Il pignoramento dello stipendio è una delle forme di esecuzione forzata più comuni utilizzate dai creditori per recuperare le somme dovute dai debitori inadempienti. Questo strumento giuridico consente al creditore di ottenere direttamente una parte dello stipendio del debitore, tramite un ordine del giudice, garantendo così il recupero del credito. Comprendere quanto tempo passa prima che un pignoramento dello stipendio diventi effettivo è cruciale per chiunque si trovi in una situazione debitoria. Il processo è regolato da normative specifiche che stabiliscono i tempi e le modalità con cui tale procedura deve essere attuata.
In Italia, il pignoramento dello stipendio è disciplinato dal Codice di Procedura Civile, in particolare dall’articolo 545, che fissa i limiti e le modalità per l’esecuzione forzata su stipendi e pensioni. Prima che il pignoramento possa avvenire, il creditore deve ottenere un titolo esecutivo, come una sentenza di condanna o un decreto ingiuntivo, che accerti il diritto di credito. Ottenere questo titolo può richiedere da poche settimane a diversi mesi, a seconda della complessità del caso e del carico di lavoro del tribunale.
Una volta ottenuto il titolo esecutivo, il creditore deve notificare al debitore un atto di precetto, un documento che intima il pagamento del debito entro un termine specifico, solitamente dieci giorni. Se il debitore non paga entro questo termine, il creditore può procedere con la richiesta di pignoramento presso il giudice competente. Il procedimento di pignoramento, dalla notifica dell’atto di precetto all’effettivo pignoramento dello stipendio, può richiedere ulteriori settimane o mesi.
Il pignoramento dello stipendio può essere avviato per una vasta gamma di debiti, tra cui prestiti personali, mutui, debiti fiscali, multe non pagate e obbligazioni alimentari. Tuttavia, esistono limiti specifici alla quota dello stipendio che può essere pignorata, per garantire che il debitore mantenga un livello minimo di sostentamento. La legge italiana prevede che non possa essere pignorato più di un quinto dello stipendio netto mensile del debitore. Ad esempio, se un debitore percepisce uno stipendio netto di 2.000 euro al mese, la somma massima pignorabile sarà di 400 euro. Questo limite può essere aumentato fino a metà dello stipendio nel caso di debiti alimentari.
Il Decreto Legge n. 83 del 2015 ha introdotto importanti modifiche al Codice di Procedura Civile, rafforzando le tutele per i debitori e semplificando le procedure esecutive. Ad esempio, è stato previsto che il pignoramento delle somme dovute a titolo di stipendio, salario o altre indennità relative al rapporto di lavoro o di impiego, comprese quelle dovute a causa di licenziamento, deve rispettare specifici limiti, e in caso di conti correnti su cui viene accreditato lo stipendio, una somma pari a tre volte l’assegno sociale è impignorabile. Per il 2024, l’assegno sociale è fissato a circa 503 euro al mese, quindi la somma impignorabile su un conto corrente è di circa 1.509 euro.
Una volta che il giudice emette l’ordinanza di pignoramento, questa viene notificata al datore di lavoro del debitore. Da quel momento, il datore di lavoro è obbligato per legge a trattenere la quota pignorabile dallo stipendio del debitore e a versarla direttamente al creditore. Questa trattenuta continua fino a quando il debito non è completamente estinto, includendo eventuali interessi e spese legali.
È importante notare che il debitore ha il diritto di opporsi al pignoramento. L’opposizione può essere presentata per vari motivi, come errori procedurali, vizi nel titolo esecutivo, prescrizione del debito o l’eccessiva onerosità della quota pignorata rispetto alle necessità del debitore. L’opposizione deve essere presentata entro un termine specifico, solitamente dieci giorni dalla notifica dell’atto di pignoramento, e deve essere motivata e supportata da prove adeguate.
Un altro aspetto rilevante riguarda le somme accreditate come stipendio o pensione successivamente al pignoramento. La legge prevede che queste somme possano essere pignorate solo nella misura di un quinto, garantendo così che il debitore abbia sempre accesso a risorse sufficienti per il proprio sostentamento. Questo limite è stato introdotto per evitare che il debitore venga privato di un reddito minimo necessario per vivere dignitosamente.
