Chiudere SNC Con Debiti Con Agenzia Entrate – Riscossione: Come Si Fa?

La chiusura di una società in nome collettivo (SNC) con debiti verso l’Agenzia delle Entrate – Riscossione è un processo complesso che richiede attenzione ai dettagli legali e fiscali. La normativa vigente fino al 2024 offre varie soluzioni per gestire i debiti, incluse rateizzazioni, definizioni agevolate e, in alcuni casi, lo stralcio del debito. Questo articolo di Studio Monardo, gli avvocati specializzati in cancellazione debiti di SNC, esplora i passi necessari per chiudere una SNC con debiti, rispondendo alle domande più comuni e fornendo dettagli sulle leggi applicabili.

Ma andiamo nei dettagli con domande e risposte.

La Chiusura di una SNC

Come si procede per chiudere una SNC?

Chiudere una società in nome collettivo (SNC) è un processo che richiede una serie di passaggi formali e legali per garantire che la chiusura sia effettuata correttamente e in conformità con le normative vigenti. Il processo inizia con la decisione di scioglimento della società, che deve essere adottata dai soci attraverso una delibera assembleare. Questa decisione deve essere formalizzata tramite un atto notarile e successivamente iscritta presso il Registro delle Imprese.

Una volta decisa la chiusura, i soci devono nominare uno o più liquidatori, che avranno il compito di gestire la fase di liquidazione della società. I liquidatori devono essere iscritti nel Registro delle Imprese e la loro nomina deve essere comunicata ufficialmente. Il ruolo dei liquidatori è cruciale, poiché essi sono responsabili di vendere i beni della società, riscuotere i crediti e pagare i debiti. La liquidazione deve essere condotta in modo trasparente e nel rispetto delle norme fiscali e contabili.

Durante la fase di liquidazione, i liquidatori devono redigere un bilancio finale di liquidazione che mostri tutte le operazioni effettuate, incluse le vendite dei beni e il pagamento dei debiti. Questo bilancio deve essere approvato dai soci e depositato presso il Registro delle Imprese. È fondamentale che tutte le operazioni siano documentate accuratamente per evitare future contestazioni da parte dei creditori o delle autorità fiscali.

Un aspetto critico della chiusura di una SNC è la gestione dei debiti, in particolare quelli verso l’Agenzia delle Entrate – Riscossione. I debiti fiscali devono essere saldati o gestiti tramite soluzioni come la rateizzazione, la definizione agevolata o il saldo e stralcio, a seconda delle opzioni disponibili e della situazione finanziaria della società. I liquidatori devono comunicare con l’Agenzia delle Entrate per negoziare eventuali accordi di pagamento e garantire che tutte le obbligazioni tributarie siano adempiute.

Inoltre, se la società ha dipendenti, è necessario gestire le procedure di cessazione dei rapporti di lavoro, assicurandosi che vengano rispettati tutti i diritti dei lavoratori, inclusi il pagamento delle retribuzioni e delle indennità di fine rapporto. Questo richiede una corretta gestione delle comunicazioni con l’INPS e altre autorità competenti.

Al termine delle operazioni di liquidazione, i liquidatori devono richiedere la cancellazione della società dal Registro delle Imprese. La cancellazione segna l’effettiva estinzione della società. Tuttavia, è importante notare che i soci di una SNC rispondono illimitatamente e solidalmente dei debiti sociali, il che significa che i creditori possono rivalersi sul patrimonio personale dei soci anche dopo la cancellazione della società.

Per garantire che tutte le fasi del processo di chiusura siano condotte correttamente, è altamente consigliabile avvalersi della consulenza di un avvocato specializzato in diritto societario. Un professionista esperto può fornire la guida necessaria per navigare attraverso le complessità normative, assicurare la conformità con tutte le leggi applicabili e proteggere gli interessi della società e dei suoi soci.

Quali sono i principali ostacoli nella chiusura di una SNC con debiti?

