Quando Va In Prescrizione Un Atto Di Precetto?

L’atto di precetto è uno strumento legale fondamentale nel processo di esecuzione forzata. Rappresenta l’intimazione finale al debitore di adempiere ai suoi obblighi di pagamento prima che vengano intraprese azioni esecutive come il pignoramento dei beni. Tuttavia, come ogni atto legale, anche l’atto di precetto è soggetto a prescrizione. Comprendere quando e come questo avviene è cruciale per entrambe le parti coinvolte: il creditore e il debitore. Di seguito, attraverso una serie di domande e risposte, esploreremo in dettaglio i vari aspetti legati alla prescrizione di un atto di precetto, includendo cifre, dati, leggi specifiche e esempi pratici.

Ma andiamo nei dettagli con domande e risposte di Studio Monardo, gli avvocati specializzati in opposizione ad atti di precetto.

Cos’è un atto di precetto?

Un atto di precetto è un documento legale che intima al debitore di pagare un debito entro un termine specifico, generalmente non inferiore a dieci giorni, pena l’avvio di azioni esecutive come il pignoramento dei beni. Viene emesso sulla base di un titolo esecutivo, come una sentenza, un decreto ingiuntivo, una cambiale o un atto notarile.

Qual è la base legale per l’atto di precetto?

L’atto di precetto è disciplinato dal Codice di Procedura Civile italiano, in particolare dagli articoli 480 e seguenti. Questi articoli stabiliscono le condizioni, i contenuti e le modalità di notifica dell’atto di precetto.

Quando inizia il termine di prescrizione per un atto di precetto?

Il termine di prescrizione per un atto di precetto inizia dalla data in cui l’atto di precetto è stato notificato al debitore. È importante notare che l’atto di precetto stesso non ha un termine di prescrizione indipendente, ma dipende dal titolo esecutivo su cui si basa.

Qual è il termine di prescrizione per i titoli esecutivi?

Il termine di prescrizione per i titoli esecutivi varia a seconda della natura del titolo:

  • Sentenze: Il termine di prescrizione è di 10 anni, come previsto dall’articolo 2953 del Codice Civile.
  • Decreti ingiuntivi: Il termine di prescrizione è anch’esso di 10 anni.
  • Cambiali: La prescrizione è di 3 anni dalla data di scadenza, ai sensi dell’articolo 94 della Legge Cambiaria.
  • Atti notarili: Il termine di prescrizione varia a seconda del tipo di obbligazione contenuta nell’atto, ma generalmente è di 10 anni.

Cosa succede se il termine di prescrizione scade?

Il termine di prescrizione per un atto di precetto inizia dalla data in cui l’atto stesso viene notificato al debitore. La notifica del precetto è un passaggio cruciale, poiché rappresenta l’intimazione formale al debitore di adempiere al pagamento del debito entro un termine specifico, generalmente non inferiore a dieci giorni. La decorrenza del termine di prescrizione è strettamente legata alla natura del titolo esecutivo su cui si basa il precetto.

Per comprendere meglio questo concetto, è importante distinguere i vari tipi di titoli esecutivi e i rispettivi termini di prescrizione. Ad esempio, le sentenze e i decreti ingiuntivi non opposti hanno un termine di prescrizione di dieci anni, mentre le cambiali hanno un termine di tre anni dalla data di scadenza. Gli atti notarili, invece, hanno un termine di prescrizione che varia a seconda del tipo di obbligazione contenuta nell’atto, ma in generale è di dieci anni. Questi termini stabiliscono per quanto tempo il creditore può esercitare il diritto di esigere il pagamento del debito attraverso l’esecuzione forzata.

Quando il creditore notifica un atto di precetto al debitore, il termine di prescrizione del titolo esecutivo inizia a decorrere. Ad esempio, se un creditore ottiene una sentenza favorevole il 1 gennaio 2020 e notifica un atto di precetto il 1 giugno 2021, il termine di prescrizione di dieci anni per quella sentenza inizierà a decorrere nuovamente dal 1 giugno 2021. Questo significa che il creditore avrà tempo fino al 1 giugno 2031 per intraprendere azioni esecutive basate su quella sentenza.

