, circa 500.000 conti correnti in Italia sono stati bloccati per debiti fiscali nel 2023, e si prevede che questo numero continui a crescere. In questo contesto, è essenziale per i debitori agire tempestivamente per risolvere il debito e ottenere lo svincolo delle somme, evitando ulteriori sanzioni e costi aggiuntivi.

Se il creditore non comunica la cessazione del pignoramento dopo che il debito è stato saldato, il debitore ha il diritto di rivolgersi al giudice per ottenere un’ordinanza di svincolo. In casi di ritardi ingiustificati, il debitore può anche chiedere un risarcimento per i danni subiti a causa della mancata disponibilità delle somme congelate. Le tempistiche e le modalità di svincolo dipendono quindi non solo dall’adempimento del debitore, ma anche dalla prontezza con cui il creditore e le autorità competenti notificano la cessazione del pignoramento.

Nel caso di rateizzazione del debito, che rappresenta una delle opzioni più comuni per estinguere un pignoramento, il blocco del conto può essere revocato già dopo il pagamento della prima rata, a condizione che vi sia un accordo chiaro e formale tra debitore e creditore. La rateizzazione è particolarmente efficace per i debiti di grandi dimensioni, poiché consente al debitore di risolvere gradualmente il debito senza dover affrontare immediatamente il pagamento dell’intero importo.

In conclusione, la gestione del pignoramento presso terzi e lo svincolo delle somme richiedono una conoscenza approfondita delle leggi e delle procedure. Il blocco di un conto corrente o di uno stipendio può causare gravi disagi economici al debitore, ma esistono soluzioni legali per risolvere la situazione e ottenere lo svincolo delle somme. Sia attraverso il pagamento completo del debito, sia attraverso la rateizzazione o l’opposizione legale, è possibile liberare i fondi bloccati e ripristinare l’accesso ai propri redditi.

Ma andiamo nei dettagli con domande e risposte.

Cos’è l’Estinzione del Pignoramento Presso Terzi?

L’estinzione del pignoramento presso terzi avviene quando il debitore risolve il debito che ha portato al pignoramento. Il pignoramento presso terzi è una procedura legale in cui un creditore sequestra somme detenute dal debitore presso un terzo, come una banca o il datore di lavoro. Una volta che il debito viene estinto tramite pagamento o accordo di rateizzazione, il creditore è obbligato a notificare il terzo affinché le somme bloccate siano liberate. Questa comunicazione può avvenire anche su ordine del giudice.

Il processo di estinzione si articola in varie fasi, che iniziano con la notifica di pagamento e proseguono con lo svincolo delle somme. Se il pignoramento riguarda uno stipendio o una pensione, il datore di lavoro o l’ente previdenziale che trattiene la quota dovuta al creditore riprende a versare l’intera somma al debitore solo una volta che il pignoramento è ufficialmente estinto.

Un elemento fondamentale è il ruolo del creditore, che deve agire tempestivamente per comunicare la risoluzione del debito e consentire la liberazione delle somme. Se il creditore ritarda nella comunicazione, il debitore ha il diritto di rivolgersi al giudice per ottenere un’ordinanza di svincolo delle somme. In caso di ritardi ingiustificati, il debitore può persino chiedere il risarcimento dei danni subiti per la mancata disponibilità del denaro.

Esistono diverse modalità per risolvere un pignoramento, tra cui il pagamento completo del debito o la rateizzazione. La rateizzazione è una soluzione ampiamente utilizzata dai debitori per evitare di pagare l’intero importo in un’unica soluzione. Quando il piano di rateizzazione viene accettato e la prima rata viene pagata, il conto corrente o altre somme pignorate possono essere sbloccate.

Un altro elemento da considerare è che il pignoramento presso terzi può riguardare non solo i conti correnti, ma anche le somme dovute da terzi al debitore, come le retribuzioni, le pensioni o altre forme di reddito. Le leggi italiane prevedono delle tutele per il debitore, come il limite al pignoramento di un quinto dello stipendio o della pensione, garantendo che il debitore possa comunque disporre di una somma minima per il proprio sostentamento.

