Liquidazione Controllata: Come Funziona Nel 2024

La procedura di liquidazione controllata rappresenta una delle novità più rilevanti introdotte dal Codice della Crisi dell’Impresa e dell’Insolvenza (CCII), entrato in vigore il 15 luglio 2022. Questa misura si propone di offrire una soluzione concreta alle situazioni di sovraindebitamento, consentendo al debitore di mettere a disposizione tutti i suoi beni, ad eccezione di quelli impignorabili, per soddisfare i creditori. La liquidazione controllata sostituisce la precedente “liquidazione dei beni” prevista dalla legge 3/2012, nota come legge sul sovraindebitamento, con l’obiettivo di rendere la procedura più efficace e applicabile.

Il CCII, con il decreto legislativo numero 14 del 2019, ha ridefinito il panorama normativo italiano in materia di crisi d’impresa, introducendo strumenti più flessibili e adeguati alle esigenze del mercato. Tra questi strumenti, la liquidazione controllata si distingue per la sua natura esecutiva, concorsuale e residuale. La natura esecutiva indica che la procedura è finalizzata a liquidare i beni del sovraindebitato secondo modalità forzate, escludendo solo i beni non pignorabili. La natura concorsuale implica che il ricavato della vendita dei beni deve essere utilizzato per soddisfare i creditori in modo equo, secondo il principio della par condicio creditorum. Infine, la natura residuale significa che la liquidazione controllata viene utilizzata solo quando non sono praticabili altre procedure regolatorie, come la ristrutturazione dei debiti del consumatore o il concordato minore.

La liquidazione controllata si applica principalmente alle persone fisiche, ai professionisti, agli imprenditori agricoli, alle start-up e agli imprenditori non fallibili. Tuttavia, anche i creditori e il pubblico ministero possono richiedere l’apertura della procedura, a condizione che i debiti ammontino ad almeno 50.000 euro e che il debitore si trovi in stato di insolvenza. Questo stato di insolvenza deve essere dimostrato attraverso fatti e inadempimenti esteriori che evidenziano l’incapacità del debitore di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni.

Il primo passo per accedere alla liquidazione controllata è la presentazione di un’istanza di apertura, che può essere inoltrata dal debitore stesso, dai creditori o dal pubblico ministero. L’istanza deve contenere una descrizione dettagliata della situazione patrimoniale e finanziaria del debitore, inclusi i beni impignorabili e quelli soggetti a liquidazione. Il tribunale esamina l’istanza e, se ritiene che i requisiti siano soddisfatti, emette un decreto di apertura della liquidazione controllata. A questo punto, viene nominato un curatore che ha il compito di gestire la procedura, redigendo un inventario dei beni del debitore e predisponendo un piano di liquidazione.

Uno degli aspetti più significativi della liquidazione controllata è la possibilità di ottenere l’esdebitazione, ovvero l’estinzione dei debiti non soddisfatti al termine della procedura. Questo rappresenta un vantaggio importante per il debitore, che può ripartire senza i pesi dei debiti pregressi. Tuttavia, l’esdebitazione non è automatica e deve essere richiesta esplicitamente dal debitore. Inoltre, l’ottenimento dell’esdebitazione è subordinato al rispetto di determinate condizioni, come la cooperazione con il curatore e l’assenza di comportamenti fraudolenti o dolosi.

La liquidazione controllata si distingue anche per la sua trasparenza e per la partecipazione attiva dei creditori. Questi ultimi hanno il diritto di essere informati sull’andamento della procedura e di partecipare alla distribuzione del ricavato della vendita dei beni. Inoltre, i creditori possono presentare osservazioni e opposizioni al piano di liquidazione predisposto dal curatore, garantendo così un controllo incrociato e una maggiore equità nella gestione della procedura.

Dal punto di vista pratico, la liquidazione dei beni avviene attraverso la vendita all’asta dei beni mobili e immobili del debitore. Il curatore si occupa di organizzare le aste e di pubblicizzare le vendite, garantendo la massima partecipazione possibile e, quindi, un ricavato maggiore. Il ricavato delle vendite viene poi distribuito tra i creditori secondo l’ordine di priorità stabilito dalla legge, con particolare attenzione al rispetto della par condicio creditorum.

