Cosa Rischia (Davvero) Chi Riceve Un Decreto Ingiuntivo?

Ricevere un decreto ingiuntivo comporta conseguenze significative per il debitore, poiché rappresenta un ordine del giudice che impone il pagamento di un debito entro un termine stabilito. Questo strumento legale, disciplinato dagli articoli 633 e seguenti del Codice di Procedura Civile, è utilizzato per accelerare il recupero dei crediti senza dover passare attraverso un lungo processo giudiziario. Quando un creditore ritiene di avere un credito certo, liquido ed esigibile, può richiedere al giudice l’emissione di un decreto ingiuntivo, presentando prove documentali sufficienti a supporto della sua richiesta, come fatture, contratti e riconoscimenti di debito.

Il debitore, una volta ricevuto il decreto ingiuntivo, ha un termine di 40 giorni per presentare opposizione. Se l’opposizione non viene presentata entro questo periodo, il decreto diventa esecutivo, permettendo al creditore di avviare diverse azioni esecutive per recuperare il credito. Questo include il pignoramento di beni mobili e immobili, il blocco dei conti bancari e la trattenuta di una parte dello stipendio o della pensione del debitore. Secondo l’articolo 545 del Codice di Procedura Civile, fino a un quinto dello stipendio netto o della pensione può essere pignorato.

Il pignoramento dei beni mobili avviene attraverso ufficiali giudiziari che sequestrano e vendono all’asta oggetti di valore del debitore, come automobili e mobili. Il pignoramento immobiliare, invece, comporta la trascrizione del pignoramento nei registri immobiliari e la successiva vendita forzata dell’immobile. Questo può avere conseguenze devastanti per il debitore, che rischia di perdere la propria casa o altri beni immobili.

Un’altra misura esecutiva è il blocco dei conti bancari. Il creditore può ottenere un’ordinanza dal tribunale che impone alla banca di bloccare i fondi presenti nei conti del debitore fino all’ammontare del debito indicato nell’ordinanza di pignoramento. Questo impedisce al debitore di accedere ai propri fondi, causando potenziali disagi nelle spese quotidiane. I fondi bloccati possono essere trasferiti al creditore una volta completate le procedure legali.

Il pignoramento presso terzi è un’altra strategia che il creditore può utilizzare. Questo avviene quando il creditore identifica terze parti che devono dei soldi al debitore, come clienti, fornitori o locatari. Il creditore può ottenere un’ordinanza dal tribunale che impone a queste terze parti di pagare direttamente al creditore piuttosto che al debitore. Questo tipo di pignoramento è particolarmente utile quando il debitore ha pochi beni mobili o immobili, ma ha crediti significativi verso terzi.

Se il debitore presenta opposizione al decreto ingiuntivo e questa viene respinta, ha la possibilità di presentare ricorso in appello entro 30 giorni dalla notifica della sentenza, come previsto dall’articolo 702-quater del Codice di Procedura Civile. L’appello consente di riesaminare il caso e le prove presentate, offrendo una nuova possibilità per ottenere una decisione favorevole. Se anche l’appello viene respinto, il debitore può ricorrere per cassazione entro 60 giorni dalla notifica della decisione di appello, basato su motivi di legittimità. La Corte di Cassazione valuta solo la corretta applicazione delle norme giuridiche, non riesaminando i fatti del caso.

In caso di emergenza di nuove prove, il debitore può richiedere la revocazione della sentenza ai sensi dell’articolo 395 del Codice di Procedura Civile. La revocazione è possibile in casi specifici, come la scoperta di nuove prove decisive, la dimostrazione che la sentenza è stata ottenuta con dolo o frode, o la presenza di errori materiali evidenti. Questo permette di riaprire il caso e presentare le nuove prove al giudice, con la speranza di ottenere una decisione diversa.

Durante tutto il processo di opposizione, appello e ricorso, il debitore può cercare di negoziare un accordo con il creditore per evitare ulteriori complicazioni legali e finanziarie. Un avvocato esperto può mediare tra le parti per raggiungere un accordo favorevole, come la riduzione dell’importo dovuto o la dilazione dei pagamenti. Questo approccio può ridurre l’impatto finanziario sul debitore e prevenire azioni esecutive come il pignoramento dei beni o il blocco dei conti bancari.

