L’Assegno Ordinario di Invalidità è Pignorabile?

L’Assegno Ordinario di Invalidità (AOI) è una prestazione previdenziale erogata dall’INPS in Italia, destinata ai lavoratori che, a causa di malattie o infermità, subiscono una riduzione permanente della capacità lavorativa a meno di un terzo. È una misura di sostegno economico importante per coloro che, pur non essendo completamente inabili, non riescono più a svolgere le proprie mansioni lavorative in modo continuativo e proficuo come prima. L’assegno ordinario di invalidità è strettamente legato alla carriera lavorativa e ai contributi previdenziali versati, in quanto il suo importo dipende dagli anni di contribuzione e dal livello di retribuzione percepita dal lavoratore nel corso della vita lavorativa.

L’AOI viene concesso a chi ha versato almeno cinque anni di contributi, di cui almeno tre negli ultimi cinque anni precedenti la domanda, ed è riconosciuto solo a coloro che abbiano subito un’invalidità accertata da parte della commissione medica dell’INPS. A differenza della pensione di invalidità civile, che è una prestazione assistenziale, l’AOI è una prestazione contributiva, il che significa che è direttamente proporzionata ai contributi versati. Una caratteristica distintiva dell’assegno ordinario di invalidità è la sua natura temporanea, in quanto è soggetto a revisione ogni tre anni. Solo dopo tre rinnovi consecutivi diventa definitivo.

L’assegno ordinario di invalidità non è cumulabile con altre pensioni e può essere convertito automaticamente in pensione di vecchiaia al compimento dell’età pensionabile, a patto che siano stati raggiunti i requisiti contributivi richiesti per la pensione di vecchiaia. Se il beneficiario non ha raggiunto tali requisiti, continuerà a percepire l’assegno di invalidità anche dopo il raggiungimento dell’età pensionabile.

Una delle domande più frequenti sollevate dai beneficiari riguarda la pignorabilità di questa prestazione. Il pignoramento è una misura esecutiva che consente ai creditori di ottenere una parte delle entrate del debitore per soddisfare i debiti non pagati. Tuttavia, non tutte le entrate sono soggette a pignoramento e la legge italiana stabilisce limiti ben definiti per proteggere il debitore da una riduzione eccessiva delle sue risorse, soprattutto quando si tratta di somme necessarie per la sopravvivenza.

La pignorabilità dell’assegno ordinario di invalidità è regolata dall’articolo 545 del Codice di Procedura Civile, che stabilisce quali redditi possono essere soggetti a pignoramento e in che misura. L’articolo prevede che le somme destinate al sostentamento minimo del debitore siano impignorabili o soggette a limiti rigorosi. Nello specifico, per l’assegno ordinario di invalidità, così come per le pensioni, la legge prevede che il pignoramento sia possibile solo per la parte dell’importo che eccede il minimo vitale. Il minimo vitale è una soglia calcolata in base all’assegno sociale aumentato della metà, e per il 2024 corrisponde a circa 754,91 euro. In altre parole, se l’importo dell’assegno ordinario di invalidità è inferiore a questa cifra, esso è totalmente impignorabile.

Nel caso in cui l’assegno di invalidità superi il minimo vitale, solo la parte eccedente può essere pignorata, e comunque entro il limite del 20% per i debiti ordinari. Per esempio, se un beneficiario dell’assegno ordinario di invalidità percepisce un importo mensile di 900 euro, la parte eccedente il minimo vitale (754,91 euro) è di 145,09 euro. In questo caso, il creditore potrà pignorare fino al 20% di questa somma eccedente, ovvero circa 29 euro al mese.

Questa normativa riflette un principio di equilibrio tra il diritto del creditore a ottenere il pagamento del debito e la necessità di tutelare il debitore, garantendogli una somma minima per il proprio sostentamento. La legge italiana, infatti, riconosce che i redditi derivanti da prestazioni previdenziali, come l’assegno ordinario di invalidità, devono essere in gran parte protetti, in quanto destinati a persone che già si trovano in condizioni economiche e fisiche svantaggiate.

