Pignoramento Cassa Integrazione: Come Funziona Nel 2024

Il pignoramento della cassa integrazione è una questione di grande interesse per molti lavoratori, soprattutto in tempi di crisi economica. Con l’introduzione di nuove disposizioni normative nel 2024, è fondamentale comprendere come funziona questa procedura e quali misure possono essere adottate per difendersi efficacemente. In questo articolo di Studio Monardo, gli avvocati specializzati in opposizione a pignoramenti, esamineremo dettagliatamente le leggi e le normative aggiornate, le procedure di pignoramento e le strategie difensive.

Ma andiamo nei dettagli con domande e risposte.

Cos’è il Pignoramento della Cassa Integrazione?

Cosa significa pignoramento della cassa integrazione?

Il pignoramento della cassa integrazione si riferisce alla procedura legale mediante la quale un creditore può sequestrare una parte delle somme percepite da un lavoratore a titolo di cassa integrazione per soddisfare debiti insoluti. La cassa integrazione è un ammortizzatore sociale fornito dall’INPS che garantisce un sostegno economico ai lavoratori la cui attività lavorativa è stata sospesa o ridotta per cause indipendenti dalla loro volontà. Questo meccanismo di protezione sociale è essenziale per mantenere un livello di reddito minimo durante periodi di crisi aziendale.

Il processo di pignoramento della cassa integrazione avviene in modo simile a quello del pignoramento dello stipendio, ma con alcune specificità dovute alla natura delle somme in questione. Secondo l’articolo 545 del Codice di Procedura Civile, le somme derivanti da prestazioni assistenziali come la cassa integrazione possono essere pignorate, ma solo entro certi limiti. La normativa italiana stabilisce che tali somme possono essere pignorate solo per la parte eccedente il cosiddetto “minimo vitale”, che viene calcolato in base all’assegno sociale. Nel 2024, questo limite è stato aggiornato, garantendo una maggiore protezione ai lavoratori.

La procedura di pignoramento prevede che il creditore, munito di un titolo esecutivo come una sentenza o un decreto ingiuntivo, notifichi al debitore un atto di precetto intimando il pagamento del debito entro un termine specifico. Se il debitore non adempie, il creditore può richiedere al tribunale competente l’emissione di un decreto di pignoramento. Questo decreto viene poi notificato all’INPS o al datore di lavoro, che devono trattenere le somme pignorate e versarle al creditore, rispettando i limiti imposti dalla legge.

Questa procedura assicura che il lavoratore mantenga un minimo vitale sufficiente per vivere dignitosamente. Inoltre, le somme derivanti dalla cassa integrazione non possono essere pignorate se non superano determinate soglie, offrendo una protezione minima ai lavoratori durante i periodi di difficoltà economica.

In sintesi, il pignoramento della cassa integrazione è una misura legale che permette ai creditori di recuperare crediti insoluti, ma con limiti rigorosi per garantire che i lavoratori non siano privati dei mezzi di sussistenza essenziali.

Come funziona il pignoramento della cassa integrazione?

Il pignoramento della cassa integrazione è una procedura legale che consente ai creditori di sequestrare una parte delle somme percepite da un lavoratore come indennità di cassa integrazione per recuperare crediti insoluti. Ecco come funziona passo per passo:

1. Ottenimento del Titolo Esecutivo: Il processo inizia con il creditore che deve ottenere un titolo esecutivo, come una sentenza, un decreto ingiuntivo non opposto, o un altro atto giudiziario che conferma l’esistenza del debito e ordina il pagamento.

2. Notifica dell’Atto di Precetto: Una volta ottenuto il titolo esecutivo, il creditore deve notificare al debitore un atto di precetto. Questo documento intima al debitore di pagare il debito entro un termine specifico, generalmente di dieci giorni. L’atto di precetto include tutte le informazioni rilevanti sul debito e sul titolo esecutivo.

3. Presentazione dell’Istanza di Pignoramento: Se il debitore non adempie all’atto di precetto entro il termine stabilito, il creditore può presentare un’istanza di pignoramento al tribunale competente. Questa istanza deve essere accompagnata dalla documentazione necessaria, inclusi il titolo esecutivo e la prova della notifica dell’atto di precetto.

