Avviso Di Accertamento INPS e Fisco: Come Difendersi Nel 2024

Difendersi contro un doppio avviso di accertamento emesso sia dal Fisco che dall’INPS può essere un processo complicato e oneroso per il contribuente. Questo scenario si verifica quando l’Agenzia delle Entrate emette un avviso di accertamento fiscale per recuperare maggiori ricavi non dichiarati, seguito da un avviso di addebito da parte dell’INPS per la liquidazione di contributi maggiori basandosi sulle stesse risultanze fiscali. Questo meccanismo, noto come “accertamento unificato”, può comportare gravi pregiudizi economici per il contribuente, il quale si trova a dover gestire contemporaneamente due fronti di contenzioso. Esaminiamo le procedure, le normative e le strategie difensive necessarie per affrontare efficacemente questa situazione nel 2024.

Come difendersi dal doppio avviso di accertamento Fisco e INPS

Come si verifica il doppio accertamento?

Il doppio accertamento si verifica quando, a seguito di un accertamento fiscale da parte dell’Agenzia delle Entrate, l’INPS emette un avviso di addebito per maggiori contributi. Questo avviso è basato esclusivamente sulle risultanze dell’accertamento fiscale, nonostante quest’ultimo non sia definitivo e sia ancora oggetto di contestazione giudiziaria. La procedura è automatica, come previsto dall’art. 30, co. 1, del D.Lgs. 78-2010, e non richiede una verifica indipendente da parte dell’INPS.

Quali sono le implicazioni per il contribuente?

Questo doppio accertamento pone il contribuente in una posizione di forte svantaggio, poiché deve difendersi su due fronti distinti: uno davanti al giudice tributario per l’accertamento fiscale e uno davanti al giudice del lavoro per l’avviso di addebito dell’INPS. Questo comporta un aumento significativo delle spese legali e dei costi di difesa, oltre a creare un notevole stress finanziario e operativo. Inoltre, l’INPS può procedere con l’iscrizione di ipoteca sui beni del debitore senza attendere una sentenza definitiva di accertamento del tributo, aggravando ulteriormente la situazione del contribuente.

Qual è la posizione della giurisprudenza?

In passato, la Suprema Corte di Cassazione ha affrontato l’illegittimità di tali comportamenti da parte dell’INPS. La sentenza nr. 8379-2014 ha stabilito che l’INPS non può emettere avvisi di addebito basati su accertamenti fiscali non definitivi e impugnati. Tuttavia, nonostante questa pronuncia, l’INPS ha continuato a emettere avvisi automatici. La sentenza nr. 12333-2015 ha ribadito che, se l’unico elemento di prova per richiedere maggiori crediti contributivi è l’accertamento fiscale impugnato, la pretesa dell’INPS è illegittima. L’INPS deve fornire prove ulteriori e diverse rispetto a quelle indicate nell’accertamento fiscale per sostenere le proprie ragioni creditorie.

Come può il contribuente difendersi efficacemente?

Impugnare l’accertamento fiscale

Il primo passo è impugnare l’accertamento fiscale presso la commissione tributaria competente. Questo deve essere fatto entro 60 giorni dalla notifica dell’avviso. Il contribuente deve presentare un ricorso dettagliato, evidenziando tutti i vizi di forma e di sostanza dell’accertamento, e richiedere la sospensione della riscossione. La sospensione può essere ottenuta dimostrando che l’atto impugnato può causare un danno grave e irreparabile.

Impugnare l’avviso di addebito INPS

Contemporaneamente, il contribuente deve impugnare l’avviso di addebito dell’INPS presso il giudice del lavoro. Nel ricorso, il contribuente deve chiedere la sospensione della riscossione e la dichiarazione di illegittimità dell’avviso di addebito, argomentando che l’accertamento fiscale su cui si basa non è definitivo e non può essere utilizzato come prova. È fondamentale sottolineare che l’avviso di addebito è basato su un atto non certo e non definitivo, e quindi non può legittimamente fondare una pretesa contributiva.

Strategie difensive

Un approccio strategico implica l’attenta analisi delle risultanze fiscali e contributive e la preparazione di una difesa ben strutturata. È essenziale raccogliere tutte le prove documentali che dimostrino l’illegittimità degli atti emessi e fornire una spiegazione dettagliata delle ragioni per cui gli avvisi devono essere annullati. Inoltre, è utile cercare di dimostrare che il debito contributivo contestato dall’INPS non ha una base giuridica solida se derivante esclusivamente da un accertamento fiscale impugnato.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Impugnazioni Avvisi di Accertamento di INPS e Agenzia delle Entrate

Affrontare un avviso di accertamento emesso dall’Agenzia delle Entrate e dall’INPS può rappresentare una sfida complessa e potenzialmente devastante per il contribuente, sia esso un individuo o un’impresa. La presenza simultanea di questi avvisi comporta il rischio di dover gestire procedimenti multipli, con implicazioni legali e finanziarie significative. In questo contesto, avere al proprio fianco un avvocato specializzato in accertamenti fiscali e contributivi è di fondamentale importanza per garantire una difesa efficace e completa.