In caso di difficoltà finanziarie persistenti, il debitore può considerare l’opzione di avviare una procedura di concordato preventivo o di sovraindebitamento, come previsto dalla legge italiana. Queste procedure consentono di ristrutturare il debito e di concordare piani di pagamento sostenibili con i creditori, evitando così azioni esecutive e proteggendo il patrimonio del debitore.

L’importanza di avere un avvocato esperto al proprio fianco durante tutto il processo non può essere sottovalutata. La competenza legale, la capacità di negoziazione e la gestione delle procedure offerte da un avvocato qualificato sono indispensabili per navigare nel complesso sistema giudiziario, presentare un’opposizione efficace e proteggere i propri diritti. Investire in una difesa legale solida non solo aumenta le probabilità di un esito favorevole nel caso specifico, ma contribuisce anche a proteggere e migliorare la situazione finanziaria e legale del debitore nel lungo termine.

Affrontare un decreto ingiuntivo senza il supporto di un avvocato esperto può essere estremamente rischioso e controproducente. Gli avvocati specializzati in cancellazione debiti offrono competenze essenziali per valutare, negoziare e risolvere situazioni di indebitamento, garantendo che i diritti del debitore siano protetti e che le procedure siano gestite in modo efficace e conforme alla legge. La loro esperienza e competenza possono fare la differenza tra il recupero finanziario e il fallimento, rendendo il loro supporto indispensabile per chiunque si trovi in difficoltà finanziarie.

Ma andiamo nei dettagli con domande e risposte.

Cos’è un decreto ingiuntivo?

Un decreto ingiuntivo è un provvedimento emesso da un giudice su richiesta di un creditore che impone al debitore di pagare una somma di denaro entro un termine stabilito. Questo strumento legale, regolato dagli articoli 633 e seguenti del Codice di Procedura Civile, viene utilizzato per ottenere rapidamente un titolo esecutivo senza affrontare un lungo processo giudiziario.

Cosa succede a chi riceve un decreto ingiuntivo?

Quando una persona riceve un decreto ingiuntivo, il giudice impone al debitore di pagare una somma di denaro entro un termine stabilito. Se il debitore non presenta opposizione entro 40 giorni dalla notifica, il decreto diventa esecutivo. Una volta esecutivo, il creditore può avviare azioni esecutive come il pignoramento di beni mobili e immobili, il blocco dei conti bancari e la trattenuta dello stipendio o della pensione. Il pignoramento di beni mobili avviene tramite ufficiali giudiziari che sequestrano beni come automobili e mobili, vendendoli all’asta. Il pignoramento di immobili comporta la trascrizione nei registri immobiliari e la vendita forzata all’asta. Il blocco dei conti bancari impedisce al debitore di accedere ai propri fondi, mentre il pignoramento dello stipendio o della pensione prevede la trattenuta di una parte del reddito mensile, fino a un quinto del netto. Se il debitore presenta opposizione e questa viene respinta, può presentare ricorso in appello entro 30 giorni dalla notifica della sentenza e, se necessario, ricorrere per cassazione entro 60 giorni dalla decisione di appello. Il debitore può anche richiedere la revocazione della sentenza in caso di nuove prove o errori materiali. Durante tutto il processo, il debitore può negoziare un accordo con il creditore per evitare ulteriori complicazioni legali e finanziarie, come la riduzione dell’importo dovuto o la dilazione dei pagamenti. Se le difficoltà finanziarie persistono, il debitore può avviare una procedura di concordato preventivo o di sovraindebitamento per ristrutturare il debito e concordare piani di pagamento sostenibili. L’assistenza di un avvocato esperto è fondamentale per navigare nel complesso sistema giudiziario, presentare un’opposizione efficace e proteggere i propri diritti. Un avvocato può identificare errori procedurali o sostanziali nel decreto, raccogliere la documentazione necessaria e rappresentare il debitore in tutte le udienze.