È fondamentale per il creditore monitorare attentamente questi termini e agire tempestivamente per evitare che il diritto di esigere il pagamento vada in prescrizione. Se il creditore non intraprende alcuna azione esecutiva entro il termine di prescrizione, il diritto di esigere il pagamento del debito si estingue. Questo non implica che il debito sia cancellato, ma che il debitore può sollevare l’eccezione di prescrizione come difesa contro qualsiasi tentativo di esecuzione.

Il termine di prescrizione può essere interrotto in diversi modi, uno dei quali è la notifica di un nuovo atto di precetto. Ogni volta che un nuovo atto di precetto viene notificato, il termine di prescrizione ricomincia a decorrere dalla data di notifica. Altri atti che possono interrompere la prescrizione includono l’avvio di azioni esecutive o il riconoscimento del debito da parte del debitore. Ad esempio, se il debitore riconosce formalmente il debito in una comunicazione scritta, il termine di prescrizione viene interrotto e ricomincia a decorrere dalla data del riconoscimento.

È importante anche considerare che, in alcuni casi, la prescrizione può essere sospesa. Questo avviene in situazioni specifiche previste dalla legge, come nel caso di comportamenti fraudolenti da parte del debitore volti a nascondere il debito o a evitare il pagamento. La sospensione della prescrizione si verifica anche durante la pendenza di un procedimento giudiziario che impedisce al creditore di esercitare il suo diritto.

La comprensione esatta di quando inizia il termine di prescrizione per un atto di precetto richiede una conoscenza approfondita delle normative e delle tempistiche specifiche relative ai diversi titoli esecutivi. La precisione in questo ambito è cruciale, poiché un errore nel calcolo dei termini può portare alla perdita del diritto di esigere il pagamento. Pertanto, sia i creditori che i debitori dovrebbero consultare un avvocato esperto per assicurarsi che i loro diritti siano adeguatamente protetti e che tutte le azioni legali siano intraprese nei tempi corretti.

L’avvocato svolge un ruolo chiave in queste situazioni, aiutando a determinare i termini di prescrizione, a notificare correttamente gli atti di precetto e a presentare eventuali opposizioni o difese necessarie. La tempestività e la precisione nella gestione di queste procedure legali possono fare una differenza significativa nel risultato finale, proteggendo i diritti e gli interessi delle parti coinvolte.

È possibile interrompere il termine di prescrizione?

Sì, il termine di prescrizione può essere interrotto. L’interruzione può avvenire attraverso vari atti, tra cui:

  • Notifica di un nuovo atto di precetto: Questo riavvia il termine di prescrizione.
  • Avvio di azioni esecutive: Qualsiasi azione legale che il creditore intraprende per eseguire il titolo interrompe la prescrizione.
  • Riconoscimento del debito da parte del debitore: Se il debitore riconosce il debito in qualsiasi forma, il termine di prescrizione si interrompe.

Come si calcola il nuovo termine di prescrizione dopo l’interruzione?

Il calcolo del nuovo termine di prescrizione dopo l’interruzione è un aspetto fondamentale per la gestione corretta delle azioni esecutive e per la protezione dei diritti dei creditori. Quando un termine di prescrizione viene interrotto, esso non riprende semplicemente dal punto in cui era stato interrotto, ma ricomincia a decorrere interamente da capo. Questo meccanismo garantisce che il creditore disponga di un periodo di tempo pieno per esercitare il suo diritto dopo che l’atto interruttivo è stato compiuto.

La prescrizione può essere interrotta da vari atti, tra cui la notifica di un nuovo atto di precetto, l’avvio di un’azione esecutiva o il riconoscimento del debito da parte del debitore. Ad esempio, se un creditore notifica un nuovo atto di precetto, il termine di prescrizione si interrompe e ricomincia a decorrere dalla data di notifica di tale precetto. Supponiamo che il termine di prescrizione di una sentenza sia di dieci anni e che essa sia stata notificata al debitore il 1 gennaio 2020. Senza ulteriori atti, il termine di prescrizione scadrebbe il 1 gennaio 2030. Tuttavia, se il creditore notifica un nuovo atto di precetto il 1 giugno 2025, il termine di prescrizione si interrompe e ricomincia a decorrere dal 1 giugno 2025, estendendosi quindi fino al 1 giugno 2035.

