Sovraindebitamento Per Fideiussioni: Come Funziona Nel Dettaglio

Il sovraindebitamento è una condizione critica che coinvolge molte persone e imprese in Italia, particolarmente quando si tratta di fideiussioni. Una fideiussione è un contratto in cui un soggetto, il fideiussore, garantisce l’adempimento di un’obbligazione altrui, solitamente verso una banca o un altro istituto finanziario. Questo tipo di garanzia è comune nelle transazioni commerciali e nei finanziamenti, ma può diventare problematico quando il debitore principale non riesce a onorare i propri impegni, lasciando il fideiussore responsabile dei debiti. Nel contesto del sovraindebitamento, le fideiussioni possono amplificare le difficoltà finanziarie, portando a situazioni in cui il fideiussore stesso non è in grado di far fronte ai debiti assunti. La normativa italiana, con specifico riferimento al Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCI), offre strumenti legali per gestire e, in alcuni casi, annullare i debiti derivanti da fideiussioni, consentendo ai debitori sovraindebitati di ottenere un nuovo inizio.

Il CCI, introdotto con il Decreto Legislativo n. 14 del 2019, ha riformato profondamente la gestione delle crisi d’impresa e dell’insolvenza, includendo disposizioni specifiche per il sovraindebitamento. Questo codice ha integrato e ampliato la portata della Legge 3/2012, nota come “legge salva suicidi”, che è stata concepita per offrire una via d’uscita ai debitori in difficoltà finanziarie. Uno degli aspetti più rilevanti del CCI è la possibilità di ottenere l’esdebitazione, ossia la cancellazione totale dei debiti non ripagabili, un’opzione particolarmente importante per chi è gravato da fideiussioni. La legge salva suicidi e il CCI rappresentano strumenti cruciali per gestire le situazioni di sovraindebitamento, soprattutto in presenza di fideiussioni, che possono complicare ulteriormente la situazione finanziaria del debitore.

La sentenza n. 41994 del 30 dicembre 2021 delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione ha avuto un impatto significativo sulla gestione delle fideiussioni omnibus, in particolare quelle conformi allo schema ABI del 2002. Questa sentenza ha risolto un importante contrasto giuridico, dichiarando nulle alcune clausole delle fideiussioni che riproducono pedissequamente lo schema ABI, poiché considerate in contrasto con la disciplina antitrust. In particolare, le clausole dichiarate nulle includono quelle che esonerano le banche dall’obbligo di rispettare il termine di sei mesi previsto dall’art. 1957 c.c. per agire contro il debitore principale. Questa decisione è fondamentale per i fideiussori sovraindebitati, in quanto permette di contestare la validità di tali clausole e ridurre le proprie responsabilità finanziarie.

Il sovraindebitamento per fideiussioni può derivare da diverse situazioni. Ad esempio, un imprenditore può aver garantito personalmente un prestito aziendale, e in caso di fallimento dell’azienda, si trova a dover rispondere dei debiti residui. Questa situazione può portare rapidamente al sovraindebitamento del fideiussore, il quale potrebbe non avere risorse sufficienti per far fronte ai propri impegni. Le normative sul sovraindebitamento offrono diverse procedure per gestire queste situazioni, tra cui l’accordo di composizione della crisi, il piano del consumatore e la liquidazione controllata.

L’accordo di composizione della crisi consente al fideiussore di negoziare con i creditori un piano di ristrutturazione del debito, che deve essere approvato dal 60% dei creditori in termini di valore. Questo piano può prevedere una riduzione del debito e la sospensione delle azioni esecutive, permettendo al fideiussore di rimettersi in carreggiata. Il piano del consumatore, invece, è riservato ai debitori che agiscono per scopi estranei all’attività imprenditoriale e non richiede il consenso dei creditori, ma deve essere approvato dal giudice. Questa procedura è particolarmente adatta per i fideiussori che non riescono a ottenere l’accordo dei creditori ma possono dimostrare la loro buona fede e la volontà di rimborsare parte dei debiti.

