Come Saldare Debiti Con l’Agenzia delle Entrate

Saldare i debiti con l’Agenzia delle Entrate è una questione di grande importanza per molti cittadini e imprese in Italia. La gestione di questi debiti può coinvolgere diverse strategie, tra cui la rateizzazione, la transazione fiscale, il saldo e stralcio, e l’uso di strumenti legali come il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, disciplinato dal Decreto Legislativo n. 14/2019. Quest’ultimo è stato introdotto per fornire un quadro normativo omogeneo per la gestione delle situazioni di sovraindebitamento e delle crisi aziendali, garantendo procedure eque per debitori e creditori.

La rateizzazione è una delle soluzioni più comuni, che consente di dilazionare il pagamento del debito in rate più gestibili. Ad esempio, per debiti fino a 5.000 euro, è possibile richiedere un pagamento in massimo 8 rate trimestrali, mentre per importi superiori, fino a 20 rate. Per i debiti maggiori di 120.000 euro, è necessaria una valutazione specifica della capacità di pagamento del contribuente. Nel 2023, sono state introdotte ulteriori semplificazioni che permettono la dilazione fino a 120 rate mensili, agevolando i contribuenti in difficoltà.

La transazione fiscale è rivolta principalmente alle imprese in stato di crisi economica, permettendo di negoziare una riduzione del debito fiscale. Questo strumento è particolarmente rilevante per le aziende che possono dimostrare uno stato di insolvenza e la necessità di ristrutturazione. Ad esempio, un’azienda in difficoltà con un debito fiscale di 800.000 euro potrebbe negoziare una riduzione a 500.000 euro, con un piano di pagamento spalmato su più anni. Questo processo, però, richiede l’approvazione da parte del tribunale competente e può includere la partecipazione di tutti i creditori interessati.

Il saldo e stralcio rappresenta un’opportunità per i contribuenti in gravi difficoltà economiche, consentendo di chiudere i debiti pagando una somma ridotta rispetto all’importo totale dovuto. Questo strumento è particolarmente utile per quei soggetti che, a causa di circostanze eccezionali, non sono in grado di far fronte ai propri debiti. Ad esempio, un individuo con un debito di 50.000 euro potrebbe chiudere la posizione versando solo 10.000 euro, ottenendo la cancellazione del residuo. Questo tipo di accordo deve essere convalidato da un’autorità giudiziaria, che valuta la reale impossibilità del debitore di saldare il debito per intero.

Il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, noto anche come D.Lgs. n. 14/2019, è un elemento chiave per la gestione delle situazioni di sovraindebitamento. Questo codice introduce strumenti come il Piano del Consumatore, l’Accordo di Ristrutturazione dei Debiti, e la Liquidazione del Patrimonio. Il Piano del Consumatore è destinato ai debitori non fallibili, come i privati cittadini, che possono proporre un piano di pagamento sostenibile senza dover liquidare tutti i loro beni. Questo è particolarmente utile per i piccoli imprenditori e i consumatori che si trovano in difficoltà economiche, permettendo loro di ripartire senza l’ombra di debiti insostenibili.

Dal punto di vista normativo, le recenti modifiche legislative hanno introdotto incentivi per la regolarizzazione dei debiti, come la riduzione delle sanzioni e degli interessi per chi aderisce volontariamente ai piani di saldo. Questo mira a incentivare i contribuenti a regolarizzare la propria posizione fiscale senza dover affrontare azioni esecutive o misure più drastiche come il pignoramento.

Inoltre, l’Agenzia delle Entrate ha migliorato l’efficienza nella gestione delle pratiche di recupero crediti, rendendo più rapide e trasparenti le procedure di rateizzazione e transazione fiscale. Le nuove normative prevedono anche la possibilità di accedere a strumenti digitali per la gestione delle pratiche, semplificando ulteriormente l’interazione tra contribuenti e amministrazione fiscale.

Per esempio, un caso recente ha visto un’impresa di costruzioni con un debito di 2 milioni di euro riuscire a negoziare una riduzione a 1,2 milioni, grazie a un piano di ristrutturazione approvato dal tribunale. Questo ha permesso all’azienda di evitare la bancarotta e di continuare la propria attività, salvaguardando posti di lavoro e preservando l’economia locale.