4. Emissione del Decreto di Pignoramento: Il tribunale esamina l’istanza e, se ritiene che sussistano i presupposti, emette un decreto di pignoramento. Questo decreto ordina all’INPS o al datore di lavoro del debitore di trattenere le somme dovute e versarle al creditore.

5. Notifica del Decreto di Pignoramento: Il decreto di pignoramento deve essere notificato al debitore e al terzo custode (che in questo caso può essere l’INPS o il datore di lavoro). Dal momento della notifica, il terzo custode è obbligato a trattenere le somme indicate nel decreto.

6. Esecuzione del Pignoramento: Una volta notificato, il pignoramento delle somme della cassa integrazione diventa operativo. Il terzo custode trattiene le somme dovute al debitore e le versa al creditore, nei limiti previsti dalla legge. Secondo l’articolo 545 del Codice di Procedura Civile, le somme derivanti da prestazioni assistenziali e previdenziali, come la cassa integrazione, possono essere pignorate solo entro limiti specifici per garantire il minimo vitale al debitore. Nel 2024, questo limite è stato aggiornato per allinearsi con l’aumento dell’assegno sociale, fissato a 1.603,23 euro.

7. Pagamento al Creditore: Le somme trattenute vengono versate al creditore fino alla completa soddisfazione del debito o fino al raggiungimento del limite massimo pignorabile, garantendo che il debitore mantenga comunque una somma sufficiente per le esigenze vitali.

8. Estinzione del Pignoramento: La procedura di pignoramento si conclude quando il debito è stato completamente soddisfatto, o se il creditore non richiede l’assegnazione delle somme pignorate entro un termine specifico, solitamente di 45 giorni, a partire dalla notifica del decreto di pignoramento. In quest’ultimo caso, il pignoramento perde efficacia e le somme trattenute vengono restituite al debitore.

Questa procedura assicura che, pur recuperando i crediti, venga rispettato il diritto del lavoratore a mantenere un livello minimo di sostentamento. Le recenti normative introdotte nel 2024 hanno aggiornato i limiti e le modalità di esecuzione per garantire una maggiore tutela per i debitori, bilanciando la necessità di soddisfare i crediti con la protezione dei diritti fondamentali dei lavoratori.Normative e Disposizioni Legali Aggiornate al 2024

Quali sono le principali leggi che regolano il pignoramento della cassa integrazione?

Le principali leggi che regolano il pignoramento della cassa integrazione includono:

  1. Codice di Procedura Civile (CPC):
    • Art. 545 CPC: Stabilisce i limiti e le modalità di pignoramento delle somme derivanti da prestazioni assistenziali e previdenziali.
    • Art. 546 CPC: Definisce gli obblighi del terzo custode, in questo caso l’INPS o il datore di lavoro, che eroga le somme pignorate.
  2. Decreto Legge 19/2024:
    • Introduce ulteriori disposizioni specifiche per il pignoramento presso terzi, aggiornando gli obblighi del terzo custode e le modalità di esecuzione.

Procedura di Pignoramento della Cassa Integrazione

Quali sono i presupposti per avviare un pignoramento della cassa integrazione?

Per avviare un pignoramento della cassa integrazione, devono essere soddisfatti diversi presupposti legali. Questi includono:

Titolo Esecutivo: Il creditore deve possedere un titolo esecutivo. Questo può essere una sentenza, un decreto ingiuntivo non opposto, o qualsiasi altro atto giudiziario che confermi l’esistenza del debito e ordini il pagamento. Il titolo esecutivo è fondamentale per legittimare l’azione esecutiva.

Atto di Precetto: Prima di procedere con il pignoramento, il creditore deve notificare al debitore un atto di precetto. Questo atto è un avviso formale che intima al debitore di pagare il debito entro un termine specifico, generalmente dieci giorni. L’atto di precetto deve includere tutte le informazioni rilevanti sul debito e sul titolo esecutivo.

Certezza, Liquidità ed Esigibilità del Credito: Il credito deve essere certo, liquido ed esigibile. Ciò significa che l’importo del credito deve essere determinato con precisione, non deve essere contestato, e deve essere immediatamente esigibile senza ulteriori condizioni o termini.

