Cosa Si Può Pignorare Con Decreto Ingiuntivo?

Il pignoramento tramite decreto ingiuntivo è una procedura legale che consente ai creditori di recuperare i propri crediti attraverso il sequestro e la vendita dei beni del debitore. Questo strumento giuridico, disciplinato dagli articoli 633 e seguenti del Codice di Procedura Civile italiano, permette di ottenere rapidamente un’ingiunzione di pagamento nei confronti del debitore senza dover avviare un processo ordinario. La sua efficacia risiede nella possibilità di agire su vari tipi di beni, inclusi beni mobili, immobili, conti bancari, stipendi, pensioni e crediti verso terzi.

Quando un creditore ottiene un decreto ingiuntivo, può procedere al pignoramento dei beni del debitore se quest’ultimo non adempie all’ordine di pagamento entro il termine stabilito. Il primo passo in questa procedura è la notifica di un atto di precetto al debitore, che intima il pagamento entro 10 giorni. Se il debitore non paga, il creditore può richiedere al tribunale un’ordinanza di pignoramento.

Il pignoramento dei beni mobili viene effettuato da un ufficiale giudiziario che descrive i beni da pignorare e notifica l’atto al debitore. Questi beni possono essere successivamente venduti all’asta pubblica per soddisfare il credito del creditore. Ad esempio, un’automobile, mobili di valore o altri oggetti possono essere sequestrati e venduti. Secondo i dati statistici, il pignoramento dei beni mobili rappresenta una percentuale significativa delle esecuzioni forzate, evidenziando la sua rilevanza pratica.

Per quanto riguarda i beni immobili, il pignoramento segue una procedura specifica che prevede l’iscrizione di un’ipoteca giudiziale sull’immobile del debitore presso il registro immobiliare. L’immobile pignorato viene poi venduto all’asta per recuperare il credito. Ad esempio, una casa o un terreno di proprietà del debitore può essere sequestrato e venduto. Il mercato immobiliare delle aste giudiziarie ha visto una crescita negli ultimi anni, con migliaia di immobili venduti annualmente, evidenziando l’importanza di questo strumento per il recupero dei crediti.

Il pignoramento dei conti bancari è una procedura efficiente che consente al creditore di recuperare rapidamente i fondi dovuti. Una volta notificato l’atto di pignoramento alla banca, questa è obbligata a bloccare i fondi presenti sul conto fino a concorrenza del credito vantato. Ad esempio, se un debitore ha un saldo di 10.000 euro e il credito è di 5.000 euro, la banca blocca questa somma e la trasferisce al creditore. Questa procedura è regolata dall’articolo 543 del Codice di Procedura Civile, che disciplina il pignoramento presso terzi.

Anche lo stipendio e la pensione del debitore possono essere pignorati, ma con limiti specifici per garantire che il debitore mantenga una parte del reddito necessaria per il proprio sostentamento. L’articolo 545 del Codice di Procedura Civile stabilisce che la quota pignorabile dello stipendio non può superare un quinto del netto mensile per i crediti ordinari, mentre per i crediti alimentari può arrivare fino alla metà. Per la pensione, la parte non pignorabile è il minimo vitale, fissato per il 2024 a 754,91 euro al mese. Ad esempio, un debitore con uno stipendio netto di 2.000 euro può avere pignorato al massimo 400 euro al mese per un credito ordinario.

I crediti verso terzi, come quelli derivanti da fatture emesse a clienti, possono essere pignorati tramite la procedura di pignoramento presso terzi. Il creditore notifica l’atto di pignoramento al terzo debitore, che deve trattenere i fondi dovuti al debitore principale e versarli al creditore. Questa procedura è spesso utilizzata quando il debitore ha crediti verso clienti o altre entità, permettendo al creditore di recuperare i propri soldi direttamente da questi terzi.

Il debitore ha il diritto di presentare opposizione al pignoramento entro termini specifici. L’opposizione deve essere motivata e presentata al giudice dell’esecuzione, indicando le ragioni per cui il pignoramento è considerato illegittimo, come errori procedurali, prescrizione del credito o eccesso del limite pignorabile. Il giudice può sospendere il pignoramento in attesa della decisione finale. Se l’opposizione viene accolta, il pignoramento può essere annullato o ridotto.

I tempi della procedura di pignoramento variano a seconda della complessità del caso e delle eventuali opposizioni presentate. Generalmente, dalla notifica dell’atto di precetto alla conclusione della procedura di pignoramento possono passare diversi mesi. Se non ci sono opposizioni, il processo può essere relativamente rapido, con l’asta dei beni pignorati che può avvenire entro pochi mesi dalla notifica dell’ordinanza di pignoramento. Tuttavia, se il debitore presenta opposizione, i tempi possono allungarsi considerevolmente.

Esempi pratici di pignoramento includono il caso di un professionista con un debito di 30.000 euro. Il creditore ottiene un decreto ingiuntivo e notifica l’atto di precetto. Il debitore non paga entro il termine e il creditore procede con il pignoramento dei beni mobili, inclusi un’automobile e vari oggetti di valore, che vengono venduti all’asta. Inoltre, il creditore notifica un atto di pignoramento alla banca del debitore, bloccando 10.000 euro sul conto corrente. Il debitore, ritenendo che l’importo pignorato sia eccessivo, presenta opposizione al giudice.

In un altro esempio, un’impresa ha un debito verso un fornitore di 50.000 euro. Il fornitore ottiene un decreto ingiuntivo e procede con il pignoramento degli immobili dell’impresa. Viene iscritta un’ipoteca giudiziale su un capannone industriale, che viene successivamente venduto all’asta per soddisfare il credito. L’impresa presenta opposizione sostenendo che il valore del capannone eccedeva di gran lunga l’importo del debito e chiede una riduzione del pignoramento.

In sintesi, il pignoramento tramite decreto ingiuntivo è uno strumento potente per i creditori, che consente di recuperare crediti attraverso il pignoramento di beni mobili, immobili, conti bancari, stipendi, pensioni e crediti verso terzi. Tuttavia, il processo è regolato da precise normative che garantiscono anche la tutela dei diritti del debitore. È fondamentale che entrambe le parti coinvolte comprendano appieno i propri diritti e obblighi per gestire correttamente la procedura di pignoramento.