Ci sono però delle eccezioni a questa regola. In caso di crediti alimentari, come gli assegni di mantenimento per coniuge o figli, il giudice può autorizzare il pignoramento di una quota maggiore dell’assegno, fino al 50% della parte eccedente il minimo vitale. In questo contesto, i crediti alimentari hanno priorità rispetto ai debiti ordinari, in quanto sono destinati a garantire il sostentamento di altre persone a carico del debitore.

Inoltre, l’assegno ordinario di invalidità può essere pignorato anche per debiti fiscali o contributivi, ad esempio nei confronti dell’Agenzia delle Entrate o dell’INPS. Tuttavia, anche in questi casi si applicano le stesse regole di pignorabilità limitata, per cui solo la parte eccedente il minimo vitale può essere aggredita, e il limite massimo di pignoramento rimane del 20% per i debiti ordinari e del 50% per i crediti alimentari.

Per i beneficiari dell’assegno ordinario di invalidità, è importante sapere che, in caso di tentativo di pignoramento illegittimo o eccessivo, esistono strumenti legali per opporsi. Il debitore può presentare ricorso al giudice dell’esecuzione, dimostrando che l’importo pignorato supera i limiti imposti dalla legge. Il ricorso deve essere accompagnato dalla documentazione necessaria, come l’attestazione dell’importo dell’assegno e una dichiarazione sulla condizione economica del debitore.

In sintesi, l’assegno ordinario di invalidità, pur essendo pignorabile, gode di una protezione significativa, che impedisce ai creditori di aggredire somme destinate al minimo sostentamento del beneficiario. Solo la parte che eccede il minimo vitale può essere pignorata, e sempre nei limiti previsti dalla legge. Questo equilibrio tra la tutela del debitore e il diritto del creditore è fondamentale per garantire che le persone già in condizioni di difficoltà economica e fisica non vengano ulteriormente penalizzate da procedure esecutive che potrebbero compromettere il loro sostentamento.

Ma andiamo nei dettagli con domande e risposte.

Cos’è l’Assegno Ordinario di Invalidità?

L’Assegno Ordinario di Invalidità (AOI) è una prestazione economica erogata dall’INPS in favore dei lavoratori che, a causa di malattie o infermità, vedono ridotta la propria capacità lavorativa a meno di un terzo in modo permanente. A differenza della pensione di invalidità, che è una prestazione definitiva, l’assegno ordinario di invalidità è soggetto a revisione periodica ogni tre anni, e può essere rinnovato se persistono le condizioni di invalidità. Dopo tre rinnovi, l’assegno diventa definitivo. Si tratta di una misura a tutela dei lavoratori che non possono più svolgere pienamente le proprie attività professionali, ma che non hanno raggiunto i requisiti per una pensione di vecchiaia.

L’importo dell’AOI è calcolato sulla base dei contributi versati durante la vita lavorativa del beneficiario e può variare notevolmente in base alla retribuzione e agli anni di contribuzione. L’importo medio dell’assegno ordinario di invalidità si attesta generalmente tra i 300 e i 500 euro mensili, anche se in alcuni casi può essere superiore, specialmente per chi ha avuto una carriera lavorativa lunga e con stipendi elevati.

L’Assegno Ordinario di Invalidità è pignorabile?

L’assegno ordinario di invalidità (AOI) è una prestazione previdenziale erogata dall’INPS ai lavoratori la cui capacità lavorativa è ridotta a meno di un terzo per motivi di salute. Questo assegno viene concesso a chi ha versato almeno cinque anni di contributi, di cui tre negli ultimi cinque anni precedenti la domanda. È una misura fondamentale per i lavoratori che, a causa di malattia o infermità, non possono più svolgere le proprie mansioni come prima. Tuttavia, essendo una prestazione legata ai contributi previdenziali e considerata reddito, è soggetta a pignoramento, ma con limiti specifici sanciti dalla legge italiana.