Riassunto per punti:

  • Estinzione avviene con il pagamento totale o rateizzazione del debito.
  • Il creditore deve comunicare la fine del pignoramento al terzo, solitamente una banca o un datore di lavoro.
  • Le somme pignorate vengono svincolate solo dopo l’ordinanza del giudice o la notifica del creditore.
  • Il debitore può richiedere l’intervento del giudice se il creditore non comunica tempestivamente la cessazione.
  • La rateizzazione permette lo svincolo delle somme già dopo la prima rata.
  • I pignoramenti su stipendi o pensioni rispettano i limiti imposti dalla legge per proteggere il debitore.

Come Si Richiede lo Svincolo delle Somme?

Per richiedere lo svincolo delle somme bloccate a seguito di un pignoramento presso terzi, il debitore deve prima risolvere il debito che ha portato al blocco, attraverso il pagamento completo o la rateizzazione. Una volta risolto il debito, il creditore è tenuto a notificare al terzo (come la banca o il datore di lavoro) che il pignoramento è stato estinto. Spesso, questo passaggio richiede un’ordinanza del giudice che formalizza lo svincolo. Il debitore dovrebbe conservare prove di pagamento e, in caso di ritardi, può rivolgersi al tribunale per accelerare il processo.

Il processo inizia con la comunicazione del creditore al terzo, che informa della cessazione del pignoramento. Il creditore può emettere questa notifica direttamente, oppure, nel caso di controversie o mancata comunicazione, il debitore può rivolgersi al giudice per ottenere un’ordinanza che ordini il rilascio delle somme congelate. Se il debitore ha risolto il debito tramite una rateizzazione, il pagamento della prima rata può essere sufficiente per richiedere lo svincolo delle somme bloccate.

In casi di pignoramento su stipendi o pensioni, il datore di lavoro o l’ente previdenziale riceve una notifica che il pignoramento è cessato e che può riprendere il pagamento regolare al debitore. Il debitore ha il diritto di monitorare il processo e assicurarsi che il creditore informi tempestivamente il terzo. Se il creditore non adempie a tale obbligo, il debitore può rivolgersi al giudice per ottenere una sentenza che sblocchi le somme.

In sintesi, per richiedere lo svincolo delle somme, è essenziale che:

  • Il debito venga risolto attraverso pagamento completo o rateizzazione.
  • Il creditore notifichi al terzo (banca o datore di lavoro) l’estinzione del pignoramento.
  • In caso di mancata comunicazione, il debitore può rivolgersi al giudice per ottenere un’ordinanza di svincolo.
  • Le somme pignorate vengono liberate entro i tempi stabiliti dalla legge, generalmente entro 30 giorni.

Quali Sono i Tempi per lo Svincolo delle Somme?

I tempi per lo svincolo delle somme dipendono dalla rapidità con cui viene risolto il debito e dal momento in cui il creditore notifica la cessazione del pignoramento al terzo, come la banca o il datore di lavoro. Una volta che il debito è estinto, il creditore deve comunicare formalmente lo svincolo delle somme. Se il creditore agisce tempestivamente, lo svincolo può avvenire entro circa 30 giorni dalla notifica. Tuttavia, il processo può essere accelerato se il debitore fornisce tempestivamente prova del pagamento o chiede al giudice un’ordinanza che formalizzi lo svincolo.

Se il creditore ritarda o non comunica il pagamento, il debitore può rivolgersi al giudice per ottenere un’ordinanza di svincolo che impone il rilascio delle somme bloccate. Nel caso in cui vi sia una rateizzazione del debito, il pagamento della prima rata spesso permette di richiedere lo svincolo parziale delle somme, a seconda dell’accordo raggiunto tra le parti.