Ma andiamo nei dettagli con domande e risposte.

Cos’è un decreto ingiuntivo?

Un decreto ingiuntivo è un provvedimento emesso dal giudice su richiesta di un creditore che ritiene di avere un credito certo, liquido ed esigibile. Questo strumento legale consente al creditore di ottenere rapidamente un’ingiunzione di pagamento nei confronti del debitore, senza dover avviare un processo ordinario. Il decreto ingiuntivo è disciplinato dal Codice di Procedura Civile italiano, in particolare dagli articoli 633 e seguenti.

Quali beni possono essere pignorati con un decreto ingiuntivo?

Il pignoramento tramite decreto ingiuntivo è una procedura legale che consente ai creditori di recuperare i loro crediti attraverso il sequestro e la vendita dei beni del debitore. Questo strumento giuridico, disciplinato dagli articoli 633 e seguenti del Codice di Procedura Civile italiano, permette di ottenere rapidamente un’ingiunzione di pagamento nei confronti del debitore senza dover avviare un processo ordinario. La sua efficacia risiede nella possibilità di agire su vari tipi di beni, inclusi beni mobili, immobili, conti bancari, stipendi, pensioni e crediti verso terzi.

Quando un creditore ottiene un decreto ingiuntivo, può procedere al pignoramento dei beni del debitore se quest’ultimo non adempie all’ordine di pagamento entro il termine stabilito. Il primo passo in questa procedura è la notifica di un atto di precetto al debitore, che intima il pagamento entro 10 giorni. Se il debitore non paga, il creditore può richiedere al tribunale un’ordinanza di pignoramento.

Il pignoramento dei beni mobili viene effettuato da un ufficiale giudiziario che descrive i beni da pignorare e notifica l’atto al debitore. Questi beni possono essere successivamente venduti all’asta pubblica per soddisfare il credito del creditore. Ad esempio, un’automobile, mobili di valore o altri oggetti possono essere sequestrati e venduti. Secondo i dati statistici, il pignoramento dei beni mobili rappresenta una percentuale significativa delle esecuzioni forzate, evidenziando la sua rilevanza pratica.

Per quanto riguarda i beni immobili, il pignoramento segue una procedura specifica che prevede l’iscrizione di un’ipoteca giudiziale sull’immobile del debitore presso il registro immobiliare. L’immobile pignorato viene poi venduto all’asta per recuperare il credito. Ad esempio, una casa o un terreno di proprietà del debitore può essere sequestrato e venduto. Il mercato immobiliare delle aste giudiziarie ha visto una crescita negli ultimi anni, con migliaia di immobili venduti annualmente, evidenziando l’importanza di questo strumento per il recupero dei crediti.

Il pignoramento dei conti bancari è una procedura efficiente che consente al creditore di recuperare rapidamente i fondi dovuti. Una volta notificato l’atto di pignoramento alla banca, questa è obbligata a bloccare i fondi presenti sul conto fino a concorrenza del credito vantato. Ad esempio, se un debitore ha un saldo di 10.000 euro e il credito è di 5.000 euro, la banca blocca questa somma e la trasferisce al creditore. Questa procedura è regolata dall’articolo 543 del Codice di Procedura Civile, che disciplina il pignoramento presso terzi.

Anche lo stipendio e la pensione del debitore possono essere pignorati, ma con limiti specifici per garantire che il debitore mantenga una parte del reddito necessaria per il proprio sostentamento. L’articolo 545 del Codice di Procedura Civile stabilisce che la quota pignorabile dello stipendio non può superare un quinto del netto mensile per i crediti ordinari, mentre per i crediti alimentari può arrivare fino alla metà. Per la pensione, la parte non pignorabile è il minimo vitale, fissato per il 2024 a 754,91 euro al mese. Ad esempio, un debitore con uno stipendio netto di 2.000 euro può avere pignorato al massimo 400 euro al mese per un credito ordinario.

I crediti verso terzi, come quelli derivanti da fatture emesse a clienti, possono essere pignorati tramite la procedura di pignoramento presso terzi. Il creditore notifica l’atto di pignoramento al terzo debitore, che deve trattenere i fondi dovuti al debitore principale e versarli al creditore. Questa procedura è spesso utilizzata quando il debitore ha crediti verso clienti o altre entità, permettendo al creditore di recuperare i propri soldi direttamente da questi terzi.

Il debitore ha il diritto di presentare opposizione al pignoramento entro termini specifici. L’opposizione deve essere motivata e presentata al giudice dell’esecuzione, indicando le ragioni per cui il pignoramento è considerato illegittimo, come errori procedurali, prescrizione del credito o eccesso del limite pignorabile. Il giudice può sospendere il pignoramento in attesa della decisione finale. Se l’opposizione viene accolta, il pignoramento può essere annullato o ridotto.

I tempi della procedura di pignoramento variano a seconda della complessità del caso e delle eventuali opposizioni presentate. Generalmente, dalla notifica dell’atto di precetto alla conclusione della procedura di pignoramento possono passare diversi mesi. Se non ci sono opposizioni, il processo può essere relativamente rapido, con l’asta dei beni pignorati che può avvenire entro pochi mesi dalla notifica dell’ordinanza di pignoramento. Tuttavia, se il debitore presenta opposizione, i tempi possono allungarsi considerevolmente.

Esempi pratici di pignoramento includono il caso di un professionista con un debito di 30.000 euro. Il creditore ottiene un decreto ingiuntivo e notifica l’atto di precetto. Il debitore non paga entro il termine e il creditore procede con il pignoramento dei beni mobili, inclusi un’automobile e vari oggetti di valore, che vengono venduti all’asta. Inoltre, il creditore notifica un atto di pignoramento alla banca del debitore, bloccando 10.000 euro sul conto corrente. Il debitore, ritenendo che l’importo pignorato sia eccessivo, presenta opposizione al giudice.