Notifica al Terzo Custode: Nel caso della cassa integrazione, il pignoramento coinvolge l’INPS, che eroga le somme a titolo di cassa integrazione. L’INPS deve essere notificato del pignoramento e deve trattenere le somme pignorate per versarle al creditore. Il terzo custode ha l’obbligo legale di rispettare le disposizioni del decreto di pignoramento.

Emissione del Decreto di Pignoramento: Dopo aver notificato l’atto di precetto e se il debitore non adempie entro il termine stabilito, il creditore può presentare un’istanza di pignoramento al tribunale competente. Il tribunale, esaminata l’istanza e verificata la documentazione, può emettere un decreto di pignoramento che ordina all’INPS di trattenere le somme dovute al debitore.

Limiti al Pignoramento: Secondo l’articolo 545 del Codice di Procedura Civile, le somme derivanti da prestazioni assistenziali e previdenziali come la cassa integrazione possono essere pignorate solo entro certi limiti per garantire il minimo vitale al debitore. Nel 2024, il limite di pignoramento è stato aggiornato, garantendo che il debitore mantenga una somma minima sufficiente per le necessità vitali, fissato a 1.603,23 euro.

Notifica del Decreto di Pignoramento: Una volta emesso, il decreto di pignoramento deve essere notificato al debitore e all’INPS. Dal momento della notifica, l’INPS è obbligato a trattenere le somme specificate nel decreto e a versarle al creditore nei limiti stabiliti dalla legge.

Questi presupposti sono regolati dal Codice di Procedura Civile e dalle modifiche introdotte dal D.L. 19/2024, che disciplinano le modalità di esecuzione forzata e aggiornano gli obblighi dei terzi custodi. Seguire questi passaggi è essenziale per garantire la legittimità e l’efficacia del pignoramento, proteggendo al contempo i diritti del debitore e del creditore.

Come si svolge la procedura di pignoramento?

La procedura di pignoramento della cassa integrazione si articola in vari passaggi:

  1. Notifica dell’Atto di Precetto: Il creditore notifica al debitore un atto di precetto, intimando il pagamento del debito entro dieci giorni.
  2. Presentazione dell’Istanza di Pignoramento: Se il debitore non adempie, il creditore può presentare un’istanza di pignoramento al tribunale competente.
  3. Emissione del Decreto di Pignoramento: Il tribunale, esaminata l’istanza, emette un decreto di pignoramento che viene notificato al debitore e al terzo custode (INPS o datore di lavoro).
  4. Esecuzione del Pignoramento: Dal momento della notifica, il terzo custode trattiene le somme dovute al debitore e le versa al creditore nei limiti stabiliti dalla legge.

Capitolo 4: Difendersi dal Pignoramento della Cassa Integrazione

Quali strategie possono adottare i debitori?

Difendersi dal pignoramento della cassa integrazione richiede un approccio strategico e una buona conoscenza delle leggi vigenti. Ecco alcune delle principali strategie che i debitori possono adottare per proteggersi:

Rinegoziazione del Debito: Una delle prime azioni che il debitore può intraprendere è cercare di rinegoziare il debito con i creditori. Questo può includere la richiesta di una dilazione dei pagamenti, la riduzione degli interessi, o persino un accordo per il pagamento parziale del debito. Rinegoziare può spesso portare a soluzioni più favorevoli rispetto al pignoramento.

Opposizione al Pignoramento: Il debitore può presentare un’opposizione al pignoramento se ritiene che vi siano state irregolarità nella procedura o se il pignoramento viola i limiti legali. Ad esempio, se il pignoramento non rispetta il minimo vitale stabilito dalla legge, il debitore ha il diritto di contestare il pignoramento davanti al tribunale. Un avvocato specializzato può aiutare a identificare e presentare le giuste contestazioni.

Procedure di Sovraindebitamento: La Legge n. 3/2012 offre soluzioni per le crisi da sovraindebitamento, inclusi il piano del consumatore, l’accordo di ristrutturazione dei debiti e la liquidazione del patrimonio. Queste procedure consentono ai debitori di ristrutturare i debiti in modo ordinato e di ottenere l’esdebitazione, liberandosi dai debiti residui una volta completato il piano. Queste procedure sono particolarmente utili per i debitori che si trovano in una situazione di sovraindebitamento complesso.