Questa ripartenza del termine di prescrizione dopo l’interruzione è stabilita dall’articolo 2945 del Codice Civile italiano, che afferma che l’interruzione della prescrizione comporta l’inizio di un nuovo periodo di prescrizione della stessa durata del precedente. Pertanto, la data dell’atto interruttivo diventa il nuovo punto di partenza per il calcolo del termine.

L’interruzione della prescrizione può avvenire anche tramite altre azioni legali. Per esempio, se il creditore avvia un’azione esecutiva, come il pignoramento dei beni del debitore, il termine di prescrizione si interrompe e ricomincia dalla data in cui l’azione esecutiva viene avviata. Analogamente, se il debitore riconosce formalmente il debito, questo riconoscimento interrompe la prescrizione e fa ripartire il termine dalla data del riconoscimento. Questo può avvenire, ad esempio, tramite una dichiarazione scritta del debitore o attraverso il pagamento parziale del debito.

Un altro scenario comune è la presentazione di un’opposizione da parte del debitore. Se il debitore contesta il titolo esecutivo o l’atto di precetto, l’azione legale conseguente può interrompere il termine di prescrizione. In questo caso, il termine riprenderà a decorrere dalla data della decisione giudiziaria che respinge l’opposizione o dalla data in cui l’opposizione viene ritirata.

È cruciale per i creditori essere consapevoli di questi meccanismi di interruzione e di ripartenza del termine di prescrizione, poiché un errore nella gestione di queste tempistiche può comportare la perdita del diritto di esigere il pagamento del debito. Per i debitori, invece, è importante monitorare attentamente gli atti compiuti dal creditore per poter sollevare tempestivamente eventuali eccezioni di prescrizione.

L’assistenza di un avvocato esperto è essenziale per gestire correttamente queste situazioni. Un legale può garantire che tutte le azioni necessarie per interrompere la prescrizione siano intraprese tempestivamente e correttamente, proteggendo così i diritti del creditore. Allo stesso modo, può assistere il debitore nel presentare difese e opposizioni efficaci, monitorando le tempistiche e identificando eventuali irregolarità procedurali che possano essere sfruttate a suo favore.

In sintesi, il calcolo del nuovo termine di prescrizione dopo l’interruzione richiede una conoscenza precisa delle leggi applicabili e una gestione attenta delle tempistiche. Ogni atto interruttivo, che sia la notifica di un nuovo precetto, l’avvio di un’azione esecutiva o il riconoscimento del debito, fa ripartire il termine di prescrizione dalla data in cui l’atto è compiuto. Questo garantisce che il creditore disponga di un periodo pieno per esercitare il proprio diritto, mentre il debitore deve essere vigile e pronto a difendersi in modo appropriato. La collaborazione con un avvocato esperto è fondamentale per navigare queste complessità legali e per assicurarsi che i propri interessi siano protetti in ogni fase del processo.

Quali sono le implicazioni legali della prescrizione di un atto di precetto?

Le implicazioni legali della prescrizione sono significative. Una volta scaduto il termine di prescrizione, il creditore perde il diritto di esigere il pagamento attraverso azioni esecutive. Questo non significa che il debito sia cancellato, ma il debitore può eccepire la prescrizione come difesa contro qualsiasi richiesta di pagamento.

Ci sono eccezioni alla prescrizione?

Sì, esistono alcune eccezioni alla prescrizione. Ad esempio, in caso di frode o comportamento doloso del debitore volto a nascondere il debito o a evitare il pagamento, il termine di prescrizione può essere sospeso o interrotto.

Qual è il ruolo dell’avvocato nel contesto della prescrizione?