La chiusura di una società in nome collettivo (SNC) con debiti presenta numerosi ostacoli che richiedono una gestione attenta e un’approfondita conoscenza delle normative legali e fiscali. Uno dei principali ostacoli è la gestione dei debiti residui, in particolare quelli verso l’Agenzia delle Entrate – Riscossione. I debiti fiscali sono spesso difficili da gestire a causa delle normative stringenti che regolano la riscossione e il recupero delle imposte dovute. La normativa italiana prevede termini di prescrizione specifici per i debiti fiscali, che variano a seconda del tipo di imposta, e ciò implica che i liquidatori devono essere estremamente diligenti nel rispettare queste scadenze per evitare ulteriori complicazioni.

Un altro ostacolo significativo è la complessità delle procedure esecutive e cautelari. In caso di mancato pagamento, l’Agenzia delle Entrate – Riscossione può avviare procedure esecutive come il pignoramento di beni mobili e immobili. Queste procedure possono includere l’espropriazione forzata dei beni, che inizia con la notifica di un avviso di intimazione e può portare a gravi conseguenze per i soci e i liquidatori se non gestite correttamente. Inoltre, per debiti fino a 1.000 euro, esistono limiti per l’avvio delle azioni esecutive, il che richiede una precisa conoscenza delle normative per evitare azioni improprie.

La necessità di gestire correttamente le obbligazioni tributarie è un ulteriore ostacolo. Le opzioni come la rateizzazione del debito, la definizione agevolata (nota come “rottamazione”) e il saldo e stralcio possono offrire sollievo, ma richiedono una gestione amministrativa accurata e la capacità di negoziare efficacemente con l’Agenzia delle Entrate – Riscossione. Queste procedure sono regolate da leggi specifiche, come il Decreto Legge n. 137/2020 e il Decreto Riscossione 2024, che introducono misure per facilitare la gestione dei debiti, ma anche nuove regole che devono essere seguite scrupolosamente.

Infine, la responsabilità personale dei soci e dei liquidatori rappresenta un altro ostacolo significativo. I soci di una SNC rispondono illimitatamente e solidalmente dei debiti sociali, il che significa che i creditori possono rivalersi sul patrimonio personale dei soci. Inoltre, la sentenza della Commissione Tributaria della Liguria del 2022 ha stabilito che i liquidatori mantengono il potere di rappresentanza della società per cinque anni dalla data di cancellazione, rendendoli responsabili per la gestione delle obbligazioni tributarie durante questo periodo. Questo prolungamento della responsabilità implica che i liquidatori devono essere estremamente diligenti nella gestione delle questioni tributarie per evitare conseguenze legali e finanziarie personali.

In sintesi, i principali ostacoli nella chiusura di una SNC con debiti includono la gestione dei debiti fiscali, la complessità delle procedure esecutive e cautelari, la necessità di gestire correttamente le obbligazioni tributarie e la responsabilità personale dei soci e dei liquidatori. La complessità di queste sfide rende indispensabile l’assistenza di un avvocato specializzato, che può fornire la consulenza necessaria per navigare con successo il processo di chiusura, proteggendo i diritti e gli interessi di tutte le parti coinvolte.

Gestione dei Debiti con l’Agenzia delle Entrate – Riscossione

Quali sono le opzioni per gestire i debiti fiscali?

Gestire i debiti fiscali con l’Agenzia delle Entrate – Riscossione può essere complesso, ma esistono diverse opzioni che possono aiutare i contribuenti a regolarizzare la loro situazione. Queste opzioni sono state introdotte e modificate da varie normative nel corso degli anni, incluse le più recenti aggiornate al 2024. Ecco le principali modalità per gestire i debiti fiscali:

Rateizzazione del Debito: La rateizzazione è una delle soluzioni più comuni per gestire i debiti fiscali. Consente al contribuente di suddividere il pagamento del debito in rate mensili. Esistono diverse forme di rateizzazione:

  • Rateizzazione Ordinaria: Per debiti fino a 120.000 euro, il contribuente può richiedere una rateizzazione fino a 72 rate mensili, dichiarando di trovarsi in una situazione di temporanea difficoltà economica.
  • Rateizzazione Straordinaria: Per debiti superiori a 120.000 euro, è necessaria una documentazione più dettagliata che attesti la difficoltà economica, come l’ISEE per le persone fisiche o la documentazione contabile per le persone giuridiche. In questi casi, è possibile richiedere una rateizzazione fino a 120 rate mensili.