Il pignoramento dello stipendio non è l’unica forma di esecuzione forzata prevista dalla legge. Ad esempio, il pignoramento presso terzi consente al creditore di ottenere direttamente le somme dovute dal datore di lavoro del debitore o dalla banca presso cui il debitore ha un conto corrente. Tuttavia, anche in questi casi, la legge prevede specifici limiti e tutele per proteggere il debitore.
Le recenti modifiche legislative hanno ulteriormente rafforzato queste tutele. La legge di bilancio 2023 ha incrementato gli importi impignorabili, garantendo una maggiore protezione del reddito dei debitori. Queste modifiche sono state introdotte per bilanciare le esigenze dei creditori con la necessità di proteggere i diritti fondamentali dei debitori, garantendo che le procedure di recupero crediti non diventino eccessivamente onerose per chi è in difficoltà economica.
In conclusione, il pignoramento dello stipendio è una procedura complessa e regolamentata che richiede tempo per essere attuata. Dall’ottenimento del titolo esecutivo alla notifica dell’atto di precetto, fino all’emissione dell’ordinanza di pignoramento e alla sua notifica al datore di lavoro, possono passare diversi mesi. Durante tutto questo processo, il debitore ha il diritto di presentare opposizione e di negoziare con il creditore per trovare soluzioni alternative. Conoscere i propri diritti e le protezioni offerte dalla legge è fondamentale per affrontare il pignoramento in modo efficace e proteggere i propri interessi. La consulenza di un avvocato specializzato in diritto esecutivo può essere essenziale per difendersi e trovare soluzioni che tutelino gli interessi del debitore nel lungo periodo.
Ma andiamo nei dettagli con domande e risposte.
Quanto tempo passa prima che ti pignorano lo stipendio?
Domanda: Quanto tempo passa prima che ti pignorano lo stipendio?
Risposta: Il tempo che intercorre prima che lo stipendio venga pignorato dipende da vari fattori, inclusa la rapidità con cui il creditore avvia le procedure legali. In generale, dopo il mancato pagamento di un debito, il creditore deve ottenere un titolo esecutivo, come una sentenza di condanna o un decreto ingiuntivo, che può richiedere da poche settimane a diversi mesi. Una volta ottenuto il titolo esecutivo, il creditore notifica al debitore un atto di precetto, che intima il pagamento del debito entro un termine di solito di dieci giorni. Se il debitore non paga entro questo termine, il creditore può richiedere al giudice l’emissione dell’ordinanza di pignoramento, che può richiedere ulteriori settimane o mesi, a seconda del carico di lavoro del tribunale.
Quali sono le fasi del processo di pignoramento dello stipendio?
Domanda: Quali sono le fasi del processo di pignoramento dello stipendio?
Risposta: Il processo di pignoramento dello stipendio comprende diverse fasi:
- Ottenimento del titolo esecutivo: Il creditore deve ottenere una sentenza di condanna o un decreto ingiuntivo.
- Notifica dell’atto di precetto: Il creditore notifica al debitore l’atto di precetto, intimando il pagamento entro dieci giorni.
- Richiesta di pignoramento al giudice: Se il debitore non paga entro il termine, il creditore può richiedere al giudice l’emissione dell’ordinanza di pignoramento.
- Notifica del pignoramento al datore di lavoro: Una volta emessa l’ordinanza, il pignoramento viene notificato al datore di lavoro, che è obbligato a trattenere una parte dello stipendio del debitore per soddisfare il debito.
Quali sono i limiti del pignoramento dello stipendio?
Domanda: Quali sono i limiti del pignoramento dello stipendio?
Risposta: Secondo l’articolo 545 del Codice di Procedura Civile, la quota pignorabile dello stipendio non può superare un quinto del reddito netto mensile del debitore. Questo limite è stabilito per garantire che il debitore possa mantenere un livello minimo di sostentamento. Esistono tuttavia alcune eccezioni, ad esempio per i debiti alimentari, per cui la quota pignorabile può essere aumentata fino a metà dello stipendio.
Quali tipi di debiti possono portare al pignoramento dello stipendio?
Domanda: Quali tipi di debiti possono portare al pignoramento dello stipendio?