Un avvocato svolge un ruolo cruciale nel gestire le questioni relative alla prescrizione. Per il creditore, l’avvocato assicura che tutte le azioni legali siano intraprese tempestivamente per evitare la prescrizione del titolo esecutivo. Per il debitore, l’avvocato può eccepire la prescrizione come difesa efficace contro azioni esecutive tardive.

Esempio pratico: prescrizione di una sentenza

Immaginiamo che un creditore ottenga una sentenza favorevole il 1 gennaio 2015. Il termine di prescrizione per eseguire questa sentenza è di 10 anni, quindi scade il 1 gennaio 2025. Se il creditore notifica un atto di precetto il 1 giugno 2020, il termine di prescrizione viene interrotto e inizia a decorrere nuovamente da questa data, scadendo quindi il 1 giugno 2030.

Quali sono le differenze tra prescrizione e decadenza di un atto di precetto?

Le differenze tra prescrizione e decadenza sono fondamentali nel diritto civile e processuale italiano, poiché determinano le modalità e i tempi entro i quali è possibile esercitare un diritto o compiere un atto legale. Entrambi i concetti sono strumenti giuridici utilizzati per garantire la certezza dei rapporti giuridici, ma operano in modo diverso e hanno effetti distinti.

La prescrizione si riferisce alla perdita del diritto di far valere una pretesa in giudizio a causa del trascorrere del tempo. In altre parole, se un diritto non viene esercitato entro un periodo di tempo determinato dalla legge, quel diritto si estingue. La prescrizione è regolata dal Codice Civile italiano, in particolare dall’articolo 2934 e seguenti. La durata della prescrizione varia a seconda della natura del diritto. Ad esempio, il termine di prescrizione ordinaria è di dieci anni, ma ci sono termini più brevi per alcuni diritti specifici, come i tre anni per le cambiali o i cinque anni per i crediti derivanti da rapporti di lavoro. La prescrizione può essere interrotta e il termine ricomincia a decorrere da capo ogni volta che viene intrapresa un’azione legale volta a far valere il diritto, come una citazione in giudizio o una richiesta di pagamento.

La decadenza, invece, è il termine entro il quale deve essere compiuto un determinato atto, pena la perdita definitiva del diritto stesso. La decadenza non può essere interrotta, a differenza della prescrizione. Una volta scaduto il termine di decadenza, il diritto non può più essere esercitato in nessun caso, indipendentemente da eventuali atti compiuti successivamente. La decadenza è spesso utilizzata per garantire che le procedure legali siano avviate entro tempi certi e brevi, evitando ritardi e incertezze. Ad esempio, il termine per proporre opposizione a un atto di precetto è di venti giorni dalla sua notifica; se questo termine non viene rispettato, il diritto di opporsi decade.

Le principali differenze tra prescrizione e decadenza possono essere riassunte come segue:

  1. Natura del termine: La prescrizione riguarda il diritto di agire in giudizio per far valere una pretesa, mentre la decadenza si riferisce alla necessità di compiere un atto entro un termine specifico.
  2. Interruzione: La prescrizione può essere interrotta e il termine ricomincia a decorrere da capo. La decadenza, invece, non può essere interrotta; una volta scaduto il termine, il diritto è definitivamente perduto.
  3. Effetti: La prescrizione estingue il diritto di agire in giudizio per far valere una pretesa, ma non necessariamente il diritto sostanziale stesso. La decadenza estingue il diritto sostanziale, impedendo qualsiasi possibilità di esercitarlo.
  4. Ambito di applicazione: La prescrizione si applica a una vasta gamma di diritti civili, mentre la decadenza è spesso utilizzata in contesti specifici, come i termini per proporre impugnazioni o opposizioni in ambito processuale.

Un esempio pratico può aiutare a chiarire queste differenze. Immaginiamo un creditore che ha ottenuto una sentenza di condanna al pagamento di una somma di denaro. Il termine di prescrizione per eseguire la sentenza è di dieci anni. Se il creditore non intraprende alcuna azione entro questo periodo, perde il diritto di esigere il pagamento. Tuttavia, se durante questo periodo il creditore notifica un atto di precetto, il termine di prescrizione si interrompe e ricomincia da capo dalla data della notifica.

