Non Riesco Più a Pagare Un Finanziamento Nel 2024: Che Fare e Cosa Succede

Affrontare l’impossibilità di pagare un finanziamento può essere un’esperienza estremamente stressante e destabilizzante, soprattutto nel contesto economico del 2024, che presenta sfide uniche e complesse. Con l’aumento dei tassi di interesse e l’inflazione che continua a esercitare pressione sulle finanze personali, molte persone si trovano a dover fare i conti con l’incapacità di onorare i propri debiti. In questo contesto, è fondamentale comprendere le conseguenze del mancato pagamento di un finanziamento e conoscere le soluzioni disponibili per gestire questa situazione.

Quando non si riesce più a pagare un finanziamento, la prima conseguenza è la segnalazione alla centrale rischi. La centrale rischi è una banca dati che raccoglie informazioni sui finanziamenti concessi e sulle inadempienze dei debitori. Esistono due principali tipi di banche dati: i Sistemi di Informazioni Creditizie (SIC), come CRIF, CTC ed Experian, e la Centrale Allarme Interbancaria (CAI). I SIC contengono dati su tutti i soggetti che hanno un prestito, un mutuo o un finanziamento in corso, inclusi quelli che pagano regolarmente. La CAI, gestita dalla Banca d’Italia, include invece i nominativi dei soggetti inadempienti, ovvero coloro che non rispettano le scadenze di pagamento.

L’iscrizione nella centrale rischi ha conseguenze significative. Una volta segnalato, un debitore può avere difficoltà ad accedere a nuovi finanziamenti, aprire conti correnti, emettere assegni o utilizzare carte di credito. Questa iscrizione può durare 12 mesi in caso di mancato pagamento di una o due rate e 24 mesi se non vengono pagate tre o più rate. I termini decorrono dal pagamento del debito o dall’estinzione del contratto di finanziamento e la cancellazione avviene automaticamente.

Le società di recupero crediti entrano in gioco quando le banche o le finanziarie non riescono a riscuotere i pagamenti. Queste società utilizzano spesso pratiche aggressive per indurre i debitori a pagare. Telefonate minatorie e lettere di sollecito sono comuni. Tuttavia, è importante sapere che senza un titolo esecutivo ottenuto dall’autorità giudiziaria, queste minacce non possono tradursi in azioni legali immediate. Un titolo esecutivo, come un decreto ingiuntivo, è necessario affinché un creditore possa procedere con il pignoramento dei beni del debitore.

Un decreto ingiuntivo è un provvedimento giudiziario che obbliga il debitore a pagare quanto dovuto. Se il debitore non paga entro 40 giorni dalla notifica, il creditore può richiedere un atto di precetto, intimando formalmente il pagamento entro 10 giorni. Se il debitore continua a non pagare, il creditore può procedere con il pignoramento dei beni. Il pignoramento può riguardare beni immobili, mobili, automobili, stipendi e pensioni. La legge stabilisce limiti specifici, come il quinto dello stipendio o della pensione pignorabile e l’impignorabilità delle pensioni inferiori al minimo vitale.

In caso di difficoltà finanziarie, esistono strategie di esdebitazione che possono aiutare. Una delle opzioni è il pagamento a saldo e stralcio, dove il debitore propone di pagare una somma inferiore al debito totale in cambio della cancellazione del restante importo. Questa soluzione è spesso vantaggiosa per entrambe le parti: il debitore risolve la propria situazione debitoria e il creditore recupera almeno una parte del credito senza dover intraprendere lunghe e costose azioni legali.

Un’altra soluzione è offerta dalla legge sul sovraindebitamento, nota anche come “legge salva suicidi”. Questa legge permette al debitore di presentare al giudice un piano di rientro che tenga conto delle sue reali capacità di pagamento. Il piano deve essere sostenibile e compatibile con le condizioni economiche del debitore. Una volta approvato dal giudice, il piano diventa vincolante per tutti i creditori, che non possono intraprendere altre azioni esecutive. Questo strumento è particolarmente utile per coloro che si trovano in una situazione di sovraindebitamento cronico, offrendo una via d’uscita legale e strutturata.

È cruciale, in queste situazioni, avere il supporto di un avvocato specializzato in mutui e sovraindebitamento. Un avvocato esperto può fornire una chiara comprensione delle implicazioni legali delle diverse opzioni, aiutare a redigere e negoziare accordi di saldo e stralcio, e assistere nella preparazione e presentazione del piano di sovraindebitamento, aumentando le probabilità di approvazione da parte del giudice.