Definizione Agevolata (Rottamazione): Nota anche come “rottamazione delle cartelle”, questa opzione permette ai contribuenti di estinguere i debiti fiscali pagando solo l’importo del tributo dovuto, senza sanzioni e interessi di mora. La Legge n. 18/2024 ha introdotto ulteriori agevolazioni per questa procedura, facilitando l’accesso e offrendo termini di pagamento più flessibili. La rottamazione è particolarmente utile per i contribuenti che hanno accumulato debiti significativi e cercano un modo per ridurre l’importo totale dovuto.

Saldo e Stralcio: Questa opzione è riservata ai contribuenti che si trovano in gravi difficoltà economiche. Consente di chiudere la posizione debitoria pagando una percentuale ridotta del debito, in base alla capacità contributiva del contribuente. Il saldo e stralcio prevede condizioni specifiche e richiede una documentazione accurata per dimostrare la situazione di difficoltà economica.

Piani di Rateizzazione per i Debiti Derivanti da Avvisi di Accertamento: Il Decreto Ristori (DL n. 137/2020) ha introdotto la possibilità di rateizzare i debiti derivanti da avvisi di accertamento. La presentazione della richiesta di rateizzazione e il pagamento della prima rata determinano l’estinzione delle procedure esecutive precedentemente avviate, a condizione che non si siano già tenuti incanti con esito positivo o non siano stati emessi provvedimenti di assegnazione.

Stralcio dei Ruoli: Il Decreto Riscossione 2024 prevede lo stralcio automatico dei ruoli affidati all’Agenzia delle Entrate – Riscossione dopo cinque anni dal loro affidamento, a meno che non siano oggetto di procedure esecutive, concorsuali o di accordi di ristrutturazione del debito. Questa misura mira a semplificare la gestione dei debiti fiscali e a eliminare le posizioni debitorie non più recuperabili.

Accordi di Ristrutturazione del Debito: Gli accordi di ristrutturazione del debito permettono ai contribuenti di negoziare con i creditori, inclusa l’Agenzia delle Entrate, per ridurre e ristrutturare il debito. Questi accordi possono prevedere la riduzione dell’importo dovuto e la definizione di un piano di pagamento sostenibile per il contribuente.

Procedure di Sovraindebitamento: Regolate dalla Legge n. 3/2012, le procedure di sovraindebitamento offrono una soluzione per i debitori non fallibili (come le persone fisiche e alcune tipologie di imprese) di ridurre il loro debito e ripartire. Queste procedure permettono l’esdebitazione totale o parziale del debito e richiedono una valutazione dettagliata della situazione economica del debitore.

Sospensione delle Procedure Esecutive: Il Decreto Sostegni-ter ha introdotto misure di sospensione delle procedure esecutive per i mancati pagamenti delle rate relative alla “Rottamazione-ter” e al “Saldo e Stralcio”. Questa sospensione è valida fino a quando non viene definito un nuovo piano di pagamento o il debitore non regolarizza la sua posizione.

In sintesi, la gestione dei debiti fiscali con l’Agenzia delle Entrate – Riscossione offre diverse opzioni che possono aiutare i contribuenti a risolvere le loro posizioni debitorie in modo sostenibile. Tuttavia, data la complessità delle normative e la necessità di seguire procedure specifiche, è altamente consigliabile avvalersi della consulenza di un avvocato specializzato o di un consulente fiscale. Questi professionisti possono fornire la guida necessaria per navigare le normative, presentare correttamente le richieste e negoziare con l’Agenzia delle Entrate, garantendo che tutte le operazioni siano conformi alla legge e che i diritti del contribuente siano adeguatamente tutelati.