In un altro scenario, consideriamo un debitore che riceve un atto di precetto. Il debitore ha venti giorni di tempo per proporre opposizione. Questo è un termine di decadenza. Se il debitore non agisce entro questi venti giorni, perde definitivamente il diritto di opporsi al precetto, indipendentemente da qualsiasi azione futura.

Entrambi i concetti servono a garantire la certezza del diritto e la stabilità dei rapporti giuridici, ma operano in modo diverso per raggiungere questo obiettivo. La prescrizione incoraggia le parti a esercitare i propri diritti entro un periodo di tempo ragionevole, mentre la decadenza impone termini perentori per l’esecuzione di specifici atti legali.

In conclusione, la comprensione delle differenze tra prescrizione e decadenza è essenziale per chiunque sia coinvolto in controversie legali o nella gestione di crediti e debiti. La conoscenza di questi concetti può influenzare significativamente le strategie legali adottate da creditori e debitori e garantire che i diritti siano protetti in modo efficace e tempestivo. L’assistenza di un avvocato esperto è spesso indispensabile per navigare queste complessità legali e per assicurarsi che tutte le azioni necessarie siano intraprese nei tempi corretti, proteggendo i propri interessi in ogni fase del processo legale.

Cosa deve fare il debitore se riceve un atto di precetto oltre il termine di prescrizione?

Se il debitore riceve un atto di precetto oltre il termine di prescrizione del titolo esecutivo, può presentare un’opposizione all’esecuzione ai sensi dell’articolo 615 del Codice di Procedura Civile. Il debitore deve dimostrare che il termine di prescrizione è scaduto e che il diritto del creditore di esigere il pagamento si è estinto.

Come influisce la prescrizione su un piano di rientro del debito?

Se il debitore e il creditore concordano un piano di rientro del debito, la prescrizione può essere influenzata dagli accordi presi. Il riconoscimento del debito da parte del debitore come parte del piano di rientro può interrompere la prescrizione, riavviando il termine da quella data.

Quali sono le procedure legali per eccepire la prescrizione?

Per eccepire la prescrizione, il debitore deve presentare un’opposizione formale al tribunale competente. Questo implica depositare una memoria difensiva che dimostri che il termine di prescrizione è scaduto. Il tribunale esaminerà le prove e deciderà se il pignoramento può procedere o se il diritto del creditore è estinto.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Opposizione ad Atti Di Precetto

Affrontare un atto di precetto è una delle situazioni legali più stressanti e complesse che un debitore possa incontrare. Un atto di precetto rappresenta una vera e propria intimazione di pagamento che, se non soddisfatta, può portare all’esecuzione forzata dei beni del debitore. In questo contesto, l’importanza di avere al proprio fianco un avvocato esperto in opposizione ad atti di precetto non può essere sottovalutata. Un avvocato specializzato non solo offre competenze tecniche e legali necessarie per contestare l’atto, ma fornisce anche il supporto emotivo e strategico indispensabile per affrontare una situazione così critica.

Un avvocato esperto conosce approfonditamente il Codice di Procedura Civile e le varie normative che regolano gli atti di precetto e le procedure esecutive. Questa conoscenza è fondamentale per identificare eventuali errori procedurali o irregolarità nell’atto di precetto notificato. Spesso, i debitori non sono consapevoli dei dettagli tecnici che possono rendere un atto di precetto invalido. Un avvocato può esaminare minuziosamente l’atto, verificare la correttezza della notifica, la validità del titolo esecutivo su cui si basa e l’adeguatezza delle somme richieste, identificando possibili punti di contestazione.

La tempestività è un altro fattore cruciale. Il termine per presentare opposizione a un atto di precetto è generalmente di venti giorni dalla sua notifica. Questo periodo, relativamente breve, richiede una reazione rapida e ben organizzata. Un avvocato esperto può assicurare che l’opposizione sia presentata nei termini, redigendo un atto formale che esponga chiaramente le ragioni per cui l’atto di precetto è contestato. La tempestività nell’azione legale è essenziale per impedire che il pignoramento dei beni diventi esecutivo, proteggendo così i beni del debitore da un sequestro imminente.