In conclusione, saldare i debiti con l’Agenzia delle Entrate è un processo che richiede una comprensione approfondita delle leggi e delle procedure disponibili. Le opzioni variano a seconda della situazione economica del debitore e della natura del debito stesso. È fondamentale per i contribuenti essere proattivi, utilizzare gli strumenti a loro disposizione e, quando necessario, cercare consulenza legale o fiscale per navigare tra le varie opzioni disponibili e scegliere la soluzione più adatta alle proprie esigenze. La tempestività e la trasparenza sono essenziali per evitare conseguenze più gravi e per garantire una risoluzione equa e sostenibile dei debiti fiscali.

Ma andiamo nei dettagli con domande e risposte.

Quali Sono le Modalità di Saldo dei Debiti con l’Agenzia delle Entrate?

1. Cos’è la Rateizzazione e Come Funziona?

La rateizzazione è uno strumento offerto dall’Agenzia delle Entrate per consentire ai contribuenti di dilazionare il pagamento dei debiti fiscali. Questo meccanismo è particolarmente utile per chi ha difficoltà a saldare l’intero importo in un’unica soluzione. La rateizzazione può essere richiesta in seguito alla ricezione di un avviso bonario o una cartella esattoriale.

I contribuenti possono rateizzare i debiti fino a 5.000 euro in un massimo di 8 rate trimestrali. Per importi superiori, il numero delle rate può aumentare, fino a un massimo di 20 rate trimestrali. Tuttavia, quando il debito supera i 120.000 euro, la richiesta di rateizzazione richiede una valutazione più approfondita della situazione economica del richiedente. In alcuni casi, la legge consente di estendere il piano di rateizzazione fino a 120 rate mensili, soprattutto in situazioni di particolare difficoltà economica.

Il processo di rateizzazione prevede che il contribuente versi una prima rata entro 30 giorni dalla notifica dell’avviso bonario o della cartella esattoriale. Le rate successive includono un interesse annuale, che attualmente è fissato al 3,5%. Questo tasso può variare in base alle normative vigenti al momento della richiesta. Per debiti fino a 120.000 euro, la richiesta di rateizzazione viene generalmente accettata senza necessità di ulteriore documentazione, a meno che il contribuente non sia una società in liquidazione.

Un esempio concreto di rateizzazione potrebbe coinvolgere un professionista con un debito di 10.000 euro, il quale può scegliere di rateizzare l’importo in 20 rate trimestrali, pagando 500 euro a rata più gli interessi. Questa soluzione permette di gestire il carico fiscale senza compromettere la stabilità economica personale o aziendale.

È importante notare che il mancato pagamento di una o più rate può comportare la decadenza del piano di rateizzazione, con l’obbligo di pagare l’intero debito residuo immediatamente. Inoltre, la rateizzazione non preclude l’Agenzia delle Entrate dall’avviare ulteriori azioni di recupero crediti, qualora il contribuente non rispetti le scadenze previste.

Riassunto per punti:

  1. La rateizzazione consente di dilazionare il pagamento dei debiti fiscali.
  2. È disponibile per debiti fino a 120.000 euro senza necessità di ulteriore documentazione.
  3. Il numero massimo di rate varia: fino a 8 rate trimestrali per debiti sotto i 5.000 euro, e fino a 20 per importi maggiori.
  4. I debiti possono essere rateizzati fino a 120 rate mensili in casi di particolare difficoltà economica.
  5. La prima rata deve essere pagata entro 30 giorni dalla notifica dell’avviso.
  6. Gli interessi annui sono attualmente fissati al 3,5%.
  7. La mancata osservanza delle scadenze può portare alla decadenza del piano di rateizzazione.

2. Cos’è la Transazione Fiscale?

La transazione fiscale è una procedura che consente alle imprese in difficoltà economica di negoziare un accordo con l’Agenzia delle Entrate per ridurre e dilazionare il debito fiscale. Questo strumento è utilizzabile solo dalle aziende che si trovano in stato di crisi, come definito dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019).

Per accedere alla transazione fiscale, l’impresa deve presentare una proposta che includa la riduzione del debito e un piano di pagamento. La proposta deve essere approvata dal tribunale e dagli altri creditori coinvolti. Ad esempio, un’azienda con un debito fiscale di 500.000 euro potrebbe proporre di pagare 300.000 euro in un periodo di tre anni. Se accettato, l’accordo consente all’azienda di evitare il fallimento e continuare le proprie attività.

Il processo richiede che l’azienda dimostri la propria incapacità di pagare integralmente il debito e la necessità di un piano di ristrutturazione per garantire la continuità aziendale. È un’opzione particolarmente utile per le aziende con problemi di liquidità, poiché permette di ridurre l’importo totale dovuto e di programmare i pagamenti in modo sostenibile.

