Accertamenti Agenzia Delle Entrate 2024. Come Funzionano e Tipi

Gli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate sono uno strumento essenziale utilizzato dal Fisco per verificare che i contribuenti abbiano adempiuto correttamente ai loro obblighi fiscali. Questi accertamenti comprendono una serie di attività volte a controllare il pagamento delle imposte dirette, come IRPEF, IRES e IRAP, e delle imposte indirette, come l’IVA. Nel 2024, il funzionamento e le modalità degli accertamenti fiscali hanno subito alcuni aggiornamenti, riflettendo un approccio sempre più sofisticato e tecnologico da parte dell’Amministrazione finanziaria.

L’Agenzia delle Entrate, nell’esercizio delle sue funzioni di controllo, ha a disposizione una vasta gamma di strumenti e metodologie per individuare e contrastare l’evasione fiscale. Tra questi, l’uso di banche dati integrate e di analisi incrociate delle informazioni finanziarie dei contribuenti gioca un ruolo cruciale. Attraverso queste tecniche, l’Agenzia può monitorare flussi di reddito, movimentazioni bancarie e altre transazioni economiche per identificare eventuali discrepanze o anomalie rispetto a quanto dichiarato dai contribuenti.

Nel 2024, gli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate si articolano principalmente in due grandi categorie: i controlli formali e i controlli sostanziali. I controlli formali sono quelli che riguardano la correttezza formale delle dichiarazioni presentate dai contribuenti. In particolare, si verifica che i dati riportati nelle dichiarazioni fiscali siano coerenti con le informazioni già in possesso dell’Amministrazione, come i dati trasmessi dai sostituti d’imposta o da altre amministrazioni pubbliche. Questo tipo di controllo è volto principalmente a rilevare errori materiali o formali, piuttosto che a individuare vere e proprie frodi fiscali.

Per quanto riguarda i termini entro i quali devono essere effettuati i controlli formali, questi devono essere conclusi entro l’inizio del periodo di presentazione delle dichiarazioni relative all’anno successivo. Ad esempio, per una dichiarazione dei redditi relativa all’anno 2023, il controllo formale dovrebbe essere completato entro l’inizio del periodo di presentazione delle dichiarazioni per l’anno 2024. Nel caso di controlli formali delle imposte dirette, l’atto di accertamento deve essere emesso entro il 31 dicembre del secondo anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione.

I controlli sostanziali, invece, mirano a verificare la reale capacità contributiva dei contribuenti e a individuare eventuali redditi o volumi d’affari non dichiarati. Questi controlli sono molto più approfonditi e possono comportare ispezioni, verifiche e accessi diretti presso i locali del contribuente. Il termine per effettuare i controlli sostanziali è generalmente il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione. Se la dichiarazione non è stata presentata, il termine si estende al 31 dicembre del settimo anno successivo a quello in cui la dichiarazione avrebbe dovuto essere presentata.

Una caratteristica importante del sistema di accertamento fiscale italiano è il raddoppio dei termini in caso di reato tributario. Se durante un accertamento emergono elementi che fanno ipotizzare la commissione di un reato tributario, l’Agenzia delle Entrate deve informare la Procura della Repubblica, e i termini per la notifica degli avvisi di accertamento si raddoppiano. Inoltre, il raddoppio dei termini si applica anche nei casi in cui il contribuente abbia attività finanziarie in Paradisi Fiscali non dichiarate.

Gli strumenti utilizzati dall’Agenzia delle Entrate per l’accertamento sono molteplici e includono richieste di dati e informazioni non solo al contribuente, ma anche a terzi, come amministrazioni dello Stato, enti pubblici, banche e istituti finanziari. L’Agenzia può inoltre effettuare accessi, ispezioni e verifiche presso i locali del contribuente, esaminando libri contabili, scritture e altra documentazione rilevante. In casi di particolare complessità, l’Agenzia può anche ricorrere a indagini bancarie per analizzare le movimentazioni finanziarie e identificare eventuali discrepanze tra i redditi dichiarati e quelli effettivamente percepiti.

Tra le diverse tipologie di accertamento, l’accertamento analitico è quello in cui l’Agenzia delle Entrate procede a una revisione dettagliata delle scritture contabili del contribuente, confrontando i dati dichiarati con quelli risultanti dalle verifiche effettuate. Questo tipo di accertamento è particolarmente utile per individuare errori o omissioni nelle dichiarazioni fiscali, che possono comportare la rettifica dei redditi e la determinazione delle imposte dovute.

L’accertamento induttivo, invece, viene utilizzato quando le scritture contabili del contribuente sono considerate inattendibili o incomplete. In questo caso, l’Agenzia delle Entrate può ricostruire il reddito del contribuente sulla base di indizi e presunzioni, anche semplici, senza necessità che siano gravi, precise e concordanti. Questo tipo di accertamento è particolarmente penalizzante per il contribuente, in quanto può portare a una stima dei redditi e delle imposte dovute basata su dati non necessariamente rigorosi.