La liquidazione controllata prevede la vendita dei beni del fideiussore per soddisfare i creditori. Dopo la liquidazione, il fideiussore può ottenere l’esdebitazione dei debiti residui, liberandosi completamente dai debiti e potendo così ripartire da zero. Questa procedura è utile quando non è possibile raggiungere un accordo con i creditori o quando il debito è troppo elevato per essere gestito attraverso un piano di ristrutturazione.

L’esdebitazione dell’incapiente è una disposizione introdotta dal CCI che permette ai debitori che non hanno alcuna disponibilità economica di ottenere la cancellazione totale del debito, senza dover pagare nulla. Questa opzione è disponibile solo una volta nella vita e rappresenta una speranza concreta per chi si trova in situazioni di estrema difficoltà economica, offrendo una via d’uscita definitiva dal sovraindebitamento.

Per gestire efficacemente il sovraindebitamento derivante da fideiussioni, è fondamentale avvalersi dell’assistenza di un avvocato specializzato. La complessità delle normative e delle procedure richiede una conoscenza approfondita e una gestione accurata della documentazione. Un avvocato esperto può aiutare il fideiussore a identificare le clausole nulle nei contratti di fideiussione, a negoziare con i creditori e a presentare le istanze necessarie in tribunale. L’assistenza legale è cruciale per garantire che tutte le procedure siano seguite correttamente e per ottenere il miglior risultato possibile.

Le statistiche mostrano che il sovraindebitamento è un problema diffuso in Italia. Secondo i dati dell’ISTAT, nel 2021, circa il 10% delle famiglie italiane si trovava in una situazione di sovraindebitamento. La crisi economica e l’aumento dei tassi di interesse hanno aggravato questa situazione, rendendo sempre più difficile per molte persone far fronte ai propri impegni finanziari. In questo contesto, le fideiussioni possono rappresentare un ulteriore fardello, specialmente per chi ha garantito obbligazioni di terzi.

In conclusione, il sovraindebitamento per fideiussioni è una questione complessa che richiede una gestione attenta e competente. Le normative italiane offrono strumenti efficaci per gestire queste situazioni, ma è essenziale comprendere appieno le procedure e i requisiti necessari per accedere a questi benefici. Avvalersi dell’assistenza di un avvocato specializzato è fondamentale per navigare attraverso le complessità legali del sovraindebitamento e per ottenere una soluzione che permetta al fideiussore di liberarsi dai debiti e ripristinare la stabilità finanziaria.

Ma andiamo nei dettagli con domande e risposte.

Fideiussioni e Sovraindebitamento: Un’Analisi Dettagliata

Domanda: Cosa si intende per fideiussione omnibus e perché è rilevante nel contesto del sovraindebitamento?

Risposta: La fideiussione omnibus è un contratto in cui una banca o un istituto finanziario garantisce il pagamento di tutte le obbligazioni di un debitore verso la banca stessa. Questo tipo di contratto è spesso utilizzato per garantire prestiti e altre forme di finanziamento. La sua rilevanza nel contesto del sovraindebitamento è legata alla frequente inclusione di clausole che possono essere dichiarate nulle, come quelle dello schema ABI del 2002. Queste clausole possono esacerbare la situazione finanziaria del fideiussore, rendendo difficile il recupero economico.

Domanda: Quali sono le clausole dello schema ABI del 2002 dichiarate nulle e perché?

Risposta: Le clausole dichiarate nulle dalla Banca d’Italia nel 2005 includono, tra le altre, quella che esonera la banca dal rispettare il termine di sei mesi previsto dall’art. 1957 c.c. per agire contro il debitore principale. Queste clausole sono state ritenute in contrasto con la disciplina antitrust perché creavano un disequilibrio ingiustificato a favore delle banche, limitando significativamente le tutele per i fideiussori.