Riassunto per punti:

  1. La transazione fiscale è destinata alle imprese in difficoltà economica.
  2. Consente di ridurre e dilazionare il debito fiscale.
  3. È richiesta la presentazione di una proposta di ristrutturazione approvata dal tribunale.
  4. Il processo include la riduzione dell’importo dovuto e un piano di pagamento.
  5. L’impresa deve dimostrare l’incapacità di pagare integralmente il debito.
  6. Favorisce la continuità aziendale evitando il fallimento.

3. Come Funziona Il Saldo E Stralcio Con L’agenzia Delle Entrate Attraverso Le Rottamazioni Delle Cartelle Esattoriali

Il saldo e stralcio attraverso le rottamazioni delle cartelle esattoriali con l’Agenzia delle Entrate è una misura che permette ai contribuenti di estinguere i propri debiti fiscali a condizioni agevolate. Questa procedura consente di ridurre l’importo complessivo dovuto, includendo la cancellazione di sanzioni e interessi di mora, pagando solo una parte del debito originario. Per accedere a questa misura, è necessario che il contribuente si trovi in una situazione di difficoltà economica dimostrabile e che presenti domanda entro i termini stabiliti dalle specifiche normative.

Il funzionamento del saldo e stralcio con rottamazione è regolato da leggi specifiche, che determinano le condizioni e le scadenze per l’adesione. Una volta accettata la domanda, l’Agenzia delle Entrate comunica l’importo ridotto da pagare e le modalità di pagamento. Questo può includere un pagamento in un’unica soluzione o una rateizzazione. Il mancato rispetto delle scadenze per i pagamenti delle rate comporta la decadenza dai benefici del saldo e stralcio, con il ripristino dell’intero importo originario del debito, inclusi sanzioni e interessi.

Ad esempio, una rottamazione delle cartelle esattoriali può permettere a un contribuente con un debito complessivo di 10.000 euro di estinguere la posizione pagando 6.000 euro, grazie all’abbattimento delle sanzioni e degli interessi. Questa opportunità è particolarmente vantaggiosa per coloro che, pur avendo difficoltà economiche, desiderano regolarizzare la loro posizione fiscale evitando ulteriori aggravamenti della situazione debitoria.

Le diverse edizioni delle rottamazioni, come “Rottamazione ter” e “Rottamazione quater”, hanno presentato variazioni nelle condizioni e nei termini di adesione, con obiettivi comuni di facilitare la regolarizzazione delle posizioni debitorie e ridurre il contenzioso fiscale. L’accesso a queste agevolazioni è subordinato alla tempestiva presentazione della domanda e al rispetto degli obblighi di pagamento.

Riassunto per punti:

  1. Permette di estinguere debiti fiscali a condizioni agevolate.
  2. Consente la cancellazione di sanzioni e interessi di mora.
  3. Richiede dimostrazione di difficoltà economica e domanda entro termini specifici.
  4. Pagamento dell’importo ridotto in unica soluzione o rateizzato.
  5. La decadenza dai benefici si verifica in caso di mancato pagamento delle rate.
  6. Diverse edizioni con specifiche condizioni e scadenze.
  7. Facilita la regolarizzazione delle posizioni debitorie e riduce il contenzioso fiscale.

4. Che Cos’è il Ricorso al Giudice Tributario?

Il ricorso al giudice tributario è un procedimento legale che consente ai contribuenti di contestare atti dell’Agenzia delle Entrate, come avvisi di accertamento o cartelle esattoriali, che si ritengono infondati o errati. Il contribuente ha 60 giorni dalla notifica dell’atto per presentare ricorso presso la Commissione Tributaria competente. Questo strumento è utile per far valere i propri diritti e correggere eventuali errori o ingiustizie. Durante il processo, il contribuente può fornire prove a sostegno della sua posizione e chiedere l’annullamento o la modifica dell’atto impugnato.

Riassunto per punti:

  1. Permette di contestare atti dell’Agenzia delle Entrate.
  2. Deve essere presentato entro 60 giorni dalla notifica.
  3. Presentato presso la Commissione Tributaria.
  4. Consente di correggere errori o ingiustizie.
  5. Il contribuente può fornire prove e richiedere l’annullamento o la modifica dell’atto.

Come si Applicano le Leggi del Sovraindebitamento?

