Quanto Dura L’Efficacia Del Decreto Ingiuntivo?

Il decreto ingiuntivo è uno strumento giuridico utilizzato dai creditori per recuperare crediti in modo rapido ed efficace. Regolato dagli articoli 633 e seguenti del Codice di Procedura Civile, permette al creditore di ottenere un titolo esecutivo basato su prove documentali, come fatture, contratti o riconoscimenti di debito. Il decreto ingiuntivo deve essere notificato al debitore entro 60 giorni dalla sua emissione, come stabilito dall’articolo 644 del Codice di Procedura Civile. Se non notificato entro questo termine, il decreto perde efficacia, costringendo il creditore a ripresentare la richiesta.

Una volta notificato correttamente, il debitore ha 40 giorni per presentare un’opposizione. Se non lo fa, il decreto ingiuntivo diventa esecutivo. Ciò consente al creditore di avviare azioni esecutive come il pignoramento dei beni mobili e immobili, il blocco dei conti bancari e la trattenuta dello stipendio o della pensione. L’efficacia del decreto ingiuntivo esecutivo dura 10 anni, rinnovabile per altri 10 anni, secondo l’articolo 2953 del Codice Civile.

L’importanza della notifica entro i termini previsti è cruciale. Se il decreto non viene notificato in tempo, perde di validità, obbligando il creditore a ricominciare l’intero processo legale, raccogliendo di nuovo tutte le prove necessarie. Questo non solo comporta ritardi significativi nel recupero del credito, ma implica anche costi aggiuntivi. La corretta notifica può essere effettuata tramite un ufficiale giudiziario o una raccomandata con ricevuta di ritorno, assicurando che il debitore sia informato dell’azione legale contro di lui.

Se il debitore presenta un’opposizione entro i 40 giorni, il tribunale esaminerà le prove e le argomentazioni presentate. Motivi validi per l’opposizione includono errori procedurali, mancanza di prove sufficienti, prescrizione del credito o contestazione della validità del debito. Se l’opposizione è accolta, il decreto può essere annullato o modificato. Questo processo offre al debitore una possibilità di difendersi adeguatamente e di contestare il credito richiesto.

L’azione esecutiva intrapresa dal creditore può avere conseguenze significative per il debitore. Il pignoramento dei beni mobili, ad esempio, comporta la confisca di oggetti di valore che vengono successivamente venduti all’asta. Il pignoramento dei beni immobili, invece, può portare alla vendita forzata di case o terreni. Il blocco dei conti bancari impedisce al debitore di accedere ai propri fondi, mentre la trattenuta dello stipendio o della pensione riduce il reddito disponibile per le spese quotidiane.

La durata dell’efficacia del decreto ingiuntivo esecutivo è determinata dalla legge italiana. L’articolo 2953 del Codice Civile stabilisce che il decreto ha una validità di 10 anni, rinnovabile per ulteriori 10 anni. Questo significa che il creditore ha un lungo periodo durante il quale può intraprendere azioni esecutive per recuperare il credito. Tuttavia, se il credito non viene recuperato entro questo periodo, il creditore deve avviare un nuovo procedimento legale per ottenere un nuovo titolo esecutivo.

Per il debitore, è essenziale rispondere tempestivamente alla notifica del decreto ingiuntivo. Ignorare la notifica può portare a gravi conseguenze finanziarie e legali. Presentare un’opposizione ben motivata entro i termini stabiliti dalla legge può impedire che il decreto diventi esecutivo e permettere al debitore di difendersi. Un avvocato esperto in opposizione a decreti ingiuntivi può offrire assistenza preziosa, aiutando a raccogliere le prove necessarie, a presentare una difesa solida e a negoziare con il creditore per ottenere condizioni di pagamento più favorevoli.

La presenza di un avvocato è cruciale anche per evitare errori procedurali e per garantire che tutte le fasi del processo siano seguite correttamente. Un avvocato può rappresentare il debitore in tribunale, fornire consulenza su come gestire la situazione finanziaria e aiutare a prevenire ulteriori problemi legali. Questo supporto legale può fare la differenza tra il successo nel contestare il decreto ingiuntivo e le gravi conseguenze di un decreto esecutivo.