Assistenza Legale: La consulenza di un avvocato specializzato in diritto esecutivo è fondamentale. Un avvocato può fornire una guida preziosa su come presentare opposizioni, negoziare con i creditori e utilizzare le procedure legali disponibili. Inoltre, un avvocato può aiutare a garantire che tutti i diritti del debitore siano rispettati durante il processo di pignoramento.

Verifica della Legittimità del Pignoramento: È importante verificare che tutte le procedure legali siano state seguite correttamente. Questo include la verifica che l’atto di precetto sia stato notificato correttamente, che il titolo esecutivo sia valido, e che il pignoramento rispetti i limiti imposti dalla legge. Qualsiasi irregolarità può essere utilizzata come base per un’opposizione al pignoramento.

Comunicazioni all’INPS o al Datore di Lavoro: Informare l’INPS o il datore di lavoro circa la situazione di sovraindebitamento e richiedere che il minimo vitale sia rispettato può essere una strategia utile. Questo può aiutare a garantire che solo le somme eccedenti il minimo vitale siano pignorate.

Richiesta di Sospensione del Pignoramento: In determinate circostanze, il debitore può richiedere al tribunale una sospensione temporanea del pignoramento, specialmente se può dimostrare che il pignoramento compromette gravemente il proprio sostentamento o quello della propria famiglia. Questa richiesta deve essere ben motivata e supportata da prove adeguate.

Utilizzo di Ammortizzatori Sociali: In alcuni casi, i debitori possono beneficiare di altri ammortizzatori sociali che possono alleviare temporaneamente la pressione finanziaria. Ad esempio, durante la pandemia di COVID-19, sono state introdotte varie misure di sostegno che includevano la sospensione temporanea dei pignoramenti per i lavoratori in cassa integrazione.

Adottare queste strategie può aumentare significativamente le possibilità di protezione del debitore contro il pignoramento della cassa integrazione, permettendo di gestire meglio la situazione debitoria e di mantenere un livello minimo di sostentamento. Tuttavia, ogni caso è unico e può richiedere soluzioni personalizzate. Pertanto, è sempre consigliabile consultare un avvocato esperto per ottenere una consulenza adeguata e specifica alla propria situazione.

Quali sono le protezioni legali disponibili?

Le protezioni legali disponibili per i debitori soggetti al pignoramento della cassa integrazione sono varie e mirano a garantire che il lavoratore mantenga un livello minimo di sostentamento, rispettando al contempo i diritti dei creditori. Ecco le principali protezioni legali:

Minimo Vitale: Una delle protezioni più importanti è il rispetto del minimo vitale, una somma minima che non può essere pignorata per garantire il sostentamento del debitore e della sua famiglia. Secondo l’articolo 545 del Codice di Procedura Civile, le somme derivanti da prestazioni assistenziali e previdenziali, come la cassa integrazione, possono essere pignorate solo nella misura eccedente il minimo vitale. Nel 2024, il minimo vitale è stato fissato a 1.603,23 euro, garantendo una maggiore protezione ai lavoratori.

Limiti di Pignorabilità: La legge stabilisce limiti specifici per il pignoramento delle somme derivanti da prestazioni assistenziali. Per esempio, le somme percepite a titolo di cassa integrazione non possono essere pignorate per più di un quinto dell’importo eccedente il minimo vitale. Questa limitazione è volta a garantire che il debitore mantenga una parte sufficiente del proprio reddito per vivere dignitosamente.

Esclusione di Alcuni Crediti: Alcuni tipi di crediti non possono essere pignorati, come le somme necessarie per il mantenimento del debitore e della sua famiglia. Ad esempio, le somme destinate all’assistenza di persone con disabilità o per il pagamento di spese mediche essenziali sono generalmente protette contro il pignoramento.