Il pignoramento è una procedura che permette ai creditori di soddisfare i propri diritti aggredendo le somme percepite dal debitore. Tuttavia, la legge italiana impone rigidi limiti al pignoramento di alcune prestazioni, soprattutto quelle di natura assistenziale e previdenziale, come l’assegno ordinario di invalidità. In questo contesto, la protezione del debitore e del suo minimo vitale è garantita dall’articolo 545 del Codice di Procedura Civile, che regola la pignorabilità di salari, pensioni e altri redditi assimilabili.

Secondo la normativa vigente, l’assegno ordinario di invalidità è pignorabile, ma solo entro determinati limiti. La parte dell’assegno che può essere pignorata è quella che eccede il minimo vitale, una soglia che viene stabilita ogni anno e che per il 2024 è fissata a circa 754,91 euro mensili. Questo importo corrisponde all’assegno sociale aumentato della metà, che viene considerato il livello minimo di sussistenza necessario per garantire un’esistenza dignitosa al debitore. Ciò significa che se l’assegno ordinario di invalidità è inferiore a questa soglia, esso è totalmente impignorabile. Se invece l’assegno supera questa cifra, la parte eccedente può essere pignorata entro il limite del 20% per i debiti ordinari.

Ad esempio, se un beneficiario dell’assegno ordinario di invalidità percepisce un assegno mensile di 850 euro, solo la parte che eccede i 754,91 euro (cioè 95,09 euro) può essere pignorata, e solo fino al 20% di questa somma, cioè circa 19 euro al mese. Questa normativa assicura che la gran parte dell’assegno rimanga protetta e che il debitore possa comunque mantenere una somma sufficiente per il proprio sostentamento.

Un aspetto importante da considerare è che, per crediti alimentari, come il mantenimento per coniuge o figli, la legge prevede una maggiore flessibilità nella pignorabilità. In questi casi, il giudice può autorizzare un pignoramento che può arrivare fino al 50% della parte eccedente il minimo vitale. Questo trattamento speciale per i crediti alimentari riflette la priorità data al sostentamento di coniuge e figli rispetto ad altri debiti ordinari.

Anche per debiti fiscali o contributivi, come quelli nei confronti dell’Agenzia delle Entrate o dell’INPS, l’assegno ordinario di invalidità può essere pignorato, ma sempre rispettando i limiti di legge. Ciò significa che, anche in presenza di debiti con lo Stato, solo la parte eccedente il minimo vitale può essere aggredita, e il pignoramento non può superare il 20% della somma eccedente per i debiti ordinari, o il 50% per i debiti alimentari.

Il beneficiario dell’assegno ordinario di invalidità ha il diritto di opporre il pignoramento qualora ritenga che siano stati violati i limiti imposti dalla legge. In caso di pignoramento eccessivo o illegittimo, il debitore può presentare ricorso al giudice dell’esecuzione, dimostrando che le somme pignorate sono destinate al suo sostentamento e non possono essere aggredite oltre i limiti previsti. È fondamentale che il debitore, in queste situazioni, raccolga tutta la documentazione necessaria, come l’importo esatto dell’assegno e altre informazioni rilevanti, per supportare la propria opposizione. In molti casi, errori nel calcolo delle somme pignorabili possono portare a trattenute eccessive, che possono essere corrette solo attraverso un intervento giudiziario.

Oltre all’assegno ordinario di invalidità, esistono altre prestazioni previdenziali che possono essere pignorate, ma con regole differenti. Ad esempio, le pensioni di vecchiaia sono pignorabili, ma con limiti simili a quelli dell’AOI. Altre prestazioni, invece, come l’indennità di accompagnamento o l’assegno sociale, godono di una protezione maggiore e sono completamente impignorabili, indipendentemente dall’importo percepito dal beneficiario.