La complessità delle procedure legali e l’importanza di rispettare rigorosamente i termini e le formalità rendono essenziale il coinvolgimento di un avvocato specializzato. Un avvocato esperto può aiutare a identificare eventuali errori procedurali nel decreto, a presentare un’opposizione ben fondata e a rappresentare il debitore in tribunale. Inoltre, può negoziare con il creditore per trovare soluzioni alternative che evitino le azioni esecutive, riducendo così i costi e il tempo necessario per risolvere il contenzioso.

In sintesi, la durata dell’efficacia di un decreto ingiuntivo è determinata da vari fattori legali e procedurali. La corretta notifica entro i termini previsti è essenziale per garantire la validità del decreto e permettere al creditore di avviare le azioni esecutive. Il debitore ha il diritto di presentare opposizione entro 40 giorni dalla notifica, e se l’opposizione viene accolta, il decreto può essere annullato o modificato. La presenza di un avvocato esperto è fondamentale per garantire una difesa efficace e per gestire correttamente tutte le fasi del processo legale.

Ma andiamo nei dettagli con domande e risposte.

Che cos’è un decreto ingiuntivo e perché dobbiamo stare attenti

Un decreto ingiuntivo è un provvedimento giudiziario emesso su richiesta del creditore che ordina al debitore di pagare una somma di denaro entro un termine specifico. Questo strumento, regolato dagli articoli 633 e seguenti del Codice di Procedura Civile, permette al creditore di ottenere rapidamente un titolo esecutivo basato su prove documentali come fatture, contratti o riconoscimenti di debito. Per essere valido, il decreto deve essere notificato al debitore entro 60 giorni dalla sua emissione, come stabilito dall’articolo 644 del Codice di Procedura Civile. Se non notificato entro questo termine, il decreto perde efficacia e il creditore deve ripresentare la richiesta.

Se il debitore non presenta opposizione entro 40 giorni dalla notifica, il decreto diventa esecutivo, permettendo al creditore di avviare le procedure esecutive per il recupero del credito. Queste procedure possono includere il pignoramento di beni mobili e immobili, il blocco dei conti bancari e la trattenuta dello stipendio o della pensione. L’efficacia del decreto ingiuntivo esecutivo dura 10 anni, rinnovabile per ulteriori 10 anni, secondo l’articolo 2953 del Codice Civile.

Per il debitore, è cruciale rispondere tempestivamente alla notifica del decreto ingiuntivo. Ignorare la notifica può portare a gravi conseguenze finanziarie e legali, inclusa la perdita di beni e l’impossibilità di accedere ai conti bancari. Presentare un’opposizione ben motivata entro i termini stabiliti dalla legge può impedire che il decreto diventi esecutivo e permettere al debitore di difendersi adeguatamente. Un avvocato esperto in opposizione a decreti ingiuntivi può offrire assistenza preziosa, aiutando a raccogliere le prove necessarie, a presentare una difesa solida e a negoziare con il creditore per ottenere condizioni di pagamento più favorevoli.

La complessità delle procedure legali e l’importanza di rispettare rigorosamente i termini e le formalità rendono essenziale il coinvolgimento di un avvocato specializzato. Un avvocato esperto può aiutare a identificare eventuali errori procedurali nel decreto, a presentare un’opposizione ben fondata e a rappresentare il debitore in tribunale. Inoltre, può negoziare con il creditore per trovare soluzioni alternative che evitino le azioni esecutive, riducendo così i costi e il tempo necessario per risolvere il contenzioso.

In sintesi, il decreto ingiuntivo è uno strumento potente per il recupero dei crediti, ma deve essere gestito con attenzione per garantire la validità e l’efficacia del provvedimento. La corretta notifica entro i termini previsti è essenziale, così come la tempestiva risposta del debitore. La presenza di un avvocato esperto può fare la differenza tra il successo nel contestare il decreto ingiuntivo e le gravi conseguenze di un decreto esecutivo.