Procedure di Sovraindebitamento: La Legge n. 3/2012 offre soluzioni per le crisi da sovraindebitamento, come il piano del consumatore, l’accordo di ristrutturazione dei debiti e la liquidazione del patrimonio. Queste procedure consentono ai debitori di ristrutturare i debiti e ottenere l’esdebitazione, liberandosi dai debiti residui una volta completato il piano. Queste soluzioni sono particolarmente utili per i debitori che si trovano in una situazione di sovraindebitamento complesso.

Possibilità di Opposizione: I debitori hanno il diritto di opporsi al pignoramento se ritengono che vi siano state irregolarità nella procedura o se il pignoramento viola i limiti legali. L’opposizione al pignoramento deve essere presentata davanti al tribunale competente e può essere basata su vari motivi, come l’erronea determinazione dell’importo pignorabile o la mancata considerazione del minimo vitale.

Richiesta di Sospensione: In alcuni casi, il debitore può richiedere al tribunale una sospensione temporanea del pignoramento, soprattutto se può dimostrare che il pignoramento compromette gravemente il proprio sostentamento o quello della propria famiglia. Questa richiesta deve essere ben motivata e supportata da prove adeguate.

Protezione dei Fondi Speciali: Alcuni fondi, come quelli destinati a specifiche necessità di emergenza o assistenza, possono essere esentati dal pignoramento. Questo include somme ricevute per il risarcimento danni, indennità di accompagnamento per disabili, e altre prestazioni speciali.

Normative Specifiche Durante le Crisi: In situazioni di crisi economica o emergenza, come durante la pandemia di COVID-19, il governo può introdurre misure temporanee di protezione contro il pignoramento. Ad esempio, durante la pandemia, sono state sospese temporaneamente le procedure di pignoramento per garantire che i lavoratori in cassa integrazione potessero mantenere un livello di reddito sufficiente per le necessità vitali.

Queste protezioni legali sono essenziali per garantire che i debitori non siano privati dei mezzi di sussistenza necessari durante periodi di difficoltà economica. È fondamentale che i debitori siano consapevoli di questi diritti e, se necessario, cerchino l’assistenza di un avvocato specializzato per difendersi efficacemente contro il pignoramento.

Esempi Pratici

Caso di un lavoratore in cassa integrazione ordinaria

Un lavoratore percepisce la cassa integrazione ordinaria a causa della riduzione dell’attività lavorativa. Ha un debito di 10.000 euro con una finanziaria. Il creditore ottiene un decreto di pignoramento e notifica l’atto all’INPS, che eroga la cassa integrazione. Tuttavia, l’importo della cassa integrazione è inferiore al minimo vitale, quindi l’INPS trattiene solo la parte eccedente, garantendo al lavoratore il necessario per vivere.

Caso di un lavoratore con pignoramento multiplo

Un altro lavoratore ha debiti con più creditori e percepisce la cassa integrazione straordinaria. Uno dei creditori ottiene un decreto di pignoramento, ma il lavoratore presenta un’opposizione, dimostrando che il pignoramento cumulativo supera i limiti legali. Il tribunale accoglie l’opposizione, riducendo l’importo pignorabile per garantire il minimo vitale.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Opposizione a Pignoramenti

Affrontare il pignoramento della cassa integrazione è un processo complesso e stressante che richiede una conoscenza approfondita delle leggi e delle procedure applicabili. La cassa integrazione, un fondamentale strumento di sostegno economico per i lavoratori in difficoltà, può essere pignorata solo entro limiti specifici stabiliti dalla legge. Questi limiti sono essenziali per garantire che i lavoratori mantengano un livello minimo di sostentamento, necessario per vivere dignitosamente.

Avere al proprio fianco un avvocato specializzato in opposizione a pignoramenti è cruciale per affrontare questa sfida. Un avvocato esperto può fornire una guida preziosa e rappresentare efficacemente il debitore, assicurando che tutte le misure di protezione legale vengano applicate correttamente. Il ruolo dell’avvocato inizia con la valutazione dettagliata della situazione finanziaria del debitore e l’identificazione di eventuali irregolarità nella procedura di pignoramento.