Domanda: Qual è l’effetto della sentenza n. 41994 del 2021 sulle fideiussioni con clausole nulle?

Risposta: La sentenza delle Sezioni Unite ha stabilito che, in caso di fideiussioni che includono le clausole nulle dello schema ABI, opera il principio di conservazione degli atti negoziali. Questo significa che la nullità si applica solo alle specifiche clausole nulle, non all’intero contratto di fideiussione, a meno che non sia dimostrato che le parti avrebbero agito diversamente senza quelle clausole. Di conseguenza, il fideiussore può contestare le singole clausole senza compromettere la validità complessiva del contratto.

Domanda: Come influisce la nullità parziale delle clausole sul sovraindebitamento del fideiussore?

Risposta: Riconoscendo la nullità parziale, il fideiussore può liberarsi dall’obbligo di rispettare le clausole abusive, come quella che esclude il termine di sei mesi dell’art. 1957 c.c. Questo termine è cruciale perché obbliga il creditore a proporre le sue istanze contro il debitore principale entro sei mesi dalla scadenza dell’obbligazione principale. Se il creditore non rispetta questo termine, decade dal diritto di agire contro il fideiussore, riducendo così le passività del fideiussore sovraindebitato.

Domanda: Cosa deve fare un fideiussore per invocare la nullità delle clausole?

Risposta: Il fideiussore deve presentare una contestazione formale, possibilmente assistito da un avvocato specializzato, per far valere la nullità delle clausole abusive. Questo può avvenire in sede di giudizio o attraverso la procedura di sovraindebitamento. È essenziale che il fideiussore raccolga tutta la documentazione rilevante e dimostri che le clausole contestate riproducono quelle dichiarate nulle dalla Banca d’Italia.

Domanda: Quali sono le procedure di sovraindebitamento disponibili per i fideiussori?

Risposta: Le principali procedure di sovraindebitamento disponibili includono l’accordo di composizione della crisi, il piano del consumatore, la liquidazione controllata e l’esdebitazione dell’incapiente. Ogni procedura ha caratteristiche specifiche e può essere scelta in base alla situazione del debitore:

  1. Accordo di Composizione della Crisi: Permette di negoziare con i creditori per ristrutturare il debito. Richiede il consenso del 60% dei creditori in termini di valore dei crediti.
  2. Piano del Consumatore: Non richiede il consenso dei creditori ma deve essere approvato dal giudice. È riservato ai debitori che agiscono per scopi estranei all’attività imprenditoriale.
  3. Liquidazione Controllata: Prevede la vendita dei beni del debitore per soddisfare i creditori. Al termine della liquidazione, il debitore può ottenere l’esdebitazione dei debiti residui.
  4. Esdebitazione dell’Incapiente: Disponibile solo una volta nella vita per debitori che non hanno risorse per pagare i creditori. Permette la cancellazione totale dei debiti.

Domanda: Qual è il ruolo dell’avvocato nelle procedure di sovraindebitamento per fideiussioni?

Risposta: L’avvocato svolge un ruolo cruciale nell’assistere il debitore a navigare attraverso le procedure di sovraindebitamento. Questo include la preparazione e presentazione della documentazione necessaria, la negoziazione con i creditori, la rappresentanza legale in tribunale e l’assicurarsi che tutte le procedure siano seguite correttamente. Un avvocato esperto può aiutare a identificare le clausole nulle nei contratti di fideiussione e a sfruttare le tutele legali disponibili per ridurre o eliminare i debiti.

Domanda: Quali sono i benefici concreti di avvalersi delle procedure di sovraindebitamento?

Risposta: I benefici includono la riduzione del debito, la sospensione delle azioni esecutive, la possibilità di negoziare condizioni di pagamento più favorevoli e, in molti casi, la cancellazione totale dei debiti residui. Queste procedure offrono una via d’uscita concreta per i debitori sovraindebitati, permettendo loro di ripristinare la stabilità finanziaria e di evitare il fallimento.