In un altro esempio, un’impresa ha un debito verso un fornitore di 50.000 euro. Il fornitore ottiene un decreto ingiuntivo e procede con il pignoramento degli immobili dell’impresa. Viene iscritta un’ipoteca giudiziale su un capannone industriale, che viene successivamente venduto all’asta per soddisfare il credito. L’impresa presenta opposizione sostenendo che il valore del capannone eccedeva di gran lunga l’importo del debito e chiede una riduzione del pignoramento.

In sintesi, il pignoramento tramite decreto ingiuntivo è uno strumento potente per i creditori, che consente di recuperare crediti attraverso il pignoramento di beni mobili, immobili, conti bancari, stipendi, pensioni e crediti verso terzi. Tuttavia, il processo è regolato da precise normative che garantiscono anche la tutela dei diritti del debitore. È fondamentale che entrambe le parti coinvolte comprendano appieno i propri diritti e obblighi per gestire correttamente la procedura di pignoramento.

Riassunto per punti:

  • Il pignoramento tramite decreto ingiuntivo permette al creditore di recuperare i crediti.
  • Beni mobili pignorabili includono automobili, mobili e oggetti di valore.
  • Beni immobili possono essere pignorati tramite ipoteca giudiziale e venduti all’asta.
  • Conti bancari possono essere bloccati e i fondi trasferiti al creditore.
  • Stipendi e pensioni possono essere pignorati nei limiti stabiliti dalla legge (un quinto per crediti ordinari, fino alla metà per crediti alimentari).
  • Crediti verso terzi possono essere pignorati notificando l’atto ai terzi debitori.
  • Il debitore può presentare opposizione al pignoramento entro termini specifici.
  • I tempi della procedura variano a seconda delle complessità e delle opposizioni.

Come funziona punto per punto il pignoramento dei beni mobili e quando preoccuparsi?

Il pignoramento dei beni mobili è una procedura legale che consente ai creditori di recuperare i propri crediti attraverso il sequestro e la vendita dei beni mobili del debitore. Ecco come funziona punto per punto e quando preoccuparsi:

  1. Ottenimento del Decreto Ingiuntivo: Il creditore deve prima ottenere un decreto ingiuntivo dal giudice, che conferma l’esistenza di un credito certo, liquido ed esigibile.
  2. Notifica dell’Atto di Precetto: Una volta ottenuto il decreto ingiuntivo, il creditore notifica un atto di precetto al debitore. Questo atto intima al debitore di pagare il debito entro un termine specifico, solitamente 10 giorni.
  3. Richiesta di Pignoramento: Se il debitore non paga entro il termine indicato nell’atto di precetto, il creditore può richiedere al tribunale l’ordinanza di pignoramento.
  4. Esecuzione del Pignoramento: Un ufficiale giudiziario si reca presso il domicilio o la sede del debitore per eseguire il pignoramento. L’ufficiale giudiziario redige un verbale in cui descrive i beni mobili pignorati, come automobili, mobili, gioielli o altri oggetti di valore.
  5. Notifica del Pignoramento: Il verbale di pignoramento viene notificato al debitore, informandolo ufficialmente dei beni che sono stati sequestrati.
  6. Vendita dei Beni Pignorati: I beni mobili pignorati vengono successivamente messi all’asta pubblica. Il ricavato della vendita viene utilizzato per soddisfare il credito del creditore.
  7. Distribuzione del Ricavato: Se il ricavato dell’asta supera l’importo del debito, l’eccedenza viene restituita al debitore. In caso contrario, il debito si considera estinto fino a concorrenza del ricavato.

Quando Preoccuparsi:

  • Notifica del Decreto Ingiuntivo: Quando si riceve un decreto ingiuntivo, è un segnale che il creditore ha avviato una procedura legale per il recupero del credito. È essenziale rispondere prontamente, magari cercando un accordo di pagamento.
  • Notifica dell’Atto di Precetto: Questo atto intima al debitore di pagare entro un termine breve. La mancata risposta può portare al pignoramento effettivo.
  • Arrivo dell’Ufficiale Giudiziario: Se un ufficiale giudiziario si presenta per eseguire il pignoramento, significa che tutte le fasi precedenti sono state completate senza pagamento del debito. A questo punto, l’intervento è imminente e serio.
  • Asta dei Beni: Quando i beni pignorati vengono messi all’asta, la situazione è critica, poiché il debitore perderà i beni pignorati per saldare il debito.

Riassunto per punti:

  • Il pignoramento dei beni mobili inizia con l’ottenimento di un decreto ingiuntivo e la notifica dell’atto di precetto.
  • Se il debito non viene pagato, il creditore richiede al tribunale un’ordinanza di pignoramento.
  • Un ufficiale giudiziario esegue il pignoramento, descrivendo i beni mobili nel verbale di pignoramento.
  • I beni pignorati vengono venduti all’asta per soddisfare il credito del creditore.
  • Il debitore deve preoccuparsi alla notifica del decreto ingiuntivo e dell’atto di precetto, e agire prontamente per evitare il pignoramento effettivo.

Agire tempestivamente alla ricezione di questi atti legali e cercare l’assistenza di un avvocato può aiutare a gestire la situazione, negoziare un accordo e proteggere i propri beni.

Cosa succede con il decreto ingiuntivo se come debitore ha dei beni immobili?

Quando un creditore ottiene un decreto ingiuntivo e il debitore possiede beni immobili, la procedura di pignoramento segue una serie di passaggi specifici. Ecco cosa accade punto per punto:

