Quando Fallisce Una SNC? Risponde L’Avvocato

Il fallimento di una società in nome collettivo (SNC) è un evento complesso che comporta numerose implicazioni legali e finanziarie. La responsabilità illimitata e solidale dei soci aggiunge un ulteriore livello di complessità a questo processo. Questo articolo di Studio Monardo, gli avvocati specializzati in cancellazione debiti SNC, esplora le condizioni e le procedure per il fallimento di una SNC, fornendo risposte dettagliate basate sulle normative aggiornate al 2024.

Le Condizioni per il Fallimento di una SNC

Quando può fallire una SNC?

Una società in nome collettivo (SNC) può fallire quando si trova in stato di insolvenza, cioè quando non riesce a soddisfare le proprie obbligazioni finanziarie in modo regolare. Questo può verificarsi a causa di una cattiva gestione finanziaria, perdite significative di mercato o clienti, o un accumulo eccessivo di debiti non pagati. Lo stato di insolvenza deve essere dimostrato e può essere dichiarato dal tribunale a seguito di un’istanza presentata dai creditori, dai soci stessi o dalla società. È importante che i debiti della SNC superino una soglia minima di 30.000 euro, come previsto dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza. Una volta dichiarata l’insolvenza, il tribunale avvia la procedura di fallimento, nominando un curatore fallimentare che si occuperà della gestione e liquidazione dei beni della società per soddisfare i creditori.

Quali sono i requisiti per dichiarare il fallimento?

Per dichiarare il fallimento di una SNC, devono essere soddisfatti alcuni requisiti specifici:

  • Soglia di Debito: La società deve avere debiti superiori a 30.000 euro, secondo il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019).
  • Insolvenza: Deve essere dimostrato lo stato di insolvenza, ossia l’incapacità di adempiere regolarmente alle obbligazioni.
  • Istanza di Fallimento: Può essere presentata dai creditori, dai soci o dalla stessa società.

Quali leggi regolano il fallimento di una SNC?

Il fallimento di una società in nome collettivo (SNC) è regolato principalmente dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, introdotto con il D.Lgs. n. 14/2019. Questo codice sostituisce la precedente legge fallimentare (R.D. 267/1942) e introduce procedure moderne e più snelle per la gestione delle crisi aziendali. Include la dichiarazione di fallimento, le procedure di liquidazione giudiziale, e le misure di allerta e prevenzione delle crisi. Inoltre, le disposizioni del Codice Civile italiano, che regolano le società di persone, e la Legge n. 3/2012, riguardante il sovraindebitamento, possono essere applicate in determinate circostanze. Queste normative offrono un quadro completo per affrontare le situazioni di insolvenza e per garantire che i creditori possano recuperare le somme dovute nel modo più efficiente possibile.

La Procedura di Fallimento

Come si avvia la procedura di fallimento di una SNC?

Per avviare la procedura di fallimento di una società in nome collettivo (SNC), è necessario presentare un’istanza di fallimento al tribunale competente. Questa istanza può essere presentata dai creditori, dai soci o dalla stessa società. Il tribunale esamina l’istanza e verifica se esistono i presupposti per dichiarare il fallimento, come lo stato di insolvenza e il superamento della soglia di debito di 30.000 euro, stabilita dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza. Se i presupposti sono soddisfatti, il tribunale emette una sentenza di fallimento e nomina un curatore fallimentare. Il curatore ha il compito di gestire il processo di liquidazione dei beni della società e di soddisfare i creditori nel rispetto delle disposizioni legali. La procedura prevede anche la convocazione di un’assemblea dei creditori, in cui vengono discusse le modalità di liquidazione e la ripartizione dei proventi tra i creditori. Durante tutto il processo, è fondamentale rispettare le normative vigenti per garantire una gestione corretta e trasparente del fallimento.

Cosa succede dopo la dichiarazione di fallimento di una SNC?