La procedura di liquidazione controllata è stata introdotta per risolvere alcune delle criticità emerse con la precedente normativa sul sovraindebitamento. La legge 3/2012, infatti, aveva dimostrato una scarsa efficacia pratica a causa delle sue complessità applicative e della mancanza di strumenti adeguati per gestire le situazioni di crisi. Con il CCII, il legislatore ha cercato di superare queste difficoltà, offrendo un quadro normativo più chiaro e strumenti più efficaci per la gestione delle situazioni di sovraindebitamento.

Un esempio concreto di come la liquidazione controllata possa essere applicata riguarda un imprenditore individuale che, a causa di difficoltà economiche, non riesce più a far fronte ai propri debiti. Supponiamo che l’imprenditore abbia un patrimonio immobiliare del valore di 400.000 euro, ricavi annui di 250.000 euro e debiti per 600.000 euro. In questo caso, l’imprenditore può presentare un’istanza di apertura della liquidazione controllata al tribunale, dimostrando di soddisfare i requisiti soggettivi e oggettivi previsti dalla legge.

Una volta accettata l’istanza, il tribunale nomina un curatore che redige un inventario dei beni dell’imprenditore e organizza le aste per la vendita degli immobili. Supponiamo che il ricavato delle vendite sia di 350.000 euro. Questa somma viene distribuita tra i creditori in base al piano di liquidazione, con priorità ai creditori privilegiati, come i dipendenti per le retribuzioni arretrate, e poi ai creditori chirografari. Se al termine della procedura rimangono debiti non soddisfatti, l’imprenditore può richiedere l’esdebitazione, ottenendo così l’estinzione dei debiti residui e la possibilità di ripartire senza i pesi del passato.

In conclusione, la liquidazione controllata rappresenta uno strumento fondamentale per gestire le situazioni di sovraindebitamento nel 2024. La procedura offre una soluzione equilibrata, garantendo la soddisfazione dei creditori e offrendo al debitore la possibilità di ottenere l’esdebitazione e di ripartire su nuove basi. Tuttavia, la complessità della procedura e i numerosi adempimenti richiesti rendono indispensabile il supporto di professionisti esperti, come avvocati e consulenti specializzati, per garantire che la liquidazione controllata si svolga in modo corretto ed efficiente, proteggendo i diritti di tutte le parti coinvolte.

Cos’è la liquidazione controllata?

La liquidazione controllata è una procedura prevista dal Codice della Crisi e dell’Insolvenza (CCII) per risolvere situazioni di sovraindebitamento. Essa consente al debitore di mettere a disposizione tutti i suoi beni, eccetto quelli impignorabili, per soddisfare i creditori. Questo processo è regolato dagli articoli 268-277 CCII ed è stato introdotto per migliorare l’efficacia delle precedenti normative.

Chi può accedere alla liquidazione controllata nel 2024?

Possono accedere alla liquidazione controllata le persone fisiche, giuridiche o gruppi di imprese che esercitano attività commerciali, artigiane o non a scopo di lucro. Tuttavia, ci sono requisiti specifici da soddisfare. Per esempio, le imprese minori e le imprese agricole devono ricorrere a procedure diverse, come la liquidazione controllata specifica per la loro categoria.

Quali sono i requisiti soggettivi nel 2024?

I requisiti soggettivi per accedere alla liquidazione controllata includono:

  • Attivo patrimoniale: Deve superare i 300.000 euro nei tre esercizi precedenti la data di deposito dell’istanza di apertura della liquidazione giudiziale, o dall’inizio dell’attività se questa è durata meno di tre anni.
  • Ricavi annui: Devono superare i 200.000 euro nei tre esercizi precedenti la data di deposito dell’istanza, o dall’inizio dell’attività se questa è durata meno di tre anni.
  • Ammontare dei debiti: Deve superare i 500.000 euro, anche se non scaduti.

Quali sono i requisiti oggettivi?

L’impresa deve trovarsi in uno stato di insolvenza, che significa incapacità strutturale di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni. Questa situazione può manifestarsi attraverso vari segnali, come l’impossibilità di notificare atti giudiziari, la chiusura frequente della sede legale o il mancato pagamento dei debiti.

Esiste un limite minimo di debito per accedere alla liquidazione controllata?

