Cosa Succede Quando Hai Il Fermo Amministrativo?

Quando si riceve un fermo amministrativo, si entra in una situazione complessa e gravosa che può avere un impatto significativo sulla propria vita quotidiana. Il fermo amministrativo è una misura coercitiva adottata dalle amministrazioni pubbliche o dagli enti di riscossione, come l’Agenzia delle Entrate Riscossione, per recuperare crediti non pagati. Questa procedura coinvolge il blocco di beni mobili registrati del debitore, principalmente veicoli, impedendone l’uso e la disponibilità fino a quando il debito non viene saldato. Il fermo amministrativo viene iscritto nel Pubblico Registro Automobilistico (PRA) e comporta una serie di conseguenze legali e pratiche che devono essere comprese e affrontate.

Il fermo amministrativo può essere disposto per vari tipi di debiti, tra cui tasse non pagate (come IVA, IRPEF, bollo auto, ICI), multe per infrazioni del Codice della Strada, o contributi previdenziali non versati. Secondo le statistiche recenti, il numero di fermi amministrativi in Italia è in aumento, riflettendo una maggiore attenzione delle autorità nel recupero dei crediti. Nel 2022, ad esempio, sono stati emessi circa 1,2 milioni di fermi amministrativi, con un incremento del 5% rispetto all’anno precedente.

La procedura inizia con la notifica di una cartella esattoriale al debitore, che specifica l’importo dovuto e il termine entro cui pagare per evitare ulteriori azioni legali. Se il debito non viene saldato entro il termine previsto, il concessionario della riscossione può procedere con l’iscrizione del fermo amministrativo nel PRA. Questa iscrizione viene effettuata senza ulteriori avvisi, e il debitore si trova impossibilitato a utilizzare il proprio veicolo.

Le conseguenze del fermo amministrativo sono immediate e significative. In primo luogo, il veicolo non può circolare. Se viene utilizzato su strada nonostante il fermo, il conducente può essere sanzionato con multe che variano da 1.988 a 7.953 euro, secondo l’articolo 214 del Codice della Strada. Inoltre, il veicolo può essere sequestrato dalle autorità. Questa restrizione non solo limita la mobilità del debitore ma può anche avere un impatto negativo sulla sua capacità di lavoro, soprattutto se il veicolo è essenziale per l’attività professionale.

In secondo luogo, il veicolo non può essere radiato dal PRA, il che significa che non può essere demolito o esportato. Anche la vendita del veicolo è fortemente limitata: se il veicolo viene venduto con atto di data certa successiva all’iscrizione del fermo, il nuovo proprietario non potrà utilizzarlo né radiarlo dal PRA. Questo spesso rende difficile per il debitore liberarsi del bene per ottenere liquidità con cui pagare il debito.

Una volta iscritto il fermo, il debitore ha poche opzioni per sbloccare la situazione. La soluzione più diretta è saldare il debito. Una volta pagato l’importo dovuto, il concessionario della riscossione provvede d’ufficio alla cancellazione del fermo amministrativo dal PRA, senza ulteriori costi per il debitore. Tuttavia, questa soluzione non è sempre facilmente praticabile, soprattutto in caso di importi elevati.

Per i provvedimenti di fermo emessi prima del 1° gennaio 2020, la cancellazione del fermo richiede una procedura aggiuntiva. Il debitore deve presentare una richiesta al PRA, accompagnata dal pagamento di 32 euro di imposta di bollo. Questo processo può essere effettuato tramite PEC o email, come indicato nelle linee guida del PRA. Una volta completata la lavorazione della richiesta, l’Ufficio PRA invia al richiedente l’attestazione dell’avvenuta cancellazione del fermo.

Un’altra opzione per risolvere il fermo amministrativo è la rateizzazione del debito. Il debitore può richiedere all’Agenzia delle Entrate Riscossione di rateizzare l’importo dovuto. Se la richiesta viene accolta, il pagamento della prima rata può sospendere il fermo amministrativo, permettendo al debitore di riutilizzare il veicolo. È importante notare che la sospensione è temporanea e il fermo viene definitivamente cancellato solo una volta che l’intero debito è stato pagato.

In situazioni particolarmente complesse, come quando il debito è elevato e il debitore non ha le risorse per saldarlo, possono essere attivate le procedure di sovraindebitamento previste dal Decreto Legislativo 14/2019, noto come Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza. Queste procedure consentono di ristrutturare o cancellare i debiti attraverso vari strumenti legali, come il piano del consumatore, l’accordo di composizione della crisi, la liquidazione del patrimonio, e l’esdebitazione del sovraindebitato. Durante queste procedure, è possibile ottenere la sospensione dei pignoramenti e dei fermi amministrativi in corso, offrendo un sollievo temporaneo al debitore mentre si lavora a una soluzione a lungo termine.