Risposta: Il pignoramento dello stipendio può essere richiesto per vari tipi di debiti, inclusi debiti derivanti da prestiti personali, mutui, carte di credito, debiti alimentari, tasse non pagate e multe. Ogni tipo di debito può avere specifiche normative che regolano le modalità e i limiti del pignoramento.
Cosa fare se si riceve un atto di precetto?
Domanda: Cosa fare se si riceve un atto di precetto?
Risposta: Se si riceve un atto di precetto, è importante agire rapidamente. Si può scegliere di pagare il debito entro il termine indicato per evitare ulteriori azioni legali. In alternativa, se si ritiene che il pignoramento sia ingiusto o vi siano errori procedurali, è possibile presentare opposizione al precetto presso il tribunale competente. Consultare un avvocato specializzato è essenziale per valutare la situazione e preparare una difesa efficace.
Come viene calcolata la quota pignorabile dello stipendio?
Domanda: Come viene calcolata la quota pignorabile dello stipendio?
Risposta: La quota pignorabile dello stipendio viene calcolata sul reddito netto mensile del debitore. Ad esempio, se un debitore percepisce uno stipendio netto di 2.000 euro al mese, la quota pignorabile è un quinto di questa somma, ovvero 400 euro. Se il debitore ha già in corso una cessione del quinto dello stipendio, la quota pignorabile viene calcolata considerando la somma già trattenuta, e il pignoramento e la cessione del quinto non possono superare complessivamente la metà dello stipendio.
Quali sono le protezioni legali per il debitore?
Domanda: Quali sono le protezioni legali per il debitore?
Risposta: La legge italiana prevede diverse protezioni per il debitore per garantire che non venga privato di un livello minimo di sostentamento. Oltre al limite di un quinto dello stipendio, esistono protezioni specifiche per determinate categorie di reddito, come le indennità di accompagnamento per invalidi civili e altre forme di sostegno sociale, che sono impignorabili. Inoltre, le somme accreditate successivamente al pignoramento possono essere pignorate solo nella misura di un quinto, e il debitore ha il diritto di presentare opposizione per contestare la legittimità del pignoramento.
Quali sono le conseguenze a lungo termine del pignoramento dello stipendio?
Domanda: Quali sono le conseguenze a lungo termine del pignoramento dello stipendio?
Risposta: Il pignoramento dello stipendio può avere conseguenze significative a lungo termine per il debitore. Oltre alla riduzione del reddito disponibile, il pignoramento può influenzare negativamente la reputazione creditizia del debitore, rendendo più difficile l’accesso al credito futuro. Inoltre, il debitore potrebbe trovarsi in una posizione finanziaria vulnerabile, con difficoltà a coprire le spese quotidiane e ad adempiere ad altri obblighi finanziari. Tuttavia, esistono soluzioni legali e strategie per gestire il debito in modo più sostenibile e per migliorare la propria situazione finanziaria nel tempo.
È possibile negoziare con il creditore per evitare il pignoramento dello stipendio?
Domanda: È possibile negoziare con il creditore per evitare il pignoramento dello stipendio?
Risposta: Sì, è possibile negoziare con il creditore per evitare il pignoramento dello stipendio. La negoziazione può portare a soluzioni alternative, come la rateizzazione del debito, la riduzione degli interessi di mora o la cancellazione delle spese aggiuntive. La negoziazione può essere facilitata con l’assistenza di un avvocato specializzato, che può rappresentare il debitore nelle trattative e cercare di trovare un accordo che soddisfi entrambe le parti.
Esempio pratico di calcolo della quota pignorabile
Domanda: Puoi fornire un esempio pratico di calcolo della quota pignorabile?
Risposta: Certamente. Supponiamo che il signor Bianchi abbia uno stipendio netto mensile di 2.500 euro e un debito verso una banca per un prestito non rimborsato. La quota pignorabile sarà calcolata come segue: un quinto di 2.500 euro è 500 euro. Pertanto, la banca potrà pignorare 500 euro al mese dal suo stipendio. Se il signor Bianchi ha già una cessione del quinto in corso, che ammonta a 500 euro, la quota pignorabile sarà ridotta di conseguenza per non superare il limite massimo complessivo di metà dello stipendio, ovvero 1.250 euro.
Quali sono le tempistiche del pignoramento dello stipendio?