Inoltre, un avvocato può rappresentare il debitore in caso di azioni legali da parte dei creditori, proteggendo i suoi interessi e garantendo che le procedure vengano seguite correttamente. Questo è particolarmente importante perché le leggi che regolano il recupero crediti e il sovraindebitamento possono essere complesse e variabili, e avere un esperto al proprio fianco può fare una grande differenza nel risultato finale.

Affrontare l’impossibilità di pagare un finanziamento richiede una buona comprensione delle proprie opzioni e dei diritti legali. Sebbene la situazione possa sembrare opprimente, esistono strumenti e risorse disponibili per aiutare a gestire il debito e lavorare verso una soluzione sostenibile. Con l’assistenza adeguata, è possibile navigare attraverso queste difficoltà e trovare un percorso verso la stabilità finanziaria.

Ma andiamo nei dettagli con domande e risposte.

Cosa Succede se Non Pago un Finanziamento Nel 2024?

La prima conseguenza del mancato pagamento di un finanziamento è la segnalazione alla centrale rischi. Questa è una banca dati che raccoglie informazioni sui finanziamenti concessi e sulle eventuali inadempienze dei debitori.

Quali sono le principali banche dati e come funzionano?

  1. Sistemi di Informazioni Creditizie (SIC):
    • Esempi: Crif, CTC, Experian.
    • Contenuto: Dati di tutti coloro che hanno un prestito, mutuo o finanziamento in corso.
    • Utilizzo: Le informazioni sono utilizzate dagli istituti di credito per valutare la capacità del richiedente di sostenere nuovi debiti.
    • Inclusione: Anche i debitori che pagano regolarmente sono inclusi. Le informazioni su finanziamenti in corso sono utili per valutare l’affidabilità e la capacità di rimborso.
  2. Centrale Allarme Interbancaria (CAI):
    • Gestione: Banca d’Italia.
    • Contenuto: Nominativi di soggetti inadempienti.
    • Conseguenze: L’iscrizione comporta l’impossibilità di emettere assegni, accedere a nuovi finanziamenti, aprire conti correnti e utilizzare carte di credito.
    • Procedura: L’iscrizione avviene solo dopo un avviso formale al debitore e in caso di inadempienze prolungate.

Quanto Tempo Dura l’Iscrizione nella Centrale Rischi?

  • 12 mesi: In caso di mancato pagamento di una o due rate.
  • 24 mesi: Se non vengono pagate tre o più rate.

Quando decorrono questi termini?

I termini decorrono dal pagamento del debito o dall’estinzione del contratto di finanziamento. La cancellazione avviene automaticamente senza necessità di richiesta da parte del debitore.

Come Operano le Società di Recupero Crediti?

Le finanziarie si rivolgono a società di recupero crediti per recuperare i crediti non pagati. Queste società utilizzano spesso pratiche aggressive per recuperare i crediti, come telefonate e lettere di sollecito.

Quali sono le tattiche comuni delle società di recupero crediti?

  • Telefonate di minaccia: Spesso prospettano pignoramenti imminenti per spaventare il debitore.
  • Comunicazioni scritte: Lettere che minacciano azioni legali se il pagamento non viene effettuato immediatamente.

Quali sono i diritti del debitore in queste situazioni?

  • Verifica del Titolo Esecutivo: Solo con un titolo esecutivo il creditore può procedere con il pignoramento.
  • Non rispondere a lettere ordinarie: Le lettere inviate per posta semplice non hanno valore legale. Rispondere potrebbe implicare il riconoscimento del debito e interrompere la prescrizione.

Cosa Succede in Caso di Recupero del Credito?

Se il debitore non paga, la finanziaria può richiedere al giudice un decreto ingiuntivo. Questo provvedimento obbliga il debitore a pagare quanto dovuto. Se il debitore non paga entro 40 giorni dalla notifica del decreto, il creditore può procedere con il pignoramento dei beni.

Quali beni possono essere pignorati?

  • Beni immobili: Inclusa la prima casa.
  • Beni mobili di valore: Automobili, gioielli, ecc.
  • Stipendi e pensioni: Fino a un quinto dell’importo netto, con alcune limitazioni per le pensioni.
  • Conti correnti e crediti verso terzi: Eventuali somme depositate sui conti correnti o crediti vantati dal debitore verso terzi.

Quali Sono i Diritti del Debitore?

Il debitore ha diritto di proporre opposizione al decreto ingiuntivo entro 40 giorni dalla notifica. Inoltre, esistono strategie di esdebitazione che possono aiutare chi non riesce a pagare.