Un avvocato esperto in materia fiscale e previdenziale possiede una conoscenza approfondita delle normative e delle procedure che regolano questi accertamenti. La legislazione fiscale e previdenziale italiana è complessa e in continua evoluzione, e solo un professionista qualificato può assicurare che tutte le sfumature legali siano adeguatamente considerate. Questa competenza specialistica permette di individuare rapidamente eventuali irregolarità negli avvisi di accertamento e di costruire una difesa solida basata su principi giuridici ben definiti.

Il primo vantaggio di avere un avvocato specializzato è la capacità di analizzare dettagliatamente gli avvisi di accertamento. Un esperto saprà esaminare ogni aspetto dell’atto emesso dall’Agenzia delle Entrate e dall’INPS, identificando possibili errori formali e sostanziali. Ad esempio, un avviso potrebbe essere nullo se emesso senza una corretta notifica o se basato su dati inaccurati. Un avvocato competente può individuare questi difetti e usarli a favore del contribuente, presentando un ricorso ben documentato e argomentato.

Un altro aspetto cruciale è la gestione delle scadenze. Gli avvisi di accertamento impongono termini rigorosi per la presentazione dei ricorsi e per il pagamento delle somme dovute. Un avvocato specializzato monitora attentamente queste scadenze, assicurando che tutte le azioni necessarie siano intraprese tempestivamente. Questo è essenziale per evitare la decadenza dei diritti del contribuente e per mantenere aperte tutte le opzioni di difesa. La tempestività nella presentazione dei ricorsi e nella richiesta di sospensione della riscossione può fare la differenza tra una difesa efficace e un aggravamento della situazione finanziaria.

La rappresentanza legale durante il contenzioso è un altro elemento chiave. Un avvocato specializzato in accertamenti fiscali e contributivi può rappresentare il contribuente in tutte le fasi del procedimento, sia davanti alla Commissione Tributaria che al Giudice del Lavoro. Questa rappresentanza è fondamentale per presentare le argomentazioni del contribuente in modo chiaro e persuasivo e per rispondere adeguatamente alle controargomentazioni dell’Agenzia delle Entrate e dell’INPS. La presenza di un avvocato esperto assicura che i diritti del contribuente siano protetti e che tutte le azioni legali siano svolte con la massima professionalità.

Inoltre, un avvocato specializzato è in grado di negoziare direttamente con l’Amministrazione finanziaria e con l’INPS per cercare soluzioni alternative al contenzioso. Procedure come l’accertamento con adesione o la conciliazione giudiziale possono offrire vantaggi significativi, come la riduzione delle sanzioni e la possibilità di rateizzare il debito. Un avvocato esperto può guidare il contribuente attraverso queste opzioni, negoziando le condizioni più favorevoli e riducendo il rischio di ulteriori esborsi finanziari.

Affrontare un doppio avviso di accertamento senza l’assistenza di un avvocato specializzato può comportare rischi elevati. La complessità delle normative fiscali e previdenziali, combinata con la necessità di gestire simultaneamente procedimenti distinti, può facilmente sopraffare un contribuente non esperto. Gli errori procedurali, le mancate scadenze e le difese inadeguate possono portare a esiti negativi, con conseguenze finanziarie e legali gravi. Un avvocato specializzato offre la sicurezza di una difesa ben orchestrata e professionalmente gestita, aumentando significativamente le possibilità di successo.

Un altro aspetto importante è la protezione contro le azioni esecutive. L’INPS, sulla base degli avvisi di accertamento fiscale, può procedere con l’iscrizione di ipoteche e altre misure cautelari sui beni del contribuente. Queste azioni possono avere un impatto devastante sull’attività economica e sulla vita personale del contribuente. Un avvocato esperto può intervenire tempestivamente per chiedere la sospensione di queste misure, presentando argomentazioni legali solide che dimostrano l’illegittimità delle pretese dell’INPS. Questo può prevenire danni irreparabili e garantire che i beni del contribuente siano protetti fino alla risoluzione definitiva della controversia.

Infine, la collaborazione con un avvocato specializzato offre al contribuente un supporto morale significativo. Affrontare un accertamento fiscale e contributivo è stressante e può generare ansia e incertezza. Sapere di poter contare su un professionista qualificato che difenderà i propri interessi consente al contribuente di affrontare la situazione con maggiore serenità. Un avvocato esperto non solo fornisce consulenza legale, ma anche supporto emotivo, aiutando il contribuente a navigare attraverso il processo con fiducia.

In conclusione, la difesa contro un avviso di accertamento emesso dall’Agenzia delle Entrate e dall’INPS richiede una strategia ben articolata e supportata da una conoscenza approfondita delle normative fiscali e previdenziali. Un avvocato specializzato è essenziale per garantire una difesa efficace, proteggere i diritti del contribuente e trovare soluzioni che minimizzino l’impatto finanziario e legale della controversia. Affidarsi a un professionista qualificato non solo aumenta le possibilità di successo, ma assicura anche che il contribuente possa affrontare la situazione con la sicurezza e la tranquillità necessarie per superare questo difficile momento.

A tal riguardo, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

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Giuseppe Monardo

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