In conclusione, l’assegno ordinario di invalidità è pignorabile, ma solo in parte. La legge italiana stabilisce che solo la parte eccedente il minimo vitale può essere aggredita dai creditori, e sempre entro limiti ben definiti. Questo garantisce che il beneficiario, pur avendo debiti, possa comunque mantenere una somma sufficiente per il proprio sostentamento. I creditori, quindi, non possono rivalersi sull’intero assegno, ma solo su una piccola parte di esso. Tuttavia, in caso di debiti alimentari o fiscali, la quota pignorabile può essere più alta, fino al 50% della parte eccedente. Per difendersi da pignoramenti illegittimi o eccessivi, è fondamentale che il debitore si avvalga di tutti gli strumenti legali a sua disposizione, ricorrendo al giudice quando necessario.

Riassunto per punti:

  • L’assegno ordinario di invalidità è pignorabile, ma solo entro i limiti fissati dall’articolo 545 del Codice di Procedura Civile.
  • La parte dell’assegno che può essere pignorata è quella che eccede il minimo vitale, pari a circa 754,91 euro nel 2024.
  • Per i debiti ordinari, può essere pignorato fino al 20% della parte eccedente il minimo vitale.
  • Per i crediti alimentari, la quota pignorabile può arrivare fino al 50% della parte eccedente.
  • Anche per i debiti fiscali o contributivi si applicano gli stessi limiti.
  • Il beneficiario ha il diritto di presentare opposizione in caso di pignoramento eccessivo o illegittimo.

Ci sono eccezioni alla pignorabilità dell’assegno ordinario di invalidità?

Sì, ci sono alcune eccezioni importanti. Se il pignoramento riguarda crediti alimentari, come il mantenimento per il coniuge o per i figli, la legge consente una maggiore flessibilità nella pignorabilità delle somme. In questi casi, il giudice può autorizzare un pignoramento superiore al 20% dell’assegno, arrivando fino al 50% della parte eccedente il minimo vitale.

Tuttavia, anche in caso di crediti alimentari, una parte dell’assegno rimane sempre protetta, in quanto la legge tutela il diritto del debitore a mantenere una somma sufficiente per il proprio sostentamento. Questa protezione è particolarmente importante per le persone che, a causa della loro condizione di invalidità, si trovano già in una situazione economica precaria e non hanno altre fonti di reddito.

Cosa accade se il beneficiario dell’assegno ha più creditori?

Nel caso in cui il beneficiario dell’assegno ordinario di invalidità abbia più creditori, il procedimento di pignoramento si complica. I diversi creditori possono fare richiesta di pignoramento, ma l’importo complessivo che può essere trattenuto dall’assegno non può mai superare i limiti imposti dalla legge. Il giudice dell’esecuzione ha il compito di distribuire equamente le somme pignorate tra i creditori, sempre tenendo presente che la parte pignorabile dell’assegno non può superare il 20% della parte eccedente il minimo vitale per i debiti ordinari, o il 50% per i crediti alimentari.

Questo significa che, anche in presenza di più creditori, il debitore avrà sempre garantita una somma sufficiente per il proprio mantenimento. Il sistema giuridico italiano, infatti, cerca di bilanciare il diritto del creditore a recuperare il proprio credito con il diritto del debitore a un livello minimo di vita dignitosa.

Cosa fare se si riceve una notifica di pignoramento sull’assegno ordinario di invalidità?

Se un beneficiario dell’assegno ordinario di invalidità riceve una notifica di pignoramento, è fondamentale agire tempestivamente. La prima cosa da fare è verificare se l’importo pignorato rientra nei limiti stabiliti dalla legge. Nel caso in cui la somma pignorata superi il 20% della parte eccedente il minimo vitale (o il 50% per i crediti alimentari), il beneficiario ha il diritto di presentare opposizione al pignoramento.

L’opposizione deve essere presentata al giudice dell’esecuzione e deve essere supportata da documentazione che dimostri l’ammontare dell’assegno e la natura delle somme pignorate. In molti casi, errori nel calcolo della parte pignorabile possono portare a trattenute eccessive. Se il giudice accoglie l’opposizione, può ordinare la riduzione o l’annullamento del pignoramento.

Un avvocato esperto in cancellazione debiti e pignoramenti può offrire un supporto prezioso per gestire queste situazioni, garantendo che il beneficiario dell’assegno ordinario di invalidità non subisca un pignoramento illegittimo o eccessivo.