Riassunto per punti:

  • Ricezione del decreto ingiuntivo: termine di 40 giorni per opporsi.
  • Mancata opposizione: il decreto diventa esecutivo.
  • Azioni esecutive: pignoramento di beni mobili e immobili, blocco dei conti bancari, trattenuta dello stipendio o della pensione.
  • Pignoramento mobili: sequestro e vendita all’asta di beni mobili.
  • Pignoramento immobili: trascrizione e vendita forzata all’asta.
  • Blocco conti bancari: impedimento di accesso ai fondi.
  • Trattenuta stipendio/pensione: fino a un quinto del netto.
  • Opposizione respinta: possibilità di ricorso in appello e cassazione.
  • Nuove prove: possibilità di richiedere la revocazione della sentenza.
  • Negoziazione con il creditore: riduzione dell’importo dovuto o dilazione dei pagamenti.
  • Concordato preventivo/sovraindebitamento: ristrutturazione del debito e piani di pagamento sostenibili.
  • Importanza dell’avvocato: assistenza legale per proteggere i diritti del debitore.

Cosa può pignorare un decreto ingiuntivo?

Un decreto ingiuntivo può pignorare diversi tipi di beni per soddisfare il credito del creditore. Innanzitutto, può pignorare beni mobili del debitore, come automobili, mobili e oggetti di valore. Gli ufficiali giudiziari sequestrano questi beni e li vendono all’asta per ricavare fondi da destinare al creditore. Anche i beni immobili del debitore, come case, appartamenti o terreni, possono essere pignorati. Il processo di pignoramento immobiliare comporta la trascrizione del pignoramento nei registri immobiliari e la vendita forzata dell’immobile. Inoltre, il decreto ingiuntivo può bloccare i conti bancari del debitore, impedendo l’accesso ai fondi presenti nei conti e destinando questi fondi al pagamento del debito. Un’altra misura è il pignoramento dello stipendio o della pensione, dove una parte del reddito mensile del debitore viene trattenuta direttamente dal datore di lavoro o dall’ente pensionistico e versata al creditore. La legge italiana consente di pignorare fino a un quinto dello stipendio netto o della pensione. Infine, il decreto ingiuntivo può permettere il pignoramento presso terzi, dove il creditore identifica terze parti che devono dei soldi al debitore, come clienti o fornitori, e ottiene un’ordinanza per far sì che questi terzi paghino direttamente al creditore piuttosto che al debitore.

Riassunto per punti:

  • Pignoramento di beni mobili: automobili, mobili, oggetti di valore.
  • Pignoramento di beni immobili: case, appartamenti, terreni.
  • Blocco dei conti bancari: impedimento di accesso ai fondi.
  • Pignoramento dello stipendio o della pensione: trattenuta fino a un quinto del netto.
  • Pignoramento presso terzi: pagamento diretto al creditore da parte di clienti o fornitori del debitore.

Qual è il rapporto tra decreto ingiuntivo e pignoramento?

Il decreto ingiuntivo è un ordine emesso da un giudice che impone al debitore di pagare una somma di denaro entro un termine stabilito. Se il debitore non presenta opposizione entro 40 giorni dalla notifica, il decreto diventa esecutivo, permettendo al creditore di avviare azioni esecutive per recuperare il credito. Il pignoramento è una delle principali azioni esecutive che il creditore può intraprendere una volta che il decreto ingiuntivo è diventato esecutivo. Il pignoramento può riguardare beni mobili, immobili, conti bancari e una parte dello stipendio o della pensione del debitore.

Quando un decreto ingiuntivo diventa esecutivo, il creditore può procedere con il pignoramento dei beni mobili del debitore, come automobili, mobili e oggetti di valore, che vengono sequestrati dagli ufficiali giudiziari e venduti all’asta per soddisfare il debito. Il creditore può anche pignorare i beni immobili del debitore, come case, appartamenti o terreni, tramite la trascrizione del pignoramento nei registri immobiliari e la vendita forzata dell’immobile. Un’altra misura esecutiva è il blocco dei conti bancari, che impedisce al debitore di accedere ai propri fondi e li destina al pagamento del debito. Inoltre, il pignoramento dello stipendio o della pensione permette al creditore di trattenere una parte del reddito mensile del debitore, fino a un quinto del netto, direttamente dal datore di lavoro o dall’ente pensionistico. Infine, il creditore può utilizzare il pignoramento presso terzi, ottenendo un’ordinanza per far sì che terze parti, come clienti o fornitori del debitore, paghino direttamente al creditore piuttosto che al debitore.