Dopo la dichiarazione di fallimento di una SNC, il tribunale nomina un curatore fallimentare che assume il controllo della gestione della società. Il curatore deve redigere un inventario dettagliato dei beni e delle passività della società e notificare la dichiarazione di fallimento ai creditori. Viene convocata un’assemblea dei creditori per discutere lo stato del fallimento e decidere le modalità di liquidazione del patrimonio. Il curatore avvia quindi la liquidazione dei beni, vendendoli per raccogliere fondi da distribuire tra i creditori. Durante questo processo, il curatore deve agire con trasparenza e nel rispetto delle disposizioni del tribunale. I creditori vengono soddisfatti in base all’ordine di priorità stabilito dalla legge, con i creditori privilegiati che hanno precedenza sui creditori chirografari. La chiusura del fallimento avviene quando tutti i beni sono stati liquidati e i proventi distribuiti, momento in cui il curatore presenta un rapporto finale al tribunale per ottenere la chiusura formale del procedimento.

Quali sono le responsabilità del curatore fallimentare di una SNC?

Le responsabilità del curatore fallimentare sono molteplici e cruciali per il corretto svolgimento della procedura di fallimento di una SNC. Innanzitutto, il curatore deve prendere possesso dei beni e dei documenti della società fallita, redigere un inventario dettagliato e valutare lo stato patrimoniale. È suo compito gestire l’amministrazione corrente della società, compresa la continuazione o cessazione delle attività, a seconda delle istruzioni del tribunale.

Il curatore deve anche verificare e accertare i crediti, redigendo lo stato passivo, che è l’elenco dei crediti ammessi al passivo della procedura. Deve quindi convocare e presiedere le assemblee dei creditori, dove vengono discusse le modalità di liquidazione dei beni e le proposte di concordato, se presenti.

La liquidazione dei beni è una delle funzioni principali del curatore, che deve vendere gli asset della società per raccogliere fondi da distribuire ai creditori. Questo deve essere fatto in modo trasparente e nel rispetto delle disposizioni del tribunale. I proventi delle vendite devono essere distribuiti secondo l’ordine di priorità stabilito dalla legge, con i creditori privilegiati che vengono soddisfatti prima di quelli chirografari.

Durante tutto il processo, il curatore deve tenere informato il tribunale, presentando rapporti periodici e un rapporto finale una volta completate le operazioni di liquidazione. Il curatore ha anche l’obbligo di agire con diligenza, lealtà e trasparenza, evitando conflitti di interesse e garantendo che tutte le azioni intraprese siano nell’interesse dei creditori.

Infine, il curatore è responsabile di chiudere formalmente la procedura di fallimento, presentando un’istanza al tribunale per la chiusura del fallimento una volta che tutti i beni sono stati liquidati e i creditori soddisfatti.

Quali sono i diritti dei creditori di una SNC?

I creditori di una SNC hanno diversi diritti durante la procedura di fallimento, che mirano a garantire il recupero dei loro crediti nel modo più equo possibile. Innanzitutto, i creditori hanno il diritto di essere informati della dichiarazione di fallimento e di partecipare alle assemblee dei creditori convocate dal curatore fallimentare. Durante queste assemblee, possono discutere e approvare le modalità di liquidazione dei beni della società.

I creditori hanno il diritto di presentare le proprie richieste di credito al curatore, che le verifica e redige lo stato passivo, ossia l’elenco dei crediti ammessi al passivo della procedura. Questo stato passivo è sottoposto all’approvazione del giudice delegato, e i creditori possono contestare l’esclusione dei propri crediti o la classificazione attribuita.

I creditori privilegiati hanno il diritto di essere soddisfatti prima degli altri, in base all’ordine di priorità stabilito dalla legge. Questo include creditori come l’erario, i dipendenti e i fornitori di servizi essenziali. I creditori chirografari, che non hanno privilegi, vengono soddisfatti successivamente, in proporzione al loro credito.

Durante la liquidazione dei beni, i creditori hanno il diritto di essere informati delle operazioni di vendita e dei proventi raccolti. Possono esprimere pareri e fare proposte relative alla liquidazione, contribuendo a garantire che le operazioni siano condotte nel miglior interesse di tutti i creditori.