1. Che Cos’è la Legge del Sovraindebitamento?

Le leggi sul sovraindebitamento, inquadrate nel Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019), sono destinate a persone fisiche e piccole imprese che non possono essere soggette a procedure fallimentari. Queste leggi offrono strumenti legali per gestire le situazioni di eccessivo indebitamento, che impediscono al debitore di far fronte ai propri obblighi finanziari.

La legge del sovraindebitamento è stata introdotta per fornire un’alternativa ai debitori che, pur non essendo fallibili, si trovano in una situazione di grave difficoltà economica. Tali soggetti possono essere consumatori, piccoli imprenditori, professionisti, artigiani o agricoltori che non rientrano nelle categorie di imprese soggette a procedure concorsuali. La legge si applica anche a enti senza scopo di lucro e associazioni.

Il decreto prevede tre principali procedure per risolvere le situazioni di sovraindebitamento:

  1. Piano del Consumatore: Questa procedura è riservata ai consumatori, ovvero a quei debitori che hanno contratto debiti esclusivamente per scopi estranei alla loro attività imprenditoriale o professionale. Il Piano del Consumatore consente di proporre un piano di rientro dei debiti basato sulle capacità economiche del debitore, senza necessità di un accordo con i creditori. La proposta deve essere ragionevole e sostenibile, e viene approvata dal giudice solo se risponde ai criteri di buona fede e meritevolezza del debitore.
  2. Accordo di Ristrutturazione dei Debiti: Questa opzione è aperta a tutti i debitori non fallibili, inclusi i piccoli imprenditori. In questo caso, il debitore deve ottenere l’approvazione della maggioranza dei creditori, pari al 60% dei crediti ammessi, per un piano di ristrutturazione del debito. L’accordo deve essere omologato dal tribunale, che verifica la fattibilità del piano e l’assenza di pregiudizi per i creditori.
  3. Liquidazione del Patrimonio: Questa procedura è simile al fallimento, ma si applica ai soggetti non fallibili. Prevede la liquidazione di tutti i beni del debitore per soddisfare, in misura proporzionale, i creditori. Tuttavia, è possibile escludere alcuni beni essenziali dalla liquidazione, come quelli strettamente necessari per il sostentamento del debitore e della sua famiglia. Al termine della liquidazione, se il ricavato è insufficiente a coprire i debiti, il debitore può essere liberato dalle obbligazioni residue, tranne quelle derivanti da obblighi di mantenimento e risarcimento per danni da reato.

Queste procedure sono progettate per offrire una seconda opportunità ai debitori meritevoli, permettendo loro di ripartire senza l’oppressione dei debiti. Il ruolo del tribunale è cruciale in questo contesto, poiché garantisce che le procedure siano condotte in modo equo e che i diritti dei creditori siano rispettati.

Inoltre, il decreto ha introdotto la figura dell’organismo di composizione della crisi (OCC), il quale assiste il debitore nella predisposizione del piano di ristrutturazione o liquidazione e funge da intermediario tra il debitore e i creditori. L’OCC ha il compito di valutare la fattibilità del piano proposto e di supervisionare la corretta esecuzione delle procedure.

In sintesi, la legge sul sovraindebitamento fornisce un quadro giuridico dettagliato e protettivo per affrontare situazioni di crisi finanziaria, permettendo ai debitori di risolvere le proprie pendenze in maniera strutturata e trasparente. Questa normativa è essenziale per garantire una gestione ordinata e giusta delle situazioni di difficoltà economica, evitando al contempo il ricorso a soluzioni estreme come l’usura o il lavoro sommerso.

2. Quali Sono i Requisiti per Accedere alla Legge del Sovraindebitamento?

Per accedere alle procedure previste dalla legge sul sovraindebitamento, il debitore deve soddisfare determinati requisiti stabiliti dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019). Innanzitutto, deve essere un soggetto non fallibile, ovvero un consumatore, un piccolo imprenditore, un professionista, un artigiano o un agricoltore, nonché enti senza scopo di lucro e associazioni che non possono essere sottoposti a procedure concorsuali come il fallimento.

Il debitore deve trovarsi in una situazione di sovraindebitamento, definita come la condizione di difficoltà economica in cui non riesce a far fronte ai propri obblighi finanziari, a causa di eventi non prevedibili e non evitabili. È essenziale che la situazione di sovraindebitamento non sia derivata da dolo, colpa grave o frode del debitore. La buona fede è un criterio fondamentale, valutato dal giudice o dall’organismo di composizione della crisi (OCC), che devono verificare che il debitore abbia agito con trasparenza e senza intenti fraudolenti.