L’assegno ordinario di invalidità può essere pignorato per debiti fiscali?

Sì, l’assegno ordinario di invalidità può essere pignorato anche per debiti fiscali, come quelli verso l’Agenzia delle Entrate o altri enti pubblici. Tuttavia, anche in questo caso, si applicano i limiti di legge previsti per il pignoramento delle pensioni e degli assegni. La parte pignorabile sarà quindi solo quella eccedente il minimo vitale, e il pignoramento non potrà superare il 20% di questa somma.

In caso di pignoramenti fiscali, il debitore può comunque cercare di trovare una soluzione con l’Agenzia delle Entrate, richiedendo la rateizzazione del debito o proponendo un piano di rientro che permetta di evitare il pignoramento diretto sull’assegno.

Quali sono le differenze tra l’assegno ordinario di invalidità e altre prestazioni pignorabili?

L’assegno ordinario di invalidità si distingue da altre prestazioni, come la pensione di vecchiaia o la pensione anticipata, soprattutto per il fatto che è soggetto a revisione e dipende dalla capacità lavorativa residua del beneficiario. Dal punto di vista della pignorabilità, però, l’assegno ordinario di invalidità segue regole molto simili a quelle delle altre pensioni: solo la parte eccedente il minimo vitale può essere pignorata, e sempre nei limiti del 20% per i debiti ordinari.

Tuttavia, ci sono alcune prestazioni assistenziali che godono di una protezione maggiore rispetto all’assegno ordinario di invalidità. Ad esempio, l’indennità di accompagnamento per gli invalidi totali è completamente impignorabile, così come l’assegno sociale e altre prestazioni a carattere assistenziale. Queste differenze riflettono la diversa natura delle prestazioni: mentre l’assegno ordinario di invalidità è considerato una forma di pensione e quindi un reddito, altre prestazioni sono pensate esclusivamente per il sostentamento di persone in condizioni di grave difficoltà.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Cancellazione Debiti e Pignoramenti

Affrontare un pignoramento è una sfida complessa e spesso molto stressante, specialmente quando riguarda somme destinate al proprio sostentamento, come l’assegno ordinario di invalidità. Questa prestazione economica è vitale per chi, a causa di una malattia o di un’invalidità, non può più lavorare con continuità e ha bisogno di un reddito per mantenersi. Tuttavia, come molte altre entrate, l’assegno ordinario di invalidità può essere pignorato, sebbene con rigidi limiti imposti dalla legge italiana per proteggere i debitori da un’eccessiva riduzione del loro reddito.

La pignorabilità dell’assegno ordinario di invalidità, regolata dall’articolo 545 del Codice di Procedura Civile, garantisce che una parte di esso rimanga sempre protetta. Questo principio è fondamentale per assicurare che, anche in presenza di debiti, il beneficiario non si trovi in una condizione di totale difficoltà economica. Tuttavia, per far rispettare questi diritti e garantire che non venga pignorata una somma superiore a quella consentita, è cruciale avere al proprio fianco un avvocato esperto in cancellazione debiti e pignoramenti.

La figura di un avvocato specializzato in questo ambito non è solo una garanzia di protezione legale, ma offre anche la sicurezza di poter contare su qualcuno che conosca a fondo la complessa normativa che regola il pignoramento delle pensioni e delle altre prestazioni previdenziali. Spesso, le persone che si trovano in difficoltà economica non sono completamente consapevoli dei loro diritti e delle tutele che la legge mette a loro disposizione. L’avvocato diventa, quindi, una guida indispensabile per interpretare correttamente la normativa e per opporsi a eventuali abusi o errori nella procedura di pignoramento.

Nel caso dell’assegno ordinario di invalidità, i limiti di pignorabilità sono chiari: solo la parte eccedente il minimo vitale può essere aggredita dai creditori, e solo fino a un massimo del 20% per i debiti ordinari. Questo significa che una parte significativa dell’assegno rimane sempre protetta, a meno che non si tratti di crediti alimentari, per i quali la percentuale pignorabile può salire fino al 50% della parte eccedente. Ma in pratica, come si applicano questi limiti? È facile incorrere in errori di calcolo, e a volte le trattenute possono essere superiori a quelle consentite.