  1. Ottenimento del Decreto Ingiuntivo: Il creditore deve ottenere un decreto ingiuntivo dal giudice, che riconosce il credito come certo, liquido ed esigibile.
  2. Notifica dell’Atto di Precetto: Il decreto ingiuntivo viene seguito dalla notifica di un atto di precetto al debitore, intimandogli il pagamento entro 10 giorni. Questo atto è il preavviso che, in mancanza di pagamento, si procederà con l’esecuzione forzata.
  3. Richiesta di Pignoramento Immobiliare: Se il debitore non paga entro il termine stabilito, il creditore può richiedere al tribunale di emettere un’ordinanza di pignoramento dei beni immobili.
  4. Iscrizione dell’Ipoteca Giudiziale: Il pignoramento dei beni immobili comporta l’iscrizione di un’ipoteca giudiziale sull’immobile del debitore presso il registro immobiliare. Questa iscrizione serve a garantire che l’immobile non possa essere venduto o trasferito a terzi senza soddisfare il debito.
  5. Notifica del Pignoramento: L’ordinanza di pignoramento viene notificata al debitore, che viene informato ufficialmente della procedura avviata. La notifica include dettagli come l’importo del debito e i beni pignorati.
  6. Stima dell’Immobile: Un perito nominato dal tribunale effettua una stima del valore dell’immobile pignorato. Questo valore è fondamentale per stabilire il prezzo base per la vendita all’asta.
  7. Vendita All’asta: L’immobile pignorato viene venduto all’asta pubblica. Le aste giudiziarie sono annunciate pubblicamente e chiunque può partecipare. Il ricavato della vendita viene utilizzato per soddisfare il credito vantato dal creditore.
  8. Distribuzione del Ricavato: Se il ricavato della vendita supera l’importo del debito, l’eccedenza viene restituita al debitore. Se, invece, il ricavato non copre completamente il debito, il creditore può richiedere ulteriori azioni esecutive per recuperare la somma residua.

Quando preoccuparsi:

  • Notifica del Decreto Ingiuntivo: Ricevere un decreto ingiuntivo indica che il creditore ha avviato un’azione legale. È importante rispondere prontamente, eventualmente cercando un accordo di pagamento.
  • Notifica dell’Atto di Precetto: Questo documento intima al debitore di pagare entro un breve termine. Ignorarlo può portare al pignoramento effettivo dell’immobile.
  • Iscrizione dell’Ipoteca Giudiziale: Quando l’ipoteca viene iscritta, il processo di vendita dell’immobile è già in corso. Questo è un segnale critico per agire immediatamente.
  • Vendita all’Asta: Una volta che l’immobile viene messo all’asta, la possibilità di mantenere il bene si riduce drasticamente. Questo è il momento di fare tutto il possibile per risolvere il debito.

Riassunto per punti:

  • Ottenimento del decreto ingiuntivo.
  • Notifica dell’atto di precetto al debitore.
  • Richiesta di pignoramento immobiliare al tribunale.
  • Iscrizione dell’ipoteca giudiziale sull’immobile.
  • Notifica del pignoramento al debitore.
  • Stima dell’immobile da parte di un perito.
  • Vendita dell’immobile all’asta pubblica.
  • Distribuzione del ricavato per soddisfare il credito.

Agire tempestivamente alla ricezione di questi atti legali e cercare l’assistenza di un avvocato può aiutare a gestire la situazione, negoziare un accordo e proteggere i propri beni immobili.

Come avviene il pignoramento dei conti bancari tramite decreto ingiuntivo?

Il pignoramento dei conti bancari tramite decreto ingiuntivo è una procedura legale che consente al creditore di recuperare i propri crediti bloccando i fondi del debitore presenti nei conti bancari. Ecco come avviene punto per punto:

  1. Ottenimento del Decreto Ingiuntivo: Il creditore ottiene un decreto ingiuntivo dal giudice, che conferma l’esistenza di un credito certo, liquido ed esigibile.
  2. Notifica dell’Atto di Precetto: Una volta ottenuto il decreto ingiuntivo, il creditore notifica un atto di precetto al debitore, intimandogli il pagamento entro 10 giorni. Questo atto serve come ultimo avviso prima dell’avvio delle azioni esecutive.
  3. Richiesta di Pignoramento dei Conti Bancari: Se il debitore non paga entro il termine stabilito nell’atto di precetto, il creditore può richiedere al tribunale un’ordinanza di pignoramento dei conti bancari.
  4. Notifica alla Banca: L’ordinanza di pignoramento viene notificata alla banca presso cui il debitore ha i conti. Questa notifica è essenziale per informare la banca dell’obbligo di bloccare i fondi fino a concorrenza del credito vantato.
  5. Blocco dei Fondi: La banca, una volta ricevuta l’ordinanza di pignoramento, è tenuta a bloccare i fondi presenti sui conti del debitore fino a concorrenza dell’importo indicato nell’ordinanza. Ad esempio, se il debitore ha un saldo di 10.000 euro e il credito è di 5.000 euro, la banca blocca questa somma.
  6. Notifica al Debitore: Contestualmente alla notifica alla banca, il debitore viene informato del pignoramento tramite un atto notificato da un ufficiale giudiziario. Questo atto contiene dettagli come l’importo del debito e la somma bloccata.
  7. Opposizione del Debitore: Il debitore ha il diritto di presentare opposizione al pignoramento entro termini specifici, generalmente 20 giorni dalla notifica. L’opposizione deve essere motivata e presentata al giudice dell’esecuzione, indicando eventuali errori procedurali o altre ragioni per cui il pignoramento è considerato illegittimo.
  8. Trasferimento dei Fondi al Creditore: Se non viene presentata opposizione o se questa viene rigettata, i fondi bloccati vengono trasferiti al creditore per soddisfare il credito. In caso di opposizione accolta, il giudice può annullare o modificare l’ordinanza di pignoramento.

Riassunto per punti:

  • Ottenimento del decreto ingiuntivo.
  • Notifica dell’atto di precetto al debitore.
  • Richiesta dell’ordinanza di pignoramento dei conti bancari al tribunale.
  • Notifica dell’ordinanza alla banca.
  • Blocco dei fondi presenti sui conti del debitore.
  • Notifica del pignoramento al debitore.
  • Diritto del debitore di presentare opposizione.
  • Trasferimento dei fondi bloccati al creditore se l’opposizione non viene accolta.

Il pignoramento dei conti bancari è un metodo efficace per i creditori di recuperare i propri crediti, ma è fondamentale che il debitore risponda tempestivamente alle notifiche e, se necessario, presenti opposizione per proteggere i propri diritti.

Quali sono i limiti al pignoramento dello stipendio e della pensione tramite decreto ingiuntivo?