L’accertamento sintetico si concentra invece sulle persone fisiche e utilizza indici di capacità contributiva per determinare il reddito complessivo del contribuente. Questo tipo di accertamento prende in considerazione elementi come il possesso di beni di lusso, spese per viaggi, abitazioni e altre manifestazioni di ricchezza che non trovano riscontro nelle dichiarazioni fiscali presentate.

Un’altra tipologia di accertamento è quello basato su indagini bancarie. L’Agenzia delle Entrate può richiedere alle banche e agli istituti finanziari informazioni sulle movimentazioni di conto corrente del contribuente. Le operazioni in entrata e in uscita possono essere utilizzate per ricostruire il reddito imponibile e individuare eventuali redditi non dichiarati. In particolare, i prelevamenti superiori a 1.000 euro giornalieri o a 5.000 euro mensili possono essere considerati ricavi se il contribuente non fornisce adeguate spiegazioni.

L’accertamento d’ufficio, invece, è utilizzato quando il contribuente omette di presentare la dichiarazione dei redditi o quando questa è nulla. In questi casi, l’Agenzia delle Entrate può determinare il reddito imponibile sulla base delle informazioni disponibili, utilizzando presunzioni non necessariamente gravi, precise e concordanti. Questo tipo di accertamento è particolarmente severo nei confronti del contribuente, in quanto si basa su una stima presuntiva del reddito.

Infine, l’accertamento parziale e l’accertamento integrativo sono strumenti utilizzati per rettificare solo alcuni elementi del reddito dichiarato o per integrare un accertamento già emesso in presenza di nuovi elementi. L’accertamento parziale permette di correggere singole voci di reddito o di deduzione, mentre l’accertamento integrativo può essere emesso successivamente all’avviso di accertamento iniziale qualora emergano nuovi elementi che giustifichino ulteriori recuperi a tassazione.

In sintesi, l’attività di accertamento dell’Agenzia delle Entrate nel 2024 è caratterizzata da un’ampia gamma di strumenti e metodologie volte a garantire la correttezza delle dichiarazioni fiscali e a contrastare l’evasione. La conoscenza dei diversi tipi di accertamento e dei termini entro cui devono essere effettuati è fondamentale per i contribuenti, che devono essere consapevoli delle proprie responsabilità e dei propri diritti nel contesto di un controllo fiscale.

Ma andiamo nei dettagli con domande e risposte.

Cosa comporta l’attività di accertamento dell’Agenzia delle Entrate?

L’attività di accertamento dell’Agenzia delle Entrate consiste in una serie di azioni di controllo poste in essere dal Fisco per verificare se il contribuente abbia correttamente assolto al pagamento delle imposte dovute. Queste imposte possono essere dirette, come IRPEF, IRES e IRAP, o indirette, come l’IVA.

Quali sono i limiti temporali per l’azione del Fisco?

L’azione dell’Amministrazione finanziaria ha dei limiti sia per quanto riguarda l’esercizio dei propri poteri di controllo sia per il periodo massimo entro il quale le violazioni devono essere contestate al contribuente. I termini entro cui il Fisco deve emettere i provvedimenti impositivi variano a seconda della tipologia di accertamento eseguito.

Per i controlli formali:

  • Per la liquidazione delle imposte dirette e IVA, il provvedimento deve essere emesso entro l’inizio del periodo di presentazione delle dichiarazioni relative all’anno successivo.
  • Per i controlli formali delle imposte dirette, l’atto deve essere emesso entro il 31 dicembre del secondo anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione.

Per i controlli sostanziali:

  • In caso di presentazione della dichiarazione, il termine è il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui la dichiarazione è stata presentata.
  • In caso di omessa presentazione della dichiarazione, il termine è il 31 dicembre del settimo anno successivo a quello in cui la dichiarazione avrebbe dovuto essere presentata.

Questi termini si raddoppiano se l’Agenzia delle Entrate rileva la commissione di un reato tributario o se il contribuente detiene attività in “Paradisi Fiscali” senza averne fatto regolare comunicazione.

Come reperisce i dati e le informazioni l’Amministrazione finanziaria?

L’Agenzia delle Entrate utilizza diversi canali per individuare le informazioni da porre a base degli avvisi di accertamento, come:

  • Richiesta di dati e informazioni al contribuente e ad altri soggetti (es. Amministrazioni dello Stato, enti pubblici, enti creditizi e finanziari).
  • Dichiarazioni fiscali presentate dal contribuente.
  • Accessi presso i locali dove il contribuente svolge la sua attività.
  • Ispezione documentale di libri e scritture contabili.
  • Verifiche fiscali per controllare gli obblighi contabili e fiscali del contribuente.
  • Valutazione delle operazioni del contribuente per individuare eventuali abusi del diritto.
  • Attività di imputazione al contribuente di redditi prodotti formalmente da altri soggetti (interposizione fittizia).