In sintesi:

  • Solitamente lo svincolo avviene entro 30 giorni dalla notifica del creditore.
  • Il processo può essere accelerato fornendo la prova di pagamento.
  • In caso di ritardo del creditore, il debitore può rivolgersi al giudice per un’ordinanza di svincolo.

Cosa Succede Se il Creditore Non Comunica l’Estinzione?

Se il creditore non comunica l’estinzione del pignoramento dopo che il debito è stato saldato, il debitore ha il diritto di agire legalmente per ottenere lo svincolo delle somme. In primo luogo, può rivolgersi al giudice per ottenere un’ordinanza di svincolo, che obbliga il terzo (banca o datore di lavoro) a sbloccare le somme. Questa richiesta viene avanzata tramite un’istanza al tribunale competente, fornendo le prove dell’avvenuto pagamento del debito.

In alcuni casi, il ritardo del creditore può essere considerato una violazione degli obblighi legali, e il debitore potrebbe avere diritto a chiedere un risarcimento dei danni subiti per il ritardo. Questo si applica soprattutto se il debitore ha subito conseguenze economiche negative a causa del mancato svincolo delle somme, come il blocco dell’accesso ai fondi necessari per le spese quotidiane.

Quando un creditore tarda o omette di comunicare l’estinzione del pignoramento, il debitore potrebbe trovarsi bloccato anche dopo aver estinto il debito, e il suo accesso alle risorse finanziarie rimane limitato. Pertanto, è essenziale agire rapidamente per evitare un prolungamento del blocco delle somme pignorate.

Se si avvia un’azione legale, il giudice valuterà la situazione e, se ritiene che il debito sia stato effettivamente saldato e il creditore non abbia fornito adeguata comunicazione, ordinerà il rilascio delle somme. Questa ordinanza di svincolo è uno strumento efficace che consente al debitore di sbloccare i fondi pignorati e di riprendere la normale gestione finanziaria.

Riassunto per punti:

  • Se il creditore non comunica l’estinzione, il debitore può richiedere un’ordinanza di svincolo.
  • Il debitore può fornire prova dell’avvenuto pagamento al giudice.
  • Se il ritardo è ingiustificato, è possibile chiedere il risarcimento dei danni.
  • Il giudice può ordinare lo sblocco delle somme bloccate.

È Possibile Estinguere un Pignoramento con la Rateizzazione?

Sì, è possibile estinguere un pignoramento con la rateizzazione del debito. La rateizzazione consente al debitore di evitare il pagamento dell’intero importo in una sola soluzione, offrendo un’opportunità di risolvere gradualmente la situazione debitoria. Una volta che la rateizzazione viene concordata con il creditore e il pagamento della prima rata è stato effettuato, il debitore può richiedere lo svincolo delle somme pignorate. In molti casi, il blocco del conto corrente o del salario viene revocato già dopo il primo pagamento, ma questo dipende dagli accordi specifici e dal tipo di debito.

Per esempio, nel caso di debiti fiscali, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione consente la rateizzazione del debito e lo sblocco del conto dopo la prima rata, purché il piano di pagamento sia rispettato. Tuttavia, è essenziale che il debitore fornisca prova dell’avvenuto pagamento per accelerare il processo di revoca del pignoramento. Se il debitore non rispetta i termini del piano di rateizzazione, il creditore può richiedere nuovamente il pignoramento delle somme.

La rateizzazione, oltre a evitare l’intero blocco delle somme pignorate, permette al debitore di mantenere un maggiore controllo sulla propria situazione finanziaria, riducendo l’impatto economico negativo immediato.

Riassunto per punti:

  • La rateizzazione è un modo per estinguere il pignoramento gradualmente.
  • Lo svincolo delle somme può avvenire dopo il pagamento della prima rata.
  • La rateizzazione è comune in debiti fiscali e con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
  • Se il debitore non rispetta il piano di pagamento, il pignoramento può riprendere.

Quali Sono le Differenze tra Pignoramento di Stipendi e Conti Correnti?