Infine, i creditori hanno il diritto di ricevere una quota proporzionale dei proventi della liquidazione, in base alla loro posizione nell’ordine di priorità e alla somma dei loro crediti ammessi. Hanno anche il diritto di essere informati della chiusura del fallimento e della distribuzione finale dei proventi, assicurando così la trasparenza e la correttezza del processo.

Le Conseguenze del Fallimento per i Soci

Cosa significa responsabilità illimitata e solidale dei soci di una SNC?

La responsabilità illimitata e solidale dei soci di una SNC significa che ciascun socio è responsabile con tutto il proprio patrimonio personale per i debiti della società. Non esiste una separazione tra il patrimonio della società e quello dei singoli soci. Questo implica che, se la SNC non riesce a pagare i propri debiti, i creditori possono rivalersi direttamente sui beni personali di qualsiasi socio per l’intero importo del debito, non solo per la quota di partecipazione del socio nella società. Ogni socio risponde quindi in modo completo e congiunto per tutte le obbligazioni della società.

Quali sono le conseguenze personali per i soci?

Il fallimento di una SNC può avere gravi conseguenze personali per i soci, tra cui:

  • Responsabilità Patrimoniale: I soci possono perdere i propri beni personali per coprire i debiti della società.
  • Ripercussioni Professionali: I soci possono essere esclusi da future attività imprenditoriali o subire restrizioni nella gestione di altre imprese.

Come possono i soci proteggersi?

Le conseguenze personali per i soci di una SNC che fallisce possono essere gravi e estese, a causa della loro responsabilità illimitata e solidale. In primo luogo, i soci rischiano di perdere il proprio patrimonio personale per soddisfare i debiti della società, inclusi beni immobili, conti bancari e altri asset personali. Questa responsabilità finanziaria può compromettere la stabilità economica personale e familiare dei soci.

Inoltre, il fallimento di una SNC può avere ripercussioni sulla reputazione professionale dei soci, influenzando negativamente la loro credibilità nel mondo degli affari. La perdita di reputazione può rendere difficile per i soci avviare nuove attività imprenditoriali o ottenere credito in futuro. I soci potrebbero anche affrontare restrizioni legali nell’assumere ruoli di gestione in altre società, a seconda delle specifiche condizioni imposte dal tribunale fallimentare.

Infine, la gestione delle procedure fallimentari richiede tempo ed energia, distraendo i soci dalle loro attività professionali e personali. I soci devono collaborare con il curatore fallimentare, fornire documentazione finanziaria e partecipare a riunioni e udienze, tutto ciò mentre cercano di navigare le implicazioni personali del fallimento. Questa esperienza può essere emotivamente e psicologicamente stressante, aggiungendo ulteriore peso alle già significative conseguenze finanziarie.

Esempi di Fallimenti e Casi di Studio

Esempio 1: Una SNC nel settore commerciale

Una SNC operante nel settore commerciale si trova in difficoltà a causa di una cattiva gestione finanziaria e di una significativa perdita di clienti. Con debiti superiori a 100.000 euro e un evidente stato di insolvenza, i soci decidono di presentare istanza di fallimento. Il tribunale nomina un curatore fallimentare che procede con la liquidazione dei beni della società. I creditori, tra cui fornitori e banche, vengono parzialmente soddisfatti con i proventi della vendita dei beni.

Esempio 2: Una SNC nel settore dei servizi

Una SNC nel settore dei servizi accumula debiti per oltre 50.000 euro a causa di un calo improvviso della domanda. Nonostante vari tentativi di ristrutturazione del debito, la società non riesce a risollevarsi. I creditori presentano istanza di fallimento e il tribunale dichiara la società fallita. Il curatore fallimentare avvia le procedure di liquidazione e convoca l’assemblea dei creditori per discutere le modalità di distribuzione dei proventi.

Normative e Legislazione Aggiornate al 2024

Quali sono le principali leggi che regolano il fallimento di una SNC?