Cosa prevede il Decreto Riscossione 2024?

l Decreto Riscossione 2024 introduce una serie di novità significative per la gestione dei debiti fiscali e le procedure di riscossione in Italia. Approvato dal Consiglio dei Ministri l’11 marzo 2024, questo decreto mira a rendere più efficiente il recupero dei crediti tributari e a semplificare le procedure amministrative per i contribuenti. Ecco le principali disposizioni del Decreto Riscossione 2024:

Stralcio Automatico dei Ruoli: A partire dal 2025, il decreto prevede il discarico automatico dei ruoli affidati all’Agenzia delle Entrate – Riscossione (AdER) dopo cinque anni dalla data di affidamento. Questa misura si applica ai crediti che non sono stati oggetto di procedure esecutive, concorsuali o di accordi di ristrutturazione del debito. Tuttavia, il discarico non comporta l’estinzione automatica del debito. Gli enti creditori possono decidere di riaffidare i crediti all’AdER o provvedere autonomamente alla riscossione in presenza di nuovi elementi patrimoniali del debitore.

Pianificazione Annuale delle Attività di Riscossione: Il decreto stabilisce una pianificazione annuale per l’AdER, con l’obiettivo di garantire la tempestiva notifica delle cartelle di pagamento e degli atti interruttivi della prescrizione. Questo piano mira a migliorare l’efficacia delle attività di recupero e a ridurre il carico di crediti non esigibili nel magazzino dell’AdER.

Rateizzazione delle Cartelle: Viene introdotta la possibilità di rateizzare i debiti fino a un massimo di 120 rate mensili, con l’opzione di prorogare ulteriormente il periodo di rateizzazione in caso di comprovato peggioramento della situazione economica del debitore. Questa misura è pensata per offrire maggiore flessibilità ai contribuenti in difficoltà.

Semplificazione delle Procedure Amministrative: Il decreto prevede una semplificazione delle procedure per l’erogazione dei rimborsi fiscali, soprattutto per i micro-crediti fino a 500 euro. Inoltre, si introduce una procedura automatica di compensazione per questi importi, rendendo più rapido il processo di rimborso per i contribuenti.

Commissione per i Discarichi dei Ruoli: Viene istituita una commissione incaricata di analizzare i ruoli affidati all’AdER dal 2000 al 2024 e di proporre soluzioni legislative per il discarico totale o parziale di questi crediti. La commissione è composta da rappresentanti del Ministero dell’Economia e delle Finanze e dell’Agenzia delle Entrate.

Controlli Sull’Azione di Recupero Crediti: Sia il Ministero dell’Economia e delle Finanze sia l’ente creditore possono contestare all’agente della riscossione l’intervenuta decadenza o prescrizione del diritto di credito. L’agente può definire la contestazione in via agevolata pagando una somma ridotta del credito affidato.

Queste misure mirano a rendere più efficiente la gestione dei crediti tributari e a fornire maggiore supporto ai contribuenti in difficoltà economiche. Il Decreto Riscossione 2024 rappresenta un passo importante verso una maggiore trasparenza e semplificazione delle procedure di riscossione, con l’obiettivo di migliorare il rapporto tra l’amministrazione fiscale e i contribuenti.

Procedure Esecutive e Cautelari

Cosa succede se non si riesce a pagare i debiti?

In caso di mancato pagamento dei debiti fiscali, l’Agenzia delle Entrate – Riscossione può attivare una serie di procedure esecutive per recuperare le somme dovute. Ecco cosa succede in dettaglio:

Notifica dell’Avviso di Intimazione: Se il contribuente non paga entro il termine indicato nella cartella esattoriale, l’Agenzia delle Entrate – Riscossione invia un avviso di intimazione. Questo documento sollecita il pagamento entro cinque giorni dalla notifica. Se il pagamento non avviene, si procede con le azioni esecutive.