Le norme relative al fermo amministrativo sono state oggetto di vari aggiornamenti legislativi negli ultimi anni. Il D.Lgs. 98/2017, ad esempio, ha introdotto la revoca automatica d’ufficio del fermo per i provvedimenti emessi dal 1° gennaio 2020. Questa modifica legislativa mira a semplificare la procedura di cancellazione del fermo, riducendo i costi e i tempi di attesa per i debitori. Tuttavia, per i provvedimenti emessi prima di questa data, rimangono in vigore le disposizioni precedenti, che richiedono una richiesta formale al PRA.

Un altro aspetto importante riguarda i casi particolari, come gli errori del concessionario o la vendita del veicolo prima dell’iscrizione del fermo. Se il fermo è stato iscritto erroneamente, ad esempio perché il debito non è dovuto, il concessionario della riscossione deve richiedere la cancellazione gratuita del fermo. Analogamente, se il veicolo è stato venduto con atto di data certa anteriore all’iscrizione del fermo, il concessionario, su comunicazione dell’ACI, deve cancellare il fermo senza costi per il debitore.

Per verificare se un veicolo è soggetto a fermo amministrativo, è possibile utilizzare vari servizi online offerti dall’ACI. Il servizio “MY CAR”, disponibile tramite l’APP “ACI Space” o la sezione “AUTO 3D” del sito ACI, permette di consultare i documenti relativi al veicolo, inclusi eventuali fermi amministrativi. Per ottenere informazioni complete sui veicoli di terzi, come nel caso di acquisto di un veicolo usato, è possibile richiedere una visura PRA al costo di 6 euro. Questa visura riporta tutte le informazioni giuridico-patrimoniali relative al veicolo.

In conclusione, il fermo amministrativo è una misura coercitiva efficace ma gravosa che le amministrazioni pubbliche utilizzano per recuperare crediti non pagati. La comprensione delle sue implicazioni, delle procedure di cancellazione e sospensione, e delle possibili strategie di difesa è fondamentale per gestire al meglio questa situazione. La consulenza di un avvocato specializzato può essere di grande aiuto per navigare attraverso le complessità legali e trovare la soluzione più appropriata.

Ma andiamo nei dettagli con domande e risposte.

Cos’è il fermo amministrativo?

Domanda: Che cos’è il fermo amministrativo?

Risposta: Il fermo amministrativo è un atto con il quale le amministrazioni pubbliche o gli enti competenti, attraverso i concessionari della riscossione, bloccano un bene mobile del debitore iscritto nei pubblici registri (come autoveicoli) per riscuotere crediti non pagati. Questi crediti possono derivare da tributi o tasse (come IVA, IRPEF, bollo auto, ICI) o da multe per infrazioni del Codice della Strada. Il fermo amministrativo viene registrato nel Pubblico Registro Automobilistico (PRA) e limita la disponibilità del veicolo fino a quando il debito non viene saldato.

Come viene iscritto il fermo amministrativo?

Domanda: Come viene iscritto il fermo amministrativo?

Risposta: In caso di mancato pagamento della cartella esattoriale entro i termini di legge, il concessionario della riscossione può disporre il fermo dei veicoli intestati al debitore. Questo viene fatto tramite l’iscrizione del provvedimento di fermo amministrativo nel Pubblico Registro Automobilistico (PRA). La procedura prevede che il debitore riceva una notifica dell’intenzione di procedere con il fermo, offrendo un ultimo termine per il pagamento del debito. Se il debito non viene saldato entro questo termine, il fermo viene registrato ufficialmente.

Quali sono le conseguenze del fermo amministrativo?

Domanda: Quali sono le conseguenze del fermo amministrativo?

Risposta: Le conseguenze del fermo amministrativo sono significative e includono:

  • Impossibilità di circolare: Il veicolo non può circolare finché il fermo amministrativo non viene revocato. Se il veicolo viene trovato in circolazione, è prevista una sanzione amministrativa.
  • Impossibilità di radiare il veicolo dal PRA: Il veicolo non può essere demolito o esportato all’estero finché il fermo è in atto.
  • Limitazioni alla vendita: Anche se il veicolo viene venduto, se l’atto di vendita ha una data successiva all’iscrizione del fermo, il veicolo non può circolare e non può essere radiato dal PRA.
  • Vendita forzata: Se il debitore non paga le somme contestate, il concessionario della riscossione può procedere con la vendita forzata del veicolo.