Le principali leggi che regolano il fallimento di una SNC includono:

Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019):

Il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019), entrato in vigore nel 2019 e aggiornato nel 2022, ha introdotto significative novità per la gestione delle crisi d’impresa, sostituendo la precedente legge fallimentare. Questo codice è stato creato per modernizzare e rendere più efficaci le procedure di gestione delle crisi e delle insolvenze aziendali, includendo società in nome collettivo (SNC).

Obiettivi del Codice

Il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza ha tre obiettivi principali:

  1. Prevenzione delle Crisi: Introduzione di strumenti di allerta per intercettare tempestivamente le situazioni di difficoltà economica.
  2. Efficienza delle Procedure: Semplificazione e accelerazione delle procedure di gestione delle crisi e delle insolvenze.
  3. Protezione dei Creditori: Maggiore tutela per i creditori, garantendo trasparenza e equità nella distribuzione delle risorse aziendali.

Strumenti di Allerta

Il codice prevede meccanismi di allerta per individuare precocemente segnali di crisi. Gli organi di controllo societari (come revisori contabili e sindaci) hanno l’obbligo di segnalare tempestivamente eventuali criticità al consiglio di amministrazione della società. Se le misure interne non risultano sufficienti, la segnalazione può essere inoltrata agli Organismi di Composizione della Crisi (OCRI), che possono intervenire per assistere la società nel superamento delle difficoltà.

Procedure di Composizione Assistita della Crisi

Una delle principali novità introdotte dal codice è la procedura di composizione assistita della crisi, un percorso volto a risolvere le difficoltà finanziarie dell’impresa senza ricorrere al fallimento. Questa procedura prevede l’assistenza di un esperto nominato dagli OCRI, che aiuta la società a negoziare con i creditori e a predisporre un piano di risanamento.

Liquidazione Giudiziale

Il codice sostituisce il termine “fallimento” con “liquidazione giudiziale”, pur mantenendo sostanzialmente invariata la procedura. La liquidazione giudiziale prevede la nomina di un curatore che gestisce la vendita dei beni dell’impresa per soddisfare i creditori. Le innovazioni apportate mirano a rendere più trasparenti ed efficienti queste operazioni, riducendo i tempi e i costi della procedura.

Procedura di Sovraindebitamento

La procedura di sovraindebitamento, disciplinata dalla Legge n. 3/2012 e incorporata nel nuovo codice, offre soluzioni per i debitori non fallibili, come le persone fisiche e le piccole imprese. Questa procedura permette di ristrutturare il debito e di ottenere l’esdebitazione (la liberazione dai debiti residui), favorendo una ripartenza economica.

Esempi di Applicazione del Codice

Un esempio pratico potrebbe riguardare una SNC operante nel settore del commercio al dettaglio che si trova in difficoltà a causa della perdita di clienti e dell’accumulo di debiti. Grazie agli strumenti di allerta, i revisori contabili segnalano le criticità agli OCRI, che intervengono nominando un esperto per assistere la società. Viene predisposto un piano di risanamento che prevede la rinegoziazione dei debiti con i fornitori e la ristrutturazione delle attività commerciali. Se il piano ha successo, la società può evitare la liquidazione giudiziale e continuare a operare, preservando posti di lavoro e valore economico.

In un altro caso, una SNC nel settore della ristorazione accumula debiti insostenibili e non riesce a pagare i fornitori. La società viene segnalata agli OCRI, che avviano la procedura di composizione assistita della crisi. Nonostante gli sforzi, la società non riesce a recuperare la redditività e il tribunale avvia la liquidazione giudiziale. Il curatore nominato vende i beni della società e distribuisce i proventi ai creditori in base all’ordine di priorità previsto dalla legge, garantendo una procedura trasparente e equa.

Il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza rappresenta quindi un passo importante verso una gestione più efficiente e moderna delle crisi aziendali, offrendo strumenti sia per la prevenzione delle difficoltà finanziarie sia per la gestione trasparente e ordinata delle procedure di liquidazione. Per i soci di una SNC, la conoscenza di queste normative e l’assistenza di un avvocato specializzato sono fondamentali per navigare attraverso le complessità legali e proteggere al meglio i propri interessi.