Procedura di Pignoramento: Se il debito non viene saldato entro il termine indicato nell’avviso di intimazione, l’Agenzia può procedere con il pignoramento dei beni del debitore. Il pignoramento può riguardare beni mobili, immobili, conti bancari e stipendi. In particolare:

  • Pignoramento Mobiliare: Vengono sequestrati beni mobili del debitore, come automobili, mobili e altri beni di valore. Questi beni possono essere venduti all’asta per recuperare il credito.
  • Pignoramento Immobiliare: La procedura riguarda beni immobili del debitore, come case e terreni. Anche questi beni possono essere venduti all’asta per recuperare il credito.
  • Pignoramento Presso Terzi: Riguarda i crediti che il debitore vanta verso terzi, come stipendi o somme depositate su conti correnti. In questo caso, il creditore può richiedere direttamente al datore di lavoro o alla banca di versare le somme dovute.

Blocco del Conto Corrente: L’Agenzia delle Entrate – Riscossione può richiedere alla banca del debitore di bloccare il conto corrente. Le somme presenti sul conto possono essere pignorate fino a concorrenza del debito.

Fermo Amministrativo: Per i debiti superiori a 800 euro, l’Agenzia può disporre il fermo amministrativo dei veicoli intestati al debitore. Questo provvedimento impedisce l’uso dei veicoli fino a quando il debito non viene saldato. Il fermo amministrativo è notificato al debitore e registrato nel Pubblico Registro Automobilistico (PRA).

Iscrizione di Ipoteca: Per debiti superiori a 20.000 euro, l’Agenzia delle Entrate – Riscossione può iscrivere un’ipoteca sui beni immobili del debitore. L’ipoteca garantisce il credito dell’ente e può portare alla vendita all’asta dell’immobile se il debito non viene saldato.

Procedura Concorsuale: Se il debitore è un’azienda, l’Agenzia delle Entrate – Riscossione può richiedere l’apertura di una procedura concorsuale, come il fallimento. Questa procedura coinvolge tutti i creditori e può portare alla liquidazione dei beni dell’azienda per soddisfare i creditori.

Interessi di Mora e Sanzioni: Il mancato pagamento comporta anche l’applicazione di interessi di mora e sanzioni. Gli interessi di mora sono calcolati giornalmente a partire dalla data di scadenza del pagamento, mentre le sanzioni possono variare in base alla tipologia di imposta e alla gravità del mancato pagamento.

Possibilità di Rateizzazione e Definizione Agevolata: Anche in fase avanzata delle procedure esecutive, è possibile richiedere una rateizzazione del debito o aderire a una definizione agevolata, se prevista dalle normative in vigore. Queste soluzioni consentono di sospendere temporaneamente le azioni esecutive in attesa della regolarizzazione del debito.

Protezione dei Beni Essenziali: Alcuni beni sono considerati essenziali per la vita del debitore e non possono essere pignorati. Tra questi vi sono i beni di prima necessità, gli strumenti di lavoro indispensabili per l’attività professionale del debitore e una parte del salario minimo vitale.

Le procedure esecutive possono avere gravi conseguenze per il debitore, sia sul piano personale che professionale. Per questo motivo, è importante cercare di regolarizzare la propria posizione debitoria il prima possibile, avvalendosi, se necessario, della consulenza di un avvocato specializzato in diritto tributario. Un professionista può aiutare a trovare le soluzioni più adatte, negoziando con l’Agenzia delle Entrate – Riscossione e presentando eventuali istanze di rateizzazione o di definizione agevolata.

Esistono limiti per l’avvio delle procedure esecutive?