Il pignoramento dello stipendio e della pensione tramite decreto ingiuntivo è soggetto a limiti specifici stabiliti dalla legge italiana, precisamente dall’articolo 545 del Codice di Procedura Civile. Questi limiti sono stati introdotti per garantire che il debitore conservi una parte del reddito necessaria per il proprio sostentamento.

Per quanto riguarda lo stipendio, la legge stabilisce che per i crediti ordinari, la quota pignorabile non può superare un quinto del netto mensile percepito dal lavoratore. Questo significa che, se un debitore ha uno stipendio netto di 2.000 euro al mese, la quota massima che può essere pignorata è di 400 euro. Questo limite è pensato per bilanciare le esigenze del creditore di recuperare il proprio credito con il diritto del debitore di mantenere una parte sufficiente del proprio stipendio per vivere dignitosamente.

Invece, per i crediti alimentari, come ad esempio gli assegni di mantenimento per il coniuge o i figli, la quota pignorabile può arrivare fino alla metà dello stipendio netto del debitore. Quindi, sempre considerando uno stipendio netto di 2.000 euro, fino a 1.000 euro possono essere pignorati per soddisfare questi tipi di crediti. Questa maggiore flessibilità è giustificata dalla necessità di garantire che gli alimenti vengano effettivamente erogati a chi ne ha diritto.

Per quanto riguarda la pensione, la legge stabilisce che la parte non pignorabile è il minimo vitale, fissato annualmente in base all’importo dell’assegno sociale aumentato della metà. Per il 2024, questo minimo vitale è fissato a 754,91 euro al mese. Pertanto, solo la parte della pensione eccedente questo importo può essere pignorata. Anche in questo caso, per i crediti ordinari, la quota pignorabile non può superare un quinto della parte eccedente il minimo vitale. Per i crediti alimentari, invece, la quota pignorabile può arrivare fino alla metà della parte eccedente il minimo vitale.

Ad esempio, se un pensionato riceve una pensione netta di 1.500 euro al mese, la parte eccedente il minimo vitale di 754,91 euro è di 745,09 euro. Per un credito ordinario, un quinto di questa somma, ovvero 149,02 euro, può essere pignorato mensilmente. Se il credito è alimentare, fino alla metà di 745,09 euro, cioè 372,55 euro, può essere pignorato ogni mese.

Questi limiti sono essenziali per garantire che il debitore non si trovi in una situazione di difficoltà economica estrema a causa del pignoramento. È importante che i debitori siano consapevoli di questi limiti e dei loro diritti. Se il debitore ritiene che il pignoramento stia avvenendo in violazione di questi limiti, ha il diritto di presentare opposizione al giudice dell’esecuzione entro termini specifici, solitamente 20 giorni dalla notifica dell’ordinanza di pignoramento. L’opposizione deve essere motivata e può portare alla revisione o all’annullamento dell’ordinanza di pignoramento se il giudice accerta che sono stati superati i limiti legali.

Riassunto per punti:

  • Il pignoramento dello stipendio per crediti ordinari non può superare un quinto del netto mensile.
  • Per crediti alimentari, la quota pignorabile può arrivare fino alla metà dello stipendio netto.
  • La parte non pignorabile della pensione è il minimo vitale, fissato per il 2024 a 754,91 euro al mese.
  • La quota pignorabile della pensione eccedente il minimo vitale è di un quinto per i crediti ordinari e fino alla metà per i crediti alimentari.
  • I debitori hanno il diritto di presentare opposizione al pignoramento se ritengono che i limiti legali siano stati superati.

Come vengono gestiti i crediti verso terzi tramite una procedura di pignoramento presso terzi da decreto ingiuntivo?

La procedura di pignoramento presso terzi tramite decreto ingiuntivo consente al creditore di recuperare i crediti sequestrando le somme o i beni dovuti al debitore da parte di terzi. Ecco come funziona punto per punto:

  1. Ottenimento del Decreto Ingiuntivo: Il creditore ottiene un decreto ingiuntivo dal giudice che conferma l’esistenza di un credito certo, liquido ed esigibile.
  2. Notifica dell’Atto di Precetto: Dopo aver ottenuto il decreto ingiuntivo, il creditore notifica un atto di precetto al debitore, intimandogli il pagamento entro 10 giorni.
  3. Richiesta di Pignoramento presso Terzi: Se il debitore non paga entro il termine indicato nell’atto di precetto, il creditore può richiedere al tribunale di emettere un’ordinanza di pignoramento presso terzi.
  4. Notifica dell’Ordinanza al Terzo Debitore: L’ordinanza di pignoramento viene notificata al terzo debitore (ad esempio, un cliente del debitore principale). Questo terzo è obbligato a trattenere i fondi o i beni dovuti al debitore fino a concorrenza dell’importo indicato nell’ordinanza.
  5. Notifica al Debitore: Il debitore viene informato dell’ordinanza di pignoramento tramite un atto notificato da un ufficiale giudiziario. Questo atto include dettagli come l’importo del debito e il nome del terzo debitore coinvolto.
  6. Blocco dei Fondi o dei Beni: Il terzo debitore deve bloccare le somme o i beni dovuti al debitore principale e notificare al creditore e al tribunale l’ammontare trattenuto.
  7. Dichiarazione del Terzo: Il terzo debitore deve presentare una dichiarazione al tribunale, confermando l’ammontare dei fondi o dei beni trattenuti. Se il terzo non adempie a questo obbligo, può essere considerato responsabile in solido con il debitore.
  8. Opposizione del Debitore: Il debitore ha il diritto di presentare opposizione al pignoramento presso terzi entro termini specifici, generalmente 20 giorni dalla notifica. L’opposizione deve essere motivata e può riguardare errori procedurali, prescrizione del credito o altre ragioni per cui il pignoramento è considerato illegittimo.
  9. Trasferimento dei Fondi al Creditore: Se non viene presentata opposizione o se questa viene rigettata, i fondi trattenuti dal terzo debitore vengono trasferiti al creditore per soddisfare il credito. In caso di opposizione accolta, il giudice può annullare o modificare l’ordinanza di pignoramento.