Oltre alla gestione dei tempi, un avvocato specializzato in opposizione ad atti di precetto può offrire una strategia di difesa personalizzata. Ogni situazione di debito è unica e richiede un approccio specifico. L’avvocato può valutare tutte le opzioni disponibili, come l’opposizione all’esecuzione per contestare il diritto del creditore di procedere, o l’opposizione agli atti esecutivi per evidenziare eventuali irregolarità formali o procedurali. La strategia può anche includere la negoziazione diretta con il creditore per cercare di raggiungere un accordo stragiudiziale che possa soddisfare entrambe le parti, evitando così il prolungarsi delle controversie legali.

Un altro aspetto fondamentale è la capacità dell’avvocato di rappresentare il debitore in tribunale. La preparazione e la presentazione delle argomentazioni davanti al giudice richiedono non solo una conoscenza approfondita della legge, ma anche abilità oratorie e persuasive. Un avvocato esperto sa come costruire una difesa solida, presentare prove pertinenti e rispondere efficacemente alle argomentazioni del creditore. La sua presenza in tribunale può fare la differenza tra il successo e il fallimento nel bloccare l’esecuzione forzata.

La consulenza legale continua offerta da un avvocato è altresì essenziale. Affrontare un atto di precetto non è una questione che si risolve in pochi giorni; può richiedere settimane o mesi di procedimenti legali. Durante questo periodo, il supporto costante di un avvocato garantisce che il debitore sia sempre informato sugli sviluppi del caso e sulle azioni da intraprendere. L’avvocato può aggiornare il cliente sulle scadenze processuali, sulle decisioni del tribunale e sulle opportunità di risolvere la questione in modo favorevole.

L’aspetto emotivo di affrontare un atto di precetto non deve essere sottovalutato. La prospettiva di perdere i propri beni e di affrontare difficoltà finanziarie può essere estremamente stressante. Avere un avvocato competente al proprio fianco offre un senso di sicurezza e di protezione. Sapere di poter contare su un professionista che difende i propri diritti e che lavora per trovare la migliore soluzione possibile allevia parte dello stress e dell’ansia associati a queste situazioni.

Infine, la prevenzione futura è un altro servizio prezioso offerto da un avvocato specializzato. Un buon avvocato non si limita a risolvere la situazione immediata, ma aiuta anche il cliente a prendere decisioni informate per evitare problemi simili in futuro. Questo può includere consulenza su come gestire i debiti, come negoziare con i creditori e come pianificare finanziariamente per evitare il ricorso a procedure esecutive.

In sintesi, l’importanza di avere al proprio fianco un avvocato esperto in opposizione ad atti di precetto è cruciale per affrontare efficacemente una delle situazioni legali più difficili e complesse che un debitore possa incontrare. Un avvocato fornisce le competenze legali, la tempestività nell’azione, la strategia di difesa personalizzata, la rappresentanza in tribunale, la consulenza continua e il supporto emotivo necessari per navigare attraverso le difficoltà di un atto di precetto. Investire nella rappresentanza legale qualificata è una scelta fondamentale per proteggere i propri diritti e interessi e per trovare una soluzione che consenta di superare le difficoltà finanziarie con maggiore serenità e sicurezza.

Da questo punto di vista, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

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Disclaimer: Le opinioni espresse in questo articolo riflettono il punto di vista personale degli Autori, maturato sulla base della loro esperienza professionale. Non devono essere considerate come consulenza tecnica o legale. Per chiarimenti specifici o ulteriori informazioni, si consiglia di contattare direttamente il nostro studio. Si invita a tenere presente che l’articolo fa riferimento al contesto normativo vigente alla data di redazione, poiché leggi e interpretazioni giuridiche possono cambiare nel tempo. Non ci assumiamo alcuna responsabilità per un utilizzo inappropriato delle informazioni contenute in queste pagine.
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Giuseppe Monardo

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