Sì, per i debiti fino a 1.000 euro, non si procede con azioni esecutive prima di 120 giorni dall’invio di una comunicazione contenente il dettaglio del debito​. Inoltre, la Legge di conversione del “Decreto Sostegni-ter” ha stabilito l’estinzione delle procedure esecutive per i mancati pagamenti delle rate scadute relative alla “Rottamazione-ter” e al “Saldo e stralcio”.

Soluzioni Alternative

Quali altre soluzioni esistono per chiudere una SNC con debiti?

Oltre alle procedure standard di rateizzazione e definizione agevolata, esistono diverse altre soluzioni per chiudere una società in nome collettivo (SNC) con debiti. Queste soluzioni possono offrire modalità alternative e spesso più flessibili per gestire le passività e concludere l’attività della società in modo ordinato.

Accordi di Ristrutturazione del Debito Gli accordi di ristrutturazione del debito sono negoziati tra il debitore e i creditori per riorganizzare i termini del debito. Questo può includere l’estensione dei termini di pagamento, la riduzione degli interessi, o persino la riduzione dell’importo principale dovuto. Questo tipo di accordo può essere particolarmente utile per le società che cercano di evitare la procedura concorsuale e desiderano continuare l’attività fino alla risoluzione delle pendenze.

Procedure di Sovraindebitamento Le procedure di sovraindebitamento, regolate dalla Legge n. 3/2012 e successive modifiche, offrono ai debitori non fallibili una possibilità di ristrutturare i propri debiti. Questo include persone fisiche, piccole imprese e professionisti che non possono accedere alle procedure fallimentari. La procedura prevede tre strumenti principali: il piano del consumatore, l’accordo di composizione della crisi e la liquidazione del patrimonio. Questi strumenti permettono di ridurre il debito e di ottenere una liberazione completa o parziale delle obbligazioni residue.

Vendita di Attività e Beni della Società Un’altra soluzione è la vendita degli attivi della società. Questo può includere la vendita di beni immobili, attrezzature, macchinari e altre risorse di valore. I proventi della vendita possono essere utilizzati per pagare i debiti. La vendita può essere effettuata attraverso aste pubbliche o trattative private, a seconda delle circostanze e delle regolamentazioni applicabili.

Fusioni e Acquisizioni In alcuni casi, la fusione con un’altra società o l’acquisizione da parte di una terza parte può rappresentare una soluzione per gestire i debiti. Durante una fusione o un’acquisizione, le passività della società possono essere ristrutturate o estinte in base ai termini dell’accordo tra le parti. Questo processo richiede una valutazione attenta delle implicazioni legali e fiscali e spesso il supporto di consulenti specializzati.

Accordi con i Creditori Negoziare direttamente con i creditori per ottenere dilazioni di pagamento, riduzioni delle somme dovute o altre concessioni può essere una strada percorribile. Questi accordi informali, sebbene non strutturati come le soluzioni legali formali, possono comunque rappresentare una via efficace per gestire i debiti in modo consensuale.

Utilizzo di Fondi di Garanzia In alcuni casi, è possibile accedere a fondi di garanzia istituiti per supportare le imprese in difficoltà. Questi fondi possono offrire garanzie per la rinegoziazione del debito o per l’ottenimento di nuovi finanziamenti necessari per saldare le passività esistenti.

Ricorso alle Procedure Concorsuali Se tutte le altre opzioni risultano impraticabili, potrebbe essere necessario ricorrere a una procedura concorsuale, come il fallimento. Sebbene questa sia spesso vista come l’ultima risorsa, il fallimento può offrire una soluzione strutturata per liquidare i beni della società e distribuire i proventi tra i creditori secondo un ordine di priorità legale.

La Legge n. 3/2012 e le Successive Modifiche per la Chiusura di una SNC con Debiti

La Legge n. 3/2012, conosciuta come “legge salva suicidi”, è stata istituita per fornire strumenti di gestione del sovraindebitamento a soggetti non fallibili, come persone fisiche, piccole imprese e professionisti. Questa legge, insieme alle successive modifiche introdotte dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019), offre diverse soluzioni che possono essere utilizzate per chiudere una società in nome collettivo (SNC) con debiti.