Le tempistiche del pignoramento dello stipendio sono regolamentate da specifiche normative e procedure che stabiliscono i tempi entro i quali un creditore può ottenere il recupero forzato di un credito direttamente dallo stipendio del debitore. Comprendere queste tempistiche è essenziale per chiunque si trovi in una situazione di debito e voglia sapere quanto tempo ha a disposizione per reagire o negoziare una soluzione alternativa.
Il processo di pignoramento dello stipendio può essere suddiviso in diverse fasi, ciascuna con i propri tempi specifici:
Ottenimento del titolo esecutivo
Il primo passo per il creditore è ottenere un titolo esecutivo, che può essere una sentenza di condanna, un decreto ingiuntivo o un altro atto che accerti l’esistenza e l’entità del debito. Il tempo necessario per ottenere un titolo esecutivo può variare notevolmente a seconda della complessità del caso, del carico di lavoro del tribunale e di eventuali opposizioni da parte del debitore. In generale, questo processo può richiedere da poche settimane a diversi mesi.
Notifica dell’atto di precetto
Una volta ottenuto il titolo esecutivo, il creditore deve notificare al debitore un atto di precetto. Questo documento intima al debitore di pagare il debito entro un termine specifico, solitamente dieci giorni, pena l’avvio delle procedure esecutive. La notifica dell’atto di precetto deve essere effettuata con modalità che garantiscano la certezza della ricezione da parte del debitore, come la notifica a mezzo ufficiale giudiziario. Questo passaggio aggiunge generalmente qualche settimana al processo.
Attesa del termine dell’atto di precetto
Dopo la notifica dell’atto di precetto, il debitore ha dieci giorni di tempo per pagare il debito o per presentare un’opposizione. Se il debitore non effettua il pagamento e non presenta opposizione entro questo termine, il creditore può procedere con la richiesta di pignoramento.
Richiesta di pignoramento al giudice
Se il debitore non paga entro il termine stabilito, il creditore può richiedere al giudice competente l’emissione di un’ordinanza di pignoramento dello stipendio. Questa richiesta deve essere corredata di tutta la documentazione necessaria, compreso il titolo esecutivo e la prova della notifica dell’atto di precetto. Il tempo necessario per ottenere l’ordinanza di pignoramento dipende dal carico di lavoro del tribunale, ma può variare da poche settimane a qualche mese.
Notifica del pignoramento al datore di lavoro
Una volta emessa l’ordinanza di pignoramento, questa viene notificata al datore di lavoro del debitore. La notifica può essere effettuata tramite ufficiale giudiziario o altro mezzo idoneo a garantire la certezza della ricezione. Dopo la notifica, il datore di lavoro è obbligato a trattenere la quota pignorabile dello stipendio del debitore e a versarla direttamente al creditore. Questa fase può richiedere ulteriori giorni o settimane, a seconda delle modalità di notifica utilizzate.
Esecuzione del pignoramento
Dopo la notifica al datore di lavoro, il pignoramento diventa effettivo e le trattenute sullo stipendio del debitore iniziano dal primo stipendio utile. La durata delle trattenute dipende dall’entità del debito e dalla quota pignorabile, che, secondo l’articolo 545 del Codice di Procedura Civile, non può superare un quinto dello stipendio netto mensile del debitore, con alcune eccezioni per i debiti alimentari.
Opposizione al pignoramento
Il debitore ha la possibilità di presentare opposizione al pignoramento entro un termine specifico, solitamente dieci giorni dalla notifica dell’atto di pignoramento. L’opposizione può essere basata su vari motivi, come errori procedurali, vizi nel titolo esecutivo, prescrizione del debito o eccessiva onerosità della quota pignorata rispetto alle necessità del debitore. La presentazione dell’opposizione può sospendere temporaneamente l’esecuzione del pignoramento fino alla decisione del giudice, che può richiedere diverse settimane o mesi.
Conclusione del pignoramento
Il pignoramento dello stipendio continua fino a quando il debito non è completamente estinto, includendo eventuali interessi e spese legali. Il datore di lavoro è tenuto a versare regolarmente le somme trattenute al creditore fino alla soddisfazione integrale del credito. Il tempo necessario per estinguere il debito dipende dall’importo del debito stesso e dalla quota pignorabile dello stipendio.