Riassunto per punti:

  • Decreto ingiuntivo: ordine giudiziario di pagamento entro un termine stabilito.
  • Opposizione non presentata: il decreto diventa esecutivo.
  • Azioni esecutive: pignoramento di beni mobili e immobili, blocco dei conti bancari, trattenuta dello stipendio o della pensione.
  • Pignoramento mobili: sequestro e vendita all’asta di beni mobili.
  • Pignoramento immobili: trascrizione e vendita forzata all’asta.
  • Blocco conti bancari: impedimento di accesso ai fondi.
  • Trattenuta stipendio/pensione: fino a un quinto del netto.
  • Pignoramento presso terzi: pagamento diretto al creditore da parte di clienti o fornitori del debitore.

Quali sono i rischi per conti correnti, stipendi e pensioni direttamente connessi al decreto ingiuntivo?

Quando un decreto ingiuntivo diventa esecutivo, ci sono diversi rischi diretti per i conti correnti, stipendi e pensioni del debitore. Il creditore può ottenere un’ordinanza per il blocco dei conti bancari, impedendo al debitore di accedere ai propri fondi e destinando questi fondi al pagamento del debito. Questa azione può causare significativi disagi finanziari, rendendo difficile la gestione delle spese quotidiane. Inoltre, il creditore può richiedere il pignoramento dello stipendio o della pensione del debitore. La legge italiana consente di trattenere fino a un quinto dello stipendio netto o della pensione per soddisfare il debito. Questo significa che una parte significativa del reddito mensile del debitore viene destinata al pagamento del debito, riducendo il denaro disponibile per le spese quotidiane e altri obblighi finanziari. Queste azioni esecutive possono avere un impatto significativo sulla stabilità finanziaria del debitore, rendendo essenziale comprendere i propri diritti e le possibili vie di opposizione per evitare o mitigare queste conseguenze.

Riassunto per punti:

  • Blocco dei conti correnti: impedimento di accesso ai fondi per destinazione al pagamento del debito.
  • Pignoramento dello stipendio: trattenuta fino a un quinto dello stipendio netto.
  • Pignoramento della pensione: trattenuta fino a un quinto della pensione.
  • Riduzione del reddito disponibile: difficoltà nella gestione delle spese quotidiane e altri obblighi finanziari.
  • Importanza di comprendere i diritti e le possibili vie di opposizione.

Posso Negoziare Quando Ricevo Un Decreto Ingiuntivo?

Ricevere un decreto ingiuntivo può sembrare una situazione definitiva, ma esistono possibilità di negoziazione. Quando un debitore riceve un decreto ingiuntivo, può contattare il creditore per cercare di raggiungere un accordo di pagamento. Questo può includere la negoziazione di un piano di pagamento rateale, la riduzione dell’importo dovuto o altre condizioni favorevoli per entrambe le parti. La disponibilità del creditore a negoziare può dipendere da vari fattori, tra cui la capacità del debitore di dimostrare la sua buona fede nel voler risolvere il debito e le prospettive realistiche di recupero del credito senza ricorrere a lunghe e costose azioni esecutive.

La negoziazione può essere avviata immediatamente dopo aver ricevuto il decreto ingiuntivo. È importante agire tempestivamente e con trasparenza, presentando una proposta di pagamento chiara e sostenibile. Un avvocato esperto può essere di grande aiuto durante questa fase, facilitando la comunicazione con il creditore e negoziando termini che proteggano gli interessi del debitore. L’avvocato può anche consigliare sulla presentazione di un’opposizione al decreto, se ci sono motivi validi, per guadagnare tempo e migliorare la posizione negoziale.