Riassunto per punti:

  • Ottenimento del decreto ingiuntivo.
  • Notifica dell’atto di precetto al debitore.
  • Richiesta di pignoramento presso terzi al tribunale.
  • Notifica dell’ordinanza al terzo debitore.
  • Notifica dell’ordinanza al debitore principale.
  • Blocco dei fondi o dei beni da parte del terzo debitore.
  • Dichiarazione del terzo debitore al tribunale.
  • Diritto del debitore di presentare opposizione.
  • Trasferimento dei fondi o dei beni al creditore se l’opposizione non viene accolta.

Questa procedura è efficace per i creditori che cercano di recuperare i loro crediti, ma è importante che i debitori rispondano tempestivamente alle notifiche e, se necessario, presentino opposizione per proteggere i loro diritti.

Come Opporsi Ad Un Decreto Ingiuntivo: Tutte Le Motivazioni Valide Nel 2024

Opporsi a un decreto ingiuntivo è un diritto del debitore che ritiene che il provvedimento sia ingiusto o illegittimo. Ecco tutte le motivazioni valide per presentare un’opposizione nel 2024:

Errore nell’identificazione del debitore: Se il decreto è stato emesso contro la persona sbagliata, è possibile opporsi dimostrando l’errore di identità.

Prescrizione del credito: Se il credito per cui è stato emesso il decreto è prescritto, il debitore può presentare opposizione. Ad esempio, molti crediti hanno un termine di prescrizione di 10 anni, ma vi sono eccezioni, come i crediti derivanti da fatture che si prescrivono in 5 anni.

Inesistenza del credito: Il debitore può opporsi dimostrando che il credito non esiste. Questo può avvenire se il debito è stato già pagato o se non ci sono prove sufficienti a sostegno della pretesa del creditore.

Errore nella quantificazione del debito: Se l’importo del debito indicato nel decreto ingiuntivo è errato, il debitore può contestare la quantificazione del credito. Questo può includere errori nei calcoli degli interessi, delle sanzioni o delle spese legali.

Incompetenza del giudice: Il decreto può essere contestato se è stato emesso da un giudice territorialmente incompetente. Il debitore deve dimostrare che la causa doveva essere trattata da un’altra giurisdizione.

Vizi procedurali: Il debitore può opporsi dimostrando che ci sono stati vizi nella procedura di emissione del decreto ingiuntivo, come la mancanza di una notifica corretta o l’assenza dei documenti necessari a supporto della richiesta del creditore.

Difetti nei documenti presentati dal creditore: Se i documenti presentati dal creditore a supporto della sua richiesta sono incompleti, falsi o non conformi alla legge, il debitore può contestare la validità del decreto ingiuntivo.

Nullità del titolo su cui si basa il credito: Se il titolo su cui si basa il credito è nullo o annullabile, il debitore può opporsi. Ad esempio, un contratto firmato sotto costrizione o frode può essere dichiarato nullo.

Violazione delle norme sulla trasparenza bancaria: Se il decreto ingiuntivo riguarda un credito bancario, il debitore può opporsi dimostrando che la banca ha violato le norme sulla trasparenza e correttezza nella gestione del rapporto di credito.

Compensazione: Se il debitore ha un credito nei confronti del creditore, può opporsi al decreto ingiuntivo chiedendo la compensazione tra il proprio credito e il debito contestato.

Per presentare l’opposizione, il debitore deve depositare un atto di citazione presso il tribunale competente entro 40 giorni dalla notifica del decreto ingiuntivo. L’atto di citazione deve essere motivato e accompagnato da tutta la documentazione necessaria a supporto delle proprie ragioni. È altamente consigliabile rivolgersi a un avvocato specializzato per redigere l’atto di citazione in modo accurato e completo.

Durante il processo di opposizione, il giudice esaminerà le prove presentate da entrambe le parti e potrà decidere di confermare, modificare o annullare il decreto ingiuntivo. Se l’opposizione è accolta, il decreto ingiuntivo può essere annullato totalmente o parzialmente, a seconda delle motivazioni e delle prove presentate.

Opporsi a un decreto ingiuntivo richiede una buona conoscenza delle procedure legali e delle normative applicabili. Pertanto, è cruciale agire tempestivamente e con l’assistenza di un professionista legale per aumentare le probabilità di successo e proteggere i propri diritti.

Quando Ricevo Un Decreto Ingiuntivo Posso Trattare Prima Del Pignoramento?

Quando ricevi un decreto ingiuntivo, hai la possibilità di trattare con il creditore prima che si arrivi al pignoramento. Agire rapidamente è fondamentale per evitare conseguenze legali e finanziarie più gravi. Ecco una guida dettagliata su come procedere e massimizzare le tue possibilità di successo.

La prima cosa da fare è comprendere esattamente cosa implica il decreto ingiuntivo. Questo documento legale, emesso da un giudice su richiesta del creditore, attesta l’esistenza di un credito certo, liquido ed esigibile. Hai 40 giorni dalla notifica per presentare opposizione, ma questo periodo può anche essere utilizzato per negoziare direttamente con il creditore.

Non appena ricevi il decreto ingiuntivo, contatta il creditore o il suo legale il prima possibile. Dimostra la tua volontà di risolvere il debito e discuti delle possibilità di pagamento. Questo può includere il pagamento immediato dell’intero importo, un pagamento parziale o la rateizzazione del debito. Essere proattivo e mostrare un atteggiamento collaborativo può facilitare le trattative.

Durante le trattative, proponi un piano di pagamento realistico e sostenibile. Assicurati che il piano sia basato sulle tue reali capacità finanziarie per evitare di promettere più di quanto tu possa effettivamente mantenere. Puoi, ad esempio, offrire un pagamento iniziale significativo seguito da rate mensili fino a quando il debito sarà saldato.

Una volta raggiunto un accordo verbale, è fondamentale formalizzare tutto per iscritto. Questo accordo di transazione deve includere i termini specifici del pagamento, come gli importi delle rate, le scadenze e qualsiasi condizione speciale concordata. È importante che l’accordo preveda chiaramente che il creditore rinunci al pignoramento purché tu rispetti i termini concordati.