Come verificare se c’è un fermo amministrativo su un veicolo?

Domanda: Come posso verificare se c’è un fermo amministrativo sul mio veicolo?

Risposta: È possibile verificare la presenza di un fermo amministrativo sul proprio veicolo utilizzando vari servizi online. Uno dei modi più semplici è tramite il servizio “MY CAR” disponibile nell’APP “ACI Space” o nella sezione “AUTO 3D” sul sito dell’ACI. Questi servizi richiedono l’accesso con SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) e permettono di consultare i documenti relativi al proprio veicolo, inclusi eventuali fermi amministrativi. In alternativa, si può richiedere una visura PRA al costo di 6 euro tramite il servizio online, o rivolgersi a una delegazione ACI o a uno studio di consulenza automobilistica (agenzia pratiche auto).

Cancellazione del fermo amministrativo

Domanda: Come posso cancellare un fermo amministrativo?

Risposta: La cancellazione del fermo amministrativo avviene automaticamente, d’ufficio e senza oneri per il cittadino, da parte dei Concessionari della riscossione, per i provvedimenti di revoca emessi dal 1° gennaio 2020, come stabilito dal D.Lgs. 98/2017. Per i provvedimenti di revoca emessi prima di questa data, la cancellazione deve essere richiesta al PRA a cura del debitore, tramite PEC/mail, e comporta il pagamento di un’imposta di bollo di 32 euro per la nota di richiesta. In questi casi, non è necessaria la presentazione del Certificato di Proprietà (CdP) o del Documento Unico (DU).

Sospensione del fermo amministrativo

Domanda: È possibile sospendere un fermo amministrativo?

Risposta: Sì, la sospensione del fermo amministrativo è possibile e segue una procedura simile a quella della cancellazione. Per i provvedimenti di sospensione emessi dal 1° gennaio 2020, la sospensione viene effettuata d’ufficio dai Concessionari della riscossione. Per i provvedimenti anteriori a questa data, la sospensione deve essere richiesta al PRA tramite PEC/mail, con un pagamento di 32 euro di imposta di bollo. Anche in questo caso, non è richiesta la presentazione del CdP o del DU.

Casi particolari di fermo amministrativo

Domanda: Ci sono casi particolari in cui il fermo amministrativo può essere cancellato?

Risposta: Sì, ci sono casi particolari in cui il fermo amministrativo può essere cancellato senza oneri per il debitore. Ad esempio:

  • Errore del concessionario: Se il fermo è stato iscritto erroneamente, perché basato su una somma non dovuta dal contribuente (sgravio totale per indebito), il concessionario della riscossione provvede a richiedere al PRA la cancellazione gratuita del fermo.
  • Vendita anteriore all’iscrizione del fermo: Se il veicolo è stato venduto con atto di data certa anteriore all’iscrizione del fermo, dopo aver trascritto il passaggio di proprietà al PRA, il concessionario della riscossione, su comunicazione dell’ACI, cancellerà gratuitamente il fermo amministrativo.

Come difendersi dal fermo amministrativo?

Domanda: Come posso difendermi dal fermo amministrativo?

Risposta: Esistono diverse strategie per difendersi dal fermo amministrativo:

  1. Pagare il debito: La soluzione più immediata è pagare il debito contestato, in modo che il fermo venga revocato automaticamente.
  2. Rateizzare il debito: È possibile richiedere la rateizzazione del debito all’Agenzia delle Entrate Riscossione. Se la richiesta viene accettata e la prima rata viene pagata, il fermo può essere sospeso.
  3. Contestare il debito: Se il debito non è dovuto o se ci sono errori nella procedura di notifica, è possibile presentare un’opposizione legale. Questo può richiedere l’assistenza di un avvocato specializzato.
  4. Procedure di sovraindebitamento: Per debitori in grave difficoltà economica, le procedure previste dal Decreto Legislativo 14/2019 possono offrire soluzioni per ristrutturare o cancellare i debiti.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Cancellazione Fermi Amministrativi

Affrontare un fermo amministrativo può essere un’esperienza difficile e complessa, che richiede non solo una buona comprensione delle leggi e delle normative applicabili, ma anche una strategia ben definita per difendersi efficacemente. In questa situazione, avere al proprio fianco un avvocato esperto in cancellazione fermi amministrativi è essenziale. La presenza di un professionista legale specializzato può offrire una guida preziosa, protezione legale e una strategia efficace per gestire e risolvere il problema.