Il debitore deve presentare una lista completa dei creditori, indicando esattamente l’ammontare dei debiti e la natura degli stessi. Inoltre, è richiesto un elenco dettagliato dei beni e delle entrate disponibili per il pagamento dei debiti. Questa documentazione deve essere accurata e veritiera, poiché omissioni o false dichiarazioni possono compromettere l’intera procedura.

Per accedere al Piano del Consumatore, il debitore deve proporre un piano di pagamento basato sulle proprie reali capacità economiche, che il giudice deve approvare, assicurandosi che il debitore possa sostenerlo e che i creditori siano trattati equamente. L’accordo deve risultare conveniente per i creditori rispetto ad altre procedure di recupero crediti.

Nel caso dell’Accordo di Ristrutturazione dei Debiti, è necessaria l’approvazione della maggioranza dei creditori, pari almeno al 60% dei crediti. Questo accordo viene poi sottoposto all’omologazione del tribunale, che valuta la congruità e la fattibilità del piano di rientro.

Per la Liquidazione del Patrimonio, il debitore deve dichiarare l’intenzione di liquidare i propri beni al fine di soddisfare i creditori. Tuttavia, alcuni beni essenziali, come quelli necessari al sostentamento del debitore e della sua famiglia, possono essere esclusi dalla liquidazione. Anche questa procedura richiede l’approvazione giudiziaria.

Infine, è importante che il debitore collabori pienamente con l’organismo di composizione della crisi (OCC) o il commissario nominato dal giudice, fornendo tutte le informazioni richieste e seguendo le direttive per l’attuazione del piano approvato.

Riassunto per punti:

  1. Il debitore deve essere un soggetto non fallibile, come un consumatore, piccolo imprenditore o ente non profit.
  2. Deve trovarsi in una condizione di sovraindebitamento non attribuibile a dolo, colpa grave o frode.
  3. È necessaria la presentazione di una lista completa di creditori e debiti, e dei beni disponibili.
  4. Per il Piano del Consumatore, il piano deve essere sostenibile e approvato dal giudice.
  5. Per l’Accordo di Ristrutturazione, serve l’approvazione del 60% dei creditori e l’omologazione del tribunale.
  6. La Liquidazione del Patrimonio richiede la liquidazione dei beni con possibili esclusioni per beni essenziali.
  7. Il debitore deve collaborare con l’OCC o il commissario e rispettare le direttive per l’attuazione del piano.

Quali Sono le Novità Legislative fino al 2024?

1. Modifiche alla Rateizzazione dei Debiti

Con le ultime modifiche normative, introdotte fino al 2024, è stata estesa la possibilità di rateizzare i debiti per periodi più lunghi in casi di particolare difficoltà economica, con un massimo di 120 rate mensili. Inoltre, è stata ridotta la soglia di accesso senza necessità di presentare documentazione aggiuntiva, semplificando l’accesso per i piccoli debitori.

2. Nuove Norme per la Transazione Fiscale

Le recenti modifiche normative hanno ampliato le categorie di debitori che possono accedere alla transazione fiscale, includendo anche alcune categorie di professionisti e piccole imprese non fallibili. Questo è stato pensato per sostenere le realtà economiche in difficoltà post-pandemia.

3. Incentivi per la Regolarizzazione dei Debiti

Sono stati introdotti incentivi per la regolarizzazione dei debiti tributari, tra cui la riduzione delle sanzioni e degli interessi per coloro che aderiscono volontariamente alle procedure di saldo del debito. Questo incoraggia i contribuenti a regolarizzare la propria posizione senza attendere azioni esecutive.

Quali Esempi di Successo si Possono Considerare?

Numerosi sono i casi di successo di contribuenti che, utilizzando le varie opzioni disponibili, sono riusciti a saldare i propri debiti con l’Agenzia delle Entrate. Un esempio rilevante è quello di un’impresa di medie dimensioni che, attraverso una transazione fiscale, ha ridotto un debito di 1 milione di euro a 600.000 euro, concordando un piano di pagamento quinquennale che le ha permesso di riprendersi finanziariamente.