Il pignoramento di stipendi e conti correnti presenta differenze significative, principalmente legate al modo in cui le somme vengono trattenute. Nel caso del pignoramento di stipendi o pensioni, la legge italiana prevede che solo una parte della retribuzione possa essere pignorata, solitamente fino a un quinto dell’importo netto, garantendo al debitore il mantenimento di una parte del proprio reddito. Il datore di lavoro o l’ente previdenziale trattiene direttamente la quota pignorata e la versa al creditore.

Per quanto riguarda il pignoramento dei conti correnti, l’intero saldo disponibile sul conto può essere bloccato fino all’importo necessario per soddisfare il debito. Tuttavia, se il conto corrente riceve accrediti da stipendio o pensione, il pignoramento su queste somme è limitato alle stesse regole che valgono per il pignoramento diretto di stipendi e pensioni, cioè solo una parte può essere trattenuta. Ciò significa che, anche se il conto è pignorato, il debitore può accedere a una parte del proprio stipendio o pensione, nel rispetto dei limiti legali.

Un’altra differenza riguarda i tempi e le modalità del pignoramento. Nel caso dello stipendio, il datore di lavoro deve trattenere la parte pignorata ogni mese, mentre nel caso dei conti correnti il pignoramento blocca immediatamente le somme disponibili fino alla concorrenza del debito.

Riassunto per punti:

  • Stipendi/pensioni: pignorabile fino a un quinto dell’importo netto.
  • Conti correnti: l’intero saldo può essere bloccato, ma gli accrediti futuri (stipendi/pensioni) sono soggetti alle stesse limitazioni di pignoramento.
  • Le somme trattenute dallo stipendio/pensione sono gestite direttamente dal datore di lavoro o dall’ente previdenziale.
  • Il pignoramento del conto corrente blocca le somme immediatamente, mentre quello sullo stipendio è mensile.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Cancellazione Debiti e Sblocco Conti Correnti Pignorati

Affrontare un pignoramento del conto corrente può essere un processo estremamente complesso e stressante. In questi casi, avere al proprio fianco un avvocato specializzato nello sblocco di conti correnti pignorati diventa cruciale per garantire che il debitore sia protetto e tutelato nei suoi diritti. Un legale esperto può guidare attraverso le procedure legali con precisione e competenza, assicurandosi che tutte le fasi del processo siano rispettate e, quando necessario, intervenendo tempestivamente per evitare eventuali abusi o ritardi ingiustificati.

Il pignoramento di un conto corrente comporta una serie di conseguenze economiche immediate, che possono influire gravemente sulla capacità del debitore di gestire le proprie finanze quotidiane. Le somme presenti sul conto vengono bloccate e, senza una guida adeguata, il debitore potrebbe non essere in grado di sbloccare i fondi in tempi ragionevoli. Un avvocato esperto in pignoramenti conosce in profondità le normative applicabili, come gli articoli 543 e 545 del Codice di Procedura Civile, che regolano la materia del pignoramento presso terzi, e sa come sfruttare le tutele legali esistenti a favore del debitore.

Una delle tutele più rilevanti per il debitore è la protezione del minimo vitale, che prevede che una parte del reddito non possa essere pignorata. Questa somma, pari a tre volte l’assegno sociale, è essenziale per garantire che il debitore mantenga una base minima di risorse per affrontare le necessità quotidiane. Tuttavia, senza l’assistenza di un avvocato che conosca bene queste normative, il debitore potrebbe non essere consapevole di queste protezioni o potrebbe vedere applicate erroneamente le norme da parte del creditore o della banca.