Sì, la liquidazione giudiziale non può essere richiesta se il debito è inferiore a 30.000 euro. Questo limite è stato introdotto per evitare di avviare procedure concorsuali per importi modesti che potrebbero essere risolti con altre modalità meno onerose.

Come funziona la procedura di liquidazione controllata nel 2024?

La richiesta di apertura della liquidazione controllata può essere presentata dal debitore stesso, dai creditori o dal pubblico ministero. Se la richiesta proviene dai creditori o dal pubblico ministero, devono essere soddisfatti due ulteriori requisiti:

  • I debiti devono ammontare ad almeno 50.000 euro.
  • Il debitore deve trovarsi in stato di insolvenza.

Qual è il ruolo dei creditori nella liquidazione controllata?

Anche se il consenso dei creditori non è necessario per l’apertura della liquidazione controllata, essi mantengono un ruolo significativo durante la procedura. Possono partecipare alla vendita dei beni e devono essere soddisfatti secondo il principio della par condicio creditorum.

Cosa significa “esdebitazione” e come può beneficiarne il debitore?

L’esdebitazione è una procedura che consente al debitore di ottenere l’estinzione dei debiti non soddisfatti all’interno della procedura di liquidazione. Questo è un vantaggio significativo per il debitore, poiché offre la possibilità di ripartire senza i pesi dei debiti pregressi.

Quali beni possono essere liquidati?

Non tutti i beni del debitore possono essere liquidati. I beni impignorabili, come definiti dal codice di procedura civile, restano esclusi dalla procedura di liquidazione. Questo include beni di prima necessità e quelli indispensabili per il lavoro e il sostentamento del debitore e della sua famiglia.

Come avviene la vendita dei beni?

La vendita dei beni avviene secondo modalità stabilite dal tribunale e supervisionate dal curatore. I beni mobili e immobili vengono venduti all’asta e il ricavato viene distribuito tra i creditori in base al principio della par condicio creditorum.

Come viene distribuito il ricavato della vendita dei beni?

Il curatore redige un piano di riparto, che viene sottoposto all’approvazione del tribunale. Il piano stabilisce come verrà distribuito il ricavato della vendita dei beni tra i creditori, rispettando le loro priorità e le quote spettanti.

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi della liquidazione controllata?

Quali sono i vantaggi per il debitore?

La liquidazione controllata offre al debitore l’opportunità di liberarsi dai debiti e di ripartire su nuove basi, grazie all’esdebitazione. Inoltre, la procedura è gestita da professionisti che garantiscono trasparenza e correttezza nella vendita dei beni e nella distribuzione del ricavato.

Quali sono gli svantaggi per il debitore?

Il principale svantaggio per il debitore è la perdita dei beni, che vengono venduti per soddisfare i creditori. Inoltre, la procedura può essere lunga e complessa, richiedendo il rispetto di numerosi adempimenti legali e amministrativi.

Quali sono i vantaggi per i creditori?

Per i creditori, la liquidazione controllata rappresenta una possibilità concreta di recuperare almeno una parte dei crediti vantati. La procedura garantisce trasparenza e parità di trattamento, riducendo il rischio di favoritismi o comportamenti opportunistici.

Quali sono gli svantaggi per i creditori?

Il principale svantaggio per i creditori è che potrebbero non recuperare l’intero ammontare del credito, soprattutto se il ricavato della vendita dei beni non è sufficiente a coprire tutti i debiti. Inoltre, la procedura può essere lunga e complessa, con tempi di attesa significativi prima di ricevere il pagamento.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Liquidazione Controllata

Affrontare una procedura di liquidazione controllata può essere un compito complesso e stressante per qualsiasi debitore. La natura intricata della legislazione, le molteplici fasi procedurali e le implicazioni economiche e legali fanno sì che un’assistenza qualificata sia non solo utile ma essenziale. In questo contesto, avere a fianco un avvocato esperto in liquidazione controllata diventa un elemento cruciale per navigare con successo attraverso le sfide di questa procedura.

La liquidazione controllata, come previsto dal Codice della Crisi dell’Impresa e dell’Insolvenza (CCII), rappresenta un’ultima risorsa per coloro che si trovano in stato di sovraindebitamento. Questo strumento, pur finalizzato a soddisfare i creditori attraverso la liquidazione del patrimonio del debitore, offre la possibilità di ottenere l’esdebitazione, ovvero l’estinzione dei debiti residui non soddisfatti, permettendo così al debitore di ripartire su nuove basi. Tuttavia, per poter beneficiare appieno di questa opportunità, è fondamentale che il debitore si muova con cognizione di causa e con il supporto di un professionista qualificato.