Un altro esempio è quello di un individuo con un debito personale di 50.000 euro che, grazie alla legge del sovraindebitamento, ha ottenuto una riduzione del debito a 20.000 euro, con pagamenti mensili compatibili con il proprio reddito disponibile.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Cancellazione Debiti Con l’Agenzia Delle Entrate e Riscossione

La gestione dei debiti con l’Agenzia delle Entrate e Riscossione richiede una conoscenza approfondita delle normative e delle procedure disponibili. Le opzioni come la rateizzazione, la transazione fiscale, il saldo e stralcio e le rottamazioni delle cartelle esattoriali offrono vie per risolvere le problematiche fiscali in modo strutturato e sostenibile. Tuttavia, queste soluzioni comportano una serie di requisiti e scadenze che devono essere rispettati per evitare ulteriori complicazioni. Inoltre, la corretta valutazione delle proprie condizioni economiche e l’accurata preparazione della documentazione necessaria sono fondamentali per accedere alle agevolazioni e alle procedure di ristrutturazione del debito.

La complessità di queste procedure rende essenziale il supporto di un avvocato esperto in diritto tributario e nella cancellazione dei debiti con l’Agenzia delle Entrate. Un professionista qualificato può offrire una consulenza personalizzata, identificando la soluzione più adeguata alle specifiche esigenze del contribuente. L’avvocato non solo assiste nella scelta tra le diverse opzioni disponibili, ma garantisce anche che tutte le procedure siano seguite correttamente, evitando errori che potrebbero compromettere l’esito favorevole del processo.

In particolare, la consulenza legale è cruciale quando si tratta di interpretare le leggi complesse e le regolamentazioni che governano le rottamazioni delle cartelle esattoriali e le altre forme di saldo e stralcio. La normativa fiscale è soggetta a frequenti modifiche, e un avvocato esperto rimane aggiornato sui cambiamenti legislativi, assicurando che il contribuente non perda opportunità di riduzione del debito o altre agevolazioni. Inoltre, un legale esperto può negoziare con l’Agenzia delle Entrate, rappresentando il contribuente nelle trattative e nei procedimenti giudiziari, se necessario.

L’importanza di un supporto legale specializzato si manifesta anche nella prevenzione di possibili errori nella dichiarazione dei debiti o nella presentazione delle domande per le diverse procedure. Un errore nella compilazione di una domanda o un’informazione inaccurata può portare alla decadenza dai benefici concessi, con conseguente aggravamento della situazione finanziaria. Un avvocato esperto può garantire che tutte le informazioni siano presentate in modo corretto e completo, riducendo il rischio di rigetto delle domande o di ulteriori sanzioni.

Inoltre, in casi di particolare complessità, come quelli che coinvolgono somme ingenti o situazioni patrimoniali intricate, la presenza di un avvocato può essere determinante per elaborare strategie personalizzate. Un professionista con esperienza può consigliare la miglior combinazione di soluzioni, che potrebbe includere una combinazione di saldo e stralcio e transazione fiscale, a seconda delle circostanze del caso. Questo approccio integrato può ottimizzare i benefici ottenibili e minimizzare l’impatto finanziario sul contribuente.

Infine, il supporto legale offre anche una protezione essenziale contro possibili abusi o interpretazioni errate da parte delle autorità fiscali. Un avvocato può monitorare e contestare eventuali irregolarità, garantendo che i diritti del contribuente siano rispettati. Questo è particolarmente importante in un contesto in cui le procedure di riscossione possono essere percepite come opprimenti o ingiuste.

In conclusione, affrontare i debiti con l’Agenzia delle Entrate e Riscossione senza l’assistenza di un avvocato esperto in diritto tributario espone il contribuente a rischi significativi. La complessità delle leggi fiscali e la necessità di una gestione accurata e strategica delle proprie posizioni debitorie rendono indispensabile il supporto di un professionista qualificato. Questo non solo facilita l’accesso alle varie opzioni di risoluzione del debito, ma offre anche una protezione legale essenziale, contribuendo a evitare errori costosi e a garantire il miglior risultato possibile. Un avvocato esperto rappresenta una guida preziosa attraverso il labirinto delle normative fiscali, assicurando che il contribuente possa gestire le proprie pendenze in modo efficiente e con la massima tranquillità.

In tal senso, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

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Disclaimer: Le opinioni espresse in questo articolo riflettono il punto di vista personale degli Autori, maturato sulla base della loro esperienza professionale. Non devono essere considerate come consulenza tecnica o legale. Per chiarimenti specifici o ulteriori informazioni, si consiglia di contattare direttamente il nostro studio. Si invita a tenere presente che l’articolo fa riferimento al contesto normativo vigente alla data di redazione, poiché leggi e interpretazioni giuridiche possono cambiare nel tempo. Non ci assumiamo alcuna responsabilità per un utilizzo inappropriato delle informazioni contenute in queste pagine.
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Giuseppe Monardo

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