Quali Soluzioni Sono Disponibili per il Debitore?

Esistono due principali rimedi legali per i debitori in difficoltà:

  1. Pagamento a Saldo e Stralcio:
    • Come funziona?: Il debitore propone di pagare una somma inferiore rispetto al debito totale in cambio della cancellazione del restante importo.
    • Perché è vantaggioso?: È spesso accettato dai creditori che preferiscono ricevere una parte del credito piuttosto che rischiare di non ottenere nulla.
  2. Legge sul Sovraindebitamento:
    • Cos’è?: Nota anche come “legge salva suicidi”, permette al debitore di proporre un piano di rientro compatibile con le proprie condizioni economiche.
    • Come funziona?: Il piano deve essere sostenibile e compatibile con le condizioni economiche del debitore. Una volta approvato dal giudice, il piano diventa vincolante per tutti i creditori, che non possono intraprendere altre azioni esecutive.

Come funziona il Pagamento a Saldo e Stralcio?

Il pagamento a saldo e stralcio è una soluzione finanziaria che permette al debitore di saldare il proprio debito con una somma inferiore rispetto all’importo totale dovuto. Questa pratica è spesso utilizzata quando il debitore si trova in difficoltà economiche e non è in grado di estinguere l’intero debito. Il creditore, d’altro canto, accetta questa soluzione perché consente di recuperare almeno una parte del credito, evitando lunghe e costose procedure legali.

Il processo inizia con una negoziazione tra il debitore e il creditore. Il debitore, o più spesso un avvocato o un consulente finanziario che lo rappresenta, propone al creditore una somma inferiore rispetto al totale del debito. Questa somma, se accettata, viene considerata come pagamento finale, liberando il debitore da qualsiasi ulteriore obbligo di pagamento. L’obiettivo del debitore è convincere il creditore che accettare una parte del pagamento immediato è preferibile al rischio di non recuperare nulla o di dover intraprendere azioni legali dispendiose e prolungate.

La proposta di saldo e stralcio deve essere ben strutturata e supportata da documentazione che dimostri l’effettiva difficoltà finanziaria del debitore. È utile includere informazioni dettagliate sulla situazione economica del debitore, come la mancanza di reddito sufficiente o altre spese essenziali che impediscono di onorare il debito nella sua totalità. Inoltre, è fondamentale che la somma offerta sia realistica e fattibile per il debitore, evitando di promettere cifre che non possono essere effettivamente pagate.

Una volta ricevuta la proposta, il creditore valuterà diversi fattori prima di decidere se accettare o meno. Tra questi, la probabilità di recuperare l’intero importo attraverso vie legali, i costi associati a tali azioni e il tempo necessario per ottenere un giudizio favorevole e il recupero effettivo del denaro. Spesso, i creditori preferiscono accettare una somma minore immediatamente piuttosto che rischiare di non recuperare nulla o di incorrere in ulteriori spese e ritardi.

Se il creditore accetta la proposta di saldo e stralcio, le parti formalizzeranno l’accordo per iscritto. Questo documento deve specificare chiaramente che il pagamento della somma concordata estinguerà completamente il debito e che il creditore rinuncia a qualsiasi ulteriore pretesa. Una volta firmato l’accordo, il debitore effettuerà il pagamento e il creditore fornirà una liberatoria che conferma l’estinzione del debito.

Il pagamento a saldo e stralcio offre numerosi vantaggi. Per il debitore, rappresenta un’opportunità per risolvere i propri problemi finanziari senza dover affrontare il rischio di azioni legali o di vedere i propri beni pignorati. Per il creditore, sebbene significhi rinunciare a una parte del credito, rappresenta comunque una soluzione pragmatica che consente di recuperare una parte del denaro in tempi brevi, evitando ulteriori spese legali.

In sintesi, il pagamento a saldo e stralcio è una strategia utile per risolvere situazioni di debito problematiche, offrendo una soluzione vantaggiosa per entrambe le parti coinvolte. La chiave del successo risiede nella capacità di negoziare efficacemente e nella volontà di entrambe le parti di raggiungere un accordo che sia sostenibile e soddisfacente.

Cosa Prevede la Legge sul Sovraindebitamento?

La legge sul sovraindebitamento, nota anche come “legge salva suicidi”, è un insieme di norme introdotte per offrire una via d’uscita a coloro che si trovano in una situazione di grave difficoltà economica, incapaci di far fronte ai propri debiti con i propri mezzi. Questa legge, regolamentata principalmente dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII), ha l’obiettivo di consentire ai debitori non fallibili, come i privati cittadini, i piccoli imprenditori, i professionisti e gli agricoltori, di ristrutturare o cancellare i propri debiti in modo sostenibile.