Ad esempio, se un debitore ha un debito di 10.000 euro e percepisce uno stipendio netto di 2.000 euro al mese, la quota pignorabile sarà di 400 euro al mese. In questo caso, il pignoramento durerà circa 25 mesi, oltre al tempo necessario per coprire eventuali interessi e spese legali.
Interventi normativi recenti
Le recenti modifiche legislative hanno introdotto ulteriori tutele per i debitori. Il Decreto Legge n. 83 del 2015 ha apportato modifiche significative al Codice di Procedura Civile, aumentando le protezioni per i debitori e semplificando le procedure esecutive. La legge di bilancio 2023 ha ulteriormente incrementato gli importi impignorabili, garantendo una maggiore protezione del reddito dei debitori.
In conclusione, le tempistiche del pignoramento dello stipendio possono variare notevolmente a seconda delle circostanze specifiche del caso e del carico di lavoro del tribunale. Dall’ottenimento del titolo esecutivo alla notifica dell’atto di precetto, fino all’emissione dell’ordinanza di pignoramento e alla sua notifica al datore di lavoro, possono passare diversi mesi. Durante tutto questo processo, il debitore ha il diritto di presentare opposizione e di negoziare con il creditore per trovare soluzioni alternative. Conoscere i propri diritti e le protezioni offerte dalla legge è fondamentale per affrontare il pignoramento in modo efficace e proteggere i propri interessi. La consulenza di un avvocato specializzato in diritto esecutivo può essere essenziale per difendersi e trovare soluzioni che tutelino gli interessi del debitore nel lungo periodo.
Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Opposizione a Pignoramenti
Affrontare un pignoramento, soprattutto quando riguarda il proprio stipendio, rappresenta una sfida significativa per qualsiasi individuo. Le implicazioni finanziarie e psicologiche di tale evento possono essere profonde e durature. In questo contesto, avere al proprio fianco un avvocato specializzato in opposizione a pignoramenti è non solo utile ma spesso indispensabile per garantire che i propri diritti siano adeguatamente tutelati e che si possano intraprendere le azioni necessarie per proteggere il proprio benessere economico e personale.
Un avvocato esperto in diritto esecutivo e in particolar modo in opposizione a pignoramenti possiede una conoscenza approfondita delle leggi e delle procedure che regolano questo ambito. Il Codice di Procedura Civile italiano, che disciplina i pignoramenti, è complesso e in continua evoluzione. Le modifiche legislative introdotte negli ultimi anni, come il Decreto Legge n. 83 del 2015 e le disposizioni della legge di bilancio 2023, hanno incrementato le tutele per i debitori, ma richiedono un professionista aggiornato e competente per essere interpretate e applicate correttamente.
Quando si riceve un atto di precetto, che prelude al pignoramento dello stipendio, è fondamentale agire tempestivamente. L’atto di precetto intima il pagamento del debito entro dieci giorni, dopodiché il creditore può procedere con la richiesta di pignoramento. Un avvocato specializzato può immediatamente valutare la situazione, identificare eventuali irregolarità o vizi procedurali e consigliare il debitore sulle migliori azioni da intraprendere. La rapidità e l’efficacia dell’intervento legale possono fare una differenza significativa nell’esito della vicenda.
L’opposizione al pignoramento è un diritto del debitore, ma richiede una preparazione accurata e una strategia ben delineata. Presentare un’opposizione basata su motivi validi, come errori procedurali, vizi nel titolo esecutivo, prescrizione del debito o eccessiva onerosità della quota pignorata rispetto alle necessità del debitore, richiede una conoscenza dettagliata delle normative e delle prassi giudiziarie. Un avvocato esperto è in grado di preparare una difesa solida, raccogliendo le prove necessarie e presentando argomentazioni convincenti davanti al giudice. Questo aumenta significativamente le probabilità di successo dell’opposizione e può portare a una sospensione o addirittura a un annullamento del pignoramento.
