Si può pignorare la liquidazione?
Quando è pignorabile il TFR?
Quali sono i limiti del pignoramento del TFR?
Queste sono alcune delle domande che vengono poste a Studio Monardo, il nostro Studio di avvocati esperti in debiti e pignoramenti e in questo articolo risponderemo nel dettaglio.
Da questo punto di vista la Cassazione con ordinanza numero 19708/2018 ha stabilito con certezza formale che il trattamento di fine rapporto detto anche liquidazione può essere oggetto di un pignoramento dal momento che è una forma di liquidità certa ed utilizzabile per soddisfare i creditori.
Per chi non lo avesse già chiaro, il TFR è quell’ammontare retributivo che un mese dopo l’altro un’impresa accantona per il lavoratore fino ad erogarlo al conclusione del rapporto lavorativo e tutto in un’unica soluzione.
Ma chi può pignorare il TFR ed esistono dei limiti al pignoramento della liquidazione?
In tal senso il pignoramento del TFR avviene se e solo se il creditore ha in mano un titolo esecutivo ovvero una sentenza formale in formula esecutiva che ne certifichi la possibilità.
Non solo.
Il creditore può possedere inoltre un decreto ingiuntivo esecutivo come ad esempio una cartella di pagamento nel caso del Fisco oppure cambiali, assegni, contratti di mutuo ed altro ancora in caso di banca, finanziaria o altro soggetto.
Ma quanto si può pignorare di un TFR?
Da questo punto di vista, è l’articolo 545 del c.p.c. che ne definisce poteri e limiti.
Ad esempio per quanto concerne tutti i crediti di natura alimentare, è sempre il Presidente del Tribunale o il Giudice a definirne i limiti mentre per tutti gli altri crediti il limite non può superare la quota di 1/5.
Nel caso invece sia coesistenti le due tipologie di crediti, il limite da non oltrepassare è sempre quello della metà del valore accumulato con la liquidazione.
Dal punto di vista meramente operativo, è sempre il datore di lavoro a ricevere la notifica formale del pignoramento e sarà lui a dover trattenere il quinto del TFR per poi versarlo direttamente al creditore di riferimento a seguito dell’udienza.
In pratica il 20% della liquidazione andrà a sanare i debiti accumulati attraverso il versamento diretto del datore di lavoro, il tutto a seguito della sentenza formale di assegnazione.
Questo significa che i creditori non possono ottenere il pignoramento della liquidazione prima della cessazione del rapporto lavorativo ovvero nel caso di licenziamento, dimissioni oppure risoluzione consensuale del contratto.
Detto questo c’è differenza se il dipendente è pubblico oppure privato?
Da questo punto di vista, secondo i giudici della Suprema Corte non c’è alcuna differenza e “la questione non si pone in termini diversi per i dipendenti pubblici. Infatti, soggiunge la Corte, “tale principio, valevole per i lavoratori subordinati del settore privato, si estende anche ai dipendenti pubblici, stante la totale equiparazione del regime di pignorabilità e sequestrabilità del trattamento di fine rapporto o di fine servizio susseguente alle sentenze della Corte costituzionale n. 99 del 1993 e n. 225 del 1997.”
Infine rispondiamo ad un’altra domanda fondamentale.
Chi ha già attivo un pignoramento di quinto dello stipendio, ha la possibilità di richiedere una anticipazione della liquidazione e in quali termini?
In tal senso, nell’eventualità di un pignoramento dello stipendio, 1/5 del TFR sia maturato che maturando, verrà formalmente vincolato a favore del creditore nel caso in cui il soggetto che ha il debito, una volta sottoposto ad un’azione di tipo esecutivo, perda il lavoro.
Detto questo, sai che esistono delle modalità formali per bloccare il pignoramento del TFR?
Parliamone in una prima videoconsulenza gratuita con il nostro avvocato esperto in pignoramenti e debiti.
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