Piano del Consumatore: Questa procedura è riservata alle persone fisiche che hanno contratto debiti per scopi estranei all’attività imprenditoriale o professionale. Il debitore può proporre un piano di rientro del debito che può includere la cessione di parte del patrimonio o lo stralcio di parte dei debiti. Il piano deve essere omologato dal giudice, che verifica la sostenibilità e la meritevolezza del debitore. Non è necessario il consenso dei creditori per l’omologazione del piano del consumatore (Legge n. 3/2012, art. 7).

Accordo del Debitore: Questa procedura è utilizzata prevalentemente dalle imprese e richiede l’accordo di almeno il 60% dei creditori. L’accordo consiste in una proposta di ristrutturazione del debito che diventa effettiva solo se approvata dai creditori e omologata dal giudice. Questo strumento può includere misure come la dilazione dei pagamenti o la riduzione del debito (Legge n. 3/2012, art. 8).

Liquidazione del Patrimonio: Quando le altre soluzioni non sono praticabili, il debitore può chiedere la liquidazione controllata del proprio patrimonio. In questo caso, il tribunale nomina un liquidatore che si occupa di vendere i beni del debitore e di distribuire i proventi ai creditori. Alla conclusione della liquidazione, il debitore può ottenere l’esdebitazione, ossia la liberazione dai debiti residui che non sono stati coperti dalla vendita del patrimonio (Legge n. 3/2012, art. 14-ter).

Esdebitazione del Debitore Incapiente: Introdotta con le ultime modifiche legislative, questa procedura permette al debitore che non possiede beni e ha un basso reddito di liberarsi dai debiti senza pagare nulla. È riservata ai debitori meritevoli e può essere utilizzata solo una volta nella vita. Dopo l’esdebitazione, il debitore deve avvisare i creditori nel caso in cui, nei quattro anni successivi, ottenga entrate tali da coprire almeno il 10% del debito originario (Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, art. 283).

Le procedure di sovraindebitamento consentono anche di sospendere le azioni esecutive, come pignoramenti e aste immobiliari, e di bloccare le cessioni del quinto dello stipendio o altri tipi di pignoramento. Questo offre un sollievo immediato al debitore e permette di riorganizzare le proprie finanze in modo ordinato.

Per avviare una delle procedure previste dalla Legge n. 3/2012, è necessario presentare una domanda al tribunale competente con il supporto di un Organismo di Composizione della Crisi (OCC). Gli OCC sono enti pubblici o privati iscritti in un apposito registro tenuto presso il Ministero della Giustizia, e hanno il compito di assistere il debitore nella predisposizione del piano e nella gestione della procedura (Legge n. 3/2012, art. 15).

In conclusione, la Legge n. 3/2012 e le successive modifiche apportate dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza offrono strumenti preziosi per la gestione del sovraindebitamento e la chiusura delle società in difficoltà finanziaria. Tuttavia, data la complessità delle procedure e i requisiti stringenti, è consigliabile avvalersi della consulenza di un avvocato specializzato e di un OCC per garantire il buon esito dell’operazione e proteggere al meglio gli interessi del debitore.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Cancellazione Debiti SNC

La chiusura di una società in nome collettivo (SNC) con debiti è un processo che comporta una serie di complessità legali e finanziarie. Le procedure di sovraindebitamento previste dalla Legge n. 3/2012, conosciuta come “legge salva suicidi”, e le successive modifiche introdotte dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, offrono strumenti preziosi per gestire queste situazioni. Tuttavia, la gestione di tali procedure richiede una conoscenza approfondita delle normative e una strategia ben pianificata. È qui che l’assistenza di un avvocato specializzato in cancellazione debiti di SNC tramite procedure di sovraindebitamento diventa indispensabile.