Domanda: Quali sono i rischi se non si affronta tempestivamente una situazione di sovraindebitamento?

Risposta: Ignorare una situazione di sovraindebitamento può portare a conseguenze gravi, tra cui il pignoramento dei beni, l’insolvenza personale, l’esclusione dall’accesso al credito e potenziali azioni legali da parte dei creditori. Inoltre, la mancata gestione del debito può compromettere la reputazione finanziaria e personale del debitore, rendendo più difficile il recupero economico in futuro.

In conclusione, la gestione del sovraindebitamento per fideiussioni richiede una comprensione dettagliata delle normative legali e delle opzioni disponibili. Le sentenze recenti, come quella delle Sezioni Unite, hanno aperto nuove strade per contestare clausole abusive e proteggere i diritti dei fideiussori. Tuttavia, per navigare efficacemente queste acque legali complesse, è essenziale avvalersi dell’assistenza di un avvocato specializzato che possa fornire la guida necessaria per ottenere il miglior risultato possibile.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Sovraindebitamento e Fideiussioni

Nel complesso scenario del sovraindebitamento, l’assistenza di un avvocato specializzato è di vitale importanza, soprattutto quando si tratta di fideiussioni. Le fideiussioni rappresentano una forma di garanzia personale che può mettere a rischio il patrimonio del fideiussore, esponendolo a gravi conseguenze finanziarie qualora il debitore principale non riesca a onorare i propri impegni. In questo contesto, le normative sul sovraindebitamento, come il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCI) e la Legge 3/2012, offrono soluzioni legali per gestire e, in alcuni casi, annullare i debiti derivanti da fideiussioni. Tuttavia, la complessità di queste procedure rende indispensabile il supporto di un avvocato esperto.

Un avvocato specializzato in sovraindebitamento e fideiussioni ha le competenze necessarie per guidare il cliente attraverso le diverse fasi del processo di gestione del debito. La prima fase consiste nella valutazione della situazione finanziaria del debitore, identificando tutte le passività e le possibili soluzioni legali. Questo include l’analisi delle clausole del contratto di fideiussione per verificare la presenza di eventuali clausole nulle, come quelle dello schema ABI 2002 dichiarate in contrasto con la disciplina antitrust dalla Corte di Cassazione.

Il riconoscimento della nullità parziale delle clausole fideiussorie è un punto cruciale per ridurre le responsabilità del fideiussore. Un avvocato esperto può contestare l’applicazione di tali clausole, come quella che esclude il termine di sei mesi per l’azione del creditore, prevista dall’art. 1957 c.c. Questa contestazione può significare la differenza tra il dover affrontare l’intero debito garantito o liberarsi di una parte significativa delle proprie passività.

Una volta completata la valutazione preliminare, l’avvocato può aiutare il cliente a scegliere la procedura più adatta per gestire il sovraindebitamento. Le opzioni includono l’accordo di composizione della crisi, il piano del consumatore e la liquidazione controllata del patrimonio. Ciascuna di queste procedure ha requisiti specifici e implica diversi livelli di impegno e collaborazione da parte del debitore. Un avvocato esperto può spiegare dettagliatamente i benefici e le limitazioni di ciascuna opzione, aiutando il cliente a prendere una decisione informata.

L’accordo di composizione della crisi, ad esempio, consente al fideiussore di negoziare un piano di pagamento con i creditori, che deve essere approvato dal 60% dei creditori in termini di valore. Questo piano può includere riduzioni del debito e la sospensione delle azioni esecutive, offrendo al fideiussore un percorso per rimettersi in carreggiata. Il piano del consumatore, invece, è riservato ai debitori che agiscono per scopi estranei all’attività imprenditoriale e non richiede il consenso dei creditori, ma deve essere approvato dal giudice. Questa procedura è particolarmente utile per i fideiussori che non riescono a ottenere l’accordo dei creditori ma possono dimostrare la loro buona fede e la volontà di rimborsare parte dei debiti.