Codice Civile Italiano:

Le società in nome collettivo (SNC) sono regolate dal Codice Civile Italiano, che contiene disposizioni specifiche per le società di persone.

Costituzione e Funzionamento

Secondo il Codice Civile, una SNC deve essere costituita mediante atto pubblico o scrittura privata autenticata, che deve essere iscritta nel Registro delle Imprese. L’atto costitutivo deve indicare la denominazione sociale, la sede, l’oggetto sociale, i nomi dei soci e il loro apporto al capitale sociale.

Amministrazione

L’amministrazione della SNC può essere affidata a uno o più soci, come stabilito nell’atto costitutivo. Gli amministratori hanno il potere di rappresentanza della società e possono compiere tutti gli atti necessari per il raggiungimento dell’oggetto sociale. Essi devono agire con diligenza e nell’interesse della società.

Responsabilità dei Soci

Una caratteristica fondamentale delle SNC è la responsabilità illimitata e solidale dei soci per le obbligazioni sociali. Ciò significa che i soci rispondono con tutto il loro patrimonio personale per i debiti della società. La responsabilità è solidale, quindi ciascun socio può essere chiamato a rispondere per l’intero debito, non solo per la sua quota di partecipazione.

Scioglimento e Liquidazione

Il Codice Civile prevede diverse cause di scioglimento della SNC, tra cui il raggiungimento dell’oggetto sociale, la scadenza del termine di durata della società, la decisione unanime dei soci, la dichiarazione di fallimento, e altre cause previste dall’atto costitutivo. In caso di scioglimento, la società entra in liquidazione, con la nomina di uno o più liquidatori che hanno il compito di realizzare l’attivo e soddisfare i creditori.

Esempi di Applicazione

Ad esempio, se una SNC nel settore della ristorazione accumula debiti significativi e non riesce a farvi fronte, i creditori possono agire nei confronti dei soci per recuperare i loro crediti. Anche se i debiti superano il capitale sociale, i soci sono tenuti a coprirli con il loro patrimonio personale. Se la società viene dichiarata fallita, i soci rischiano di perdere non solo il loro investimento nella società, ma anche i beni personali.

Un altro esempio può riguardare una SNC operante nel settore delle costruzioni. Se l’azienda subisce perdite ingenti a causa di un progetto fallito e non può pagare i fornitori, questi ultimi possono richiedere il pagamento ai soci. In questo caso, la responsabilità illimitata e solidale implica che ogni socio potrebbe essere obbligato a pagare l’intero importo del debito, nonostante il suo investimento iniziale fosse solo una parte del capitale sociale.

In conclusione, le disposizioni del Codice Civile Italiano relative alle SNC sottolineano l’importanza di una gestione attenta e diligente della società. La responsabilità illimitata e solidale dei soci rappresenta un rischio significativo che deve essere valutato con attenzione. Una consulenza legale esperta è fondamentale per comprendere appieno le implicazioni di queste normative e per proteggere i diritti e gli interessi dei soci.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Debiti SNC

La chiusura di una società in nome collettivo (SNC) con debiti rappresenta una sfida significativa che richiede un approccio legale e strategico ben pianificato. Le complessità normative e procedurali coinvolte in questo processo, specialmente in un contesto di sovraindebitamento, evidenziano l’importanza di avere al proprio fianco un avvocato specializzato. Un professionista esperto non solo offre una comprensione approfondita delle normative pertinenti, come il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019), ma anche delle disposizioni del Codice Civile relative alle società di persone.

Il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza ha introdotto strumenti innovativi per la gestione delle crisi aziendali, inclusi meccanismi di allerta precoce e procedure di composizione assistita della crisi. Questi strumenti sono cruciali per intercettare tempestivamente segnali di difficoltà economica e per avviare interventi mirati che possano prevenire il fallimento. L’intervento tempestivo di un avvocato specializzato può fare la differenza, consentendo alla società di sfruttare appieno questi strumenti per cercare di risanare la propria situazione finanziaria.