Una delle principali strategie difensive che un avvocato può adottare è la rinegoziazione del debito. Questa opzione può includere la richiesta di una dilazione dei pagamenti, la riduzione degli interessi o un accordo per il pagamento parziale del debito. Rinegoziare il debito può spesso portare a soluzioni più favorevoli rispetto al pignoramento, evitando l’impatto negativo che una trattenuta forzata può avere sul reddito del lavoratore.

Un altro importante aspetto della difesa legale è l’opposizione al pignoramento. Un avvocato può presentare un’opposizione al pignoramento se vi sono state irregolarità nella procedura o se il pignoramento viola i limiti legali. Ad esempio, se il pignoramento non rispetta il minimo vitale stabilito dalla legge, il debitore ha il diritto di contestare il pignoramento davanti al tribunale. Un avvocato esperto può aiutare a identificare e presentare le giuste contestazioni, garantendo che il debito venga gestito in modo equo.

Le procedure di sovraindebitamento, previste dalla Legge n. 3/2012, offrono ulteriori soluzioni per i debitori in difficoltà. Queste procedure, come il piano del consumatore, l’accordo di ristrutturazione dei debiti e la liquidazione del patrimonio, consentono ai debitori di ristrutturare i propri debiti e ottenere l’esdebitazione. Un avvocato può guidare il debitore attraverso queste procedure, assicurando che vengano seguite correttamente e che i diritti del debitore siano protetti.

La consulenza di un avvocato è fondamentale anche per verificare la legittimità del pignoramento. Questo include la verifica che l’atto di precetto sia stato notificato correttamente, che il titolo esecutivo sia valido e che il pignoramento rispetti i limiti imposti dalla legge. Qualsiasi irregolarità può essere utilizzata come base per un’opposizione al pignoramento, offrendo al debitore una possibilità concreta di difesa.

La comunicazione tempestiva con l’INPS o il datore di lavoro è un altro aspetto cruciale. Informare l’INPS o il datore di lavoro circa la situazione di sovraindebitamento e richiedere che il minimo vitale sia rispettato può aiutare a garantire che solo le somme eccedenti il minimo vitale siano pignorate. Questo può prevenire ulteriori difficoltà economiche per il debitore e la sua famiglia.

In alcuni casi, il debitore può richiedere al tribunale una sospensione temporanea del pignoramento. Questa richiesta deve essere ben motivata e supportata da prove adeguate, dimostrando che il pignoramento compromette gravemente il sostentamento del debitore o della sua famiglia. Un avvocato esperto può preparare e presentare questa richiesta in modo efficace, aumentando le possibilità di successo.

Durante periodi di crisi economica o emergenza, come durante la pandemia di COVID-19, il governo può introdurre misure temporanee di protezione contro il pignoramento. Ad esempio, durante la pandemia, sono state sospese temporaneamente le procedure di pignoramento per garantire che i lavoratori in cassa integrazione potessero mantenere un livello di reddito sufficiente per le necessità vitali. Un avvocato può aiutare il debitore a capire e utilizzare queste protezioni temporanee.

L’importanza di avere al proprio fianco un avvocato esperto in opposizione a pignoramenti non può essere sottolineata abbastanza. Un avvocato può fornire una consulenza tecnica dettagliata, rappresentare il debitore in tribunale, negoziare con i creditori e utilizzare tutte le risorse legali disponibili per proteggere i diritti del debitore. Questa protezione legale è essenziale per garantire che il debitore possa gestire la propria situazione finanziaria con dignità e sicurezza, minimizzando l’impatto negativo del pignoramento sul proprio reddito e sulla propria vita.

In conclusione, il pignoramento della cassa integrazione è una procedura complessa che richiede una gestione attenta e competente. Avvalersi della consulenza di un avvocato specializzato è essenziale per navigare attraverso le complessità legali, proteggere i propri diritti e lavorare verso una soluzione che minimizzi le conseguenze negative. Con il supporto di un professionista esperto, è possibile affrontare le difficoltà finanziarie con maggiore sicurezza e garantire la stabilità a lungo termine. L’assistenza legale non solo offre una guida tecnica, ma rappresenta anche un sostegno morale e psicologico in un momento di estrema difficoltà, contribuendo a ripristinare la fiducia e a trovare la strada verso la ripresa.

A tal riguardo, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

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Giuseppe Monardo

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