Un avvocato esperto in liquidazione controllata ha la competenza necessaria per guidare il debitore attraverso ogni fase della procedura, dalla preparazione dell’istanza di apertura alla gestione delle vendite all’asta, fino alla distribuzione del ricavato tra i creditori. La complessità della normativa e l’importanza di rispettare scrupolosamente tutte le scadenze e i requisiti formali rendono il ruolo dell’avvocato indispensabile. La mancanza di una corretta consulenza può infatti portare a errori procedurali che potrebbero compromettere l’intera operazione, esponendo il debitore a ulteriori rischi legali e finanziari.

Un aspetto cruciale della liquidazione controllata è la trasparenza e l’equità della procedura. L’avvocato esperto è in grado di garantire che tutte le operazioni di vendita dei beni siano condotte in maniera trasparente e che il ricavato sia distribuito equamente tra i creditori, rispettando la par condicio creditorum. Questo non solo aiuta a prevenire contestazioni e ricorsi da parte dei creditori, ma assicura anche che il debitore possa beneficiare dell’esdebitazione senza ulteriori complicazioni.

Inoltre, l’avvocato può offrire un supporto strategico nella gestione delle relazioni con i creditori. La capacità di negoziare e mediare in modo efficace può fare la differenza tra una procedura di liquidazione controllata che si svolge senza intoppi e una che si prolunga a causa di opposizioni e contestazioni. Il professionista legale, infatti, può intervenire per risolvere eventuali dispute, chiarire dubbi e assicurare che i diritti del debitore siano sempre protetti.

Un altro aspetto fondamentale è la preparazione dell’inventario dei beni e la stesura del piano di liquidazione. Questi documenti sono cruciali per il buon esito della procedura e devono essere redatti con la massima accuratezza. L’avvocato esperto in liquidazione controllata ha le competenze necessarie per assistere il curatore nella predisposizione di questi documenti, garantendo che tutti i beni del debitore siano correttamente identificati e valutati, e che il piano di liquidazione sia equo e conforme alla normativa vigente.

Nel contesto attuale, caratterizzato da una crescente complessità normativa e da un aumento delle situazioni di sovraindebitamento, la figura dell’avvocato specializzato in liquidazione controllata diventa ancora più rilevante. La capacità di interpretare correttamente le disposizioni del CCII e di applicarle in modo efficace può determinare il successo o il fallimento della procedura. Un avvocato esperto è in grado di fornire una consulenza personalizzata, adattando le strategie legali alle specifiche esigenze del debitore e garantendo che tutti gli adempimenti siano eseguiti in modo tempestivo e corretto.

L’importanza di un avvocato esperto si evidenzia anche nella fase di richiesta di esdebitazione. Questo passaggio, pur rappresentando una grande opportunità per il debitore, è subordinato al rispetto di specifiche condizioni e alla dimostrazione di buona fede e collaborazione nel corso della procedura di liquidazione. L’avvocato può assistere il debitore nella presentazione della domanda di esdebitazione, assicurandosi che siano soddisfatti tutti i requisiti necessari e che la documentazione sia completa e accurata.

Infine, un avvocato esperto in liquidazione controllata può offrire un supporto emotivo e pratico al debitore, aiutandolo a gestire lo stress e le preoccupazioni legate alla procedura. Sapere di poter contare su un professionista competente e affidabile può fare una grande differenza, permettendo al debitore di affrontare la situazione con maggiore serenità e fiducia.

In conclusione, la liquidazione controllata è una procedura complessa e delicata che richiede una gestione attenta e competente. Avere a fianco un avvocato esperto in liquidazione controllata è fondamentale per garantire che tutti i passaggi siano eseguiti correttamente, che i diritti del debitore siano protetti e che si possa beneficiare appieno delle opportunità offerte dalla normativa. Il supporto legale qualificato non solo facilita il buon esito della procedura, ma offre anche al debitore la possibilità di ripartire senza i pesi del passato, con una prospettiva di futuro più serena e sicura.

In tal senso, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

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Giuseppe Monardo

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