Riassunto per punti:

  • Decreto ingiuntivo: ordine giudiziario per il pagamento di una somma entro un termine.
  • Regolato dagli articoli 633 e seguenti del Codice di Procedura Civile.
  • Notifica entro 60 giorni dall’emissione (art. 644 CPC).
  • Mancata notifica: decreto inefficace, impedisce azioni esecutive.
  • Creditore deve ripresentare la richiesta in caso di mancata notifica entro i termini.
  • Debitore ha 40 giorni per presentare opposizione.
  • Decreto esecutivo: consente pignoramento beni, blocco conti, trattenuta stipendio/pensione.
  • Efficacia del decreto: 10 anni, rinnovabile per ulteriori 10 anni (art. 2953 CC).
  • Importanza di rispondere tempestivamente alla notifica.
  • Assistenza di un avvocato esperto per garantire una difesa efficace e gestire correttamente le procedure legali.

Per quanti giorni è efficace il decreto ingiuntivo?

Un decreto ingiuntivo è un provvedimento giudiziario che ordina al debitore di pagare una somma di denaro entro un determinato periodo. Questo decreto deve essere notificato al debitore entro 60 giorni dalla sua emissione. Se la notifica non avviene entro questo termine, il decreto perde efficacia. Una volta notificato correttamente, il debitore ha 40 giorni per presentare opposizione. Se non viene opposto, il decreto diventa esecutivo e mantiene la sua efficacia per 10 anni, rinnovabili per ulteriori 10 anni, come stabilito dall’articolo 2953 del Codice Civile. Durante questo periodo, il creditore può intraprendere azioni esecutive per recuperare il credito, come il pignoramento di beni mobili e immobili, il blocco dei conti bancari e la trattenuta dello stipendio o della pensione. La validità di 10 anni offre al creditore un ampio margine di tempo per recuperare il credito, ma se il credito non viene recuperato entro questo periodo, il creditore deve avviare un nuovo procedimento legale per ottenere un nuovo titolo esecutivo.

Riassunto per punti:

  • Decreto ingiuntivo: ordine di pagamento giudiziario
  • Notifica entro 60 giorni dall’emissione
  • Mancata notifica: decreto inefficace
  • Debitore ha 40 giorni per presentare opposizione
  • Decreto esecutivo: 10 anni di validità, rinnovabili per ulteriori 10 anni (art. 2953 CC)
  • Azioni esecutive possibili: pignoramento beni, blocco conti, trattenuta stipendio/pensione
  • Necessità di nuovo procedimento legale se credito non recuperato entro 10 anni.

Cosa succede se il debitore non presenta opposizione entro i 40 giorni?

Se il debitore non presenta opposizione entro i 40 giorni dalla notifica di un decreto ingiuntivo, il decreto diventa esecutivo. Questo significa che il creditore può procedere con le azioni esecutive per recuperare il credito. Queste azioni includono il pignoramento dei beni mobili e immobili del debitore, il blocco dei conti bancari e la trattenuta dello stipendio o della pensione. L’efficacia del decreto esecutivo dura 10 anni, rinnovabili per altri 10 anni. Durante questo periodo, il creditore ha il diritto di intraprendere tutte le misure legali necessarie per soddisfare il credito.

Una volta che il decreto ingiuntivo diventa esecutivo, il creditore può ottenere un atto di precetto, un documento che ingiunge al debitore di adempiere entro un termine di solito fissato in 10 giorni. Se il debitore non adempie neppure a questo ulteriore ultimatum, il creditore può procedere con il pignoramento dei beni. Nel caso di beni mobili, questi vengono sequestrati e venduti all’asta. Per i beni immobili, si può arrivare alla vendita forzata della casa o dei terreni del debitore. Anche i conti bancari possono essere bloccati, impedendo al debitore di accedere ai propri fondi, e una parte del suo stipendio o della sua pensione può essere trattenuta direttamente alla fonte per soddisfare il credito.