L’importanza di avere al proprio fianco un avvocato esperto risiede innanzitutto nella complessità delle normative. La Legge n. 3/2012 e il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza offrono diverse soluzioni, tra cui il piano del consumatore, l’accordo del debitore e la liquidazione del patrimonio. Ogni procedura ha requisiti specifici e richiede una documentazione dettagliata per essere avviata e omologata. Un avvocato specializzato può fornire una guida essenziale per selezionare la procedura più appropriata in base alla situazione specifica della società e dei suoi soci.

Inoltre, le procedure di sovraindebitamento prevedono l’intervento dell’Organismo di Composizione della Crisi (OCC), che assiste il debitore nella predisposizione del piano e nella gestione della procedura. La scelta dell’OCC e la preparazione della documentazione richiesta sono passaggi critici che un avvocato può facilitare, garantendo che tutte le informazioni necessarie siano fornite in modo accurato e completo. Questo include la raccolta e l’organizzazione di dati finanziari, la predisposizione di piani di pagamento e la negoziazione con i creditori.

Un altro aspetto fondamentale riguarda la sospensione delle azioni esecutive. Una volta avviata una procedura di sovraindebitamento, le azioni esecutive come pignoramenti e aste immobiliari vengono sospese. Questo offre un sollievo immediato al debitore e consente di riorganizzare le finanze in modo ordinato. Tuttavia, per ottenere questa sospensione è necessario seguire procedure legali rigorose e rispettare scadenze stringenti. Un avvocato esperto può gestire queste procedure in modo tempestivo ed efficiente, prevenendo eventuali errori che potrebbero compromettere il buon esito dell’operazione.

La consulenza di un avvocato specializzato è cruciale anche nella fase di negoziazione con i creditori. Le procedure di sovraindebitamento spesso richiedono il consenso dei creditori, soprattutto nel caso dell’accordo del debitore. Un avvocato con esperienza in questo campo può rappresentare la società nelle trattative, cercando di ottenere condizioni favorevoli e di evitare controversie legali. La capacità di negoziare efficacemente con i creditori può fare la differenza tra un accordo di successo e un fallimento delle trattative.

L’assistenza legale è essenziale anche per garantire la conformità con tutte le normative vigenti. Le procedure di sovraindebitamento sono regolate da leggi complesse e in continua evoluzione. Un avvocato specializzato rimane aggiornato sulle ultime modifiche legislative e sulle interpretazioni giurisprudenziali, assicurando che tutte le azioni intraprese siano conformi alla legge. Questo riduce il rischio di contestazioni legali future e protegge gli interessi della società e dei suoi soci.

Infine, la chiusura di una SNC con debiti attraverso le procedure di sovraindebitamento può avere implicazioni significative per il futuro finanziario e professionale dei soci. L’esdebitazione ottenuta attraverso queste procedure permette di liberarsi dai debiti residui e di ricominciare senza il peso delle passività pregresse. Tuttavia, per ottenere questo risultato, è necessario seguire un percorso ben definito e rispettare rigorosi criteri di meritevolezza. Un avvocato specializzato può aiutare a dimostrare la meritevolezza del debitore e a ottenere l’esdebitazione, offrendo una nuova possibilità di riscatto finanziario.

In conclusione, la chiusura di una SNC con debiti tramite le procedure di sovraindebitamento richiede una gestione attenta e competente. Le complessità legali, la necessità di negoziare con i creditori, la conformità alle normative e la protezione degli interessi dei soci sono tutti aspetti che rendono indispensabile l’assistenza di un avvocato specializzato. Solo attraverso una consulenza legale esperta è possibile navigare con successo questo percorso complesso, garantendo la chiusura ordinata della società e la protezione dei diritti dei soci. Avvalersi di un professionista esperto non solo facilita il processo, ma aumenta significativamente le possibilità di successo, offrendo un supporto fondamentale in tutte le fasi della procedura.

In tal senso, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

Qui una delle testimonianze positive del lavoro dell’Avvocato Monardo, specializzato in cancellazione debiti e procedure di sovraindebitamento.

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