Mantenere una comunicazione aperta e trasparente con il creditore durante tutto il processo è cruciale. Informa tempestivamente il creditore di eventuali difficoltà finanziarie che potrebbero influenzare la tua capacità di rispettare i termini dell’accordo. In molti casi, i creditori possono essere flessibili e disposti a rinegoziare i termini piuttosto che procedere con il pignoramento.

Considera di avvalerti di un avvocato specializzato in diritto civile o esecutivo per assisterti durante le trattative. Un avvocato può fornire consigli preziosi, aiutarti a comprendere i tuoi diritti e doveri, e garantire che l’accordo di transazione sia redatto correttamente. L’assistenza legale è particolarmente importante se il debito è elevato o se la situazione è complessa.

Se il creditore accetta la tua proposta e il pagamento viene effettuato come concordato, assicurati di ottenere una ricevuta o una conferma scritta di ogni pagamento effettuato. Questo documento può essere essenziale per dimostrare che hai rispettato i termini dell’accordo in caso di future controversie.

Nel frattempo, se le trattative non portano a un accordo e ritieni che il decreto ingiuntivo sia ingiustificato o errato, considera di presentare un’opposizione formale. L’opposizione deve essere presentata al tribunale entro 40 giorni dalla notifica del decreto ingiuntivo. Le motivazioni per l’opposizione possono includere errori nell’identificazione del debitore, prescrizione del credito, inesistenza del debito, errori nella quantificazione del debito, incompetenza del giudice, vizi procedurali, difetti nei documenti presentati dal creditore, nullità del titolo su cui si basa il credito, violazione delle norme sulla trasparenza bancaria o richiesta di compensazione.

Per presentare l’opposizione, dovrai depositare un atto di citazione presso il tribunale competente. Questo atto deve essere accuratamente motivato e corredato da tutta la documentazione necessaria a supporto delle tue ragioni. Un avvocato può aiutarti a redigere l’atto di citazione in modo appropriato e a rappresentarti in tribunale.

In conclusione, quando ricevi un decreto ingiuntivo, è possibile trattare con il creditore per evitare il pignoramento. Agisci rapidamente, contatta il creditore, proponi un piano di pagamento realistico, formalizza l’accordo per iscritto e considera l’assistenza di un avvocato. Se necessario, prepara e presenta un’opposizione ben motivata al tribunale. Questo approccio proattivo e ben informato può aiutarti a gestire il debito in modo efficace e a evitare le gravi conseguenze di un pignoramento.

Riassunto per punti:

  • Ricevi il decreto ingiuntivo e hai 40 giorni per presentare opposizione o negoziare.
  • Contatta il creditore per discutere delle possibilità di pagamento.
  • Proponi un piano di pagamento realistico basato sulle tue capacità finanziarie.
  • Formalizza l’accordo di transazione per iscritto, specificando i termini del pagamento.
  • Mantieni una comunicazione aperta e trasparente con il creditore.
  • Considera di avvalerti di un avvocato per assisterti nelle trattative e nella redazione dell’accordo.
  • Rispetta puntualmente i pagamenti concordati e ottieni conferme scritte.
  • Se necessario, prepara e presenta un’opposizione formale al decreto ingiuntivo.

Se vengo pignorato dopo un decreto ingiuntivo cosa posso fare per risolvere tutto?

Quando vieni pignorato dopo un decreto ingiuntivo, è importante agire rapidamente per risolvere la situazione. La prima cosa da fare è analizzare attentamente il pignoramento leggendo tutti i documenti ricevuti. Questi documenti specificheranno quali beni o conti sono stati pignorati e l’importo del debito. Successivamente, contatta immediatamente un avvocato specializzato in diritto esecutivo per ottenere una consulenza dettagliata sulle tue opzioni legali e per rappresentarti nelle trattative con il creditore. Un avvocato può aiutarti a comprendere le tue possibilità di opposizione al pignoramento.

Se ritieni che il pignoramento sia illegittimo o eccessivo, puoi presentare un’opposizione al giudice dell’esecuzione. L’opposizione deve essere presentata entro 20 giorni dalla notifica del pignoramento e deve essere motivata. Le ragioni per l’opposizione possono includere errori procedurali, prescrizione del credito, inesistenza del debito, errori nella quantificazione del debito, incompetenza del giudice, vizi procedurali, difetti nei documenti presentati dal creditore, nullità del titolo su cui si basa il credito o violazione delle norme sulla trasparenza bancaria. Se il giudice accoglie l’opposizione, il pignoramento può essere annullato o modificato.

Parallelamente, puoi cercare di negoziare con il creditore per trovare una soluzione amichevole al debito. Contatta il creditore o il suo legale e proponi un piano di pagamento realistico basato sulle tue capacità finanziarie. Puoi offrire un pagamento parziale immediato seguito da rate mensili per saldare il debito. Un atteggiamento collaborativo può facilitare le trattative e portare a un accordo che eviti il pignoramento.

Se riesci a raggiungere un accordo, formalizzalo per iscritto. L’accordo di transazione deve includere i termini specifici del pagamento, come gli importi delle rate, le scadenze e qualsiasi condizione speciale concordata. Assicurati che l’accordo preveda chiaramente la rinuncia del creditore al pignoramento purché tu rispetti i termini concordati. Mantieni una comunicazione aperta con il creditore e informa tempestivamente di eventuali difficoltà finanziarie che potrebbero influenzare la tua capacità di rispettare i termini dell’accordo.

Se il pignoramento riguarda conti bancari, assicurati di essere informato su quali conti sono stati bloccati e quali fondi sono stati sequestrati. La banca, una volta ricevuta l’ordinanza di pignoramento, è tenuta a bloccare i fondi presenti sui conti del debitore fino a concorrenza dell’importo indicato nell’ordinanza. Il debitore viene informato del pignoramento tramite un atto notificato da un ufficiale giudiziario, che contiene dettagli come l’importo del debito e la somma bloccata.

Nel caso in cui il pignoramento riguardi beni mobili o immobili, è importante capire quali beni sono stati sequestrati e prepararsi alla possibile vendita all’asta di tali beni. Ad esempio, se un’automobile, mobili di valore o una casa sono stati pignorati, l’ufficiale giudiziario redige un verbale di pignoramento e informa il debitore. I beni mobili pignorati possono essere successivamente venduti all’asta pubblica per soddisfare il credito del creditore. I beni immobili seguono una procedura specifica che prevede l’iscrizione di un’ipoteca giudiziale sull’immobile del debitore presso il registro immobiliare, e l’immobile pignorato viene venduto all’asta.