Riassunto per punti:

  • Negoziazione possibile dopo ricezione del decreto ingiuntivo.
  • Contattare il creditore per un accordo di pagamento.
  • Possibilità di piani di pagamento rateali o riduzione dell’importo dovuto.
  • Importanza di agire tempestivamente e con trasparenza.
  • Assistenza di un avvocato per facilitare la negoziazione e proteggere gli interessi del debitore.
  • Valutazione dell’opposizione al decreto come strategia negoziale.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Cancellazione Debiti e Opposizioni a Decreti Ingiuntivi

Affrontare un decreto ingiuntivo senza l’assistenza di un avvocato esperto può essere estremamente rischioso e controproducente. La complessità delle procedure legali e le gravi conseguenze finanziarie che possono derivare da un decreto ingiuntivo esecutivo rendono essenziale avere un professionista qualificato al proprio fianco. Un avvocato specializzato in cancellazione debiti e opposizione a decreti ingiuntivi offre una difesa efficace, aiutando a proteggere i diritti del debitore e a minimizzare l’impatto negativo di queste azioni legali.

Un decreto ingiuntivo è un provvedimento emesso da un giudice su richiesta del creditore, che impone al debitore di adempiere a un obbligo di pagamento entro un determinato termine. Quando un debitore riceve un decreto ingiuntivo, deve agire rapidamente per evitare che il decreto diventi esecutivo. Se il decreto diventa esecutivo, il creditore può procedere con varie azioni esecutive, come il pignoramento di beni mobili e immobili, il blocco dei conti bancari e la trattenuta dello stipendio o della pensione. Queste azioni possono avere conseguenze devastanti sulla situazione finanziaria del debitore, compromettendo la sua capacità di gestire le spese quotidiane e di ottenere credito in futuro.

Un avvocato esperto in opposizione a decreti ingiuntivi può identificare tempestivamente eventuali errori procedurali o sostanziali nel decreto, che possono renderlo non valido. Questo include la valutazione delle prove presentate dal creditore, la verifica della corretta applicazione delle procedure legali e l’identificazione di eventuali violazioni dei diritti del debitore. Un errore comune che può invalidare un decreto ingiuntivo è la mancanza di notificazione corretta entro i termini stabiliti. Secondo l’articolo 644 del Codice di Procedura Civile, il decreto deve essere notificato al debitore entro 60 giorni dall’emissione. La mancata osservanza di questo termine rende il decreto inefficace.

La raccolta e la presentazione delle prove sono fondamentali per costruire una difesa solida. Un avvocato esperto può aiutare il debitore a raccogliere tutta la documentazione necessaria per supportare l’opposizione, come contratti, fatture, ricevute di pagamento e corrispondenza con il creditore. L’avvocato può anche redigere un atto di citazione, il documento formale con cui si contesta il decreto ingiuntivo, e assicurarsi che tutte le procedure legali siano seguite correttamente per evitare ulteriori complicazioni.

Durante l’udienza in tribunale, l’avvocato rappresenta il debitore, presentando le prove e le argomentazioni legali in modo chiaro e convincente. L’obiettivo è dimostrare al giudice che il decreto ingiuntivo è stato emesso senza una base legale sufficiente, che ci sono stati errori procedurali o che il credito è inesistente o contestato. L’esperienza e la competenza dell’avvocato sono cruciali per ottenere l’annullamento o la modifica del decreto ingiuntivo.

Oltre alla difesa legale, un avvocato esperto può negoziare con il creditore per cercare di raggiungere un accordo di pagamento favorevole. Spesso, i creditori sono disposti a negoziare per evitare ulteriori spese legali e tempi di attesa. Un avvocato può mediare per ottenere condizioni di pagamento più favorevoli, come la riduzione dell’importo dovuto o la dilazione dei pagamenti. Questo approccio può ridurre l’impatto finanziario sul debitore e prevenire azioni esecutive come il pignoramento dei beni o il blocco dei conti bancari.