La negoziazione con il creditore rappresenta un altro aspetto cruciale in cui l’assistenza legale è fondamentale. Un avvocato può interfacciarsi con il creditore per negoziare soluzioni alternative al pignoramento, come la rateizzazione del debito, la riduzione degli interessi di mora o la cancellazione delle spese aggiuntive. Queste negoziazioni richiedono non solo competenze legali ma anche abilità diplomatiche e una chiara comprensione delle dinamiche del recupero crediti. Un accordo negoziato con successo può prevenire ulteriori azioni legali e permettere al debitore di gestire il debito in modo più sostenibile.
Affrontare un pignoramento senza l’assistenza di un avvocato può esporre il debitore a rischi significativi. Le procedure legali sono complesse e qualsiasi errore può avere conseguenze gravi, inclusa la perdita di ulteriori somme di denaro o il prolungamento del periodo di pignoramento. Un avvocato specializzato garantisce che tutte le azioni intraprese siano conformi alla legge e che i diritti del debitore siano pienamente rispettati. Questo include la verifica della correttezza delle notifiche, l’esame delle documentazioni legali e la contestazione di eventuali vizi formali o sostanziali.
La protezione dei diritti del debitore è un principio fondamentale del diritto esecutivo. Le recenti modifiche legislative hanno rafforzato queste protezioni, introducendo limiti più stringenti alla quota pignorabile dello stipendio e garantendo che il debitore mantenga un livello minimo di sostentamento. Ad esempio, l’articolo 545 del Codice di Procedura Civile stabilisce che non può essere pignorato più di un quinto dello stipendio netto mensile del debitore, con alcune eccezioni per i debiti alimentari. Inoltre, le somme accreditate come stipendio o pensione successivamente al pignoramento possono essere pignorate solo nella misura di un quinto, garantendo così che il debitore abbia sempre accesso a risorse sufficienti per il proprio sostentamento.
L’assistenza legale non si limita alla fase di opposizione. Un avvocato specializzato può offrire consulenza preventiva per evitare future difficoltà. La gestione proattiva delle finanze e una pianificazione accurata delle risorse economiche possono prevenire il verificarsi di situazioni di indebitamento eccessivo e ridurre il rischio di pignoramenti futuri. Un avvocato può aiutare il cliente a comprendere meglio le proprie finanze, a stabilire un budget realistico e a gestire i debiti in modo più efficace.
Inoltre, l’intervento tempestivo di un avvocato può aiutare a limitare i danni finanziari e psicologici derivanti da un pignoramento. La riduzione dello stress e dell’ansia associati a una procedura esecutiva è un aspetto fondamentale del supporto legale. Sapere di avere al proprio fianco un professionista esperto e competente può fornire un senso di sicurezza e fiducia, consentendo al debitore di concentrarsi su soluzioni concrete piuttosto che essere sopraffatto dalla paura e dall’incertezza.
Infine, la fiducia tra avvocato e cliente è essenziale per una difesa efficace. Un avvocato specializzato sa come costruire e mantenere questa fiducia attraverso la trasparenza, l’onestà e la dedizione. Essere onesti sulle possibilità di successo, spiegare chiaramente le strategie legali e mantenere il cliente informato ad ogni passo del processo sono pratiche che costruiscono una relazione di fiducia duratura. Questa fiducia è fondamentale non solo per affrontare la situazione legale immediata, ma anche per qualsiasi futura questione legale che possa sorgere.
In conclusione, affrontare un pignoramento dello stipendio richiede una conoscenza approfondita delle leggi e delle procedure applicabili. Le conseguenze finanziarie e legali possono essere significative, ma ci sono strumenti e strategie legali che possono aiutare i debitori a difendersi e a proteggere i propri diritti. Rivolgersi a un avvocato specializzato in diritto esecutivo è fondamentale per navigare attraverso queste complessità e per garantire che il debitore possa affrontare il pignoramento con le migliori possibilità di successo. Un avvocato esperto può offrire una consulenza personalizzata, rappresentare il debitore nelle controversie legali, negoziare con i creditori e assistere nella presentazione di opposizioni e richieste di riduzione del pignoramento. Investire nella rappresentanza legale qualificata è una scelta cruciale per garantire una difesa adeguata e proteggere gli interessi finanziari del debitore nel lungo periodo.
Da questo punto di vista, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).
Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).
Perciò se hai bisogno di un avvocato esperto in opposizione a pignoramenti, qui di seguito trovi tutti i nostri contatti per un aiuto rapido e sicuro.