Il pignoramento dei beni mobili è uno degli strumenti più immediati che il creditore può utilizzare. Questo processo comporta la confisca di oggetti di valore come automobili, mobili, elettrodomestici e altri beni del debitore. Questi beni vengono poi venduti all’asta e il ricavato è utilizzato per saldare il debito. Se i beni mobili non sono sufficienti a coprire il debito, il creditore può passare ai beni immobili, come case o terreni. La vendita forzata di immobili è un processo più lungo e complesso, ma può risultare in una somma significativa per il creditore.

Il blocco dei conti bancari è un’altra misura efficace che il creditore può utilizzare. Una volta che il decreto ingiuntivo diventa esecutivo, il creditore può chiedere al tribunale di ordinare il blocco dei conti bancari del debitore. Questo impedisce al debitore di prelevare fondi dai suoi conti e può creare notevoli difficoltà finanziarie. Tuttavia, il blocco dei conti bancari garantisce che il creditore possa recuperare almeno una parte del credito.

La trattenuta dello stipendio o della pensione è un’altra misura che il creditore può utilizzare. Il tribunale può ordinare al datore di lavoro o all’ente previdenziale del debitore di trattenere una parte dello stipendio o della pensione e di versarla direttamente al creditore. Questa misura garantisce un flusso di pagamento costante al creditore, ma può causare difficoltà finanziarie significative al debitore, riducendo il suo reddito disponibile per le spese quotidiane.

Durante il periodo di validità del decreto esecutivo, il creditore ha il diritto di monitorare la situazione finanziaria del debitore e di intraprendere ulteriori azioni legali se necessario. Se il debito non viene saldato entro i 10 anni di validità del decreto, il creditore può rinnovare il decreto per ulteriori 10 anni, prolungando così il periodo durante il quale può intraprendere azioni esecutive.

In sintesi, non presentare opposizione entro i 40 giorni dalla notifica di un decreto ingiuntivo può portare a gravi conseguenze per il debitore. Il decreto diventa esecutivo, permettendo al creditore di intraprendere azioni esecutive come il pignoramento dei beni, il blocco dei conti bancari e la trattenuta dello stipendio o della pensione. La validità del decreto esecutivo dura 10 anni, rinnovabili per ulteriori 10 anni, durante i quali il creditore può continuare a perseguire il recupero del credito.

Quali sono i termini per la notifica del decreto ingiuntivo?

Un decreto ingiuntivo è un provvedimento giudiziario emesso su richiesta del creditore che ordina al debitore di pagare una somma di denaro entro un termine stabilito. Per essere efficace, il decreto ingiuntivo deve essere notificato al debitore entro 60 giorni dalla sua emissione, come stabilito dall’articolo 644 del Codice di Procedura Civile. Se la notifica non avviene entro questo termine, il decreto perde efficacia, impedendo al creditore di procedere con le azioni esecutive per il recupero del credito.

La notifica può essere effettuata tramite un ufficiale giudiziario o tramite raccomandata con ricevuta di ritorno. È fondamentale che l’indirizzo del debitore sia corretto e aggiornato per garantire che la notifica raggiunga il destinatario. Se il decreto non viene notificato entro i termini, il creditore deve ripresentare la richiesta di ingiunzione, raccogliendo nuovamente tutte le prove necessarie e seguendo correttamente tutte le procedure legali.

Una notifica corretta e tempestiva garantisce che il debitore sia informato dell’azione legale nei suoi confronti e possa esercitare il diritto di opposizione entro 40 giorni dalla notifica. Se il debitore non presenta opposizione entro questo termine, il decreto ingiuntivo diventa esecutivo. Questo consente al creditore di avviare le procedure esecutive come il pignoramento dei beni mobili e immobili, il blocco dei conti bancari e la trattenuta dello stipendio o della pensione.

Un avvocato specializzato può assistere sia il creditore che il debitore nella gestione delle procedure di notifica e opposizione. Per il creditore, l’avvocato può assicurare che tutte le procedure legali siano seguite correttamente, evitando errori che potrebbero invalidare il decreto. Per il debitore, l’avvocato può aiutare a preparare un’opposizione ben motivata e raccogliere le prove necessarie per contestare il decreto.