Una delle novità più rilevanti del Codice è l’introduzione della procedura di composizione assistita della crisi, che offre la possibilità di negoziare con i creditori sotto la supervisione di un esperto nominato dagli Organismi di Composizione della Crisi (OCRI). Questa procedura può risultare decisiva per evitare il fallimento e per ristrutturare i debiti in modo sostenibile. Un avvocato specializzato può assistere la società nella predisposizione di un piano di risanamento, garantendo che tutte le trattative siano condotte nel rispetto delle normative vigenti e che i diritti dei creditori siano tutelati.

La responsabilità illimitata e solidale dei soci di una SNC aggiunge un ulteriore livello di complessità alla gestione del fallimento. In caso di insolvenza, i soci rischiano di perdere non solo il capitale investito nella società, ma anche il proprio patrimonio personale. Questo aspetto rende ancora più critica la necessità di una consulenza legale esperta. Un avvocato specializzato può aiutare i soci a comprendere le implicazioni della loro responsabilità e a esplorare tutte le opzioni disponibili per proteggere il loro patrimonio personale.

Le procedure di sovraindebitamento, disciplinate dalla Legge n. 3/2012 e integrate nel Codice della Crisi d’Impresa, offrono ulteriori soluzioni per le società in difficoltà finanziaria. Queste procedure consentono di ristrutturare il debito e, in alcuni casi, di ottenere l’esdebitazione, ossia la liberazione dai debiti residui. L’assistenza di un avvocato specializzato è essenziale per navigare queste procedure complesse e per garantire che tutte le istanze siano presentate correttamente e tempestivamente.

Un esempio concreto dell’importanza di un avvocato specializzato può essere visto in una SNC operante nel settore della ristorazione che, a causa della pandemia, accumula debiti insostenibili. I soci, di fronte alla prospettiva del fallimento, decidono di avvalersi della procedura di composizione assistita della crisi. Con l’aiuto di un avvocato, riescono a negoziare con i creditori un piano di rientro che prevede la dilazione dei pagamenti e una riduzione degli interessi. Questo intervento permette alla società di continuare a operare, salvaguardando posti di lavoro e riducendo il rischio di ulteriori azioni legali.

In un altro scenario, una SNC nel settore del commercio al dettaglio si trova in stato di insolvenza e i creditori presentano istanza di fallimento. Grazie all’assistenza di un avvocato specializzato, i soci riescono a dimostrare che esistono margini per una ristrutturazione del debito tramite la procedura di sovraindebitamento. Il tribunale accoglie la richiesta e nomina un esperto per assistere nella composizione della crisi. Il risultato è un accordo che consente alla società di estinguere i debiti in modo sostenibile, evitando la liquidazione giudiziale.

L’intervento di un avvocato specializzato è quindi cruciale non solo per la gestione delle procedure fallimentari e di sovraindebitamento, ma anche per la tutela dei diritti dei soci e dei creditori. Un professionista esperto può offrire una valutazione obiettiva delle opzioni disponibili, assistere nella predisposizione della documentazione necessaria e rappresentare la società nelle trattative con i creditori e nelle udienze in tribunale. La sua conoscenza delle normative vigenti e delle prassi legali più efficaci permette di affrontare le crisi aziendali con maggiore sicurezza e probabilità di successo.

In conclusione, la chiusura di una SNC con debiti rappresenta una sfida complessa che richiede una gestione attenta e una profonda conoscenza delle normative legali e fiscali. L’assistenza di un avvocato specializzato in cancellazione debiti di SNC tramite procedure di sovraindebitamento e il Codice della Crisi d’Impresa è indispensabile per navigare con successo questo processo. Solo con una consulenza legale esperta è possibile proteggere i diritti dei soci, gestire le trattative con i creditori in modo efficace e garantire che tutte le azioni intraprese siano conformi alla legge, minimizzando le conseguenze negative e massimizzando le possibilità di una risoluzione favorevole.

A tal riguardo, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

Qui una delle testimonianze positive del lavoro dell’Avvocato Monardo, specializzato in cancellazione debiti SNC.

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Giuseppe Monardo

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