Se l’opposizione viene respinta, l’avvocato può consigliare e rappresentare il debitore in un ricorso in appello. Il ricorso in appello deve essere presentato entro 30 giorni dalla notifica della sentenza e consente di riesaminare il caso e le prove presentate. Se il ricorso in appello viene respinto, il debitore può ricorrere per cassazione entro 60 giorni dalla notifica della decisione di appello, basandosi su motivi di legittimità, come errori di diritto commessi dal giudice di appello. La Corte di Cassazione non riesamina i fatti del caso, ma valuta solo la corretta applicazione delle norme giuridiche.

Se emergono nuove prove che non erano disponibili al momento del processo originale, il debitore può richiedere la revocazione della sentenza ai sensi dell’articolo 395 del Codice di Procedura Civile. La revocazione è possibile in casi specifici, come la scoperta di nuove prove decisive, la dimostrazione che la sentenza è stata ottenuta con dolo o frode, o la presenza di errori materiali evidenti. Questo rimedio consente di riaprire il caso e di presentare le nuove prove al giudice, offrendo una possibilità di ottenere una decisione diversa.

Durante tutto il processo di opposizione, appello e ricorso, l’avvocato può negoziare con il creditore per cercare di raggiungere un accordo di pagamento favorevole. Spesso, i creditori sono disposti a negoziare per evitare ulteriori spese legali e tempi di attesa. Un avvocato può mediare per ottenere condizioni di pagamento più favorevoli, come la riduzione dell’importo dovuto o la dilazione dei pagamenti. Questo approccio può ridurre l’impatto finanziario sul debitore e prevenire azioni esecutive come il pignoramento dei beni o il blocco dei conti bancari.

In caso di difficoltà finanziarie persistenti, il debitore può considerare l’opzione di avviare una procedura di concordato preventivo o di sovraindebitamento, come previsto dalla legge italiana. Queste procedure consentono di ristrutturare il debito e di concordare piani di pagamento sostenibili con i creditori, evitando così azioni esecutive e proteggendo il patrimonio del debitore.

L’importanza di avere un avvocato esperto al proprio fianco durante tutto il processo non può essere sottovalutata. La competenza legale, la capacità di negoziazione e la gestione delle procedure offerte da un avvocato qualificato sono indispensabili per navigare nel complesso sistema giudiziario, presentare un’opposizione efficace e proteggere i propri diritti. Investire in una difesa legale solida non solo aumenta le probabilità di un esito favorevole nel caso specifico, ma contribuisce anche a proteggere e migliorare la situazione finanziaria e legale del debitore nel lungo termine.

Affrontare un decreto ingiuntivo senza il supporto di un avvocato esperto può essere estremamente rischioso e controproducente. Gli avvocati specializzati in cancellazione debiti offrono competenze essenziali per valutare, negoziare e risolvere situazioni di indebitamento, garantendo che i diritti del debitore siano protetti e che le procedure siano gestite in modo efficace e conforme alla legge. La loro esperienza e competenza possono fare la differenza tra il recupero finanziario e il fallimento, rendendo il loro supporto indispensabile per chiunque si trovi in difficoltà finanziarie.

In conclusione, l’assistenza di un avvocato esperto è cruciale per affrontare con successo un’ingiunzione di pagamento. La competenza legale, la capacità di negoziazione e la gestione delle procedure offerte da un avvocato qualificato sono indispensabili per proteggere i diritti del debitore e minimizzare le conseguenze negative di un’ingiunzione. Investire in una difesa legale solida non solo aumenta le probabilità di un esito favorevole nel caso specifico, ma contribuisce anche a proteggere e migliorare la situazione finanziaria e legale del debitore nel lungo termine. Affrontare un’ingiunzione di pagamento senza il supporto di un avvocato esperto può essere estremamente rischioso e controproducente. Gli avvocati specializzati in cancellazione debiti offrono competenze essenziali per valutare, negoziare e risolvere situazioni di indebitamento, garantendo che i diritti del debitore siano protetti e che le procedure siano gestite in modo efficace e conforme alla legge. La loro esperienza e competenza possono fare la differenza tra il recupero finanziario e il fallimento, rendendo il loro supporto indispensabile per chiunque si trovi in difficoltà finanziarie.

A tal riguardo, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

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Giuseppe Monardo

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