In conclusione, quando vieni pignorato dopo un decreto ingiuntivo, è possibile risolvere la situazione attraverso una combinazione di azioni legali e negoziazioni. Analizza attentamente il pignoramento, consulta un avvocato, presenta un’opposizione se necessario, e cerca di negoziare un accordo con il creditore. Agire tempestivamente e con l’assistenza di un professionista legale può aiutarti a gestire il debito in modo efficace e a evitare le gravi conseguenze di un pignoramento.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Opposizione a Decreti Ingiuntivi

Affrontare un pignoramento dopo un decreto ingiuntivo può essere un’esperienza estremamente stressante e complicata, con ripercussioni significative sulla vita personale e finanziaria del debitore. In queste circostanze, l’assistenza di un avvocato esperto in opposizione a decreti ingiuntivi diventa fondamentale per navigare il complesso processo legale e trovare soluzioni efficaci.

Un avvocato specializzato può offrire un supporto cruciale sin dall’inizio, aiutando il debitore a comprendere pienamente il contenuto del decreto ingiuntivo e le implicazioni del pignoramento. La prima fase consiste nell’analizzare attentamente i documenti ricevuti per identificare eventuali errori procedurali, discrepanze nell’importo del debito o altre irregolarità che potrebbero costituire una base solida per un’opposizione.

Il ruolo dell’avvocato è essenziale anche nella presentazione dell’opposizione al giudice dell’esecuzione. Questa deve essere effettuata entro termini specifici, generalmente 20 giorni dalla notifica del pignoramento, e deve essere motivata in modo dettagliato. Le motivazioni possono includere errori procedurali, prescrizione del credito, inesistenza del debito, errori nella quantificazione del debito, incompetenza del giudice, vizi procedurali, difetti nei documenti presentati dal creditore, nullità del titolo su cui si basa il credito o violazione delle norme sulla trasparenza bancaria. Presentare un’opposizione ben strutturata e documentata richiede competenze legali specifiche che solo un avvocato esperto può offrire.

Parallelamente all’opposizione, l’avvocato può assistere il debitore nelle trattative con il creditore. Spesso, è possibile evitare il pignoramento negoziando un accordo di pagamento. Un avvocato può aiutare a formulare un piano di pagamento realistico e sostenibile, che tenga conto delle reali capacità finanziarie del debitore. Questo può includere un pagamento iniziale significativo seguito da rate mensili, con termini specifici e chiari che vengono formalizzati per iscritto. L’accordo dovrebbe prevedere la rinuncia del creditore al pignoramento purché il debitore rispetti i termini concordati.

La negoziazione di un accordo richiede non solo abilità legali, ma anche capacità di mediazione e comunicazione. Un avvocato esperto può rappresentare il debitore nelle discussioni con il creditore, garantendo che ogni dettaglio dell’accordo sia chiaramente definito e rispettato. Questo approccio può prevenire ulteriori azioni legali e contribuire a risolvere la situazione in modo più rapido e meno oneroso per entrambe le parti.

Nel caso in cui il pignoramento riguardi conti bancari, l’avvocato può fornire assistenza per capire quali conti sono stati bloccati e quali fondi sono stati sequestrati. La banca, una volta ricevuta l’ordinanza di pignoramento, è obbligata a bloccare i fondi presenti sui conti del debitore fino a concorrenza dell’importo indicato nell’ordinanza. Il debitore viene informato del pignoramento tramite un atto notificato da un ufficiale giudiziario. L’avvocato può aiutare a gestire questa fase, assicurandosi che il debitore mantenga accesso a fondi sufficienti per le necessità quotidiane.

Nel caso in cui il pignoramento riguardi beni mobili o immobili, è importante comprendere quali beni sono stati sequestrati e prepararsi alla possibile vendita all’asta di tali beni. Un avvocato esperto può assistere il debitore nella protezione del proprio patrimonio, esplorando tutte le opzioni legali disponibili per evitare la vendita all’asta. Questo può includere la richiesta di una sospensione del pignoramento o la negoziazione di un accordo che permetta al debitore di mantenere i beni pignorati.

Inoltre, l’avvocato può fornire consulenza strategica su come gestire al meglio la situazione finanziaria a lungo termine. Questo include consigli su come evitare future problematiche legate ai debiti, migliorare la gestione delle risorse economiche e sfruttare eventuali agevolazioni disponibili. La consulenza di un avvocato specializzato è preziosa non solo per affrontare la crisi immediata, ma anche per pianificare un futuro finanziario più stabile.

La presenza di un avvocato esperto offre anche un supporto morale significativo. Affrontare un pignoramento può essere emotivamente devastante e avere un professionista al proprio fianco può fornire sicurezza e tranquillità, sapendo che si ha un alleato esperto che lavora per proteggere i propri interessi.

In conclusione, quando si viene pignorati dopo un decreto ingiuntivo, è essenziale avere un avvocato esperto in opposizione a decreti ingiuntivi al proprio fianco. Questo professionista può fornire un supporto cruciale in ogni fase del processo, dall’analisi iniziale del pignoramento alla presentazione dell’opposizione, dalle trattative con il creditore alla protezione del patrimonio. La consulenza legale è fondamentale per navigare le complessità del sistema giuridico, garantire che i propri diritti siano rispettati e trovare soluzioni efficaci che minimizzino l’impatto finanziario e emotivo del pignoramento. Agire tempestivamente e con l’assistenza di un avvocato può fare la differenza tra una gestione efficace del debito e una situazione di crisi irreversibile.

In tal senso, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

Perciò se hai bisogno di un avvocato esperto in opposizione a decreti ingiuntivi, qui di seguito trovi tutti i nostri contatti per un aiuto rapido e sicuro.

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La consulenza fisica, a differenza da quella esclusivamente digitale, avviene sempre a partire da due settimane dal primo contatto.

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Giuseppe Monardo

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