La liquidazione controllata del patrimonio prevede la vendita dei beni del fideiussore per soddisfare i creditori. Dopo la liquidazione, il fideiussore può ottenere l’esdebitazione dei debiti residui, liberandosi completamente dai debiti e potendo così ripartire da zero. Questa procedura è utile quando non è possibile raggiungere un accordo con i creditori o quando il debito è troppo elevato per essere gestito attraverso un piano di ristrutturazione.

L’esdebitazione dell’incapiente è una disposizione introdotta dal CCI che permette ai debitori che non hanno alcuna disponibilità economica di ottenere la cancellazione totale del debito, senza dover pagare nulla. Questa opzione è disponibile solo una volta nella vita e rappresenta una speranza concreta per chi si trova in situazioni di estrema difficoltà economica, offrendo una via d’uscita definitiva dal sovraindebitamento.

La gestione del sovraindebitamento non è solo una questione di conoscenza legale, ma richiede anche abilità negoziali e una comprensione approfondita delle dinamiche finanziarie. Un avvocato specializzato è in grado di negoziare efficacemente con i creditori, presentando proposte realistiche e sostenibili che possano essere accettate. La capacità di mediare e di trovare soluzioni che soddisfino entrambe le parti è essenziale per il successo delle procedure di sovraindebitamento.

Inoltre, l’assistenza di un avvocato garantisce che tutte le procedure siano seguite correttamente, riducendo il rischio di errori che potrebbero compromettere l’esito del processo. La preparazione della documentazione necessaria, la presentazione delle istanze in tribunale e la gestione delle udienze richiedono precisione e attenzione ai dettagli. Un avvocato esperto si assicura che tutti i requisiti legali siano rispettati, aumentando le probabilità di ottenere una decisione favorevole.

La crisi economica e l’aumento dei tassi di interesse hanno aggravato la situazione di molte persone e imprese in Italia, rendendo sempre più difficile far fronte ai propri impegni finanziari. Le fideiussioni possono rappresentare un ulteriore fardello, specialmente per chi ha garantito obbligazioni di terzi. In questo contesto, il ruolo di un avvocato specializzato diventa ancora più cruciale. Non solo offre una guida esperta attraverso le complessità legali, ma fornisce anche un supporto morale e psicologico, aiutando il cliente a mantenere la speranza e a trovare una via d’uscita dalla crisi.

Infine, è importante sottolineare che l’assistenza di un avvocato specializzato non termina con l’omologazione del piano di sovraindebitamento o la conclusione della liquidazione. Un buon avvocato continua a monitorare la situazione del cliente, offrendo consulenza e supporto per garantire che il piano venga seguito correttamente e che eventuali nuovi problemi siano affrontati tempestivamente. Questo continuo supporto è fondamentale per assicurare che il cliente possa davvero ripartire da zero e costruire un futuro finanziario più solido e sicuro.

In conclusione, la gestione del sovraindebitamento, specialmente quando sono coinvolte fideiussioni, è un processo complesso che richiede competenze specifiche e una conoscenza approfondita delle normative. L’assistenza di un avvocato specializzato in sovraindebitamento e fideiussioni è indispensabile per navigare attraverso queste complessità, garantendo che tutte le procedure siano seguite correttamente e che si ottenga il miglior risultato possibile. La capacità di negoziare efficacemente con i creditori, di contestare clausole contrattuali sfavorevoli e di gestire tutte le fasi del processo legale rende l’avvocato un alleato prezioso per chiunque si trovi in difficoltà finanziarie. Affidarsi a un professionista esperto significa non solo avere una guida sicura nel labirinto delle normative, ma anche trovare un sostegno umano e morale in un momento di grande difficoltà, con l’obiettivo finale di ritrovare la stabilità finanziaria e la serenità personale.

Da questo punto di vista, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

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Giuseppe Monardo

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