Se il decreto ingiuntivo non viene notificato entro i 60 giorni, il creditore deve ripresentare la richiesta, con conseguenti ritardi e costi aggiuntivi. La corretta notifica entro i termini è quindi essenziale per il buon esito del recupero del credito.

Riassunto per punti:

  • Decreto ingiuntivo: ordine di pagamento giudiziario.
  • Notifica entro 60 giorni dall’emissione (art. 644 CPC).
  • Mancata notifica: decreto inefficace.
  • Notifica tramite ufficiale giudiziario o raccomandata con ricevuta di ritorno.
  • Necessità di ripresentare la richiesta se la notifica non avviene entro i termini.
  • Debitore ha 40 giorni per presentare opposizione.
  • Decreto esecutivo consente azioni esecutive: pignoramento beni, blocco conti, trattenuta stipendio/pensione.
  • Importanza dell’assistenza di un avvocato per gestione delle procedure legali.

Cosa succede se il decreto ingiuntivo non viene notificato entro i termini?

Se il decreto ingiuntivo non viene notificato entro i termini di 60 giorni dalla sua emissione, esso perde efficacia. Questo significa che il creditore non può procedere con le azioni esecutive per recuperare il credito. La mancata notifica nei termini previsti obbliga il creditore a ripresentare la richiesta di ingiunzione, raccogliendo nuovamente tutte le prove necessarie e seguendo correttamente tutte le procedure legali. La mancata notifica può derivare da errori nell’indirizzo del debitore, inefficienze nel servizio di notificazione o disattenzioni da parte del creditore o del suo legale.

Per il debitore, la mancata notifica entro i termini stabiliti rappresenta una protezione temporanea dalle azioni esecutive. Tuttavia, se il debitore scopre successivamente l’esistenza del decreto, può presentare un’opposizione formale, sostenendo che la notifica non è avvenuta nei termini di legge. Questo può portare all’annullamento del decreto e obbligare il creditore a ripresentare la richiesta.

La mancata notifica viola il diritto del debitore di essere informato dell’azione legale e di difendersi adeguatamente. In caso di mancata notifica, il debitore può rivolgersi al tribunale per far valere i propri diritti, presentando prove che dimostrino l’irregolarità della procedura. Il tribunale, accertata la violazione, può annullare il decreto ingiuntivo, restituendo al debitore la possibilità di difendersi adeguatamente.

Per evitare questi problemi, il creditore deve seguire attentamente tutte le procedure legali e verificare che tutti i dettagli siano corretti. Questo include l’invio del decreto all’indirizzo corretto del debitore e la raccolta di documentazione adeguata che dimostri che la notifica è stata effettuata correttamente. Spesso, l’uso di servizi di notificazione professionali o l’assistenza di un avvocato esperto possono prevenire errori che potrebbero rendere inefficace il decreto ingiuntivo.

Riassunto per punti:

  • Decreto ingiuntivo deve essere notificato entro 60 giorni.
  • Mancata notifica: decreto inefficace.
  • Creditore deve ripresentare la richiesta di ingiunzione.
  • Debitore può opporsi se scopre successivamente l’esistenza del decreto.
  • Mancata notifica viola il diritto del debitore di essere informato.
  • Importanza di seguire attentamente tutte le procedure legali.
  • Utilizzo di servizi di notificazione professionali o assistenza legale per evitare errori.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Opposizione a Decreti Ingiuntivi

Navigare nel complesso mondo dei decreti ingiuntivi senza un’adeguata assistenza legale può portare a gravi conseguenze finanziarie e legali. Un decreto ingiuntivo è uno strumento potente che consente al creditore di ottenere un titolo esecutivo per recuperare il credito in tempi relativamente brevi. Tuttavia, il rispetto rigoroso delle procedure legali è fondamentale per garantirne l’efficacia e per proteggere i diritti del debitore.