Il sovraindebitamento si verifica quando una persona ha accumulato debiti tali da non poterli più sostenere con le proprie risorse economiche. Questa situazione può derivare da una serie di circostanze sfortunate, come la perdita del lavoro, malattie gravi, spese impreviste o una gestione finanziaria non oculata. La legge sul sovraindebitamento prevede diversi strumenti che possono essere utilizzati per affrontare questa situazione, ciascuno con caratteristiche specifiche che si adattano alle diverse tipologie di debitori e alle loro esigenze.

Uno dei principali strumenti previsti dalla legge è il “piano del consumatore”. Questo strumento è riservato ai privati cittadini che hanno contratto debiti principalmente per scopi personali, estranei all’attività imprenditoriale o professionale. Il piano del consumatore consente al debitore di proporre un piano di rientro del debito che prevede la ristrutturazione delle somme dovute in base alle sue reali capacità di pagamento. Questo piano deve essere omologato dal tribunale, che valuta la sostenibilità del piano e la buona fede del debitore. Un aspetto fondamentale del piano del consumatore è che non richiede l’approvazione dei creditori, sebbene essi possano opporsi in sede giudiziaria.

Un altro strumento è l'”accordo di ristrutturazione dei debiti”, che può essere utilizzato sia dai privati cittadini sia dai piccoli imprenditori. A differenza del piano del consumatore, l’accordo di ristrutturazione dei debiti richiede il consenso di una maggioranza qualificata dei creditori (almeno il 60% dei crediti). Una volta ottenuto questo consenso, l’accordo deve essere omologato dal tribunale. Anche in questo caso, l’accordo prevede una ristrutturazione del debito che tiene conto delle effettive capacità economiche del debitore, permettendogli di pagare solo una parte dei debiti in base alle proprie possibilità.

La legge sul sovraindebitamento prevede anche la “liquidazione del patrimonio”. Questo strumento è simile alla procedura fallimentare e può essere richiesto sia dai privati cittadini sia dai piccoli imprenditori. La liquidazione del patrimonio prevede la vendita di tutti i beni del debitore, ad eccezione di quelli impignorabili per legge, per soddisfare i creditori. Una volta terminata la liquidazione e distribuito il ricavato tra i creditori, il debitore può chiedere l’esdebitazione, ossia la cancellazione dei debiti residui. Questa procedura offre una soluzione radicale, ma permette al debitore di ripartire da zero senza ulteriori oneri.

È importante sottolineare che per accedere a queste procedure il debitore deve dimostrare di aver agito in buona fede, cioè di non aver contratto i debiti con dolo o colpa grave. Inoltre, il debitore deve collaborare attivamente con l’organismo di composizione della crisi (OCC), un ente terzo che ha il compito di assistere il debitore nella predisposizione del piano o dell’accordo e di monitorarne l’attuazione.

La legge sul sovraindebitamento rappresenta quindi una svolta importante nel panorama legislativo italiano, offrendo una possibilità concreta di riscatto a chi si trova in difficoltà economiche. Attraverso un percorso regolamentato e trasparente, il debitore può rimettere in ordine la propria situazione finanziaria, ripagare in parte i propri debiti e, in ultima istanza, ottenere una nuova possibilità di reinserimento economico e sociale.

In conclusione, la legge sul sovraindebitamento prevede strumenti efficaci e accessibili per chi si trova in difficoltà economiche. Questi strumenti permettono di gestire i debiti in modo sostenibile, proteggendo al contempo i diritti dei creditori. Tuttavia, è fondamentale che il debitore si affidi a professionisti qualificati e segua con attenzione tutte le procedure previste dalla legge per poter beneficiare appieno delle opportunità offerte dalla normativa sul sovraindebitamento.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Nuova Legge Sul Sovraindebitamento

Affrontare l’incapacità di pagare un finanziamento è un processo complesso e stressante che può avere conseguenze significative sulla stabilità finanziaria e psicologica di una persona. In queste situazioni, l’importanza di avere al proprio fianco un avvocato specializzato in finanziamenti e sovraindebitamento non può essere sottolineata abbastanza. Un professionista esperto è in grado di offrire non solo la consulenza legale necessaria, ma anche un supporto strategico per navigare attraverso le sfide che derivano da un debito non pagato.