Le tipologie di accertamento dell’Agenzia delle Entrate

Quali sono le principali tipologie di accertamento fiscale nel 2024?

L’Amministrazione finanziaria dispone di vari strumenti di accertamento a seconda delle caratteristiche delle violazioni e della loro gravità.

Cos’è l’accertamento analitico?

L’accertamento analitico consente all’Agenzia delle Entrate di ricalcolare le imposte dirette e l’IVA dovute, partendo dai dati contenuti nella dichiarazione fiscale e nelle scritture contabili del contribuente. Se il contribuente non è tenuto alla conservazione delle scritture contabili, l’accertamento si basa solo sui dati ottenuti attraverso i poteri istruttori.

Cos’è l’accertamento induttivo?

L’accertamento induttivo viene utilizzato quando le scritture contabili del contribuente sono così inattendibili da non permettere un controllo fiscale basato su di esse. L’attività di accertamento è quindi extra-contabile, e i maggiori redditi e volumi d’affari vengono determinati sulla base di indizi raccolti dall’Ufficio.

Cos’è l’accertamento analitico-induttivo?

L’accertamento analitico-induttivo è utilizzato quando, nonostante le scritture contabili siano formalmente corrette, emergono attività non dichiarate o passività inesistenti. L’Ufficio utilizza indici economici statistici, come gli Indici sintetici di affidabilità (ISA), per dimostrare la non conformità tra quanto dichiarato e la realtà economica del contribuente.

Cos’è l’accertamento sintetico?

L’accertamento sintetico è utilizzato per recuperare i maggiori redditi delle sole persone fisiche, basandosi su indici di capacità contributiva come l’acquisto di beni e servizi o particolari abitudini di vita.

Cos’è l’accertamento derivante da indagini bancarie o finanziarie?

L’Agenzia delle Entrate può fondare l’accertamento sui dati trasmessi da banche o istituti finanziari. Le movimentazioni finanziarie in uscita del contribuente sono utilizzate nelle rettifiche se il contribuente non dimostra che sono state considerate per la determinazione del reddito imponibile. Prelevamenti superiori a 1.000 euro giornalieri o 5.000 euro mensili possono essere considerati ricavi se non indicati nelle scritture contabili.

Cos’è l’accertamento d’ufficio?

L’accertamento d’ufficio avviene quando il contribuente omette di presentare la dichiarazione fiscale o ne presenta una nulla. L’Ufficio determina il reddito complessivo del contribuente sulla base delle informazioni in suo possesso, utilizzando presunzioni anche non gravi, precise e concordanti.

Cos’è l’accertamento parziale?

L’accertamento parziale è utilizzato per rettificare solo alcuni redditi o elementi imponibili. Non pregiudica il potere dell’Agenzia delle Entrate di procedere successivamente al recupero di ulteriori imposte sulla base di nuovi elementi.

Cos’è l’accertamento integrativo?

L’accertamento integrativo può essere emesso successivamente all’emissione di un avviso di accertamento, qualora emergano nuovi elementi sconosciuti che indicano ulteriori imposte evase. L’Agenzia delle Entrate deve indicare nella motivazione del nuovo avviso gli elementi di novità che giustificano l’integrazione.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Accertamenti Fiscali

Affrontare un accertamento fiscale è un processo complesso che può avere conseguenze significative per un contribuente, sia esso un individuo o un’azienda. La complessità delle normative fiscali, la vastità delle informazioni richieste e la rigorosità delle procedure rendono indispensabile il supporto di un avvocato esperto in accertamenti fiscali. Un professionista del settore non solo offre competenze tecniche approfondite, ma fornisce anche una guida strategica per navigare attraverso le molteplici fasi del procedimento di accertamento.

Innanzitutto, un avvocato specializzato è fondamentale per garantire che i diritti del contribuente siano rispettati. La normativa fiscale italiana è estremamente dettagliata e in continua evoluzione, e gli accertamenti fiscali richiedono una conoscenza approfondita delle leggi e delle procedure applicabili. Un avvocato esperto in questo campo è costantemente aggiornato sulle modifiche legislative e giurisprudenziali, il che gli permette di individuare eventuali errori procedurali o vizi di forma nell’operato dell’Agenzia delle Entrate. Questi vizi possono essere utilizzati come leva per contestare l’accertamento e ottenere un annullamento o una riduzione delle sanzioni.