Quando un decreto ingiuntivo viene emesso, deve essere notificato al debitore entro 60 giorni dalla sua emissione. Se la notifica non avviene entro questo termine, il decreto perde efficacia, impedendo al creditore di procedere con le azioni esecutive. La notifica deve essere eseguita correttamente, e ogni errore, come l’invio all’indirizzo sbagliato o l’uso di metodi di notifica non conformi, può invalidare il decreto. Per evitare questi errori, è essenziale che il creditore utilizzi servizi di notificazione professionali o si avvalga dell’assistenza di un avvocato esperto.

Se il decreto ingiuntivo viene notificato correttamente, il debitore ha 40 giorni per presentare opposizione. Presentare un’opposizione tempestiva e ben motivata è cruciale per evitare che il decreto diventi esecutivo. L’opposizione può essere basata su vari motivi, come errori procedurali, mancanza di prove sufficienti a supporto del credito o la prescrizione del credito stesso. Un avvocato specializzato in opposizione a decreti ingiuntivi può analizzare il decreto, identificare eventuali irregolarità e presentare un’opposizione solida in tribunale.

Se il debitore non presenta opposizione entro i termini, il decreto ingiuntivo diventa esecutivo, permettendo al creditore di avviare le procedure esecutive per recuperare il credito. Queste procedure possono includere il pignoramento dei beni mobili e immobili del debitore, il blocco dei conti bancari e la trattenuta dello stipendio o della pensione. L’efficacia del decreto esecutivo dura 10 anni, rinnovabili per ulteriori 10 anni. Durante questo periodo, il creditore ha il diritto di monitorare la situazione finanziaria del debitore e di intraprendere ulteriori azioni legali se necessario.

Il pignoramento dei beni mobili comporta la confisca di oggetti di valore che vengono venduti all’asta per soddisfare il credito. Il pignoramento dei beni immobili può portare alla vendita forzata di case o terreni del debitore. Il blocco dei conti bancari impedisce al debitore di accedere ai propri fondi, mentre la trattenuta dello stipendio o della pensione riduce il reddito disponibile per le spese quotidiane. Queste misure possono avere conseguenze devastanti per il debitore, rendendo ancora più importante la presentazione tempestiva di un’opposizione.

Un avvocato specializzato può svolgere un ruolo cruciale anche nella negoziazione con il creditore. Spesso, le controversie legali possono essere risolte attraverso accordi di pagamento che evitano lunghe e costose battaglie giudiziarie. Un avvocato esperto può mediare tra le parti, cercando di trovare un accordo che soddisfi entrambe le esigenze, riducendo così i costi e il tempo necessario per risolvere il contenzioso. Questo può includere la riduzione dell’importo del debito, la dilazione dei pagamenti o altre condizioni che rendano più gestibile il pagamento del debito.

La consulenza di un avvocato è essenziale anche per evitare errori futuri. Un avvocato può fornire indicazioni su come mantenere una documentazione accurata e aggiornata delle proprie transazioni finanziarie, su come rispondere tempestivamente a eventuali richieste di pagamento e su come comunicare con i creditori in caso di difficoltà finanziarie. Questi consigli possono aiutare il debitore a prevenire situazioni di indebitamento eccessivo e a gestire meglio le proprie finanze.

In conclusione, non affrontare da soli un decreto ingiuntivo può evitare gravi conseguenze finanziarie e legali. L’importanza di avere un avvocato esperto in opposizione a decreti ingiuntivi non può essere sottolineata abbastanza. Un avvocato può offrire assistenza preziosa in tutte le fasi del processo, dalla notifica iniziale alla presentazione dell’opposizione e alla gestione delle azioni esecutive. La loro esperienza e competenza possono fare la differenza tra il successo nel contestare il decreto ingiuntivo e le gravi conseguenze di un decreto esecutivo. Investire in una difesa legale solida non solo aumenta le probabilità di un esito favorevole nel caso specifico, ma contribuisce anche a proteggere e migliorare la situazione finanziaria e legale del debitore nel lungo termine.

In tal senso, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

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Giuseppe Monardo

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