Un avvocato esperto in cancellazione fermi amministrativi possiede una conoscenza approfondita delle normative e delle procedure legali. Il Codice della Strada e le normative fiscali italiane, come il Decreto Legislativo 98/2017 e il Codice di Procedura Civile, stabiliscono le regole e i limiti per l’iscrizione e la cancellazione dei fermi amministrativi. Un professionista legale esperto può analizzare attentamente il caso specifico del cliente, identificare eventuali irregolarità o errori procedurali e fornire una consulenza mirata su come procedere.

Uno dei principali vantaggi di avere un avvocato esperto è la capacità di contestare efficacemente il fermo amministrativo. Esistono diversi motivi per cui un fermo può essere contestato, tra cui errori nella procedura di notifica, prescrizione del debito, o l’avvenuto pagamento del debito. Un avvocato può esaminare la documentazione e le circostanze del caso, presentare un ricorso solido e rappresentare il cliente in tribunale. La qualità della presentazione del ricorso e delle argomentazioni legali può fare una differenza significativa nel risultato del caso.

Un altro aspetto cruciale è la capacità di negoziare con i creditori. Un avvocato esperto può mediare tra il debitore e l’ente di riscossione per trovare soluzioni alternative al fermo amministrativo, come la rateizzazione del debito o la riduzione dell’importo dovuto. Queste negoziazioni richiedono non solo una comprensione delle leggi, ma anche abilità di mediazione e negoziazione. Un avvocato può utilizzare la sua esperienza per ottenere condizioni più favorevoli per il cliente, alleviando così parte della pressione finanziaria e psicologica.

Le procedure di sovraindebitamento previste dal Decreto Legislativo 14/2019, noto come Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, offrono ulteriori strumenti per affrontare situazioni di grave difficoltà economica. Queste procedure consentono di ristrutturare o cancellare i debiti attraverso vari strumenti legali, come il piano del consumatore, l’accordo di composizione della crisi, la liquidazione del patrimonio, e l’esdebitazione del sovraindebitato. Un avvocato esperto può valutare quale di queste procedure sia la più adatta al caso specifico del cliente e assisterlo nella preparazione e presentazione della relativa istanza. Durante queste procedure, è possibile ottenere la sospensione dei fermi amministrativi in corso, offrendo un sollievo temporaneo al debitore mentre si lavora a una soluzione a lungo termine.

Un altro vantaggio significativo di avere un avvocato esperto è la protezione del minimo vitale del debitore. Le normative italiane stabiliscono che una parte del reddito e dei beni necessari per la sopravvivenza del debitore e della sua famiglia non può essere pignorata. Questo include l’ultimo stipendio accreditato sul conto corrente e, se il conto corrente contiene somme provenienti da pensioni, queste possono essere pignorate solo nella misura eccedente il triplo dell’assegno sociale. Un avvocato può garantire che queste protezioni siano applicate correttamente, impedendo che il debitore venga privato delle risorse essenziali per vivere.

La presenza di un avvocato esperto offre anche un supporto psicologico significativo. Sapere di avere al proprio fianco un professionista competente riduce notevolmente l’ansia e la preoccupazione legate al fermo amministrativo. L’avvocato può spiegare chiaramente ogni fase del processo, rispondere a tutte le domande del debitore e offrire rassicurazioni sulla possibilità di raggiungere una soluzione equa. Questo sostegno può essere inestimabile, permettendo al debitore di affrontare la situazione con maggiore serenità e fiducia.

Infine, un avvocato esperto può fornire consulenza preventiva per evitare future situazioni di indebitamento. Questo può includere la pianificazione fiscale e contributiva, la revisione dei processi aziendali, e l’implementazione di pratiche finanziarie più efficaci. La prevenzione è sempre preferibile alla cura, e l’esperienza di un avvocato può aiutare i debitori a instaurare abitudini che minimizzino il rischio di accumulare nuovi debiti.

In conclusione, affrontare un fermo amministrativo richiede una strategia ben definita e una conoscenza approfondita delle leggi e delle procedure legali italiane. Avere al proprio fianco un avvocato esperto in cancellazione fermi amministrativi è essenziale per proteggere i propri diritti e gestire efficacemente la situazione debitoria. Un avvocato può fornire la consulenza e l’assistenza necessarie per contestare l’atto di fermo, negoziare con il creditore, e utilizzare tutte le risorse legali disponibili per ottenere una soluzione equa e sostenibile. La loro competenza e esperienza sono fondamentali per navigare attraverso queste sfide complesse e per garantire che i diritti del debitore siano pienamente rispettati.

In tal senso, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

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Giuseppe Monardo

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