Inoltre, la presenza di un avvocato esperto è cruciale nella fase preliminare dell’accertamento, ovvero durante il contraddittorio preventivo. Questa fase, introdotta recentemente come obbligatoria per molti tipi di accertamento, permette al contribuente di presentare osservazioni e documenti a propria difesa prima che l’atto impositivo diventi definitivo. Un avvocato con esperienza in accertamenti fiscali sa come gestire questa fase in modo efficace, presentando le argomentazioni giuste e utilizzando tutti gli strumenti a disposizione per influenzare positivamente l’esito del procedimento. Questo può fare la differenza tra un accertamento confermato e uno annullato o ridotto.

La difesa tecnica e strategica in sede contenziosa è un altro aspetto cruciale. Se l’Agenzia delle Entrate emette un avviso di accertamento nonostante le osservazioni del contribuente, è possibile presentare ricorso alle Commissioni Tributarie. In questa fase, la capacità di un avvocato di costruire una difesa solida, basata su una profonda conoscenza delle norme fiscali e delle procedure giudiziarie, è essenziale. Il processo tributario richiede non solo competenze tecniche, ma anche una buona capacità di argomentazione e persuasione per convincere i giudici della validità delle proprie tesi.

Un altro motivo per cui è fondamentale avere un avvocato specializzato è la gestione della documentazione e delle prove. Gli accertamenti fiscali spesso richiedono l’esame di una grande quantità di documenti finanziari e contabili. Un avvocato esperto sa quali documenti sono rilevanti e come presentarli in modo efficace. Inoltre, è in grado di individuare eventuali lacune o debolezze nella documentazione fornita dall’Agenzia delle Entrate e di sfruttarle a favore del contribuente.

Un avvocato esperto in accertamenti fiscali può anche fornire consulenza strategica a lungo termine. Oltre a gestire l’accertamento specifico, un buon avvocato aiuta il contribuente a mettere in atto misure preventive per evitare futuri problemi con il fisco. Questo include l’ottimizzazione fiscale, la corretta tenuta della contabilità e la pianificazione fiscale strategica. La prevenzione è sempre preferibile alla cura, e un avvocato esperto può aiutare a costruire un sistema fiscale robusto che riduce al minimo il rischio di accertamenti futuri.

La rappresentanza in caso di contenzioso non è solo una questione di competenze tecniche. Richiede anche la capacità di gestire le dinamiche emotive e psicologiche del cliente. Gli accertamenti fiscali possono essere fonte di stress significativo, mettendo a dura prova sia le finanze che il benessere personale del contribuente. Un avvocato esperto offre non solo competenze legali, ma anche supporto morale, aiutando il cliente a mantenere la calma e la lucidità necessarie per affrontare il processo con la giusta mentalità.

Inoltre, un avvocato esperto può interagire efficacemente con l’Agenzia delle Entrate e altre autorità fiscali. La capacità di negoziare e dialogare con queste istituzioni può spesso portare a soluzioni più favorevoli per il contribuente. Ad esempio, in alcune situazioni, è possibile raggiungere accordi transattivi che permettono di chiudere il contenzioso con un esborso inferiore rispetto a quanto richiesto inizialmente. Questi accordi richiedono una conoscenza approfondita delle procedure e delle possibilità offerte dalla legge, che solo un avvocato esperto può fornire.

Un altro aspetto importante è la tempestività delle azioni legali. I termini per presentare ricorsi e per compiere altri atti difensivi sono spesso molto stretti. Un avvocato specializzato conosce bene questi termini e può agire prontamente per evitare decadenze e preclusioni che potrebbero pregiudicare i diritti del contribuente. La tempestività è cruciale in un contesto in cui ogni giorno di ritardo può comportare l’aggravamento della posizione debitoria e l’aumento delle sanzioni.

Infine, la complessità crescente delle normative fiscali rende sempre più difficile per i contribuenti difendersi autonomamente. La globalizzazione e l’internazionalizzazione delle attività economiche, insieme all’uso sempre più diffuso di strumenti tecnologici avanzati da parte del Fisco, richiedono competenze specialistiche che solo un avvocato con esperienza nel settore può garantire. Questo è particolarmente vero per le imprese che operano a livello internazionale e che devono confrontarsi con normative fiscali di diversi paesi.

In conclusione, avere al proprio fianco un avvocato esperto in accertamenti fiscali è una scelta strategica indispensabile per qualsiasi contribuente che si trovi a dover affrontare un controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate. Le competenze tecniche, la capacità di gestione strategica, il supporto morale e la rappresentanza efficace sono elementi che un avvocato specializzato può offrire, garantendo una difesa solida e competente. La complessità delle normative fiscali e l’importanza delle conseguenze derivanti da un accertamento fiscale rendono essenziale il supporto di un professionista del settore, capace di navigare attraverso le intricate procedure legali e di assicurare la migliore tutela possibile per i diritti del contribuente.

Da questo punto di vista, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

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Giuseppe Monardo

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