Innanzitutto, un avvocato specializzato può aiutare a comprendere a fondo le implicazioni legali del mancato pagamento di un finanziamento. Questo include una chiara spiegazione dei diritti del debitore e delle potenziali azioni che possono essere intraprese dai creditori. Ad esempio, in caso di mancato pagamento, il creditore può segnalare il debitore alla centrale rischi, influenzando negativamente la sua capacità di ottenere ulteriori finanziamenti. Comprendere questi rischi è il primo passo per prendere decisioni informate.

Un aspetto cruciale del supporto legale è la gestione delle comunicazioni con le società di recupero crediti. Queste società possono utilizzare tattiche aggressive per recuperare il debito, inclusi telefonate minatorie e lettere di sollecito. Un avvocato può intervenire direttamente, garantendo che tutte le comunicazioni avvengano in conformità con la legge e proteggendo il debitore da pratiche abusive. Inoltre, può fornire consigli su come rispondere alle minacce di pignoramento e su come verificare la legittimità delle richieste di pagamento.

Quando un creditore decide di procedere legalmente, un avvocato è essenziale per preparare una difesa efficace. Questo include la rappresentanza legale in tribunale durante il processo per ottenere un decreto ingiuntivo. Il decreto ingiuntivo è un provvedimento che obbliga il debitore a pagare il debito entro un determinato periodo. Se il debitore non risponde, il creditore può procedere con il pignoramento dei beni. Un avvocato può assistere nel contestare il decreto ingiuntivo se ci sono motivi validi, come errori nel calcolo del debito o la mancata notifica del provvedimento.

Un altro importante ruolo di un avvocato specializzato è l’assistenza nella negoziazione di soluzioni di esdebitazione. Il pagamento a saldo e stralcio, ad esempio, è una strategia in cui il debitore propone di pagare una somma inferiore al debito totale in cambio della cancellazione del restante importo. Un avvocato può negoziare con i creditori per ottenere accordi più favorevoli e assicurarsi che questi accordi siano documentati correttamente per evitare future controversie.

Per coloro che si trovano in una situazione di sovraindebitamento cronico, la legge sul sovraindebitamento offre una via d’uscita legale e strutturata. Questa legge consente al debitore di presentare un piano di rientro che tenga conto delle sue reali capacità di pagamento. Un avvocato esperto può aiutare a redigere un piano convincente e sostenibile, che sia più probabile che venga approvato dal giudice. Inoltre, l’avvocato può rappresentare il debitore durante le udienze in tribunale, garantendo che tutte le procedure siano seguite correttamente e che i diritti del debitore siano protetti.

È anche importante notare che le leggi che regolano il recupero crediti e il sovraindebitamento possono essere complesse e variare nel tempo. Un avvocato specializzato rimane aggiornato su tutte le modifiche legislative e giurisprudenziali, assicurando che il debitore riceva la consulenza più attuale e accurata possibile. Questa competenza continua è fondamentale per navigare in un panorama legale in costante evoluzione e per adottare le strategie più efficaci.

Inoltre, un avvocato può aiutare a prevenire future difficoltà finanziarie attraverso la consulenza preventiva. Questo può includere consigli su come gestire i debiti esistenti, come negoziare termini di pagamento più favorevoli e come evitare di accumulare ulteriori debiti. La consulenza legale può anche coprire la pianificazione finanziaria a lungo termine, aiutando i clienti a stabilire budget realistici e a costruire riserve di emergenza.

In sintesi, affrontare un debito non pagato senza il supporto di un avvocato specializzato può essere estremamente difficile e rischioso. La complessità delle leggi sul recupero crediti, le tattiche aggressive delle società di recupero crediti e le conseguenze legali del mancato pagamento richiedono una conoscenza approfondita e un approccio strategico. Un avvocato esperto non solo offre la protezione legale necessaria, ma anche una guida preziosa per navigare attraverso queste sfide, negoziare soluzioni favorevoli e stabilire una base solida per la stabilità finanziaria futura.

La presenza di un avvocato specializzato in finanziamenti e sovraindebitamento può fare la differenza tra il soccombere sotto il peso del debito e il trovare una via d’uscita sostenibile e legale. La loro competenza, esperienza e capacità di negoziazione sono risorse inestimabili che possono trasformare una situazione di crisi in un percorso verso la ripresa finanziaria. Affidarsi a un professionista qualificato non è solo una scelta saggia, ma una necessità per chiunque si trovi ad affrontare difficoltà finanziarie nel 2024.

In tal senso, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

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Giuseppe Monardo

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