Un altro elemento cruciale in cui l’assistenza legale è determinante riguarda la possibilità di presentare opposizione al pignoramento. In molte situazioni, il debitore potrebbe non sapere di avere il diritto di opporsi a un pignoramento, specialmente se vi sono irregolarità o se il debito non è effettivamente dovuto. L’articolo 615 del Codice di Procedura Civile permette di contestare il pignoramento dinanzi a un giudice, richiedendo la sospensione temporanea o addirittura la cancellazione della procedura. Un avvocato esperto può valutare se ci siano le basi per un’opposizione, guidando il debitore attraverso la presentazione della documentazione necessaria e rappresentandolo in tribunale.

Inoltre, un legale specializzato può essere di grande aiuto nella gestione di pignoramenti su stipendi o pensioni, dove la legge italiana prevede un limite alla parte che può essere trattenuta dal creditore. Solo un quinto dello stipendio o della pensione può essere pignorato, e un avvocato può assicurarsi che questo limite venga rispettato in tutte le fasi del processo. Questo diventa particolarmente rilevante quando si verificano accrediti successivi sul conto bloccato: un avvocato può assicurarsi che il debitore abbia accesso alla parte di stipendio o pensione che gli spetta di diritto, evitando blocchi indiscriminati.

Per quanto riguarda i conti cointestati, un avvocato specializzato saprà affrontare la situazione con la giusta competenza. Se il pignoramento riguarda solo uno dei cointestatari, l’altra parte non coinvolta nel debito ha il diritto di mantenere accesso alla propria quota del conto. Tuttavia, senza un intervento legale rapido e preciso, il rischio è che l’intero saldo venga temporaneamente bloccato dalla banca, fino a quando non si chiariscono le rispettive quote. Un legale può intervenire immediatamente per garantire che la parte non coinvolta non venga ingiustamente penalizzata.

L’importanza di avere un avvocato al proprio fianco non si limita alla difesa immediata dei diritti del debitore, ma si estende anche alla gestione strategica delle negoziazioni con il creditore. In molti casi, è possibile risolvere la situazione attraverso accordi extragiudiziali, come la rateizzazione del debito, che consentono al debitore di evitare ulteriori complicazioni legali e di sbloccare il conto in tempi più rapidi. Un avvocato esperto sa come trattare con il creditore e proporre soluzioni che siano accettabili per entrambe le parti, riducendo il danno economico al debitore e permettendogli di recuperare l’accesso ai fondi necessari.

Oltre alla gestione immediata del pignoramento, un avvocato può fornire assistenza nella pianificazione a lungo termine, soprattutto se il pignoramento è solo una delle molteplici difficoltà economiche affrontate dal debitore. Un legale specializzato in cancellazione debiti può aiutare a individuare soluzioni globali, come la rinegoziazione di altri debiti o l’accesso alle procedure di sovraindebitamento, previste dalla Legge n. 3 del 2012. Queste procedure sono progettate per offrire una via d’uscita sostenibile per coloro che si trovano in situazioni di grave difficoltà economica, consentendo di consolidare i debiti e, in alcuni casi, ottenere una riduzione del loro ammontare complessivo.

Un aspetto fondamentale in queste situazioni è la tempestività. Più rapidamente si agisce, maggiori sono le possibilità di evitare che il pignoramento causi danni irreparabili alle finanze del debitore. Un avvocato sa come intervenire immediatamente, evitando ritardi che potrebbero aggravare la situazione economica. La mancanza di una guida legale competente può portare a errori procedurali, che potrebbero ritardare ulteriormente lo sblocco del conto o portare a conseguenze più gravi, come ulteriori pignoramenti o azioni legali.

Infine, avere un avvocato specializzato al proprio fianco offre al debitore un senso di sicurezza e di controllo sulla propria situazione. Sapere che un professionista sta difendendo i propri diritti e lavorando per risolvere il problema nel modo più rapido ed efficiente possibile riduce lo stress e offre la possibilità di concentrarsi su come superare la situazione economica difficile. In un momento delicato come quello di un pignoramento, l’assistenza legale non è solo utile, ma spesso indispensabile per evitare errori e proteggere il proprio futuro finanziario.

In tal senso, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

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Giuseppe Monardo

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