Un avvocato esperto è in grado di controllare con precisione l’importo delle somme pignorabili, assicurandosi che vengano rispettati i limiti imposti dalla legge. Questo tipo di difesa è cruciale, soprattutto quando ci si trova a dover gestire debiti con più creditori. In queste situazioni, il rischio che la parte eccedente il minimo vitale venga completamente pignorata è alto, e solo una corretta gestione della procedura legale può evitare che il beneficiario dell’assegno ordinario di invalidità subisca trattenute eccessive. Inoltre, in presenza di più creditori, è compito del giudice distribuire equamente le somme pignorate tra i vari creditori, ma anche qui l’assistenza di un avvocato può fare la differenza.

Un altro aspetto fondamentale è la capacità dell’avvocato di negoziare con i creditori. In molti casi, infatti, è possibile trovare accordi alternativi al pignoramento, che permettano di soddisfare i creditori senza incidere eccessivamente sulle entrate del debitore. La rateizzazione del debito, per esempio, è una soluzione spesso percorribile, che consente di suddividere l’importo dovuto in rate più sostenibili. Un avvocato esperto in cancellazione debiti può mediare con i creditori per trovare un compromesso che riduca l’impatto economico del debito sul debitore.

Quando, invece, si è già di fronte a un pignoramento in corso, l’avvocato può intervenire per presentare un’opposizione al pignoramento. Questa procedura è necessaria quando il debitore ritiene che siano stati superati i limiti legali o che siano state commesse irregolarità nella procedura. L’opposizione va presentata al giudice dell’esecuzione, accompagnata da una documentazione accurata che dimostri l’errore commesso. Senza il supporto di un avvocato, è facile perdere di vista le scadenze legali e le modalità procedurali corrette, rischiando così di non poter far valere i propri diritti in modo efficace.

Un altro elemento da non sottovalutare è il supporto psicologico che un avvocato esperto può fornire. Affrontare una situazione di sovraindebitamento o di pignoramento è estremamente stressante, specialmente per chi, come i beneficiari dell’assegno ordinario di invalidità, si trova già in una condizione di vulnerabilità economica e fisica. Avere al proprio fianco un professionista che si occupa di tutti gli aspetti legali e che assicura il rispetto delle proprie tutele rappresenta un sollievo significativo. La gestione del debito e del pignoramento richiede non solo una profonda conoscenza delle norme, ma anche un approccio strategico che consideri le condizioni specifiche del debitore.

Infine, è importante ricordare che un avvocato esperto in cancellazione debiti può aiutare a prevenire ulteriori difficoltà. In molti casi, i problemi legati al debito possono peggiorare se non vengono affrontati in modo tempestivo e strategico. Attraverso una consulenza mirata, l’avvocato può suggerire soluzioni preventive che evitino il rischio di ulteriori pignoramenti o esecuzioni forzate. Questo tipo di assistenza può fare la differenza tra una situazione gestibile e una crisi economica che compromette seriamente la qualità della vita del debitore.

In conclusione, affrontare un pignoramento senza l’assistenza di un avvocato specializzato espone il debitore a rischi elevati, sia economici che personali. La normativa sul pignoramento delle pensioni e delle prestazioni previdenziali, come l’assegno ordinario di invalidità, è complessa e richiede una conoscenza approfondita delle regole e delle eccezioni. Un avvocato esperto in cancellazione debiti e pignoramenti non solo garantisce una difesa efficace e completa, ma offre anche la possibilità di esplorare soluzioni alternative che possano ridurre al minimo l’impatto economico del debito. In una situazione così delicata, il supporto di un professionista diventa indispensabile per proteggere i propri diritti e assicurarsi che la legge venga applicata correttamente, permettendo al debitore di mantenere una vita dignitosa anche in presenza di difficoltà economiche.

In tal senso, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

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Giuseppe Monardo

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